HISTORY GIO Flashcards
Storia bellica dal congresso di Vienna ad oggi
Chi furono i principali partecipanti al congresso di Vienna?
Il Regno Unito fu prima rappresentato dal Duca di Wellington. L’Austria era rappresentata dal principe Klemens von Metternich, il ministro degli Esteri. La Prussia era rappresentata dal principe Karl August von Hardenberg, il cancelliere. La Francia di Luigi XVIII era rappresentata dal ministro degli esteri Charles Maurice de Talleyrand-Perigord. la Russia sebbene fosse ufficialmente guidata dal suo ministro degli Esteri, il Conte Karl Vasil’evič Nesselrode, lo zar Alessandro I per lo più operò personalmente.
Quali furono i principi fondamentali osservati per la redistribuzione?
Legittimità ed Equilibrio, Metternich riuscì infatti a distribuire i poteri in modo che tutte le grandi potenze fossero soddisfatte.
Conseguenze territoriali del congreso di Vienna
Territorialmente: La Francia perse tutte le terre che napoleone aveva conquistato a vantaggio della Russia e Prussia (che si divisero la Polonia). Nascita della confederazione Tedesca (Austria e Prussia). L’Inghilterra rafforzò il suo impero coloniale, ammettendo le indie occidentali. L’italia fu divisa in 10 piccoli stati fra cui i principali: Regno di Sardegna - Lombardo/ Veneto - Granducato di Toscana - Stato pontificio.
Conseguenze diplomatiche del congresso di Vienna
Effetto del clima romantico dove la politica era concepita in termini di mistica religiosa fu la costituzione della Santa Alleanza. Lo zar Alessandro voleva impegnare in questo patto sacro i contraenti di Prussia, Russia, Austria ad impegnarsi a conformarsi nel governo dei loro popoli ai principi della carità cristiana scritti «nell’eterna religione di Dio salvatore». In seguito, la Santa Alleanza fu progressivamente associata con le forze della reazione in Europa, e particolarmente con gli orientamenti politici di Metternich, che aveva come supremo criterio di politica internazionale quello del mantenimento dell’ordine europeo.
Il 20 novembre 1815 fu redatto un secondo patto tra Prussia, Austria, Russia che con l’adesione della Gran Bretagna prese il nome di Quadruplice Alleanza. La Francia di Luigi XVIII venne invitata ad aderire al patto che prese il nome di Quintuplice Alleanza e che sopravvisse fino alla morte dello zar Alessandro nel 1825.
In che periodo storico di ebbe il congresso di Vienna?
Si eve dopo le guerre napoleoniche e il suo fallimento, 1814-1815
Dove cominciarono i moti del 1820-1821?
I moti del 1820-1821 furono tentativi di insurrezione contro i regimi assolutisti. Nati in Spagna, si diffusero poi in diversi altri paesi europei, tra cui diversi stati italiani.
una ribellione guidata da alcuni ufficiali dell’esercito: presso il porto di Cadice, essi si rifiutarono di partire alla volta delle Americhe per stroncare i governi indipendentisti che si stavano creando. Il tentativo parve riuscire: fu concessa una Costituzione, fu convocato il Parlamento; ma, dopo quei primi successi, la rivolta fu soffocata nel sangue. Con la battaglia del Trocadero, alla quale partecipò anche il principe Carlo Alberto di Savoia, erede al trono di Sardegna, i soldati francesi misero fine definitivamente ai disordini.
La Russia fu toccata dai moti del 1820-21?
Solo nel dicembre 1825, in Russia, scoppiò un moto insurrezionale, il cosiddetto moto decabrista dal nome del mese, ma venne immediatamente represso
Quali furono i principali motoi rivoluzionari a Napoli e Palermo
La rivoluzione scoppiata a Napoli il 1 luglio 1820 partendo dalla guarnigione di Nola fu guidata anch’essa da due militari affiliati alla Carboneria Morelli e Silvati e da un prete Minichini che riescono ad imporre la costituzione spagnola al duca di Calabria al quale Ferdinando I aveva ceduto provvisoriamente i poteri. Il 5 luglio Guglielmo Pepe si unisce ai rivoltosi seguito poi da altri generali come Vito Nunziante e Lorenzo de Conciliis. Ben presto anche a Napoli si evidenzia la distinzione tra democratici carbonari che guidano la rivolta all’inizio e forze riformatrici liberali che ne assumeranno ben presto il controllo . Il quadro napoletano è ulteriormente complicato dalla rivolta di Palermo guidata dai Baroni locali a carattere separatista che be presto viene controllata dai popolani ed assume un contenuto sociale. A questo punto i baroni abbandonano la rivolta lasciando ai generali napoletani Florestano Pepe e Pietro Colletta il compito di reprimere la rivolta.
È Ferdinando di Borbone a tradire la causa dei liberali napoletani. Nel congresso di Lubiana del gennaio 1821, Ferdinando viene chiamato a spiegare i motivi che lo hanno indotto a concedere la Costituzione. Il rè ,che prima di partire aveva giurato fedeltà alla costituzione , con un voltafaccia dichiara di esservi stato costretto con la forza e chiede l’intervento militare delle potenze della Santa Alleanza in modo da venir reintegrato come sovrano assoluto.
Le truppe austriache sconfiggono i costituzionali guidati dal generale Carrascosa presso il Garigliano ed il Volturno ed a Rieti( 7 marzo 1821) infliggono alle truppe condotte da Guglielmo Pepe una sconfitta decisiva.
Cosa accadde in piemontese nel 1821?
Proprio mentre le truppe austriache si accingevano a sedare la rivolta napoletana scoppia la rivoluzione piemontese nel marzo 1821. Anche qui si attua una divisione tra democratici che hanno il proprio centro ad Alessandria ,dove nella notte tra il 9 e il 10 marzo comincia il moto , e le forze liberali, che cercano l’appoggio della monarchia sabauda tramite il principe Carlo Alberto di Carignano. Mentre la rivolta si estende a Vercelli, ed arriva il 12 marzo a Torino Carlo Alberto attende il consenso di Carlo Felice diventato re in seguito all’abdicazione di Vittorio Emanuele I, seguita alla rivolta di Alessandria. Ma Carlo Felice che al momento dello scoppio della rivolta era fuori dal Piemonte ed aveva affidato la regggenza a Carlo Albero ne sconfessa l’operato revocando la costituzione da questi concessa. il nuovo governo liberale, presieduto dal conte Santorre di Santarosa, privo dell’appoggio sabaudo viene rovesciato dopo la sconfitta di Novara ( 8 Aprile 1821) ad opera degli austriaci che pongono fine all’esperimento costituzionale piemontese.
Perché fallirono i moti del 1820-21?
I moti del 1820-21 presentano degli elementi comuni che ne spiegano il fallimento
1) L’avversione delle potenze europee.
2) La divisione tra democratici e liberali che non danno un chiaro programma politico alle rivolte.
3) Il carattere elitario e settario delle insurrezioni che nascono negli ambienti militari, massoni e delle società segrete e non riescono a trovare appiglio presso le masse popolari.
Quell’era il nome della rivista particolarmente attiva durante i moti dl 1820-21 italiani?
“Il Conciliatore” è stato un periodico italiano, pubblicato a Milano diretto da intellettuali quali Silvio Pellico, Giovanni Berchet, Adeodato Ressi e Ludovico di Breme. Essi affidarono la pubblicazione allo stampatore Vincenzo Ferrario.
Il titolo intendeva esprimere la volontà di assumere posizioni non radicali né in politica né in letteratura, ma di fatto l’orientamento si precisò rapidamente in senso romantico e progressista anti-austriaco, oltre ad opporsi ai pregiudizi e alle forze ostacolanti quello spirito liberale propulsivo per il progresso europeo
I moti del 1830 in Francia…
Alla morte di Luigi XVIII, spentosi senza discendenza nel 1824, salì al trono di Francia suo fratello Carlo, conte di Artois, che divenne re con il nome di Carlo X.
Il nuovo re dimostrò subito il suo desiderio di tornare ad un regime simile a quello della monarchia assoluta, restaurando integralmente le condizioni prerivoluzionarie.
il 26 luglio 1830, emanò quattro decreti, le ordinanze di Saint-Cloud, con i quali restringeva ulteriormente il diritto di voto, escludendo completamente la borghesia, annullava la libertà di stampa applicando pesanti censure, scioglieva il Parlamento ed indiceva nuove elezioni.
In seguito a queste disposizioni, il popolo di Parigi insorse, guidato principalmente da esponenti della media ed alta borghesia.[1] In tre giornate particolarmente violente, le “tre gloriose” (27, 28 e 29 luglio), i parigini si scontrarono per le vie cittadine con i soldati del re, che non riuscirono a tenere testa alla folla. L’assalto delle truppe venne respinto e Carlo X dovette rinunciare al trono fuggendo in Inghilterra.
Di lì a poco venne offerta la corona di Francia a Luigi Filippo d’Orléans che regno con maestria per 18 anni.
Quali furono le principali evoluzioni apportate dalla prima rivolzuone industriale?
Soprattutto in Inghilterra, una serie di invenzioni che nel giro di un ventennio, tra il 1760 e il 1780, rinnovarono la tecnologia delle industrie imprimendole uno straordinario salto di qualità. Nel 1764 il tessitore J. Hargreaves (1720-1779) costruì una filatrice multipla capace di consentire a un solo operaio di azionare 8 fusi per volta; nel 1768 R. Arkwright (1732-1792) mise a punto un telaio meccanico idraulico. Ma la scoperta più importante di tutte avvenne a opera di J. Watt, che tra il 1765 e il 1781 inventò e perfezionò la macchina a vapore. Questa ebbe l’effetto di aumentare enormemente la disponibilità di energia, grazie anzitutto a un imponente incremento dell’estrazione di carbone, e la sua utilizzazione nell’industria, nell’agricoltura, nei trasporti rese possibile la produzione e lo scambio di beni su una scala in precedenza impensabile.
La meccanizzazione investì massicciamente le aziende a conduzione capitalistica: le prime furono quelle tessili, quindi quelle minerarie, siderurgiche e meccaniche. Si verificava contemporaneamente un radicale cambiamento nel settore dei trasporti: nel 1807 l’americano R. Fulton (1765-1815) costruì un vaporetto e nel 1819 si ebbe la prima traversata dell’Atlantico di una nave a vapore; nel 1814 l’inglese G. Stephenson (1781-1848) costruì una locomotiva, i cui successivi miglioramenti consentirono di inaugurare in Inghilterra nel 1825 la prima linea ferroviaria. Altra fondamentale invenzione fu il telegrafo.
Cos’è il Luddismo?
IL Luddismo fu un Movimento operaio che in Gran Bretagna, nel 19° sec., reagì violentemente all’introduzione delle macchine nell’industria (ritenute causa di disoccupazione e di bassi salari); prende nome dall’operaio Ned Ludd, che nel 1779 avrebbe infranto un telaio. Gruppi organizzati di luddisti entrarono in azione per la prima volta a Nottingham nel 1811
La seconda Rivoluzione Industriale…
Negli anni Ottanta del 19° sec. l’applicazione dell’elettricità avviò un processo destinato a creare una nuova generazione di macchine, appunto le macchine elettriche, che servivano sia per la locomozione sia per la fabbricazione di nuove macchine e di una varietà di altri prodotti. Nel decennio seguente, l’invenzione del motore a combustione interna aprì altri enormi orizzonti con in primo piano la creazione delle automobili, per il trasporto di persone e di merci. Si affermò sempre più il gigantismo industriale, con fabbriche di migliaia e anche decine di migliaia di addetti, un’organizzazione del lavoro sempre più efficiente e segnata da una rigida disciplina, da precise gerarchie di funzioni e di poteri, dall’incremento, accanto alle masse operaie, delle schiere di dirigenti, tecnici, impiegati con funzioni direttive e amministrative. Si formarono su scala nazionale e anche internazionale alleanze e combinazioni tra settori produttivi - i trust, i cartelli, le corporations - per ottenere maggiori rendimenti e controllare o addirittura dominare il mercato. Seguì un’intervento di molti paesi direttamente nel mercato. Si entrò così in un’era di protezionismo e lo Stato andò assumendo un ruolo sempre più determinante. I paesi che in questa fase crebbero più in fretta furono la Germania e gli Stati Uniti, che superarono la stessa Gran Bretagna.
Quiale fenomeno fu causato dalla seconda rivoluzione industriale?
Essa causò un lungo periodo di imperialismo, culminata non a caso nella Prima guerra mondiale. Le rivalità politiche fecero tutt’uno con quelle economiche. Tutte le maggiori potenze tendevano ad assicurarsi materie prime e sbocchi commerciali mediante strategie espansionistiche, dapprima essenzialmente nei territori coloniali
Chi fu Colin Clark?
L’economista Colin Clark ha elaborato la legge dei tre settori (o di Colin Clark), che mette in relazione lo sviluppo di un’economia con la trasformazione della stessa: in un primo momento, corrispondente alla Rivoluzione industriale, si assiste alla diminuzione del peso nell’economia del settore agricolo e all’aumento del ruolo svolto dal settore industriale, che diventa il più importante per quota di prodotto e occupati.
Quali furono le principali invenzioni e novità della Rivoluzione Industriale?
Le principali furono:
- La macchina a vapore di Jmaes Watt.(1769)
- Il filatoio meccanico di Arkwright (1760)
- la filatrice Jenny inventata da Edmund
Cartwright (1761)
-Nel 1787 Edmund Cartwright inventò il telaio meccanico
- diffusione della spoletta volante (brevettata nel 1733 da John Kay)
- Innovazione di Abraham Darby, che per la lavorazione dei minerali ferrosi aveva iniziato ad usare, anziché il carbone di legna, il coke
- Lo sviluppo della silurgia (famiglia Krupp nella Ruhr)
- Lo sviluppo dell’industria chimica (Bayern)
- Nel 1812 Blenkinsop costruì la prima ferrovia
- Lo sviluppo delle ferrovie (George e Robert Stephenson)
- Lo sviluppo della navigazione a vapore (vaporetto Clermont di Robert Fulton
- Invenzione della pila di Volta (1800)
- invenzione del condice Morse e perfezionamento del telegrafo (Samuel Morse)
- Nascita delle Società per azioni
-Invenzione della corrente alternata da parte di Nikola Tesla (dal 1882 in poi) che permise il trasporto dell’energia elettrica su lunghe distanze
-Gli studi di Charles Darwin e Gregor Mendel
Cosa sono i moti del 1848?
I moti del 1848, detti anche rivoluzione del 1848 o primavera dei popoli[senza fonte], furono un’ondata di moti rivoluzionari borghesi che sconvolsero l’Europa nel 1848 e nel 1849.
Scopo dei moti fu abbattere i governi della Restaurazione per sostituirli con governi liberali. Il loro impatto storico fu così profondo e violento che nel linguaggio corrente è entrata in uso l’espressione «fare un quarantotto» per sottintendere una improvvisa confusione e scompiglio
Quali furono i principali moti del 1848
- La prima agitazione europea del 1848 si verificò in Italia: la rivoluzione siciliana che esplose il 12 gennaio di quell’anno, che rappresentò la prima miccia dell’esplosione europea. L’insurrezione siciliana, infatti, spinse in un primo momento i Borbone a concedere il ritorno nell’Isola alla costituzione del 1812.
- Seguì una rivoluzione a Napoli, il 27, che costrinse, due giorni dopo, Ferdinando II a promettere una Costituzione, promulgata l’11 febbraio. Lo stesso 11 febbraio Leopoldo II di Toscana, cugino primo dell’imperatore Ferdinando I d’Austria, concesse la Costituzione, nella generale approvazione dei suoi sudditi. L’esempio borbonico fu seguito da Carlo Alberto di Savoia (Statuto albertino) e da Papa Pio IX (Statuto fondamentale). Solo il re piemontese mantenne però lo statuto.
- In tutto il Regno Lombardo-Veneto scoppiarono rivolte, come le Cinque giornate di Milano che sfociarono nella prima guerra di indipendenza. Nello Stato Pontificio una rivolta interna estromise papa Pio IX dai suoi poteri temporali e portò alla costituzione della Repubblica Romana.
I moti del 1848 in Europa…
La minaccia principale fu rappresentata dalla rivolta denominata “campagna dei banchetti” che scoppiò il 22-24 febbraio a Parigi, prendendo il controllo della città. Il monarca Luigi Filippo rinunciò a soffocare con le armi la rivolta e abdicò il 24 febbraio, mentre il governo provvisorio rivoluzionario proclamò il 4 maggio la Seconda repubblica.
- Oltre che nel Lombardo Veneto nel 1848 nelle aree dell’Impero austriaco vi furono anche altri moti. La rivoluzione ungherese fu una delle molte di quell’anno. Nacque in seguito alla dichiarazione d’indipendenza del popolo magiaro, guidato da Lajos Kossuth, dalla dominazione austriaca.
- Nel 1848 a Francoforte i rappresentanti dei vari stati tedeschi si riunirono in assemblea nazionale costituente per dare un assetto unitario alla Confederazione germanica. Divisi tra sostenitori di una Grande Germania (Großdeutschland) ad egemonia austriaca e di una Piccola Germania (Kleindeutschland) ad egemonia prussiana, dopo il prevalere di quest’ultima ipotesi, offrirono la corona imperiale a Federico Guglielmo IV di Prussia, al rifiuto del quale, contrario al principio della sovranità popolare, seguì la repressione nel 1849.
- In seguito all’insurrezione di Berlino nel marzo 1848, Re Federico Guglielmo IV concesse la convocazione di un’assemblea costituente prussiana da eleggersi a suffragio universale maschile, ma già nel dicembre dello stesso anno la sciolse ed emanò una costituzione di stampo autoritario.
Conseguenze della primavera dei popoli…
un sanguinoso fallimento, se si eccettua la concessione dello Statuto Albertino nel Regno di Sardegna da parte di Carlo Alberto di Savoia, l’unica costituzione non revocata di quelle concesse o votate nel 1848-49. Vi furono tuttavia radicali e notevoli effetti a lungo termine: Germania e Italia sarebbero presto arrivate all’unificazione facendo leva anche sulla necessità di autodeterminazione dei popoli. Analogamente l’Ungheria sarebbe giunta ad un parziale riconoscimento della propria autonomia (a discapito della popolazione slava) grazie all’Ausgleich del 1867. In Prussia e Austria fu abolito il feudalesimo, mentre in Russia fu eliminata la servitù della gleba (1861).
Cosa si intende con Risorgimento?
Con Risorgimento la storiografia si riferisce al periodo della storia italiana durante il quale l’Italia conseguì la propria unità nazionale[1]. La proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861 fu l’atto formale che sancì, ad opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d’Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione “Unità d’Italia”.
In quale periodo si sviluppo il risorgimento?
Sebbene non vi sia consenso unanime tra gli storici, la maggior parte di essi tende a stabilire l’inizio del Risorgimento, come movimento, subito dopo la fine del dominio Napoleonico e il Congresso di Vienna nel 1815, e il suo compimento fondamentale con l’annessione dello Stato Pontificio e lo spostamento della capitale a Roma nel febbraio 1871.