chirurgia retto Flashcards

1
Q

chirurgia retto in base alla localizzazione del tumore

A

Innanzitutto bisogna tenere ben presente che una cosa è parlare di un tumore a 12 cm dal margine anale, una cosa è parlare di un tumore a 6 cm dal margine, una cosa è parlare di un tumore a 3 cm. Sotto bisogna tagliare 2 cm di parete sana, nel retto ultrabasso è accettabile anche tagliare 1 cm. Pertanto se si ha un tumore a 3 cm, e bisogna tagliare sotto, avanzano 2 cm dal margine anale, e siccome il sistema sfinterico stesso è lungo 2-3 cm, è chiaro che si stanno tagliando gli sfinteri e rendendo il paziente incontinente. E’ impensabile quindi riattaccare il colon sul canale anale pensando che il paziente possa andare di corpo regolarmente.
L’altra possibilità è demolire il canale anale.
Quindi se un tumore è a 4-5 cm sopra il margine anale possiamo pensare di salvare l’apparato sfinterico, e quindi si potrà riattaccare, ma se è a 2-3 cm verrà male tagliare sotto, e allora si passa ad un intervento chiamato resezione anteriore del retto dove si ha ancora la possibilità di attaccare il colon con un pezzettino di retto.

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2
Q

indicazioni k retto

A

INDICAZIONI,
- TUMORI DELLA GIUNZIONE SIGMOIDO RETTALE, DEL RETTO SUPERIORE E DEL RETTO MEDIO resezione anteriore,
- TUMORI DEL RETO INFERIORE, A MENO DI 5 CM DAL MARGINE ANALE, amputazione addominoperineale secondo Miles
- TERAPIA RADICALE, Adenomi, polipi a larga base di impianto, non asportabili endoscopicamente, adenocarcinomi, ulcere rettali croniche, tumori carcinoidi, endometriosi rettali
- TERAPIA PALLIATIVA, adenocarcinomi stadio a con istologico sfavorevole, stadi b, c e d, pazienti ad alto rischio operatorio per gravi malattie concomitanti e o condizioni cliniche decadute, nei pazienti che rifiutano l’intervento radicale, Miles

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3
Q

resezione anteriore del retto, indicazioni

A

Per i tumori della giunzione sigmoido-rettale, del retto superiore e del retto medio.

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4
Q

definizione resezione anteriore

A

exeresi della metà distale del colon discendente, del sigma e di un ampia porzione del retto e quindi la confezione di un’anastomosi colorettale bassa, prevede anche l’asportazione del mesocolon con le arte-rie tributarie per asportare i linfonodi

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5
Q

cosa prevede resezione anteriore del retto

A
  • L’exeresi della metà distale del colon discendente, del sigma e di una ampia porzione del retto e quindi la confezione di un’anastomosi colon-rettale bassa, prevede anche l’asportazione del mesocolon con le arterie tributarie per asportare i linfonodi.
  • L’anastomosi in questo caso è più complicata perchè il retto ha una porzione intraperitoneale ma soprattutto ha una porzione sottoperitoneale sotto il cavo di Douglas che si trova all’interno del bacino.
  • Proprio per questo motivo, data la scarsa motilità del monconi è difficile usare la BAR e si usano le suturatrici meccaniche.
  • In sintesi la chirurgia consiste nello scollare il retto e il sigma dalla doccia parieto colica, mobilizzarlo e dopodiché va resecato il colon e con esso anche il ventaglio mesocolico con le arterie tributarie.
  • Il mesoretto lo possiamo scollare o con le dita o con particolari strumenti come bisturi ad ultrasuoni. Una volta scollato tutto possiamo inserire la nostra suturatrice all’interno dello scalpo pelvico che è capace di resecare trasversalmente il colon all’interno dello scalpo stesso cliccando semplicemente un grilletto.
  • La resezione distale viene fatta a livello dei muscoli elevatori dell’ano (limite estremo del pavimento pelvico). Attenzione perché durante l’intervento può essere importante andare ad isolare gli ureteri a livello dell’incrocio con l’arteria iliaca e sospenderli
    perché una delle complicanze molto gravi di questa chirurgia è proprio quella di comprendere l’uretere nella resezione con danno iatrogeno molto importante.
  • Ad ogni modo una volta resecato il pezzo da asportare rimangono i 2 monconi in cui in quello prox inseriamo la testa della nostra suturatrice circolare che si chiama CEA (?) ed effettuiamo una borsa di tabacco grazie a un rastrello che serve per tenere chiuso il viscere attorno alla suturatrice e per evitare checi sia perdita di feci anche se minima, dato che il paziente è stato sottoposto al trattamento pre operatorio.
    [Borsa di tabacco= stesso concetto delle borsette a secchiello o dello zaino che si chiude tirando i lacci].
  • Il passaggio finale è quello di anastomizzare il monconcino di retto con il colon prossimale e questo si fa inserendo la suturatrice attraverso il retto. Il colon, dopo che abbiamo resecato la porzione da asportare e il mesoretto (tessuto cellulare adiposo che sta attorno al retto extra peritoneale che circonda il retto e che contiene i linfonodi), il colon si trova stirato verso l’alto.
  • Il pezzo prossimale viene avvicinato alla pelvi e all’altro moncone e poi dopo avere effettuato una doppia sparata di punti una lama circolare reseca i 2 lembi di tessuto che abbiamo messo uno nella borsa di tabacco e uno che avevamo chiuso dalla prima suturatrice che avevamo messo nel retto. All’interno della suturatrice rimangono 2 anelli. L’anastomosi ha solitamente un calibro di 28-30 mm.
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6
Q

cosa fare con l’anello piu’ distale

A

L’anello più distale deve essere mandato all’anatomia patologica perché se nel moncone distale noi potevamo asportare quanto volevamo e quindi siamo sicuri che non ci sia tumore, nel moncone distale oltre un certo tanto non possiamo andare. Se nell’anello non viene riscontrato tumore allora l’intervento è sufficiente, in caso contrario l’intervento che noi abbiamo fatto non basta e dobbiamo asportare ulteriormente.

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7
Q

complicanze resezione anteriore

A

Questo tipo di chirurgia spesso comportava perdita dell’erezione nel maschio per lesione del nervo pudendo e qualche volta anche difficoltà alla continenza vescicale. Ora si utilizza una tecnica che garantisce l’integrità dei nervi.

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8
Q

amputazione addomino perineale secondomiles,

A

, asportazione del colon discendente distale, sigma, del retto, dell’ano nella sua interezza, canale anale con la cute circostante, apparato sfinteriale, muscoli elevatori e tessuto cellulo adiposo delle fosse ischiatiche rettali e pelvi rettali, quindi colostomia definitiva in fossa iliaca sinistra

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9
Q

indicazioni ad amputazione addominoperineale

A

L’amputazione addomino-perineale secondo Miles viene effettuata per tumori del retto inferiore (a meno di 5 cm dal margine anale)

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10
Q

in che cosa consiste amputazione addomino perineale secondo miles

A

consiste nell’asportazione del colon discendente distale, del sigma, del retto e dell’ano nella sua interezza (canale anale con la cute circostante, apparato sfinteriale, muscoli elevatori e tessuto cellulo-adiposo delle fosse ischio rettali e pelvi-rettali) dopodiché si effettua coloNstomia definitiva in fossa iliaca sinistra.
Uno studente chiede se questa decisione si prende sempre prima dell’intervento. Il prof risponde che in genere il più delle volte si sa già. Capita però di andare ad operare il paziente provando a salvare gli sfinteri, se non è possibile si cambia l’intervento in colonstomia. Il paziente va comunque informato che probabilmente si dovrà ricorrere a una colnostomia nei casi in cui comunque si vuole provare a salvare gli sfinteri. La fattibilità dipende dalla conformazione anatomica del canale anale. Quando è molto lungo non permette di esporre perchè bisogna lavorare da dentro. Altre volte si dice al paziente che si farà una colostomia però poi magari si riesce a fare un’anastomosi.

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11
Q

tipo di chirurgia in base alla localizzazione

A

Se il tumore è intorno ai 5 cm dal margine anale il paziente va preparato psicologicamente all’eventualità di una stomia, se è più su non gliene si parla nemmeno. Non si fa mai in questi casi una coloNstomia a meno che non insorgano problemi tecnici.

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12
Q

anastomosi problematiche correlate

A

Il problema non è tanto fare l’anastomosi con il canale anale, ma è capire se l’anastomosi sarà valida o se il paziente diventerà un grande invalido, infatti è meglio una coloNstomia che essere incontinenti: con la coloNstomia si può uscire, si può andare al mare. Con l’incontinenza completa non si esce di casa, genera dermatiti e odori sgradevoli. Bisogna quindi valutare anche fattori del paziente come età e presenza di diabete.

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13
Q

cosa avviene al paviemnto pelvico

A

Uno studente chiede se dopo l’intervento il pavimento pelvico viene rimodellato. Il prof risponde che il pavimento pelvico viene sigillato, si fa una losanga intorno all’ano. Si lavora come si fa quando si costruiscono le gallerie attraverso le montagne. Si lavora infatti in parte dall’addome andando giù, poi ci si ferma perchè c’è la barriera del pavimento pelvico, quindi il chirurgo cambia posizione, va sotto e incide intorno all’ano e fa un tunnel andando verso l’addome e incontra il tunnel preparato dall’addome. Il retto si sfila tutto insieme, come un cilindro, e poi la losanga si sutura, l’esito finale sarà quindi una sutura del perineo. L’ano non c’è più.

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14
Q

aspetti tecnici da considerare

A
  • Linfoadenectomia almeno 12 linfonodi devono essere asportati. Si fa una dissezione del piano viscerale dal piano parietale, una legatura all’origine dei vasi colici principali, ed infine una complete mesocolic excision
  • Total mesorectal excision, asportazione completa del grasso mesorettale,
  • Anastomosi intestinali,
  • BAR , biofragmentable anastomotic ring,
  • Anastomosi con suturatrice meccanica
  • Nerve sparing technique
  • Stomie
  • MET , microchirurgia endoscopica transanale, consente di trattare localmente le lesioni neoplastiche benigne non asportabili endoscopicamente o lesioni maligne in stadio iniziale.
  • Lo strumentario usato per la MET, è un rettoscopio operativo della lunghezza variabile da 12 a 20 cm, diametro 4 cm, fonte luminosa ed ottica mono o stereoscopica, telecamera e monitor, tre canali op che consentono l’introduzione dello strumentario
  • Canale per insufflazione di co2, braccio di Martin per fissare lo strumento al tavolo op
  • Palliazione con stent
  • Esecuzione, ciascuno degli interventi può essere effettuato per via laparoscopica
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15
Q

tipi di stomie

A

Quando si parla di stomie bisogna distinguere:
* stomie definitive
* stomie temporane e di protezione.
Esempio: intervento che si conclude con un’anastomosi tra il colon e il retto, un’anastomosi ultra bassa fatta quasi in condizioni estreme di vascolarizzazione. Immaginate la pelvi come un imbuto, l’anastomosi può andare incontro a una complicanza chiamata deiscenza, che è un distacco in uno o più punti. Questa deiscenza è legata a tanti fattori, alla qualità dell’intervento, ma anche alla radioterapia, si ha nei pazienti diabetici, occlusi, malnutriti, molto anziani, perforati localmente.
- Si fa l’anastomosi, poi si fa una stomia di protezione, l’ileo si porta all’esterno. Le feci per un mese usciranno all’esterno, senza mettere in tensione l’anastomosi e qualora ci fosse una piccola deiscenza non ci vanno le feci quindi questa come si è creata poi si salda.
- Esistono anche le colostomie di protezione, dove sempre le feci escono all’esterno. E’ una stomia temporanea che dura un mese e poi si chiude. Dopo l’intervento si fa una prova pneumatica per vedere se il retto anastomizzato tiene, si manda acqua da sopra e aria dall’ano e si vede se si formano le bolle, (come fa il gommista con la gomma della bicicletta per vedere se ci sono buchi) in quel caso c’è un buco e si fa un altro rinforzo in zona e la stomia temporanea.
- In genere si decide già prima dell’intervento se è il caso di farla oppure no.
IN CHE COSA CONSISTE AL STOMIA La stomia consiste nell’abboccamento definitivo di una porzione di intestino alla cute, solitamente si fa a mano però a volte esistono dei sistemi meccanici che ci permettono di farla.ch

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16
Q

chirurgia esecuzione

A

La chirurgia inizia con il paziente in posizione ginecologica, si incide la cute attorno all’ano a scudo e si asporta la acute e l’apparato sfìnterico. Dopodiché va realizzata la stomia tra intestino e parete addominale.

17
Q

cosa fare nel caso in cui il tumore insorga su una poliposi familiare a meno di 2 cm dalla linea pettinata

A

PETTINATAA volte il tumore può insorgere (a meno di 2 cm dalla linea pettinata) su una poliposi familiare: in questo caso è necessario asportare tutto il colon, un’ansa ileale e anche il pavimento pelvico e il paziente non avrà una colostomia ma una ileostomia. La gestione di questo paziente è molto più complessa perché a differenza delle feci del colon che sono disidratate e il paziente ha continenza una seppur minima, le feci dell’ileo vengono fiori continuamente e il paziente ha una perdita elettrolitica continua e complessa. La qualità della vita di questo paziente è molto scarsa.

18
Q

educazione alla colonstomia

A

La colonstomia invece si può “educare”grazie a delle irrigazioni (tipo clistere) ogni 2-3 gg e si vede che nel giro di poche sedute il colon si abitua a svuotarsi solo dopo irrigazione e sotto volontà dal paziente ogni 2-3 gg. La chirurgia colon rettale per molti centri è solo di tipo laparotomico però molte volte si può fare la chirurgia laparoscopica e solo alcuni robotica.
Per la chirurgia laparoscopica qui a SS fanno una piccola incisione semilunare a livello del tubercolo pubico che poi non si vedrà neanche col costume da bagno.

19
Q

stadiazione preop

A
  • Rettoscopia e biopsia della lesione
  • Clisma opaco, colon scopia
  • Tc pelvi,
  • Eco transrettale,
  • Ecografia addominale
  • Markers tumorali, CEA, ca 19 9
20
Q

follow up

A
  • Pazienti affetti da adenoma, ogni 6 mesi nel primo anno ed in seguito annualmente,
  • Esame clinico, eco endorettale,
  • Esame endoscopico
  • Pazienti affetti da adenocarcinoma, ogni 3 mesi nei primi due anni ed in seguito semestralmente
  • Esame clinico
  • Eco endorettale
  • Eco addome
  • Esame endoscopico
  • Markers tumorali
21
Q

anastomosi possibili,

A

Origine etimologica del termine, anastomosis=sbocco, rabbocco. L’anastomosi è una procedura chirurgica usata per rabboccare due lumi di un viscere dopo resezione.

22
Q

tipi di anastomosi

A

Esistono diverse tecniche e metodi di anastomosi, la classificazione morfologica prevede:
* Anastomosi termino-terminale, è quella che consente di rabboccare due lumi di ugual diametro, per cui la sutura è circonferenziale. Es sigma con retto (i due lumi hanno circa le medesime dimensioni)
* Anastomosi latero-laterale, a canne di fucile, permettono di creare una continuità fra lumi di calibro differente (come fra l’ileo e il colon trasverso). Si eseguono congiungendo le porzione libere dei due segmenti in maniera laterale (come se fossero le canne di un fucile, appunto) e creando una soluzione di continuo nella parete interposta.

23
Q
  • CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLE METOTICHE USATE
A

In base alle metodiche utilizzate distinguiamo:
* Anastomosi eseguite manualmente rappresentano l’intervento classico, che prevede l’utilizzo di ago e filo da sutura, eseguita manualmente dal chirurgo. Si tratta di una tecnica poco utilizzata, in quanto vicariata quasi completamente dall’ampio utilizzo della suturatrice meccanica.
* Anastomosi con Biofragmentable Anastomotic Ring (BAR) rappresentano una tecnica più recente rispetto alla precedente, ma oramai superata e caduta in disuso. Si basano sull’utilizzo di uno strumento di forma sferica che permette l’accostamento dei segmenti e la cicatrizzazione senza l’uso di suture e dunque senza che rimanga alcun corpo estraneo. Ciascuna emisfera del dispositivo viene inserita all’interno del lume del segmento da rabboccare e poi viene unita all’altra con un meccanismo di incastro a scatto; questo tiene uniti i due capi per un tempo utile a consentirne la guarigione, dopo qualche settimana (solitamente nell’arco di un mese) l’anello si disgrega e viene perso con le feci. Questa tecnica non garantisce risultati eccellenti, in quanto, talvolta, la tenuta dell’anello viene meno con conseguente riapertura completa dell’anastomosi e dunque passaggio di feci in cavità peritoneale.
* Anastomosi con suturatrice meccanica sono in assoluto la tecnica migliore, sia per la manegevolezza dello strumento, sia per i risultati a lungo termine. Vengono ampiamente utilizzate in quanto consentono un risultato eccellente, difficilmente ottenibile anche dalla mano del chirurgo più esperto, sono rapide, sicure ed efficaci.

24
Q

VANTAGGI ANASTOMOSI CON SUTURATRICE MECCANICA

A
  • L’anastomosi creata dalla suturatrice è l’ideale, in quanto il dispositivo spara contemporaneamente una doppietta o una tripletta di graffette su tutta la superfice, applicando una pressione uniforme; è inusuale che un’anastomosi fatta in quasta maniera perda tenuta.
  • la suturatrice ci consente di raggiungere punti difficilmente accessibili dalla mano, come per esempio la pelvi. Nell’epoca che ha preceduto le suturatrici (a Sassari sono giunte negli anni ’80), in un intervento di resezione anteriore del retto, se il tumore si trovava ad una distanza di 8/9 cm dall’ano, si faceva direttamente un’amputazione addomino-perineale, proprio per la difficoltà da parte dell’operatore di eseguire un’anastomosi con sutura in uno spazio piccolo come la pelvi (che ha idealmente la forma di un imbuto). Grazie alla suturatrice questa distanza è stata ridotta a 5 cm, di conseguenza si è ridotto il numero delle stomie.
25
Q

COSA CONSENTE DI FARE LA SUTURATRICE

A
  • La suturatrice consente di fare anastomosi latero-laterali e termino- terminali.
  • Anastomosi latero laterali Nelle prime si usano suturatrici lineari che tagliano e cuciono insieme, ossia anastomizza i due capi e crea una soluzione di continuo tra i due lumi.
  • Anastomosi termino terminali Nelle seconde si usano le suturatrici circolari, ampiamente usate nel cancro del retto.
26
Q

COME SI ESEGUE L’ANASTOMOSI CON LA SUTURATRICE

A
  • La procedura é grossomodo questa: metto la testina della sututratrice nel moncone prossimale del colon, dunque introduco il corpo della suturatrice dall’ano, l’estremità di tale corpo ha un punzone che si incastra con la testina ( l’intervento lo sto eseguendo in laparoscopia, ma concettualmente anche in endoscopia visto che lavoro dall’ano).
  • Quando i due capi, sormontati da testina e punzone, sono affiancati premo sulle due leve (del corpo della suturatrice) e faccio salire una lama circolare che esegue un taglio sulla circonferenza e contemporaneamente spara le graffette, unendo capo a capo in moncone del sigma col retto.
27
Q

_MICROCHIRURGIA ENDOSCOPICA TRANSANALE M.E.T.

A

Si tratta di un’altra tecnica chirurgica curativa e palliativa, non ubiquitaria (non viene eseguita in tutti i centri) ma molto importante.

28
Q

caratteristiche microchirurgia endoscopica transanale

A

Microchirurgia perché, tramite strumenti molto sottili, seziono piccole porzioni di tessuto; endoscopica in quanto la procedura viene eseguita tramite un orifizio naturale, l’ano. Lo strumento è il rettoscopio operativo, con quattro fori d’ingresso (viene eseguito in anestesia totale o peridurale in quanto il rettoscopio ha 4 cm di diametro).

29
Q

esecuzione microchirurgia endoscopica transanale met

A
  • Tramite i fori d’acesso, inizialmente insufflo aria, dunque inserisco la camera con l’ottica (collegata ad uno schermo) e gli strumenti operativi.
    In questo modo è possibile fare un’exeresi di una piccola porzione di retto, solitamente un tassello di parete in cui è presente la lesione.
    Si incide il retto arrivando al tessuto adiposo contenuto nel mesoretto, asportando le tonache mucosa e muscolare e considerando come margini utili 1 cm di distanza dal tumore, dunque si sutura la parete incisa.
30
Q

indicazioni applicazione microchirurgia endoscopica transanale

A
  • tumore in fase precoce o early, non in grado di dare metastasi o infiltrazione dei linfonodi, dunque non è necessario eseguire linfoadenectomia.
  • Altri campi d’applicazione della tecnica sono l’escissione di grossi polipi benigni, ulcere, l’endometriosi. Inoltre può essere usata in pazienti che pur avendo dei tumori infiltrativi non possono sottoporsi ad interventi maggiori e hanno un tumore che ostruisce o sanguina, oppure in quei rari pazienti che si rifiutano di sottoporsi ad un intervento che si concluderà con una stomia.
  • L’indicazione alla M.E.T. si ha per gli adenomi e adenocarcinomi allo stadio T1 e i gradi G1, G2 e G3, quindi per tumori che non superano la sottomucosa
31
Q

importanza uso microchirurgia endoscopica transanale

A

L’importanza di questa tecnica è la possibilità di preservare il paziente dalla amputazione addomino-perineale.
Attenzione perchè spesso si trova la dicitura pT1 che significa T1 post-operatorio, ossia la stadiazione di certezza che viene eseguita sul pezzo operatorio dopo escissione secondo MET. La stadiazione viene fatta precedentemente all’intervento tramite endoscopia e RM, e solitamente questa coincide con la post-operatoria. Capita comunque che un tumore sottostadiato nel pre-operatorio, in seguito alla MET sia un T2, in questo caso è necessario ampliare l’intervento con concomitante linfoadenectomia, sono i casi in cui la MET è da considerarsi come strumento di stadiazione.
ESAMI PREOPERATORI DI STADIAZIONE, Gli esami del preoperatorio che ci consentono di stadiare sono: rettoscopia con biopsia della lesione, ecografia transrettale e RM (quest’ultima integrativa o alternativa all’ecografia nei casi dubbi).

32
Q

follow up

A

FOLLOW UP IN RELAZIONE ALLA LESIONE
- PAZIENTI AFFETTI DA ADENOMA
Nei pazienti affetti da adenoma (ogni 6 mesi nel primo anno e in seguito annualmente) con:
* Esame clinico,
* Ecografia endorettale
* Esame endoscopico

33
Q

follow up pz affetti da adenok

A

Nei pazienti affetti da adenocarcinoma (ogni 3 mesi nei primi due anni e in seguito semestralmente) con:
* Esame clinico,
* Ecografia endorettale ,
* Ecografia addome,
* Esame endoscopico
* markers tumorali (ca 19-9).

34
Q

palliazioni

A

Si eseguono quando non è possibile l’intervento con intento curativo perchè il paziente ha gia interessamento di altri organi da parte di metastasi oppure ha gravi comorbidità che non consentono di superare il rischio anestesiologico. Palliare significa alleviare la sintomatologia ma il paziente sarà comunque incurabile. Tra le varie tecniche molto utilizzata è il posizionamento di stent autoespansibili.

35
Q

come vengono inseriti gli stent

A

Vengono inseriti tramite l’orifizio anale attraverso un caricatore su cui si posiziona lo stent, che verrà poi rilasciato dove è presente una grossa lesione tumorale che mi determina un quadro ostruttivo. Si utilizzano nei pazienti occlusi per ricanalizzarli

36
Q

come si esegue palliazione

A

uso di stent autoespansibili

37
Q
A