Lezione 8 Flashcards

1
Q

l’orecchio percepisce in maniera differente i rumori alle diverse frequenze:

A

sovrastima le alte frequenze e sottostima le basse frequenze; ne consegue che le alte frequenze sono più facilmente udibili rispetto alle basse.

Per cui, nel caso di un suono complesso (con alte e basse frequenze), quando si esegue una misurazione, si devono sovrastimare le alte frequenze e sottostimare le basse per fare in modo che la misurazione sia quanto più vicino possibile al modo in cui l’orecchio umano realmente percepisce
il suono.

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2
Q

perchè il suono si può misurare in Pa

A

Perchè generato da onde di pressione che si
propagano in un mezzo.

Il problema dei Pascal sta nel fatto che, nell’ambito della scala dell’udibile umano, si avrebbero dei numeri
enormi. Per questo si usa un’unità di misura di tipo logaritmico: il Decibel

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3
Q

perchè i dB sono più comodi da usare dei Pa

A

se si definisse in Pa, si tratterebbe di migliaia di Pa da sommare a migliaia di Pa, quindi cifre a diversi zeri e difficilmente utilizzabili. Impiegando invece i dB, dunque con una scala logaritmica, è possibile raddoppiare l’intensità sonora senza andare troppo in alto nella
scala, potendola quindi rappresentare più facilmente

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4
Q

La soglia di audizione è

A

il minimo suono, realmente emesso, che può essere percepito (si riferisce quindi alla chiara sensazione di aver sentito).

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5
Q

La soglia di detezione è

A

la minima vibrazione sonora capace di generare una qualsiasi
sensazione

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6
Q

L’udito normale, in genere, sente tutte le frequenze che vengono testate in un range come questo:

A

La fascia di normalità viene considerata tipicamente compresa tra -10 dB e +30 dB
(con variazioni in base all’età).
Per quale motivo non si testano frequenze al di sotto dei 250 Hz e al di sopra degli 8000 Hz ? Perché il 99% dei suoni che vengono sentiti stanno all’interno di questo range (250-8000 Hz).

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7
Q

perché si considera il valore -10 dB se 0 dB SPL (Sound Pressure Level) corrisponde a 0 vibrazione?

A

Perché non si tratta di dB SPL, bensì di un’altra categoria di dB: i dB HPL (Hearing Pressure Level). Questi non sono gli stessi dB misurati in Pa, ma si tratta di dB misurati dal punto di vista epidemiologico-statistico.

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8
Q

impedenzometria

A

Si effettua attraverso una sonda che ha un sistema di insufflazione e desufflazione dell’aria (può quindi introdurre o togliere dell’aria) ed inoltre possiede un microfono (che manda un suono) ed un
ricevitore del suono.

Al variare della pressione che viene a crearsi, per mezzo dello strumento, all’interno dell’orecchio, viene mandato un suono alla membrana timpanica e viene poi misurato il riflesso, cioè l’eco del suono che viene trasmesso dalla membrana timpanica stessa.

Quanto più la membrana risulta essere tesa, tanto più suono torna indietro: insufflando aria il
timpano si introflette, diviene rigido (perché pressato dall’aria), per cui tutto il suono inviato, viene riflesso e torna indietro;

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9
Q

reflessometria stapediale

A

Consente di confermare o meno la validità della soglia registrata in corso di audiometria. In altre
parole, permetterebbe di stabilire se la soglia audiometrica sia o meno consensuale al tracciato ottenuto mediante reflessometria stapediale.

Esiste un fenomeno detto “di recruitment” (che peraltro è tipico delle ipoacusie di origine
occupazionale) consistente in un fenomeno di distorsione tale per cui il suono, anche di bassa
intensità, viene percepito in maniera alterata, come più alto e distorto.
Questa situazione fa sì che il riflesso stapediale scatti.
Può quindi capitare che, in condizioni di ipoacusia da rumore, all’audiogramma, si evidenzino dei riflessi stapediali non consensuali ma più alti, perché anche se l’intensità sonora è più bassa, la
distorsione fa percepire quel suono all’orecchio come più elevato.

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10
Q

test di Anderson

A

consistente in un esame impedenzometrico durante il quale viene fatto scattare il riflesso stapediale e lo si mantiene continuo; generalmente il riflesso deve avere una durata maggiore di 10 secondi.

Se il riflesso stapediale cade prima dei 10 secondi, probabilmente sussiste un problema di adattamento patologico che è tipico delle ipoacusie retrococleari (quindi della via nervosa).

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11
Q

come si deve valutare l’esposizione acustica secondo il decreto 81?

A

si utilizzano i fonometri, degli apparecchi dotati di microfono che misurano la pressione sonora nel tempo espressa in intensità in dB. La misurazione in dB permette di tracciare le curve dose-risposta

  • se ci si espone a 60 dB non si diventa sordi perché è stato osservato come coorti di lavoratori esposti a rumori di 60 dB di intensità, sentano sempre bene anche dopo i 40 anni;
  • idem per i 70 dB;
  • nell’ambito di coorti di lavoratori esposti a 80-85 dB, qualche lavoratore manifesta delle ipoacusie e nello specifico gli ipersuscettibili (coloro che possiedono un apparato uditivo che
    per costituzione generale è più suscettibile);
  • tra gli 85 e gli 87 dB una quota maggiore di soggetti sviluppa ipoacusia;
  • oltre gli 87 dB la maggior parte dei soggetti, negli anni (10, 20, 30, 40 anni) sviluppa ipoacusia.
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12
Q

Lex 8h

A

livello di esposizione che ha un singolo individuo durante le 8 ore di lavoro, che viene utilizzato per misurare l’esposizione al rumore.

La norma, quindi, stabilisce dei livelli di azione e dei limiti:
al di sotto di 80 dB non vi è pericolo (un individuo che lavora per 8 ore in un luogo in cui una macchina produce un rumore di 75 dB non è a rischio);
tra 80 e 85 occorrono dei provvedimenti, così come tra
85 e 87;
gli 87 dB non dovrebbero essere mai superati.

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13
Q

limiti per valori di picco

A

è importante definirli per quell’esposizione al rumore breve ma intenso (tipo martellata, sparo), per la quale vengono utilizzate delle curve di ponderazione di tipo C. queste sovrastimano tanto i picchi per dare un’immagine più chiara del rischio.

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14
Q

con che tecnica viene eseguita l’audiometria?

A

si parte sempre dalle frequenze di 1000 Hz e dall’orecchio migliore. L’obbiettivo è di ottenere la soglia audiometrica, quindi il minimo suono che si riesce a percepire. La tecnica in discesa permette di identificare valori di soglia migliori perché viene fatto prima sentire il suono che deve essere riconosciuto e poi lo si riduce progressivamente di intensità. Quindi il cervello è preparato a riconoscere il suono che viene emesso e di cui si riduce man mano l’intensità. In tal modo sarà esattamente quel suono ad essere ricercato.

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15
Q

come si presenta il tracciato di una iopacusia percettiva bilaterale?

A

Si può osservare come tutte le frequenze, tanto per l’orecchio destro, quanto per quello sinistro, sia per via aerea che per via
ossea, siano abbassate.

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16
Q

tracciato ipoacusia bilaterale trasmissiva

A

non si registrano alterazioni per quel che riguarda la via ossea (la coclea è normo-funzionante); si ha però un problema di trasmissione: se si manda il suono per via aerea, questo non viene sentito bene.

17
Q

tracciato tipico dell’ipoacusia da rumore.

A

picco verso il basso in corrispondenza dei 4 Hz.
Si tratta di una frequenza abbastanza acuta che non viene quasi nulla interessata nel parlato.

18
Q

tracciati caratteristici del timpanogramma

A

A) a 0 Pa (picco del timpanogramma) l’energia viene dissipata perché la membrana vibra
B) timpanogramma di tipo piatto: indicativo del fatto che la membrana timpanica è rigida (es tappo di cerume)
C) picco spostato indietro per eguale pressione tra interno ed esterno dell’orecchio, quindi la pressione non è più a 0 Atm e si chiude la tuba

19
Q

L’audiometria vocale:

A

consiste nell’inviare attraverso una cuffia, in cabina silente, fonemi e logotomi (parole bisillabiche senza alcun senso logico, insiemi di vocali e consonanti), parole e frasi ad intensità sonore più elevate. Il soggetto, dopo aver sentito, dapprima fonemi, quindi logotomi, poi parole e poi frasi, deve ripetere ciò che ha sentito e si misura in termini di percentuale di fonemi, logotomi, parole e frasi chiaramente riconosciuti.

20
Q

Fenomeno di Roll Over

A

Nel recruitment, dopo una difficoltà iniziale, si iniziano a percepire meglio i suoni, aumentando però di intensità le parole vanno per distorcersi

Tale elemento è estremamente utile in ambito di diagnosi differenziale
e deve essere nota al medico per poter, tra l’altro, riconoscere in fase precoce un eventuale neurinoma dell’acustico.

21
Q

Potenziali evocati e perchè non sono il gold standard in medicina del lavoro

A

Rappresentano un’indagine strumentale simile all’EEG. Si posizionano degli elettrodi nel cranio e si va a testare, ai diversi livelli della via acustica, quali intensità sonore generano un impulso elettrico.

É una valutazione oggettiva che dà anche una stima della velocità con la quale un impulso sonoro percorre la via acustica, dalla coclea fino alla corteccia cerebrale.
Il problema sta nel fatto che si tratta di una metodica per nulla affidabile perché ha un range di differenze, rispetto all’audiogramma, che è soltanto di + o – 20 dB, quindi si hanno 40 dB in cui la curva potrebbe essere spostata.

Se un individuo che sente bene dice di sentire molto male, allora i potenziali evocati possono essere utilizzati. Con tale indagine, questa situazione verrebbe colta, ma sarebbe possibile vedere solo gli estremi: ad esempio un paziente con un’ipoacusia 3B3B (della classificazione delle curve audiometriche secondo Merluzzi – Pira – Bosio), ai potenziali evocati, potrebbe dare un risultato
attribuibile ad una classe che va da 2 a 5 (pertanto è molto aspecifico); per questo i potenziali evocati vengono poco utilizzati in Medicina del Lavoro, mentre sono fondamentali in caso di neurinoma dell’acustico

22
Q

Test di Anderson

A

consistente in un esame impedenzometrico durante il quale viene fatto scattare il riflesso stapediale e lo si mantiene continuo; generalmente il riflesso deve avere una
durata maggiore di 10 secondi.
Se il riflesso stapediale cade prima dei 10 secondi, probabilmente sussiste un problema di adattamento patologico che è tipico delle ipoacusie retrococleari (quindi della via nervosa).