L'istruzione probatoria (191-266) Flashcards
Cosa indica il principio della disponibilità delle prove (115)?
Salvi i casi previsti dalla legge, il giudice deve porre a fondamento della decisione le prove proposte dalle parti o dal pubblico ministero nonché i fatti non specificatamente contestati dalla parte costituita.
Il giudice può tuttavia, senza bisogno di prova, porre a fondamento della decisione le nozioni di fatto che rientrano nella comune esperienze.
Ci sono ipotesi in cui il giudice può disporre d’ufficio i mezzi di prova?
Si, sono molto limitate. In particolare: ispezione (118); richiesta di info alla PA (213); interrogatorio libero (117); giuramento suppletorio (2736).
Quali sono le differenze tra prove precostituite e prove costituende?
La prova precostituita preesiste al processo e si forma al di fuori di esso (i.e. prova documentale). La prova costituenda si forma direttamente nel processo tramite l’assunzione.
La prova precostituita viene acquisita al fascicolo del processo mediante la mera produzione e non vi è, di regola, nessun sindacato preventivo da parte del giudice. La prova costituenda è invece subordinata all’ammissione, basata sulla verifica di:
- ammissibilità: controllo di legalità (es. la prova testimoniale non può riguardare l’esistenza di un contratto per cui sia richiesta la forma scritta 2725)
- rilevanza: la prova deve avere ad oggetto un fatto da utilizzare per la decisione della causa.
Come si differenziano le prove in base alla loro attitudine a fondare il convincimento del giudice?
- Prove libere: corrispondono al principio generale del prudente apprezzamento, ossia devono essere valutate secondo il libero convincimento del giudice (116) (es. prove testimoniali);
- prove legali: il giudice è vincolato a considerare per vero il risultato della prova stessa (ossia i fatti che ne sono stati oggetto) (es. atto pubblico, scrittura privata, confessione, giuramento).
- argomenti di prova: non sono mai sufficienti a fondare il convincimento del giudice, ma sono solo elementi sussidiari (es. risposte all’interrogatorio libero, ingiustificato rifiuto a consentire l’ispezione o esibizione, dichiarazioni rese dalle parti dinanzi al consulente tecnico, prove raccolte nel processo estinto, contegno delle parti)
Quali sono le prove disciplinate dal codice?
- Consulenza tecnica (191ss)
- Ordine di esibizione (210-212)
- Richiesta di informazioni alla PA (213)
- Documenti: atto pubblico, scrittura privata (verificazione 214-220 e querela di falso 221-227)
- Confessione giudiziale e interrogatorio formale (228 -232)
- Giuramento (233-243)
- Testimonianza (244-257bis)
- Ispezione (258ss)
Come si svolge l’incarico del consulente tecnico?
Il giudice, su istanza di parte o d’ufficio (61), nomina con ordinanza il consulente tecnico e formula i quesiti indicando l’oggetto specifico dell’accertamento, invitandolo a comparire in udienza (191) e invitando le parti a nominare un proprio ctp (201). Il ctu può astenersi o essere ricusato (192).
All’udienza, il ctu deve accettare l’incarico mediante il giuramento e il giudice fissa, con ordinanza, il calendario delle operazioni peritali: il giorno in cui iniziano, il termine per la prima bozza, un termine per le osservazioni e un ultimo termine per la relazione finale.
Il giudice può discostarsi dai risultati della perizia: è peritus peritorum.
L’ordine di esibizione può essere disposto d’ufficio? Può avere finalità esplorative?
No, solo su istanza di parte. Un’eccezione è prevista per le scritture contabili obbligatorie ex 2711 co 2 c.c.
No, l’ordine di esibizione deve riguardare documenti (o oggetti) dal contenuto, non ottenibili aliunde, che sono nella sicura disponibilità di una delle parti o di un terzo.
Quali sono i due tipi di prova documentale?
- Atto pubblico (2699): documento redatto da pubblico ufficiale autorizzato ad attribuirgli pubblica fede. Fa piena prova fino a querela di falso della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato e delle dichiarazioni e dei fatti che questi attesta avvenuti in sua presenza.
- Scrittura privata (2702ss): documento scritto che non proviene da pubblico ufficiale ma è sottoscritto dalla parte. Fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l’ha sottoscritta, soltanto se colui contro il quale la scrittura è prodotta in giudizio ne riconosce come propria la sottoscrizione, ovvero se tale sottoscrizione è legalmente considerata come riconosciuta (in caso di autenticazione o riconoscimento tacito (215).
A cosa serve la verificazione della scrittura privata?
La scrittura privata non autenticata non fa prova della sua provenienza, pertanto, una volta prodotta in giudizio, deve essere riconosciuta (o disconosciuta) ai sensi del 214 e 215. La parte che, nonostante il disconoscimento, voglia servirsi della scrittura privata (perché ritiene di poterne provare l’autenticità), può proporre istanza di verificazione (216).
Come funziona la querela di falso? Quali sono le sue particolarità?
La querela di falso (221 - 227) è un’istanza diretta ad ottenere l’accertamento della falsità di un atto pubblico o di una scrittura privata riconosciuta, autenticata o verificata. Attenzione:
- può essere proposta in via incidentale o principale, in ogni stato e grado;
- è obbligatorio l’intervento del PM (221 co 3) e la competenza inderogabile è del Trib. collegiale;
- l’istanza deve indicare a pena di nullità le prove della falsità (221 co 2);
- deve essere proposta dalla parte personalmente o a mezzo di procuratore speciale (221 co 2);
- il giudice deve prima (i) interpellare la parte e chiedere se, nonostante la qdf, vuole ugualmente servirsi del doc; e (ii) valutare la rilevanza del doc (222).
Quanti e quali tipi di interrogatorio ci sono?
Interrogatorio libero (117) e formale (230).
L’interrogatorio libero è un mezzo di prova?
Per la precisione si tratta di un “potere del giudice”, come confermato dalla sua collocazione nel codice: è uno strumento mediante il quale il giudice può chiedere chiarimenti alle parti ex officio e fissare il thema probandum. Ex 116 co 2 il giudice può desumerne solo argomenti di prova.
Cos’è la confessione? Qual è il rapporto tra confessione giudiziale e interrogatorio formale?
La confessione è la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all’altra parte (2730). Essa può essere stragiudiziale, se si forma al di fuori del processo, oppure giudiziale, ed in tal caso è una prova costituenda.
Ex 228 la confessione giudiziale è spontanea o provocata mediante interrogatorio formale.
In particolare la confessione spontanea è contenuta in un atto firmato dalla parte personalmente (229).
Diversamente, essa è provocata dall’interrogatorio formale, che è, appunto, una serie di domande da una parte all’altra per articoli separati e specifici (233).
Cos’è il giuramento? Come può essere?
Il giuramento è la dichiarazione con cui una parte asserisce come vero un fatto a sé favorevole. Può essere di due tipi:
- decisorio (2736 co 1): una parte lo deferisce all’altra per farne dipendere l’esito della causa.
- suppletorio (2736 co 2): deferito d’ufficio ad una delle parti al fine di decidere la causa.
Cos’è la testimonianza? Quali sono i limiti previsti dalla legge?
La prova testimoniale (244-258) è la narrazione dei fatti della causa compiuta al giudice da soggetti estranei agli interessi in contesa.
L’unico limite personale riguarda la terzietà del testimone (246), mentre possono testimoniare sia i familiari che i minori (abrogati 247 e 248).
Limiti oggettivi sono previsti nel codice civile artt. 2721-2726. In particolare, non si può provare l’esistenza di un contratto peril quale è prevista la forma scritta ad substantiam o ad probationem.