chirurgica Flashcards

1
Q

come può essere il decubito

A
  • attivo
  • passivo
    oppure
  • indifferente
  • preferito
  • obbligato

può essere posizionato in:
1. fetale–> crampi
2. genupettorale-> pancreatite
3. ortopnonica obbligata-> scompensata
4. anti shock-> capo basso rispetto ai piedi
5. cane di fucile: collo in ipertensione-> meningite

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2
Q

Quali sono le caratteristiche della facies ippocratica?

A

Aspetto Emaciato: Il volto appare estremamente magro e scarno.
Occhi Infossati: Gli occhi sono profondamente infossati e circondati da occhiaie scure.
Pelle Pallida e Fredda: La pelle del viso è pallida, fredda e può apparire sudata.
Guance Incavate: Le guance sono profondamente incavate, dando un aspetto scheletrico.
Naso Affilato: Il naso appare affilato e prominente.
Labbra Cianotiche o Secche: Le labbra possono essere cianotiche (bluastre) o estremamente secche e screpolate.

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3
Q

Come si presenta la facies parkinsoniana?

A

Espressione facciale ridotta, maschera facciale, con ammiccamento raro e ridotta mobilità dei muscoli facciali. Caratteristica del morbo di Parkinson.

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4
Q

Quali sono le caratteristiche della facies sardonica?

A

espressione di terrore: Un’espressione simile a un sorriso sardonico o ridente, che può sembrare innaturale e fissa.
Ritrazione dei Muscoli Faciali: I muscoli facciali sono contratti, causando una ritrazione dei labbra e degli angoli della bocca verso l’alto.
Sopracciglia Sollevate: Le sopracciglia possono essere sollevate, contribuendo all’aspetto di sorpresa o paura.
Occhi Spalancati: Gli occhi appaiono spalancati e spaventati.
tipica di infezione da tetano

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5
Q

Quali sono le caratteristiche della facies adenoidea?

A

Bocca Aperta: Il bambino respira costantemente con la bocca aperta a causa dell’ostruzione nasale.
Faccia Allungata: L’aspetto del viso è spesso allungato.
Occhiaie: Spesso presenti occhiaie sotto gli occhi dovute a scarsa qualità del sonno.
Labbra Secche: Le labbra possono essere secche e screpolate per la respirazione orale cronica.
Denti Sporgenti: I denti anteriori possono essere sporgenti a causa dell’abitudine di respirare con la bocca aperta.
Espressione Assente: Spesso un’espressione facciale assente o inespressiva.

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6
Q

Quali sono le caratteristiche della facies acromegalica?

A

lineamenti marcati con prominenza della mandibola, aumento delle dimensioni del naso e delle labbra.

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7
Q

Quali sono le caratteristiche della facies basedowiana?

A

IPERTIROIDISMO
Esoftalmo: Sporgenza anormale degli occhi (esoftalmo), che può essere asimmetrica.
Sguardo Fisso e Intenso: Sguardo fisso e brillante con limitata capacità di ammiccare.
Cute Calda e Umida: Pelle del volto spesso calda e umida a causa dell’aumento del metabolismo.
Tremore Palpebrale: Possibile tremore delle palpebre superiore quando il paziente guarda in basso.
Gonfiore Palpebrale: Gonfiore intorno agli occhi, spesso con edema delle palpebre.

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8
Q

Descrivi la facies mixedematosa.

A

IPOTIROIDISMO
Volto gonfio, pallido e con lineamenti appiattiti, spesso accompagnato da edema periorbitale.

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9
Q

Quali sono le caratteristiche della facies miastenica?

A

Ptosi Palpebrale: Caduta delle palpebre superiori (ptosi) che può essere unilaterale o bilaterale.
Diplopia: Visione doppia (diplopia) dovuta alla debolezza dei muscoli oculomotori.
Sguardo Assente: Espressione facciale generalmente assente o poco espressiva a causa della debolezza dei muscoli facciali.
Sorriso Debole: Incapacità di sorridere completamente, con il sorriso che può apparire asimmetrico o ridotto.
Difficoltà a Chiudere gli Occhi: Debolezza dei muscoli orbicolari che può rendere difficile la chiusura completa degli occhi.

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10
Q

Quali sono le caratteristiche della facies leonina?

A

LEBBRA
Ispessimento Cutaneo: Pelle del viso ispessita e indurita, dando un aspetto rugoso e irregolare.
Pieghe Cutanee Pronunciate: Pieghe profonde e prominenti sulla fronte e guance.
Naso Largo: Naso allargato e appiattito.
Sopracciglia Diradate: Perdita dei peli delle sopracciglia, specialmente nella parte laterale.
Labbra Spesse: Labbra ingrossate e spesse.

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11
Q

Quali sono le caratteristiche della facies di Claude Bernard-Horner?

A

LESIONI DEL TRONCO ENCEFALICO
Ptosi: Abbassamento della palpebra superiore dovuto alla paralisi del muscolo tarsale superiore.
Miosi: Costrizione pupillare dell’occhio affetto a causa della denervazione simpatica.
Enoftalmo Apparente: L’occhio affetto può apparire infossato (enoftalmo) per via della ptosi e della retrazione della palpebra inferiore.
Anidrosi: Assenza di sudorazione sul lato affetto del viso a causa dell’interruzione delle fibre simpatiche sudomotorie.

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12
Q

Come si scelgono gli esami diagnostici

A

invasività
semplicità
sensibilità e specificità
disponibilità di strumenti, tecnici
costo

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13
Q

come può essere classificato il dolore

A

noiocettivo: dolore cutaneo è trasmesso al SNC tramite i noiocettori
neuropatico: dolore che origina in un punto vicino al SNC rispetto ai sensori. si associano sintomi positivi (fastidio) e negativi (+ forte del dolore normale)
idiomatico: dolore senza una causa evidente

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14
Q

componenti e suddivisione del dolore

A

percettiva
esponenziale

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15
Q

classificazione del dolore in base alla localizzazione

A
  1. somatico:accentuato con movimenti. recettori su cute, pleura, diaframma, peritoneo parietale
  2. viscerale: legato a problemi di tipo gastroenterico. organi in addome o torace. non viene localizzato con estrema precisione. viene riferito su una zona dell’addome
  3. riferito: dolore avvertito in sede lontana rispetto a dov’è il danno.
    (dolore su spalla sinistra: infarto miocardio
    dolore su spalla destra: colica biliare
    dolore testicolare: calcoli renali)
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16
Q

anamnesi del dolore

A

pag 20 della dispensa

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17
Q

dolore in ambito chirurgico

A

pre operatorio
post operatorio

-> conseguenza dell’operazione
-> infiammazione

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18
Q

tipo di modifiche che possono cambiare il decorso della guarigione

A

respiratorie
muscolo-scheletriche
cardio-circolatorie e metaboliche
alterazione gastrointestinali e urologiche
alterazioni neuroendocrine
alterazioni psicologiche

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19
Q

dolore cronico

A

dolore che perdura per più di 3 mesi

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20
Q

TUMEFAZIONE

A

è un aumento volumetrico circoscritto e anomalo.
è dovuto da:
- neoformazione infiammatoria
- dislocazione di visceri
- accumulo interstiziale
- ectasia o aneurisma

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21
Q

anamnesi della tumefazione

A

insorgenza: tempo, modalità, modifiche nel tempo, segni, sintomi associati
forma
volume
limiti e margini

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22
Q

ispezione della tumefazione

A

caratteristiche della cute
superficie
movimenti spontanei
rapporti con le strutture limitrofe
soluzioni continuo o tramiti fistolosi

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23
Q

palpazione della tumefazione

A

temperatura della massa, sede, forma, superficie, consistenza, mobilità, scorrevolezza, dolorabilità, pulsazione (diretto o radiale, indiretta o unidirezionale

24
Q

auscultazione della tumefazione

A

fruscio, crepitio gassoso, crepitio articolare, gorgoglio.

25
Q

trans-illuminazione della tumefazione

A

valutare il colore che assume, se solida o molto densa la luce non passerà

26
Q

esami strumentali

A

ecografia e ed esami radiologici: esami descrittivi della struttura
agoaspirato e agobiopsia: prelevare le cellule o i tessuti con cui poi verranno svolti
spicillazione di tramiti fistolosi: con aghi buttanti con cui vengono iniettati mezzi di contrasto

27
Q

mammella

A

ghiandola tubulo-alveolare con acini e dotti galattofori che terminano nel capezzolo.
ha uno stroma adiposo e fibroso e un’areola con le ghiandole sebacee. ha diversi plessi linfatici:
1. superficiale: drena gran parte della linfa della mammella e la porta nel cavo ascellare
2. profondo: drena linfa dagli stati posteriori della mammella. drena nel cavo ascellare e decorre nella fascia del grande pettorale

28
Q

stazioni linfonodi della mammella

A

ascellari:
I livello-> laterali
II livello-> posteriori
III livello-> mediali
intrapettorali
parasternali
sovraclaveari

29
Q

quadranti della mammella

A

Sono 4

30
Q

anamnesi della mammella

A
  1. familiare
  2. fisiologica: menarca, cicli, menopausa, aborti, gravidanze, allattamento, terapia estroprogestinica
  3. patologica
    a. remota (neoplasie, interventi chirurgici, patologie ginecologiche, radioterapia)
    b. prossima (riscontro della tumefazione, epoca di insorgenza, modalità, dolorabilità, secrezione)
31
Q

esame visivo della mammella

A

torace scoperto
braccia lungo il corpo
braccia lungo i fianchi (/chiedere di spingere sui fianchi)
mani sollevate sopra la testa
–> stessa procedura poi da sdraiati.
visivamente si valuta:
forma
simmetria
cute
capezzolo
malformazioni

32
Q

condizioni patologiche visibili della mammella

A
  • ginecomastia fisiologica: aumento del volume della mammella (allattamento, gravidanza)
  • ginecomastia non fisiologica: aumento del quantitativo nei tessuti di estro-progestinici dato da neoplasie/malattie genetiche
  • ginecomastia vera/falsa: accumulo di tessuto iatrogeno negli uomini che dà un aumento del t. adiposo in sede ghiandolare
33
Q

esame tattile della mammella

A

DA FARE 1 SETTIMANA DOPO IL CICLO

si usano le ultime due falangi:
1: movimenti verticali
2: spirale
3: a sfioritila del capezzolo

si osserva quindi
A: conformazione, colorito, irregolarità della cute, detrazione, secrezione dei capezzoli

B: cute: edematosa o con tumefazioni
SI VALUTA SEMPRE ANCHE IL PROLUNGAMENTO ASCELLARE

34
Q

Esame nodulo della mammella

A

se c’è la presenza di un nodulo se ne descrive
forma
limiti
consistenza
dolorrabilità
mobilità
rapporti con areola e capezzolo

35
Q

patologie benigne della ghiandola mammaria

A
  1. CISTI MAMMARIA:
    Raccolta di liquido di forma tondeggiante, consistenza
    duroelastica, solidale con la ghiandola, non dolente
  2. MASTOPATIA FIBROCISTICA Plurinodulare con indurimento del parenchima (ciò rende
    difficile valutare i limiti in quanto si trova all’interno del
    parenchima mammario), patologia spesso bilaterale
  3. FIBROADENOMA
    Tumore benigno che si sviluppa in giovane età (25-30 anni),
    mobile, superficie liscia, aspetto biancastro polilobulato,
    limiti netti, non dolente, consistenza morbida, cute
    sovrastante integra e indenne
  4. MASTITE ACUTA Infiammazione acuta della mammella (condizione
    frequente durante l’allattamento), dolente, consistenza
    dura, febbre, arrossamento della cute, possibile evoluzione
    in ascesso
  5. GALATTOCELE
    Raccolta di residuo di latte (al termine dell’allattamento
    vicino al capezzolo, con restringimento e dilazione del dotto
    galattoforo), consistenza pastosa e molle, lento sviluppo
    (quando le pazienti decidono di smettere l’allattamento in
    condizioni spontanee senza l’aiuto di farmaci), modesta
    dolenzia
36
Q

segni di patologie maligne della ghiandola mammaria

A

superfici irregolari, consistenza duro-lignea, difficile esposizione sulla linea superficiale, non dolente, cute ritratta/infiltrata

37
Q

prevenzione ghiandola mammaria

A

auto-palpazione (II)
non aumentare di peso (I)
non assumere progestinici esterni (I)
avere figli in età precoce (I)
alimentazione corretta (I)
screening

38
Q

esami di laboratorio della ghiandola mammaria

A

si può valutare l’aspetto genetico (BRCA1, BRCA oppure si cercano marker tumorali CEA, CA125, CA153)
Ecografia: in giovane età, caratteristiche patomaligne per tessuti patologici neoplastici
Mammografia: dopo i 50anni. Esame a raggi X in due proiezioni
risonanza magnetica mammaria: esame di II livello: le porzioni più chiare sono il tessuto attivo che è dato da un tessuto infiammatorio o neoplastico. DA’ TANTI FALSI POSITIVI
Galattografia: ago buttonato nel dotto galattoforo poi contrasto per vedere gli effetti di riempimento
Esame citologico: ago aspirato se ci sono tumefazioni solide e palpabili con raccolta di secrezioni e brushing
Esame istologico: agobiopsia tradizionale o guidata da alcuni filare, se si sono riscontrate micro-calcificazioni biancastre durante la mammografia.

39
Q

anamnesi fisiologica e remota della patologia vascolare

A
  1. fumo
  2. obesità
  3. lavoro
  4. n gravidanze
  5. ipertensione
  6. diabete
  7. dislipidemia
  8. iprtomocisteinemia
40
Q

anamnesi patologica prossima della patologia vascolare

A

dolore
contratture muscolari
prurito
necessita di dormire con gambe a penzoloni per ridurre il rv

41
Q

quando pensiamo alla claudicati intermittens

A

il pz non riesce a camminare perchè ha dolori che diminuiscono all’arresto del movimento.
bisogna sempre chiedere dopo quanto avviene ciò perchè la localizzazione suggerisce il luogo della stenosi arteriosa (a monte)

42
Q

ispezione della patologia vascolare

A

COLORE
rosa
pallido: poco sangue
cianotico: HB ridotta
rosso: + sangue
ipercromicità: macchie a causa di accumulo di sangue degradato.

DISTROFIE: caduta di peli, unghie bianche, eczemi

TELANGECTASIE VENOSE: prima a carico di capillari poi di vene

43
Q

palpazione della patologia vascolare

A
  1. TERMOTATTO:
  2. POLSI ARTERIOSI: frequenza, ritmicità, simmetria, ampiezza, consistenza
44
Q

quali sono le 5P di Pratt (patologia vascolare)

A

PAIN
PALLORE
PULSELESSNESS
PARESTESIA (prurito)
PARALISI

45
Q

cosa si diagnostica con freddo + 5 P di Pratt?

A

ischemia acuta

46
Q

quali sono le manovre semiologiche del sistema arterioso?

A
  1. prova di Ratschow
  2. test di Burger
  3. test di Hallen
47
Q

in cosa consiste la prova di Ratschow

A

paziente steso supino, si sollevano le gambe: se c’è stenosi arteriosa=pallore intenso che nel momento in cui il paziente di nuovo seduto non sparisce subito.

si può misurare anche la pressione a livello della caviglia e del braccio e si rapportano:
se è >1 allora è NORMALE
se è <1 allora ISCHEMIA CRONICA ARTI INFERIORI.

48
Q

in cosa consiste il test di Burger
e venous refilling test

A

paziente supino, solleva gambe a 45°. in 60s deve comparire il pallore. se compare prima=STENOSI ARTERIOSA

si procede poi con il VENOUS REFILLING TEST: il piede è fuori dal letto: se si riempie in meno di 15 s= buon apporto di sangue=NON C’è STENOSI

49
Q

in che cosa consiste il test di Hallen

A

comprimendo arteria radiale e ulnare e poi alternativamente si lascia prima la ulnare: se la radiale ci mette troppo a Refillare la mano=STENOSI

50
Q

quali sono le manovre semiologiche del sistema venoso?

A
  1. Manovra di Schwartz
  2. rima trandelemburg
  3. perthens
  4. bauer
51
Q

Manovra di Schwartz

A

valuta il ritorno venoso:
si comprime la safenofemorale e si percuote la Safina: se c’è trasmissione=INCONTINENZA. si può chiedere di fare il colpo di tosse cos’ da aumentare la pressione intraaddominale.

52
Q

prova di Rima Trandelemburg

A

valuta il ritorno venoso:
paziente supino con gamba alzata=la vena si svuota.
si comprime a livello della rosse safeno femorale e mentre è compresso chiediamo al paziente di alzarsi: se la vena si riempie=INCONTINENZA

53
Q

prova di Perthes

A

valutare TROMBOSI VENOSA PRFONDA: il pz ha laccio che blocca il circolo venoso superficiale, lo facciamo camminare ma non riesce e si ferma.

54
Q

test di Bauer

A

paziente sdraiato e palpiamo il polpaccio: il pz accusa dolore–> PROBABILE TRONBOSI VENOSA PROFONDA

55
Q

diagnostica per immagini nelle patologie vascolari

A

ecocolordoppler
arteriografia (poco usata ma può anche essere terapeutica)

56
Q

diagnostica strumentale nelle patologie vascolari

A

test del cammino: tapis roulant con pendenza vediamo se c’è dolore e dopo quanto tempo.