Descrittiva Flashcards
Cos’è il campionamento
Procedura che si segue per scegliere le unità campionarie (n) nel complesso delle unità della popolazione (N)
Qual è l’obiettivo del campionamento
Esso deve essere rappresentativo della popolazione, ossia deve racchiudere tutta la variabilità possibile esistente nella popolazione
Cos’è la stratificazione
Suddivisione della popolazione in varie categorie secondo una determinata variabile in maniera tale da evitare che un fattore confondente influenzi i risultati
Es: verificare se il consumo di marijuana aumenta il rischio di sviluppare schizofrenia. È necessario evitare in questo caso che esiste un fattore confondente come il consumo di altre sostanze stupefacenti. Quindi la popolazione verrà stratificata in consumatori e non consumatori di altre sostanze stupefacenti. In tal caso si studieranno solamente i non consumatori di altre sostanze stupefacenti
Quante tipologie di campionamento esistono
Campionamento probabilistico
Campionamento non probabilistico
Campionamento probabilistico
Il campionamento che si basa sull’impiego della componente casuale per scegliere il campione all’interno della popolazione.
Le tecniche probabilistiche sono più efficaci e consentono di ottenere inferenze corrette sulla base di un campione
Campionamento non probabilistico
In tal caso i partecipanti allo studio sono selezionati sulla base di criteri non casuali definiti dallo sperimentatore
Sono meno efficaci delle tecniche probabilistiche perché in tal caso la capacità di applicare risultati alla popolazione sarà minore
Cosa sono le variabili qualitative
Variabili che denotano caratteristiche che non si possono esprimere con valori numerici
Tipologie di variabili qualitative
Ordinali. In tal caso secondo un artifizio di natura logica o formale possono essere ordinate in senso crescente o decrescente. Un esempio la scala del dolore
Nominali. In tal caso la variabile non segue un ordine preciso
La variabile è dicotomica se può essere associata a solo due valori come il sesso. Altrimenti viene definita non dicotomica
Variabili quantitative
Si esprimono secondo valori numerici
Tipologie di variabili quantitative
Variabile quantitativa discreta. In tal caso la variabile può assumere solo valori interi. ad esempio il numero di figli di un soggetto. operando comunque con tali variabili nel calcolo della media i risultati potrebbero contenere decimali
Variabile quantitativa continua. i valori numerici possono essere associati ad un valore qualunque, anche decimale. Ad esempio la statura o il peso
Modalità di rappresentazione grafica di variabili qualitative e quantitative discrete
Diagramma a rettangoli
Diagramma a barre
Diagrammi a settori o circolare
Diagramma a rettangoli
Sulle ascisse si rappresenta ciascuna delle possibili categorie
Sulle ordinate si mostra la relativa frequenza
Diagramma a barre
Simile al diagramma a rettangoli ma in tal caso ciascun rettangolo rappresenta un intervallo di valori
Rappresentazioni grafiche di variabili quantitative continue
Istogramma e poligono di frequenza
Istogramma
Sulla linea orizzontale vengono rappresentati i valori della variabile in esame mentre sulla verticale la frequenza assoluta o relativa
Poligono di frequenza
Si ottiene dall’Unione dei punti medi del vertice superiore di ciascuna barra di un istogramma
Come si esprimono le variabili qualitative
Si esprimono in percentuali e non possiedono misure di dispersione
Come si esprimono le variabili quantitative
Devono essere espresse con una misura di tendenza centrale e con una misura di dispersione
Cosa esprimono le misure di tendenza centrale
Forniscono informazioni sulle modalità di raggruppamento dei diversi valori registrati, in relazione agli individui che formano il campione, indicando quello che è il centro della distribuzione
Quali sono le misure di tendenza centrale
Media
Mediana
Moda
Media
Misura di tendenza centrale più utilizzata soprattutto nelle distribuzioni simmetriche mentre non va utilizzato nelle distribuzioni asimmetriche in quanto in tal caso i valori estremi influiranno maggiormente rispetto a quelli centrali
Mediana
È il valore medio dei valori ordinati dal più piccolo al più grande.
Se il numero delle osservazioni è pari non c’è un solo valore mediano. In tal caso è comune considerare la mediana come la media aritmetica dei due valori mediani.
È la più indicata se i dati da analizzare sono caratterizzati da una distribuzione asimmetrica o presentano valori estremi
Moda
Il valore più ricorrente di tutti i valori della variabile. Può essere unica o multipla
è utile per distribuzione caratterizzate dalla presenza di picchi di frequenza
Cosa sono le misure di dispersione
Misure che valutano la vicinanza o la lontananza rispetto al centro della distribuzione
Deviazione tipica
Viene applicata per le distribuzioni simmetriche
Prende anche nome di deviazione standard
È la radice quadrata della media dei quadrati della differenza che intercorre tra ciascuna singola osservazione realizzata e la media aritmetica della distribuzione.
Scarto interquartile
Misura di dispersione che viene utilizzata per variabili con distribuzione asimmetrica.
È la differenza tra il valore che occupa il terzo quartile della distribuzione ed il valore che occupa il primo quartile.
è in sostanza lo scarto che si trova tra gli individui che si trovano nel 50% centrale della distribuzione
Cos’è lo scarto
La differenza tra il valore osservato e la media aritmetica
Principali misure di forma di una distribuzione
Asimmetria
Curtosi
Cos’è l’asimmetria
Studia la deformazione orizzontale dei valori intorno al valore centrale, ossia la media.
Si basa prevalentemente sul coefficiente di asimmetria di Fisher (gamma)
Il coefficiente è 0 quando alla destra e alla sinistra della media abbiamo lo stesso numero di valori
E sopra 0 quando la maggior parte dei valori si trova a sinistra della media
Inferiore a zero quando la gran parte dei valori si trova alla destra della media
Curtosi
Determina il grado di appuntimento o appiattimento di una distribuzione in relazione alla distribuzione normale.
Si definisce sulla base del coefficiente di curtosi di Fisher (gamma 2)
Una curva e’ mesocurtica quando presenta un grado di appiattimento uguale alla distribuzione normale con coefficente pari a zero
Leptocurtica sei più alta al centro e nelle code
Platicurtica se più bassa della curva normale al centro e nelle code mentre più spessa nei fianchi
Quando si parla di curva a distribuzione normale
Quando il coefficiente di asimmetria di Fisher vada più 0,5 a meno 0,5
Quando il coefficiente di curtosi di Fisher vada più 0,5 a meno 0,5