neoplasie renali Flashcards

1
Q

classificazione tumori renali

A

Itumori del rene possono essere classificati in base a diversi parametri. In base alla maturità o meno del tumore distinguiamo: benigni e maligni,
Tumori del parenchima renale maturo ed immaturo

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Q

tumori parenchima renale maturo

A

l’Adenocarcinoma renale l’Oncocitoma

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3
Q

tumori parenchima renale immaturo

A

il Nefroblastoma ( tumore dì Wilms ) che è in genere un tumore di età pediatrica; tumori della pelvi renale come Carcinoma a cellule transizionali,
Angiomiolipoma se è di origine vascolare,
Sarcoma se sono mesenchimali.

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4
Q

tumori maligni

A

Carcinoma a cellule renali è il più frequente

Carcinoma a cellule transizionali della pelvi, sarcoma, Tumore di Wilms

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5
Q

tumori benigni

A

Oncocitoma Angiomiolipoma

Cisti renali semplici ( più frequenti )

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6
Q

tumori benigni, cisti

A

In genere il paziente non si rende conto di avere una cisti, se non di diametro veramente considerevole, e perciò il reperto è per lo più occasionale durante un’ ecografia eseguita per altri motivi.
Possono essere singole o multiple e raramente danno sintomi. i ‘
Quando le cisti raggiungono un diametro. che è superiore ai 10 cm può
dare una sensazione di peso, un dolore, ma più che altro tutti i sintomi che ci danno sono dovuti o alla com pressione dell’uretere, allora il dolore qui è dovuto al!’ idronefrosi, o a compressione di altre strutture.

All’ecografia si vede una formazione anecogena, quindi liquida, nera.

La TAC addome si può richiedere quando abbiamo una cisti renale complessa, perché di per se le cisti renali non sono delle lesioni pre-cancerogene, però abbiamo tutta una classificazione delle cisti che possono necessitare di intervento chirurgico.
Comunque, per definizione, la cisti renale semplice dev’essere a completo contenuto anecogeno.
56

L’urografia si può richiedere solo quando si ha una sospetta compressione della via escretrice, anche se oggigiorno non si chiedono più le urografie ma le uroTAC.
La terapia viene fatta solo se la cisti è : Molto voluminosa,
Sintomatica Complessa

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7
Q

terapia cisti renali

A

Ci sono diverse terapie:

Puntura ecografica percutanea con alcolizzazione, ìl principio di questa terapia è che noi andiamo ad evacuare la cisti,e poi andiamo ad iniettare dell’alcol non puro diluito con fisiologica.
L’ alcol va a generare una reazione infiammatoria e sclerotica, per cui il lume della cisti dovrebbe
ridursi.
li problema di questa procedura ( che noi comunque eseguiamo ) è che il rischio di recidiva è
abbastanza elevato soprattutto per le cisti voluminose
Marsupializzazione laparoscopica o per via chiurigica, è la decaptazione della cisti. Si va ad asportare tutta la parete della cisti e il rischio di recidiva è minore.

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8
Q

oncocitoma

A

Questo è un tumore abbastanza raro ( 3% di tutte le masse solide renali ) .
Ha origine dalle cellule del tubulo prossimale ( anche se gli studi sono ancora in corso ) e la caratteristica è che dal punto di vista istologico si vedono delle voluminose cellule eosinofile molto differenziate che si chiamano appunto oncocitomi ( con aspetto a ruota di carro, tondeggiante, uniforme, con margini belli delimitati)

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9
Q

diagnosi differenziale oncocitoma

A

Non ci sono zone di necrosi, c’è questa zona centrale un po’ più scura ( centro fibroso ) che dà questo aspetto a raggiera

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10
Q

terapia oncocitoma

A

Enucleazione chirurgica quando la massa non è molto voluminosa, o una nefrectomia

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11
Q

angiomiolipoma

A

Difficile da differenziare da un tumore a cellule chiare.
La metodica che ci permetter di fare Dia gnosi Di fferenziale è la Risonanza M agnetica.
Può svilupparsi sia come fenomeno isolato, oppure si può sviluppare nel contesto di malattie ben più complesse ( nel 50% dei casi infatti è associato alla sclerosi tuberosa, dove i pazienti hanno ritardo mentale, epilessia e degli adenomi sebacei;ed è familiare ).
Interessa per lo più le strutture vascolari e si associano anche aggregati di adipociti.
Si ha una coesistenza di diverse strutture provenienti da diversi tessuti e si parla quindi di amartoma.

Come tutti i tumori renali, sono spesso asintomatici, però, a differenza degli altri, possono dare emorragia quando le lesioni sono superiori ai 4 cm, ragion per cui questi tumori vengono trattati quando le dimensioni sono tali che possono andare a determinare una complicanza come quella dell’ emorragia.
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57

Quindi angiomiolipomi di piccole dimensioni non necessitano terapia di tipo chirurgico ma una sorveglianza attiva, e si farà una ecografia a distanza annuale o di pochi mesi a seconda delle dimensioni. Quando l’angiomiolipoma raggiunge dimensioni considerevoli, visto il rischio emorragico, che impone un’ urgenza chirugica, viene trattato.

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12
Q

diagnosi angiomiolipoma

A

Diagnosi ecografica, o con la TC dove riscontriamo il tessuto adiposo, e anche la RM.

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13
Q

terapia angiomiolipoma

A

< 4 cm osservazione
> 4 cm intervento chirurgico ( intervento di tipo conservativo dove è possibile, owero tolgo solo l’angiomiolipò’ma ).
Se abbiamo una formazione di 5 cm nel polo superiore esofitica ( tumore che si sviluppa verso l’esterno ), si va a fare un’ehucleazione.
Se dovesse essere mesorenale ( al centro del rene, quindi non si riesce ad operare una massa mesorenale senza ledere la via escretrice e i vasi ) di 10 cm bisognerà fare una nefrectomia anche se quel tumore è benigno per il rischio di sanguinamento.

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14
Q

tumori maligni, carcinoma a cc renali

A

Relativamente raro ( 3% ) anche se sta aumentando questa percentuale e soprattutto sta diminuendo drasticamente l’età di insorgenza.Se voi leggete l’incidenza di questo tumore, è verso la quinta e settima decade, però è sempre più frequente una diagnosi tra i 30 e i 40 anni.
Incidenza in continuo aumento, probabilmente per :
Reale : Maggiore esposizione a fattori cancerogenici.
Relativo : Un’ ecografia ora si fa in maniera molto più frequente rispetto a quanto non si facesse 20-30 anni fa ( quindi anche in persone giovani, viene richiesta un’ eco addome e viene fatta spesso una diagnosi precoce ).

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15
Q

eziologia carcinoma renale

A

Non è stato ancora individuato un agente eziologico.
lf fumo, rispetto al peso che può avere nel tumore della vescica, si è visto che non ha una rilevanza così elevata nel tumore del rene; aumenta un po’ il rischio, ma non si può trovare un’ associazione come per il tumore del polmone o della vescica.
Non è stata nemmeno riscontrata una relazione diretta tra esposizione ad agenti cancerogeni industriali ( a
differenza del tumore delle vescica dove aumenta il rischio con pesticidi o coloranti ).

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16
Q

tipi carcinoma

A

Carcinoma che può essere distinto in :
Carcinoma renale Sporadico
Carcinoma renale Familiare
Carcinoma renale associato alla sindrome di Von Hippel-Lindau, patologia abbastanza rara( 1/36000 nascite ), neoplasia familiare, caratterizzata dal fatto che ci sono tumori renali multipli in sedi diverse ( è il 35-45% dei casi di morte per tumore renale ).

17
Q

biologia molecolare, carcinoma

A

Con la biologia molecolare sono state scoperte diverse cose sul tumore a cellule chiare, in particolare che è implicato il braccio corto del cromosoma 3 ( delezioni e traslocazioni a questo livello andrebbero a stare alla base della patogenesi del tumore renale ).
In realtà si è visto che pazienti con queste mutazioni hanno una forma più precoce e più aggressiva di carcinoma renale.
È stato inoltre individuato il gene di Von Hippel-Lindau, il gene VHL, che è sempre localizzato nel
cromosoma 3. Esso è probabilmente è alla base di quello che noi stiamo cercando di fare, ovvero, una terapia su base genica, perché il tumore renale purtroppo è un tumore che non è né chemio né radiosensibile.

Se preso in tempo, con una piccola formazione, si fa una nefrectomia o una tumorectomia ( e finisce lì ),
ma, qualora la malattia sia avanzata, noi non abbiamo armi.
La resistenza è data dal gene MDRl che codifica per una glicoproteina di membrana, e va a metabolizzare, eliminare, i vari agenti chemioterapici non simili fra loro.

18
Q

anatomiapatologica carcinomi

A

Dal punto di vista anatomopatologico abbiamo diverse varianti:

Nella maggior parte dei casi abbiamo tumori a cellule chiare.
Ci sono poi altri tumori che possono originare dall’epitelio dei dotti collettori, oppure da carcinoma a cellule cromo/obe . ( questo giusto per dirvelo ma non vi verrà chiesto ali’ esame ).

Dal punto di vista del grading citologico bisogna valutare la differenziazione nucleare, un po’ come tutti i tumori bisogna andare a vedere quanto più è differenziato il tumore ( quindi quanto più è lontano da quella cellula normale ). Ci sono diverse classificazioni secondo I’ OMS ( Gl-3 ). Importante dal punto di vista prognostico.

19
Q

quadro clinico carcinoma

A

Come per i tumori benigni, le manifestazioni cliniche del tumore maligno a cellule renali è praticamente nulla, è asintomatico, e la diagnosi è per lo più da incidentalomi, riscontrati appunto durante un esame ecografico.

La triade che troverete nei libri : 1. Dolore

  1. Ematuria
  2. Massa palpabile al fianco

Difficilmente i pazienti vengono con questa triade ( < 10% dei pazienti, ed è espressione di una malattia avanzata ).

20
Q

manifestazioni cliniche renali tumore renale

A

L’ematuria può aversi quando il tumore ha intaccato la via escretrice, perché finchè rimane al parenchima, non darà ematuria ( e allora lì bisogna anche fare una diagnosi differenziale ).
Massa palpabile al fianco vuol dire che quella massa renale è veramente voluminosa.
Il dolore lo dà appunto quando si va a presentare una compressione dell’uretere con conseguente idronefrosi, e allora è l’idronefrosi che dà il dolore, e non il tumore.

Il paziente di cui parlavo prima aveva dolore alla schiena e stanchezza, e in 8 mesi era passato da 95 kg a 70 kg.

21
Q

manifestazioni cliniche sistemiche tumore renale

A
Perdita di peso ( 36 % )
Sudorazione notturna ( che in genere, se non abbiamo una condizione febbrile, ci fa pensare ad una condizione neoplastica o paraneoplastica )
Febbricola serotina che passa ( a 37/37,5 ° C che non sembra correlata a niente; 18% ) Ipertensione arteriosa ( 20% )
lmprowisa  comparsa  di  varicocele  dx  (  secondario,  ab  estrinseco,  dovuto  a  compressione;  si specìfica a dx, perché di solito, il varicocele, è più frequente a s
22
Q

manifestazioni metastatiche tumore renale

A

fl tumore può manifestarsi con segni clinici dovuti a metastasi :
dolore osseo
sindrome neurologica
emoftoe ( da localizzazioni polmonari)

Ci sono poi delle manifestazioni paraneoplastiche, a cui sono state date anche un nome : la sindrome di Stauffer. Sono delle alterazioni della funzionalità epatica, leucopenia e febbre ( l’eziologia non è nota ).

23
Q

diagnosi carcinoma

A

Tutte le volte che noi andiamo a sospettare una massa a livello ecografico, si rende necessario
richiedere una TAC, metodica che oramai è d’elezione per la diagnostica del tumori del rene (naturalmente preceduta da un’ ecografia ).

La differenza con l’ecografia di un tumore benigno, è che qua abbiamo margini sfumati, un’area centrale di necrosi e colliquazione; si nota la disomogenicìtà, e qua la terapia è la nefrectomia o tumorectomia (enucleazione della massa, quando però è piccola ).

Alcune volte si può usare la RM, solo quando :
Il paziente ha un’allergia ai mezzi di contrasto
Ha un’ insufficienza renale e quindi non possiamo richiedere un’ uroTC
Quando sospettiamo il coinvolgimento di organi adiacenti
60

TC e RM ha n no u na m igliore va l utazione delle piccole masse, però la RM ci da il vantaggio che offre anche d elle scansion i sagittali, e p uò essere potenzia ta perché possia mo uti lizza re u n mezzo d i cont rasto pa ra magnetico.

24
Q

stadiazione tumore renale

A

Clinica ( non su l pezzo istologico, ma con i mezzi a nostra d isposizione pre-intervento, ossia con la va l utazione delle d imensioni del tu more tra m ite la TAC )
Patologica (la fa l’anatomopatologo che ana lizza i l pezzo operatorio )

Ricordatevi che nel tumore del rene, così come nel tu more del testicolo, non si fan no biopsie dall’esterno, perché da l pu nto d i vista della rad ica lità oncologica non è corretto ( si rischia d i creare u na d issem inazione).

T tu more

N metastasi dei linfonodi M metastasi a d ista nza
( stud iatevi la TNM perché se la chied ono la dovete sapere, però vi rimarrà per l’esa me e pu nto ). I linfonodi interessati d a l tumore sono i precavali e i paraortici.
Ment re le metastasi le trovia mo molta spesso al surrene per q uestioni di contiguità.
Per cui qua nd o facciamo u na nefrectomia radicale, a ndia mo ad asportare anche il surrene ( comu nq ue c’è il
surrene contra laterale che va a supplire }.

Possi bili localizzazioni anche nel : Rene ( contro-laterale )

Fegato Encefa lo Polmone
Ossa ( meno freq uenti )

25
Q

terapia tumore renale

A

Di pen de d a lle dimensi on i del tu more. Se la d imensione è elevata si fa la nefrectomia radica l e che è i l gold standa rd. Si asporta i l rene con ca psu la ad iposa e surrene omolaterale.

Può essere associata o meno a linfoadenectomia, perché a differen za di alt ri tu mori, è stato visto che la linfoadenectomia, non va ad inficiare su lla sopravvivenza.
I tu mori renali possono anche d a re dei trom bi a l ivello della cava, q ui nd i si fa u na nefrectom ia rad icale + asportazione parziale della vena cava.

Se è bassa, e la crescita è esofitica (proliferazione sulla superficie o su/l’epitelio di un organo), si può fare u na t u morectomia ( a nche se i pazienti devono fi r mare i l consenso per u n’event uale se ci si rende conto, durante l’intervento, che l’escissione completa non è possibile, o che la massa è più grande di quanto le immagini ci facessero vedere, si va a fare una nefrectomia ).

La chirurgia conservativa dà degli ottimi risultati, e si sceglie quando i tumori sono ad entrambi i lati.
Difatti non possiamo fare ad entrambi i lati una nefrectomia, quindi nel lato del tumore più grande faremo una nefrectomia, mentre nell’altro una tumorectomia ( sennò il paziente va incontro a dialisi, e quando il paziente va incontro a dialisi per nefrectomia bilaterale, ha una soprawivenza molto bassa ).

Attualmente la terapia conservativa viene impiegata per tumori sotto i 5 cm. In realtà più che la dimensione fa fa da padrona la sede. Perché se la formazione è nel polo superiore e nel polo inferiore anche se magari è 6 cm, e si porta tutta verso l’esterno, noi riusciamo ad enuclearla.
Se invece è una formazione, seppur piccola, ma in vicinanza dell’ ilo o della via escretrice, ci porta a fare una nefrectomia

Naturalmente ogni volta che noi facciamo una tumorectomia dobbiamo garantire la stessa radicalità di una nefrectomia.
Se dovessimo avere anche il solo dubbio che quell’ intervento non sia radicale, a quel punto non si fa un
intervento conservativo ma si fa una chirurgia demolitiva.
li tumore a cellule renali non è né chemio né radiosensibile, a causa del gene che ci dà la resistenza.nefrectom ia, perché

26
Q

immunoterapia

A

L’immunoterapia è l’unica terapia che adesso è a disposizione del carcinoma renale metastatico.
Viene utilizzata perché si è visto che in altri tumori, come ad esempio il melanoma, che è immunogeno come anche quello renale, noi andiamo a stimolare la funzione immunitaria dell’ ospite e ciò gioverebbe sul controllo della crescita del tumore ( praticamente si potrebbe bloccare ).

Può essere fatta un’ immunoterapia di tipo :

Passivo owero sostanze immunogene attive, che possono mediare, direttamente o indirettamente, con effetti antitumorali.
Nell’ immunoterapia passiva si da l’IL-2 che è un fattore di cui forse avete già sentito parlare, perché va a stimolare la crescita dei linfociti T, va a generare in vivo dalle cellule LAK, e aumenta l’attività dei linfociti NK, e dovrebbe andare a mediare anche questa un’ attività antitumorale.

Attivo {è ancora sperimentale) dove si danno antigeni e si stimola la risposta immunitaria (come un vaccino), è sperimentale perché si va a dare un’ immunoterapia ad un paziente che ha metastasi, quindi ad un paziente già debole e gli antigeni possono anche dare dei danni .

Per quanto riguarda gli interferoni sono delle citochine che hanno un’attività antivirale, ma si è visto che hanno anche un’ attività che va a bloccare la proliferazione cellulare, e che va a modulare il sistema immunitario. Possono essere ottenuti con tecnologie molecolari ricombinanti.