CAP. 4 - I sensi Flashcards

1
Q

SENSAZIONE

A

–> Procedura biologica generale di acquisizione di informazioni, che avviene in seguito all’ attivazione di organi di senso finalizzati a ricevere gli stimoli (forme di energia ambientale) provenienti dal mondo esterno: questi stimoli semplici, esperienze grezze costituiscono una mole di dati ed informazioni utile ad attivare il processo di percezione

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2
Q

PERCEZIONE

A

–> Processo psicologico che consiste nell’ integrazione, interpretazione e dotazione di significato delle informazioni giunte al cervello sotto forma di impulsi elettrici grazie ai sensi e al sistema nervoso

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3
Q

TRASDUZIONE DI UNO STIMOLO

A

Uno stimolo rappresenta una qualsiasi sorgente di energia fisica che provochi una risposta a livello di un organo di senso, dotati di recettori. I recettori percepiscono e trasformano (TRASDUCONO) tale stimolo fisico in un impulso elettrico, una sorta di rappresentazione neurale dell’informazione ricevuta dall’ambiente, indirizzata alla corteccia specializzata per i sensi.

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4
Q

PSICOFISICA E METODI PSICOFISICI

A

La psicofisica è una scienza che integra l’utilizzo di formule e limiti matematici alla percezione del mondo circostante. Essa prevede lo studio della relazione tra le caratteristiche fisiche degli stimoli ambientali (ex. intensità) e la nostra sensazione (esperienza soggettiva).

Tra i metodi psicofisici che studiano la relazione sistematica tra queste due variabili, il metodo dei limiti consiste nella presentazione di una serie di stimoli in ordine ascendente/discendente (stimoli sopraliminari o infraliminari) fino all’individuazione della soglia assoluta per un determinato stimolo

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5
Q

SOGLIA ASSOLUTA

A

Una soglia al di sotto della quale uno stimolo non è più in grado di elicitare alcuna sensazione–>ampiezza minima, livello minimo di intensità di uno stimolo affinché esso sia distinto con sicurezza alla sua totale assenza e rilevabile nel 50% dei casi.

La soglia assoluta rappresenta quindi il confine (VALORE LIMINARE) tra gli stimoli che possiamo rilevare (VALORI SOPRLIMINARI) e quelli che, anche e presenti, non siamo in grado di rilevare (VALORI INFRALIMINARI)

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6
Q

SOGLIA DIFFERENZIALE

A

Valore che corrisponde alla minima quantità di cambiamento (DIFFERENZA) nell’intensità di uno stimolo (standard) affinché sia rilevabile la differenza rispetto ad uno stimolo di confronto
–> Definita anche differenza appena percepibile (JND just noticeable difference)

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7
Q

LEGGE DI WEBER-FECHNER

A

–>Tanto più elevato è il valore dello stimolo standard, tanto meno sensibile è il sistema sensoriale a rilevare i cambiamenti di intensità, dunque tanto maggiore è l’incremento di tale valore necessario per rilevare una JND, dunque una differenza tra lo stimolo standard e quello di confronto.

La JND dell’intensità è una funzione dell’intensità dello stimolo moltiplicata per una costante K < 1 e invariata in base alla grandezza in questione.

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8
Q

LEGGE DI STEVENS

A

Anni ‘60 critiche alla psicofisica classica–>soggetti non sono meri rilevatori, ma soggetti attivi dotati di capacità valutative, adattive e decisionali

Stevens dimostrò che i soggetti sono in grado di valutare direttamente l’intensità delle loro sensazioni associandole ad un valore numerico–> METODO DELLA STIMA DI GRANDEZZA

Legge di Stevens sostiene che l’intensità psicologica percepita è funzione (esponenziale) dell’intensità fisica–>relazione tra il giudizio sensoriale del soggetto e l’intensità dello stimolo è una funzione di potenza

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9
Q

ADATTAMENTO SENSORIALE

A

Fenomeno studiato da Helson per cui si verifica un aggiustamento delle capacità sensoriali dopo un’esposizione prolungata ad stimolo fisso–> uno stesso stimolo, della stessa identità, non provoca sempre la stessa risposta, ma essa si adatta, in quanto gli organi di senso riducono man mano la loro recettività e la loro frequenza di scarica (ex. rumore condizionatore, profumo…)

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10
Q

TEORIA DELLA DETEZIONE DEL SEGNALE

A

Prevede che, in linea generale, ogni informazione ambientale sia
costituita da:
- Segnale → componente rilevante dell’informazione.
- Rumore → parte irrilevante dell’informazione stessa.
Molto importante in situazioni in cui individuo deve compiere delle decisioni sulla base della rilevazione di uno stimolo in un contesto in cui altri stimoli rappresentano il rumore.
Secondo la teoria si possono verificare 4 tipologie di situazioni:
1. HIT–>segnale presente - rilevato
2. MISS–>segnale presente - non rilevato
3. FALSE ALARM–>segnale assente - rilevato
4. CORRECT REJECTION–> segnale assente - non rilevato

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11
Q

APPLICAZIONE PRATICA DELLA TEORIA DI DETEZIONE DEL SEGNALE

A

Spesso questo tipo di teoria mostra come la percezione soggettiva di un evento possa differire a causa di
fattori che influenzano i giudizi sensoriali a partire dalla personalità dell’individuo stesso o da fattori
contestuali esterni.

Il processo di detezione del segnale è infatti influenzato da fattori quali:

1) sensibilità dell’organismo
2) criterio soggettivo di decisione–> bias della sensibilità (“conservatore” vs. “liberale”) + aspettative
- ->fondamentale in ambito diagnostico

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12
Q

SPETTRO ELETTROMAGNETICO

A

Si definisce spettro visibile la gamma di lunghezze d’onda a cui siamo sensibili (tra i 400 e i 700 nanometri) ed essa rappresenta una piccolissima parte dell’energia elettromagnetica.
Ci siamo evoluti per utilizzare quella parte dello spettro elettromagnetico che ci permette di sopravvivere e funzionare nel mondo. Con certe forme di radiazioni - onde brevi come raggi x o gamma - la maggior parte degli oggetti non è visibilele radiazioni vi passano attraverso ma non riflettono l’immagine sui nostri occhi. Altre tipologie di radiazioni – a onde lunghe come onde radio – rifletterebbero l’immagine sui nostri occhi, ma l’immagine sarebbe così sfocata da essere inutile.

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13
Q

CORNEA

A

Struttura curva che rifrange la luce verso l’interno per la messa a fuoco dell’immagine

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14
Q

PUPILLA

A

Buco al centro dell’iride, tra la cornea e il cristallino; apertura e chiusura in relazione alla quantità di luce (fotosensibile). La pupilla modifica il suo diametro solo in relazione alla luce, ma riguarda anche il sistema nervoso autonomo simpatico (attrazione…)

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15
Q

CRISTALLINO

A

Dietro la pupilla, produce una focalizzazione dei raggi di luce proiettandoli nella parte posteriore dell’occhio (completa il processo di messa a fuoco sulla retina iniziato dalla cornea), assumendo una forma sferica per gli oggetti vicini e piatta per gli oggetti distanti

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16
Q

RETINA

A

Composta da uno strato sottile di cellule nervose. Qui l’energia elettromagnetica della luce è convertita in energia nervosa (trasduzione: trasformazione energia luminosa in impulsi elettrici, che verranno inviati al cervello attraverso il nervo ottico). Nella parte posteriore della retina troviamo due tipi diversi di fotorecettori che compiono la trasduzione

17
Q

LE DUE TIPOLOGIE DI RECETTORI DELLA RETINA

A
  1. Bastoncelli (altamente sensibili alla luce; visione periferica/notturna; immagini a scarsa risoluzione)
  2. Coni (visione durante il giorno, messa a fuoco dettagliata e percezione del colore)
18
Q

FOVEA

A

regione sulla regione posteriore dell’occhio altamente densa di coni. La maggiore densità consente una migliore risoluzione
–> la più adatta a rappresentare dettagliatamente un oggetto del mondo, a coglierne i dettagli ex. quando si nota qualcosa con la coda dell’occhio, si tende a ruotare istintivamente la testa, per permettere all’immagine dell’oggetto di ricadere sulla fovea.

19
Q

TEORIA TRICROMATICA DELLA VISIONE

A

(Young-Helmholtz, 1802-1910) Retina popolata da 3 diversi tipi di coni, che si configurano come tra diversi recettori di colore:
-Uno sensibile a lunghezze d’onda medie–>associabili al colore verde (coni medi)
-Uno sensibile a lunghezze d’onda basse–>associabili al colore blu/viola (coni corti)
—>Uno sensibile a lunghezze d’onda alteassociabili al colore rosso (coni lunghi)
Ogni tipo di cono è sensibile ad un’ampia gamma di lunghezze d’onda, ma è più responsivo in una zona circoscritta.
L’azione congiunta di questi tre recettori determina la sensazione del colore–>miscele di colori sarebbero possibili grazie alla co-attivazione di diverse proporzioni di diversi tipi di coni.

20
Q

TEORIA DELL’OPPONENZA CROMATICA

A

Le cellule recettive sono accoppiate e lavorano in modo opposto l’una rispetto all’altra: quando le cellule che codificano per un colore vengono eccitate, quelle che codificano per il colore complementare vengono inibite
Giallo/Blu (eccitazione/inibizione)
Rosso/Verde (eccitazione/inibizione)
Bianco/Nero (La percezione del bianco/nero non si basa su meccanismi opposti ma sul presupposto di un eguale stimolazione dei tre tipi di coni, con un diverso risultato in funzione dell’intensità di stimolazione.)

21
Q

L’UDITO

A

Il suono origina dal movimento o dalla vibrazione di un oggetto

  • ->le molecole di aria davanti ad ess vengono spinte insieme
  • -> Queste molecole spingono altre molecole e poi tornano alla loro posizione originale. In questo modo si trasmette un’onda di cambiamenti di pressione (onda sonora) attraverso l’aria

Ciò che chiamiamo suono è il movimento fisico di molecole di aria sotto forma di onde regolari scaturito da un punto di vibrazione, diretti, sotto forma di impulsi nervosi diretti alle cortecce uditive.

22
Q

GRANDEZZE DEL SUONO

A
  • Ampiezza–>forma delle onde sonore (differenza pressione tra il picco più elevato e quello più basso, corrisponde all’ intensità (volume) si misura in decibel
  • Frequenza–>numero di cicli al secondo, di vibrazioni complete (ritmo con cui le molecole si muovono in avanti e indietro); corrisponde al tono e si misura in Herz
  • Timbro–>esperienza della complessità del suono
23
Q

ORECCHIO ESTERNO

A

Composto dal padiglione auricolare e dal canale uditivo–>raccoglie e convoglia il suono verso l’interno dell’orecchio

Le orecchie sono due a causa del concetto di ridondanza che caratterizza i sistemi biologici (nel caso del danneggiamento di uno, la funzionalità rimane preservata, anche se non in maniera ottimale). La posizione delle orecchie ai due lati della testa è importante per la localizzazione del suono, che a seconda della sorgente di vibrazione, giungerà in momenti diversi alle due orecchie–>indizio utilizzato del cervello per localizzare la fonte

24
Q

ORECCHIO MEDIO

A

Composto da timpano (membrana tesa che vibra al passaggio del suono) e da tre ossicini: martello, incudine e staffa (ponte meccanico per il passaggio del suono verso l’orecchio interno, fungono da amplificatore del suono)

25
Q

ORECCHIO INTERNO

A

Presenta una struttura ossea tubulare a forma di chiocciola, detta coclea, che è ricoperta da uno strato di membrana basale, un tessuto ricoperto da villi (cellule ciliate) che fungono da recettori per il suono e che dopo essere state mosse dalle molecole del suono, danno via al processo di trasduzione, trasformando tale movimento in impulso nervoso.

26
Q

TEORIA DELLA DISCRIMINAZIONE IN FREQUENZA (TEMPORALE)

A

indipendentemente dalla frequenza del suono, l’intera membrana vibra e i recettori nervosi inviano segnali direttamente associati alla frequenza del suono (ritmo della vibrazionee.g., suoni più acuti, a frequenza più alta, produrranno frequenze di segnali nervosi più elevate).

27
Q

TEORIA POSIZIONALE/TONOTOPICA (/DELL’ONDA VIAGGIANTE)

A

percepiamo diversi toni perché aree diverse della membrana basilare rispondono a diversi tipi di frequenze (regioni più esterne rispondono a frequenza più alta, mentre regioni interne a frequenza più bassa)

–>Non significa che udiamo attraverso la membrana basilare, ma che le posizioni della membrana che vibrano di più (simile ad un lenzuolo che viene sbattuto) determinano quali diversi recettori si attivano e inviano segali al cervello per le diverse frequenze del suono

28
Q

FUNZIONAMENTO DELLA SENSAZIONE OLFATTIVA

A
  • Molecole volatili (che si staccano/disperdono dall’oggetto che stiamo annusando) e liposolubili si muovono nell’aria fi8no ad entrare nelle nostre cavità nasali
  • Salendo attraverso la cavità nasale, giungono all’epitelio olfattivo. Qui le cellule ciliate, i recettori olfattivi, sono cosparsi di una sostanza lipidica all’interno della quale le molecole olfattive si dissolvono.
  • La configurazione chimica di tali molecole viene trasformata in una rappresentazione neurale di esse, un impulso nervoso diretto al cervello
  • Gli assoni di questi neuroni formano dei fasci chiamati nervi olfattivi che passando per il bulbo olfattivo, giungono alla corteccia olfattiva.
29
Q

FUNZIONAMENTO DELLA SENSAZIONE GUSTATIVA

A

Le molecole di cibo introdotte nella bocca vengono disciolte nella saliva che le trasporta lungo le varie zone della lingua. I recettori gustativi, le papille gustative, sono organizzate in gruppi e presentano delle strutture simili ai villi in grado di decifrare la composizione chimica delle molecole di cibo, creandone una rappresentazione neurale indirizzata al cervello attraverso un impulso nervoso.

30
Q

FUNZIONAMENTO DELLA SENSAZIONE TATTILE

A

I recettori epiteliali sono numerosissimi, distribuiti sia sulle superfici interne che esterne del corpo e sono altamente specializzati:

  • Meccano-recettori–> comprendono cellule di Merkel, corpuscoli di Meissner, Ruffini e Pacini e solo fortemente sensibili alle variazione di pressione, tensione e vibrazione dei tessuti epiteliali
  • Termo-recettori–> recettori caratterizzati da terminazioni nervose libere in grado di recepire le variazioni termiche
  • Noci-recettori il danneggiamento dei tessuti
31
Q

FUNZIONAMENTO DELLA SENSAZIONE DOLORIFICA

A

La sensazione di dolore è resa possibile grazie alla presenza di noci-recettori, cellule in grado di recepire l’azione di stimoli che possono danneggiare i tessuti, attraverso azioni di pressione, tensione, variazioni termiche e azione di agenti chimici irritanti. Questi recettori sono molto numerosi ma non sono distribuiti in maniera uniforme, in quanto vi sono zone più sensibili al dolore rispetto ad altre.

I recettori acquisiscono la sensazione dolorifica e la trasmettono al cervello sotto forma di impulso nervoso che, passando attraverso il midollo spinale, raggiunge il cervello.

Il dolore si può anche distinguere in fasico e tonico.

32
Q

FUNZIONAMENTO DELLA SENSAZIONE DOLORIFICA

A

La sensazione di dolore è resa possibile grazie alla presenza di noci-recettori, cellule in grado di recepire l’azione di stimoli che possono danneggiare i tessuti, attraverso azioni di pressione, tensione, variazioni termiche e azione di agenti chimici irritanti (funzione adattiva). Questi recettori sono molto numerosi ma non sono distribuiti in maniera uniforme, in quanto vi sono zone più sensibili al dolore rispetto ad altre.

I recettori acquisiscono la sensazione dolorifica e rilasciano una sostanza, chiamata sostanza P, che trasmette il messaggi di dolore al cervello sotto forma di impulso nervoso che, passando attraverso il midollo spinale, raggiunge il cervello.

Il dolore si può anche distinguere in fasico e tonico. Esso non si configura solamente come una reazione fisica, ma è influenzato anche da fattori contestuali come il background culturale, lo stato psicologico, le esperienze passate, le aspettative…

33
Q

GATE CONTROL THEORY

A

Questa teoria sostiene che la percezione del dolore non sia esclusivamente correlata alla presenza di noci-recettori attivi, ma anche all’apertura o meno del “cancello neurale” presente nel midollo spinale, che permette il raggiungimento del cervello da parte degli impulsi nervosi. Questo cancello potrebbe infatti essere chiuso a causa dell’azione di segnali inviati dai neuroni dei centri superiori (PAG sostanza grigia peri-acqueduttale), in grado di inibire le cellule che trasformano i segnali dolorifici, che non vengono dunque percepiti dal cervello.