DEFINIZIONI - DDA Flashcards

1
Q

PASSAGGI DEL PROCESSO DI INTERVENTO ABA

A

Definire
misurare
produrre ipotesi
intervenire
analizzare
se il problema non è risolto…. ricominciare daccapo!

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2
Q

l’ABA è prevalentemente MEtodologia

A

l’ ABA è
- metodo scientifico,
- misurazione e sistematicità nell’applicazione di una strategia correttiva basata sulla modifica dgli stimoli ambientali
- analisi dei grafici che riportano risultati
- formulazione di nuove ipotesi se essi non sono soddisfacenti

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3
Q

importanza dei dati nel lavoro di uno scienziato

A

per lavorare come un vero scienziato l’analista del comportamento deve fonddare il proprio lavoro sui dati empirici, verificabili, ovvero sulle misurazioni del comportamento.

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4
Q

cosa fa l’analista del comportamento

A

raccoglie o prescrive di raccogliere dati quantitativi, empirici, oggettivi, che poi elabora graficamente al fine di produrre un’analisi scientifica del comportamento, che escluda interpretazioni, distorsioni personali e risultati accidentali.

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5
Q

cos’è la misurazione

A

la misurazione è il processo di assegnare numeri a particolari caratteristiche degli oggetti o eventi

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6
Q

perchè misurare

A

la misurazione di una data caratteristica di un oggetto o di un evento permette di trasformare tale caratteristica in numeri, e quindi di usar la matematica per operare confronti fra caratteristiche
- di uno stesso oggetto o evento in momenti diversi nel tempo
- di diversi oggetti o eventi fra loro.

attraverso confronti operati con la matematica è possibile comprendere
1. se un oggetto o evento si sta trasformando nel tempo e di quanto si sta trasformando;
2. se due o più oggetti o eventi sono differenti e quanto.

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7
Q

cos’è il metodo scientifico

A

è un modo di pensare che permette di tradurre il mondo e la sua realtà in teminid i variabili concrete che possono essere manipolate e usate.

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8
Q

cos’è una variabile

A

una caratterista fisica che può assumere diversi valori che devono essere misurabili.

SE NON PUOI MISURARLO ALLORA NON ESISTE
tutto ciò che non può essere tradotto in numeri cade fuori dal campo di ricerca scientifica.

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9
Q

quali sono i tre livelli della ricerca scientifica

A

sono 3
descrizione
previsione
controllo

se lo posso osservare, lo posso misurare.

se lo posso misurare, lo posso influenzare.

se lo posso influenzare, lo posso modificare.

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10
Q

a cosa serve la misurazione

A

permette di descrivere, prevedere e controllare il comportamento e di raccogliere prove empiriche (sperimentali) di tale controllo.

inoltre permette di evitare 2 errori:
1 - proseguire un intervento inefficace;
2 - terminare un interevento realmente efficace, ma i cui primi risultati non sono percepibili ad occhio nudo.

Permette di monitorare i propri successi e i propri fallimenti in modo da poter operare cambiamenti tali da modificare i fallimenti in succcessi.

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11
Q

componenti della misurazione

A

individuare il comportamento bersaglio
che sarà oggetto di trattamento (deficit o eccesso che sia)

scrivere una defizione operazionale

scegliere quale dimensione del comportamento è opportuno misurare

scrivere la modalità di misurazione (misura) di tale dimensione che meglio rappresenterebbe il comportamento rispetto al risultato che si intende ottenere (es. il comportamento deve durare meno? deve essere più frequente? Deve avere una topografia differente?)

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12
Q

la definizione operazionale della classe di risposte

A

Definire operazionalmente una classe di risposte significa creare una regola per separare alcune risposte dal resto del comportamento.

Questa regola serve a distinguere le risposte bersaglio da quelle che non sono oggetto di intervento

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13
Q

definizione operazionale

A

la descrizione di un fenomeno in modo tale da renderlo misurabile.

E’ il primo step per studiare scientificamente un fenomeno e pertanto deve essere svolta con estrema precisione.

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14
Q

caratteristiche delle definizioni operazionali

A

oggettivitità
chiarezza
completezza

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15
Q

oggettività della definizione operazionale

A

la definizione deve riferirsi a caratteristiche osservabili dell’evento ( comportamento o stimolo) e non a variabili inferite.

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16
Q

chiarezza della definizione operazionale

A

la definizione deve essere espressa in modo tale che, dopo averla letta, anche una persona priva di training su quella specifica misura possa affermare se il comportamento o evento si sia verificato o meno.

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17
Q

completezza della definizione operazionale

A

la definizione deve tracciare una distinzione fra le risposte che possono e quelle non possono essere incluse nella misurazione.

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18
Q

definizione funzionale

A

includono una risposta nella classe di risposte da misurare sulla base degli stimoli antecedenti o conseguenti della risposta. Questo significa che la tipografia (forma) del comportamento può variare considerevolmente tra una risposta e l’altra.

(nella def. funzionale è indifferente la modalità con cui si presenta il comportamento)

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19
Q

definizione funzionale di PICCHIARE

A

ogni comportamento che risulta in un impatto udibile tra il corpo dell’utente e un’altra persona

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20
Q

definizione funzionale di SALUTARE

A

ogni comportamento emesso in risposta allo stimolo antecedente “ciao” e tale da essere classificato socialmente

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21
Q

definizione funzionale di FUGA (elopemnt)

A

ogni comportamento di allontanamento dal terapista più di 2 metri senza permesso.

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22
Q

Definizione topografica

A

include na risposta nella classe di risposte da misurare sulla base delle caratteristiche fisiche della risposta.

Questo significa che la topografia del comportamento deve essere descritta nei dettagli.

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23
Q

Definizione topografica di APRIRE LA PORTA

A

spingere o tirare o far scorrere la posta con la mano destra o sinistra fino a creare un’apertura di almeno 50 cm

24
Q

definizione topografica di PICCHIARE

A

colpire un’altra persona in un qualsiasi distretto corporeo, com le mani o con i piedi, a seguito di accelerazione dell’arto.

25
Q

definizione topografica di SALUTARE

A

muovere amano da destra a sinistra; aprire e chiudere la mano rivolgendo il palmo verso altri; pronunciare le parole “ciao” o “buongiorno”

26
Q

definizione topografica di FUGA (elopment)

A

alzarsi dalla sedia e camminare, correre o gattonare in una direzione qualsiasi.

27
Q

perchè un’analista dovrebbe preferire definizioni funzionali

A

perchè
- una definizione funzionale comprende tutte le possibili tipografie;
- l’intervento ABA si concentra sulla manipolazione di antecedenti e conseguenti: definire un comportamento sulla base dell’effetto che produce può aiutare a informare l’intervento;
- le definizioni funzionali salvano da misurazioni erronee qualora la medesima topografica serva più di una funzione:
- le definizioni funzionali sono in genere più semplici e brevi di quelle topografiche.

28
Q

Definizioni miste funzionali e topografiche

A

non c’è alcuna ragione per limitare l’uso di elementi funzionali e topografici in na medesima definizione. L’obbiettivo della definizione operazionale è quello di permettere la misurazione: una volta acclarato che il comportamento definito in parte topograficamente ed in parte funzionalmente viene correttamente identificato in fase di misurazione (con un IOA alto) e tale misurazione riesce a rilevare i cambiamenti prodotti dall’intervento la definizione operazionale può considerarsi adeguata.

29
Q

Definizione mista del comportamento PICCHIARE

A

il comportamento implica qualsiasi colpo inferto ad un’altra persona in qualsiasi parte del corpo. il colpo, per essere definito tale, richiede accelerazione della mano, del braccio o della gamba verso l’altra persona, fino all’impatto.

30
Q

IOA

A

Inter Observer Agreement o grado di accordo tra gli osservatori. si misura in %

31
Q

Dimensione temporale aggiunta

A

aggiungere un requisito temporale ad una definizione funzionale o topografica. Ciò significa che le risposte che soddisfano la definizione operazionale, ma non il requisito temporale, non devono essere registrate.

L’aggiunta del requisito temporale può avvenire in tre modi:
1. criterio che riguarda l’IRT : specificazione della quantità di tempo che deve avvenire fra una risposta e l’altra.

  1. criterio che riguarda la latenza: SPECIFICARE LA QUANTITà DI TEMPO CHE DEVE INTERCORRETE DALL’Sd.
  2. criterio che riguarda la durata: specificare il tempo necessario a terminare la risposta.
32
Q

comportamenti di gruppo

A

I GRUPPI NON SI COMPORTANO. il comportamento avviene a livello del singolo.

tuttavia a volte è necessario ottenere la misura di un prodotto che risulti dal comportamento di più individui.

es. misurare la quantità di unità assemblate da una squadra di lavoro sulla linea di produzione
oppure
misurare la quantità di acquisti effettuati in un negozio durante un giorno di apertura.

33
Q

Definizione di comportamenti di gruppo

A

nella maggior parte dei casi andremo a misurare i prodotti del comportamento.

Quando si danno definizioni di gruppo occorre tenere in considerazione 3 differenti condizioni a seconda del contributo equivalente o non equivalente di ogni singolo membro:

  1. i membri del gruppo danno un contributo equivalente al prodotto e interagiscono (es. rumore in una classe);
  2. i membri del gruppo danno un contributo equivalente (quindi emettono lo stesso comportamento) ma non interagiscono (acquisti nel negozio);
  3. i membri del gruppo danno un contributo non equivalente ( es. linea di produzione).

In tutti i casi i dati raccolti in forma aggregata sul gruppo NON CI INFORMANO SUL COMPORTMENTO DEL SINGOLO.
Per analizzare l’effetto della variabile sul comportamento dei partecipanti al gruppo implica raccogliere dati sul comportamento di ognuno. (questo è di estrema rilevanza in OBM - organizational behavior management)

34
Q

definire l’ampiezza (specificità) della classe di risposte

A

si possono profilare due situazioni diverse:
a. DEFINIZIONE DI CLASSI TROPPO PICCOLE ovvero inutili per lo studio.

b. DEFINIZIONE DI CLASSI TROPPO GRANDI in questo caso di perdono dettagli fondamentali e non permetto l’analisi sulla variabilità.

Una soluzione può essere quella di definire “EPISODI” che coinvolgano diverse classi di risposta. In questo caso contiamo gli episodi che coinvolgano diverse classi di risposta in una unità di tempo.

35
Q

Come costruire una definizione operazionale di un comportamento

A
  1. CHIDERE AGLI ALTRI SIGNIFICATIVI DI DESCRIVERE IL COMPORTAMENTO DESIDERATO O INDESIDERATO e indagarne le caratteristiche.
    (es. quando accade? Come si svolge? Com’è? Che forma ha? quando termina? Come deve essere quella o questa caratteristica?)
  2. la definizione operazionale deve portare ad una misurazione che informi su eventuali miglioramenti rispetto al comportamento preso in esame, pertanto è utile definire un obbiettivo di intervento rispetto al comportamento bersaglio. La definizione operazionale e la misurazione successiva dovranno avere caratteristiche tali da rilevare tale cambiamento. (es.
    - il comportamento bersaglio deve aumentare in frequenza? deve diminuire?
    - deve essere più intenso? meno intenso?
    - deve durare più a lungo? meno a lungo?
    - avvenire a minore distanza temporale dallo stimolo discriminativo?)
  3. OSSERVARE IL COMPORTAMENTO DIRETTAMENTE annotando le caratteristiche tipografiche, glie enti che lo fanno iniziare o terminare e le peculiarità rilevanti per la futura misurazione. (inoltre osservare i pari per definire le caratteristiche del comportamento desiderabili da costruire);
  4. SCRIVERE LA DEF. OPERAIZONALE IN MODO CHE DESCRIVA GLI ELEMENTI SALIENTI raccontati dagli altri significativi, le caratteristiche osservate egli elementi peculiari per raggiungere l’obbiettivo.
36
Q

Misurazioni indirette

A

avvengono quando l’oggetto di misurazione è in qualche caratteristica differente dall’oggetto di studio.

LE MISURAZIONI INDIRETTE SONO SOGGETTE A DISTORSIONI ED IMPRECISIONI.
La misurazione indiretta genera informazioni filtrate (komaki 1998) che richiedono al professionista di fare inferenze a partire da quanto effettivamente misurato riguardo il comportamento bersaglio.

37
Q

Misurazioni dirette

A

avvengono quando l’oggetto dell’intervento o dell’esperimento è esattamente lo stesso della misurazione.

Gi scienziati preferiscono sempre misurazioni dirette a quelle indirette.

38
Q

misurazione tramite prodotti permanenti

A

viene eseguita misurando le modifiche ambientali prodotte a seguito dell’emissione del comportamento.

(es. quantità di operazioni matematiche risolte sul quaderno; quantità di pezzi prodotti; quantità di pratiche inoltrate; quantità di gettoni guadagnati)

39
Q

vantaggi della misurazione per prodotti permanenti

A

possibilità di fare altro durante la sessione;
misurazione più precisa;
possibilità di misurare comportamenti inaccessibili (es. esercizio fatto a casa);
elimina la necessità di osservatori multipli per IOA.

40
Q

SIB

A

SELF INJURIES BEHAVIORS
comportamenti auto-lesionistici

41
Q

caratteristiche della misurazione per prodotti permanenti

A

ogni risposta deve produrre lo STESSO prodotto permanente;
il prodotto permanente deve essere risultato SOLO dal comportamento bersaglio;
influenza della raccolta del prodotto permanente sul comportamento (es. reattività dell’osservatore)

42
Q

quali sono le DIMENSIONI DEL COMPORTAMENTO’

A

ripetibilità (contabilità)
estensione temporale
locus temporale

43
Q

quali sono le PROCEDURE DI MISURAZIONE

A

sono di 3 TIPI
- procedure di EVENT RECORDING o annotazione degli eventi;
- procedure di TIMING O cronometraggio;
- procedure di TIME SAMPLING o campionamento.

44
Q

procedure di EVENT RECORDING

A

o annotazione degli eventi.
è l’insieme di procedure per registrare se un evento sia occorso o meno. Richiedono una varietà di strumenti come il rally counter, le griglie per la raccolta dati, gettoni o materiali che possano fungere da gettoni.

45
Q

procedure di TIMING

A

o cronometraggio.
è l’insieme di procedure per misurare il tempo. Essenzialmente richiedono l’utilizzo di cronometri e timer

46
Q

procedure di TIME SAMPLING

A

o campionamento.
E’ l’insieme di procedure per misurare il comportamento in intervalli ( contigui o non contigui). Richiedono l’utilizzo di strumenti per il timing (timer - orologio) e per l’event recording (griglie dati, rally counter).

Sostanzialmente implicano la divisione del tempo di osservazione in intervalli e la misurazione del comportamento all’interno di ciascun intervallo.

47
Q

LOGISTICA DI MISURAZIONE

A

è l’insieme delle procedure e dell’organizzazione della misurazione.

la logistica del piano di misurazione è la definizione della misurazione con tutte le sue caratteristiche strutturali, temporali, spaziali e delle risorse umane e materiali mese in atto per produrre una MISURA VALIDA, ovvero rappresentativa del comportamento bersaglio.

In pratica descrive
CHI
DOVE
QUANDO
COME dovrà misurare al fine di produrre una misurazione valida che sia da guida all’intervento e allo stesso tempo economica.

48
Q

parametri della logistica di misurazione

A

CHI - persone coinvolte ovvero le persone tipicamente in grado di osservare il comportamento bersaglio;

DOVE - i luoghi coinvolti, ovvero quelli dove tipicamente il comportamento viene emesso;

QUANDO - o ARCO DI MISURAZIONE. Sono i giorni e gli orari durante i quali il comportamento si manifesta;

COME - comprende più elementi
STRUMENTI - ovvero gli strumenti di misurazione più convenienti;
DIMENSIONE E MISURA: i parametri di misura che meglio rappresentano il comportamento bersaglio rispetto all’obiettivo dell’intervento;
TARATURA: è la definizione di come applicare il sistema di misurazione, implica la definizione delle maglie (larghe o strette) del sistema di misurazione;
AGGREGAZIONE DEI DATI: è la definizione dell’unità che verrà rappresentata da un singolo sta ponti a grafico.Deve mostrare le oscillazioni del comportamento evitando effetti soffitto e pavimento, e deve essere sufficientemente sensibile da mostrare variazioni immediate de comportamento una volta introdotto l’intervento.

49
Q

OBBIETTIVI della logistica di misurazione

A
  1. la VALIDITA’ DELLA MISURA .
    La misura è valia quando risponde in modo rilevante alla domanda sperimentale;
  2. ECONOMIA.
    progettare una logistica fattibile. la misurazione deve essere nella pratica fattibile (tempi, spazi, energie e strumenti) e tale da non erodere eccessive risorse dagli altri compiti che il misuratore deve svolgere.
    Se la misurazione non è sufficientemente economica, non verrà attuata o verrà attuata in modo intermittente o non preciso, con esiti disastrosi per l’intervento.
50
Q

VALIDITà DELLA MISURA

A

la misura deve produrre dati numerici che, elaborati graficamente, rappresentino le oscillazioni del comportamento in modo SENSIBILE AL CAMBIAMENTO e in modo rilevante rispetto alla domanda sperimentale.

I dati numerici prodotti, che si manifestano in oscillazioni su un grafico, devono essere sensibili al cambiamento.

La misura è valida perchè
1. è utile per raggiungere l’obbiettivo;
2. leva anche un cambiamento minimo nel comportamento target (è sensibile).

Rammentiamoci che l’obiettivo della misurazione è informare l’analista sull’andamento del comportamento e quindi sul successo o insuccesso dell’intervento attuato.

51
Q

EFFETTO SOFFITTO

A

i dati si schiantano tutti in alto (100%)
artefatto della misurazione

52
Q

EFFETTO PAVIMENTO

A

i dati si schiantano tutti in basso (0%)
artefatto della misurazione

53
Q

ECONOMIA DELLA LOGISTICA DI MISURAZIONE

A

La misurazione deve essere praticamente fattibile (tempi, spazi, energie, strumenti) e tale da non drenare eccessive risorse dagli altri compiti che il misuratore deve svolgere nell’ambiente.

54
Q

logistica - definire il QUANDO

A

La misurazione può essere completa o incompleta.

La misurazione si definisce COMPLETA quando TUTTE LE RISPOSTE EMESSE vengono misurate, dalla prima all’ultima, senza possibilità che alcune rimangano fuori dalla schedule di misurazione (osservazione continua)

La misurazione si definisce INCOMPLETA quando trae un campione dalla popolazione di risposte emesse. Implica progettare la durata ed il tempo di inizio e termine di uno o più archi di misurazione in modo da trarre il campione desiderato (osservazione discontinua).

55
Q

Definire il COME

A

ovvero definire dimensione e misura, considerando ripetibilità, estensione temporale e locus temporale.

56
Q

definire il come. dimensione e misura RIPETIBILITA’

A

RIPETIBILITA’ - è utile sceglierla quando l’obbiettivo dell’intervento è una riduzione o un ampliamento del numero di emissioni.
Puo declinarsi in

  1. CONTEGGIO: è utile se l’obbiettivo è un ampliamento o un mantenimento del numero assoluto di emissioni.
  2. FREQUENZA: utile se l’obbiettivo è un ampliamento o una riduzione del numero di emissioni per unità i tempo.
    (La frequenza è la misura che più indica la forza dell’operante).
  3. ACCELERAZIONE: utile se l’obbiettivo è l’accelerazione o decelerazione del numero di emissioni su unità di tempo (fluenza)
57
Q
A