Lezioni Flashcards
Che ruolo e valore ha il silenzio nella cura del bambino?
RIPRENDI DALLA 23
-Il silenzio dovrebbe essere favorito ma non imposto (zittendo il bambino), creando le condizioni nelle quali il silenzio si può manifestare autonomamente: offrendo al bambino un ambiente non rumoroso, non interrompendolo verbalmente quando svolge con interesse un’attività, permettendogli di osservare gli eventi, senza voler essere sempre interpreti con le nostre parole dei suoi pensieri. Nel silenzio si sedimentano le esperienze, si sta bene con se stessi, si elaborano idee, si dà il tempo alle cose.
Cosa si intende con il concetto di reciprocità nella pratica educativa?
Con reciprocità si intende lo scambio che intercorre tra educatore ed educando Anche quando si ha bisogno di lavorare individualmente con l’educando, lo si fa con un’intenzionalità di tipo sociale (non è il mio educando, mi è stato affidato), plurale, partecipativa.
Nell’ambito dello studio della pedagogia dell’infanzia nel corso della storia, troviamo tre dimensioni principali, quali?
-Dimensione fenomenica: ovvero il bambino com’è concretamente, in epoche diverse.
-Dimensione simbolica: il filtro attraverso cui gli adulti hanno visto ed interpretato l’infanzia.
-Dimensione pedagogica: ovvero l’insieme di teorie, interventi, esperienze educative.
Cosa si intende con l’espressione “sentimento dell’infanzia” e quando appare per la prima volta?
Il “sentimento per l’infanzia”, ovvero il riconoscimento che l’infanzia è un’età della vita con caratteristiche proprie, che vanno tenute in conto e rispettate, nasce alla fine del ‘700. Ma è soprattutto nel ‘900 (il cosiddetto “secolo del bambino”) che il discorso sull’infanzia si estende e si articola in varie discipline: la pedagogia rivendica il proprio statuto di scienza, emancipandosi dalla filosofia; nasce la psicologia dell’età evolutiva, la psicoanalisi infantile, la sociologia dell’educazione e l’antropologia.
Qual è l’oggetto di studio della pedagogia dell’infanzia?
La pedagogia dell’infanzia non studia il bambino, ma i modi della relazione educativa della fascia 0-6, i tempi, i metodi. Comporta rintracciare il bambino nei luoghi e nelle istituzioni in cui si colloca la società dell’infanzia: il nido d’infanzia, la scuola dell’infanzia, il parco giochi, la sua casa o la comunità minori 0-6, gli spazi della salute. Inoltre, cogliendo il bambino in una pluralità di condizioni, non si riferisce al “bambino” nel senso di concetto generale di bambino, ma a tanti e diversi bambini unici in situazioni variegate e difformi. L’infanzia va colta nella sua ecologia (concetto riconducibile a Bronfenbrenner, che si riferisce ad avere una visione completa non solo dell’individuo, ma dell’individuo nei vari livelli di contesto, e la loro interazione)
Come si sono evoluti nel tempo i diritti per l’infanzia?
-1923: A seguito della WWI, Eglantyne Jebb, dama della croce rossa, fondatrice di Save the Children, scrisse la prima Carta dei diritti del Bambino, sancendone i diritti inviolabili (cure, cibo, protezione).
-1924: La “Carta dei diritti del Bambino”, redatta da Eglantyne Jebb, fu avallata dall’Assemblea generale della Società delle Nazioni, con l’approvazione della “Dichiarazione dei diritti del fanciullo”, il primo atto formale che sancisce i diritti del bambino.
-1959: viene promulgata la “Dichiarazione sui diritti del bambino”, dall’Assemblea generale della Nazioni Unite
-1989: La “Dichiarazione sui diritti del Bambino” entra in vigore nella forma della “Convenzione sui diritti dell’Infanzia”, la fascia 0-18. (Dichiarazione e convenzione non sono la stessa cosa. Prima si dichiara e poi si conviene. Attenzione al lessico!)
-1991: La “Convenzione sui diritti dell’Infanzia” viene ratificata in Italia.
Come e dove nasce la cura per l’infanzia?
RIVEDERE
La cura per l’infanzia nasce a fine ‘700 nelle regioni più industrializzate d’Europa, in Inghilterra, perché c’era bisogno di forza lavoro e che le donne entrassero a pieno regime nel mondo del lavoro. Siamo nell’epoca della rivoluzione industriale. I piccoli venivano sì tolti dalla strada, ma spesso venivano tenuti chiusi per tante ore in luoghi malsani, dove non c’era un impegno di tipo educativo.
Le prime istituzioni di questo tipo furono:
-Le Dame School
-Le scolette o custodie
-Le sale di custodia o “Brefotrofi”
-Il ricovero dei bambini
-Le scuole di Neuhof
-Dame School (Inghilterra): erano luoghi in cui le mamme potevano lasciare i propri figli a delle dame che non avevano preparazione all’assistenza o alla custodia. L’età dei bambini era varia, con bisogni di cura completamente diversi e non c’era distinzione per competenze o capacità dei bambini.
-Scolette o custodie (Italia): sale private per lo più di ordine religioso (il primo impatto all’infanzia fu di tipo caritatevole) e l’idea era di alfabetizzare precocemente, con un’ottica utilitaristica: la manodopera alfabetizzata era ricercata
-Sale di custodia o “Brefotrofi” (Chiamati così perché erano luoghi dove viene dato trofeo (=nutrimento) al bambino): erano sale, asili di ricovero (il termine “asilo” nasce in questo tempo) per bambini poveri o abbandonati.
-Ricovero dei bambini: Nasce nella seconda metà del ‘700, in Alsazia, fondato da Oberlin. Una delle prime strutture che guardavano alla figura del bambino e ai suoi bisogni. Non ci si limitava ad un’idea utilitaristica o caritatevole, ma con un intento sia di tipo intellettuale (basi per leggere, scrivere e far di conto) e morale. Per la prima volta nella storia dell’educazione si introduce il gioco come forma di crescita e di sviluppo. Molti giochi poveri sviluppano all’epoca competenze intellettuali, motorie, emotive, eccetera.
-Scuole di Neuhof: Pestalozzi acquista una tenuta agricola e la trasforma in una scuola che accoglie fino al tempo della maggiore età. Usa il metodo dello studente come maestro: gli studenti più anziani diventano i maestri dei bambini più piccoli. Le competenze sono più facili da acquisire se chi te le passa è più vicino a te. Pestalozzi abbandona il progetto della fattoria per mancanza di risorse e inizia a lavorare come istitutore a Burgdorf.
C’è sempre stata attenzione nei riguardi dell’infanzia come fase della vita?
Oggi non c’è dubbio che l’infanzia sia un periodo estremamente importante, nonostante questo, l’interesse verso questa fase della vita è piuttosto recente. La visione tradizionale dell’infanzia percepiva il bambino come un essere inferiore e l’infanzia come un periodo che doveva passare il più velocemente possibile e il bambino doveva passare nel mondo degli adulti, cioe’ “nell’età della ragione”. La formazione delle idee moderne sull’infanzia come periodo qualitativamente peculiare nella vita di una persona è avvenuta gradualmente e ha richiesto molto tempo nella storia dell’umanità. Sebbene gli antichi filosofi tocchino i problemi dei bambini nelle loro opere, l’attività scientifica mirata iniziò a svilupparsi solo nel 18° secolo.
Quali sono stati i momenti o gli autori che hanno delineato la “scoperta” dell’infanzia?
- Oggi si ritiene che lo “scopritore” dell’infanzia sia lo storico e demografo francese Philippe Ariès con il suo studio “Il bambino e la vita familiare sotto il Vecchio Regime”.
- Secondo alcuni studiosi, la “scoperta dell’infanzia” è associata al Rinascimento, momento storico in cui l’idealizzazione dell’infanzia raggiunse il suo apice
- Secondo altri, ciò avvenne nel XVIII secolo insieme al trattato di Jean Jacques Rousseau “Emilio o dell’educazione”
Chi fu Jean Jacques Rousseau?
Fu uno dei primi pensatori che difese appassionatamente il bambino e l’infanzia come periodo speciale della vita attraverso il suo trattato “Emilio o dell’educazione” (1762), nel quale l’autore mostra rispetto e considerazione per la personalità, il valore, le esigenze, gli interessi, la libertà di espressione del bambino, che deve essere protetta attraverso un’educazione libera.
Chi fu Elkonin, e quali idee sosteneva?
Elkonin, educatore e psicologo sovietico, sostiene che l’infanzia abbia un’origine storica e sia un fenomeno socioculturale, piuttosto che puramente biologico. Afferma che il comportamento umano è acquisito e che, con lo sviluppo della società, l’infanzia si estende e cambia qualitativamente in termini di struttura e contenuto. Elkonin enfatizza l’importanza dello studio storico dell’infanzia per comprendere lo sviluppo mentale del bambino, poiché le fasi dell’infanzia umana sono strettamente legate allo sviluppo della società e alle leggi che lo governano.
In cosa consiste la concezione moderna dell’infanzia?
-Attenzione sistematica da parte di diverse scienze verso l’infanzia
- la percezione del bambino come essere attivo e dell’infanzia come un periodo peculiare, necessario e importante nella vita di una persona; tenendo conto della natura del bambino, dei suoi bisogni e interessi
-Il nuovo comportamento nei confronti del bambino è un comportamento di comprensione, di amore, ma soprattutto di rispetto e riconoscimento del suo valore.
In cosa consiste la visione liberal-democratica del movimento dell’educazione nuova e quali sono i suoi principi?
Il movimento dell’educazione nuova (che si occupa di riforma dell’istruzione) inizia la sua attività tra le due guerre mondiali.
La sua visione liberal-democratica consiste in alcuni principi fondamentali, sostenuti da tutte le società democratiche e organizzazioni internazionali che si occupano dei bambini (UNICEF, UNESCO):
- stabilire la pace nel mondo attraverso l’educazione delle giovani generazioni;
- parità di accesso all’istruzione per tutti i bambini indipendentemente dall’origine sociale e dalle caratteristiche intellettuali dei bambini.
In cosa consiste il concetto di scuola attiva e come si collega all’idea di educazione nuova?
L’educazione nuova e la scuola attiva sono strettamente collegate in quanto entrambe fanno parte di un movimento pedagogico che si oppone all’educazione tradizionale basata sulla trasmissione passiva di conoscenze. L’educazione nuova, promossa da educatori come John Dewey, Maria Montessori e Rudolf Steiner, enfatizza l’importanza dell’apprendimento attivo, dell’autonomia, dell’esperienza diretta e del coinvolgimento dei bambini nel processo educativo.
La scuola attiva è un approccio all’insegnamento che mette in pratica i principi dell’educazione nuova. In una scuola attiva, gli studenti sono coinvolti attivamente nel loro apprendimento, partecipando a progetti, discussioni, attività pratiche ed esperienziali. L’obiettivo è di sviluppare le capacità critiche, creative e sociali degli studenti, oltre alle loro conoscenze accademiche. In sintesi, l’educazione nuova fornisce i principi e la filosofia pedagogica, mentre la scuola attiva rappresenta l’implementazione pratica di tali principi.
In cosa si devono impegnare egli insegnanti secondo questa nuova educazione, nella scuola attiva? Quali sono i loro compiti?
- Conoscere il bambino;
- individualizzare l’insegnamento secondo gli interessi e le esigenze del bambino;
- stimolare l’intelligenza di ogni bambino in condizioni naturali.
- porre i bambini al centro del processo educativo,
- superare le divisioni disciplinari e applicare un approccio globale alla conoscenza;
- abbandonare il verbalismo e sostituirlo con l’apprendimento attraverso l’osservazione e la sperimentazione;
- organizzare la vita scolastica come una comunità sociale democratica escludendo l’autoritarismo;
- la disciplina va basata sulla responsabilità personale dei bambini;
- educazione allo spirito della democrazia, della pace, della cooperazione e dell’assistenza reciproca.