BPCO Flashcards

1
Q

Definizione di BPCO

A

Malattia polmonare eterogenea caratterizzata da sintomi respiratori cronici (dispnea, tosse, espettorato) dovuta ad anomalie delle vie aeree (bronchite, bronchiolite) e/o degli alveoli (enfisema), che causano un’ostruzione del flusso aereo persistente e spesso progressiva.

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2
Q

Importanza dell’epidemiologia della BPCO

A

È una dei “big five”, la 3a causa di morte al mondo: qualsiasi medico ha a che fare con pz BPCO.
L’elemento eziologico più importante è il fumo di sigaretta, infatti la prevalenza di BPCO nella popolazione di fumatori sale al 15.4% e in quella di mai fumatori scende al 4.3%. Nella popolazione di ex fumatori la prevalenza si attesta intorno al 10.7%.

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3
Q

Quali sono gli agenti eziologici maggiormente associati allo sviluppo di BPCO?

A
  • Fumo di sigaretta
  • Inquinamento domestico
  • Inquinamento esterno
  • Fumo: “solo” il 15% dei fumatori si ammala di BPCO: esiste evidentemente una predisposizione individuale
  • Inquinamento domestico: è importante soprattutto in regioni del mondo
    in cui si usano di più la cottura ed il riscaldamento basati sul carbone e le
    biomasse
  • Inquinamento esterno: dimostrato nel 2021
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4
Q

Qual è la patogenesi della BPCO?

A

La BPCO è causata dal tentativo del nostro organismo di difendersi da un danno continuo, proveniente non solo da patogeni, ma anche da particelle e gas nocivi.
Quando l’organismo entra a contatto con tali particelle o gas, si difende producendo quegli stessi agenti che produrrebbe contro i microrganismi, ma non ottiene alcun risultato positivo, anzi:
- Gli agenti difensivi prodotti dall’organismo finiscono per danneggiare l’organismo stesso
- Anche se per assurdo l’organismo riuscisse ad eliminare le particelle
o i gas nocivi questi si ripresenterebbero alla nuova esposizione

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5
Q

Quali sono gli agenti difensivi a cui il nostro organismo fa ricorso principalmente?

A
  • Proteasi
  • Agenti ossidanti
  • Mediatori dell’infiammazione
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6
Q

Discuti delle proteasi nell’ambito della BPCO

A

Le proteasi distruggono il tessuto polmonare senza in realtà agire sulle particelle di tabacco. Lo squilibrio tra proteasi e antiproteasi, determinato geneticamente, può predisporre alla BPCO. Alcune proteasi seriniche, come elastasi e catepsina G, sono inibite dall’antiproteasi α1-antitripsina; se questa è scarsa, aumenta il rischio di BPCO. Una rara, ma interessante condizione è il deficit congenito di α1-antitripsina

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7
Q

Discuti degli agenti ossidanti nell’ambito della BPCO

A

Sono agenti difensivi (ROS, RNS, AGEs), modulati però dagli antiossidanti (superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi, glutatione reduttasi, vitamina E). Lo squilibrio tra ossidanti e antiossidanti è simile a quello tra proteasi e antiproteasi. Il fumo di sigaretta è particolarmente ossidante poiché aumenta la produzione di ossidanti e riduce quella di antiossidanti (specialmente il glutatione).

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8
Q

Discuti dei mediatori dell’infiammazione nell’ambito della BPCO

A

I neutrofili producono mediatori dell’infiammazione (IL-8, TNF-α), causando muco, ipertrofia della membrana basale, ghiandole mucipare, e reclutamento di cellule infiammatorie, tutti responsabili della bronchite cronica. Questi mediatori passano dal polmone al circolo sistemico [spill-over], causando infiammazione sistemica e comorbilità come la cardiopatia ischemica. La BPCO è spesso associata a malattie croniche come cardiopatia ischemica, sindrome metabolica, ipertensione, e depressione. Alcune malattie condividono l’eziologia del fumo e l’infiammazione sistemica, mentre la depressione è legata alla neuroinfiammazione.

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9
Q

Quali sono due patologie alla base della BPCO?

A

Bronchite cronica ed enfisema polmonare

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10
Q

Cos’è la bronchite cronica? Come si diagnostica?

A

È una condizione patologica caratterizzata da tosse e/o espettorato per la maggior parte dei giorni dell’anno, per almeno 3 mesi anche non consecutivi, in almeno 2 anni consecutivi, che non riconosca altre cause note.
La base eziologica è principalmente degli agenti infiammatori.

Si distinguono due forme di bronchite cronica:
- Bronchite cronica semplice: esame spirometrico normale => basta la clinica per fare diagnosi
- Bronchite cronica ostruttiva: esame spirometrico caratterizzato da riduzione dell’indice di Tiffeneau e/o
del rapporto FEV1/FVC (che formalmente non è l’indice di Tiffeneau, ma è del tutto equivalente).

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11
Q

Cos’è l’enfisema polmonare?

A

È una condizione patologica caratterizzata dalla dilatazione degli spazi aerei distali ai bronchioli terminali con distruzione dei setti interalveolari.
La base eziologica è principalmente di proteasi e ROS.

Esistono diverse forme di enfisema, assolutamente inutili nella pratica clinica:
- Enfisema distale o parasettale
- Enfisema panlobulare: occupa tutto il lobulo
- Enfisema centrolobulare: con risparmio della parte distale del lobulo e maggiore impegno di quella centrale
- Enfisema irregolare

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12
Q

Da cosa deriva la dispnea nel pz BPCO?

A

I centri di controllo del respiro ricevono informazioni chimiche dai chemiocettori (pH ematico e PaO2) e informazioni meccaniche dai meccanocettori (fase della respirazione). Nei pazienti con BPCO, i chemiocettori segnalano mancanza di ossigeno durante l’espirazione, mentre i meccanocettori indicano che l’espirazione non è completa. Questa discrepanza di informazioni causa la sensazione di affanno (dispnea).

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13
Q

Cosa differenzia BPCO da asma?

A

La sua assente reversibilità spontanea e la sua minima o assente reversibilità dopo trattamento farmacologico

  • Nell’asma si ha uno spasmo della muscolatura liscia e quindi questo è un aspetto reversibile
  • Nella bronchite cronica c’è proprio una ostruzione fisica, c’è proprio il muco, il catarro, che ostacola il flusso. Questo aspetto certamente non cambia con l’inalazione di un farmaco, perlomeno nel breve periodo.
  • Nell’enfisema c’è una perdita di quella forza di ritorno elastico che è quel motore che fa uscire l’aria durante l’espirazione.
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14
Q

Quali sono i meccanismi specifici tramite i quali si realizza l’ostruzione nella BPCO?

A
  1. Perdita degli attacchi alveolari che contribuiscono alla pervietà delle piccole vie aeree
  2. Ingombro del lume da parte di secrezioni
  3. Perdita del ritorno elastico
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15
Q

Che ruolo ha il TNF-α nella BPCO?

A

Il TNFα rientra infatti nelle molecole di difesa dell’organismo nei confronti di processi infiammatori e neoplastici. Va precisato che l’organismo non è in grado di differenziare tra un tumore e un processo infiammatorio, ma mette in ogni caso in atto delle risposte ancestrali: di fronte a un qualunque “problema” vengono prodotte delle sostanze di difesa che cercano di liberarsi del problema.
Il TNF-α, attraverso gli stessi meccanismi che portano alla cachessia i pazienti neoplastici, si ritrova anche nei pazienti con gravi infiammazioni sistemiche, inclusi i BPCO avanzati, specialmente con predominante componente enfisematosa.

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16
Q

L’andamento della BPCO è stabile e costante?

A

No, anzi può avere alcuni periodi di riacutizzazione

17
Q

Qual è la definizione di riacutizzazione di BPCO?

A

“In un paziente con BPCO, una riacutizzazione è un evento caratterizzato da dispnea e/o tosse ed espettorato che peggiora nel corso di 14 giorni o meno, che può essere accompagnato da tachipnea e/o tachicardia ed è spesso associato ad infiammazione locale e sistemica causata da infezione delle vie aeree, inquinamento o un altro insulto alle vie aeree.”

Da sottolineare “In un paziente con BPCO…”, in quanto la diagnosi non sempre viene fatta correttamente ed il pz è comunque convinto di avere BPCO.

18
Q

Cosa c’è alla base delle riacutizzazioni?

A
  • Inquinamento, dimostrato già con il grand smog
  • Infezioni: durante il COVID con le mascherine le riacutizzazioni sono nettamente diminuite (consiglio: usare mascherina); in questo caso la PCR si è rivelata quasi utile per la diagnosi
19
Q

Quanto incide una riacutizzazione BPCO sul corso della malattia?

A

La riacutizzazione nella BPCO è spesso mal interpretata come un lieve peggioramento, ma in realtà è un evento acuto significativo. Dopo una riacutizzazione, il paziente generalmente non recupera lo stato precedente, ma subisce un declino progressivo e sempre più frequenti riacutizzazioni. Nel grafico mostrato, ogni riacutizzazione provoca una caduta irreversibile del FEV1. Un altro grafico mostra curve di sopravvivenza simili per riacutizzazioni gravi di BPCO e infarti, con mortalità iniziale più alta per gli infarti. L’impatto sulla sopravvivenza è di fatto comparabile, ma i pazienti spesso non percepiscono la gravità della riacutizzazione come quella di un infarto. Per migliorare la comprensione, si propone di usare il termine “lung attack”.

20
Q

Cosa succede a livello sistemico durante una riacutizzazione di BPCO, oltre al peggioramento della sintomatologia?

A

Durante un evento infiammatorio acuto, i mediatori infiammatori prodotti aumentano la permeabilità vascolare, permettendo a questi mediatori di entrare nel circolo sistemico e causando infiammazione sistemica. Questa infiammazione sistemica contribuisce alle comorbidità della BPCO, tra tutte la cardiopatia ischemica. Durante il periodo del grande smog, per esempio, molta mortalità è stata attribuita a cardiopatie ischemiche legate a riacutizzazioni di BPCO. Con il progredire della BPCO, il paziente ha riacutizzazioni sempre più frequenti, finendo per entrare e uscire dall’ospedale regolarmente, e infine morire durante una ultima riacutizzazione.

21
Q

Quali terapie sono disponibili per le riacutizzazioni della BPCO?

A

Le terapie disponibili, basate su antibiotici, antinfiammatori e broncodilatatori inalatori, riducono il numero e la gravità delle riacutizzazioni e migliorano lo stato di salute del paziente. Anche se non modificano il VEMS, influenzano l’infiammazione e l’eliminazione dell’espettorato. Ridurre le riacutizzazioni può anche ridurre la mortalità. La terapia inalatoria è efficace quanto le statine in termini di anni di vita guadagnati, ma viene spesso sottovalutata.

22
Q

Come si fa la diagnosi di BPCO?

A
  1. Spirometria: pz ostruito; è obbligatorio dimostrare che VEMS/FVC < 0.7 in seguito a test con broncodilatatore, per dimostrare l’irreversibilità dell’ostruzione
  2. Clinica: dispnea, tosse cronica o espettorazione e/o una storia di esposizione ai fattori di rischio per la malattia, fumo: rischio elevato se > 10 anni/pacchetto
23
Q

Come si dimostra l’irreversibilità della sindrome ostruttiva?

A

Test pre- e post-broncodilatatore: si definisce negativo un test col broncodilatatore se la FEV1 non aumenta di almeno il 12% e 200 mL. D’altra parte, un incremento maggiore deve fare ipotizzare l’asma bronchiale.

24
Q

Cos’è e come funziona il GOLD ABE?

A

Il GOLD-ABE è una guida per definire la condizione del paziente BPCO, la prognosi e la terapia più appropriata.

  1. Diagnosi spirometrica: indispensabile per confermare l’ostruzione. Senza spirometria, le diagnosi sono potenzialmente errate e molti studi mostrano che una percentuale significativa di pazienti diagnosticati con BPCO non ha mai fatto una spirometria.
  2. Valutazione della limitazione funzionale, ovvero del FEV1 misurato rispetto al teorico
    - FEV1 ≥ 80% (GOLD 1) ostruzione lieve
    - FEV1 50-80 (GOLD 2) ostruzione
    moderata
    - FEV1 30-50 (GOLD 3) ostruzione grave
    - FEV1< 30% (GOLD 4) ostruzione molto grave, questi paziente hanno un’aspettativa di vita
    bassissima
  3. Combinazione di sintomi tramite la scala mMRC per la dispnea (ascisse) e nr di riacutizzazioni (ordinate)
    - Pochi sintomi e <2 riacutizzazioni: terapia minima
    - Molti sintomi e <2 riacutizzazioni: terapia moderata
    - Riacutizzazioni > 2 indipendentemente dai sintomi: terapia massiva