Microbiologia Flashcards

1
Q

Da cosa dipendono le forme di aggregazione batteriche?

A

Se la scissione binaria avviene sempre su piani paralleli (sempre nella stessa direzione) si formano delle lunghe catene (questi microorganismi devono necessariamente non essere mobili, cioè senza organi di motilità, in modo da non rompere la catena); se i setti sono orientati in maniera diversa nello spazio si formano dei raggruppamenti.

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2
Q

Come si fa la colorazione di Gram?

A
  1. Si fissano i batteri su di un vetrino porta oggetti (durante la fissazione il batterio viene fatto asciugare o col calore su di una fiamma o a contatto con l’aria sotto una cappa, in maniera che dopo i lavaggi che verranno effettuati il batterio rimanga ancorato al vetrino);
  2. Si ricopre la superficie dove si trovano i batteri con un colorante, il cristalvioletto, di colore blu-viola e lo si lascia agire per un minuto: tutte le cellule assumono questo colore;
  3. Si utilizza un fissante/mordente (cioè una soluzione iodata, chiamata Luvol), sempre per un minuto, rimane la colorazione blu-viola;
  4. Si decolorano i batteri grazie all’alcol (decolorante): alcune cellule batteriche ritornano ad essere incolori, mentre altre mantengono il blu-viola e verranno chiamati GRAM-POSITIVI;
  5. I batteri successivamente vengono trattati con un altro colorante, la safranina, di colore rosso: i batteri blu-viola non cambiano il proprio colore, mentre quelli incolori avranno un colore rosso/rosa e verranno chiamati GRAM-NEGATIVI (processo di controcolorazione).
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3
Q

Indicami in ordine i vari taxa

A

Dominio—regno—phylum—classe—ordine—famiglia—genere—specie

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4
Q

Qual è la caratteristica fondamentale della parete dei micobatteri come quelli che causano la tubercolosi e la lebbra?

A

La parete dei micobatteri, a differenza dei batteri Gram-positivi e Gram-negativi, hanno uno strato di peptidoglicano che non è molto spesso, ma al di sopra della parete cellulare c’è uno strato di arabino-galattano e una palizzata di lipidi a lunga catena che rende la cellula completamente impermeabile ai coloranti (perché il colorante non arriva al peptidoglicano) e anche impermeabili a farmaci, detergenti e molte sostanze disinfettanti. Per sintetizzare questa struttura molto complessa, i micobatteri hanno bisogno di molto tempo e quindi sono dei batteri che crescono lentamente.
Infatti sono quelle specie che si coltivano coi tempi più lunghi, intorno ai 42-60 giorni di coltura.

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5
Q

Cosa contiene il citoplasma batterico?

A

I ribosomi →indispensabili alla sintesi proteica;
Sistemi enzimatici → che servono per il metabolismo;
Il cromosoma, circolare e superspiralizzato dalle tepoisomerasi (i vibrioni ne contengono 2).
Inoltre può contenere:
plasmidi → elementi circolari di DNA che rappresentano del materiale genetico accessorio aggiuntivo, che conferisce delle proprietà in più alla cellula batterica;
granuli → servono all’accumulo di materiali (come glicogeno, beta-idrossibutirrato, polifosfati) che hanno sia funzione di riserva energetica per la cellula sia ruolo di sintesi di materiali per la membrana plasmatica della cellula o della parete cellulare.

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6
Q

Come avviene la formazione della parete cellulare nei batteri?

A

Il processo di sintesi del peptidoglicano inizia all’interno del citoplasma. La prima fase di sintesi del peptidoglicano è la trasformazione, attraverso l’enzima MurA (target degli antibiotici), del n-acetilglucosamina udp a acido n-acetilmuramico udp: questi sono due mattoncini fondamentali dell’eterno polimero del peptidoglicano.
Una volta sintetizzata la molecola di acido n-acetilmuramico, a questa viene attaccata una sequenza pentapeptidica caratteristica per ogni specie batterica (terminante quasi sempre con D-alanina, D-alanina).
La catena di cinque peptidi e l’acido n-acetilmuramico insieme alla n-acetilglucosamina, costituiscono l’unità fondamentale del peptidoglicano. E una volta sintetizzata, questa unità, viene trasportata all’esterno della cellula da delle undecaprenil fosfato (sono dei carrier di membrana, ovvero quelle proteine che servono a trasportare delle sostanze all’interno o all’esterno della membrana).
Una volta arrivati all’esterno della cellula batterica, questi singoli mattoncini dei peptidoglicano, devono essere attaccati tra loro per formare un singolo strato. Nei gram positivi abbiamo visto che sono attaccati vari strati per poter sovrapporsi.
Gli enzimi che si occupano di allungare la catena si chiamano transglicosilasi e servono ad attaccare fra di loro monomeri della componente glucidica (attraverso legami glicosidici beta 1,4).
Poi ci sono degli enzimi invece che servono per collegare la componente peptidica (formare, cioè, i così detti cross-linking) ed attaccare i vari strati tra di loro e si chiamano transpeptidasi. Nei Gram-postivi ci sono delle catene intermedie di pentaglicina che vengono uniti ai peptidi legati al NAM privati dell’ultima D-alanina. Nei batteri Gram positivi, negli strati sovrapposti di peptidoglicano, sono inseriti anche degli acidi lipoglicoici, come: l’acido gliceroltecoico e l’acido ribitoltecoico che servono ad aumentare la stabilità della parete cellulare.

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7
Q

Come possiamo classificare i virus in base alla geometria del capside?

A

-Capside elicoidale: le proteine (chiamate capsomeri) formano un “tubulo” che si avvolge a spirale e che circonda l’acido nucleico; la lunghezza della particella virale è quindi direttamente proporzionale alla lunghezza del genoma, mentre il suo diametro dipende dal numero di monomeri proteici.
-Capside a simmetria complessa: è tipica di alcuni batteriofagi; ha una testa che contiene il patrimonio genetico, poi c’è un’asse tubulare cavo (al suo interno ci deve poter passare l’acido nucleico quando viene iniettato nella cellula ospite) collegato alla testa da un colletto di una guaina elicoidale che lo riveste e, infine, c’è tutto l’apparato che serva al virus per aderire alla superficie di una cellula ospite e per contrarsi, quindi per renderlo capace di iniettare, attraverso la contrazione del collo, l’acido nucleico al suo interno, costituito da delle spine e da delle fibre caudali. Questa zona prende il nome di coda e rappresenta la parte terminale del virus.

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8
Q

Dimmi come avviene il ciclo replicativo dei virus

A

ADSORBIMENTO (1)
Può essere mediato tramite proteine di superficie dette proteine spike che sono o inserite nello strato fosfolipidico se il virus ha un pericapside oppure direttamente impiantate sul capside proteico, come nel caso dei virus nudi. In questo step avviene il riconoscimento tra spicule virali e recettori esposti sulla membrana della cellula ospite.
PENETRAZIONE (2) E SCAPSIDAZIONE (3)
Queste due fasi molto spesso si succedono rapidamente o comunque sono due parti concettualmente diverse ma dello stesso fenomeno. Questo può avvenire in vari modi:
-endocitosi: è caratteristico sia dei virus con pericapside che
di quelli nudi. Questo tipo di penetrazione prevede una fase
in cui si forma una estroflessione della membrana
plasmatica della cellula target che va a formare una
vescicola all’interno della quale si trovano le particelle virali.
All’interno della vescicola avvengono poi delle modifiche
che fanno sì che il nucleocapside e il pericapside, quando
presente, vengano disgregati e venga liberato il genoma
virale.
-fusione: è caratteristico solo dei virus con pericapside (es:
virus HIV). Il virus per potersi fondere con la membrana
fosfolipidica della cellula ospite deve avere a sua volta un
pericapside della medesima natura (cioè fosfolipidico), ciò
consente la liberazione del nucleocapside all’interno della
cellula. Qui poi dovrà avvenire un uncoating, cioè la
liberazione dal nucleocapside del DNA e del RNA che sarà
utile per le fasi successive.
-iniezione: processo specializzato che si realizza solo per i
batteriofagi. Il colletto si può contrarre fino a favorire il
passaggio dell’acido nucleico attraverso l’asse tubulare cavo
e iniettarlo nella cellula ospite.
ESPRESSIONE E REPLICAZIONE DEL GENOMA VIRALE (4)
I virus sfruttano l’apparato biosintetico della cellula ospite per i processi di trascrizione, traduzione e replicazione del genoma, il quale serve a vari scopi, tra cui la sintesi delle proteine virali.
In genere avviene in vari step:
-sintesi delle proteine virali precoci: sono delle proteine
regolative che servono a cadenzare le funzioni delle
proteine che verranno successivamente sintetizzate. Grazie
a queste proteine virali precoci avviene la replicazione del
genoma che servirà poi per la progenie cellulare e spesso
queste proteine, inoltre, attuano un’inibizione della sintesi
delle macromolecole cellulari (🡪 al visus importa
unicamente produrre le proteine per la replicazione del suo
genoma e quelle per inibire la sintesi proteica cellulare).
-replicazione del genoma
-sintesi delle proteine tardive: sono delle proteine strutturali, quindi quelle del capside e quelle inserite nel pericapside.
ASSEMBLAGGIO DEI NUCLEOCAPSIDI (5)
Avviene in prossimità della membrana cellulare, nella porzione in cui vengono organizzate le proteine virali e si ha poi la liberazione dei virioni.
LIBERAZIONE DEI VIRIONI MATURI (6)
Può avvenire in due modi:
-lisi della cellula ospite: la cellula ospite muore e libera
all’esterno dopo una lisi cellulare tutti i nuovi virioni che
sono fondamentalmente dei virus nudi, in quanto questo
tipo di lisi e di liberazione è caratteristico dei virus che non
hanno bisogno dell’involucro pericapsidico
-gemmazione: prevede che il nucleocapside assemblato
passi attraverso la membrana cellulare arricchita di proteine
virali e i nuovi virioni gemmino all’esterno portandosi dietro
l’involucro che originariamente costituiva la membrana
cellulare della cellula ospite🡪 caratteristica dei virus che
necessitano di pericapside che, quindi, riprendono il loro
involucro fosfolipidico all’uscita come l’hanno ceduto
all’ingresso.

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9
Q

Qual è la differenza tra infezione litica e infezione latente e cosa sono i batteriofagi temperati?

A

Quando un virus infetta una cellula eucariotica o procariotica, può fondamentalmente comportarsi in due modi e quindi abbiamo anche una classificazione sulla base del comportamento che poi il virus assume una volta che è penetrata all’interno della cellula.
-Infezione LITICA: morte e lisi della cellula ospite in conseguenza della produzione di progenie virale;
-infezione LATENTE: molti virus, soprattutto i virus erpetici, vanno incontro a una fase in cui non vi è produzione di progenie virale, quindi, in alcuni periodi della “vita” del virus, questo coabita all’interno della cellula sotto forma di patrimonio genetico virale in forme integrate nel DNA o in forma episomiale (forma circolarizzata che rimane vicino ai cromosomi senza integrarsi), denominata fase di latenza. Vi sono poi dei segnali cellulari che fanno sì che termini la fase di latenza con una riattivazione del genoma, il quale diventa codificante per le proteine virali e dà origine alle nuove particelle virali.
Un risvolto importante della presenza del genoma virale all’interno della cellula microbica per lunghi periodi sotto forma di latenza è quello di avere una correlazione diretta con i processi di degenerazione tumorale. Questo è un modello patogenetico di tanti tumori come, ad esempio, tutti quelli correlati ai virus epatitici maggiori (B e C).
I batteriofagi sono dei virus che infettano i batteri. Essi sono un modello genetico abbastanza interessante perché quando infettano la cellula possono sia dare origine a un ciclo litico diretto, quindi morte della cellula con liberazione all’esterno della progenie virale, oppure, se le condizioni sono adatte, il genoma del virus non viene replicato direttamente ma si integra sotto forma di profago all’interno del DNA del batterio e rimane in questo stato per periodi indefiniti, fino a che non si riattiva per dare origine ad un nuovo ciclo litico. Quest’ultimo processo prende il nome di ciclo lisogenico. Il motivo per cui i fagi rimangano latenti per un certo periodo di tempo, integrati sotto forma solamente di cicatrice all’interno del genoma, e a un certo punto si riattivino, riprendono la loro attività replicativa, è solo parzialmente delucidato.

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10
Q

Cosa sono le fimbrie o pili?

A

Sono una strutture filamentose opzionali rigide ma flessibili presenti solo nei batteri Gram negativi che servono ad ancorare la cellula batterica ad uno specifico substrato.
Hanno un diametro di 4-8 nm e quindi sono visibili solo al microscopio elettronico. Sono costituite da un polimero di una proteina globulare detta pilina. Sulla punta di questa struttura sono presenti delle proteine accessorie che sono i veri e propri effettori del legame, ovvero quelle che vengono riconosciute dal recettore e danno specificità a questa struttura. A seconda delle proteine che si trovano sulla punta di questa struttura proteica ci sarà una tendenza ad attaccarsi ad alcune mucose o membrane rispetto ad altre.
Queste strutture caratteristiche hanno quindi la capacità di riconoscere delle molecole esposte solo su alcune linee cellulari e si attaccheranno preferibilmente a quelle linee cellulari..
I batteri dotati di pili, per colonizzare l’ospite (ad esempio la mucosa dell’intestino) devono in primis adattarsi all’ambiente e alla convivenza con altri batteri e quindi devono aderire alle superfici fisse che ci sono in quella situazione. Hanno bisogno di aderirsi alla parete dell’intestino perchè il bolo alimentare opera un’azione meccanica di rimozione di quello che c’è all’interno dell’intestino. Quindi se i batteri non aderissero alla superficie sarebbero costantemente eliminati tramite il passaggio del bolo alimentare. Tuttavia tutti gli epiteli vanno incontro ad un fenomeno di desquamazione che porta via i batteri adesi. Quindi in alcuni momenti è utile che il batterio sia adeso alla cellula mentre in altri momenti è utile staccarsi perché la cellula sta per essere eliminata.
Quindi il batterio ha dei processi di produzione alternativa delle fimbrie che le servono per attaccarsi alla cellula. Quindi come se fosse un interruttore può attivare o disattivare la trascrizione dei geni che codificano per le proteine delle fimbrie. In alcuni momenti quando è utile la cellula batterica produce e rimane adesa alla mucosa mentre in altri momenti quando non è più utile si stacca in modo da poter dare una colonizzazione persistente a livello intestinale alternando la fase fimbriata alla fase non fimbriata.
Questo fenomeno si chiama variazione di fase ed è un meccanismo basato sulla regolazione dell’espressione genica, quindi sulla regolazione genica delle fimbrie. L’espressione di questi geni dipende dalle condizioni ambientali (pH; presenza di 02 e di nutrienti).
Ci sono alcuni batteri per i quali i pili rappresentano un importante determinante di patogenicità. Nello specifico Neisseria gonorrhoree agente eziologico della gonorrea (malattia sessualmente trasmissibile) ed Escherichia coli che è un uropatogeno ed è in grado di dare infezione delle vie urinarie.

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11
Q

Cosa sono i flagelli?

A

I flagelli sono delle strutture opzionali della cellula batterica, sono più grandi rispetto alle fimbrie ed hanno anche una finalità diversa, ovvero quella di garantire alle cellule la possibilità di muoversi. Un batterio ha la necessità di muoversi per rispondere ad uno stimolo che è la necessità di nutrienti. Un batterio che si sposta è più efficiente nel ritrovare nutrienti rispetto ad uno che rimane fermo perché può accedere a delle zone non ancora colonizzate dai batteri della sua specie e quindi accedere a nutrienti nuovi. I flagelli sono delle strutture filamentose elicoidali dal diametro di circa 14 nm e sono lunghe qualche micrometro, quindi sono più grandi e più lunghi dei pili.
I flagelli sono polimeri di proteine globulari (in particolare della flagellina) e possono avere distribuzioni diverse: ci possono essere flagelli polari: tutti distribuiti uniformemente ad una delle due estremità della cellula polarizzata, oppure flagelli peritrichi: distribuiti lungo tutto il perimetro della cellula.
Quando questi flagelli ruotano in un senso antiorario causano l’avanzamento della cellula batterica mentre quando ruotano in senso inverso causano un arretramento.
Ci sono anche movimenti trasversali: e quindi l’organizzazione dei flagelli sulla superficie batterica, anche se sono polari, non è fissa.
Ci sono dei momenti in cui si ha la necessità di avere un flagello polare per spostarsi in una direzione poi fasi in cui queste direzioni devono essere cambiate e quindi deve essere modificato anche l’orientamento dei flagelli sulla cellula e si hanno così dei cambiamenti di direzioni angolari. Si alternano fasi di avanzamento rettilineo della cellula (run) a fasi di tumble, cioè un cambiamento dell’orientamento e altre fasi di avanzamento. Questo alternarsi di movimento serve per comportarsi di fatto come le cellule del sistema immunitario cioè per espletare la funzione chemiotattica ovvero muoversi all’interno di una fonte di sostanze che interessano.
Ci sono alcuni metodi di laboratorio abbastanza semplici per studiare la motilità batterica e serve per differenziare tra di loro alcune specie patogene. I batteri non mobili possono essere differenziati da quelli mobili attraverso l’utilizzo di un terreno solido con percentuale di Agar ridotta denominata agar molle.
I batteri mobili sciamano e si muovono per tutto il terreno di coltura, mentre quelli non flagellati rimarrano fermi nel sito di inoculo.
La differenza è che quelli non mobili finiscono il nutrimento mentre quelli mobili lo finiranno quando terminerà la provetta.
Questo si può fare anche su diversi terreni non necessariamente disposto in una provetta ma anche in una piastra petri (contenitore rotondo di plastica di circa 8 cm di diametro che serve per contenere questi terreni agarizzati).
I flagelli si impiantano sulla parete cellulare mediante un corpo basale che, a differenza delle altre adesine e dei pili, ha bisogno di un ‘motore’ che permetta la rotazione e quindi di energia. Il gradiente protonico di membrana è proprio l’energia che serve per far ruotare il flagello.
Non esistono solo flagelli esterni alla cellula ma ci sono anche batteri che hanno degli endoflagelli. Gli endoflagelli sono flagelli situato nello spazio periplasmico. È un esempio le spirochete come la T. pallidum che è responsabile della sifilide. Queste cellule con le strutture endoflagellari non fanno altro che ruotare attorno a sé stessi e consentono di far ruotare tutta la cellula batterica che si avvolge si dia avvolge e quindi può avanzare o retrocedere.

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12
Q

Come possono essere trasferiti i plasmidi?

A

Il plasmide coniugativo codifica per un pilo, detto pilo F o pilo sessuale. La cellula che ha un plasmide coniugativo e codifica quindi per un pilo coniugativo è detta cellula F positiva. Questa cellula F positiva può incontrare una cellula F negativa (che non ha il plasmide) e riconoscere delle strutture proteiche di membrana tipiche della cellula F negativa. A questo punto avviene un legame tra una cellula F positiva ed una F negativa attraverso il pilo sessuale. Una volta avvenuto questo legame si ha la formazione di un ‘bridge’ o ponte citoplasmatico tra le due cellule. Le due cellule quindi si avvicinano attraverso la retrazione del pilo e si forma un ponte di citoplasma attraverso il quale viene trasmessa una copia di plasmide coniugativo. Attraverso questo canale di citosol una copia replicata del plasmide coniugativo passa anche alla cellula F negativo e a quel punto diventa F positiva. Esiste quindi una cellula donatrice ed una ricevente.
Nella coniugazione viene trasferito un filamento singolo di DNA del plasmide che poi viene replicato nel ricevente e nel donatore venendo sintetizzati filamenti complementari di DNA. Al termine del processo si hanno due cellule F positive ciascuna contenente il plasmide coniugativo, in modo che entrambe le cellule possono fungere da donatrici.
Le caratteristiche principali dei plasmidi coniugativi sono:
possibilità di rapida diffusione in una popolazione batterica, non c’è bisogno di aspettare la generazione successiva ma il trasferimento avviene normalmente anche tra cellule coetanee (trasferimento genetico orizzontale);
avviene anche tra cellule batteriche di specie diversa, non sempre il donatore e il ricevente sono della stessa specie ma anche specie differente tra di loro purché abbiano il recettore di membrana che serve per il legame del pilo.
Questo meccanismo ha delle importanti implicazioni per la trasmissione di geni contenti informazione di resistenza, virulenza e pattern metabolici e nella trasmissione di informazioni genetiche che serve proprio per la resistenza agli antibiotici e determinanti di patogenicità.
Tuttavia durante la coniugazione non vengono trasferiti solo plasmidi coniugativi perché nelle cellule donatrici al momento della coniugazione oltre al plasmide coniugativo possono esserci anche altri frammenti di DNA che attraverso quel ponte citoplasmatico possono accidentalmente passare.
La coniugazione è uno dei meccanismi di trasmissione dell’informazione genetica tra i batteri. Ci sono anche: trasformazione e trasduzione semplice.

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13
Q

Quali sono nei batteri i metodi di trasferimento genico orizzontale?

A

1)Trasformazione: meccanismo, messo in atto frequentemente dagli Streptococchi del cavo orale e delle altre vie aeree, in cui il batterio è in grado di captare dall’esterno dei frammenti di DNA libero appartenenti ad altre cellule, lo internalizza e lo può integrare nel suo genoma. Del DNA libero all’esterno della cellula batterica lo si trova quando ci sono cellule batteriche morte nell’ambiente.
2)Coniugazione: trasmissione di elementi genetici mobili come i plasmidi tramite strutture specializzate che possono conferire ai batteri la capacità di collegare il loro citosol.
3)Trasduzione: avviene tramite un vettore fagico, cioè un virus che è in grado di infettare un batterio.
Può essere di due tipi:
-Trasduzione generalizzata: è un processo relativamente accidentale in cui un fago (virus che infetta batteri) riconosce il recettore di superficie del batterio e libera all’interno del citoplasma del batterio il suo patrimonio genetico. A livello del citosol avviene una replicazione del patrimonio genetico sia del fago che del batterio (quando la cellula si replica), si generano in questo processo frammenti di DNA misti.
Quando vengono riassemblate le particelle fagiche e il batterio ospite va incontro a morte per lisi, all’interno della nuova generazione di fagi possono essere internalizzati, oltre a porzioni di genoma fagico, anche porzioni di genoma della cellula ospite.
Questo dà origine a fagi che infetteranno un’altra generazione di batteri e trasmetteranno, insieme al loro patrimonio genetico, anche parte dell’informazione genetica del batterio ucciso.
Una volta immesse all’interno del citoplasma queste porzioni di DNA, queste per ricombinazione possono essere integrate all’interno del genoma della nuova cellula ospite batterica.
-Trasduzione specializzata: è un processo più selettivo e “guidato dal fago”.
Quando si verifica un’infezione fagica in una cellula batterica ospite, il DNA del fago può essere integrato all’interno del genoma del batterio in posizioni specifiche
o rimanere in maniera episomale, cioè circolarizzato all’interno del citosol (ma più frequentemente viene integrato).
Il DNA virale rimane dormiente per un tempo indefinito fino a quando, per stimoli che conosciamo relativamente poco, il fago decide di scindersi, uscire dalla cellula batterica e dare origine ad un’altra generazione di fagi. Quindi il DNA del profago integrato viene escisso dal cromosoma batterico, circolarizzato e utilizzato come stampo per la nuova progenie fagica.
Quando questo processo di escissione di DNA profagico è preciso, il genoma dei nuovi fagi è esattamente identico a quello ancestore della generazione precedente.
Mentre, quando questa escissione non è precisa il fago si porta con sé alcuni frammenti del DNA batterico fiancheggiante.
Pertanto, a differenza della trasduzione generalizzata che è più casuale, quella specializzata è guidata dal fago che si inserisce in punti specifici e può portare con sé dei pezzettini di informazione genetica adiacenti al sito del suo inserimento.

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14
Q

Come si classificano i batteri in base alla tensione di ossigeno di cui hanno bisogno?

A

In base alla tensione di ossigeno dei batteri, questi si possono classificare in:
-Aerobi obbligati: necessitano della presenza di ossigeno atmosferico per crescere (hanno sempre un metabolismo aerobio).
Ne esistono pochi e tra questi il più importante è il Mycobacterium tuberculosis, l’agente eziologico della tubercolosi, che cresce solo nei tessuti ad alta concentrazione di O2 come polmoni, reni, encefalo e osso (midollare dell’osso è un tessuto riccamente ossigenato).
(n.d.s. Il sangue è più abbondante nelle parti inferiori perché tende a scendere mentre l’ossigeno è più abbondante nelle parti superiori. Pertanto, all’interno del polmone le lesioni da Mycrobacterium molecolare sono più frequenti nella parte apicale perché lì trova più ossigeno.)
-Anaerobi obbligati: sopravvivono e crescono solo in assenza di ossigeno che risulta “tossico” per questi batteri.
Un esempio è il Clostridum tetani, l’agente eziologico del tetano che produce una tossina che induce una contrazione spasmotica dei muscoli del volto e dei grandi muscoli degli arti e del tronco. (n.d.s. il professore spiega che le spore del tetano non si trovano nella ruggine ma negli escrementi dei grandi erbivori come i cavalli e germinano solo in assenza di ossigeno. Quindi una ferita deve essere profonda, lacerata e contaminata affinché ci sia il rischio di contrarre il tetano, inoltre bisogna valutare se c’è una storia non nota di vaccinazione antitetanica prima di considerare la somministrazione di antitetanica e immunoglobuline. Ci sono delle linee guida internazionali a riguardo).
-Anaerobi aerotolleranti: possono crescere sia in assenza che in presenza di ossigeno atmosferico ma non lo utilizzano; hanno sempre un metabolismo anaerobio ma non vengono uccisi da eccessive tensioni di ossigeno.
Un esempio è lo Streptococcus pyogenes.
-Aerobi-anaerobi facoltativi: possono crescere sia in assenza che in presenza di ossigeno atmosferico; in presenza di ossigeno lo utilizzano (metabolismo aerobio) e crescono meglio ma tollerano anche l’anaerobiosi.
Un esempio è lo Staphylococcus aureus.
Si tratta di specie che crescono dappertutto: sulla cute, sulle ferite, nei siti profondi di infezione ecc.
-Microaerofili: batteri che necessitano di una tensione specifica di ossigeno per crescere, in alte quantità è “tossico”. Sono difficili da coltivare in quanto esigenti.
Un esempio è l’Helicobacter pyilori che si trova solo nello stomaco quindi non è tanto tollerante in termini di ambiente, gli ci vuole un ambiente che ha una determinata tensione di ossigeno.
Quando utilizziamo un terreno di coltura in provetta per la coltivazione dei batteri (terreno semisolido), i batteri si concentrano preferenzialmente a livello di alcune porzioni del terreno di coltura a seconda delle loro capacità di utilizzare e tollerare l’ossigeno e la CO2. Quindi i batteri aerobi obbligati crescono sulla parte superficiale che è quella a diretto contatto con l’ossigeno.
Gli anaerobi obbligati al contrario vanno dalla parte opposta dove c’è il minor ossigeno possibile.
Poi ci sono gli anaerobi-aerobi facoltativi che crescono dappertutto e i microareofili che crescono solo dove c’è una tensione intermedia

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15
Q

Quali sono i principali terreni differenziatori?

A

1)Agar-sangue: terreno solido addizionato con sangue animale, è un terreno a larga crescita. Aggiungendo al terreno, che normalmente è giallastro come il brodo (dato che l’Agar è incolore) gli eritrociti, diventa rosso.
Quando vado a seminare su un terreno rosso alcune specie batteriche, queste potrebbero avere capacità emolitica, cioè sono in grado di lisare gli eritrociti. Si possono avere vari tipi di emolisi:
-emolisi completa: detta beta-emolisi, il terreno risulta giallo-trasparente (i batteri secernano delle emolisine potenti per cui gli eritoriciti vengono completamente lisati e quindi il colore del terreno non è più rosso ma giallo originario).
-emolisi parziale: alfa-emolisi, il terreno risulta verdastro (l’emolisi non restituisce trasparenza completa al terreno).
-emolisi assente: gamma-emolisi, il terreno è invariato ed è a larga crescita perché il sangue è nutriente
2)Orientation agar: è un terreno differenziatore non selettivo, al quale vengono aggiunte dei cromogeni, cioè sostanze colorate che vengono captate e inglobate nella parete e nelle strutture esterne di alcune specie batteriche.
In base al colore che viene assorbito è possibile sospettare la specie di appartenenza del campione.
Ad esempio la specie Eschericacoli capta il colorante rosa e quindi diventa rosa nel terreno.
Abbiamo poi terreni più sofisticati che possono essere contemporaneamente differenziatori e selettivi per esempio:
3)Terreno agar-sale-mannite: È un terreno selettivo per stafilococchi (che crescono in gruppi) perché contiene un’alta concentrazione di sale NaCl che inibisce la crescita della maggior parte dei batteri ma non degli stafiloccocchi, genere alofilo che tollera elevate concentrazioni di sodio, cloro e di altre sostanze alogene.
(n.d.s. Il professore fa l’esempio del prosciutto che va salato per inibire la crescita di alcuni batteri, soprattutto enterococchi e streptococchi, che non essendo alofili muoiono quando c’è tanto sale. Invece gli stafilococchi non muoiono in presenza di sale e quindi crescono anche sul prosciutto).
Questo terreno è anche differenziatore in quanto contiene, insieme alle alte concentrazioni di NaCl, il mannitolo (zucchero) e un indicatore di pH.
Quando avviene la fermentazione del mannitolo il pH del terreno si abbassa e l’indicatore di pH presente al suo interno dal colore rosso-rosa di base vira verso il colore giallo (come le cartine tornasole che a seconda del pH della soluzione cambiano colore).
È un terreno differenziatore perché non tutte le specie appartenenti al genere Staphylococcus sono in grado di fermentare il mannitolo e solo quelle che lo fanno danno un viraggio del terreno verso il giallo.
Lo Staphylococcus aureus, che è la principale specie patogena appartenente al genere Staphylococcus, è l’unico, con qualche eccezione, in grado di fermentare il mannitolo.
Quindi questo terreno è stato costruito in modo da poter rapidamente visualizzare la specie all’interno degli Stafilococchi più patogena e pericolosa: la specie più patogena Staphylococcus aureus diventa gialla mentre le altre specie che in genere sono innocue rimangono rosa-rosso come il terreno.
Esempio di stafiloccocchi non patogeni è lo Staphylococcus epidermidis che abita sulla superficie cutanea dell’organmo umano.

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Q

Qual è il ciclo di Cryptosporidium?

A

Nell’intestino dell’uomo le oocisti di Cryptosporidium si aprono e fuoriescono degli sporozoiti che si dividono per scissione binaria, fino a che diventano trofozoiti, e, a livello della mucosa intestinale si formano prima degli schizonti di tipo 1 , che producono dei meroizoiti, attraverso schizogonia o scissione multipla. Sono come tanti vermicelli (microscopici) che fanno rompere la cellula e vanno a colonizzare altre cellule intestinali. Alcuni schizonti si trasformano in schizonti di secondo tipo, che generanno dei merozoiti più avanzati che determinano la formazione di micro e macro gameti (il micro gamete feconda il macrogamete) , che si uniscono e danno origine allo zigote. Questa fase si chiama gametogonia.
Producono lo zigote che darà origine alla oocisti che poi verrà eliminata attraverso l’intestino, quindi attraverso le feci, nell’ambiente esterno.
È un processo che avviene tutto nell’ospite, senza ospiti intermedi.
Quindi l’obbiettivo è uscire dall’ospite.

In America il 30% della popolazione ha gli anticorpi per il cryptosporidium.
Quando le oocisti si aprono nel duodeno, e si liberano gli sporozoiti, essi presentano nella parte apicale un organo conoide, che gli permette di penetrare nelle cellule e vanno a finire in posizione extra citoplasmatica, in un vacuolo parassitoforo, quindi si localizzano nell’intestino. Qui gli schizonti producono i merozoiti che colonizzano le cellule, si formano poi i micro e macro gameti e avviene la gametogonia, i gameti si uniscono a formare lo zigote e quindi l’oocisti. L’oocisti tappezza tutta la mucosa intestinale e queste oocisti vengono eliminate nell’ambiente.

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Q

Qual è il ciclo di Giardia?

A

Giardia vive all’esterno sottoforma di cisti e viene ingerito dall’ospite e va a colonizzare l’intestino.
Una cisti quando ingerita si apre nell’intestino e fuoriescono due trofozoiti, che sono flagellati e si dividono per scissione binaria, ripetutamente, dando origine a tanti trofozoiti , fino a che esaurita la loro attività si trasformano in cisti e verranno eliminate nell’ambiente esterno.
La cisti di giardia è molto più grande di una di cryptosporidium.. La cisti si apre e fa uscire i trofozoiti che hanno una particolare conformazione. Questi trofozoiti migrano all’interno del tubo digerente, poi si dividono ripetutamente per scissione binaria, poi, esseno dotati di un disco ventrale, flagelli e recettori, raggiungono i villi intestinali, sui quali si posano. Il disco ventrale atterrerà sulla superfice dei microvilli e villi intestinali e crea delle modificazioni dei microvilli, che vanno a distruggere tutto il tappeto microvillare della mucosa intestinale. Quando disloggia, si stacca, l’obbiettivo è quello di diventare nuovamente delle cisti e essere eliminate nell’ambiente esterno.
Si può notare che il disco ventrale ha creato dei solchi importanti che significano distruzione delle cellule intestinali. L’obbiettivo è uscire dall’ospite per colonizzarne altri.

Di questi protozoi ce ne sono milioni nell’intestino, che avranno una responsabilità nella sintomatologia.
Normalmente ci sono giunzioni cellulari tra una cellula dell’intestino e l’altra e loro hanno la capacità di rompere le giunzioni e determinare alla fine, grazie a segnali a cascata e fosfolipasi, proteasi, e processi di emolisi, alla distruzione delle cellule. Quindi attraverso un meccanismo patogenetico importante che determina anche l’accorciamento dei villi oltre che alla distruzione.

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Q

Qual è il ciclo di ameba hystolitica?

A

Il ciclo biologico di ameba hystolitica può avere due vie:
!)Il soggetto ingerisce la cisti matura, dalla cisti escono i trofozoiti che si replicano per scissione binaria, poi i trofozoiti migrano nell’intestino crasso e qui si sviluppa la forma minuta; se si mantiene la forma minuta, i trofozoiti continuano a replicarsi , ma vivono in un stato di “commensalismo”, possono aumentare di numero ogni tanto e dare qualche problema intestinale, ma normalmente vivono in quello stato, non danneggiando l’ospite, fino a che si incistano, si forma la cisti matura e liberano la forma tetranucleata nell’ambiente esterno .
2)Può accadere che i trofozoiti passano la mucosa intestinale e invadono altri organi come fegato, cervello , polmoni e qui si è formata la forma di trofozoite magna.

Quindi le cisti ingerite finiscono nell’intestino tenue, raggiungono il crasso e qui hanno due possibilità: si forma la forma minuta, e siamo nei soggetti asintomatici oppure la forma vegetativa patogena , ovvero la forma magna, che si localizza in una sede extra intestinale e ha una grande capacità invasiva e un’attività fagocitaria, infatti mangia anche gli eritrociti e danneggia tutto il contesto. A livello intestinale questi trofozoiti creano una barriera e delle ulcere dette a bottone di camicia, con forma circolare, e la mucosa intestinale viene invasa e danneggiata.

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Q

Quali sono i metodi di riproduzione dei funghi?

A

La modalità di riproduzione è uno dei metodi più utilizzati per categorizzare e classificare i funghi.
Il metodo di riproduzione più semplice è il trasporto di frammenti del tallo, cioè del corpo vegetativo, che prevede una disseminazione di questi frammenti.
Un’altra modalità frequente è la formazione di organi specializzati destinati o alla riproduzione vegetativa (anche detta asessuata) mediante produzione di spore asessuate oppure alla riproduzione sessuata. Ogni elemento di disseminazione che proviene dalle riproduzioni sessuata o asessuata prende il nome di spora, che è un importante elemento tassonomico per la classificazione dei funghi, quindi le caratteristiche delle spore servono per preservare i funghi.
Nel ciclo vitale di un fungo le modalità di riproduzione sessuata possono sia alternarsi che essere presenti entrambi contemporaneamente o rimanere costante per tutta la vita del fungo.
In alcuni casi particolari, per esempio quello dei funghi imperfetti o deuteromiceti, la fase asessuata è l’unica presente quindi manca la forma sessuale, e vengono denominati imperfetti perché sono più difficili da caratterizzare siccome in genere la classificazione dei funghi è basata sulla morfologia e sulla struttura delle spore sessuali.

La fase di produzione di spore sessuali vengono denominate mitospore, viene effettuata o in strutture specializzate derivanti dalle ife che sono denominati conidi o sporangiospore, o per modifica delle ife, quindi o ci sono proprio dei corpi specializzati che servono per la formazione di spore asessuate oppure alcune modificazioni delle ife diventano delle strutture in grado di sintetizzare delle spore asessuate e sono dette o artrospore o clamidospore o blastospore.
La parte sessuata viene anche denominata stato perfetto. In questo caso si possono distinguere alcune strutture diverse che sono appunto le strutture deputate alla produzione di spore sessuali che possono essere di vario tipo:
-oospore, derivano da una fecondazione dell’oogonio da parte dell’anteridio;
-zigospore, che derivano da una fecondazione eterotallica, cioè fra due ife;
-ascospore, formate all’interno dell’asco, che è una struttura a sacco contenuta all’interno di un corpo fruttifero;
-basidiospore, formate all’interno di una struttura che è chiamata Basidio che è tipica dei funghi di grosse dimensioni.

20
Q

Come si classificano le infezioni funginee?

A

Le più frequenti patologie fungine in assoluto sono le micosi cutanee, queste interessano la pelle, i peli e le unghie, sono denominate dermatofitosi e sono dette anche tinee o tigne. Spesso si manifestano con lesioni serpentine o rotondeggianti della cute. L’invasione dello strato superficiale dell’epidermide da parte di questi miceti causa una risposta cellulare cellulo-mediata che dà infiammazione locale. Sono causate da tre generi di funghi dermatofiti che sono il microsporum, il trichophytum e l’epidermophytum. A seconda della trasmissione i dermatofiti vengono suddivisi in geofili, zoofili e antropofili, cioè alcuni si contraggono con il contatto con il terreno, quindi i geofili, altri con il contratto con animali, gli zoofili, quelli che prendono dal gatto o dal cane generalmente e gli antropofili quando si prendono con contatto interumano.
La maggior parte di questi miceti usano come substrato la cheratina, una proteina che si trova nell’epidermide e sono chiamati cheratinofili. Sono in genere trattati con preparati fungini topici o sistemici e le forme più frequenti.
Poi abbiamo delle micosi sottocutanee più profonde e danno anche dei problemi più importanti, come per esempio la sporotricosi linfocutanea, la cromoblastomicosi, la feoifomicosi e il micetoma.
Le micosi cutanee sono le più frequenti, invece quelle sottocutanee sono più rare.
Poi abbiamo le micosi sistemiche, cioè quelle che possono interessare tutti gli organi del corpo umano. Causate dall’inalazione di miceti intrinsecamente virulenti, come i funghi che abbiamo visto con localizzazione non cosmopolita, in particolare abbiamo la istoplasmosi che è dovuta all’inalazione di Histoplasma capsulatum che si trova principalmente nelle feci dei pipistrelli e di altri animali, e può dare una polmonite acuta con formazione di granulomi nel fegato e anche nella milza, solitamente è una forma autolimitante, rimangono però delle calcificazioni. La blastomicosi invece che è tipica del Nord America è un importante problema veterinario per i cani e può dare anche un infezione polmonare e avere tre esiti, una risoluzione, un aggravamento progressivo della polmonite o una diffusione sistemica dell’ospite immuno compromesso.
La Paracoccidioidomicosi, sostenuta da un micete che si chiama paracoccidioides brasiliensis, tipica del Sud America, dopo un’infezione primaria polmonare si hanno delle lesioni ulcerative caratteristiche del cavo orale e nasale e la malattia polmonare può cronicizzare.
La Coccidioidomicosi invece è causata dall’inalazione di coccidioides immitis, limitata all’America, insorge con sintomi simili all’influenza generalmente autolimitante, in rari casi può però dare una forma progressiva con localizzazione alla cute e alle meningi.
Quella più importante dell’ospite immunocompromesso è la Criptococcosi causata da un micete chiamato cryptococcus neoformans che può anche essere trasmesso dai piccioni.
Ha un importante fattore di virulenza che è la capsula che serve anche dal punto di vista diagnostico per riconoscerlo ed è in grado di causare forme invasive soprattutto a livello del sistema nervoso centrale e delle meningi, tant’è che una delle manifestazioni associate all’aids è la coccidioidomicosi centrale del sistema nervoso centrale.
Le micosi opportunistiche si manifestano in alcuni casi quando l’ospite è immunocompromesso, la principale è la candidosi o candidiasi, che deriva dalla prevalenza in alcuni tessuti di candida, che però normalmente è un costituente del microbioma umano, soprattutto intestinale, quindi si verifica in due casi: quando la candida prevale su tutte le altre popolazioni microbiche presenti; oppure quando la candida riesce a raggiungere dei tessuti normalmente sterili e replicarsi.
È chiaro che la prevalenza della Candida sulle altre componenti del microbioma è causata soprattutto da terapia antibiotiche prolungate perché la candida non è sensibile agli antibiotici perché ha non ha la parete come batteri, ma ha una tunica che è completamente diversa dal punto di vista strutturale e prevale quando viene eliminato tutto il resto del microbioma. Il passaggio dalla fase colonizzante alla fase infettiva avviene per patologie sottostanti e concomitanti come L’AIDS, neoplasie, malattie endocrine oppure per esempio quando c’è una lesione di continuo dell’intestino come negli interventi chirurgici.

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Q

Quali sono i principali farmaci antifungini?

A

Abbiamo dei farmaci che possono funzionare nei confronti della replicazione fungina, quindi che sono in grado di inattivare le cellule fungine. La maggior parte dei farmaci che utilizziamo attualmente fanno parte della categoria degli azoli che sono degli inibitori della sintesi dell’ergosterolo che è il componente principale della membrana plasmatica dei miceti.
Abbiamo però anche altri antifungini che sono per esempio la 5-fluorocitosina che è un analogo nucleotidico che inibisce la sintesi degli acidi nucleici e un’altra categoria importante è quella dei polieni che anch’essi hanno come bersaglio l’ergosterolo e distruggono invece l’integrità della membrana plasmatica. Un’altra categoria importante è quella delle echinocandine che inibiscono la sintesi dei glucani. Quindi i bersagli principali, sono o la sintesi dell’ergosterolo o l’ergosterolo già preformato, nel caso degli Azzoli e dei polieni, mentre per le echinocandine sono la categoria importanti e il bersaglio è il glucano, quindi il beta 1,3 glucano e il beta 1,6 glucano, quindi le glucanosintetasi, cioè quelle proteine che servono a sintetizzare.

22
Q

Qual è il ciclo di Toxoplasma gondii?

A

L’oocisti appena espulsa dal gatto non possiede ancora le caratteristiche necessarie a poter infettare un altro organismo. Deve andare in contro ad una maturazione, detta sporulazione e che dura all’incirca 5 giorni. Per la precisione, durante la fase di sporulazione si assiste:
Prima alla formazione di 2 sporocisti a partire dall’oocisti.
Poi alla formazione di 4 sporozoiti a partire da ciascuna sporicisti. A questo punto, le oocisti contenenti 8 sporozoiti possono essere ingerite dagli ospiti intermedi. Nello stomaco di quest’ultimi, per via degli enzimi gastrici, l’oocisti si apre liberando gli sporozoiti, i quali si trasformano in tachizoiti. I tachizoiti iniziano un viaggio all’interno dell’organismo, replicandosi per scissione binaria nel mentre. Il periodo in cui i tachizoiti si replicano e si diffondono coincide con la fase acuta della malattia. Per la precisione:
Invadono prima le cellule della difesa che si trovano nel tessuto connettivo: macrofagi e monociti.
Arrivano nei vasi sangui e da qui raggiungono tutte le parti del corpo: cervello, cuore, polmoni, occhi, muscoli, placenta…
In questi organi si trasformano in bradizoiti e iniziano ad accumularsi nelle cosiddette cisti terminali, principalmente a livello del cervello e della muscolatura.
Affinché le cisti terminali possano trasformarsi in oocisti devono venir ingerite dagli ospiti definitivi, i gatti. Questo può avvenire sono se i gatti predano (topi e uccelli infetti). La caccia è tipica dei gatti giovani.
I bradizoiti contenuti nelle cisti terminali, se arrivano nello stomaco di un gatto, fuoriescono e, dopo essersi trasformati in trofozoiti, vanno incontro ad un processo di differenziazione.
Il processo di differenziazione prevede la formazione di micro e macrogameti, i quali si uniranno a formare prima lo zigote e poi un’oocisti. Questi passaggi corrispondo alla cosiddetta gametogonia.
Quindi il gatto assicura la chiusura del ciclo biologico e contamina l’ambiente.
Nell’intestino del gatto avvengono sia la schizogonia sia la gametogonia. Nell’ambiente interno avviene la sporulazione. Nel corpo degli ospiti intermedi si formano e iniziano a migrare ovunque i tachizoiti, con conseguente formazione delle cisti terminali.
La Toxoplasmosi è una di quelle patologie che possono essere definite un paradigma del One Health: un medico, un veterinario, un economista e tutti gli esperti dell’ambiente dipendono gli uni dagli altri. In altre parole, non va trascurato nessuno degli aspetti medici, ambientali, veterinari e economici. In genere un gatto infetto è in grado di eliminare fino a circa 800 milioni di oocisti di Toxoplasma gondii ogni 21 giorni.

23
Q

Qual è il ciclo biologico di Plasmodium?

A

Tutto comincia nel momento in cui una zanzara che alberga sporozoiti e li inocula in un soggetto sano. Questi sporozoiti entrano nel sistema circolatorio ed invadono le cellule del fegato. Nelle cellule del fegato avviene il: ciclo schizogonico, si ha la fissione multipla, ovvero la formazione di schizonti (fase esoeritrocitaria intraepatica) che è una divisione di questi sporozoiti all’interno delle cellule epatiche e determina appunto la formazione di schizonti, dentro l’epatocita che contiene diversi organismi che sono i merozoiti. Questo infarcimento dello schizonte da parte delle cisti mature determina una rottura dello stesso, e la liberazione dei merozoiti.
Ad un certo punto escono dalle cellule epatiche, entrando nel torrente circolatorio, colonizzando, ciascun merozoita gli eritrociti cioè i globuli rossi. Qui il merozoita si trasmette in trofozoita e dopo una serie di divisione schizogoniche, di nuovo, si forma lo schizonte (questa è la fase intra-eritrocitaria) che elimina eritrociti.
Colonizzati i globuli rossi, questo parassita cambia, diventa un trofozoita che ha una forma ad anello poi diventa schizonte, con tanti pallini dentro, che sono i meroziti, che usciranno e colonizzeranno altre cellule del sangue.
Quindi ci sarà il contatto e la penetrazione nei globuli rossi, di quei merozoiti che vengono dal fegato, ed entreranno negli eritrociti e formano trofozoiti che hanno forma ad anello. I trofozoiti digeriscono l’emoglobina in un pigmento malarico che si chiama emozoina.
Quando avviene la schizogonia, ovvero la replicazione di questi merozoiti e quindi la formazione dello schizonte, i merozoiti si dispongono a “rosetta”. Poi lo schizonte si rompe e romperà l’eritrocita che rappresenterà la ragione per cui si avrà anemia. La milza e gli altri organi emopoietici non riusciranno a star dietro alla distruzione dei globuli rossi.
Alcune merozoiti continueranno a distruggere eritrociti, e di conseguenza produrranno l’emozoina i cui residui si riverseranno nel circolo. Verranno fagocitati dai neutrofili polimorfonucleati, dai monociti e dai macrofagi del fegato, della milza e del midollo osseo. Dopo vari cicli schizogonici, si formeranno i gametociti. Assumeranno tante forme. Questa schizogonia eritrocitaria può avvenire in:
48 ore 🡪 Plasmodium falcifaro, Plasmodium vivax ed ovale.
72 ore 🡪 Plasmodium malarae
12 (Plasmodium knowlesi).

24
Q

Parlami genericamente di Toxoplasma

A

Il toxoplasma è un endoparassita obbligato, ha un ciclo indiretto, ha una trasmissione orizzontale se si prendono in considerazione i gatti ma ha anche una trasmissione verticale. Il gatto è l’ospite finale perché alberga la fase sessuale con la riproduzione del parassita. ( l’ospite intermedio è quello che non alberga la fase sessuale). Può esistere un vettore meccanico ( la mosca). È sicuramente una zoonosi. La penetrazione del parassita può avvenire x contatto diretto, ingestione, contatto sessuale, passaggio transplacentare, trasfusione e trapianto. C’è la riproduzione asessuata per endoduogenia. C’è la gametogonia ma soltanto nel gatto.
Le vie di trasmissione sono: ingestione di cisti con carne cruda o poco cotta, ingestione accidentale di oocisti mediante acqua o verdure contaminate, contatto con gatto di giovane età o con lettiera, trasmissione materno fetale durante la gravidanza, trasfusione di sangue, trapianti d’organo. Il prosciutto non è pericoloso se ha subito delle salagioni che sono arrivate fino al cuore quindi le cisti si sono disidratate, e anche perché è stato cotto. Il latte crudo non può essere venduto deve subire prima la pastorizzazione che uccide i tachizoiti.

25
Q

Descrivimi i cestodi e le loro forme larvali

A

Sono detti vermi piatti perché sono appiattiti dorso-ventralmente e privi di apparato digerente, hanno un corpo allungato e segmentato, sono ermafroditi e presentano delle strutture particolari: la testa è lo SCOLICE che può essere sia armata che disarmata, un COLLO e una sequenza di PROGLOTTIDI che costituiscono lo STROBILA.
I cestodi possono avere dimensioni diverse.
I cestodi che tratteremo sono i Cyclophyllidea che hanno una caratteristica che li differenzia dagli altri ovvero presentano delle ventose laterali sulla testa e alcuni hanno una corona di uncini. Gli Pseudophyllidea invece sono formati da uno scolice che rappresenta un solco che si chiama Botria.
Le proglottidi si originano dal collo e contengono inizialmente uova immature, poi vengono rilasciate nell’ambiente sottoforma di proglottidi ma contenenti uova mature.
Il loro obbiettivo è proprio questo: formare uova da rilasciare nell’ambiente.
Le uova hanno un guscio molto spesso all’interno del quale è presente una oncosfera, detta anche larva esacanta.
La parete di questo uovo, detta embrioforo, è molto spessa e gli conferisce grande resistenza dall’ambiente esterno nel momento in cui vengono espulse attraverso le feci.
Come detto prima, i Cyclophyllidea hanno diverse famiglie ma noi studieremo i Taeniidae.
La corona di uncini citata prima distingue le specie armate e quelle disarmate e serve ad ancorarsi alla parete intestinale; quindi, l’ultima proglottide si rompe e fa fuoriuscire le uova.
I cestodi non sono a ciclo diretto cioè prevedono ospiti intermedi nei quali si formano delle forme larvali che possono essere HYDATID, COENURUS, CYSTICERCUS e tante altre.
La larva IDATIDEA contiene un liquido cistico dove all’interno sono presenti tantissimi PROTOSCOLICI, chiamati così perché rappresentano la forma primitiva dello SCOLICE (parassita adulto).
La larva CENURO contiene numerosi protoscolici ma invaginati.
La larva CISTICERCO ha un unico protoscolice immerso in un liquido cistico (monosomatica).

26
Q

Dimmi le caratteristiche dei nematodi

A

A differenza dei cestodi, sono dei vermi tondi, non hanno proglottidi e hanno una cavità posta tra il canale alimentare e la parete del corpo.
La parete è formata da:
-cuticola (esterna pluristratificata);
-strato epidermico (intermedio);
-strato muscolare (longitudinale).
Hanno un’identità di organismo vitale e sono a sessi separati.
Il maschio presenta un apparato genitale piuttosto evoluto, spicoli simili a delle spine che verranno introdotti nella vulva femminile.
Le femmine sono sempre più grandi dei maschi perché produrrà delle uova.
Il ciclo dei nematodi è il seguente: uova, L1, L2, L3, L4.
Il parassita che alloggerà nel corpo non sarà mai uovo ma partirà dallo stadio L1.

27
Q

Parlami di Tenia saginata e di Tenia solium

A

Sono due specie dello stesso genere, con scolice armato per la specie solium e disarmato per la specie saginata; hanno una sequenza di proglottidi di lunghezze diverse.
L’uomo è un ospite definitivo e quindi alberga la forma adulta eliminando le proglottidi.
Gli ospiti intermedi sono nel caso di Taenia saginata i BOVINI e nel caso di Taenia solium i SUINI.
L’uomo elimina le proglottidi che verranno ingerite dalle due specie e in questo caso il parassita si stabilirà nel muscolo dell’animale, quindi adesso possiamo parlare di carni.
Il cerchio in questo caso si chiude quando l’uomo ingerirà carni infette da taenia, carni crude o poco cotte che contengono il cysticerco.
TAENIA SOLIUM
Di lunghezza fino a 6 m con oltre 1000 proglottidi-
Ogni giorno si staccano circa 5-7 proglottidi che rilasciano fino a 100.000 uova.
L’ospite intermedio è il SUINO nel quale si formerà il cysticercus cellulosae.
L’uomo può diventare ospite intermedio e ciò accade se l’uomo si nutre di verdure contaminate da feci portatrici di taenia solium.
TAENIA SAGINATA
Di lunghezza dai 4 ai 10 metri oltre 2000 proglottidi.
L’ospite intermedio è il BOVINO; cysticercus cellulosae (larva) si fermerà in questi animali in organi come cuore, diaframma, lingua che son tutti muscoli molto ossigenati.
Le zone più colpite sono Africa, Cina, India e sud America e ovviamente parliamo non di città ma di zone rurali.
La sintomatologia nell’uomo dipende se è un ospite intermedio o un ospite definitivo.
Ospite definitivo: disturbi digestivi, perdita di peso, diarrea.
Ospite intermedio: tessuti molli, cisti presenti in varie zone del corpo o nel SNC o nell’occhio.

28
Q

Parlami dei glicolipidi e dei beta-lattamici

A

-GLICOPEPTIDI 🡪 famiglia di molecole molto grandi, poco idrosolubili e dal peso molecolare elevato. La grandezza di queste molecole è un ostacolo alla loro entrata nella cellula. Non potendo entrare facilmente nella cellula infatti, essi agiscono sulle fasi tardive della sintesi del peptidoglicano al di fuori della cellula. In particolare si legano in maniera irreversibile al dimero di D-alanina, così da non permettere il rilascio di energia necessaria al legame delle catene adiacenti e non permettere quindi la sintesi del peptidoglicano. I glicopeptidi inibiscono, quindi, sia l’attività delle transpeptidasi e delle transglicosilasi.
“Capostipite” della famiglia dei glicopeptidi è la vancomicina, attiva sui Gram+ (spettro ristretto) poiché non attraversano la membrana esterna dei Gram-.
Altri derivati sono la teicoplanina, con emivita più lunga (somministrazione poche volte al giorno), la dalbavancina e oritavancina delle quali basta anche una sola somministrazione, l’ultima di queste, inoltre, presenta un gruppo clorobifenilico che attacca non solo il dimero D-alanina, ma anche la membrana plasmatica, distruggendola.
-β-LATTAMICI 🡪 classe di farmaci più utilizzata. Hanno la capacità di inibire le fasi tardive della sintesi, in particolare la fase di cross-linking fra le catene adiacenti ad opera delle transpeptidasi (penicillin-binding-proteins, PBP). Un esempio di antibiotico β-lattamico è proprio la penicillina, che avendo affinità con PBP, si lega ad essa con un legame irreversibile, inibendo la sua attività. La penicillina viene prodotta da un fungo detto penicillum, che sintetizza spontaneamente nell’ambiente sostanze con attività antimicrobica poiché compete nell’ambiente per il nutrimento soprattutto contro i batteri. La Penicillina G è stato il primo antibiotico sintetizzato nel 1940 è stataq fondamentale durante gli anni di guerra per trattare le infezioni delle ferite dei soldati (vulnologia).
In seguito alla sintesi della penicillina sono state realizzate in laboratorio delle modifiche di questo elemento base che è proprio la presenza dell’anello β-lattamico per migliorarne la farmacocinetica e la farmacodinamica (ad esempio l’Augmentin).
Ormai, però, l’uso della penicillina sta diminuendo sempre di più fino a scomparire poiché è scomodo da somministrare e ha costi talmente tanto bassi che non viene neanche più prodotto (altrimenti per le industrie non ci sarebbe guadagno ma solo perdita). Eppure non significa che non sia utile, poiché la penicillina rappresenterebbe, piuttosto, il farmaco di scelta per alcune infezioni molto frequenti come la faringotonsillite da streptococco oppure la sifilide.
Le classi principali di β-lattamici sono:
1)PENICILLINE: Penicillina G, Ampicillina, Oxacillina, Piperacillina
2)CEFALOSPORINE: Cefazolina, Cefamandolo, Ceftriaxone,
Ceftazidime;
3)CARBAPENEMI 🡪 i farmaci a spettro più ampio che esistano attualmente in commercio perché si legano a PBP di numerosissime famiglie (PBP 1,2,3..); Imipenem, Meropenem, Ertopenem;
4)MONOBATTAMI: Aztreonam

29
Q

Quali antibatterici hanno come target la membrana plasmatica?

A

Troviamo famiglie di farmaci che si legano alla membrana plasmatica delle cellule batteriche, in particolare nei Gram+ si legano alla membrana interna; nei Gram- sia a quella interna che a quella esterna.
Le due famiglie più importanti di farmaci con questa azione sono:
1)POLIMIXINE (due in commercio: Colistina/Polimixina E e Polimixina B) 🡪 sono lipopeptidi ciclici cationici (con carica netta positiva) che si legano al lipopolisaccaride della membrana esterna dei Gram- che ha, invece, carica netta negativa, rompendo quindi la loro membrana con effetto battericida.
Le polimixine sono farmaci a spettro ristretto verso i Gram-, in particolare hanno come bersaglio molecolare il lipide A.
Se consideriamo che i β-lattamici sono farmaci ad alta tossicità selettiva (perché agiscono sulla sintesi di peptidoglicano che non è presente nelle cellule eucariotiche, non danneggiandole), le polimixine invece, se in elevate concentrazioni, possono portare danno anche alle cellule eucariotiche poiché le componenti delle membrane plasmatiche non sono poi così diverse tra i due tipi di cellule, e quindi il loro bersaglio è molto generico. 🡪 tossicità selettiva relativamente bassa: rischio di danno per l’ospite.
2)DAPTOMICINA 🡪 anche questo è un farmaco battericida che agisce solo sulla membrana plasmatica interna dei Gram+, non potendo attraversare quella esterna dei Gram- essendo un farmaco dall’elevato peso molecolare.

30
Q

Quali antibatterici hanno come target la sintesi proteica?

A

Come sappiamo la sintesi proteica inizia ad opera dell’RNA polimerasi, e termina nel citosol grazie all’azione dei ribosomi.
I ribosomi batterici sono leggermente diversi da quelli eucariotici, infatti presentano una subunità 50s ed una 30s, che in fase di sintesi proteica si uniscono a formare il complesso di inizio per aggregare i vari pezzi della catena che verrà poi sintetizzata.
Alcuni farmaci agiscono proprio a questo livello:
1)(AMINOGLICOSIDI 🡪 hanno come bersaglio molecolare la subunità 30s alla quale si legano e inibiscono l’associazione del complesso di inizio; bloccano quindi la sintesi proteica nella fase precoce di formazione dello stesso ribosoma. Questi farmaci hanno una doppia attività tossica, infatti possono anche legarsi alla membrana esterna dei Gram- danneggiando la loro struttura. Hanno quindi attività battericida.
Questa è una caratteristica molto particolare poiché i farmaci che inibiscono la sintesi proteica sono solitamente farmaci batteriostatici, dato che non alterano una struttura cellulare che garantisce stabilità per il batterio, bensì bloccano per un certo periodo la sintesi di nuove proteine utili per altre cose (quelle che aveva continua ad usarle).
Alcuni esempi di questi batteriostatici sono gli OXAZOLIDINONI che sono farmaci ad attività selettiva verso i Gram+ (entrano anche nei Gram- ma vengono prontamente espulsi grazie alle pompe di efflusso):
2)ETRACICLINE, FENICOLI, MACROLIDI, LINCOSAMINE, STREPTOGRAMINE 🡪 agiscono su fasi tardive della sintesi proteica, cioè dopo la formazione del ribosoma e la sua associazione all’RNA, ma bloccano la sua progressione. Hanno azione batteriostatica.

31
Q

Spiegami la resistenza batterica causata da un ridotto accesso del farmaco al bersaglio

A

Può realizzarsi in vari modi ma il più frequente è quello causato dall’impermeabilità della parete batterica: un esempio è la situazione già trattata dei glicopeptidi bloccati dalla parete esterna dei gram negativi poiché molecole grandi; altro esempio sono i micobatteri resistenti a molti farmaci a causa dell’impermeabilità dell’involucro esterno. Oltre a questi due tipi di resistenza naturale, possiamo avere delle eventualità in cui si sviluppa impermeabilità che prima non era presente. Un batterio può diventare impermeabile soprattutto grazie alla distruzione o alterazione dei canali (quali OprD, presente nella specie Pseudomona aeruginosa) che normalmente servono a far entrare i β-lattamici (inclusi i carboapenemi che sono i più potenti). Poiché però i canali originariamente sono creati per l’entrata dei nutrienti, i batteri che sono resistenti per questo meccanismo hanno una fitness minore.
Altro meccanismo di impermeabilità ma non mediato dall’interruzione del gene che codifica per le porine è quello della over espressione di pompe di efflusso, strutture normalmente presenti nella cellula batterica, oppure acquisite dall’esterno, che sono in grado di pompare farmaci fuori dalla cellula (normalmente questi pompano all’esterno prodotti di degradazione). Esistono due tipi di pompe di efflusso: pompe di efflusso specifiche (pompano all’esterno solo una categoria di farmaci, esempio pompe TEF e pompe MEF, che rispettivamente pompano all’esterno le tetracicline e i macrolidi, farmaci attivi nei confronti della sintesi proteica -si legano al ribosoma) oppure pompe di efflusso aspecifiche, multi target, che pompano all’esterno un po’ tutto quello che trovano, quindi molti dei farmaci potenzialmente attivi (sono delle pompe come il complesso OpsM MEX A, MEX B, che normalmente estrude all’esterno della cellula scarti, ma può anche essere over espresso pompando ancora di più β-lattamici, chinoloni e aminoglicosidi).

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Q

Spiegami la resistenza agli antibatterici causata da un vicariamento del bersaglio

A

Un esempio è quello dello stafilococco aureus MRSA (meticillina resistente). La meticillina è una penicillina modificata chimicamente, molto utilizzata negli anni passati che ha dato il nome a questo batterio perché aveva la capacità di resistere alla meticillina. La resistenza è crociata ovvero verso tutti i β-lattamici, fatta esclusione per due cefalosporine di nuova sintesi, realizzate negli ultimi anni, che si chiamano ceftarolina e ceftobiprolo.
Ma come fa a diventare resistente alle penicilline? Attraverso per l’appunto il meccanismo di vicariamento del bersaglio.
Normalmente a livello dello spazio periplasmico ci sono le PBP responsabili della sintesi del peptidoglicano, sono delle transpeptidasi di varie famiglie (PBP 1, PBP 2, PBP 3, PBP 4). In alcuni casi (come quello dello stafilococco aureus MSRA), l’azione di quelle PBP può essere vicariata (sostituita) da una nuova PBP (la PBP 2a), acquisita dall’esterno tramite l’ingresso del gene MEC A.
Riprendendo l’esempio dell’amoxicillina-acido clavulanico, quando l’amoxicillina arriva nello spazio periplasmatico dello stafilococco aureus MRSA cercando le PBP, trova anche questa nuova PBP 2° con cui non è affine, ovvero non la riconosce, di conseguenza questa continuerà a produrre peptidoglicano (la presenza del clavulanico in questo caso, con o senza la presenza di β-lattamasi, quindi svolgendo o meno il suo compito, risulta ininfluente poiché il problema è la PBP non riconosciuta dall’amoxicillina).
Il meccanismo appena descritto è molto diffuso.

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Q

Spiegami la resistenza agli antibatterici causata da una modifica biochimica del bersaglio

A

Un esempio è la metilazione del ribosoma che lo rende non più riconoscibile da tutti i farmaci che si legano a quella subunità del ribosoma. Mentre prima abbiamo visto delle resistenze specifiche per ogni classe di antibiotici (β-lattamasi servono per distruggere i β-lattamici, le acetil-transferasi servono per inattivare gli amminoglicosidi, le mutazioni delle topoisomerasi fanno sì che queste non siano più riconosciute dai chinoloni) quando viene metilato il ribosoma questo non è più riconoscibile da tutte le classi di farmaci che si legavano a quella subunità ribosomiale (in particolare macrolidi, i glucosammidi, gli amminoglicosidi e poi anche linezolid e così via).
Un altro esempio della modifica biochimica è quella della resistenza degli enterococchi, molto più raramente degli stafilococchi, ai glicopeptidi (vancomicina, teicoplanina, oritavancina, dalbavancina), molecole a spettro ristretto dei gram-positivi (poiché molecole grandi, che non riescono a penetrare la membrana esterna dei gram-negativi) che si legano alla bipeptide terminale d-alanina-d-alanina del peptidolicano, e quindi inibiscono sia le transpeptidasi che le transglicosidasi (enzimi che sintetizzano il peptidoglicano). Succede che il dimero terminale d-alanina-d-alanina della catena pentapeptidica del peptidoglicano, viene legato da questi farmaci, glicopeptidi, che non lo rendono più accessibile (hanno un ingombro sterico importante) e fanno sì che sia le transpeptidasi che le transglicosidasi non riescano ad arrivare al loro sito di azione o comunque siano inibite nella loro attività. Se questo dimero terminale viene modificato chimicamente con una sequenza di amminoacidi che non è più d-alanina-d-alanina ma diventa d-alanina-d-lattato, non viene più riconosciuto dai glicopeptidi (che non ci si legano più) però è ancora efficiente nel legame fra le catene del peptidoglicano, quindi può dare ancora crosslinking (è ancora funzionale). Ciò significa che il farmaco non riconosce più il suo sito, il sito rimane accessibile alle transpeptidasi e alle transglicosidasi e quindi continua la sintesi di una catena del peptidoglicano che è modificata ma comunque funzionale. Tutto il processo biosintentico che serve alla sintesi di questo dimero modificato viene acquisito in blocco dagli enterococchi dall’esterno, da dei geni dei batteri ambientali. Avevamo visto che la D-alanina non è frequente in natura (amminoacido D, non L, che invece sono molto più abbondanti), quindi i batteri li devono sintetizzare appositamente, tramite una via biosintetica alternativa (una racemasi che serve per trasformare le L in D). Acquisire la possibilità di sintetizzare d-lattato quindi, che non è presente nei batteri, significa acquisire tutta un’altra biosintetica (un insieme di enzimi che servono per avere questo peptidoglicano modificato).