Parte I. Organizzaz del SSN - 5. La struttura del SSN (253) Flashcards

1
Q

Con che legge sono state istituite le USL?

A

L 833/1978

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2
Q

Per cosa sta la sigla USL?

A

Unità sanitaria locale

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3
Q

Cos’era una USL?

A

Strutture operative dei Comuni, singoli o associati, e delle Comunità montane, con un ambito territoriale ristretto per servire un bacino d’utenza che va dai 50.000 ai 200.000 abitanti a seconda delle condizioni geomorfologiche e socio-economiche della zona

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4
Q

Come possono articolarsi le USL?

A

In distretti

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5
Q

Come sono definiti i distretti?

A

Strutture tecnico-funzionali per l’erogazione dei servizi di primo livello (es. tutela sanitaria dell’ambiente di vita e di lavoro, degli alimenti, delle attività fisico-ricreative) e di pronto intervento (es. distribuzione di farmaci, attività diagnostiche e terapeutiche a domicilio o ambulatoriali)

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6
Q

In cosa si sono trasformate le USL?

A

In ASL

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7
Q

Quale legge definisce per la prima volta le ASL?

A

DLgs 502/1992

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8
Q

Di cosa è dotata l’ASL secondo il DLgs 502/1992?

A

1) personalità giuridica pubblica
2) autonomia organizzativa
3) autonomia amministrativa
4) autonomia patrimoniale
5) autonomia contabile
6) autonomia gestionale
7) autonomia tecnica

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9
Q

Cos’è l’autonomia giuridica pubblica delle ASL?

A

prima era uno strumento operativo del Comune, ora è soggetto istituzionale deputato alla gestione dei servizi sanitari

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10
Q

Cos’è l’autonomia organizzativa delle ASL?

A

il potere di identificare autonomamente la struttura organizzativa dell’apparato aziendale, ovvero dell’insieme degli elementi che compongono il sistema organizzativo interno (alta direzione, personale di sostegno, linea operativa) e i meccanismi di decentramento dei poteri di gestione, coordinamento comunicazione e controllo

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11
Q

Cos’è l’autonomia amministrativa delle ASL?

A

il potere di adottare in via autonoma provvedimenti amministrativi implicanti l’esercizio della potestà pubblica

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12
Q

Cos’è l’autonomia patrimoniale delle ASL?

A

la capacità di disporre del patrimonio mediante atti di acquisizione, amministrazione e cessione dello stesso

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13
Q

Cos’è l’autonomia contabile delle ASL?

A

si occupa autonomamente della gestione economico-finanziaria e patrimoniale

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14
Q

Cos’è l’autonomia gestionale delle ASL?

A

potere di determinare autonomamente, nei limiti della programmazione regionale, gli obiettivi dell’azione, programmazione, modalità, gestione delle risorse, conferimento poteri, controllo andamento gestione, verifica dei risultati conseguiti

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15
Q

Cos’è l’autonomia tecnica delle ASL?

A

procedure e modalità d’impiego delle risorse

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16
Q

Successivamente al DLgs 502/1992, quale normativa introduce un’accelerazione dell’aziendalizzazione delle USL?

A

Il DLgs 229/1999

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17
Q

Cosa cambia rispetto alle varie autonomie elencate nel DLgs 502/1992?

A

Alle ASL viene attribuita autonomia imprenditoriale che riassume tutte le autonomie e la fa corrispondere all’autonomia delle persone fisiche o giuridiche secondo il CC

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18
Q

Le ASL sono enti pubblici o privati?

A

Sono enti pubblici, ma nel perseguire i propri fini operano come qualsiasi imprenditore privato

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19
Q

Quali sono gli organi dell’ASL?

A

1) Direttore generale, coadiuvato da Direttore amministrativo e Direttore sanitario e dal Consiglio dei sanitari
2) Collegio sindacale

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20
Q

Il Direttore generale

A

Gli competono tutti i poteri di gestione, ovvero la rappresentanza legale, poteri di verifica (attraverso l’istituzione di un apposito servizio di controllo interno) della corretta ed economica gestione delle risorse attribuite e introitate e dell’imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa

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21
Q

Quali sono i requisiti per la nomina del Direttore generale delle ASL e delle Aziende ospedaliere?

A

1) diploma di laurea
2) esperienza dirigenziale comprovata almeno di 5 anni in strutture sanitarie e almeno 7 in altri settori, con autonomia gestionale e diretta responsabilità
3) età non superiore a 65 anni, alla data della nomina

4) obbligo di produrre entro 18 mesi dalla nomina, un certificato di frequenza di un corso di formazione in materia di sanità pubblica e organizzazione e gestione sanitaria attivato e gestito dalla Regione

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22
Q

Con che strumento vengono scelti i Direttori generali?

A

Tramite avviso pubblico e selezione effettuata tramite una commissione di esperti dal quale viene formato un elenco degli idonei.

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23
Q

Ogni quanto vengono rinnovati gli elenchi degli idonei per essere nominati Direttori generali?

A

Ogni 2 anni

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24
Q

Per quanto tempo è valida l’iscrizione nell’elenco?

A

4 anno

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25
Q

Come vengono valutati i Direttori generali?

A

E’ la Conferenza Stato-Regioni che stabilisce i criteri tenendo conto:

1) raggiungimento degli obiettivi
2) garanzia dei LEA
3) obblighi in materia di trasparenza, con particolare riferimento ai dati di bilancio sulle spese e ai costi del personale

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26
Q

Che procedura si attiva per controllare l’operato dei Direttori generali dopo 24 mesi dalla nomina?

A

Dopo 24 mesi ed entro 60 giorni, la Regione, sentito il parere della Conferenza dei sindaci, verifica i risultati aziendali conseguiti, in caso di esito negativo dichiara la decadenza immediata all’incarico con risoluzione del contratto

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27
Q

Chi controlla l’operato dei Direttori generali dopo 2 anni dalla nomina?

A

La Conferenza dei sindaci

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28
Q

Cosa succede se nella verifica dell’operato dei Direttori generali la Conferenza dei sindaci riscontra un esito negativo nei risultati conseguiti e nel raggiungimento degli obiettivi richiesti?

A

Viene dichiarata l’immediata decadenza dall’incarico con risoluzione del contratto

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29
Q

Come controlla lo Stato l’attività dei Direttori generali?

A

Le Regioni trasmettono all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari una relazione biennale sulle attività e sugli esiti dei controlli

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30
Q

Quando il Direttore generale instaura un secondo rapporto di lavoro a chi deve chiedere il permesso?

A

La carica di Direttore generale è incompatibile con la sussistenza di altro rapporto di lavoro, dipendente o autonomo

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31
Q

Quanto dura la carica di Direttore generale?

A

Dai 3 anni a un massimo di 5 anni

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32
Q

Può essere rinnovata una nomina a Direttore generale?

A

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33
Q

Quant’è il tempo massimo che può passare dalla vacanza della carica di Direttore generale?

A

60 giorni

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34
Q

Da chi è nominato il Direttore amministrativo?

A

Dal Direttore generale

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35
Q

A quale profilo di studi deve appartenere il Direttore amministrativo?

A

Deve essere un laureato in discipline giuridiche o economiche all’atto della nomina

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36
Q

Che età massima è prevista per il Direttore amministrativo?

A

Massimo 65 anni

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37
Q

Quanta esperienza deve aver maturato il Direttore amministrativo?

A

Almeno 5 anni di direzione tecnico-amministrativa in enti pubblici o privati o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione

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38
Q

E’ obbligatorio che il Direttore amministrativo partecipi al corso previsto per il Direttore generale?

A

No, ma è facoltà delle Regioni stabilire il conferimento della carica subordinato alla frequentazione di uno di tali corsi

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39
Q

Chi stabilisce le cause di risoluzione del contratto con il Direttore amministrativo?

A

La Regione

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40
Q

Il Direttore amministrativo è responsabile dell’operato dell’ASL?

A

Non di tutto l’operato dell’ASL, solo dell’operato di sua competenza

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41
Q

Come contribuisce il Direttore amministrativo alla formazione delle decisioni della direzione generale?

A

Con la formulazione di proposte e pareri al Direttore generale

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42
Q

Cosa dirige il Direttore amministrativo?

A

I servizi amministrativi dell’ASL

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43
Q

Che profilo professionale / formativo deve avere il Direttore sanitario?

A

Deve essere un medico all’atto della nomina

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44
Q

Quanti anni al massimo può avere il Direttore sanitario?

A

65 anni

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45
Q

Quanta esperienza deve aver maturato il Direttore sanitario?

A

Almeno 5 anni di direzione tecnico-sanitaria in enti pubblici o privati o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione

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46
Q

Da chi è nominato il Direttore sanitario?

A

Dal Direttore generale

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47
Q

Cosa dirige il Direttore sanitario?

A

I servizi sanitari ai fini organizzativi e igienico-sanitari

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48
Q

Assieme a chi partecipa alla Direzione dell’ASL?

A

Assieme al Direttore generale

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49
Q

Chi ha la responsabilità della direzione generale?

A

Il Direttore generale

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50
Q

Chi partecipa alla direzione dell’ASL assieme al Direttore generale?

A

Direttore amministrativo e Direttore sanitario

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51
Q

Che responsabilità ha il Direttore sanitario?

A

Solo quella delle attività di sua competenza

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52
Q

Che tipo di contratto regola il rapporto di lavoro del Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

Un contratto di diritto privato

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53
Q

Che durata ha il rapporto di lavoro del Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

Dai 3 ai 5 anni

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54
Q

E’ rinnovabile il rapporto di lavoro del Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

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55
Q

Da chi è definito il trattamento economico del Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

Dalla contrattazione collettiva nazionale per le posizioni apicali della dirigenza medica e amministrativa

56
Q

Quando una persona viene nominata Direttore generale, amministrativo e sanitario cosa succede al posto di lavoro che aveva in precedenza?

A

Per i lavoratori dipendenti viene determinato il collocamento in aspettativa senza assegni e il diritto al mantenimento del posto

57
Q

Il Direttore generale, amministrativo e sanitario può essere eletto sindaco?

A

No

58
Q

Per quali cariche non può candidarsi il Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

Sindaco, Presidente di Provincia, consigliere comunale, provinciale, circoscrizionale

59
Q

Con quali cariche è incompatibile quelle di Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

Quelle di membro di Consigli provinciali, di Sindaco, assessore comunale, Presidente o assessore di Comunità montana

60
Q

La nomina a Direttore generale implica il collocamento in aspettativa, ma se il futuro Direttore generale era dipendente, anche se in aspettativa, della stessa ASL di cui deve diventare Direttore generale?

A

La carica di Direttore generale è incompatibile con la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente con l’azienda sanitaria presso cui sono esercitate le funzioni

61
Q

Secondo gli aggiornamenti del 2012 e 2013 al DLgs 502/1992, quali condizioni implicano l’inconferibilità della nomina a Direttore generale, amministrativo e sanitario?

A

1) nei 5 anni precedenti la candidatura alle elezioni europee, nazionali, regionali e locali in collegi che comprendano il territorio dell’ASL
2) nei 2 anni precedenti chi ha esercitato funzioni di Presidente del Consiglio dei Ministri, di Ministro, Viceministro, sottosegretario nel Ministero della salute
3) nell’anno precedente abbia esercitato funzione parlamentare
4) nei 3 anni precedenti chi ha fatto parte a giunta o consiglio della regione interessata

62
Q

Cos’è il Consiglio delle professioni sanitarie?

A

Un organismo elettivo delle ASL con funzioni di consulenza tecnico-sanitaria

63
Q

Da chi è composto il Consiglio delle professioni sanitarie?

A

Dal Direttore sanitario, una maggioranza di medici e altri operatori sanitari laureati e una rappresentanza di infermieri e tecnici

64
Q

Cosa fornisce il Consiglio delle professioni sanitarie al Direttore generale?

A

Parere obbligatorio, ma non vincolante, per le attività tecnico-sanitarie, anche sotto il profilo organizzativo e per gli investimenti a esse attinenti

65
Q

Di cosa si occupa il Collegio sindacale?

A

Vigila sulla regolarità amministrativa e contabile dell’ASL

66
Q

Che normativa regolamenta attribuzioni e composizione del Collegio sindacale?

A

DLgs 502/1992

67
Q

Di cosa si occupa il Collegio sindacale di un’ASL?

A

1) verifica l’amministrazione dell’azienda sotto il profilo economico
2) vigila sull’osservanza della legge
3) accerta la regolare tenuta della contabilità e la conformità del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili, ed effettua periodicamente verifiche di cassa
4) riferisce almeno quadrimestralmente alla Regione sui risultati del riscontro eseguito; trasmette almeno semestralmente una relazione sull’andamento delle attività dell’ASL alla Conferenza dei Sindaci o al Sindaco del Comune capoluogo della Provincia dove è situata l’ASL

68
Q

Quanto resta in carica il Collegio sindacale dell’ASL?

A

3 anni

69
Q

Da chi è composto il collegio sindacale dell’ASL?

A

Da 5 membri: sono scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili istituito presso il Ministero di Giustizia, oppure tra i funzionari del MEF che abbiano esercitato almeno per 3 anni le funzioni di revisore dei conti o di componenti dei collegi sindacali

70
Q

Da chi sono designati i membri del collegio sindacale dell’ASL?

A

2 sono designati dalla Regione
1 dal MEF
1 dal Ministero della salute
1 dalla Conferenza dei Sindaci

71
Q

Chi fa parte del Collegio di direzione?

A

Tutto le figure professionali di cui il Direttore generale si avvale per il governo delle attività cliniche

72
Q

Di cosa si occupa il Collegio di direzione?

A

Partecipa alla pianificazione delle attività, ricerca, didattica, programmi di formazione e soluzioni organizzative per le attività di libero-professionale intramuraria
Individua gli indicatori di risultato clinico-assistenziale e di efficienza, e dei requisiti di appropriatezza e di qualità delle prestazioni
Valutazione interna dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi prefissati

73
Q

Il Direttore si consulta liberamente con il Collegio di direzione?

A

Sì e deve consultarlo obbligatoriamente sulle questioni di governo clinico dell’azienda

74
Q

Chi si occupa di garantire i LEA per conto della Regione?

A

Le ASL

75
Q

Cosa comprendono i LEA?

A

Le tipologie di assistenza, i servizi e le prestazioni garantite dal SSN a tutti i cittadini

76
Q

Quanto sono libere le Regioni rispetto alla possibilità di fornire servizi sanitari?

A

Al minimo devono garantire i LEA, ma possono anche offrire servizi ulteriori

77
Q

In che anno sono stati ridefiniti i LEA?

A

Nel 2016

78
Q

Tramite cosa sono stati ridefiniti i LEA?

A

L’Intesa in Conferenza Stato-Regioni

79
Q

Quante e quali sono le nuove macro-aree dei LEA?

A

Sono 3:

1) prevenzione collettiva e sanità pubblica
2) assistenza distrettuale
3) assistenza ospedaliera

80
Q

Cosa comprendono i LEA?

A

I livelli, tipologie e modalità di prestazioni che sono a carico del SSN

81
Q

Cosa viene escluso dai LEA?

A

Servizi e prestazioni sanitari che:

1) non rispondono a necessità assistenziali tutelate in base ai principi ispiratori del SSN
2) non soddisfano il principio dell’efficacia e dell’appropriatezza
3) in presenza di altre forme di assistenza che soddisfano le stesse esigenze, non rispondono al principio di economicità dell’impiego di risorse

82
Q

Cosa sono i livelli aggiuntivi di assistenza e a chi ne compete la creazione e la gestione?

A

Come dal nome sono prestazioni aggiuntive rispetto ai LEA la cui creazione e finanziamento compete ai Comuni, secondo la programmazione sanitaria regionale, e la cui erogazione compete alle ASL

83
Q

Cosa succede ai Direttori generali in caso di mancato conseguimento degli obiettivi di salute previsti dai LEA?

A

La decadenza automatica

84
Q

Ogni quanto tempo vengono aggiornati i LEA?

A

Ogni anno

85
Q

Nell’area socio-sanitaria come sono elencati i LEA?

A

Vengono elencate tipologie di prestazioni garantite

86
Q

In parole povere, come funziona l’aggiornamento dei LEA?

A

Vengono inserite nuove prestazioni ed eliminate prestazioni obsolete

87
Q

Cosa è stato fatto per aggiornare i LEA un po’ più nel dettaglio?

A

1) sono stati riviste le descrizioni delle tipologie di assistenza e dei servizi nell’area della prevenzione collettiva e sanità pubblica
2) sono state aggiornate le liste (nomenclatori specialistica e protesica) in base all’evoluzione tecnologica
3) sono stati riviste le descrizioni delle tipologie di assistenza e dei servizi nell’area socio-sanitaria con:
- articolazione dell’assistenza domiciliare in 4 livelli d intensità (da 1 a 6 accessi settimanali) in base al bisogno
- articolazione dell’assistenza residenziale in 3 livelli d’intensità (intensiva, estensiva e lungo-assistenza) per malati cronici, disabili, pazienti psichiatrici, dipendenti patologici
4) aggiornamento degli elenchi delle malattie rare, croniche e delle relative prestazioni esenti da ticket
5) aggiornamento protocollo tutela gravidanza

88
Q

Alcune nuove prestazioni previste dai LEA?

A

diagnosi precoce, cura e trattamento individualizzato dell’autismo, integrazione nella vita sociale e sostegno per le famiglie
nuova lista che dà esenzione per patologie rare
rivisto l’elenco di malattie croniche e invalidanti
la celiachia diventa malattia cronica
nuovo piano vaccinale: es. estensione Papillomavirus ad adolescenti maschi
screening neonatale per individuare tempestivamente sordità e cataratta congenita e malattie metaboliche ereditarie

89
Q

Cosa sono le prestazioni socio-sanitarie?

A

Tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, continuità tra le azioni di cura e quelle di riabilitazione

90
Q

Cosa comprendono le prestazioni socio-sanitarie?

A

a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale

b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria

91
Q

A chi competono e sono a carico le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale?

A

Alle ASL

92
Q

A chi competono e sono a carico le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria?

A

Sono di competenza dei Comuni e sono a carico dei del Comune e in partecipazione dei cittadini in misura stabilita dall’amministrazione comunale

93
Q

Di cosa si avvale l’ASL per erogare le prestazioni sanitarie dei LEA?

A
  • propri presidi ospedalieri non costituiti in azienda
  • aziende ospedaliere
  • istituzioni sanitarie pubbliche (es. ospedali militari) o private autorizzate e accreditate
  • professionisti in regime di convenzione
94
Q

Esistono dei LEA per il settore dell’assistenza sociale?

A

95
Q

Come si chiamano i LEA per il settore dell’assistenza sociale?

A

LIVEAS

96
Q

Da quando sono stati introdotti e dove sono stati spiegati in dettaglio?

A

Sono stati introdotti con la legge quadro L. 328/2000

Sono stati spiegati con precisione nel Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2001-2003

97
Q

Quali sono le aree d’integrazione socio-sanitaria?

A
  • materno infantile
  • disabili
  • anziani e persone non autosufficienti con patologie cronico-degenerative
  • dipendenze da droga, alcol e farmaci
  • patologie psichiatriche
  • patologie per infezione di HIV (VIU)
  • pazienti terminali
98
Q

Qual è il modello organizzativo delle ASL?

A
  • distretti sanitari di base
  • dipartimenti di prevenzione
  • presidi ospedalieri non costituiti in aziende ospedaliere
99
Q

Di cosa si deve occupare la regione in merito all’articolazione delle ASL?

A
  • la suddivisione del territorio regionale in ASL
  • la suddivisione del territorio ASL in distretti
  • l’istituzione e organizzazione nelle ASL dei dipartimenti di prevenzione
  • la costituzione dei presidi ospedalieri in aziende quando ricorrano i presupposti dalla legge 502/1992
100
Q

Che tipo di autonomia è stata concessa dalla riforma sanitaria ter ai distretti?

A

1) Autonomia tecnico-gestionale
2) Autonomia economico-finanziaria
3) Contabilità separata all’interno del bilancio dell’ASL

101
Q

Qual è il bacino d’utenza minimo dei Distretti?

A

60.000 abitanti

102
Q

Cosa garantisce il distretto?

A

a) assistenza specialistica ambulatoriale
b) attività o servizi per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze
c) attività o servizi consultoriali per la tutela della salute dell’infanzia, delle donna e della famiglia
d) attività o servizi per disabili e anziani
e) attività o servizi di assistenza domiciliare integrata
f) attività o servizi per le patologie da HIV (VIU) e per le patologie in fase terminale

103
Q

Chi è a capo del Distretto?

A

Il Direttore di Distretto

104
Q

Cosa fa il Direttore di Distretto?

A

Realizza le indicazioni della direzione aziendale
Gestisce le risorse assegnate per garantire l’accesso della popolazione alle strutture e servizi, per garantire l’integrazione tra servizi e continuità assistenziale
Supporta la direzione generale nei rapporti con i Sindaci del distretto
Elabora la proposta di Programma delle attività territoriali che definisce gli obiettivi di salute e a livello territoriale

105
Q

Il Direttore di distretto si occupa da solo della guida del distretto?

A

Viene coadiuvato da un Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali

106
Q

Chi fa parte dell’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali?

A

Rappresentanti delle figure professionali operanti nei servizi distrettuali:
1 rappresentante dei medici di medicina generale
1 dei pediatri di libera scelta
1 degli specialisti ambulatoriali convenzionati operanti nel distretto

107
Q

Da chi è attribuito l’incarico di Direttore di distretto?

A

Dal Direttore generale

108
Q

Qual è la figura professionale del Direttore di distretto?

A

Un dirigente dell’ASL, con esperienza specifica nei servizi territoriali e un’adeguata formazione sull’organizzazione dell’ASL
oppure
Un medico convenzionato da almeno 10 anni

109
Q

Cosa sono i dipartimenti di prevenzione?

A

Una struttura operativa dell’ASL

110
Q

Chi istituisce il dipartimento di prevenzione?

A

La Regione

111
Q

Che finalità ha il dipartimento di prevenzione?

A

1) garantire la tutela della salute collettiva
2) perseguire obiettivi di promozione della salute
3) agire per la prevenzione delle malattie e delle disabilità
4) operare per il miglioramento della qualità della vita

In generale si attiva per individuare e rimuovere le cause di nocività e malattia di origine ambientale, umana e animale

112
Q

Per garantire la prevenzione collettiva e la sanità pubblica cosa fa il dipartimento di prevenzione?

A

1) profilassi malattie infettive e parassitarie
2) tutela collettività verso sostanze inquinanti
3) tutela collettività verso rischi infortunistici e sanitari sul lavoro
4) sanità pubblica veterinaria
5) tutela igienico-sanitaria degli alimenti
6) sorveglianza e prevenzione nutrizionale
7) promozione salute e prevenzione malattie cronico-degenerative in collaborazione con altri servizi e dipartimenti aziendali
8) tutela della salute nelle attività sportive

113
Q

Dal punto di vista gestionale e finanziario come si caratterizza il dipartimento di prevenzione?

A

Gode anch’esso di autonomia organizzativa e contabile ed è organizzato in centri di costo e di responsabilità

114
Q

Dal punto di vista strutturale interno, in che modo la Regione articola il dipartimento in strutture organizzative?

A

Strutture dedicate a:

1) igiene e sanità pubblica
2) igiene degli alimenti e della nutrizione
3) prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro
4) sanità animale
5) preservazione igienico-sanitaria in ambito del commercio alimentare
6) igiene allevamenti e produzioni zootecniche

115
Q

Cos’è un presidio ospedaliero?

A

Gli ospedali non costituiti in azienda ospedaliera che non godono di autonomia rispetto all’ASL

116
Q

Cos’è l’organizzazione dipartimentale?

A

Un modello ordinario di gestione operativa delle attività

117
Q

Quanti e quali sono i modelli di organizzazione dipartimentale?

A

Sono 2:

1) struttura operativa complessa
2) modello tecnico funzionale

118
Q

Cosa dovrà fare il dipartimento nel caso si tratti di una struttura operativa complessa?

A

Dovrà individuare le risorse specifiche, in particolare l’organico, garantire omogeneità di programmazione, controllo gestione economica e gestione comune di un bilancio previsionale

119
Q

Cosa dovrà fare il dipartimento nel caso si tratti di un modello tecnico funzionale?

A

Non avrà un bilancio previsionale, al suo interno confluiranno unità operative territoriali e ospedaliere con loro autonomia nelle strutture di appartenenza con contabilità separata e che terrà conto degli obiettivi dipartimentali

120
Q

Chi è a capo di un dipartimento?

A

Un Direttore

121
Q

Da chi viene nominato il Direttore di dipartimento?

A

Dal Direttore generale dell’ASL

122
Q

Cosa predispone il Direttore di dipartimento per stabilire le sue disponibilità con l’azienda?

A

Un Piano delle attività e dell’utilizzazione delle risorse disponibili

123
Q

A chi deve presentare il Piano delle attività e dell’utilizzazione delle risorse disponibili il Direttore dipartimentale?

A

Alla Direzione generale nell’ambito della programmazione aziendale

124
Q

Cos’è un’azienda ospedaliera?

A

Ospedali scorporati dall’azienda sanitaria locale e costituiti in aziende autonome dotate di personalità giuridica e autonomia imprenditoriale

125
Q

Chi segnala gli ospedali che possono diventare aziende?

A

La Regione

126
Q

Quali sono i requisiti di cui deve essere dotato l’ospedale per diventare Azienda ospedaliera?

A

1) organizzazione dipartimentale di tutte le unità operative presenti nella struttura
2) disponibilità di un sistema di contabilità economico-patrimoniale e di una contabilità per centri di costo
3) presenza di almeno 3 unità operative di alta specialità
4) dipartimento di emergenza di secondo livello
5) ruolo di ospedale di riferimento in programmi integrati di assistenza su base regionale e interregionale
6) attività di ricovero in degenza ordinaria
7) indice di complessità della casistica dei pazienti trattati in ricovero ordinario
8) disponibilità di un proprio patrimonio immobiliare adeguato e sufficiente

127
Q

Dimmi almeno tre unità operative di alta specialità

A
  • emergenze, anche pediatriche
  • grandi ustioni, anche pediatriche
  • cardiologia medico-chirurgica, anche pediatrica
  • neurologia a indirizzo chirurgico, anche pediatrica
  • nefro-urologia, anche pediatrica
  • neuro-riabilitazione
  • trapianti d’organo, anche coordinamento interregionale di prelievi multiorgano per trapianto
  • oncoematologia, anche pediatrica
  • pneumologia oncologica
  • radioterapia oncologica
  • malattie vascolari
  • ginecologia oncologica
128
Q

Se l’ospedale che si vuole rendere azienda ospedaliera è l’unico nel territorio dell’ASL, cosa si fa?

A

Nulla, in tal caso non lo si può convertire in azienda ospedaliera

129
Q

In quante e quali tipologie si possono suddividere i presidi ospedalieri?

A

3 tipologie:

1) presidi ospedalieri di base
2) presidi ospedalieri di I livello
3) presidi ospedalieri di II livello

130
Q

Quali sono le due discriminanti per distinguere i tre tipi?

A

Bacino d’utenza e presenza del DEA

131
Q

Per cosa sta la sigla DEA?

A

Dipartimento d’Emergenza Accettazione

132
Q

Quant’è il bacino d’utenza dei presidi ospedalieri di base?

A

80.000 - 150.000

133
Q

Quant’è il bacino d’utenza dei presidi ospedalieri di I livello?

A

150.000 - 300.000

134
Q

Quant’è il bacino d’utenza dei presidi ospedalieri di II livello?

A

600.000 - 1.200.000

135
Q

Chi deve avere un DEA di I livello?

A

I presidi ospedalieri di I livello

136
Q

Chi deve avere un DEA di II livello?

A

I presidi ospedalieri di II livello

137
Q

I presidi ospedalieri di base devono avere un DEA?

A

No