Genetica Flashcards
Che cos’è un gene?
● l’unità fondamentale dell’informazione genetica che entra in funzione sempre o in determinati momenti e ciò dipende da cosa codifica;
● qualcosa che ha una funzione ma che non la svolge direttamente, infatti viene trascritto in RNA, il quale verrà o meno tradotto in proteina, a seconda del tipo di informazione che conteneva il gene.
Quali sono gli elementi costitutivi di un gene?
-le Sequenze esoniche, ovvero le porzioni codificanti del gene. Sono costituiti da una regione detta open reading frame (ORF) = quadro di lettura funzionale, che è costituita dal codone d’inizio della traduzione AUG, localizzato al 5’ di ogni gene, importante per dare inizio alla sintesi proteica;
-le Sequenze introniche, ovvero quelle porzioni non codificanti che si trovano tra un esone e l’altro. Iniziano tutte con il dinucleotide GU (“donor site”) e terminano con il dinucleotide AG (“acceptor site”) , definite sequenze di giunzione. Quest’ultime svolgono un ruolo importante nel processo di splicing. I geni mitocondriali e molti geni che codificano per i tRNA sono privi di introni.
È importante notare come maggiore è il grado evolutivo di una specie maggiore è il numero di sequenze introniche. È difficile da pensare una cosa del genere perché ci sono vari svantaggi, tra cui:
1)l’utilizzo di molti più nucleotidi;
2)l’utilizzo di molta energia per la rimozione di quest’ultimi al momento della maturazione dell’mRNA.
Spesso questa porzione di DNA è stata definita “junk DNA” = DNA spazzatura, ma non è così perché vi sono dei vantaggi che surclassano gli svantaggi:
1)l’alternanza esoni-introni ha permesso la formazione di nuovi geni grazie al fenomeno del rimescolamento degli esoni. Per comprendere meglio questo aspetto si può paragonare il genoma a un insieme di blocchetti che possono essere mischiati come un mazzo di carte per creare varie combinazioni. Questo fenomeno è anche noto come exon shuffling e avviene in tempi molto molto lunghi.
2)lo splicing alternativo, che invece avviene nelle singole cellule e permette di ottenere proteine diverse a partire da uno stesso gene.
-le Sequenze di regolazione, ovvero delle regioni che regolano la trascrizione del gene. Si trovano a monte della regione codificante, ovvero nella porzione 5’. La sequenza principale è il promotore (il TATA box) che corrisponde al sito di attacco dei fattori di trascrizione e successivamente della RNA polimerasi. Ancor più a valle ci sono i cosiddetti enhancer e silencer, cioè elementi genici a corta sequenza che aumentano o diminuiscono la velocità trascrizionale della RNA polimerasi, a seconda delle condizioni.
Ci sono poi delle regioni non trascritte a valle della regione contente esoni e introni, quindi nella porzione 3’ del gene. Queste sono importanti segnali per la poliadenilazione o per il riconoscimento dei miRNA.
Quali sono le sequenze che regolano lo splicing?
● GU = donor site e AG = acceptor site;
● un nucleotide al 3’ contenente adenina: questo è il cosiddetto branching point, punto in corrispondenza del quale si forma la caratteristica struttura a cappio ed è sempre seguito da un sito polipirimidinico
Cosa succede quando si ha complementarietà perfetta e quando imperfetta?
-PERFETTA: quando i mirna che legano i loro rna bersaglio inducono il taglio del bersaglio che quindi NON può essere tradotto.
-IMPERFETTA: quando i mirna bloccano l’espressione dei loro geni target a livello post trascrizionale.
Che cos’è l’editing dell’ RNA? Fai un esempio
E’ un meccanismo di modificazione dell’RNA. Il meccanismo più conosciuto riguarda l’APOB. In genere perché questo avvenga c’è bisogno di strutture particolari dell’RNA. Una di queste modificazioni è la deaminazione della citosina che diventa così uracile (transizione). Ciò può provocare, nel caso dell’APOB, la formazione di un codone di stop. Per alcuni codoni il cambio della terza base può essere ininfluente, non fa cambiare l’amminoacido (fenomeno conosciuto come wobbing) ma altre volte può essere estremamente pericoloso. Quindi il cambio di nucleotide può cambiare l’amminoacido che viene sintetizzato o addirittura come nell’APOB far si che si crei un codone di stop che interrompe la sintesi proteica. La formazione di UAA rispetto a CAA non rende l’APOB inefficace, funziona lo stesso ma in maniera differente, in una posizione differente. Una funziona nelle VLDL, le lipoproteine a bassissima densità, che trasportano poco colesterolo e molti trigliceridi (si trova nel fegato), l’altra funziona invece nelle LDL, ed è importante perché trasporta prevalentemente colesterolo(si produce nell’intestino). Si hanno quindi funzioni differenti dallo stesso trascritto, che una volta modificato potrà essere interpretato in maniera differente. Un altro meccanismo di editing riguarda la deaminazione dell’ adenina che si trasforma in inosina (che viene riconosciuta come guanina, quindi si ha una transizione)
Quali sono le tappe di maturazione dei tRNA?
1)Rimozione della sequenza leader al 5’ e della sequenza di coda al 3’;
2)vengono aggiunti 3 nucleotidi al 3’: CCA: questa porzione lega l’amminoacido all’estremo carbossi-terminale con un legame estere catalizzato dall’amminoacil tRNA sintetasi;
3)rimozione di alcuni introni;
4)almeno altre 100 modifiche nucleotidiche durante e dopo la trascrizione tra cui:
-la metilazione dell’adenina e della guanina: A–>mA e
G–>mG;
-la riduzione dell’uracile: U–>DHU;
-la trasversione dell’uracile: U–>Ψ;
-la deaminazione dell’adenina in inosina: A–>I.
Come vengono trascritti gli rRNA e dove si trovano i geni che li codificano?
Esistono 4 tipi di RNA ribosomiali, tre dei quali (5.8 S, 18 S e la 28 S) vengono sintetizzati insieme a partire da un unico precursore e poi tagliate, cioè è un cistrone, tipico dei procarioti . I trascritti 5S, 5,8 S e 28 S faranno parte poi della subunità maggiore, mentre il 18 S costituirà la subunità ribosomiale minore, insieme ovviamente ad una serie importante di proteine diverse. I geni che codificano per le subunità 5,8 S, 18S e 28S si trovano sui bracci corti dei cromosomi acrocentrici 13, 14,15, 21 e 22 in clusters ripetuti anche 2-300 volte
Come maturano i miRNA?
Il pri-miRNA ha una struttura a doppio filamento riconosciuta da una proteina del nucleo nota come Pasha che si associa alla RNAasi di tipo 3 Drosha a formare il cosiddetto complesso microprocessore. L’intervento del microprocessore riduce le sue dimensioni a circa 70 nucleotidi così da ottenere il pre-miRNA precursore.
A questo punto il trasportatore nucleo-citoplasmatico esportina 5 riconosce i due nucleotidi sporgenti al 3’ lasciati dall’enzima Drosha e trasporta attivante il trascritto nel citoplasma utilizzando GTP.
Nel citoplasma l’RNAasi di tipo 3 Dicer trasforma il pre-miRNA in una molecola a doppio filamento grazie all’abolizione dell’ansa ripiegata.
Infine, uno dei due filamenti viene eliminato e quello maturo, corrispondente al miRNA maturo, viene incorporato nel complesso RISC (RNA - Induced Silencing Complex), la cui componente fondamentale è una proteina Argonauta, Ago, il quale ha il compito di inattivare l’informazione genetica secondo due meccanismi: la complementarità perfetta in cui si ha la degradazione di mRNA o, la complementarità imperfetta o parziale in cui si ha il blocco della sintesi proteica.
I miRNA si concentrano nei Processing-bodies (P-bodies) citoplasmatici: regioni dove avviene anche il decapping dell’mRNA.
Cosa sono gli snoRNA?
Sono responsabili di modificazioni post-trascrizionali e del processamento degli RNA (tra cui gli rRNA nel nucleolo). Sono una famiglia molto grande (quasi un centinaio nel genoma umano). Hanno forme particolari e si possono distinguere due famiglie principali:
-C\D – Box snoRNA 🡪 reazioni di metilazione del ribosio in posizione 2’;
-H\ACA – Box snoRNA 🡪 reazioni di pseudouridilazione.
Gli snoRNA per operare la loro attività si ripiegano su sé stessi a formare le cosiddette hairpin, ovvero delle strutture a forcina, e si associano a proteine. Ciò che ne deriva prende il nome di piccoli corpi di Cajal snoRNP. Il ripiegamento è possibile perché c’è complementarità tra le basi, mentre la porzione che non presenta legami è quella di riconoscimento. Essi veicolano le proteine a cui si sono complessati verso l’esatto sito di modificazione dell’RNA bersaglio.
Nei lieviti sono generalmente monocistronici mentre nei vegetali sono policistronici. Nei vertebrati ci sono circa 100 geni in singola copia e si trovano spesso all’interno degli introni dei geni codificanti per le proteine ribosomiali. Sono sintetizzati dalla RNA polimerasi II.
Gli snoRNA policistronici e intronici sono modificati durante un processo di splicing particolare: all’interno degli introni vengono riconosciuti i geni per snoRNA e vengono recuperati tramite lo splicing interno.
Qual è la differenza tra un mosaico genetico e una chimera?
Nel MOSAICO il soggetto ha differente patrimonio genetico derivante tutto dallo stesso zigote, mentre nella CHIMERA le cellule avente differente patrimonio genetico vengono da zigoti diversi, come ad esempio è il caso di chi ha subito un trapianto. Tutti noi esseri umani siamo mosaici genetici perché con la vita e con l’invecchiamento, le patologie e anche con i tumori accumuliamo cambiamenti genetici all’interno delle nostre singole cellule. Quello delle donne viene definito mosaico funzionale perché il patrimonio genetico è lo stesso, solo funzionalmente è espresso differentemente.
Quali sono le principali tecniche di bandeggio cromosomico?
Bandeggio G Giemsa tripsina: eseguito con il colorante Giemsa, il campione è precedentemente trattato con tripsina, si utilizza il cosi detto invertoscopio, il cui la luce penetra nel campione dal basso verso l’alto
Bandeggio C: evidenzia i centromeri, viene effettuato con il colorante Giemsa ma senza il pretrattamento con la tripsina.
Bandeggio R: R sta per “reverse”, le bande saranno opposte rispetto a quelle del bandeggio G, è poco utilizzato e il colorante è l’arancio di acridina.
Bandeggio Q: identifica le stesse regioni del bandeggio G, come colorante viene utilizzata la quinacrina o il DAPI, viene dalla scuola francese ed è di più veloce attuazione rispetto al bandeggio G.
Cosa sono i piRNA?
I Piwi-ineracting RNA sono sintetizzati da geni particolari, presenti nel DNA in molte copie. Questi geni, ancestralmente non presenti nella specie umana sono in grado di silenziare regioni genetiche estremamente temibili per il nostro genoma, i trasposoni (che sono degli elementi mobili ripetuti migliaia di volte presenti nel nostro genoma, i quali possono causare mutazioni e riarrangiamento cromosomico pericoloso). I piRNA sono piccoli (25-31 nucleotidi), leggermente più grandi dei miRNA (21-25 paia di basi) e silenziano i trasposoni con l’aiuto di complessi proteici (ad esempio la proteina ’’ Zucchini’’) che si lega alla parete del mitocondrio insieme ad altre molecole proteiche come il complesso PIWI. Le zone che codificano per i trasposoni e quelle che codificano per i piRNA apparentemente sembrano separate tra loro, ma osservando nel dettaglio si può notare che la regione genetica sia la stessa, come se fosse quasi un’operazione suicida del gene che contiene, infatti, sull’altra catena una sequenza che silenzia sé stessa.
Nella normale vita cellulare è attivo l’RNA polimerasi, questo codifica anche per questo RNA. (Nella slide è evidente l’effetto inibitorio di questo RNA, visibile anche nella successiva slide in cui vi sono diversi attori, questa zona codifica sia un RNA pericoloso dagli effetti pericolosi, sia il proprio inibitore piwi.)
Quali sono gli eteromorfismi cromosomici centromerici e acrocentrici?
Nell’ambito dello stesso soggetto ci possono essere fenomeni diversi che differenziano i due cromosomi omologhi tra di loro e riguardano regioni, ad esempio, dei centromeri dove è presente una inversione ( rotazione di 180°) dove si può vedere una disposizione qualitativa e in alcuni casi quantitativa differente. Possiamo notare, infatti, che guardando la disposizione delle bande, la presenza in misura maggiore o minore di regione centromerica.
Questi fenomeni non causano fenotipo differente perché i centromeri non sono regioni codificanti e quindi questo non interferisce con la sua funzione che rimane conservata e non provoca alcuna patologia: questi sono esempi di ETEROMORFISMI CENTROMERICI che troviamo nei cromosomi 1,9 e 16, ma anche nei cromosomi 2 e 7. È importante sottolineare che non parliamo di casi dove manca totalmente il centromero. Se c’è una maggiore presenza di regione centromerica, aumenteranno le sequenze ripetute. Troveremo in seguito cromosomi dicentrici che presentano due centromeri: in questo caso uno dei due viene inattivato.
Un altro fenomeno di eteromorfismo sono gli ETEROMORFISMI ACROCENTRICI.
In questo tipo di polimorfismi i cromosomi omologhi presentano dei bracci corti di misure differenti, quindi c’è una differenza in termini quantitativi ma che non riguardano il fenotipo poiché nella regione del braccio corto troviamo geni molto ripetuti che codificano per qualcosa (ad esempio i geni per l’rRNA ribosomiale si trova in cluster ripetuti proprio sui bracci corti dei cromosomi acrocentrici medi e grandi 13, 14, 15, 21 e 22). Questo sottolinea gli effetti dell’evoluzione, che è casuale.
Un altro cromosoma acrocentrico è l’Y.
Con una colorazione a fluorescenza si possono osservare diversi tipi di Y dove è evidente una differenza nel braccio lungo dei cromosomi omologhi e anche questo caso non corrisponde a fenotipi differenti ( altezza, massa muscolare, peluria, tono della voce ecc.) poiché il cromosomi Y é pieno di parti non codificanti, presente nel così detto “ deserto genico” .
Come fanno i cromosomi X e Y a riconoscersi durante la metafase del ciclo cellulare?
Nel braccio corto del cromosoma Y e X è presente la regione PAR1 (24 geni) mentre all’estremità telomerica opposta del braccio lungo è presente la PAR 2 (meno importante ma non trascurabile, 4 geni). Si evidenzia quindi la presenza di una serie di regioni omologhe che permettono l’appaiamento.
La PAR 1 è la regione più grande dove ci sono una serie di geni ed è importante sottolineare che in questa regione il crossing over avviene con una probabilità 10 volte maggiore rispetto alle altre regioni, ed è presente in tutte e due le divisioni cellulari ( mitosi e meiosi) ma per l’evoluzione e la variabilità biologica è importante soprattutto ciò che avviene durante la meiosi perché assicura il riassortimento genetico e questo avviene non solo tra gli autosomi ( cromosomi dall’1 al 22), ma anche tra eterosomi ( cromosomi sessuali X e Y).
È importante sottolineare, quindi, che se è presente informazione genetica in queste zone, queste la condividono e quindi si avranno dei geni che possono essere presenti, sia nella specie umana che in altre specie, sia sull’X che sull’Y ( ma sono pochi).
Cosa sono i siti fragili e quali sono gli eteromorfismi cromosomici minori?
Un altro tipo di eteromorfismo riguarda alcuni cromosomi (chr. 16, X) in cui sono presenti i cosiddetti “ siti fragili” che nel cariogramma appaiono come se il fossero spezzati: questo fenomeno non è patologico ma è dovuto al fatto che in queste zone il colorante si lega debolmente. Un’eccezione è un sito fragile dell’X. La sindrome dell’X fragile (o sindrome di Martin Bell) deve il suo nome al fatto che più frequentemente i soggetti malati hanno questa caratteristica, ma non è questa la causa della malattia.
Esistono poi altri tipi di eteromorfismi: ad esempio nella zona telomerica del 2 del braccio lungo può esserci una perdita della regione subtelomerica ma anche questa non causa problemi.
Mentre nell’ESAC (extrastructurally abnormal chromosomes) ,che può essere dovuto a svariati fenomeni sia fisiologici che patologici, vi è la presenza di materiale genetico non codificante in più. Nel 90% dei casi gli ESAC sono il frutto di un cromosoma 15 in più e che avendo però solo la regione centromerica ancora una volta non desta preoccupazioni di tipo patologico.