CAP. 6 - La coscienza Flashcards

1
Q

COS’ è LA COSCIENZA

A

Coscienza: consapevolezza momento per momento dell’ambiente e di noi stessi,

  • consapevolezza degli stimoli interni ed esterni, affinché i percetti, i ricordi e i pensieri giungano alla consapevolezza
  • controllo di noi stessi e dell’ambiente, per essere in grado di iniziare a portare a termine attività comportamentali e cognitive
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2
Q

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA COSCIENZA

A
  1. Soggettiva e privata–> solo tu hai accesso diretto ai contenuti della tua coscienza, e non puoi accedere alla coscienza altrui
  2. Dinamica–> i contenuti di coscienza cambiano continuamente
  3. Autoriflessiva–> consapevolezza della propria coscienza (the Rouge test)
  4. Connessa con l’attenzione selettiva (meccanismo per cui alcuni elementi vengono selezionati e solo questi potrebbero in seguito accedere alla coscienza)–> non tutti gli scienziati concordano
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3
Q

MISURE USATE PER STUDIARE LA COSCIENZA?

A

1) Misure self-report (perceptual awareness scale) –> fornire ai partecipanti dei test/questionari di consapevolezza percettiva con cui assegnare alla propria esperienza percettiva un valore numerico (1, non vedo niente - 4 vedo perfettamente l’immagine) in relazione ad uno stimolo più o meno degradato.
2) Misure comportamentali –> studio dei comportamenti di individui che come DF, in seguito ad una lesione cerebrale, soffrono di agnosia, ossia l’impossibilità di riconoscere e nominare gli oggetti, ma presentano ancora un livello di consapevolezza relativa (ex) alla configurazione e funzione spaziale di un oggetto
3) Misure fisiologiche e tecniche di imaging –> Attraverso l’utilizzo di tecniche come l’elettroencefalografia e la risonanza magnetica si registrano i livelli di attivazione cerebrale in risposta alla presentazione d uno stimolo, e gli stessi in assenza di tale stimolo.

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4
Q

TECNICHE PER LO STUDIO DELLA COSCIENZA

A
  • Studio di individui con lesioni cerebrali
  • Uso di tecniche di stimolazione cerebrale
  • Uso di anestetici
  • Tecnica del masking (presentazione subliminale circa 17 millisec. di uno stimolo, che viene immediatamente seguito da un secondo stimolo che maschera il primo, che impedisce l’elaborazione di quello precedente; se u7n mascheramento è efficace, il paziente afferma non aver coscienza dl primo stimolo)
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5
Q

LIVELLI DI COSCIENZA

A
  • Coscio: pensieri e percezioni di cui siamo consapevoli
  • Pre-coscio: eventi mentali al di fuori della consapevolezza ma che possono facilmente «emergere» ex. ricordi
  • Inconscio: parte della mente in cui vengono tenuti a forza (“repressione”) gli eventi mentali che devono restare inconsapevoli (come le pulsioni sessuali) in quanto ci potrebbero turbare troppo; essi continuano, tuttavia, ad influenzare le nostre azioni, anche se non ne siamo consapevoli (sogni, comportamenti irrazionali, manierismi, lapsus linguae…)
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6
Q

PROSPETTIVA COGNITIVA SULLA COSCIENZA

A

Vita mentale conscia e inconscia sono complementari e operano in armonia, non più in opposizione –> Elaborazione controllata vs. automatica
Ex. andare in bicicletta, all’inizio controllata, poi con l’esperienza automatizzata
- AUTOMATISMO–>non significa che controllo sia assente, ma questo è stato dissociato dalla coscienza
- DISSOCIAZIONE–> in particolari condizioni, alcuni pensieri ed azioni sono divisi dissociati dal resto della coscienza e funzionano al di fuori della consapevolezza
Ex. quando studiamo, invece, è importante che l’elaborazione sia costantemente controllata affinché i contenuti rimangano in coscienza (richiede molte risorse cognitive)

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7
Q

PROVE DELLA PERCEZIONE INCONSAPEVOLE

A
  • Agnosia –>caso DF
  • Prosopoagnosia –> non riconoscono visi familiari coscientemente, ma indici fisiologici come sudorazione dimostrano un riconoscimento implicito della persona
  • Blindsight –>lesioni corteccia visiva causa scotoma (regione campo visivo invisibile) ma esperimenti hanno dimostrato, grazie ancora una volta ad indici fisiologici, come essi rilevino invece delle informazioni visive provenienti dall’ambiente
  • Neglect (negligenza spaziale unilaterale)–> lesione cerebrale emisfero destro causa difficoltà ad esplorare visivamente la regione sinistra del campo visivo, ma rilevano comunque, inconsciamente, delle informazioni (ex. casa fiamme)
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8
Q

SONNO E LE SUE FASI

A

Il sonno corrisponde ad uno stato alterato della coscienza, caratterizzato da immobilità e riduzione dell’attività cerebrale, che solitamente produce rilassamento e riposo. Il sonno è caratterizzato da diversi livelli che si susseguono e si alternano:

  • FASE 1: onde elettromagnetiche veloci e e poco ampie (alta frequenza) come quelle alfa–>rilassamento, porta dell’incoscienza
  • FASE 2: le onde elettromagnetiche diventano progressivamente più ampie e lente, sonno più profondo, caratterizza maggior parte delle nostre nottate
  • FASE 3-4: sonno sempre più profondo e meno sensibile alle stimolazioni esterne, caratterizzato soprattutto da onde delta
  • FASE REM
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9
Q

FASE REM

A

La fase REM del sonno è caratterizzata da onde elettromagnetiche ad alta frequenza e da un’intensa attività cerebrale, che spesso si traduce in sogni vividi, dinamici, strutturati e complessi e in movimenti rapidi degli occhi.

essa inoltre è caratterizzata da:
o Aumento del battito cardiaco, innalzamento pressorio, erezioni, movimenti oculari (sonno NREM invece è caratterizzato da “inattività” cerebrale e rilassamento corporeo)
o Grande rilassamento, «paralisi» muscolare
o La deprivazione del sonno REM porta ad un effetto rebound (si allunga e ricorre più spesso)

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10
Q

PERCHE’ DORMIAMO

A

 Quanto sonno? 7-9 ore, ma variabilità interindividuale e legata all’età.
 riposo e rilassamento: la deprivazione provoca affaticamento, irritabilità, incapacità a concentrarsi, riduzione della creatività e delle abilità mnemoniche.
 La deprivazione per brevi periodi di tempo non provoca danni permanenti, tuttavia un’assenza di sonno prolungata può portare alla morte

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11
Q

PRINCIPALI TEORIE SUL SOGNO

A

1) Soddisfazione dei desideri inconsci: pulsioni proibite e colpevolizzanti vengono represse dalla mente conscia in quanto risulterebbero inaccettabili per la persona, ma riemergono talvolta nei sogni in forma simbolica (contenuto latente)
2) Sogni per la sopravvivenza: riposo e rilassamento ma si continua ad elaborare informazioni 24/24 attraverso l’analisi di dati, informazioni, ricordi e materiale appreso
3) Sintesi-attivazione: sogni sono la conseguenza dell’attività elettrica casuale del cervello, che vengono in seguito rielaborati e dotati di una logica; talvolta possono comunque riflettere preoccupazioni attuali dell’individuo

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12
Q

QUALI SONO I PRINCIPALI DISTURBI DEL SONNO

A
  • Insonnia: incapacità di addormentarsi o di proseguire il sonno, intesa come tale in mancanza di fonti esterne di preoccupazione
  • Terrori notturni: sensazione di terrore che pervade improvvisamente il corpo e che porta l’individuo a svegliarsi anche in fase NREM, ma che di solito sparisce dopo poco e che permette anche il ri-addormentamento
  • Apnea notturna: impossibilità di respirare in seguito al rilassamento dei muscoli delle vie aeree superiori, che spesso viene risolto con un improvviso risveglio dovuto al rilascio di ormoni in risosta al basso livello di ossigeno nel sangue, ma che può anche risultare nella morte
  • Narcolessia: improvvisi e imprevedibili attacchi di sonno che portano la persona ad addormentarsi sul colpo, anche nel mezzo di attività quotidiane quali conversare, cucinare e guidare; intrusione di fase REM nel corso della veglia
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13
Q

QUAL’E’ LA DEFINIZIONE DI IPNOSI? ESSA E’ ACCREDITATA A LIVELLO SCIENTIFICO?

A

L’ipnosi è l’induzione di uno stato alterato di coscienza, di simil-trance, che rende la persona più suscettibile a seguire le richieste dell’ipnotizzatore. Recentemente, questa pratica è diventata molto spesso oggetto di studio scientifico; molti studi scientifici hanno difatti dimostrato come, ad esempio, vi sia una buona porzione della popolazione che risulta immune all’ipnosi e come anche nel caso di coloro più suscettibili ad essa, essa non consista in una totale perdita della volontà personale della persona, che non può essere obbligato a mettere in atto comportamenti auto-lesivi o antisociali.

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14
Q

COSA SI INTENDE PER SUSCETTIBILITA’ DELL’IPNOSI?

A

La suscettibilità, in questo caso, consiste al grado con cui uno specifico individuo è soggetto all’effetto dell’ipnosi, ossia alla misura con cui tale individuo risulta essere sensibile alle richieste esterne che gli vengono fatte e alla probabilità che esso segua effettivamente queste indicazioni fornite dall’ipnotizzatore. In particolare, studi recenti hanno dimostrato che circa il 5-10% (fino 25%) della popolazione non risulta essere suscettibile all’ipnosi e che solamente circa un 15% è invece fortemente suscettibile ad essa, lasciando intendere che il resto della popolazione cade da qualche parte nel mezzo tra queste due percentuali, e che quindi, l’ipnosi sia essenzialmente una pratica che non colpisce tutti allo stesso modo che non risulta effettiva su tutti gli individui.

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15
Q

LO STATO IPNOTICO è DIVERSO DALLO STATO DI COSCIENZA?

A

Per molto tempo si pensò che lo stato ipnotico fosse diverso da quello di coscienza, in quanto:
- è uno stato di particolare apertura alla suggestione, anche quando queste si scontrano con la realtà
- è caratterizzato da una maggiore probabilità di ricordare e recuperare dei ricordi (salvo amnesia post-ipnotica)
- si verificano dei cambiamenti a livello dell’elettroencefalografia
TUTTAVIA
- non si verifica alcun cambiamento fisiologico
- anche gli stessi cambiamenti elettroencefalografici non raggiungono un livello sufficiente da essere considerato come un alternativo stato di coscienza

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16
Q

PER QUALI PROBLEMATICHE FISICHE E PSICOLOGICHE L’IPNOSI SI PUO’ RILEVARE UTILE?

A
  • Depressione
  • Stati ansiogeni relativi a procedure mediche specifiche
  • Trattamento del dolore
  • Prestazioni migliori in ambito sportivo
  • Trattamento delle dipendenze ex. fumo
17
Q

LA MEDITAZIONE PERMETTE DI ENTRARE IN UNO STATO ALTERNATIVO DI CONSAPEVOLEZZA?

A

La meditazione è il raggiungimento di uno stato alterato di coscienza in seguito ad alcuni rituali o esercizi. Il risultato è un piacevole stato soggettivo di lieve alterazione, in cui l’individuo si sente mentalmente e fisicamente alterato.

È stato provato che le tecniche di meditazione provocano dei CAMBIAMENTI si temporanei che a lungo termine nel cervello, perfino anatomici, analizzati con l’imaging strutturale.
È stato osservato che la meditazione può provocare ISPESSIMENTO di regioni corticali come la corteccia frontale o l’insula. Anche il tipo di ONDE che possono essere osservate nei meditatori esperti differiscono da quelle dei non meditatori.

18
Q

COSA SONO LE SOSTANZA PSICOATTIVE?

A

sostanze in grado di indurre alterazioni chimiche in un organismo, inducendo un’alterazione della coscienza, del comportamento e dell’umore. Tendono ad indurre dipendenza e sono associati anche a sintomi di astinenza più o meno gravi e reazioni di overdose che possono condurre anche alla morte.

Le principali sostanze psicoattive sono:

  • stimolanti
  • depressive
  • narcotici
  • allucinogeni
19
Q

SOSTANZE SIMOLANTI

A

sostanze che attivano il sistema nervoso, hanno l’effetto di aumentare battito cardiaco, pressione arteriosa e tono muscolare. Tra le più comuni e diffuse vi sono la caffeina (caffè, the, cioccolato) e la nicotina (tabacco),
ma anche

  • Cocaina, che in piccole quantità produce sensazioni di benessere, aumento di fiducia in sé stessi e di vigilanza
  • Anfetamine (es. dexedrine e benzedrine) che producono aumento della fiducia, di attivazione, tono dell’umore e concentrazione diminuzione del senso di fatica
20
Q

SOSTANZE DEPRESSIVE

A

Sostanze che riducono l’attivazione del sistema nervoso centrale.

  • Alcol: la sostanza depressiva più comune –> Chi beve ritiene che l’alcol aumenti socievolezza e uno stato di benessere
  • Barbiturici: frequentemente prescritti per favorire il sonno e inducono rilassamento
  • Roipnol (rape drug)
21
Q

NARCOTICI

A

sostanze che aumentano il rilassamento e riducono il dolore e l’ansia, come la morfina e l’eroina, entrambe derivanti dai semi di papavero, che contengono piccole dosi di narcotici

  • Morfina: Solitamente usata per ridurre il dolore, sia temporaneo che cronico. Produce una sensazione di euforia, benessere, confusione.
  • Eroina: somministrazione per via endovenosa è associata ad un flusso di sensazioni positive (3- 5 h), allo svanire degli effetti ansia estrema
22
Q

ALLUCINOGENI

A

sostanza in grado di alterare fortemente i processi percettivi e di indurre allucinazioni.
- Marijuana: principio attivo tetraidrocannabinolo (THC). Secondo alcune ricerche in grado di generare allucinazioni in alcune circostanze, euforia e benessere, ma comuni anche esperienze di stati negativi e malessere. Uso in ambito medico per contrastare sintomi spiacevoli come quelli della chemioterapia

  • MDMA (ecstasy) produce sensazione di pace e i consumatori riferiscono una sensazione di maggiore empatia
  • LSD induce allucinazioni molto vivide e una percezione del tempo risulta essere distorta. Spesso si associa anche ad una sensazione di amplificazione sensoriale ed emotiva, talvolta connotata anche da esperienze di natura mistica.