Modulo 3 Flashcards

1
Q

Cenni biografici sulla figura di Immanuel Kant

A

-Kant nasce nell’Impero Prussiano, a Königsberg il 22 aprile 1724. Vive durante il regno di Federico II di Prussia, periodo in cui l’Illuminismo tedesco fiorisce. Sebbene la società prussiana sia rigidamente organizzata secondo un ideale di stampo militare, Federico II favorisce l’ingresso delle idee più avanzate della cultura europea.
Kant Trascorre tutta la vita nella città nativa, dove si laurea e dove insegna dal 1755 fino al 1796, quando la vecchiaia gli rende impossibile lavorare. Muore a Königsberg il 12 febbraio 1804.
- Kant visse nel periodo dell’illuminismo. Secondo Kant l’illuminismo è la corrente filosofica che vede il “lume” come l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità attraverso il ricorso alla ragione. Tuttavia, Kant non si può definire puramente illuminista, nonostante si rifacesse anche a questo movimento.
- Kant fondò il movimento del criticismo, che consisteva nel tentativo di individuare con chiarezza le regole d’uso della ragione, ma anche di comprendere i limiti oltre i quali la ragione non è in grado di andare.
- Pubblica nel 1781 la Critica della ragion pura, nel 1788 la Critica della ragion pratica e nel 1790 la Critica del giudizio, che costituiscono dei contributi essenziali alla storia del pensiero occidentale moderno.
- Su Kant fu profondissima l’influenza delle ricerche di Newton, sulle quali si concentra sin dagli anni dello studio universitario. Possiamo individuare due motivi fondamentali:
1) Cambio di prospettiva sulla realtà degli astri
2) Individuazione di un metodo di ricerca nuovo e di un criterio di scientificità filosoficamente moderno
- Riguardo al pensiero pedagogico di Kant:
- La sua idea dell’educazione si basa sullo sforzo volto all’uscita dell’uomo dalla sua dimensione naturalistica (visione opposta a quella di Rousseau)
- Prospettiva anti rousseauiana: l’educazione non deve ispirarsi alla purezza dell’uomo allo stato di natura, ma mirare al superamento della condizione naturalistica da cui l’uomo emerge

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Q

Nel 1783 la rivista Berlinische Monatsschrift invita i propri lettori a rispondere alla domanda che cos’è Illuminismo? «Was ist Aufklärung?» La parola tedesca Aufklärung non si traduce con Illuminismo, ma con rischiaramento, che rimanda all’ambiguità dell’essere umano, fatto della luce della ragione, ma anche di una componente oscura.
* Nel dicembre 1784 viene pubblicato il numero contenente la risposta di Immanuel Kant:

A

«L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo, dunque, è il motto dell’illuminismo»
* Kant, dunque, pone l’illuminismo come contrapposizione fra autonomia (conoscenza che viene dall’interno) ed eteronomia (conoscenza che viene dall’esterno, testi sacri, ecc..). Secondo l’illuminismo di Kant, è necessario fondare la conoscenza su un principio razionale e sul rifiuto del dogmatismo; ed è necessario fondare la legge morale su un principio razionale e conoscibile.
* All’interno del movimento illuminista (e visione sostenuta da Kant), si parla della dimensione dello Streben: ovvero elevazione spirituale non come destino dell’uomo, ma come esito dello “sforzo” etico di sollevarsi dalla propria dimensione di animalità (“sforzo etico”, quindi non scontato o automatico, ma doveroso).

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3
Q

La filosofia della scienza di Kant: critica della ragion pura

A

In “La Critica della Ragion Pura,” Kant sviluppa una “filosofia della filosofia” che si concentra sulla riflessione della ragione e delle regole della conoscenza razionale, anziché solo sulla realtà esterna. Kant suggerisce che dovremmo considerare se i nostri modi di pensare influenzino la realtà anziché cercare di adattare la realtà ai nostri modi di pensare, portando la filosofia a esaminare idee innati che guidano la nostra comprensione. Kant prende ispirazione dalla scienza moderna, specialmente dalla matematica e dalla fisica, in quanto queste discipline sviluppano teorie basate sui concetti invece che solo sulla conoscenza sensibile diretta. La filosofia diventa così uno studio dei “concetti a priori,” e l’esperienza si basa sul contributo dell’intelletto, le cui regole sono oggetto di studio filosofico.

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4
Q

Kant supera l’immaterialismo di Berkeley

A
  • Berkeley scrive Il trattato sui principi della conoscenza umana (1710), il quale costituisce un punto di partenza per il suo pensiero filosofico, basata sulla prospettiva dell’immaterialismo (dottrina che nega l’esistenza della materia. I corpi materiali e le cose per Berkeley non sono altro che idee che si rendono percepibili all’uomo).
  • “Esse is percipi” (Trattato sui principi della conoscenza umana) sintetizza questa posizione filosofica: tutto ciò che noi possiamo dire degli oggetti e dei fatti che ci sembrano reali è che “li percepiamo”, senza che ciò ci autorizzi a dire anche che essi esistano indipendentemente dall’essere pensati-percepiti.

Il superamento dell’immaterialismo di Berkeley
La filosofia kantiana, nonostante fondi la conoscenza sul pensiero, non sfocia nell’immaterialismo di Berkeley:
* Per Kant, l’intelletto umano non “produce” gli oggetti, la realtà (come nella massima di B. per cui «esse est percipi»), ma li condiziona
* La filosofia kantiana risiede nel voler comprendere i modi e le forme del condizionamento dell’intelletto sulla realtà conosciuta, senza voler negare l’esistenza della medesima realtà materiale.

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5
Q

Kant supera lo scetticismo di Hume

A
  • Scetticismo: movimento filosofico che esclude la possibilità di una conoscenza assoluta delle cose e del raggiungimento della verità (maggiori esponenti Hume, Berkeley e Locke). Lo scetticismo faceva discendere la conoscenza direttamente ed esclusivamente dall’esperienza.
  • Anche per Kant la conoscenza discende dall’esperienza, tuttavia il compito della filosofia critica è quello di indagare le condizioni a priori (o trascendentali) in base alle quali l’esperienza è possibile. È qui che Kant rintraccia l’oggetto della conoscenza filosofica, che non proviene direttamente dagli oggetti, ma dall’impronta dell’intelletto sugli oggetti.
  • Kant critica lo scetticismo di Hume dicendo che Hume non riusciva a spiegare come la mente possa pensare a concetti che non sono naturalmente connessi nella mente, ma che sembrano necessariamente connessi negli oggetti reali. Hume non considerava la possibilità che la mente potesse essere la causa dell’esperienza in cui questi concetti vengono formati, e quindi ha concluso che tali concetti derivano unicamente dall’esperienza .

Il fenomeno & la cosa in sé
Ciò che possiamo conoscere, o anche soltanto percepire, è il fenomeno, che reca l’impronta delle nostre categorie a priori. Tutto il resto Kant lo definisce cosa in sé (o nuomeno), e di essa non possiamo dire nulla (nonostante siamo in grado di pensare alla cosa in sé, non potremo mai conoscerla davvero).

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6
Q

Tra sensibilità e intelletto: l’intuizione sensibile secondo Kant

A

Quando acquisiamo conoscenza sugli oggetti o sul mondo che ci circonda, lo facciamo principalmente attraverso un processo chiamato “intuizione”. L’intuizione sensibile è la prima conoscenza cui possiamo accedere, ed è la conoscenza data dai sensi.
Sensibilità e intelletto non agiscono mai in modo completamente separato.
L’intuizione per Kant deve intendersi come:
* Facoltà di registrare delle sensazioni (attraverso la sensibilità)
* Facoltà di maneggiare dei concetti (attraverso l’intelletto)

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7
Q

L’estetica trascendentale di Kant

A

L’estetica trascendentale è una parte fondamentale della filosofia di Kant, esposta nella sua opera “Critica della ragion pura”. Essa viene definita da Kant come una scienza che si occupa di indagare le intuizioni pure (cioè conoscenze che non derivano dalla nostra esperienza diretta, ma basate su principi innati come ad esempio lo spazio e il tempo).
Kant parla anche di Semplice Forma dei Fenomeni: ovvero l’aspetto oggettivo e universale delle cose che percepiamo, separato dalla componente soggettiva legata alle nostre sensazioni personali. Il concetto della Semplice Forma dei Fenomeni ci aiuta a comprendere come possiamo avere una conoscenza a priori del mondo.

Spazio e tempo: le due forme a priori dell’intuizione sensibile
• Lo spazio è la prima delle due forme a priori dell’intuizione sensibile: noi non apprendiamo il concetto di spazio attraverso l’esperienza, perché esso è una intuizione pura. Se non avessimo l’intuizione pura e a priori dello spazio non potremmo avere alcuna rappresentazione del mondo al di fuori di noi.
• Kant definisce il tempo come la condizione soggettiva dell’umana intuizione:
-Le cose non sono nel tempo, ma i fenomeni non possono che essere intuiti nel tempo.
-Il tempo è l’intuizione del «senso interno», cioè esiste esclusivamente nel soggetto, che conosce sé stesso e il mondo nel tempo.

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8
Q

La logica trascendentale: analitica, dialettica, io penso

A

La Logica trascendentale è la sezione di “Critica della ragion pura” nella quale Kant definisce le forme pure dell’intelletto, ovvero le categorie tramite le quali produciamo degli oggetti mentali: le impressioni e i concetti. Le impressioni sono frutto dei sensi, i concetti sono frutto dell’intelletto. La logica trascendentale si occupa dei concetti, mentre l’estetica trascendentale si occupa delle impressioni.

L’intelletto e l’analisi trascendentale delle sue funzioni
*La logica trascendentale non considera le forme dell’intelletto nel loro rapporto con il dato sensibile e oggettivo, ma le considera “svuotate” di qualunque contenuto
*La logica trascendentale «insegna a ricondurre a concetti, non le rappresentazioni ma la sintesi pura delle rappresentazioni» e a formulare dei giudizi

Divisione della logica trascendentale in: analitica & dialettica (due fasi principali di funzionamento della mente)
- L’analitica si riferisce alla capacità dell’intelletto umano di dividere una rappresentazione complessa in elementi più semplici attraverso l’applicazione delle categorie del pensiero. Le categorie del pensiero sono concetti fondamentali che aiutano a organizzare la nostra conoscenza, come causa, sostanza, quantità, spazio, tempo, forma etc.
- La dialettica riguarda la capacità di sintetizzare o unire i concetti per formare conoscenze più complesse. Questa unificazione è importante perché le informazioni che riceviamo dai nostri sensi sono frammentate e separate, e la mente le riunisce per formare un concetto coerente. Questa unione è qualcosa che i sensi da soli non possono fare.

L’ «Io penso» e l’unità dell’esperienza
Oltre ad analitica e dialettica, Kant parla anche dell’“Io penso”, che è la nostra capacità di avere coscienza delle nostre rappresentazioni e di unificarle sotto un soggetto. L’“Io penso” è importante perché ci consente di riconoscere che le nostre rappresentazioni si riferiscono a noi stessi come soggetti. Kant lo definisce come il “principio supremo di tutta la conoscenza umana” perché è fondamentale per il nostro modo di pensare e comprendere il mondo.

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9
Q

La pedagogia di Kant

A

Kant non ha scritto un libro sulla pedagogia, ma ha tenuto un corso universitario sul tema. Gli
appunti di quel corso sono stati pubblicati nel 1803 a cura di un suo allievo, Friedrich Theodor Rink, con il titolo di Über Padagogik (in italiano pubblicati come Pedagogia).
La pedagogia kantiana si basa sui principi filosofici esposti nella Critica della ragione pura:
• Kant parla di “rinvenimento delle forme a priori della conoscenza”: nel senso di riconoscere che gli studenti hanno delle basi innate su cui costruire la loro comprensione e che l’educazione dovrebbe tener conto di queste strutture cognitive innate.
• L’educazione dovrebbe aiutare gli studenti nella sintetica dell’intelletto, ovvero a sviluppare la loro capacità di integrare e collegare informazioni diverse che nella percezione dei sensi appaiono scollegate.

L’educazione per Kant ha quattro fini:
1) Disciplinare l’uomo: fornirgli la capacità di sottrarsi agli istinti animaleschi
2) Coltivare l’uomo: accrescere la sua cultura
3) Insegnare l’accortezza: la capacità di comportarsi correttamente in società
4) Fornire educazione morale, affinché l’accortezza non sia soltanto strumentale all’essere ben accetto in società
Pedagogia e morale
• L’attività morale consiste nella capacità dell’uomo di agire in conformità ad una legge
• In Critica della ragion pratica, Kant cerca di trovare una regola morale universale a cui tutte le persone dovrebbero conformare i loro giudizi morali. Questa regola morale, che Kant chiama “imperativo categorico”, è un principio etico fondamentale che dovrebbe essere seguito indipendentemente dalla situazione o dalle circostanze.

Educazione come sforzo
La pedagogia per Kant è sforzo, il quale è necessario per la realizzazione dell’uomo:
•Attraverso il dominio della propria volontà si arriva ad uniformarla ai codici della condotta morale.
•Attraverso la definizione di una linea di condotta che sia ricavata razionalmente e non imposta dall’esterno

Disciplina ed istruzione
Kant vede la formazione (o bildung) come il lavoro necessario per migliorare, nel corso delle generazioni, l’umanità. I due elementi che costituiscono il bildung sono educazione e istruzione:
-Educazione: trasforma l’animalità in umanità e impedisce all’uomo di allontanarsi dall’autorealizzazione  è negativa , nel senso che sottrae l’uomo alla selvatichezza
-Istruzione: sviluppa le potenzialità dell’uomo  è positiva, nel senso che aggiunge nuove virtù e conoscenze

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