PFR (Prove di Funzionalità Respiratoria) Flashcards

1
Q

A cosa serve la spirometria?

A

Le prove di funzionalità respiratoria (PRF), dette anche esame spirometrico o spirometria, servono a misurare il volume dei polmoni (volumi statici) ed il flusso (volumi dinamici e flussi, ovvero la velocità con cui l’aria entra ed esce dai polmoni) che, sulla base dei valori ottenuti, consentono di distinguere quattro pattern spirometrici.

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2
Q

Consente di fare diagnosi?

A

No, consente unicamente di individuare uno dei possibili pattern spirometrici:
- Normale
- Sindrome ostruttiva
- Sindrome restrittiva
- Quadro misto

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3
Q

Quali grandezze si possono misurare tramite la spirometria?

A
  • Vt (volume corrente): volume di aria mobilizzato nel corso di una respirazione tranquilla
  • VC (capacità vitale): volume di aria che viene espirato con una espirazione massimale che segue una inspirazione massimale
  • RV (volume residuo): volume di aria contenuto nel polmone al termine di un’espirazione massimale
  • ERV (volume di riserva espiratoria): volume di aria che può ancora essere espirato al termine di una espirazione tranquilla
  • IRV (volume di riserva inspiratoria): volume di aria che può ancora essere inspirato al termine di un’inspirazione tranquilla
  • IC (capacità inspiratoria): volume che può essere inspirato al termine di una espirazione tranquilla
  • FRC (capacità funzionale residua): volume di aria contenuto nel polmone al termine di un’espirazione tranquilla
  • TLC (total lung capacity, capacità polmonare totale): volume di aria contenuto nel polmone al massimo della inspirazione
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4
Q

Cos’è la FVC?

A

Capacità Vitale Forzata: volume di aria che viene espirato con una espirazione massimale e forzata che segue una inspirazione massimale.

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5
Q

Cos’è il FEV1 o VEMS?

A

Volume di aria espirato nel primo secondo di una espirazione forzata a partire dal TLC (capacità polmonare totale)

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6
Q

Indice di Tiffenau

A

Tiffeneau = FEV1/(S)VC, cioè il rapporto tra il volume espirato nel primo secondo di una espirazione massimale e forzata e la capacità vitale

S sta per slow, anche se ormai si tende a utilizzare come indice di Tiffeneau il rapporto tra FEV1 e FVC, così da eseguire un unico esame spirometria.
I due valori (FEV1/VC e FEV1/FVC) non sono identici perché la manovra forzata tende a ridurre la FVC rispetto alla VC, quindi, FEV1/FVC > FEV1/VC.

La comunità scientifica ha individuato un valore soglia al di sopra del quale il rapporto FEV1/FVC è soddisfacente, ovvero 0.7, corrispondente al 70%.
Inoltre, il rapporto tra Tiffeneau ottenuto e Tiffeneau teorico (calcolato in base a peso, altezza, età e sesso) deve essere > 88%.

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7
Q

Qual è la base fisiologica di un’espirazione forzata?

A
  1. Apnea pre-espirazione
    Si parte con i polmoni alla capacità polmonare totale. L’aria negli alveoli ha una pressione pari a quella atmosferica, ma per inspirarla è necessaria una depressione di 30 cmH2O creata dalla muscolatura.
  2. Inizio dell’espirazione forzata
    I 30 cmH2O vengono restituiti dal ritorno elastico passivo del polmone. A questi si aggiungono 25 cmH2O dai muscoli espiratori, totalizzando 55 cmH2O di pressione di spinta. Questa pressione diminuisce progressivamente lungo le vie aeree a causa delle resistenze frizionali.
  3. Metà espirazione forzata
    La forza di ritorno elastica diminuisce a 20 cmH2O, riducendo il flusso. La pressione negli alveoli scende a 45 cmH2O e continua a diminuire lungo le vie aeree.
  4. Poco prima della fine dell’espirazione
    La forza elastica si riduce ulteriormente a 15 cmH2O, portando la pressione negli alveoli a 40 cmH2O. Questa diminuisce lungo le vie aeree fino a raggiungere il punto di egual pressione (25 cmH2O), dove la pressione interna e quella esterna sono uguali. In questa fase, il punto di egual pressione si trova nelle vie aeree incomprimibili.
  5. Fine dell’espirazione forzata
    La forza elastica è ora di 10 cmH2O, portando la pressione negli alveoli a 35 cmH2O. La pressione continua a diminuire lungo le vie aeree fino a farle collassare quando il punto di egual pressione cade nelle vie aeree non sostenute da anelli cartilaginei. A questo punto, l’espirazione può proseguire solo sfruttando la forza muscolare, che schiaccia i polmoni dall’esterno, causando il collasso delle vie aeree comprimibili e impedendo l’espirazione del volume residuo. Questo meccanismo a valvola evita che si espelli tutto il volume residuo, essenziale per poter inspirare nuovamente. L’unico momento in cui si può espellere completamente l’aria dai polmoni è durante il primo atto inspiratorio di un neonato.
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8
Q

Quale indice si utilizza per dimostrare una riduzione del flusso respiratorio?

A

Il Tiffeneau, ovvero il rapporto tra FEV1 (volume espiratorio forzato in un secondo) e VC (capacità vitale) %, che sarà ridotto rispetto a quello fisiologico.
La sindrome ostruttiva è caratterizzata da una riduzione del rapporto FEV1/VC % (indice di Tiffeneau), ed è necessaria e sufficiente per fare diagnosi di sindrome ostruttiva. In particolare, un rapporto FEV1/FVC < 0.7 o un indice di Tiffeneau (FEV1/VC) inferiore alla soglia di normalità rispetto al valore teorico.

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9
Q

Cosa permette di valutare il FEV1 nella sindrome ostruttiva?

A

Il FEV1 permette di valutare la gravità della condizione; con l’avanzare della patologia, si riduce il VEMS (volume espiratorio massimo al secondo) e può ridursi anche la FVC (capacità vitale forzata).
Dunque la diagnosi di sindrome ostruttiva si basa sul rapporto FEV1/(F)VC, ma per la valutazione della gravità e dell’evoluzione si guarda il FEV1.

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10
Q

Perché il rapporto VEMS/FVC non è un parametro utile per valutare l’evoluzione della malattia ostruttiva?

A

Perché il rapporto può rimanere invariato nonostante la riduzione della FEV1, dato che anche la FVC si riduce.

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11
Q

Quali sono le tre grosse patologie che rientrano nella sindrome ostruttiva?

A

Bronchite cronica, enfisema, e asma.

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12
Q

Quali sono le cause della riduzione del calibro bronchiale nella bronchite cronica? E le conseguenze?

A

La presenza di catarro, l’ipertrofia delle ghiandole mucipare e della tonaca mucosa.
Ciò porta a riduzione del flusso e esposizione al collasso legato al punto di egual pressione, con conseguente minima caduta della capacità vitale per aumento del volume residuo.

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13
Q

Come si manifesta la perdita del ritorno elastico del polmone nell’enfisema?

A

L’aria esce più lentamente e manca la pressione interna che mantiene le vie aeree pervie, creando una limitazione al flusso. Questo costituisce una limitazione al flusso piuttosto che una ostruzione, indipendentemente dal termine, l’aria esce più piano.

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14
Q

Qual è il meccanismo principale nell’asma che causa l’ostruzione delle vie aeree?

A

La contrazione della muscolatura liscia che chiude fisicamente le vie aeree e impedisce il passaggio dell’aria.

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15
Q

Che cosa caratterizza la sindrome restrittiva in termini spirometrici?

A

La sindrome restrittiva è caratterizzata da una riduzione armonica di tutti i volumi polmonari (in particolare la TLC) con indice di Tiffeneau normale. La VC, invece, porta ad una diversa capacità vitale, ridotta nel paziente con sindrome restrittiva.

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16
Q

Perché è concettualmente sbagliato affermare che una riduzione del FEV1 è indicativa di ostruzione?

A

Perché nella sindrome restrittiva il FEV1 si riduce non per ostruzione, ma perché il polmone ha meno aria all’interno (è più piccolo).

17
Q

Come si comportano FEV1 e FVC nella sindrome restrittiva?

A

Nella sindrome restrittiva, sia il FEV1 che il FVC (e VC) sono ridotti; tuttavia, essendo diminuiti entrambi “proporzionalmente”, dunque l’indice di Tiffeneau è normale nella sindrome restrittiva

18
Q

DLCO

A

Misurare la diffusione dell’O2 è tecnicamente difficile, quindi si usa il CO come surrogato (DLCO). In laboratorio, il paziente esegue un’inspirazione profonda dopo aver respirato normalmente. Durante questa inspirazione, respira aria con una concentrazione nota di CO. Dopo aver raggiunto la capacità polmonare totale, il paziente trattiene il respiro per 7-10 secondi, permettendo al CO di diffondersi dagli alveoli ai capillari. Successivamente, il paziente espira e la macchina misura la quantità di CO espirato, scartando lo spazio morto. La differenza tra il CO inalato e quello espirato indica la diffusione del gas.

Cause di riduzione della diffusione del CO includono:
- Interstiziopatie che ispessiscono l’interstizio con tessuto cicatriziale.
- Enfisema che riduce la superficie di scambio distruggendo gli alveoli.
- Patologie vascolari come la vasculite che compromettono i capillari.

19
Q

Algoritmo diagnostico della spirometria

A

1,0. Indice di Tiffeneau ridotto: pz ostruito (per definizione), possibile sindrome mista.
1,1. Valutare TLC:
- TLC ridotto: sindrome mista
- TLC normale: sindrome ostruttiva ->

-> Valutare DLCO:
- DLCO normale: asma, bronchite cronica.
- DLCO anormale: enfisema (diagnosticato diversamente oggi).

2.0 Indice di Tiffeneau normale: spirometria normale o ristretta.
2,1. Valutare capacità vitale (VC):

2,1,1. VC ridotta e TLC ridotto: sindrome restrittiva ->
-> Valutare DLCO:
- DLCO normale: restrizione da danni meccanici (malattia neuromuscolare, deformità scheletrica, sovrappeso).
- DLCO ridotto: interstiziopatia.

2,1,2. VC normale: spirometria normale ->
-> Valutare DLCO:
- DLCO normale: conferma spirometria normale.
- DLCO ridotto: vasculite.

20
Q

Classificazione della gravità della BPCO

A

Tra i vari aspetti c’è anche l’entità della riduzione del VEMS.
- Grado 1: >80% del valore teorico
- Grado 2: 79-50% del valore teorico
- Grado 3: 49-30% del valore teorico
- Grado 4: <30% del valore teorico

21
Q

Quali sono i test utili per valutare la funzione respiratoria?

A
  • Test di provocazione con metacolina
  • Test di reversibilità con broncodilatatore
22
Q

Test di provocazione bronchiale

A

Il test per diagnosticare l’iperreattività bronchiale, caratteristica dell’asma, misura la risposta anomala della muscolatura liscia bronchiale agli stimoli. Una persona normale necessita di stimoli forti per avere broncocostrizione, mentre chi ha iperreattività bronchiale risponde a stimoli più deboli. Si somministra per inalazione un agonista del vago, solitamente metacolina, monitorando il decremento del VEMS dopo ogni dose. La dose che causa una riduzione del 20% del FEV1 è la PD20. Se la PD20 è inferiore a 1mg, è presente iperreattività bronchiale. Se il VEMS si riduce del 20% con 0.30mg di metacolina, si diagnostica asma.

23
Q

Test con broncodilatatore

A

Il test con broncodilatatore stimola i recettori β2, inducendo broncodilatazione, al contrario della provocazione bronchiale con metacolina. Dopo una spirometria basale che mostra ostruzione, si somministrano 400 μg di Salbutamolo: un incremento del VEMS oltre il 12% e 200 ml rispetto al basale indica reversibilità dell’ostruzione, distinguendo l’asma dalla BPCO. Se il VEMS aumenta, l’ostruzione è dovuta a spasmo bronchiale (asma); se non aumenta, è dovuta a rottura dei setti (BPCO).