Istologia Flashcards
Qual è il diametro medio di una cellula eucariotica e di una procariotica?
Cellula eucariote: 20-30 micron, spermatozoo: 5-7 micron, cellula uovo: 100 micron circa (parte metabolica molto piccola)
Cellula procariote: 1-2 micron
Qual è il potere di risoluzione di un microscopio ottico?
R= lambda/2 => poichè lambda luce visibile è 400-800 nm, R massimo= 400/2=200 nm=0,2 micron (100 volte più piccolo del potere di risoluzione dell’occhio umano)
Quali sono gli spessori di un taglio al microtomo e all’ultramicrotomo
Per la microscopia ottica si utilizzano i microtomi che effettuano tagli dallo spessore di 5-10 micrometri mentre per quella elettronica vengono utilizzati gli ultramicrotomi, che hanno una lama di vetro e diamante, che effettuano tagli dallo spessore di 5 nanometri
Quali colorazioni mettono in evidenza particolari molecole cellulari?
Per i glucidi si utilizzata una reazione PAS (acido periodica di Schiff) che ha la caratteristica di sfruttare gruppi glicolici che reagiscono mediante una reazione che si chiama acido periodica di Schiff, in cui la fucsina basica che era blu ritorna rossa (si parla di metacromasia dei coloranti).
Per i mucopolisaccaridi si usa una colorazione metacromatica con blu di toluidina che dal blu vira al rosso-violetto in presenza di gruppi acidi. Le cellule o parti di cellule che invece sono ricche di lipidi hanno un’altra esigenza poiché i lipidi non possono essere fissati con le aldeidi a causa della solubilizzazione dei grassi. Per fissarli, quindi, viene utilizzata una colorazione diversa, chiamata sudan nero (solubile nei grassi liberi e coniugati), e avviene tramite il tetrossido di osmio ( OsO4 ) un metallo pesante che si lega ai gruppi etilenici -CH=CH- degli acidi grassi insaturi.
Quali sono le caratteristiche dei tessuti epiteliali di rivestimento?
-Gli epiteli sono caratterizzati da una scarsissima presenza di matrice extracellulare amorfa presenti nei sottili spazi intercellulari (15-30nm) e poggiano sempre su una membrana basale;
-le cellule sono sempre polarizzate (cellule che hanno la caratteristica di svolgere appieno differenti e specifiche funzioni) per cui hanno caratteristiche peculiari nel plasmalemma a seconda del versante (apicale o basolaterale). Quello apicale è quello che determina le caratteristiche funzionali dell’epitelio ed è rivolto verso l’esterno, mentre, quello basolaterale è rivolto verso la membrana basale e cioè verso l’interno della struttura corporea;
-le cellule sono tenacemente adese fra loro e alla membrana basale grazie alle strutture di giunzione;
-non sono vascolarizzati (quindi non avendo una propria fornitura di sangue, deve essere nutrito con sostanze diffuse dai vasi sanguigni nel tessuto sottostante).
Come si classificano gli epiteli in base alla derivazione embrionale?
Gli epiteli derivano da tutti e tre i foglietti embrionali.
- L’ ectoderma origina: l’ epidermide, le cornee, la mucosa del cavo orale e le ghiandole annesse.
- Il mesoderma origina tutti i Mesoteli quali pleura, pericardio e peritoneo, gli endoteli e l’epitelio di rivestimento delle vie uro-genitali;
- l’ endoderma origina l’epitelio di rivestimento di gran parte delle vie digerenti: esofago, stomaco, intestino tenue e crasso e tutte le ghiandole annesse, quali il fegato che produce la bile, il pancreas che produce enzimi che si riversano nell’intestino e le ghiandole gastriche ed intestinali che hanno funzione digestiva.
Come si classificano gli epiteli di rivestimento in base alla loro funzione?
-Epidermide: la quale ha come funzione di rivestire l’intero organismo;
-tonache mucose: rivestono le cavità comunicanti con l’esterno (es. l’apparato digerente e le cavità dell’apparato genito-urinario). Sono chiamate così poiché secernono muco, il quale serve a facilitare lo scorrimento di sostanze o/e evitare l’attrito di sfregamento e quindi facilitare lo scorrimento e i movimenti;
-tonache sierose: ricoprono tutte quelle cavità non comunicanti con l’esterno per ridurre l’attrito. Riveste gli organi parenchimatosi come l’intestino il quale ha un doppio epitelio di rivestimento. Alcuni esempi: il peritoneo (riveste gli organi presenti in cavità addominale), le pleure (rivestono i polmoni) e il pericardio (riveste il cuore) tutti divisi in foglietto parietale (sul lato esterno dell’organo) e viscerale (interno all’organo). Servono a ridurre l’attrito e permettere lo scorrimento degli organi che rivestono. Le tonache sierose sono chiamate così poiché, a differenza delle tonache mucose, non secernono il muco ma siero.
La differenza tra siero e muco è nella loro composizione chimica: il muco è prevalentemente glucidico mentre il siero è glicoproteico;
-endotelio: è l’epitelio di rivestimento dei vasi sanguigni e dei vasi linfatici;
-epitelio di rivestimento dei dotti escretori: riveste i dotti escretori delle ghiandole esocrine le quali sono degli epiteli secernenti, la cui funzione è portare le secrezioni all’esterno.
Un esempio di questo tessuto sono gli epiteli di rivestimento dei dotti escretori delle ghiandole-sudoripare.
Quali sono i tipi di epiteli, eccezion fatta per quelli di rivestimento?
-L’epitelio ghiandolare che costituisce il parenchima delle ghiandole esocrine ed endocrine;
-l’epitelio sensoriale: si tratta di cellule epiteliali con funzione recettoriale frammiste alle normali cellule dell’epitelio. Sono di supporto alle cellule del sistema nervoso esaltando la funzione sensoriale. Non si tratta di cellule nervose in quanto non provviste di assone proprio, sono invece raggiunte da fibre nervose che trasferiscono lo stimolo al SNC. Non sono molto presenti nell’uomo, ma un buon esempio sono i calici gustativi o le cellule acustiche dell’organo del corti.
Quali sono le giunzioni cellulari?
Zonule occludens o giunzioni occludenti (sono sempre le più apicali): sono un insieme di catene proteiche intermembrana che hanno la funzione di impermeabilizzare il versante laterale. Tale impermeabilità è proporzionale al numero di filamenti proteici presenti. Può essere totale (barriera emato-encefalica o emato-testicolare) o parziale (epitelio intestinale); sono responsabili della polarizzazione della cellula, poiché, essendoci una catena di proteine intermembrana, impedisce alle proteine del versante apicale di migrare nei versanti laterali ed inferiori;
le zonule occludenti sono formate da 3 proteine di membrana: le Claudine (molecola proteica più rappresentata nella realizzazione dell’unione intercellulare), le Occludine e le JAM, le quali sono ancorate sia alle loro corrispondenti dell’altra cellula che all’actina della loro cellula.
-Giunzioni ancoranti: hanno funzione meccanica di adesione cellula-cellula e cellula-membrana basale. Si distinguono in:
-zonule (o fasce) aderenti (sono sempre sotto le zonule
occludenti): sono delle fasce perimetrali di microfilamenti di
actina ancorate alla membrana ed a proteine extracellulari;
sono formate dalle proteine: caderine (proteine
transmembrana che si legano tra di loro per permettere
l’aderenza fra le due cellule), catenine e vinculine (hanno la
funzione di attaccare le caderine all’ actina), alfa-actinina (ha
la funzione di legare le actine tra di loro e fa da ponte fino
alla vinculina);
-desmosomi:
sono composti da 3 tipi di proteine: caderine (come detto
prima, permettono l’ancoraggio delle due membrane),
placoglobina (è un’enorme proteina a forma di piastra che
ancora le caderine ai filamenti di cheratina e quindi al
citoplasma) e filamenti di cheratina (cioè i filamenti
intermedi). Quando i desmosomi si attaccano alla
membrana basale prendono il nome di emidesmosomi,
poiché si attacca alla membrana basale e non ad altre
caderine.
-Giunzioni comunicanti (o giunzioni gap) in lo spazio intercellulare può arrivare a 1,5 nm;
sono composti da 12 subunità proteiche dette connessine, 6 per ogni cellula, le quali insieme formano una macrounità detta connessone (struttura a ponte, metà in una cellula e metà nell’altra);
il connessone è suscettibile a certi stimoli che causano un cambio conformazionale da cilindro chiuso a cilindro aperto, il quale permette ai due citoplasmi delle cellule di comunicare;
gli stimoli che comandano la chiusura e l’apertura sono le variazioni di pH e la variazione della concentrazione di ioni calcio.
Dove si trovano i diversi tipi di epiteli di rivestimento?
-Epitelio pavimentoso semplice: nei mesoteli, negli endoteli, nella capsula di Bowman, nell’alveolo polmonare e sulla faccia interna del timpano;
-epitelio isoprismatico cubico semplice: nell’ovaio, nei dotti escretori ghiandolari e nella tiroide;
-epitelio prismatico semplice: stomaco ed intestino;
-epitelio prismatico semplice cigliato: piccoli bronchi, tuba uterina e nell’ampolla tubarica (qui le ciglia vibratili aiutano lo spostamento dello zigote dalla tuba all’utero)
-epitelio pseudostratificato cigliato: nei seni paranasali, nei bronchi di medie e grandi dimensioni e nell’epididimo (con la presenza, in questo caso, di stereociglia)
-epitelio pavimentoso composto non corneificato: nella vagina (epitelio pavimentoso pluristratificato molle, per la presenza di liquidi), nell’esofago e nel cavo orale (epitelio pavimentoso composto paracheratinizzato);
-epitelio prismatico composto: nell’uretra, nella congiuntiva e nella trachea (con presenza di ciglia vibratili);
-epitelio di transizione: tipico della vescica;
Come avviene il passaggio di sostanze attraverso l’epitelio dei capillari?
Essendo delle cellule pavimentose semplici molto appiattite, le cellule hanno una forma a tessera di mosaico viste dall’ alto ma viste in sezione ,saranno molto sottili che si allargano nella zona dove c’ è il nucleo . Nel caso in cui le giunzioni cellulari siano molto fitte ci sarà un impermeabilità del capillare (capillare continuo) , se invece sono poche ci sarà maggiore permeabilità (come nei capillari fenestrati, in cui la cellula non è rotta perchè ci sono sempre le pareti di membrana, lascia semplicemente dei passaggi in modo che ci sia una velocità di attraversamento notevole dal sangue ai tessuti circostanti). Quando il capillare è continuo, le sostanze devono passare nella cellula e questo meccanismo di passaggio consente alle cellule endoteliali di controllare le entrate e le uscite con meccanismo recettoriale. I recettori sono posti sul versante interno apicale perché è a contatto col lume dell’ organo mentre quello basale è quello a contatto con il connettivo. Il il passaggio delle sostanze nelle cellule endoteliali segue sempre una direzione, cioè dal versante apicale a quello basale. Ci saranno dei recettori specifici che capteranno la presenza di alcune sostanze e creeranno una endocitosi. La vescicola contenente la molecola ,poi, migrerà all’interno del citoplasma e verrà esocitata sul versante basale; questo fenoemeno nell’ insieme prende il nome di transcitosi (accoppiamento di endocitosi ed esocitosi). Siccome questo fenomeno è molto diffuso nelle cellule endoteliali si parla proprio di un organello-vescicolo-vacuolare tipico delle cellule endoteliali . Non solo le molecole passano attraverso le cellule endoteliali, ma durante i processi infettivi alcuni globuli bianchi ( granulociti neutrofili ) migrano dal sangue fino alla sede dell’ infezione. Questo meccanismo di attraversamento delle cellule endoteliali viene mediato da uno stop della cellula intesa come globulo bianco che si blocca in un punto, aderisce a dei recettori di tipo integrinico alla cellula endoteliale e poi le cellule endoteliali si aprono e lasciano passare il granulocita, ,attraverso lo spazio intercellulare . Questo meccanismo prende il nome di diapedesi o extravasazione leucocitaria. Una chemiotassi è una migrazione indotta da sostanze chimiche in una determinata direzione, perché nella zona dell’ infezione sono rilasciate in particolare citochine. Il passaggio di queste sostanze è favorito da un aumento di pressione ematica oppure un allargamento delle arteriole regolata dalla tonaca muscolare. Quest’ultima si trova intorno ai vasi sanguigni , si può restringere o allargare e sono proprio le cellule endoteliali e le cellule del sangue che possono produrre delle sostanze chimiche ( i leucotrieni e altre ) in grado di agire sulle cellule muscolari lisce delle arteriole.
Quali sono le cellule presenti nell’epitelio intestinale?
L’ epitelio intestinale è formato dagli enterociti, dalle cellule caliciformi mucipare e dalle cellule indifferenziate (tre tipi cellulari),mentre nelle cripte del Lieberkuhn ce ne sono cinque. Troviamo i tre tipi precedenti, soprattutto le cellule indifferenziate, e poi altri due tipi: delle cellule con funzione esocrina,le cellule di Paneth, che producono degli enzimi con funzione digestiva e antipatogenica ( Il lisozima ) e altre cellule con funzione endocrina ( producono ad esempio la colecistochinina e la pancreozimina).
Quali sono le cellule dell’epidermide, oltre ai cheratinociti?
-Cellule di Langerhans: sono cellule con prolungamenti brevi, localizzate a livello dello strato spinoso e granuloso dell’epidermide, intervallate ai cheratinociti. Esse svolgono una funzione di difesa, ovvero guidano una risposta rispetto ad antigeni ed aggressori esterni. Ciò è possibile grazie ad un meccanismo di produzione di sostanze chimiche cellulari della famiglia delle citochine, in particolare delle interleuchine. Le cellule di Langerhans producono soprattutto interleuchina di tipo 1 che funge da agente chemiotattico per le altre cellule della difesa, quindi attira sulla zona di infezione i granulociti neutrofili. La migrazione di granulociti neutrofili avviene grazie al sangue che si trova nel tessuto connettivo sottostante, ovvero il derma. Questi granulociti neutrofili cercheranno poi di raggiungere la zona di penetrazione dell’agente estraneo.
-Melanociti: si trovano a livello dello strato basale o nei primi strati spinosi. Sono cellule di grandi dimensioni, aventi lunghi prolungamenti in tutte le direzioni (il loro aspetto è quasi simile ad un neurone). La caratteristica dei melanociti è quella di produrre dei granuli, chiamati melanosomi, i quali vengono rilasciati tra i cheratinociti dello strato spinoso e granuloso. I melanosomi, così come i cheratinosomi esocitati dai cheratinociti, si vanno a porre negli spazi intercellulari, creando un tutt’uno nell’involucro cellulare corneificato. Questo avviene man mano che le cellule maturano, arrivano agli strati più superficiali e diventano costituite da involucro cellulare corneificato. Anche alla fine del meccanismo di differenziamento, negli spazi tra le cellule, restano i granuli che erano stati secreti più in profondità.
Quali sono i criteri con i quali si classificano le ghiandole esocrine?
1)Classificazione secondo criteri di posizione:
-EXTRAPARIETALI: fanno parte di questa categoria: pancreas,
fegato, ghiandole salivari. Esse sono ghiandole che
costituiscono un organo a sé;
-PARIETALI: ghiandole che si trovano nella parete di un organo.
Vista la posizione bisogna osservare in quale strato della
parete dell’organo sono poste. Le ghiandole esocrine possono
trovarsi nel connettivo, non possono invece interrompere il
tessuto muscolare.
Le parietali si differenziano ulteriormente in:
GHIANDOLE CORIALI: presenti nella tonaca propria (che corrisponde allo strato di connettivo della cute chiamato derma, anche noto come corion);
GHIANDOLE SOTTOMUCOSE: presenti nella sottomucosa,
sono le più grandi in quanto la sottomucosa è uno strato
maggiore rispetto alla tonaca propria;
2)Classificazione secondo la modalità di secrezione:
Il parenchima, fatto da cellule secernenti, produce il secreto. Le
cellule riversano il secreto sintetizzato all’esterno del
citoplasma in tre modi diversi che ne consentono la
classificazione in:
-MEROCRINE: riversano il secreto per esocitosi;
-APOCRINE: amputazione della parte apicale della cellula
-OLOCRINE: distacco dell’intera cellula che va poi a formare il secreto.
3)Classificazione secondo il tipo di secrezione:
-Sierosa: secreto proteico;
-Mucosa: secreto glucidico;
-Mista: secreto in parte proteico e in parte glucidico.
Le ghiandole che producono secreto lipidico non sono classificate.
4)Classificazione secondo i dotti escretori:
In base alle caratteristiche dei dotti, le ghiandole esocrine si dividono in:
● SEMPLICI: hanno un unico dotto escretore, cioè un dotto che parte dalla ghiandola come dotto unico;
● COMPOSTE: sono le più grandi, hanno un dotto escretore ramificato fino ai diversi adenomeri.
5)Classificazione secondo la forma dell’adenomero (parte che produce il secreto):
● TUBULARI: hanno forma a tubulo;
● TUBULARI-GLOMERULARI: hanno una forma a tubulo avvolto su sé stesso a formare un “gomitolo”;
● TUBULARI-RAMIFICATE;
● ACINOSE: forma ad acino d’uva (la cavità centrale è molto piccola);
● ALVEOLARI: forma ad alveolo (è una sfera cava). Questo perché l’alveolo ha la possibilità di accumulare secreto prodotto dalle cellule, per poi espellerlo velocemente in grandi quantità, quando necessario. Sono ghiandole alveolari la prostata, la ghiandola mammaria (essa produce latte in molto tempo, questo latte si accumula e viene poi consumato dal bambino in tempo relativamente breve);
● TUBULO-ACINOSE o TUBULO-ALVEOLARI: hanno forme miste.
Quali sono le funzioni del fegato?
FUNZIONE ESOCRINA: per secrezione merocrina, gli epatociti portano all’esterno, tra una cellula e l’altra, il loro secreto (la bile), poi convogliato in condottini biliari per poter arrivare, alla fine, al dotto biliare e successivamente al dotto cistico.
FUNZIONE FILTRO: Affinché tale funzione venga espletata correttamente, il sangue deve venire a contatto diretto con le cellule. Ciò avviene attraverso la relazione tra componente ghiandolare esocrina e connettivo (stroma), il quale, attraversando tutto il parenchima epatico, porta vasi sanguigni al fegato. Questi vasi sanguigni sono discontinui, hanno una rete capillare fenestrata e presentano addirittura dei fori tra le cellule (hanno quindi poche giunzioni occludenti).
Il percorso del sangue è il seguente: esso parte dagli enterociti, cellule intestinali. In queste cellule quello che viene assorbito passa al versante basale, arriva nel connettivo dell’intestino e giunge, attraverso un sistema di capillari e vasi chiliferi alla vena porta. Questa vena distribuisce il sangue carico di sostanze nutritive (ed eventualmente sostanze tossiche), a delle vene che passano tra un lobulo e l’altro del fegato (il percorso, nello specifico, è vene lobari -> vene lobulari -> vene interlobulari). A questo punto comincia la filtrazione. Tra le vene interlobulari e la vena centrolobulare ci sono i sinusoidi epatici che vanno a ridosso degli epatociti.
Il sangue refluo dall’intestino arriva, quindi, alle vene interlobulari, passa vicino agli epatociti attraverso i sinusoidi epatici, i quali hanno poche giunzioni occludenti e sono quindi tutti forati, gli epatociti fungono da filtro e riversano il sangue al centro del lobulo epatico, nella vena centrolobulare. Da questa vena si passa a quella sottolobulare, poi alle vene epatiche e alla vena cava inferiore che porta il sangue al cuore.
In tutto questo processo, il contatto più stretto tra sangue ed epatociti viene svolto dall’endotelio dei sinusoidi epatici e dagli epatociti, tutto il resto è un sistema di distribuzione. Questo processo consente l’azione di filtro e di detossificazione svolta dal fegato.