Paradigma psicologico: P. Cognitivo-Comportamentale Flashcards
Paradigma comportamentale: tecniche operanti?
• TECNICHE OPERANTI (efficaci per molti problemi
dell’infanzia) basate sul condiz. operante, visto il ruolo cruciale del
rinforzo nel mantenere un comportamento disfunzionale, è possibile:
(1) rinforzare (con schemi di rinforzo prima fissi e poi intermittenti) i
comportamenti funzionali/desiderati per aumentarne la
probabilità di attuazione
(2) individuare i rinforzi che mantengono i comportamenti
disfunzionali, per poi eliminarli (es. periodo di “time-out”),
evitando invece di ricorrere ai metodi punitivi
DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA?
(per fobie e disturbi
d’ansia [J.Wolpe, 1958]) Comprende un profondo rilassamento
muscolare associato all’esposizione graduale a una serie di situazioni
temute, dalle meno alle più ansiogene (l’associazione tra ansia e stimolo
ansiogeno dovrebbe estinguersi esperendo l’esposizione allo stimolo temuto
insieme alla risposta antagonista di rilassamento). L’esposizione in vivo, se
praticabile, è più efficace. Inoltre, non vi sono prove forti che il
rilassamento sia veramente necessario attualmente si praticano
trattamenti più brevi senza addestramento al rilassamento
ATTIVAZIONE COMPORTAMENTALE?
(BA, sptt. per depressione)
si aiuta la persona ad impegnarsi in attività piacevoli (es. passeggiare, fare
uno sport, dipingere, chiacchierare con amici, ecc.) che creino opportunità di
ricevere rinforzi positivi, i quali inducendo a concepire pensieri più positivi,
possono rompere il circolo vizioso depressione–evitamento sociale. Le
attività rinforzanti devono essere scelte sulla base di un piano
personalizzato.
Quali sono le maggiori critiche all’approccio comportamentale?
Le maggiori critiche all’approccio comportamentale sono il fatto di trascurare due aspetti importantissimi nel DM: quello che si pensa e si prova in un dato contesto (variabili cognitivo-affettive)
Paradigma cognitivo?
L’approccio COGNITIVO ha oggi un ruolo centrale nella
ricerca di cause e trattamenti dei vari DM. Si parte
dall’assunto che l’individuo è un interprete attivo di ogni
situazione. In particolare:
(1) l’individuo elabora ogni nuova informazione inserendola in una rete
organizzata di conoscenze pregresse (schema o set cognitivo, vd.
Neisser 1976]). Schemi negativi [Beck], credenze irrazionali [Ellis]
possono causare/mantenere/aggravare i DM
(2) l’individuo può avere distorsioni cognit. [Beck], deficit cognitivi
(es. mnestici, attentivi, inibitori) – generali o specifici - che possono
causare/mantenere/aggravare certi DM
La terapia cognitiva di Beck?
La terapia di Beck si basa su un lavoro di persuasione del terapeuta
atta a far si che il pz. concepisca pensieri meno negativi e
disadattivi (“ristrutturazione cognitiva” per eliminare le «distorsioni
cognitive»), attraverso:
• la messa in discussione delle opinioni negative del pz. riguardo al sé,
al mondo,al futuro (attraverso la ricerca delle contraddizioni nelle
opinioni, negli stili cognitivi del pz.)
• il monitoraggio da parte del pz. del proprio dialogo interno e
l’identificazione dei pensieri che portano ai pensieri depressivi
• l’apprendimento da parte del pz. di strategie che promuovano la
formulazione di assunti più positivi e adattivi
La procedura della terapia cognitivo-comportamentale (CBT)?
Nella terapia cognitivo-comportamentale (CBT) :
- il terapeuta monitora percezioni, pensieri, giudizi,
autovalutazioni, perfino assunti taciti (inconsci) del paziente
- lo scopo è quello di portare in luce gli schemi di pensiero
disadattivi e le distorsioni cognitive che possono essere all’origine
del disturbo o del disagio emotivo
- una volta individuati questi schemi di pensiero disfunzionali, il
terapeuta agisce su di essi cercando di cambiarli in schemi più
adattivi, meno disfunzionali (ristrutturazione cognitiva)
L’idea è quindi quella di arrivare a cambiare modi di
pensare/sentire, comportamenti alterati e sintomi,
partendo dalla modificazione della cognizione del pz.
La terza generazione o terza onda del paradigma cognitivo-comportamentale?
In anni più recenti stiamo assistendo alla cosiddetta terza generazione del
paradigma cognitivo-comportamentale (terza onda).
• Dal pdv teorico si tratta di modelli più attenti ai PROCESSI cognitivi
alterati piuttosto che ai contenuti negativi di tali processi com’era stato
per il cognitivismo classico
• Dal punto di vista psicoterapeutico, si enfatizzano: l’accettazione di sé
e delle esperienze (emozionali), anche di quelle negative, sottolineando
l’importanza della defusione dell’individuo dalle stesse, la spiritualità e il
perseguimento degli obiettivi personali basato sul sistema valoriale di
ciascuno.
• Alcune tra le più diffuse terapie cognit-comportali di terza generazione:
Terapia dell’accettazione e dell’impegno [ACT, Hayes, 2005]
Terapia cognitiva basata sulla mindfulness [MBCT, Segal, Williams,
Teasdale, 2003]
Terapia Metacognitiva [MCT, Wells e Matthews, 1994]
Paradigma COGN.-COMPORTAM.: valutazione?
• Le spiegazioni del paradigma cognitivo-comportamentale
tendono a focalizzarsi più sui determinanti attuali dei disturbi
che sui loro antecedenti (rottura rispetto agli approcci terapeutici
dinamici incentrati invece sulla ricerca delle cause nel passato, sptt
nell’infanzia, dell’individuo) è veramente un limite
dell’approccio???
• Il paradigma si caratterizza per attribuire ai pattern di pensieri
disfunzionali e disadattivi un valore eziologico rispetto ai DM (la
cognizione causa il malessere, il DM), tuttavia la relazione causale
non è così chiara, potrebbe essere vero anche l’inverso (la
psicopatologia causa i set di pensieri distorti..). Questo problema
non toglie però nulla al fatto che ci sono evidenze a favore del
fatto che cambiando i pensieri disadattivi i sintomi
psicopatologici si possono alleviare.