HISTORY GIO Flashcards

Storia bellica dal congresso di Vienna ad oggi

1
Q

Chi furono i principali partecipanti al congresso di Vienna?

A

Il Regno Unito fu prima rappresentato dal Duca di Wellington. L’Austria era rappresentata dal principe Klemens von Metternich, il ministro degli Esteri. La Prussia era rappresentata dal principe Karl August von Hardenberg, il cancelliere. La Francia di Luigi XVIII era rappresentata dal ministro degli esteri Charles Maurice de Talleyrand-Perigord. la Russia sebbene fosse ufficialmente guidata dal suo ministro degli Esteri, il Conte Karl Vasil’evič Nesselrode, lo zar Alessandro I per lo più operò personalmente.

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2
Q

Quali furono i principi fondamentali osservati per la redistribuzione?

A

Legittimità ed Equilibrio, Metternich riuscì infatti a distribuire i poteri in modo che tutte le grandi potenze fossero soddisfatte.

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3
Q

Conseguenze territoriali del congreso di Vienna

A

Territorialmente: La Francia perse tutte le terre che napoleone aveva conquistato a vantaggio della Russia e Prussia (che si divisero la Polonia). Nascita della confederazione Tedesca (Austria e Prussia). L’Inghilterra rafforzò il suo impero coloniale, ammettendo le indie occidentali. L’italia fu divisa in 10 piccoli stati fra cui i principali: Regno di Sardegna - Lombardo/ Veneto - Granducato di Toscana - Stato pontificio.

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4
Q

Conseguenze diplomatiche del congresso di Vienna

A

Effetto del clima romantico dove la politica era concepita in termini di mistica religiosa fu la costituzione della Santa Alleanza. Lo zar Alessandro voleva impegnare in questo patto sacro i contraenti di Prussia, Russia, Austria ad impegnarsi a conformarsi nel governo dei loro popoli ai principi della carità cristiana scritti «nell’eterna religione di Dio salvatore». In seguito, la Santa Alleanza fu progressivamente associata con le forze della reazione in Europa, e particolarmente con gli orientamenti politici di Metternich, che aveva come supremo criterio di politica internazionale quello del mantenimento dell’ordine europeo.
Il 20 novembre 1815 fu redatto un secondo patto tra Prussia, Austria, Russia che con l’adesione della Gran Bretagna prese il nome di Quadruplice Alleanza. La Francia di Luigi XVIII venne invitata ad aderire al patto che prese il nome di Quintuplice Alleanza e che sopravvisse fino alla morte dello zar Alessandro nel 1825.

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5
Q

In che periodo storico di ebbe il congresso di Vienna?

A

Si eve dopo le guerre napoleoniche e il suo fallimento, 1814-1815

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6
Q

Dove cominciarono i moti del 1820-1821?

A

I moti del 1820-1821 furono tentativi di insurrezione contro i regimi assolutisti. Nati in Spagna, si diffusero poi in diversi altri paesi europei, tra cui diversi stati italiani.
una ribellione guidata da alcuni ufficiali dell’esercito: presso il porto di Cadice, essi si rifiutarono di partire alla volta delle Americhe per stroncare i governi indipendentisti che si stavano creando. Il tentativo parve riuscire: fu concessa una Costituzione, fu convocato il Parlamento; ma, dopo quei primi successi, la rivolta fu soffocata nel sangue. Con la battaglia del Trocadero, alla quale partecipò anche il principe Carlo Alberto di Savoia, erede al trono di Sardegna, i soldati francesi misero fine definitivamente ai disordini.

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7
Q

La Russia fu toccata dai moti del 1820-21?

A

Solo nel dicembre 1825, in Russia, scoppiò un moto insurrezionale, il cosiddetto moto decabrista dal nome del mese, ma venne immediatamente represso

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8
Q

Quali furono i principali motoi rivoluzionari a Napoli e Palermo

A

La rivoluzione scoppiata a Napoli il 1 luglio 1820 partendo dalla guarnigione di Nola fu guidata anch’essa da due militari affiliati alla Carboneria Morelli e Silvati e da un prete Minichini che riescono ad imporre la costituzione spagnola al duca di Calabria al quale Ferdinando I aveva ceduto provvisoriamente i poteri. Il 5 luglio Guglielmo Pepe si unisce ai rivoltosi seguito poi da altri generali come Vito Nunziante e Lorenzo de Conciliis. Ben presto anche a Napoli si evidenzia la distinzione tra democratici carbonari che guidano la rivolta all’inizio e forze riformatrici liberali che ne assumeranno ben presto il controllo . Il quadro napoletano è ulteriormente complicato dalla rivolta di Palermo guidata dai Baroni locali a carattere separatista che be presto viene controllata dai popolani ed assume un contenuto sociale. A questo punto i baroni abbandonano la rivolta lasciando ai generali napoletani Florestano Pepe e Pietro Colletta il compito di reprimere la rivolta.

È Ferdinando di Borbone a tradire la causa dei liberali napoletani. Nel congresso di Lubiana del gennaio 1821, Ferdinando viene chiamato a spiegare i motivi che lo hanno indotto a concedere la Costituzione. Il rè ,che prima di partire aveva giurato fedeltà alla costituzione , con un voltafaccia dichiara di esservi stato costretto con la forza e chiede l’intervento militare delle potenze della Santa Alleanza in modo da venir reintegrato come sovrano assoluto.
Le truppe austriache sconfiggono i costituzionali guidati dal generale Carrascosa presso il Garigliano ed il Volturno ed a Rieti( 7 marzo 1821) infliggono alle truppe condotte da Guglielmo Pepe una sconfitta decisiva.

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9
Q

Cosa accadde in piemontese nel 1821?

A

Proprio mentre le truppe austriache si accingevano a sedare la rivolta napoletana scoppia la rivoluzione piemontese nel marzo 1821. Anche qui si attua una divisione tra democratici che hanno il proprio centro ad Alessandria ,dove nella notte tra il 9 e il 10 marzo comincia il moto , e le forze liberali, che cercano l’appoggio della monarchia sabauda tramite il principe Carlo Alberto di Carignano. Mentre la rivolta si estende a Vercelli, ed arriva il 12 marzo a Torino Carlo Alberto attende il consenso di Carlo Felice diventato re in seguito all’abdicazione di Vittorio Emanuele I, seguita alla rivolta di Alessandria. Ma Carlo Felice che al momento dello scoppio della rivolta era fuori dal Piemonte ed aveva affidato la regggenza a Carlo Albero ne sconfessa l’operato revocando la costituzione da questi concessa. il nuovo governo liberale, presieduto dal conte Santorre di Santarosa, privo dell’appoggio sabaudo viene rovesciato dopo la sconfitta di Novara ( 8 Aprile 1821) ad opera degli austriaci che pongono fine all’esperimento costituzionale piemontese.

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10
Q

Perché fallirono i moti del 1820-21?

A

I moti del 1820-21 presentano degli elementi comuni che ne spiegano il fallimento

1) L’avversione delle potenze europee.
2) La divisione tra democratici e liberali che non danno un chiaro programma politico alle rivolte.
3) Il carattere elitario e settario delle insurrezioni che nascono negli ambienti militari, massoni e delle società segrete e non riescono a trovare appiglio presso le masse popolari.

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11
Q

Quell’era il nome della rivista particolarmente attiva durante i moti dl 1820-21 italiani?

A

“Il Conciliatore” è stato un periodico italiano, pubblicato a Milano diretto da intellettuali quali Silvio Pellico, Giovanni Berchet, Adeodato Ressi e Ludovico di Breme. Essi affidarono la pubblicazione allo stampatore Vincenzo Ferrario.
Il titolo intendeva esprimere la volontà di assumere posizioni non radicali né in politica né in letteratura, ma di fatto l’orientamento si precisò rapidamente in senso romantico e progressista anti-austriaco, oltre ad opporsi ai pregiudizi e alle forze ostacolanti quello spirito liberale propulsivo per il progresso europeo

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12
Q

I moti del 1830 in Francia…

A

Alla morte di Luigi XVIII, spentosi senza discendenza nel 1824, salì al trono di Francia suo fratello Carlo, conte di Artois, che divenne re con il nome di Carlo X.

Il nuovo re dimostrò subito il suo desiderio di tornare ad un regime simile a quello della monarchia assoluta, restaurando integralmente le condizioni prerivoluzionarie.
il 26 luglio 1830, emanò quattro decreti, le ordinanze di Saint-Cloud, con i quali restringeva ulteriormente il diritto di voto, escludendo completamente la borghesia, annullava la libertà di stampa applicando pesanti censure, scioglieva il Parlamento ed indiceva nuove elezioni.
In seguito a queste disposizioni, il popolo di Parigi insorse, guidato principalmente da esponenti della media ed alta borghesia.[1] In tre giornate particolarmente violente, le “tre gloriose” (27, 28 e 29 luglio), i parigini si scontrarono per le vie cittadine con i soldati del re, che non riuscirono a tenere testa alla folla. L’assalto delle truppe venne respinto e Carlo X dovette rinunciare al trono fuggendo in Inghilterra.

Di lì a poco venne offerta la corona di Francia a Luigi Filippo d’Orléans che regno con maestria per 18 anni.

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13
Q

Quali furono le principali evoluzioni apportate dalla prima rivolzuone industriale?

A

Soprattutto in Inghilterra, una serie di invenzioni che nel giro di un ventennio, tra il 1760 e il 1780, rinnovarono la tecnologia delle industrie imprimendole uno straordinario salto di qualità. Nel 1764 il tessitore J. Hargreaves (1720-1779) costruì una filatrice multipla capace di consentire a un solo operaio di azionare 8 fusi per volta; nel 1768 R. Arkwright (1732-1792) mise a punto un telaio meccanico idraulico. Ma la scoperta più importante di tutte avvenne a opera di J. Watt, che tra il 1765 e il 1781 inventò e perfezionò la macchina a vapore. Questa ebbe l’effetto di aumentare enormemente la disponibilità di energia, grazie anzitutto a un imponente incremento dell’estrazione di carbone, e la sua utilizzazione nell’industria, nell’agricoltura, nei trasporti rese possibile la produzione e lo scambio di beni su una scala in precedenza impensabile.
La meccanizzazione investì massicciamente le aziende a conduzione capitalistica: le prime furono quelle tessili, quindi quelle minerarie, siderurgiche e meccaniche. Si verificava contemporaneamente un radicale cambiamento nel settore dei trasporti: nel 1807 l’americano R. Fulton (1765-1815) costruì un vaporetto e nel 1819 si ebbe la prima traversata dell’Atlantico di una nave a vapore; nel 1814 l’inglese G. Stephenson (1781-1848) costruì una locomotiva, i cui successivi miglioramenti consentirono di inaugurare in Inghilterra nel 1825 la prima linea ferroviaria. Altra fondamentale invenzione fu il telegrafo.

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14
Q

Cos’è il Luddismo?

A

IL Luddismo fu un Movimento operaio che in Gran Bretagna, nel 19° sec., reagì violentemente all’introduzione delle macchine nell’industria (ritenute causa di disoccupazione e di bassi salari); prende nome dall’operaio Ned Ludd, che nel 1779 avrebbe infranto un telaio. Gruppi organizzati di luddisti entrarono in azione per la prima volta a Nottingham nel 1811

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15
Q

La seconda Rivoluzione Industriale…

A

Negli anni Ottanta del 19° sec. l’applicazione dell’elettricità avviò un processo destinato a creare una nuova generazione di macchine, appunto le macchine elettriche, che servivano sia per la locomozione sia per la fabbricazione di nuove macchine e di una varietà di altri prodotti. Nel decennio seguente, l’invenzione del motore a combustione interna aprì altri enormi orizzonti con in primo piano la creazione delle automobili, per il trasporto di persone e di merci. Si affermò sempre più il gigantismo industriale, con fabbriche di migliaia e anche decine di migliaia di addetti, un’organizzazione del lavoro sempre più efficiente e segnata da una rigida disciplina, da precise gerarchie di funzioni e di poteri, dall’incremento, accanto alle masse operaie, delle schiere di dirigenti, tecnici, impiegati con funzioni direttive e amministrative. Si formarono su scala nazionale e anche internazionale alleanze e combinazioni tra settori produttivi - i trust, i cartelli, le corporations - per ottenere maggiori rendimenti e controllare o addirittura dominare il mercato. Seguì un’intervento di molti paesi direttamente nel mercato. Si entrò così in un’era di protezionismo e lo Stato andò assumendo un ruolo sempre più determinante. I paesi che in questa fase crebbero più in fretta furono la Germania e gli Stati Uniti, che superarono la stessa Gran Bretagna.

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16
Q

Quiale fenomeno fu causato dalla seconda rivoluzione industriale?

A

Essa causò un lungo periodo di imperialismo, culminata non a caso nella Prima guerra mondiale. Le rivalità politiche fecero tutt’uno con quelle economiche. Tutte le maggiori potenze tendevano ad assicurarsi materie prime e sbocchi commerciali mediante strategie espansionistiche, dapprima essenzialmente nei territori coloniali

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17
Q

Chi fu Colin Clark?

A

L’economista Colin Clark ha elaborato la legge dei tre settori (o di Colin Clark), che mette in relazione lo sviluppo di un’economia con la trasformazione della stessa: in un primo momento, corrispondente alla Rivoluzione industriale, si assiste alla diminuzione del peso nell’economia del settore agricolo e all’aumento del ruolo svolto dal settore industriale, che diventa il più importante per quota di prodotto e occupati.

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18
Q

Quali furono le principali invenzioni e novità della Rivoluzione Industriale?

A

Le principali furono:
- La macchina a vapore di Jmaes Watt.(1769)
- Il filatoio meccanico di Arkwright (1760)
- la filatrice Jenny inventata da Edmund
Cartwright (1761)
-Nel 1787 Edmund Cartwright inventò il telaio meccanico
- diffusione della spoletta volante (brevettata nel 1733 da John Kay)
- Innovazione di Abraham Darby, che per la lavorazione dei minerali ferrosi aveva iniziato ad usare, anziché il carbone di legna, il coke
- Lo sviluppo della silurgia (famiglia Krupp nella Ruhr)
- Lo sviluppo dell’industria chimica (Bayern)
- Nel 1812 Blenkinsop costruì la prima ferrovia
- Lo sviluppo delle ferrovie (George e Robert Stephenson)
- Lo sviluppo della navigazione a vapore (vaporetto Clermont di Robert Fulton
- Invenzione della pila di Volta (1800)
- invenzione del condice Morse e perfezionamento del telegrafo (Samuel Morse)
- Nascita delle Società per azioni
-Invenzione della corrente alternata da parte di Nikola Tesla (dal 1882 in poi) che permise il trasporto dell’energia elettrica su lunghe distanze
-Gli studi di Charles Darwin e Gregor Mendel

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19
Q

Cosa sono i moti del 1848?

A

I moti del 1848, detti anche rivoluzione del 1848 o primavera dei popoli[senza fonte], furono un’ondata di moti rivoluzionari borghesi che sconvolsero l’Europa nel 1848 e nel 1849.

Scopo dei moti fu abbattere i governi della Restaurazione per sostituirli con governi liberali. Il loro impatto storico fu così profondo e violento che nel linguaggio corrente è entrata in uso l’espressione «fare un quarantotto» per sottintendere una improvvisa confusione e scompiglio

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20
Q

Quali furono i principali moti del 1848

A
  • La prima agitazione europea del 1848 si verificò in Italia: la rivoluzione siciliana che esplose il 12 gennaio di quell’anno, che rappresentò la prima miccia dell’esplosione europea. L’insurrezione siciliana, infatti, spinse in un primo momento i Borbone a concedere il ritorno nell’Isola alla costituzione del 1812.
  • Seguì una rivoluzione a Napoli, il 27, che costrinse, due giorni dopo, Ferdinando II a promettere una Costituzione, promulgata l’11 febbraio. Lo stesso 11 febbraio Leopoldo II di Toscana, cugino primo dell’imperatore Ferdinando I d’Austria, concesse la Costituzione, nella generale approvazione dei suoi sudditi. L’esempio borbonico fu seguito da Carlo Alberto di Savoia (Statuto albertino) e da Papa Pio IX (Statuto fondamentale). Solo il re piemontese mantenne però lo statuto.
  • In tutto il Regno Lombardo-Veneto scoppiarono rivolte, come le Cinque giornate di Milano che sfociarono nella prima guerra di indipendenza. Nello Stato Pontificio una rivolta interna estromise papa Pio IX dai suoi poteri temporali e portò alla costituzione della Repubblica Romana.
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21
Q

I moti del 1848 in Europa…

A

La minaccia principale fu rappresentata dalla rivolta denominata “campagna dei banchetti” che scoppiò il 22-24 febbraio a Parigi, prendendo il controllo della città. Il monarca Luigi Filippo rinunciò a soffocare con le armi la rivolta e abdicò il 24 febbraio, mentre il governo provvisorio rivoluzionario proclamò il 4 maggio la Seconda repubblica.

  • Oltre che nel Lombardo Veneto nel 1848 nelle aree dell’Impero austriaco vi furono anche altri moti. La rivoluzione ungherese fu una delle molte di quell’anno. Nacque in seguito alla dichiarazione d’indipendenza del popolo magiaro, guidato da Lajos Kossuth, dalla dominazione austriaca.
  • Nel 1848 a Francoforte i rappresentanti dei vari stati tedeschi si riunirono in assemblea nazionale costituente per dare un assetto unitario alla Confederazione germanica. Divisi tra sostenitori di una Grande Germania (Großdeutschland) ad egemonia austriaca e di una Piccola Germania (Kleindeutschland) ad egemonia prussiana, dopo il prevalere di quest’ultima ipotesi, offrirono la corona imperiale a Federico Guglielmo IV di Prussia, al rifiuto del quale, contrario al principio della sovranità popolare, seguì la repressione nel 1849.
  • In seguito all’insurrezione di Berlino nel marzo 1848, Re Federico Guglielmo IV concesse la convocazione di un’assemblea costituente prussiana da eleggersi a suffragio universale maschile, ma già nel dicembre dello stesso anno la sciolse ed emanò una costituzione di stampo autoritario.
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22
Q

Conseguenze della primavera dei popoli…

A

un sanguinoso fallimento, se si eccettua la concessione dello Statuto Albertino nel Regno di Sardegna da parte di Carlo Alberto di Savoia, l’unica costituzione non revocata di quelle concesse o votate nel 1848-49. Vi furono tuttavia radicali e notevoli effetti a lungo termine: Germania e Italia sarebbero presto arrivate all’unificazione facendo leva anche sulla necessità di autodeterminazione dei popoli. Analogamente l’Ungheria sarebbe giunta ad un parziale riconoscimento della propria autonomia (a discapito della popolazione slava) grazie all’Ausgleich del 1867. In Prussia e Austria fu abolito il feudalesimo, mentre in Russia fu eliminata la servitù della gleba (1861).

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23
Q

Cosa si intende con Risorgimento?

A

Con Risorgimento la storiografia si riferisce al periodo della storia italiana durante il quale l’Italia conseguì la propria unità nazionale[1]. La proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861 fu l’atto formale che sancì, ad opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d’Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione “Unità d’Italia”.

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24
Q

In quale periodo si sviluppo il risorgimento?

A

Sebbene non vi sia consenso unanime tra gli storici, la maggior parte di essi tende a stabilire l’inizio del Risorgimento, come movimento, subito dopo la fine del dominio Napoleonico e il Congresso di Vienna nel 1815, e il suo compimento fondamentale con l’annessione dello Stato Pontificio e lo spostamento della capitale a Roma nel febbraio 1871.

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25
Q

Quali sono le fasi del risorgimento?

A

Il Risorgimento italiano si articola in sei momenti fondamentali:

1) i Moti rivoluzionari.
2) la Prima guerra d’indipendenza.
3) la Seconda guerra d’indipendenza.
4) la Spedizione dei Mille.
5) la Terza guerra d’indipendenza.
6) la Conquista di Roma.

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26
Q

Risorgimento italiano…

A

Il Risorgimento fu il periodo della storia d’Italia durante il quale la nazione italiana raggiunse l’ unità nazionale. Le idee liberali di questo periodo derivano dalle speranze suscitate dall’Illuminismo e i valori della Rivoluzione francese, portati in Italia da Napoleone. I soggetti più importanti di questo periodo furono molti tra cui: Giuseppe Mazzini, figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo;Mazzini fondò un movimento politico La Giovine Italia che ebbe molto successo fra i giovani; purtroppo i moti scatenati da Mazzini vennero repressi e La Giovine Italia cessò di esistere. Seguendo l’ esempio di Mazzini, i fratelli Bandiera, iscritti alla Giovine Italia, vollero salvare il popolo calabrese dai Borboni, purtroppo vennero scambiati per briganti e fucilati dalla popolazione. Alcuni moderati, tra cui Cesare Balbo volevano, come capo della confederazione Carlo Alberto, re del Piemonte nel 1831. Vincenzo Gioberti, invece, voleva a capo della confederazione il papa; questo progetto ebbe successo fra i neoguelfi ovvero cattolici con tendenze liberali. Durante il Risorgimento si nota un periodo quasi esclusivamente “dedicato” alle rivoluzioni; infatti nel 1848 in Francia si riuscì ad ottenere, il 25 febbraio, una seconda repubblica perché Luigi Filippo ebbe paura e, fuggendo, rinunciò al trono. Si ebbero rivoluzioni in Germania, in Prussia ed a Vienna; tutto questo fu dovuto dalla dimissione del cancelliere Metternich facendo si che venga proclamata una costituzione. Nel momento in cui le storie delle ribellioni nei vari paesi raggiunsero l’ Italia Venezia insorse e riuscì ad ottenere una repubblica. Un giorno dopo l’ insurrezione di Venezia, il popolo milanese eresse delle barricate intorno alla città per cinque giorni, e combatté contro le truppe austriache di Radetzky,il 22 marzo gli Austriaci dovettero abbandonare la città. La prima guerra di indipendenza ebbe esito negativo per l’ Italia dato che Carlo Alberto aspetto troppo ad attaccare l’Austria e così venne sconfitto. Dopo la sconfitta di Carlo Alberto l’ Austria iniziò a riconquistare tutte le regioni lombarde che si erano ribellate; nel maggio del 1849 un esercito austriaco conquistò la Toscana dove tornò a governare il granduca Leopoldo. Ferdinando II riconquistò la Sicilia che si era proclamata indipendente da Napoli. Nel 1851, in Francia, Napoleone III divenne il nuovo imperatore. Camillo Benso Conte di Cavour aveva profondamente aiutato il Piemonte chiese aiuto a Napoleone III, facendolo alleare con i piemontesi durante la seconda guerra di indipendenza che si concluse con l’ annessione della Lombardia al Piemonte e l’ unione della Toscana, l’Emilia e la Romagna al Regno di Sardegna nel 1860. Lo stesso anno Garibaldi, patriota che aveva già combattuto per la liberazione dell’America Latina, decise di liberare il regno delle Due Sicilie per mezzo di un insurrezione:Durante la notte del 5 maggio esso, con altri mille uomini in camicia rossa, salpò per il sud Italia, Garibaldi combatteva in nome di Vittorio Emanuele perché , lui, voleva una monarchia il cui comando appartenesse ai Savoia. La battaglia decisiva per la liberazione venne combattuta a Milazzo dove l’ esercito dei Borboni fu nuovamente sconfitto e abbandonò l’ isola; in neanche un mese Garibaldi prese il dominio di tutta l’ isola; dopo aver consegnato le terre conquistate Garibaldi rinunciò a qualsiasi tipo di governo su esse. IL 17 MARZO 1861 VITTORIO EMANUELE II DIVENTA RE D’ ITALIA. Nel 1861 l’ Italia aveva un unico re, Vittorio Emanuele II, e con un’ unica capitale, Torino; ma nonostante tutto non era unita perché ogni stato aveva le proprie leggi e le proprie monete, ma cosa più importante e, a parer mio preoccupante, c’erano lingue diverse fra loro e occorreva al più presto un’ unica legislazione ed in tempi brevi così si formò lo Statuto Albertino. Purtroppo le cose non funzionavano e l’ Italia era divisa in due parti, dal punto di vista economico, infatti gli analfabeti erano tanti non essendoci i soldi per costruire le scuole e perciò si approvarono pesanti tasse per ottenere questo denaro; la difesa militare fu organizzata rendendo obbligatorio il servizio militare, ovviamente rivolto esclusivamente agli uomini, quindi alcuni contadini che avevano bisogno dei figli per mandare avanti la attività di famiglia registravano i figli maschi come femmine. Si arrivò ad una terza guerra di indipendenza e, stavolta l’ Italia aveva come alleata la Prussia, che aveva a capo Ottone di Bismarck che sosteneva che per arrivare ad una unificazione bisognava usare la forza e la violenza. Nel 1866 scoppiò la terza guerra di indipendenza, vinta in un’unica battaglia a Sadowa il 3 luglio 1866; così Italia ottenne indietro il Veneto. Garibaldi provò più volte a riconquistare Roma ma non ci riuscì perche fu fermato per non scontentare Napoleone III; nel 1864 Garibaldi rinunciò definitivamente all’ annessione di Roma all’ Italia e la capitale fu spostata da Torino a Firenze. Il Risorgimento è stato un periodo storico da apprezzare perché in questo periodo il popolo ha iniziato a ribellarsi per scegliere da chi essere governati e perciò rappresenta un grande passo per la storia. Inoltre in questo periodo la potenza del Piemonte è stata aumentata ed è qui, infatti che Vittorio Emanuele II costruì il palazzo nel quale viveva con la sua amata : la Bella Rosina, questa importanza del Piemonte e di Torino, che è stata capitale, la si deve a Camillo Benso conte di Cavour che ha saputo governare abilmente coinvolgendo la potenza francese nella seconda guerra di indipendenza che sarebbe andata a finire diversamente.

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27
Q

Quando si concluse l’unità d’Italia?

A

L’Unità d’Italia si è conclusa con la presa di Roma, il 20 settembre 1870, e la famosa Breccia di Porta Pia. Questo evento segna inoltre la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi. Nel 1871 la capitale del Regno d’Italia è stata trasferita a Roma

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28
Q

Periodo guerra di secessione americana…

A

La guerra di secessione americana, nota negli Stati Uniti come guerra civile americana, fu combattuta dal 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865 fra gli Stati Uniti d’America e gli Stati Confederati d’America, entità politica sorta dalla riunione confederale di Stati secessionisti dall’Unione.

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29
Q

Fasi principali guerra di secessione americana…

A

Nelle elezioni presidenziali del 1860 i repubblicani guidati da Abraham Lincoln sostennero l’interdizione della schiavitù in tutti i territori degli Stati Uniti, che vinse le elezioni il 4 marzo 1861.
Le ostilità iniziarono il 12 aprile 1861, quando le forze confederate attaccarono Fort Sumter. Mentre nel teatro occidentale l’Unione faceva importanti conquiste permanenti, nel teatro orientale le battaglie dei primi anni si dimostrarono inconcludenti. Le campagne confederate dell’autunno 1862 nel Maryland e nel Kentucky fallirono. Lincoln promosse il Proclama di emancipazione, che fece divenire l’abolizione della schiavitù un obiettivo della guerra.[6] A ovest nell’estate del 1862 l’Unione distrusse la marina fluviale della Confederazione, bloccando quindi gran parte dei loro eserciti occidentali e conquistando New Orleans. Nello stesso anno l’assedio di Vicksburg divise i confederati in due parti separate dal fiume Mississippi e un’incursione del generale confederato Robert Edward Lee a nord si concluse con la battaglia di Gettysburg. I successi occidentali portarono nel 1864 Ulysses Grant al comando di tutti gli eserciti dell’Unione. Le ultime battaglie significative della guerra vennero combattute nel contesto dell’assedio di Petersburg. Il tentativo di fuga di Lee si concluse con la sua resa ad Appomattox il 9 aprile 1865. Mentre le azioni militari volgevano al termine, iniziò l’Era della ricostruzione in cui si tentò di recuperare l’integrazione nazionale.

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30
Q

Quali furono i principali personaggi del risorgimento italiano?

A
  • Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 - Pisa, 10 marzo 1872) fu un patriota, filosofo, uomo politico, e una figura centrale del Risorgimento italiano. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le teorie mazziniane furono inoltre di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l’affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
  • Camillo Benso, conte di Cavour (Torino, 10 agosto 1810 - Torino, 6 giugno 1861), fu un politico e uomo di stato dell’Italia pre-unitaria. Aristocratico piemontese di idee liberali, in gioventù frequentò l’Accademia Militare, diventando ufficiale del Genio. In seguito abbandonò l’esercito e prese a viaggiare all’estero studiando lo sviluppo economico di paesi largamente industrializzati come la Francia e l’Inghilterra. Grazie alla sua attività diplomatica fu un fautore dell’Unità d’Italia. Fu soprannominato “il tessitore” per le sue capacità politiche.
  • Massimo d’Azeglio nacque a Torino nel 1798 da nobile famiglia. Figura politica di primo piano (liberale moderato, arrivò a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852), durante la sua vita si dedicò anche alla pittura e alla letteratura, sia in veste di scrittore politico che di romanziere. Tra le sue opere più famose ricordiamo Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta (1833), accolto da grandissimo successo, e Niccolò de’ Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841). Durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi sul Lago Maggiore, si dedicò alla scrittura delle sue memorie, pubblicate postume col titolo I miei ricordi nel 1867.D’Azeglio morì infatti a Torino nel 1866.
  • Vittorio Emanuele II (Torino, 14 marzo 1820 - Roma, 9 gennaio 1878), fu principe di Piemonte, duca di Savoia e re di Sardegna dal 1849 al 1861 e re d’Italia dal 1861 al 1878. Il compimento dell’unificazione italiana gli procurò l’appellativo di “Padre della Patria”. Come Re di Sardegna venne affiancato da validi ministri quali Massimo d’Azeglio e Camillo Benso conte di Cavour che modernizzarono il regno.
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I protagonisti secondari del risorgimento…

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  • Vincenzo Gioberti (Torino 1801 - Parigi 1852). Politico e filosofo italiano. Sacerdote dal 1825, affiliato alla Giovane Italia, nel 1833 fuggì in Francia. Distaccatosi da Mazzini, scrisse Del primato politico e morale degli italiani (1843) proponendo, come alternativa alla repubblica unitaria, una confederazione di stati posti sotto la guida del papato (vedi neoguelfismo
  • Cesare Balbo Nasce a Torino il 27 novembre 1789. Nell’ottobre del 1807 è nominato uditore al Consiglio di Stato. La caduta di Napoleone lo tiene lontano dalla vita politica. Di idee liberali moderate, cattolico, seguace di Vincenzo Gioberti e del neoguelfismo
  • Carlo Cattaneo Milanese (1801-1869). Fu il padre del pensiero federalista repubblicano italiano. Partecipò alle 5 Giornate di Milano (presidente delle armi). In seguito ai moti del 1848-49 il Cattaneo riparò in Svizzera.
  • Carlo Pisacane (Napoli, 22 agosto 1818 - Sanza, 2 luglio 1857) è stato un patriota italiano. Partecipò attivamente all’impresa della Repubblica Romana ed è celebre soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco a Ponza e fu represso nel sangue a Padula. Morì suicida per non consegnarsi al nemico.
  • Guglielmo Pepe Entra ancora 16enne nella milizia della Repubblica Napoletana del 1799. Alla caduta di Napoleone riprende servizio nell’esercito Borbonico. Nel 1820 è a capo del pronunciamento degli ufficiali per la Costituzione. Sconfitto a Rieti (1821) dagli Austriaci prende di nuovo la via dell’esilio (Inghilterra). Rientrato a Napoli dopo i moti del 48, gli viene affidato il comando del corpo di spedizione che combatte la prima guerra di indipendenza. Dopo la sconfitta porta parte dei suoi uomini alla Repubblica Veneziana di Manin
  • Santorre di Santarosa Patriota piemontese, fu sindaco di Savigliano e sottoprefetto della Spezia, durante l’occupazione napoleonica del Piemonte. Dopo la Restaurazione, fece parte dell’esercito sardo. Animatore dell’insurrezione liberale del 1821, assunse l’incarico di Ministro della Guerra. Il fallimento lo costrinse all’esilio in Svizzera
  • Daniele Manin (1804-1857) Avvocato, di idee democratiche, fu il leader riconosciuto della rivoluzione veneziana del 1848-49, che fece della città lagunare una delle capitali europee di quell’anno di moti. Guidò per oltre un anno la straordinaria resistenza di Venezia all’assedio austriaco
  • Fratelli Bandiera Attilio Bandiera (1810-1844) - Emilio Bandiera (1819-1844). Figli di un alto ufficiale della Marina austriaca, ed ambedue avviati alla carriera militare, votarono la loro giovinezza alla libertà ed al riscatto dell’Italia. Fondata dapprima una società segreta, la Esperia, e passati poi nel movimento mazziniano, i Bandiera svolsero un intensa attività patriottica, che non sfuggì alla polizia austriaca. Costretti a riparare a Corfù (sotto la protezione inglese), i Bandiera con un pugno di amici (219), per quanto sconsigliati dallo stesso Mazzini, tentarono uno sbarco in Calabria sperando di ridestare l’insurrezione scoppiata nel 1844 a Cosenza ma, ignari che il moto fosse già stato stroncato per la mancata partecipazione della popolazione
  • Ciro Menotti (Migliarina, Carpi, 22 gennaio 1798 - Modena, 23 maggio 1831) Patriota, appartenente alla Carboneria. Intervenne nelle cospirazioni per l’indipendenza politica. Con la proclamazione del “non intervento” da parte del sovrano francese Luigi Filippo d’Orléans, si creò nei patrioti italiani una forte speranza. Il 3 febbraio 1831, dopo aver raccolto le armi, Menotti radunò i suoi seguaci più fidati e cospirò per rovesciare il potere del duca Francesco IV; ma fu arrestato prima di portare ad esecuzione il suo piano.
  • Il Maresciallo Radetsky (Trebnice, 2 novembre 1766 - Milano, 5 gennaio 1858), nobile boemo, feldmaresciallo dell’esercito austriaco, a lungo governatore del Lombardo-Veneto. Nell’esercito austriaco per oltre settant’anni, per le sue vittorie militari contro Napoleone e, soprattutto, contro Carlo Alberto e i patrioti italiani, è ricordato in Austria come eroe nazionale, in Italia come il simbolo stesso della occupazione austriaca.
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Prima guerra d’indipendenza italiana…

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In Italia il 1848 fu principalmente segnato dalla decisione da parte del Regno di Sardegna di farsi promotore dell’unità italiana, anticipando l’azione del movimento rivoluzionario e dei mazziniani, temendone la spinta sovvertitrice e la possibilità che questa assumesse il ruolo guida nel processo di unificazione. Primo passo in tal senso fu la Prima Guerra d’Indipendenza, anti austriaca, scoppiata a seguito della rivolta vittoriosa antiaustriaca delle Cinque giornate di Milano (1848). La guerra si articolò in tre fasi: una prima campagna militare (dal 23 marzo al 9 agosto 1848) iniziata con l’appoggio dallo Stato Pontificio e dal Regno delle due Sicilie. Questi ultimi due stati si ritirarono ben presto dal conflitto, ma gran parte dei loro soldati scelsero di rimanere e continuare a combattere l’Austria con l’esercito piemontese assieme agli altri volontari italiani tra i quali Giuseppe Garibaldi e i giovani raggruppati nel Battaglione Universitario Romano. Vi fu poi un armistizio, un tentativo austriaco di occupazione delle Legazioni pontificie e una seconda campagna militare (dal 20 al 24 marzo 1849).

La guerra condotta e definitivamente persa da Carlo Alberto a seguito delle sconfitte nella battaglia di Custoza e nella Battaglia di Novara, si concluse territorialmente con un sostanziale ritorno allo statu quo ante e, a seguito dell’abdicazione del padre, con la salita al trono di Vittorio Emanuele II che, diversamente da quanto fecero gli altri governanti italiani, non ritirò lo Statuto Albertino concesso dal padre. Il suo regno, unico stato preunitario italiano a conservare il tricolore come bandiera nazionale, rimase l’unico Stato costituzionale nella penisola italiana, con istituzioni di tipo rappresentativo in cui l’autorità del re era bilanciata da un parlamento bicamerale con una camera dei deputati elettiva ed un senato a nomina regia.

I moti indussero anche l’imperatore Ferdinando I d’Austria ad abdicare a favore del nipote Francesco Giuseppe, che divenne imperatore il 2 dicembre 1848. Tutte le vicende successive risorgimentali troveranno contrapposti i due sovrani saliti giovani sul trono a seguito degli avvenimenti del 1848.

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Seconda guerra d’indipendenza italiana…

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Il biennio 1859-1860 costituì una nuova fase decisiva per il processo d’unificazione, iniziò con l’attentato di Felice Orsini contro Napoleone III colpevole di aver represso la Repubblica Romana e aver rinnegato gli ideali carbonari che il monarca aveva professato in gioventù. Orsini, prima di essere ghigliottinato, inviò una lettera Napoleone III, che ne fu favorevolmente colpito autorizzandone la pubblicazione sui giornali che presentarono Orsini come un eroe. Cavour, sfruttò la popolarità che aveva raggiunto la missiva, per aumentare la sua pressione politica sulla Francia.

Il biennio fu quindi caratterizzato dall’alleanza sardo-francese siglata nel gennaio 1859 e preparata con l’incontro di Plombières fra Cavour e Napoleone III del 21 luglio 1858. Tale alleanza, lungi dal prevedere l’unità della nazione, auspicava di dividere la penisola in zone d’influenza piemontese e francese.

Il 10 gennaio 1859 Vittorio Emanuele II, inaugurando i lavori del Parlamento subalpino, pronunciò un famoso discorso della Corona con l’affermazione: «Noi non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi»; frase che esprimeva un’accusa di malgoverno austriaco sugli italiani ai quali il re sabaudo si proponeva come loro soccorritore e una velata ricerca del “casus belli”: elemento quest’ultimo necessario poiché, secondo gli accordi presi, Napoleone III sarebbe entrato in guerra solo in seguito ad un attacco austriaco al Piemonte.

Nel frattempo Garibaldi veniva autorizzato a condurre apertamente una campagna di arruolamento di volontari nei Cacciatori delle Alpi, una nuova formazione militare regolarmente incorporata nell’esercito sardo. L’Austria colse nelle parole del sovrano piemontese e nel riconoscimento ufficiale dei volontari agli ordini del noto rivoluzionario mazziniano Garibaldi, che veniva stanziato ai confini del Lombardo-Veneto, una provocazione e una sfida. La possibilità però di una guerra all’Austria con l’alleato francese sembrava ancora lontana dal realizzarsi per l’opposizione dei cattolici francesi che vedevano in una guerra vittoriosa del Piemonte una probabile successiva annessione dello Stato pontificio, con la conseguente perdita del potere temporale del papa. Per allontanare il rischio di una guerra agiva anche la diplomazia inglese e prussiana che si adoperava per una conferenza di pace: si sapeva infatti che gli accordi di Plombieres prevedevano un insediamento della Francia nell’Italia centrale e meridionale che avrebbe alterato i rapporti di forza in Europa.

Ritorno dei bersaglieri da una ricognizione

La Battaglia di Solferino

Stampa dell’epoca raffigurante l’insurrezione di Parma del 9 giugno 1859
Dopo mesi, durante i quali sembrava si potesse giungere a una pacificazione, giunse l’ultimatum austriaco al Piemonte con l’ingiunzione di disarmare l’esercito e il corpo dei volontari. Cavour in risposta all’intimazione austriaca dichiarò di voler resistere all’«aggressione» e a fine aprile giunse la dichiarazione di guerra degli austriaci che attaccarono il Piemonte attraversando il confine sul fiume Ticino (26 aprile).

Alle notizie della guerra all’Austria il 27 aprile 1859 i ducati emiliani, le legazioni pontificie, e il Granducato di Toscana, dopo l’esperienza del governo provvisorio della Toscana, chiedevano ed ottenevano l’invio di commissari sabaudi per l’annessione al Regno sardo.

Il 12 maggio 1859 l’alleato francese Napoleone III, secondo gli accordi convenuti, entrò in guerra al comando dell’Armée d’Italie. Seguirono nel periodo maggio-giugno una serie di vittorie franco-piemontesi, ma con un alto numero di perdite, mentre i Cacciatori delle Alpi al comando di Garibaldi dopo aver preso Varese, Bergamo, Brescia continuavano ad avanzare verso il Veneto.

Tuttavia, nonostante il corso favorevole della guerra (Battaglia di Magenta, Battaglia di Solferino e San Martino), questa venne interrotta per iniziativa francese prima di conseguire tutti gli obiettivi concordati fra Francia e Piemonte: le richieste di annessione da parte dei ducati emiliani, delle legazioni pontificie e del granducato di Toscana, non previste negli accordi di Plombieres sulla spartizione degli stati italiani, il malcontento dell’opinione pubblica francese per l’alto numero di morti nella guerra in Italia, l’opposizione dei cattolici francesi che vedevano realizzarsi i loro timori per la perdita dell’autonomia papale, spinsero Napoleone III ad accettare di firmare un armistizio (11 luglio 1859) con l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo (“preliminari di pace di Villafranca”) che concedeva ai Piemontesi la sola Lombardia (eccetto Mantova e Peschiera del “Quadrilatero”) in cambio dell’abbandono delle terre già occupate nel Veneto e della rinuncia a soddisfare le richieste di annessioni.

Vittorio Emanuele accettò le condizioni di pace e ritirò i commissari regi dalle città di Firenze, Parma, Modena, Bologna dove però i governi provvisori si opposero alla restaurazione unendosi nelle Province Unite del Centro Italia, ipotizzando anche una forza militare comune di difesa, mentre a fine giugno, dopo la pubblicazione dell’enciclica Qui Nuper, con la quale Pio IX invitava i propri sudditi a restare calmi e fedeli, ribadendo al contempo la necessità dello stato Pontificio per l’esistenza della Chiesa, le truppe papaline riprendevano militarmente il controllo dell’Umbria e delle Marche ribellatesi, rimaste isolate e prive di una propria forza di difesa, provocando il 20 giugno le Stragi di Perugia, che ebbero una vasta eco internazionale.

Nel frattempo il quadro internazionale cambiava e l’Inghilterra si mostrava favorevole ad una situazione italiana dove la Francia non avrebbe avuto alcun peso mentre uno Stato unitario italiano poteva costituire un valido punto d’equilibrio in Europa sia nei confronti della Francia che dell’Austria. Il 23 ottobre 1859 venne emanata la legge Rattazzi che riorganizzava la geografia amministrativa dell’intero stato sabaudo sul modello francese, con suddivisioni in province, circondari, mandamenti e comuni, struttura che sarà successivamente applicata ai vari territori che via via si unirono nel corso dell’unificazione nazionale.

Il ritiro unilaterale dei francesi rendeva nulli gli accordi di Plombières, ma il prezzo stabilito da Napoleone III per permettere l’annessione dell’Italia centrale fu il riportare in vita le clausole del trattato segreto del 1859 - che prevedevano la cessione della Savoia e il Nizzardo alla Francia, in cambio del riconoscimento da parte di quest’ultima delle annessioni dell’Emilia-Romagna e della Toscana che, tramite i plebisciti dell’11 e 12 marzo 1860, entrarono a far parte del Regno di Sardegna. Il 12 marzo 1860 fu firmato con la Francia un apposito trattato reso pubblico il 30 marzo a cui seguirono due plebisciti nelle province interessate.

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La spedizione dei mille…

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Garibaldi, salpato da Quarto in Liguria e sbarcato a Marsala l’11 maggio 1860, si proclamò tre giorni dopo a Salemi, su suggerimento di Crispi[124], dittatore dell’isola nel nome di Vittorio Emanuele. Il 15 maggio dello stesso anno vinse la prima battaglia contro i borbonici a Calatafimi, dove fu determinante per la vittoria la partecipazione di 200 picciotti e di circa 2.000 contadini locali in aggiunta ai 1.089 volontari garibaldini. Da quel primo successo si giunse il 30 maggio alla conquista di Palermo mentre le truppe regie si ritiravano verso Messina. Il 2 giugno a Palermo viene istituito da Garibaldi il governo dittatoriale della Sicilia.
Significativa in tal senso è la repressione ordinata a Nino Bixio, della ribellione contadina avvenuta a Bronte e che rischiava di estendersi in tutta la regione del catanese.
Mentre Garibaldi avanzava da sud con il suo Esercito meridionale, in agosto insorse la Basilicata (la prima provincia a dichiararsi parte d’Italia nella zona continentale del Regno delle Due Sicilie), arrivando ad avere un governo provvisorio che rimase in carica fino all’ingresso di Garibaldi a Napoli. Dopo Napoli, le truppe garibaldine si scontrarono un’ultima volta con quelle borboniche nella Battaglia del Volturno il 1º ottobre 1860. Con la vittoria di Garibaldi l’Italia meridionale veniva definitivamente sottratta ai Borbone, dinastia che in passato aveva dato a Napoli anche un grande sovrano, ma che «…ormai rappresentava, nella vita dell’Italia Meridionale, la peior pars…», cioè la parte peggiore, come scrisse Benedetto Croce.
Le truppe di Vittorio Emanuele II intanto entravano nello Stato della Chiesa scontrandosi il 18 settembre con l’esercito pontificio nelle Marche, durante la Battaglia di Castelfidardo, che sarebbe stato l’ultimo grande scontro armato prima dell’unità italiana. Dopo aver ottenuto la vittoria, le truppe piemontesi inseguirono quelle pontificie asserragliatesi ad Ancona, che venne subito assediata. Quando i pontifici cedettero anche là, fu possibile per il Piemonte annettere la Legazione delle Marche e quella dell’Umbria, a seguito di un plebiscito. Solo dopo esso si sarebbe potuto pensare alla proclamazione del Regno d’Italia in quanto, attraverso le Marche e l’Umbria, si sarebbero unite geograficamente le regioni del nord e del centro (confluite nel Regno di Sardegna in seguito alla seconda guerra d’indipendenza e alle conseguenti annessioni), con le regioni meridionali (conquistate da Garibaldi).
Dopo alcuni tentennamenti e sotto la pressione di Cavour e dell’imminente annessione di Marche ed Umbria alla monarchia sabauda, Garibaldi, pur di idee repubblicane, non pose ostacoli all’unione dell’ex Regno delle Due Sicilie al futuro Stato unificato italiano, che già si profilava all’epoca sotto l’egida di Casa Savoia. Tale unione fu formalizzata mediante il referendum del 21 ottobre 1860.
L’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, o incontro di Teano, avvenne il 26 ottobre del 1860 ed è l’episodio della storia risorgimentale con il quale si concluse la spedizione dei Mille.

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La proclamazione del regno d’Italia nel 61…

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Il 27 gennaio e 3 febbraio 1861 si svolsero le prime elezioni politiche italiane e il 18 febbraio 1861 venne aperta la nuova legislatura italiana. Alla presidenza del Senato fu nominato Ruggero Settimo, già capo del governo siciliano durante la rivoluzione del 1848, a quella della Camera fu nominato Urbano Rattazzi, che era già stato due volte presidente della Camera del Regno di Sardegna.

Il nuovo governo era presieduto da Cavour, con altri 8 ministri originari di diverse regioni italiane.

Tre mesi dopo dello stesso anno moriva Cavour che, nel suo primo discorso al Parlamento italiano, aveva suggerito la linea politica di “Libera Chiesa in libero Stato” come soluzione alla cosiddetta “Questione romana”, al problema, cioè, della persistenza del potere temporale del papato in Italia che impediva che Roma, di fatto ancora capitale dello Stato pontificio, potesse effettivamente diventare la proclamata capitale del Regno e che conseguentemente condizionava la partecipazione dei cattolici, sensibili alle indicazioni di Pio IX, alla vita politica nazionale.

Alla proclamazione del Regno d’Italia seguirono alcuni anni di riorganizzazione dello stato per permetterne l’estensione e unificazione ed omogeneizzazione della struttura politica ed amministrativa, attraverso un processo che viene indicato come “piemontesizzazione”. Il nuovo regno mantenne lo Statuto albertino. Per celebrare l’unificazione dello stato e indicare un progetto culturale nazionale, rifacendosi alle esposizioni universali di Londra (1851) e Parigi (1855), venne organizzata a Firenze, nell’ex stazione Leopolda, la prima Esposizione nazionale italiana inaugurata da Vittorio Emanuele II il 15 settembre 1861

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La terza guerra d’indipendenza italiana…

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Il Veneto venne conquistato nel 1866 con la Terza guerra d’indipendenza. In quell’anno la Prussia voleva dichiarare guerra all’Austria e contattò il governo italiano proponendo un’alleanza antiaustriaca la quale fu prontamente accettata. L’Italia condusse questa guerra in maniera disastrosa e andò incontro a dure sconfitte tra cui si possono ricordare quelle a Custoza e a Lissa. La battaglia navale di Lissa fu persa a causa delle rivalità tra i due generali dell’esercito e questo episodio dimostrava come fosse ancora debole e disorganizzato l’esercito italiano. Queste due sconfitte clamorose vennero riscattate da Garibaldi che radunò dei volontari e invase il Trentino battendo gli austriaci a Bezzecca. Il Trentino venne conquistato e Garibaldi stava per puntare il confine con l’Austria quando venne fermato dalla fine della guerra perché nel frattempo i prussiani avevano massacrato l’esercito asburgico. L’Austria fu costretta a firmare la pace con la Prussia, ma si rifiutarono di trattare con l’Italia che avevano più volte sconfitto. Allora decisero di cedere il Veneto alla Francia che a sua volta lo girò all’Italia. All’Italia però mancavano ancora le cosiddette “terre irredente”, cioè il Trentino e il Friuli.

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La breccia di porta Pia…

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La presa di Roma, nota anche come breccia di Porta Pia, fu l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia.

Avvenuta il 20 settembre 1870 guidata dal generale Cadorna, decretò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33). L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino al 1930, quando fu abolito a seguito della firma dei Patti Lateranensi.

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Q

Quale fu il periodo della seconda rivoluzione industriale?

A

La seconda rivoluzione industriale è il processo che rappresentò la seconda fase dello sviluppo industriale e che viene cronologicamente riportato al periodo compreso tra il congresso di Parigi (1856) e quello di Berlino (1878) e che giunge a pieno sviluppo nell’ultimo decennio del 1800, sia pure in concomitanza con la grande depressione di fine Ottocento.

39
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Quali furono i motivi dello scoppio della prima guerra mondiale?

A

I prodromi per lo scoppio della Prima Guerra mondiale sono individuabili nella data del 28 giugno 1914, quando un irredentista bosniaco, Gavrilo Princip, attentò alla vita dell’arciduca d’Austria-Ungheria Francesco Ferdinando e della moglie, che si erano recati in visita a Sarajevo in occasione di una parata militare. Durante questo attentato i due consorti morirono. La situazione si fece incandescente e l’Austria-Ungheria chiese di svolgere delle indagini accurate in territorio serbo, dando quindi alla Serbia un ultimatum. Di fronte al rifiuto della Serbia per delle indagini in territorio nazionale, il 28 luglio 1914 l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, avendo l’appoggio -nel corso del conflitto- della Germania. Si affermarono due alleanze che segnarono le sorti del conflitto: la Triplice Alleanza tra Austria, Germania e Italia ( che però decise di dichiararsi neutrale) e la Triplice Intesa tra Francia, Gran Bretagna e Russia.

Anche se le cause reali che portarono allo scoppio della prima guerra mondiale sono:
- interessi economici e politici di molti paesi europei;
- relazioni tra i vari paesi sempre più tesi;
- concorrenza tra le grandi potenze dell’Europa e del mondo;
- sfruttamento dei mercati esteri come conseguenza dell’imperialismo e del colonialismo;
Un ruolo determinante fu assunto dalla Germania, esclusa dalla Francia e dall’Inghilterra, dai mercati extraeuropei che inaugurò una politica espansionistica che la portò ad instaurare il proprio potere su tutta l’Europa dando vita a un pangermanesimo.
La Germania si trovò contro Inghilterra e Francia che volevano riconquistare i territori dell’Alsazia e della Lorena che gli erano stati strappati della Germania nel 1870 con la guerra franco - prussiana.
Sicché Francia e Inghilterra stipulano un accordo: “Entenne cordiale” e nel 1907 la Russia dopo la sconfitta con Giappone aderì al patto della Triplice Intesa.

40
Q

Schieramenti della 1WW…

A
NAZIONI ALLEATE:
Serbia 
Russia (fino al 1917)
Francia 
Belgio 
Impero Britannico
Regno del Montenegro (fino al 1916)
Impero giapponese
Regno d'Italia (dal 1915)
Portogallo (dal 1916)
Regno di Romania (dal 1916)
Stati Uniti (dal 1917)
Regno di Grecia (dal 1917) 
Repubblica di Cina (dal 1917)
IMPERI CENTRALI
Impero austro-ungarico
Impero tedesco
Impero ottomano
Regno di Bulgaria (dal 1915)
41
Q

La guerra dei 6 giorni…

A

La guerra dei sei giorni fu un conflitto combattuto tra Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall’altra, all’interno dei conflitti arabo-israeliani e che si tramutò in una rapida e totale vittoria israeliana.

Al termine del conflitto Israele aveva conquistato la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza all’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria. L’esito della guerra, la condizione giuridica dei territori occupati e il relativo problema dei rifugiati influenzano pesantemente ancora oggi la situazione geopolitica del Medio oriente.

42
Q

Dichiarazioni di guerra della prima guerra mondiale…

A

1 agosto: la Germania, alleata dell’Austria e dopo la mobilitazione delle truppe dello zar alla frontiera, dichiara guerra alla Russia.

2 agosto: i tedeschi mirano all’attuazione del Piano Schlieffen, che prevede l’apertura di un fronte occidentale contro la Francia: occupano il territorio del Lussemburgo e procedono verso il Belgio, violandone la neutralità.

3 agosto: dichiarazione di guerra della Germania contro la Francia, alleata della Russia; l’Italia, pur essendo alleata nella Triplice Alleanza di Germania e Austria, persiste nella scelta della neutralità.

4 agosto: anche la Gran Bretagna, alleata della Francia, dichiara guerra alla Germania.

6-13 agosto: le reciproche dichiarazioni di guerra (della Serbia e della Francia contro l’impero austro-ungarico e dell’Austria-Ungheria contro la Gran Bretagna) definiscono il confronto tra le forze della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Impero russo) e della Triplice Alleanza (Austria-Ungheria, Germania e l’Italia per ora neutrale). Il 23 agosto il Giappone dichiarerà guerra agli Imperi centrali, ampliando la dimensione “mondiale” del conflitto.

43
Q

Prima fase della prima guerra mondiale… 1914

A

agosto-settembre: le truppe tedesche registrano i primi successi, occupando Bruxelles sul fronte occidentale e bloccando l’avanzata dei francesi presso il Reno; sul fronte orientale, i generali Ludendorff e Hindenburg ottengono considerevoli vittorie sui russi a Tannenberg (17 agosto - 2 settembre) e ai Laghi Masuri (7 - 14 settembre).

25 agosto: la Germania bombarda Anversa e dà il via all’assedio della città. Caduta la città, il Belgio si arrenderà a ottobre.

2 settembre: il governo francese ripara a Bordeaux, dato che l’esercito tedesco è arrivato a 40 km da Parigi.

12 settembre: i francesi bloccano l’avanzata tedesca nella prima battaglia della Marna; finisce la guerra di movimento (o “guerra-lampo” dal tedesco Blitzkrieg) e si passa alla guerra di trincea. Il comando delle truppe tedesche ad ovest passa da Von Moltke a Von Falkenhayn.
31 ottobre: anche l’Impero ottomano entra nelle ostilità, alleandosi all’Austria-Ungheria e alla Germania.

8 dicembre: i britannici sbaragliano la flotta tedesca presso le Isole Falkland.

44
Q

Seconda fase prima guerra mondiale… 1915

A

26 aprile: dopo il fallimento delle trattative con l’Austria (cui l’Italia chiede compensazioni territoriali per entrare in guerra a fianca degli Imperi centrali) il governo italiano stipula segretamente e all’insaputa del Parlamento il Patto di Londra, con il quale l’Italia accetta di entrare in guerra di lì ad un mese alleandosi con la Triplice Intesa, ottenendo, in cambio di vittoria, il Trentino, l’Alto Adige, l’Istria, la Dalmazia (eccetto Fiume), la base navale albanese di Valona e il riconoscimento di sovranità sui possedimenti del 1912 nel Dodecaneso.

3 maggio: denuncia italiana della Triplice Alleanza.

7 maggio: l’affondamento del transatlantico Lusitania, ad opera di un sottomarino tedesco, è il primo passo per l’entrata in guerra degli Stati Uniti.

24 maggio: dopo le pressanti manifestazioni di piazza dei nazionalisti - alla cui testa si pone Gabriele D’Annunzio - affinché l’Italia entri in guerra, si arriva alla dichiarazione formale di guerra contro l’Austria.

giugno-dicembre: le prime quattro battaglie dell’Isonzo (23 giugno-7 luglio; 18 luglio-4 agosto; 18 ottobre-4 novembre; 10 novembre-2 dicembre) lungo il fronte italo-austriaco portano minimi avanzamenti territoriali, ad un prezzo altissimo in termini di vite umane.

45
Q

Terza fase della prima guerra mondiale… 1916

A

21 febbraio: i tedeschi iniziano la controffensiva contro i francesi a Verdun. Si tratta di una delle principali battaglie sul fronte occidentale, che vede contrapposti francesi e inglesi da una parte e tedeschi dall’altra in una logorante guerra di posizione dagli ingenti costi umani.

11-19 marzo: quinta campagna dell’Isonzo. Nello stesso anno ne seguiranno altre quattro (4-8 agosto, con la durissima conquista di Gorizia; 14-17 settembre; 9-12 ottobre; 31 ottobre-1 novembre).

15-31 maggio: l’esercito austriaco dà il via alla Strafexpedition (cioè “spedizione punitiva”) contro l’Italia per accerchiare le truppe schierate sull’Isonzo. Nonostante il grande impegno di uomini, la spedizione fallisce.

31 maggio-2 giugno: scontro navale tra la flotta britannica e quella tedesca nella storica battaglia dello Jutland.

27 agosto: la Romania dichiara guerra all’Austria-Ungheria. Il giorno successivo l’Italia muove guerra contro la Germania e quest’ultima contro la Romania.

21 novembre: Carlo I d’Asburgo succede a Francesco Giuseppe.

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Quarta fase della prima guerra mondiale…1917

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3 febbraio: gli Stati Uniti, in reazione alla guerra sottomarina tedesca, interrompono le relazioni diplomatiche e si preparano all’ingresso nelle ostilità.

12 marzo: nella Russia zarista, scoppia la “rivoluzione di febbraio” (secondo il calendario giuliano, è il 23 febbraio), che costringe Nicola II all’abidicazione e porta all’instaurazione di un governo provvisiorio.

2 aprile: gli USA muovono guerra contro la Germania.

12-28 maggio: sull’Isonzo, si combatte la decima battaglia tra Italia e Austria.

27 giugno: anche la Grecia entra in guerra, schierandosi contro Bulgaria, Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano. Il 14 agosto la Cina dichiara guerra alla Germania e all’Austria-Ungheria, seguita il 26 dal Brasile.

17-31 agosto: undicesima battaglia dell’Isonzo.

24 ottobre: le truppe austriache e tedesche sfondano il fronte italiano a Caporetto (dodicesima battaglia dell’Isonzo), causando notevolissime perdite all’esercito italiano e portando la linea dei combattimenti lungo il fiume Piave. Si tratta del momento più drammatico per l’Italia nel corso di tutto il conflitto.

6 novembre (24 ottobre nel calendario russo): con la “Rivoluzione di Ottobre” i bolscevichi prendono il potere e instaurano il Congresso dei Soviet.

8 novembre: dopo la disfatta militare di Caporetto, il generale Diaz sostituisce Cadorna, noto per i suoi duri metodi repressivi nei confronti delle truppe.

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Ultima fase della prima guerra mondiale… 1918

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8 gennaio: il presidente americano Woodrow Wilson presenta i quattordici punti il suo programma per l’assetto mondiale post-bellico.

3 marzo: con il trattato di Brest-Litovsk, la Russia comunista firma la resa verso gli Imperi centrali.

luglio-agosto: offensiva dell’Intesa lungo il fronte occidentale

24 ottobre-3 novembre: con un’offensiva sul Piave e sul Grappa le truppe italiane conquistano Vittorio Veneto. L’Austria-Ungheria , stremata e al collasso su tutti i fronti, chiede l’armistizio.

4 novembre: armistizio fra Italia e Austria-Ungheria.

11 novembre: con l’armistizio fra il resto degli alleati e la Germania, si conclude il primo conflitto mondiale. La Conferenza di pace di Parigi (18 gennaio 1919 - 21 gennaio 1920) e il Trattato di Versailles definiranno i nuovi assetti territoriali europei.

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Trattato di Versailles (post 1ww)

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Il trattato di Versailles, anche detto patto di Versailles, è uno dei trattati di pace che pose ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Fu stipulato nell’ambito della Conferenza di pace di Parigi del 1919 e firmato da 44 Stati il 28 giugno 1919 a Versailles, in Francia, nella Galleria degli Specchi del Palazzo di Versailles. È suddiviso in 16 parti e composto da 440 articoli.
« Questa non è una pace, è un armistizio per vent’anni. » cit. Ferdinand Foch, ufficiale francese
Gli Stati Uniti d’America non ratificarono mai il trattato. Le elezioni del 1918 avevano visto la vittoria del Partito Repubblicano, che prese il controllo del Senato e bloccò due volte la ratifica (la seconda volta il 19 marzo 1920), alcuni favorivano l’isolazionismo e avversavano la Società delle Nazioni, altri lamentavano l’eccessivo ammontare delle riparazioni. Come risultato, gli Stati Uniti non si unirono mai alla Società delle Nazioni e in seguito negoziarono una pace separata con la Germania: il trattato di Berlino del 1921, che confermò il pagamento delle riparazioni e altre disposizioni del trattato di Versailles ma escluse esplicitamente tutti gli articoli correlati alla Società delle Nazioni.
firmatari:
Regno Unito
Francia
Italia
Giappone
Stati Uniti
e le altre potenze vincitrici
Germania

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Test francesi di Mururoa…

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Moruroa, anche trascritto in Mururoa è storicamente chiamato Aopuni[3], è uno degli atolli che formano l’arcipelago Tuamotu della Polinesia francese ed è situato nell’Oceano Pacifico, esattamente agli antipodi de La Mecca. Fra gli anni 1966 e 1996 è stato utilizzato dalla Francia come sito per test nucleari insieme al vicino atollo di Fangataufa.

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Quali sono i principali eventi del periodo interbellico?

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Fra i maggiori del periodo tra le due guerre, si segnalano:

  • L’avvento di dittature fasciste: non solo in Italia ma nella maggior parte dei paesi europei cadono le strutture democratiche per lasciare il posto a regimi militaristici, autoritari e spesso espansionistici;
    -Il fallimento della Società delle Nazioni, legato anche al colonialismo italiano;
  • Il consolidarsi del comunismo in Unione Sovietica, con le Grandi Purghe staliniane e tutte le preoccupazioni a livello internazionale legate a questi fenomeni;
  • Il periodo di fervore culturale ed economico negli anni venti, particolarmente pronunciato in alcuni paesi come gli USA (Roaring twenties);
    la grande depressione in seguito al crollo della borsa del 1929; a questo fenomeno è legata la iperinflazione osservata in diversi paesi;
  • La ripresa della Germania, trasformatasi nel 1933 nel Terzo Reich, la cui politica volge decisamente ad un’espansione verso est.
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La rivoluzione Russa…

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La rivoluzione russa è stato un evento sociopolitico, occorso in Russia nel 1917, che portò al rovesciamento dell’Impero russo capitanato dal regime zarista e alla formazione prima della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e, cinque anni più tardi nel 1922 in seguito alla guerra civile russa, dell’Unione Sovietica; fu un tentativo di applicazione delle teorie sociali ed economiche di Karl Marx e Friedrich Engels.

A Mosca scoppiò la rivolta con la rivoluzione di febbraio e il 2 marzo Duma e soviet di operai e soldati si accordarono per la deposizione dello zar, e l’istituzione di un governo provvisorio formato da cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Si formò il governo provvisorio di L’vov, che indusse Nicola II ad abdicare. Mentre lo zar e la sua famiglia venivano arrestati, nel Paese si formarono due poteri: quello del governo provvisorio, e quello dei Soviet, formato da delegati eletti compresi i bolscevichi. Il leader bolscevico Lenin, tornato dall’esilio sostenne la necessità di trasformare la rivoluzione borghese di febbraio in Rivoluzione Proletaria, guidata dai Soviet e che mirava alla instaurazione di una società comunista. Nell’ottobre i bolscevichi occuparono i punti nevralgici della capitale istituendo il Consiglio dei commissari del popolo, dando vita alla rivoluzione d’ottobre.

La vittoria dei bolscevichi portò al rovesciamento del Governo provvisorio russo e alla nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Dal 1917 al 1921 esplose la guerra civile russa che avrebbe visto la vittoria dell’Armata Rossa (bolscevichi) sull’Armata Bianca (contro-rivoluzionari) e ciò portò nel 1922 all’istituzione dell’Unione Sovietica.

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Schieramenti seconda guerra mondiale… (ALLEATI)

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ALLEATI:
DOPO L'ATTACCO ALLA POLONIA  1º settembre 1939
Polonia
Regno Unito Regno Unito
India
Australia
Nuova Zelanda
Sudafrica
Canada
Francia
Dopo la Strana guerra
Danimarca
Norvegia
Belgio
Lussemburgo
Paesi Bassi
Grecia
Jugoslavia: 6 aprile 1941 (firmò parte del Patto tripartito il 25 marzo per uscirne il 27 marzo a seguito di un colpo di stato filo-britannico. Fu aggredita da Germania, Italia e Ungheria il 6 aprile)
DOPO L'INVASIONE DELL'URSS  22 giugno 1941
URSS comprendente:
RSSU Ucraina: (sebbene federata nell'URSS, fu riconosciuta dagli USA come belligerante su richiesta di Stalin)
RSSB Bielorussia: (nella stessa posizione dell'Ucraina)
Partigiani jugoslavi
DOPO PEARL HARBOUR : 7 dicembre 1941
Panama
Stati Uniti, comprendente:
Commonwealth filippino (in guerra con l'Impero del Giappone dal 1937)
Costa Rica
Rep. Dominicana
El Salvador 
Haiti
Honduras
Nicaragua
Guatemala 
Cuba 
Repubblica di Cina 
Corea
Cecoslovacchia (governo in esilio)
Egitto
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Schieramenti seconda guerra mondiale… (IMPERI CENTRALI)

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IMPERI CENTRALI:
Grandi potenze
GERMANIA: firmataria del patto anticomintern il 25 novembre 1936, del patto d’Acciaio il 22 maggio 1939 e del patto tripartito il 27 settembre 1940; entrò in guerra il 1º settembre 1939 con l’attacco alla Polonia, rimanendo nel conflitto fino alla sua resa il 7 maggio 1945.
ITALIA: firmatario del patto d’Acciaio il 22 maggio 1939, del patto anticomintern il 6 novembre 1937 e del patto tripartito il 27 settembre 1940; entrò in guerra il 10 giugno 1940, rimanendo nell’Asse fino alla sua resa agli Alleati il 3 settembre 1943 (armistizio di Cassibile, reso noto l’8 settembre), per poi dichiarare guerra alla Germania il 13 ottobre 1943 e al Giappone il 14 luglio 1945.
IMPERO GIAPPONESE: firmatario del patto anticomintern il 25 novembre 1936 e del patto tripartito il 27 settembre 1940; entrò in guerra il 7 dicembre 1941, rimanendo nel conflitto fino alla sua resa il 2 settembre 1945.
Potenze secondarie
UNGHERIA: firmatario del patto tripartito il 20 novembre 1940, aderì al patto anticomintern il 25 novembre 1941; dopo aver partecipato all’invasione della Jugoslavia nell’aprile del 1941, dichiarò guerra all’Unione Sovietica il 27 giugno seguente e agli Stati Uniti il 13 dicembre successivo; occupato dalla Germania nell’ottobre del 1944 per prevenirne la defezione, rimase formalmente nel conflitto fino alla resa della Germania l’8 maggio 1945.
ROMANIA: firmatario del patto tripartito il 23 novembre 1940, aderì al patto anticomintern il 25 novembre 1941; dichiarò guerra all’Unione Sovietica il 22 giugno 1942 e a Stati Uniti e Regno Unito il 12 dicembre seguente; invaso dai sovietici nell’agosto del 1944, dopo un colpo di Stato che depose il dittatore Ion Antonescu il paese sottoscrisse un armistizio con gli Alleati il 12 settembre e dichiarò guerra a Germania e Ungheria il 25 settembre.
BULGARIA: firmatario del patto tripartito il 1º marzo 1941, aderì al patto anticomintern il 25 novembre 1941; entrò nel conflitto nell’aprile del 1941 quando partecipò alla spartizione della Jugoslavia, dichiarando poi guerra a Stati Uniti e Regno Unito il 12 dicembre seguente ma non all’Unione Sovietica; invaso dai sovietici ai primi di settembre del 1944, dopo un colpo di Stato che abbatté il precedente governo il paese cambiò schieramento e dichiarò guerra alla Germania l’8 settembre 1944.

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GUERRA FREDDA (45-55)…

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  • 1945 La conferenza di Jalta e la conferenza di Potsdam vedono Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna, le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, gettare le basi per il nuovo equilibrio politico e territoriale.
  • Discorso alle camere di Truman (1947) in cui propose di combattere l’espansione dell’URSS attraverso aiuti economici agli Stati minacciati, primi fra tutti Grecia e Turchia. (Piano Marshall).
  • 1948 Stalin blocca gli accessi a Berlino Ovest interrompendo ogni via di comunicazione stradale, fluviale e ferroviaria. Il blocco sarà revocato dopo undici mesi durante i quali un ininterrotto ponte aereo (USA/NATO) di rifornimenti fornisce viveri, medicinali e altri beni di prima necessità a due milioni di berlinesi.
  • 1949 A Washington viene firmato il trattato di collaborazione della difesa comunemente conosciuto come Patto Atlantico. Nello stesso anno partono i primi esperimenti atomici sovietici.
  • Inizio della guerra in Corea:
    La guerra di Corea fu il conflitto combattuto nella penisola coreana dal 1950 al 1953. Essa determinò una delle fasi più acute della guerra fredda, con il rischio di un conflitto globale ed il possibile utilizzo di bombe nucleari.

La guerra scoppiò nel 1950 a causa dell’invasione della Corea del Sud da parte dell’esercito nordcoreano. L’invasione determinò una rapida risposta dell’ONU: su mandato ONU, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 paesi, intervennero militarmente nel tentativo di liberare il paese occupato e, alla fine, rovesciare il governo nordcoreano.

Il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in 2.800.000, tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili

  • 1952 Attraverso un documento passato alla storia come Stalin-noten, Stalin offre alla Germania la possibilità di riunificarsi, a patto che non si schieri con le potenze occidentali e rimanga neutrale. Le potenze occidentali appoggiano il governo tedesco rifiutando questo accordo.
  • 1953 Una rivolta operaia a Berlino Est viene soffocata dai carri armati sovietici.
  • 1955 La Germania Federale entra nella NATO e si dota di un proprio esercito nazionale. A Varsavia sotto la guida di Nikita Khruščёv i Paesi dell’Est stipulano un patto di difesa reciproca.
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GUERRA FREDDA (1956-1965

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  • 1956 In Ungheria una insurrezione popolare viene repressa dall’Armata Rossa che invade il paese. Nello stesso periodo in Egitto il Canale di Suez viene occupato dalle truppe francesi, britanniche e israeliane. La crisi minaccia di estendersi quando l’URSS dichiara di voler intervenire al fianco dell’Egitto e termina con il ritiro delle forze d’invasione su pressioni degli Stati Uniti.
  • 1961 Attorno ai confini di Berlino Ovest inizia la costruzione del Muro.
  • 1962 Il mondo è di nuovo con il fiato sospeso per la crisi dei missili di Cuba:
    La crisi dei missili di Cuba fu un confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica conseguente al tentativo di invasione di Cuba, nell’aprile del 1961 e al relativo spiegamento difensivo nell’Isola di Cuba di missili nucleari sovietici. La crisi iniziò il 15 ottobre 1962 e durò tredici giorni, in seguito alla loro scoperta il 14 ottobre, da parte di un aereo americano Lockheed U-2, in volo da ricognizione sopra il territorio cubano.

Dopo giorni di tensione, Nikita Chruščëv, vista la fermezza del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa di non invasione dell’isola e del ritiro dei missili Jupiter installati nelle basi di Turchia e Italia (Basilicata e Puglia), avvenuto sei mesi più tardi.

  • 1963 USA, Gran Bretagna e URSS concordano una sospensione dei test nucleari terrestri e subacquei.
  • ‘“accordo della hotline”, sancito tra USA e URSS, entra in funzione il cosiddetto Telefono rosso, una linea di comunicazione diretta tra Casa Bianca e Cremlino
  • A Dallas, in Texas, una serie di colpi di arma da fuoco, di cui sarà ufficialmente incolpata un’unica persona, Lee Harvey Oswald, raggiungono ed uccidono il Presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy, mentre sta transitando con il corteo presidenziale di auto.
  • 1964 La prima forza combattente americana (3500 marines) sbarca nel Vietnam del Sud. Il conflitto durerà circa dieci anni. anche se erano già da tempo cominciati i bombardamenti. La guerra ebbe fine il 30 aprile 1975 con la caduta di Saigon, il crollo del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi.

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GUERRA FREDDA (1966-1989)

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  • 1968 La Primavera di Praga, è stato un periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in Cecoslovacchia durante il periodo in cui era sottoposta al dominio dell’Unione Sovietica, dopo gli eventi della seconda guerra mondiale. Essa è iniziata il 5 gennaio 1968, quando il riformista slovacco Alexander Dubček salì al potere, e continuò fino al 20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati del Patto di Varsavia (ad eccezione della Romania) invase il paese.
  • 1969 Inizia una serie decennale di incontri USA-URSS, durante i quali vengono siglati numerosi accordi bilaterali per il controllo degli armamenti, ma la corsa al riarmo continua.
  • 1970 La Ostpolitik del cancelliere Willy Brandt comincia a dare frutti: Germania Occidentale e URSS firmano il primo di una serie di accordi che portano a una distensione dei rapporti fra Est e Ovest.
  • 1979 L’Unione Sovietica invade l’Afghanistan intervenendo militarmente contro il governo di Hafizullah Amin, considerato amico degli americani.
  • 1980 A seguito dell’invasione in Afghanistan, gli USA annunciano un embargo e boicottano i giochi olimpici di Mosca.
  • 1983 Able Archer 83 è il nome in codice di un’esercitazione della NATO durata 10 giorni nella quale veniva simulata una escalation globale che avrebbe portato alla guerra nucleare.La simulazione iniziò il 2 novembre 1983, controllata dal Supreme Headquarters Allied Powers Europe con sede a Casteau, a nord della città di Mons.

La natura molto “realistica” dell’esercitazione del 1983 assieme al deteriorarsi della situazione della Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, oltre all’arrivo anticipato dei missili Pershing II nella Germania dell’Ovest (missili armati di testata nucleare a guida radar molto precisa, in grado di colpire i bunker di comando sovietici in soli 8 minuti), fece credere ad alcuni componenti del Politburo sovietico che Able Archer 83 fosse una astuzia militare, che agiva come cortina fumogena mascherando preparazioni per un autentico primo colpo nucleare. In risposta, i Sovietici allertarono le loro forze nucleari e misero tutte le unità aeree nella Germania dell’Est e nella Polonia in stato di massima allerta, spostandovi anche alcuni bombardieri nucleari a medio raggio (Tu-22M Backfire, Tu-22 Blinder e Su-24 Fencer)

  • Al fine di rovesciare la neonata giunta militare filo sovietico-cubana a Grenada, gli USA invadono e occupano militarmente l’isola con l’Operazione Urgent Fury.
  • 1984 In risposta alla reazione americana di quattro anni prima, l’URSS boicotta le Olimpiadi di Los Angeles.
    1986 Il nuovo Segretario del PCUS Michail Sergeevič Gorbačëv, nel corso del 28º congresso del partito, lancia la sua politica di riforme basata sulla glasnost. In ottobre incontra Reagan a Reykjavík per discutere sulla eliminazione delle armi nucleari a raggio intermedio installate in Europa.
    1987 Il Trattato INF tra Reagan e Gorbačëv mette fine all’installazione degli Euromissili.
  • 1989 La caduta del Muro di Berlino mette fine alla divisione della città: si gettano le basi per la riunificazione delle due Germanie, che avverrà l’anno dopo. Cadono (non ostacolati dall’ URSS grazie alla Dottrina Sinatra del segretario Michail Sergeevič Gorbačëv, che lasciava libertà agli Stati membri dell’URSS, ai membri del Patto di Varsavia e agli stati satellite dell’ URSS) i regimi comunisti di Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania, che diventano Stati democratici.
    1991 Decaduto il Patto di Varsavia, i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia firmano a Belavezha la dissoluzione dello Stato Sovietico. Il 25 dicembre Gorbačëv rassegna le sue dimissioni da Capo dello Stato, e il giorno successivo l’Unione Sovietica viene dichiarata ufficialmente sciolta dal suo stesso parlamento, il Soviet Supremo.
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La guerra di Crimea…

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La guerra di Crimea (all’epoca chiamata Guerra d’Oriente) fu un conflitto combattuto dal 4 ottobre 1853 al 1º febbraio 1856 fra l’Impero russo da un lato e un’alleanza composta da Impero ottomano, Francia, Regno Unito e Regno di Sardegna dall’altro.

Il conflitto ebbe origine da una disputa fra Russia e Francia sul controllo dei luoghi santi della cristianità in territorio ottomano.

Quando la Turchia accettò le proposte francesi, la Russia nel luglio 1853 la attaccò. La Gran Bretagna, temendo l’espansione russa verso il Mediterraneo, si unì alla Francia ed entrambe si mossero per difendere la Turchia, dichiarando guerra alla Russia nel marzo del 1854. L’Austria appoggiò politicamente le potenze occidentali e il Regno di Sardegna, nel timore che la Francia si legasse troppo all’Austria, nel gennaio 1855 inviò un contingente militare al fianco dell’esercito anglo-francese dichiarando a sua volta guerra alla Russia.

Il conflitto si svolse soprattutto nella penisola russa di Crimea, dove le truppe alleate misero sotto assedio la città di Sebastopoli, principale base navale russa del mar Nero. Dopo vani tentativi dei russi di rompere l’assedio (battaglie di Balaklava, di Inkerman, della Cernaia) e l’attacco finale degli alleati, Sebastopoli fu abbandonata dai difensori il 9 settembre 1855, portando alla sconfitta della Russia.

Il Congresso di Parigi del 1856 stabilì le condizioni di pace avvicinando politicamente il Regno di Sardegna alla Francia e favorendo quel processo di intese che porterà nel 1859 alla seconda guerra di indipendenza.

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Il pre-seconda WW

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1936

  • ottobre: l’Italia fascista e la Germania hitleriana stipulano il trattato poi noto come Asse Roma-Berlino.

1938

  • 11-13 marzo: la Germania nazista annette l’Austria (Anschluss), azione riconosciuta da Mussolini durante una visita del Führer in Italia nel maggio di quell’anno.
  • 3 agosto: in Italia entrano in vigore le leggi razziali anti-ebraiche.
  • 29 settembre: Conferenza di Monaco; Italia, Germania, Gran Bretagna e Francia stabiliscono lo smembramento della Cecoslovacchia, favorendo le volontà espansionistiche della Germania hitleriana, che occupa la regione dei Sudeti.
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Il 1939 2WW…

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1939

  • 14-16 marzo: il Reich (in violazione del precedente Trattato di Monaco) invade Boemia e Moravia, annettendole alla Germania nazista come “Protettorato di Boemia e Moravia ”.
  • 21 marzo: in accordo con il disegno hitleriano di garantirsi uno “spazio vitale” (Lebensraum) la Germania hitleriana pretende la restituzione di Danzica da parte della Polonia e dichiara di voler costruire un “corridoio” che colleghi il territorio tedesco alla Prussia orientale; la Polonia rifiuta e si appella agli alleati (Gran Bretagna e Francia).
  • marzo-maggio: Gran Bretagna e Francia, resesi conto dell’inefficacia della politica dell’appeasement portata avanti sino ad ora (e cioè, dell’accomodamento pacifico delle mire hitleriane), tentano quindi la via dell’offensiva diplomatica per arginare l’aggressività espansionistica tedesca. Vengono così stabilite alleanze militari con il Belgio, l’Olanda, la Grecia, la Romania, la Turchia e la Polonia, primo bersaglio della Germania hitleriana.
  • 7 aprile: l’Italia decide di portare avanti a sua volta un’azione espansionistica, occupando il Regno di Albania. Questa iniziativa acuisce la tensione con le potenze occidentali.
  • 22 maggio: Mussolini decide di trasformare l’Asse Roma-Berlino in una vera e propria alleanza militare firmando il Patto d’Acciaio. Il Capo di Stato italiano e il ministro degli Esteri, Ciano, consapevoli che l’Italia non si trova nelle condizioni di affrontare una guerra, si fidano delle promesse di Hitler di non scatenare il conflitto prima di almeno un paio d’anni.
  • 23 agosto: l’URSS firma a Mosca un patto di non aggressione con la Germania, il Patto Molotov-Ribbentrop, che la garanzia reciproca della “non aggressione” e una clausola segreta che suddivide le zone d’influenza nei territori europei orientali.
  • 1 settembre: la Germania hitleriana invade la Polonia senza una formale dichiarazione di guerra (Operazione Fall Weiss, “Piano Bianco”), dando il via al secondo conflitto mondiale. L’Italia mussoliniana si dichiara inizialmente “non belligerante”.
  • 3 settembre: Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania nazista. I britannici reintroducono il “blocco navale” per le navi dirette in Germania, mentre un sommergibile tedesco affonda una nave passeggeri inglese. Sul fronte occidentale, tuttavia, le operazioni sono sporadiche, tanto da far parlare di drôle de guerre (“strana guerra”), almeno fino alla primavera del 1940.
  • 7 settembre: l’URSS occupa la parte orientale della Polonia. Di lì a poco (27 settembre), Varsavia cade e si arrende ai nazisti. Mentre Hitler riannette al Reich i territori polacchi perduti con il Trattato di Versailles, iniziano le persecuzioni contro gli ebrei.
  • 30 novembre: inizia la “guerra d’inverno” tra Unione Sovietica e Finlandia, che si concluderà nel marzo del 1940 (Trattato di Mosca).
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Il 1941 2WW

A

1941

  • gennaio: conquistata la città libica di Tobruk, gli inglesi cominciano l’avanzata nella Campagna d’Africa; in febbraio arrivano a supporto degli italiani i reparti dell’Afrikakorps, capitanati da Erwin Rommel, la “volpe del deserto”.
  • 30 marzo: rovesciamento di alleanze a favore della Gran Bretagna, Hitler dà inizio all’operazione Marita per sbaragliare Jugoslavia e Grecia.
  • 6 aprile: gli inglesi entrano ad Addis Abeba.
  • 13 aprile: patto nippo-sovietico di non aggressione.
  • 21 aprile: la Grecia chiede l’armistizio alle potenze dell’Asse.
  • 22 giugno: la Germania hitleriana inizia l’invasione dell’Unione Sovietica (Operazione Barbarossa), venendo meno al patto di non aggressione Moltov-Ribbentrop. In luglio, inizano le deportazioni di massa nei campi di concentramento.
  • 14 agosto: Roosevelt e Churchill stipulano la Carta Atlantica a Terranova, base del futuro assetto mondiale e dell’ONU.
  • 2 ottobre: Hitler dà il via all’operazione Tifone: l’assedio di Mosca viene però rallentato dall’inverno russo e dalla controffensiva sovietica.
  • 7 dicembre. I giapponesi attaccano a sorpresa la base americana a Pearl Harbor, garantendosi la superiorità strategica nell’Oceano Pacifico. L’8 dicembre Usa e Gran Bretagna muovono guerra contro il Giappone, mentre l’11 la Germania nazista e l’Italia mussoliniana dichiarano guerra agli Stati Uniti d’America.
  • Fine dicembre: l’operazione Barbarossa si può ritenere conclusa e fallita.
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Il 1940 2WW…

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1940

  • aprile-giugno: dopo l’occupazione di Danimarca e Norvegia, Hitler il 10 maggio dà l’ordine di invadere Olanda, Belgio, Lussemburgo, via di accesso alla Francia (Operazione Fall Gelb): è l’inizio effettivo della guerra sul fronte occidentale. Winston Churchill diventa Primo Ministro britannico.
  • 10 giugno: Mussolini dichiara guerra alla Gran Bretagna e alla Francia. L’Italia entra così ufficialmente nella Seconda Guerra Mondiale.
  • 14 giugno: i tedeschi entrano a Parigi. La firma dell’armistizio franco-tedesco del 22 giugno a Compiègne porta alla creazione dello Stato collaborazionista di Vichy (Philippe Pétain verrà nominato il 10 luglio), e della resistenza francese guidata dal generale Charles De Gaulle. Gli scontri sul fronte franco-italiano non fanno registrare invece significativi successi da parte dell’esercito fascista.
  • 10 luglio: la Germania inizia la “Battaglia d’Inghilterra”: l’Operazione Leone Marino doveva permettere ai nazisti lo sbarco e l’occupazione dell’intera Gran Bretagna.
  • 7 settembre: l’aviazione tedesca (Luftwaffe) inizia i bombardamenti strategici su Londra, in vista dello sbarco sulle coste inglesi. I tentativi tedeschi di fiaccare la resistenza britannica si rivelano però vani, e il 31 ottobre la “Battaglia d’Inghilterra” è conclusa, registrando il primo insuccesso nazista dal via delle ostilità.
  • 13 settembre: l’esercito italiano invade l’Egitto (Campagna d’Africa).
  • 27 settembre: firma di un patto di alleanza (Patto Tripartito) tra Germania, Italia e Giappone.
  • 28 ottobre: l’esercito mussoliniano lancia la campagna di Grecia. L’esercito, mal equipaggiato e scarsamente addestrato, deve fronteggiare la dura reazione greca, e viene fatto indietreggiare fino in Albania (dicembre 1940).
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Il 1942 2WW…

A

1942:

  • 20 gennaio: alla Conferenza di Wannsee presso gli alti gerarchi nazisti (tra cui Heydrich e Eichmann) definiscono le linee-guida per la “soluzione finale” della questione ebraica.
  • 4-7 giugno: nella Battaglia delle Midway, gli USA ottengono un importante successo contro i giapponesi, fermandone di fatto l’avanzata nel Pacifico.
    luglio: Battaglia di El Alamein tra i nazifascisti e le truppe guidate dal generale Montgomery.
  • 7 agosto: inizia la Battaglia di Guadalcanal, che si protrarrà fino al febbraio dell’anno successivo.
  • 17 luglio: inizia la “Battaglia di Stalingrado”.
    ottobre-novembre: con il successo nella seconda battaglia di El Alamein, gli inglesi compiono un passo decisivo nella Campagna d’Africa.
    novembre: dopo il lungo assedio alla città di Stalingrado, l’esercito nazista (cui si sono aggiunte truppe italiane) viene accerchiato dalle forze dell’Armata Rossa, agli ordini del generale Zukov. La Battaglia di Stalingrado segna una svolta decisiva nelle sorti del conflitto mondiale.
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Il 1943 2WW…

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1943

  • gennaio: mentre l’Armata Rossa stringe d’assedio le truppe naziste a Stalingrado e accerchai gli Alpini italiani sul fiume Don, nella Conferenza di Casablanca (14-24 gennaio) gli alleati progettano uno sbarco di truppe sulle coste siciliane, e riaffermano il principio della resa incondizionata da imporre alle forze dell’Asse.
  • 30 gennaio - 2 febbraio: le truppe naziste del feldmaresciallo Von Paulus si arrendono ai russi: termina la battaglia di Stalingrado.
  • 8 febbraio: termina la battaglia di Guadalcanal, dove gli Stati Uniti riportano un fondamentale successo per la campagna del Pacifico.
  • Marzo: scioperi di massa nel Nord Italia per lo scontento di quasi tre anni di guerra.
  • maggio: l’Afrikakorps di Rommel e le truppe italiane si arrendono in Tunisia.
  • 16 maggio: ha termine la rivolta del ghetto di Varsavia, scoppiata nei primi mesi dell’anno.
  • 5 luglio: i tedeschi lanciano un’offensiva di carri armati nei pressi di Kursk, in Unione Sovietica, ma l’Armata Rossa ferma l’attacco e dà inizio alla controffensiva.
  • 10 luglio: le truppe alleate sbarcano in Sicilia, impadronendosi in breve di tutta l’isola.
  • 25 luglio: una seduta del Gran Consiglio del Fascismo destituisce Mussolini e passa il potere a Pietro Badoglio.
  • 3 settembre: l’Italia firma segretamente l’armistizio con gli Alleati.
  • 8 settembre: l’armistizio viene reso pubblico; mentre le truppe naziste occupano la penisola, il 9 settembre si costituisce il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale).
  • 12 settembre: Mussolini viene liberato dalle SS naziste e istituisce la Repubblica di Salò (23 settembre).
  • 27 settembre: la città di Napoli si ribella all’occupante tedesco. Gli alleati entrano in città il 1 ottobre.
  • 13 ottobre: il nuovo governo italiano, presieduto dal maresciallo Badoglio, muove guerra contro la Germania. Nel frattempo, nell’Italia occupata dai nazisti, iniziano a formarsi le prime brigate di partigiani.
  • 28 novembre - 1 dicembre: Conferenza di Teheran durante la quale Churchill, Stalin e Roosevelt stabiliscono le sorti post belliche della Germania e della Polonia.
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Il 1945 2WW…

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1945

  • 4 - 11 febbraio: nella Conferenza di Yalta, Roosevelt, Churchill e Stalin stabiliscono quale sarà l’assetto dell’Europa una volta debellata la minaccia nazista.
  • febbraio-marzo: gli Stati uniti, dopo cruentissimi scontri, portano a termine la battaglia di Iwo Jiwa.
  • 7 marzo: truppe statunitensi entrano per la prima volta in territorio tedesco, liberando alcuni campi di concentramento; il 16 aprile Berlino viene circondata dai russi.
  • 25 aprile: i partigiani e gli Alleati liberano l’Italia dai nazifascisti.
  • 28 aprile: cattura e fucilazione di Mussolini.
  • 30 aprile: Hitler si suicida.
  • 2 maggio: l’Armata Rossa completa l’occupazione di Berlino.
  • 26 giugno: viene firmata la Carta delle Nazioni Unite.
  • 1 luglio: la Germania viene spartita tra americani, russi, inglesi e francesi in quattro zone distinte.
  • 17 luglio-2 agosto: a Potsdam Churchill, Truman e Stalin stabiliscono la smilitarizzazione e il disarmo totale della Germania e definisco la resa incondizionata del Giappone.
  • 6-9 agosto: gli Stati Uniti sganciano due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
  • 15 agosto: il Giappone si arrende in modo incondizionato, firmando la resa il 2 settembre.
  • 18 ottobre: inizia il processo di Norimberga.
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Il 1944 2WW

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1944

  • 22 gennaio: sbarco alleato ad Anzio.
  • 26 gennaio: i russi rompono l’assedio di Leningrado, durato 29 mesi.
  • 28-29 gennaio: i partiti antifascisti s’incontrano a Bari.
  • 1-9 marzo: nell’Italia settentrionale sciopero generale dei lavoratori.
  • marzo: l’esponente del partito comunista Palmiro Togliatti propone a Salerno un governo di unità nazionale (“Svolta di Salerno”), che si costituirà ad aprile.
  • maggio: dopo durissimi bombardamenti che radono al suolo l’abbazia, gli Alleati conquistano Cassino, snodo fondamentale per la liberazione dell’Italia.
  • 4 giugno: gli Alleati liberano Roma e mano a mano tutta l’Italia centrale.
  • 6 giugno: inizia lo sbarco in Normandia (Operazione Overlord) con cui gli Alleati mirano a protare la guerra nel cuore della Germania nazista..
  • 20 luglio: fallisce un attentato a Hitler, organizzato da alti ufficiali dell’esercito.
  • 15 agosto: sbarco alleato in Provenza.
  • 25 agosto: gli Alleati liberano Parigi. Entro la fine dell’anno, pressoché tutta la Francia viene liberata dall’occupazione nazista.
  • Ottobre: le truppe tedesche lasciano la Grecia e la Jugoslavia.
  • 20 ottobre: gli americani sbarcano nelle Filippine.
  • 13 novembre: il maresciallo britannico Harold Alexander si rivolge alla Resistenza italiana per arrestare le operazioni durante l’inverno
  • Dicembre: il nuovo governo di unità nazionale presieduto da Bonomi riconosce il Cln dell’Alta Italia (Clnai) come suo rappresentante nel paese occupato.
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Il conflitto arabo-israeliano…

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Il conflitto arabo-israeliano è un conflitto politico-militare che vede contrapposti lo Stato di Israele da una parte e i palestinesi e gli Stati arabi circostanti dall’altra.

Le radici del conflitto risiedono nella nascita del sionismo e del nazionalismo palestinese verso la fine del diciannovesimo secolo. Il territorio geografico della Palestina, allora sotto il dominio turco-ottomano, era infatti considerato allo stesso tempo dal movimento sionista come patria storica del popolo ebraico e dal movimento nazionalista palestinese come territorio appartenente ai suoi abitanti arabi palestinesi. Il conflitto inter-etnico tra ebrei e arabi palestinesi nel mandato britannico della Palestina iniziò negli anni Venti del Novecento. La fase principale del conflitto su larga scala tra Israele e gli Stati arabi ebbe luogo dal 1948, anno della proclamazione dello Stato di Israele, al 1973, e fu costituita da una serie di guerre arabo-israeliane: la guerra del 1948, la guerra di Suez del 1956, la guerra dei sei giorni del 1967 e la guerra del Kippur del 1973.

Accordi di pace sono stati firmati tra Israele ed Egitto nel 1979 e tra Israele e Giordania nel 1994, cosicché il conflitto si è tramutato nel corso degli anni da conflitto arabo-israeliano su larga scala a un più localizzato conflitto israelo-palestinese (anche detto questione palestinese), incentrato sul mutuo riconoscimento di sovranità e indipendenza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina, proclamato nel 1988 sui territori palestinesi occupati da Israele nel 1967. Anche il conflitto israelo-palestinese è stato caratterizzato da una serie di guerre tra Israele e organizzazioni palestinesi come l’OLP e Hamas: la guerra del Libano del 1982, la prima e seconda Intifada e ripetute guerre nella striscia di Gaza. Nonostante gli accordi di Oslo del 1993, che hanno portato al mutuo riconoscimento tra Israele e OLP e alla creazione dell’Autorità Nazionale Palestinese, e nonostante il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’ONU nel 2012, un accordo di pace definitivo tra Israele e Palestina non è stato ancora raggiunto, mentre proseguono ad intermittenza sia le ostilità, sia i negoziati di pace

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La crisi di Suez…

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La crisi di Suez fu un conflitto che nel 1956 caratterizzò l’occupazione militare del canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito ed Israele, a cui si oppose l’Egitto. La crisi si concluse quando l’Unione Sovietica minacciò di intervenire al fianco dell’Egitto e gli Stati Uniti, temendo l’allargamento del conflitto, costrinsero britannici, francesi ed israeliani al ritiro.

Fu un conflitto ricordato dagli storici per varie particolarità: per la prima volta Stati Uniti e Unione Sovietica si accordarono per garantire la pace; per la prima volta il Canada s’espresse e agì in contrasto verso il Regno Unito; fu l’ultima invasione militare del Regno Unito senza l’avallo politico degli Stati Uniti, segnando secondo molti la fine dell’Impero britannico;[1] allo stesso modo, fu l’ultima invasione militare della Francia e quindi ultimo atto dell’impero coloniale francese;[1] e fu infine una delle poche volte in cui gli Stati Uniti furono in disaccordo con le politiche d’Israele.

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La guerra dei sei giorni…

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La guerra dei sei giorni fu un conflitto combattuto fra il 5-10 giugno 1967 tra Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall’altra, all’interno dei conflitti arabo-israeliani e che si tramutò in una rapida e totale vittoria israeliana.

Al termine del conflitto Israele aveva conquistato la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza all’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria. L’esito della guerra, la condizione giuridica dei territori occupati e il relativo problema dei rifugiati influenzano pesantemente ancora oggi la situazione geopolitica del Medio oriente.

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La guerra del Kippur

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La guerra del Kippur, anche conosciuta come del Ramadan, d’Ottobre o guerra arabo-israeliana del 1973, fu un conflitto, facente parte dei conflitti arabo-israeliani, combattuto dal 6 ottobre al 25 ottobre 1973 tra Israele e una coalizione composta da Egitto e Siria.

La guerra iniziò quando l’Egitto e la Siria lanciarono - nello Yom Kippur dell’anno ebraico 5734, 10 Ramadan dell’anno islamico 1393, 6 ottobre 1973 - un attacco congiunto a sorpresa, rispettivamente nel Sinai e nelle alture del Golan, territori conquistati sei anni prima da Israele durante la guerra dei sei giorni. Gli egiziani e i siriani avanzarono durante le prime 24-48 ore, dopo le quali la situazione cominciò a entrare in una fase di stallo per poi volgere in parte a favore di Israele. Nella seconda settimana di guerra, i siriani erano stati completamente respinti ed erano fuori dalle alture del Golan.

Nel Sinai, a Sud, gli israeliani avevano agito sui punti di comunicazione tra le due armate arabe penetrate nella regione, ed erano entrati a loro volta in territorio egiziano dopo il superamento del Canale di Suez (che faceva da frontiera prima del 6 ottobre). Al momento del cessate il fuoco, la III Armata egiziana era totalmente tagliata fuori da ogni linea di rifornimento e contatto col resto del contingente arabo, pur protetta da un forte sistema missilistico.

Il conflitto ebbe implicazioni a lungo termine per molti paesi. Il mondo arabo, che si sentiva umiliato dalla completa disfatta dell’alleanza siro-giordano-egiziana durante la guerra dei sei giorni, ebbe modo di sentirsi psicologicamente appagato dalle vittorie ottenute nelle prime battaglie e questo spianò la strada al processo di pace che si aprì poco dopo la fine delle ostilità, oltre ad alcune liberalizzazioni economiche che, nel linguaggio egiziano, furono chiamate Infitāḥ (lett. “Apertura”).
Gli Accordi di Camp David che intervennero subito dopo portarono alla normalizzazione delle relazioni tra Israele ed Egitto, prima nazione araba a riconoscere l’esistenza dello Stato di Israele. L’Egitto, che si era già sostanzialmente affrancato dall’influenza e dall’aiuto sovietici, dichiarò implicitamente la volontà di staccarsi quasi del tutto dall’URSS, operando un concreto riavvicinamento agli USA.

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Moti di Nabī Mūsā…

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I Moti palestinesi del 1920 (noti anche come Moti di Nabī Mūsā) furono tra i principali episodi di violenza da parte degli arabi in Palestina ai danni degli ebrei all’epoca del Mandato britannico sulla Palestina ex-ottomana ed ebbero luogo tra il 4 e il 7 aprile 1920 nella Città Vecchia di Gerusalemme.

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La dichiarazione Balfour…

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La dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 è documento ufficiale della politica del governo britannico in merito alla spartizione dell’Impero Ottomano all’indomani della prima guerra mondiale.[1] Si tratta di una lettera, scritta dall’allora ministro degli esteri inglese Arthur Balfour a Lord Rothschild, inteso come principale rappresentante della comunità ebraica inglese, e referente del movimento sionista, con la quale il governo britannico affermava di guardare con favore alla creazione di un “focolare ebraico” in Palestina, in vista della colonizzazione ebraica del suo territorio. Tale posizione del governo emerse all’interno della riunione di gabinetto del 31 ottobre 1917.
La Dichiarazione Balfour successivamente fu inserita all’interno del Trattato di Sèvres che stabiliva la fine delle ostilità con la Turchia e assegnava la Palestina al Regno Unito (successivamente titolare del Mandato della Palestina).

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chi fu al-Ḥusaynī?

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Muḥammad Amīn al-Ḥusaynī‎; Gerusalemme, 1897 – Beirut, 4 luglio 1974) è stato un politico palestinese, Gran Mufti di Gerusalemme, fu uno dei principali leader nazionalisti arabi radicali degli anni trenta, indicato anche come un precursore del fondamentalismo islamico, malgrado i suoi lavori non abbiano mai inteso coinvolgere aspetti regolati dalla teologia islamica.

Noto per la sua avversione verso l’immigrazione ebraica in Palestina, al-Ḥusaynī [1] combatté contro l’instaurazione di uno Stato ebraico nel territorio mandatario britannico in Palestina e sostenne la creazione di uno Stato islamico in sua vece. A tal fine, al-Ḥusaynī non esitò a cercare il sostegno della Germania nazista e dell’Italia fascista, collaborando in seguito attivamente con la prima durante la seconda guerra mondiale, facilitando ad esempio il reclutamento di musulmani nelle formazioni internazionali delle Waffen-SS ed in quelle del Regio Esercito italiano. Contrariamente a quanto sovente sostenuto, l’ascesa religiosa e politica di al-Ḥusaynī fu contrastata già a partire dall’inizio degli anni venti da una parte consistente della società arabo-palestinese.

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chi è Reuven Rivlin?

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è un politico israeliano, presidente dello Stato d’Israele, eletto il 10 giugno 2014, in carica dal 24 luglio.

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Chi è Shimon Peres?

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Shimon Peres, nato con il nome di Szymon Perski morto il 28 settembre 2016), è stato un politico israeliano, di origini polacche, Presidente di Israele dal 2007 al 2014.

A lungo esponente di primo piano del Partito Laburista Israeliano, del quale è stato leader ininterrottamente dal 1977 al 1992 e successivamente a più riprese sino al 2005, sin dagli anni settanta ha assunto diversi incarichi di rilievo in seno alle istituzioni di Israele, operando come primo ministro nei periodi 1984-1986 e 1995-1996, nonché come ministro degli Esteri (1986-1988, 1992-1995 e 2001-2002), della difesa, dei trasporti, delle finanze.

Nel 1994 a Peres è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace insieme a Yitzhak Rabin e Yasser Arafat per gli sforzi nel processo di pace nel Vicino Oriente, culminati con gli Accordi di Oslo. Nel 2005 è diventato vicepremier nel governo di coalizione guidato da Ariel Sharon che gli ha affidato il ministero per lo sviluppo del Negev, della Galilea e dell’economia regionale. Nello stesso anno ha lasciato a sorpresa il Partito Laburista per aderire al partito centrista Kadima fondato dallo stesso Sharon. Eletto presidente d’Israele il 13 giugno 2007, è entrato in carica dal successivo 15 luglio sino al 24 luglio 2014. A partire dal 1º gennaio 2013 è stato il capo di Stato più anziano del mondo.

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Chi è Yitzhak Rabin?

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Yitzhak Rabin è stato un politico e militare israeliano.

È stato il primo Primo ministro dello stato d’Israele ad essere nato sul territorio del proprio Stato, a Gerusalemme. il 13 settembre del 1993 firmò, insieme al leader dell’OLP, gli accordi di Oslo. L’accordo prevedeva il riconoscimento da parte di Israele dell’OLP come rappresentante del popolo palestinese e da parte dell’OLP il riconoscimento a Israele del diritto ad esistere. L’anno dopo fu insignito al Premio Nobel per la pace insieme a Shimon Peres, e al presidente della futura Autorità Nazionale Palestinese, Yāser ʿArafāt.
La sera del 4 novembre 1995, dopo aver preso parte a un comizio in difesa della pace a Tel Aviv, fu assassinato da Ygal Amir, un colono ebreo estremista. Ai suoi funerali a Gerusalemme parteciparono circa un milione di israeliani e molti esponenti di rilievo della politica mondiale. Parteciparono anche molti leader arabi i quali non erano mai stati in Israele prima d’allora.

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Chi è Yāsser ʿArafāt?

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Yāsser ʿArafāt è stato un politico palestinese.
Nel 1956, a una conferenza a Praga, Yāsser ʿArafāt portò la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese (a scacchi neri o rossi) che divenne di fatto una sorta di suo emblema.

Nel 1994 gli venne conferito - unitamente ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin - il Premio Nobel per la pace per l’opera di diplomazia compiuta al fine di rappacificare le popolazioni dei Territori Occupati (che Israele considera come contesi) di Cisgiordania e della Striscia di Gaza e garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto a uno Stato proprio.

Dal 1996 sino alla morte, ha ricoperto la carica di presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). In precedenza era stato a capo di al-Fatḥ (impropriamente nota come al-Fatah), confluita successivamente nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).

La discussa figura di ʿArafāt ha finito con il diventare il simbolo stesso della causa palestinese.

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Gli accordi di Oslo…

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Gli accordi di Oslo, ufficialmente chiamati Dichiarazione dei Principi riguardanti progetti di auto-governo ad interim o Dichiarazione di Principi (DOP), sono una serie di accordi politici conclusi a Oslo (Norvegia) il 20 agosto 1993.

Furono la conclusione di una serie di intese segrete e pubbliche che erano state messe in moto in particolare dalla Conferenza di Madrid del 1991, e di negoziati condotti nel 1993 tra il governo israeliano e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (che agiva in rappresentanza del popolo palestinese), come parte di un processo di pace che mirava a risolvere il conflitto arabo-israeliano. Malgrado le grandi speranze suscitate dagli Accordi e dalle successive intese, che s’impegnavano alla normalizzazione delle relazioni d’Israele col mondo arabo, il conflitto non è stato risolto.

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Principali organizzazioni terroristiche palestinesi…

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Hamas (fondata nel 1987):

  • Hamas è stata fondata da Ahmed Yassin e Mohammad Taha da una branca dei Fratelli Musulmani ed è dedicato alla cancellazione di Israele e la creazione di uno Stato islamico in Palestina.
  • Il braccio armato sono le Brigate Ezzedin al-Qassam

Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) (fondata nel giugno 1964):

  • Formata come la rappresentanza politica del popolo palestinese.
  • Settembre nero
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Le Forze di difesa israeliane (IDF)…

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Le Forze di difesa israeliane (anche note con la sigla IDF, dalla lingua inglese Israel Defense Forces) spesso semplicemente chiamate Tzahal o Tsahal (צה”ל) sono le forze armate dello Stato di Israele.

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La guerra italo-turca

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La guerra italo-turca (nota in italiano anche come guerra di Libia, impresa di Libia o campagna di Libia ed in turco come Trablusgarp Savaşı, ossia Guerra di Tripolitania) fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.

Le ambizioni coloniali spinsero l’Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecaneso nel Mar Egeo; quest’ultimo avrebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra,[3] ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell’Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna[4] nel 1923, la Turchia rinunciò a ogni rivendicazione, e riconobbe ufficialmente la sovranità italiana sui territori perduti nel conflitto.

Nel corso della guerra, l’Impero ottomano si trovò notevolmente svantaggiato, poiché poté rifornire il suo piccolo contingente in Libia solo attraverso il Mediterraneo. La flotta turca non fu in grado di competere con la Regia Marina, e gli Ottomani non riuscirono ad inviare rinforzi alle province nordafricane.

Pure se minore, questo evento bellico fu un importante precursore della prima guerra mondiale, perché contribuì al risveglio del nazionalismo nei Balcani. Osservando la facilità con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l’Impero prima del termine del conflitto con l’Italia.

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Il Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP)

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Il Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP) è un partito politico palestinese, attualmente guidato da Abu Nidal al-Ashqar.

Il Fronte per la Liberazione della Palestina condusse numerosi attacchi, che compresero anche l’uccisione di civili. Per questo motivo è considerato come un’Organizzazione terroristica dal Canada, dall’Unione europea e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

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L’Accordo di Dayton

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L’Accordo di Dayton (più precisamente il General Framework Agreement for Peace (GFAP)), fu stipulato tra il 1° ed il 21 novembre 1995 nella base aerea USAF Wright-Patterson di Dayton, Ohio (USA), con il quale ebbe termine la guerra in Bosnia ed Erzegovina.

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Cos’è l’ETA?

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Euskadi Ta Askatasuna (in spagnolo País Vasco y Libertad, letteralmente “paese basco e libertà”), anche nota con l’acronimo di ETA, è un’organizzazione armata terroristica basco-nazionalista separatista d’ispirazione marxista-leninista[2] il cui scopo è l’indipendenza del popolo basco.

Creata nel 1959, dalla scissione degli Ekin dal Partito nazionalista basco, come associazione studentesca clandestina per sostenere l’indipendentismo basco, si accosterà alla lotta armata verso la metà degli anni sessanta per poi cessare la propria attività armata (ma non quella politica e di pacificazione del conflitto) il 20 ottobre 2011[3]. L’ETA è stata responsabile dell’uccisione di oltre 800 persone[4], ed è considerata un’organizzazione terroristica da diversi Stati, tra cui la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti d’America, oltre che dall’Unione europea.

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Cos’è la Prima Repubblica?

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L’espressione Prima Repubblica é un termine giornalistico non corretto che si rifà per analogia all’analogo espressione francese. Il termine si riferisce al sistema politico della Repubblica Italiana vigente tra il 1948 e il 1994, in contrapposizione a quello della Seconda Repubblica in cui avvenne un radicale mutamento partitico.

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Il compromesso storico…

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Per ovviare a questo sistema bloccato, che si basava su maggioranze sempre più deboli, prese corpo l’idea di un compromesso storico tra DC e PCI, ossia un’alleanza consociativa tra i due maggiori partiti; l’avvio di un tale progetto fu nel 1976 la fine del centrosinistra quadripartitico, e la nascita dei governi di «solidarietà nazionale» che si reggevano sull’appoggio esterno del PCI, con progressivo coinvolgimento di quest’ultimo nella maggioranza parlamentare, in vista di una sua imminente entrata nell’esecutivo. Il rapimento e l’uccisione del presidente della DC Aldo Moro (che era tra i principali sostenitori del compromesso storico), ad opera delle Brigate Rosse, fece tuttavia allontanare una simile prospettiva.

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Gli anni 80 del governo italiano…

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Durante gli anni ottanta il PSI di Craxi tornò ad allearsi con la DC, insieme agli altri tre partiti «laici» (PLI, PRI e PSDI) per formare un pentapartito. Negli anni ottanta, inoltre, la presidenza del Consiglio andò per la prima volta a due politici non democristiani: Giovanni Spadolini (repubblicano, tra il 1981 e il 1982) e lo stesso Bettino Craxi (socialista, dal 1983 al 1987).

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Giulio Andreotti…

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È stato tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo.

Senatore a vita dal 1991, fu il politico più votato in Italia in tutte le elezioni politiche, tranne nel 1948 e nel 1953, quando fu secondo in preferenze al solo Alcide De Gasperi, e nel 1963 e 1968, secondo ad Aldo Moro. Andreotti è stato anche il politico con il maggior numero di incarichi di presidente del consiglio e di ministro nella storia della repubblica. Fu infatti:

sette volte presidente del Consiglio tra cui il governo di “solidarietà nazionale” durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l’astensione del Partito Comunista Italiano, e il governo della “non-sfiducia” (1976-1978) e ventisette volte ministro:

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Aldo Romeo Luigi Moro…

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Aldo Romeo Luigi Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978) è stato un politico, accademico e giurista italiano, due volte Presidente del Consiglio dei ministri, segretario politico e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana.

Tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959). Fu più volte ministro; come presidente del Consiglio guidò diversi governi di centro-sinistra (1963-68), promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista Italiano. Fu rapito il 16 marzo 1978 da un commando delle Brigate Rosse all’incrocio tra via Mario Fani e via Stresa (ROMA) e ucciso il 9 maggio successivo dalle Brigate Rosse

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Giovanni Spadolini…

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Leader del Partito Repubblicano Italiano, è stato più volte ministro e, tra il 28 giugno 1981 e il 1º dicembre 1982, presidente del Consiglio dei ministri, il primo non democristiano nella storia dell’Italia repubblicana, uno dei pochi a diventarlo da senatore, nonché il primo e l’unico a provenire dal PRI. Fu inoltre presidente del Senato dal 1987 al 1994 e senatore a vita (nominato nel 1991 da Francesco Cossiga).

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Carlo Azeglio Ciampi…

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Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920 – Roma, 16 settembre 2016[4]) è stato un economista, banchiere e politico italiano, decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006.

È stato governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri (1993-1994), Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica (1996-1997), quindi Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (1998-1999). Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, Ciampi fu anche il secondo presidente della Repubblica eletto dopo essere stato governatore della Banca d’Italia, preceduto da Luigi Einaudi nel 1948. È stato anche governatore onorario della Banca d’Italia.

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Romano Prodi…

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Romano Prodi (Scandiano, 9 agosto 1939) è un economista, accademico e politico italiano, che ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana per due volte (dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008).

Docente universitario di Economia e politica industriale all’Università di Bologna, è stato nel 1978 Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato nel Governo Andreotti IV; presidente dell’IRI dal 1982 al 1989 e dal 1993 al 1994.

È stato presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004 (Commissione Prodi); dal 17 gennaio al 6 febbraio 2008 ha ricoperto anche la carica di Ministro della giustizia ad interim.

Fondatore e leader de L’Ulivo, dal 23 maggio 2007 è stato presidente del Comitato nazionale per il Partito Democratico, e con la fondazione di quest’ultimo ne è stato Presidente dell’Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile 2007 al 16 aprile 2008.

È stato il primo ed unico candidato Premier del centro-sinistra ad aver vinto le elezioni politiche italiane (quelle del 1996 e quelle del 2006) e ad aver formato un Governo senza ricorrere ad alleanze con coalizioni rivali.

Il 1º settembre 2008 ha creato la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli. Dal 12 settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Nell’ottobre 2012 è stato nominato Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahel. Dal 21 febbraio 2014 è presidente dell’International advisory board (Iab) di Unicredit.

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Presidenti della repubblica italiana…

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  • 1 Enrico De Nicola 1946 1948 Partito Liberale Italiano
  • 2 Luigi Einaudi 1948 1955 Partito Liberale Italiano
  • 3 Giovanni Gronchi 1955 1962 Democrazia Cristiana
  • 4 Antonio Segni 1962 1964 Democrazia Cristiana
  • 5 Giuseppe Saragat 1964 1971 Partito Socialista Democratico Italiano
  • 6 Giovanni Leone 1971 1978 Democrazia Cristiana
  • 7 Sandro Pertini 1978 1985 Partito Socialista Italiano
  • 8 Francesco Cossiga 1985 1992 Democrazia Cristiana
  • 9 Oscar Luigi Scalfaro 1992 1999 Democrazia Cristiana
  • 10 Carlo Azeglio Ciampi 1999 2006 Indipendente
  • 11 Giorgio Napolitano 2006 2013 Democratici di Sinistra
    2013 2015
  • 12 Sergio Mattarella 2015 Indipendente
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Q

Benjamin Netanyahu

A

Benjamin Netanyahu, spesso soprannominato Bibi, è un politico israeliano, primo ministro di Israele dal 18 giugno 1996 al 17 maggio 1999 e dal 31 marzo 2009 ad oggi, in seguito alle elezioni parlamentari anticipate del febbraio 2009 e alla riconferma ottenuta nelle elezioni del gennaio 2013. Come soldato professionista, dal 1967 al 1972, Netanyahu si è specializzato in antiterrorismo.