ANGIOPLASTICA Flashcards

1
Q

DEFINIZIONE

A

l’ angioplastica transluminale percutanea è un trattamento utilizzato per riaprire vasi in cui il lume si è ridotto (stenotizzato) o si è completamente occluso

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2
Q

IN CHE COSA CONSISTE L’ANGIOPLASTICA,

A
  • Passaggio oltre la zona stenotica di un filo guida,
  • Viene fatto scorrere sopra il filo guida , fino al livello della stenosi, un catetere a pallone sgonfio
  • Raggiunta la stenosi si gonfia,
  • Pallone schiaccia la placca ripristinando
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3
Q
  • CARATTERISTICHE DEL CATETERE,
A

forma cilindrica e lunghezza diversa a seconda del vaso e della stenosi
- in grado di sviluppare una pressione molto elevata.

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4
Q

VANTAGGI ANGIOPLASTICA

A

Il pallone non è in grado di andare oltre al lume, di ledere il vaso.

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5
Q

COMPLICANZE ANGIOPLASTICA, :

A

Il vaso viene dilatato, ma a causa del ritorno elastico dell’arteria togliendo il pallone la stenosi si riforma (recoil);
- La superficie della placca viene rotta dal pallone, e il sangue entrando a pressione tra la tonaca intima e la media può provocare una dissezione, con occlusione del vaso da parte della tonaca intima

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6
Q

Posizionamento di stent vascolari, PER CHE COSA E’ STATO MESSO A PUNTO

A

OPPORSI ALLE COMPLICANZE

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7
Q

DEFINIZIONE STENT

A

cilindri con delle maglie che si giustappongono alla parete vasale con lo scopo di ripristinare il lume.

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8
Q

IN CHE COSA CONSISTE Procedura inserimento stent, se dissezione post angioplastica

A

1 inserzione di un filo guida all’interno del vaso fino ad oltrepassare la stenosi,
2 in concomitanza alla stenosi viene portato il catetere con lo stent,
3 posizionamento dello stent
4 In caso di dissezione post-angioplastica, il posizionamento dello stent riporta a contatto la tonaca intima
con la media garantendo la pervietà del vaso e un risultato migliore.

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9
Q

TIPI DI STENT

,

A

stent espansibili tramite pallone

- stent autoespandibili

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10
Q

UTILIZZO STENT ESPANSIBILI TRAMITE PALLONE

A
  • portati fino alla stenosi montati su un catetere a pallone sgonfio,
  • Pallone gonfiato in sede,
  • lo stent, una volta aperto, ha degli agganci tali da non poter più essere richiuso
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11
Q

FUNZIONAMENTO STENT AUTOESPANDIBILI,

A

introdotti all’interno del vaso fino alla stenosi inseriti dentro una guaina,
- una volta liberati, tendono ad espandersi in maniera automatica.

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12
Q

DIFFERENZE TRA DIVERSI TIPI DI STENT

I

A

costituzione diversa,

  • stent espansibili tramite pallone sono in acciaio,
  • gli stent autoespandibili in leghe di nickel e titanio;
  • caratteristiche ed utilizzo
  • gli stent espandibili con pallone hanno grande forza radiale, ma non sono elastici: utilizzo solo in vasi rettilinei, non possono riprodurre le curve e non possono essere sottoposti a sollecitazioni .
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13
Q

NDICAZIONI, USO E POSIZIONAMENTO STENT A PALLONE

A
  • arterie profonde e non sottoposte a traumi da esterno, come arterie coronarie, arterie renali e arterie iliache.
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14
Q

CARATTERISTICHE STENT AUTOESPANDIBIL

A
  • minor forza radiale,
  • sono più elastici,
  • si possono adattare ad arterie che devono cambiare calibro, che si muovono molto o che sono superficiali,
    come l’arteria femorale superficiale, l’arteria poplitea e l’arteria carotide.
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15
Q

VANTAGGI STENT A PALLONE

A

ssono essere posizionati con estrema precisione senza il rischio che si spostino.

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16
Q

SVANTAGGIO STENT AUTOESPANDIBILI

A
  • il posizionamento non è mai molto preciso,

- tendono a spostarsi già quando vengono liberati dalla guaina.

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17
Q

STENT NON PRESENTI PER ALCUNI DISTRETTI

A
  • Arteria tibiale
  • arteria femorale superficiale
  • arteria poplitea,
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18
Q

ARTERIA TIBIALE, LESIONI TIPICHE

A
  • localizzate sotto il ginocchio,
  • spesso si hanno delle lesioni molto lunghe (10-15 cm),
  • tipiche dei pazienti diabetici, ma le arterie stesse hanno di base un diametro di 2 mm.
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19
Q

COME SI INTERVIENE SU ARTERIA TIBIALE

A

dilatazione effettuata tramite palloni appositi piccoli e molto lunghi;

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20
Q

ARTERIA POPLITEA, COME SI TRATTA LESIONE

A
  • Si cerca di evitare di posizionare lo stent, verrebbe sottoposto a sollecitazioni eccessive
  • se nell’ambito di una PTA il vaso dovesse dissecarsi lo stent verrebbe posizionato;
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21
Q

TRATTAMENTO LESIONE IN ARTERIA FEMORALE SUPERFICIALE

A

, si cerca di evitare di posizionare stent, ma si mettono con più frequenza rispetto all’arteria poplitea.

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22
Q

STENT E PTA ALLA FEMORALE SUPERFICIALE, VANTAGGI

A
  • stent che si adattano bene alla femorale superficiale,

- non rimane chiaro il vantaggio rispetto alla sola PTA.

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23
Q

QUANDO E’ SEMPRE NECESSARIO STENT

A

nelle coronarie, nelle arterie renali e nella carotide gli stent vanno sempre posizionati.

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24
Q

COMPLICANZA ANGIOPLASTICA IN CAROTIDE

A
  • Particolarmente nella carotide c’è il rischio che dalla placca schiacciata si stacchino frammenti che possano occludere un vaso,
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25
Q

TIPI DI STENT SULLA BASE DIMENSIONI MAGLIE

A
  • stent con maglie molto fitte (indicati a livello carotideo)
  • stent a maglie più larghe, utilizzati più frequentemente a livello di altri distretti (come a livello dell’asse iliaco).
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26
Q

DA CHE COSA DIPENDE SCELTA DELLO STENT E DELLE MAGLIE

A
  • dalla zona anatomica in esame

- in relazione alla complicanza temuta

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27
Q

TIPI DI COMPLICANZE SULLA BASE DISTRETTO

A

nel territorio carotideo è l’embolizzazione,

- nell’asse iliaco la dissecazione

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28
Q

TRATTAMENTO STENOSI ARTERIA ILIACA ESTERNA

A
  • NO angioplastica con pallone , può creare dissecazione in piu’ punti,
  • con lo stent, che non richiede anestesia generale, si ha un risultato estremamente buono e duraturo,
  • NO intervento chirugico, impensabile in un distretto come quello
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29
Q

STENOSI CAROTIDE INTERNA, TRATTAMENTO

A
  • il trattamento principale oggi è ancora la chirurgia,

- stent autoespandibile, risultati quasi pari alla chirurgia.

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30
Q

QUANDO VIENE USATO STENT IN STENOSI CAROTIDE INTERNA

A

in alcuni casi particolari in cui il paziente corre un rischio aggiuntivo con la chirurgia rispetto a quello che dovrebbe correre normalmente.

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31
Q

DI CHE COSA E’ SPESSO CAUSA LA STENOSI DELLA CAROTIDE

A

DI ICTUS SIA A CAUSA DELL’EMBOLIZZAZIONE DELLA PLACCA MA ANCHE A CAUSA IATROGENA,

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32
Q

PRETRATTAMENTO DELL’EMBOLIA DELLA CAROTIDE IN STENOSI

A

, Inserimento di un filtro prima dello stent, da aprire e collegato ad sacchetto , sotto forma di un anellino metallico, in grado di bloccare l’embolo ma che consente il passaggio del sangue

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33
Q

COSA SI FA SUCCESSIVAMENTE AL PRETRATTAMENTO CAROTIDE IN STENOSI

A
  • posizionamento dello stent su placca,
  • non riesce ad espandersi a causa della scarsa forza radiale,
  • in un tempo successivo questo viene espanso tramite pallone.
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34
Q

COSA FARE NEL CASO DI OSTRUZIONE TOTALE DELL’ILIACA ESTERNA

A
  • provare a inserire un filo guida attraverso la stenosi:

- anche inserimento di due stent sovrapposti, distesi tramite pallone, con ricanalizzazione del vaso.

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35
Q

COSA PUò CAUSARE STENOSI DELLA CAROTIDE

A
  • ischemia cerebrale precedente,

- Rischio di ischemia cerebrale,

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36
Q

COSA AVVIENE NEL CASO DI STENOSI DELL’ARTERIA RENALE

A

, terapia per scongiurare progressione di ipertensione nefrovascolare,

37
Q

CONSEGUENZE DELLA STENOSI DELL’ARTERIA RENALE, r

A

rene ipoperfuso, determina liberazione di sostanze che scatenano il sistema RAA, causando un aumento della pressione arteriosa.

38
Q

COSA AVVIENE NEL CASO IN CUI IL RENE MALATO SIA UNO SOLO

A
  • se un rene ha funzionalita’ preservata la funzionalita’ renale è sufficiente,
  • se il rene è unico si può andare in insufficienza renale
39
Q

INTERVENTO PER RISOLVERE LA STENOSI DELL’ARTERIA RENALE

A
  • dilatazione con pallone

- successivamente viene posto lo stent

40
Q

IN CHE CONSISTE FIBRINOLISI LOCO REGIONALE

A

consiste nell’iniettare un farmaco trombolitico direttamente in un trombo

41
Q

COME DEVE ESSERE IL TROMBO PER POTER ESSERE SOTTOPOSTO A FIBRINOLISI

A

fresco, ovvero di non più di due giorni.

42
Q

IN QUALI PZ SI ATTUA LA FIBRINOLISI

A
  • pazienti con trombosi acuta di un vaso,
43
Q

PERCHE’ NON E’ POSSIBILE FARE L’ANGIOPLASTICA IN PZ CON TROMBOSI ACUTA

A

spremerebbe il trombo causando un’embolia;

- gli stent affonderebbero nel materiale trombotico morbido senza dilatare il lume

44
Q

COME SI PUO’ ELIMINARE LA TROMBOSI FRESCA

A
  • chirurgicamente tramite catetere di Fogarty,

- fibrinolisi locoregionale.

45
Q

CATETERE DI FOGARTY, DEFINIZIONE

A

, catetere a pallone che si apre dopo la stenosi e va a rimuovere il trombo (eseguibile però a vaso aperto),

46
Q

Procedura USO FIBRINOLITICO

A

Iniezione lenta (12-24 ore) di un farmaco trombolitico tramite catetere direttamente al livello del trombo per qualche ora, fino allo scioglimento

47
Q

DIFFERENZA USO FIBRINOLISI E PTA E STENT

A
  • PTA e stent sono interventi indicati nelle occlusioni croniche,
  • la fibrinolisi è indicata nella patologia acuta.
48
Q

DIFFERENZA TRA SINTOMATOLOGIA ACUTA E SINTOMATOLOGIA CRONICA

A
  • in un paziente in cui l’arteria iliaca esterna si occlude lentamente, compare progressivamente la claudicatio, ma il piede rimane caldo, cioè vitale.
  • Per la comparsa di dolore a riposo occorre del tempo: questo perché c’è compensazione tramite l’ipertrofia di eventuali circoli collaterali.
  • Se invece un paziente ha vasi sani, ma ha una fibrillazione atriale e dal cuore parte un embolo che blocca un vaso in acuto, si ha un dolore acuto, fortissimo, non legato allo sforzo, e l’arto può andare in necrosi, perché non sono presenti circoli collaterali.
49
Q

FUNZIONE EMBOLIZZAZIONE

A

utilizzata per chiudere immediatamente un vaso sanguinante

50
Q

QUANDO SI PUO’ UTILIZZARE

A
  • quando il vaso perfonde un’area non eccessivamente sensibile all’ischemia (non si può eseguire in una coronaria o in una carotide), dove l’occlusione non andrebbe a causare danni.
51
Q

FATTIBILITA’ DELL’EMBOLIZZAZIONE NEL CIRCOLO EPATICO

A

Fattibile perché esso è perfuso da una doppia circolazione: il sangue viene portato dall’arteria epatica per il 20% e dalla vena porta per l’80: chiudendo un vaso arterioso, dunque, non dovrebbe esserci ischemia.

52
Q

Procedura DI EMBOLIZZAZIONE

A
  • catetere molto sottile portato per via arteriosa fino alla lesione,
  • successivamente viene rilasciato un materiale che occlude il vaso eliminando il sanguinamento.
53
Q

MATERIALI UTILIZZATI NELL’EMBOLIZZAZIONE

A
  • Spirali metalliche
  • colle
  • miscele
  • materiale solido riassorbibile
54
Q

USO SPIRALI METALLICHE PER EMBOLIZZAZIONE

A

Le spirali vengono fatte scorrere lungo il catetere, e una volta rilasciate si arrotolano;

55
Q

COSTITUZIONE SPIRALI PER EMBOLIZZAZIONE

A

fili di metallo e di lana intrecciati

56
Q

USO COLLE IN EMBOLIZZAZIONE

A

materiali fluidi che a contatto con il sangue solidificano

57
Q

USO DI MISCELE DI PARTICELLE

A

con dimensioni tarate e predosate.

58
Q

CARATTERISTICHE MISCELE DI PARTICELLE

A

diametro noto, caratteristica sfruttata per occludere vasi a livello più o meno periferico

59
Q

DIMENSIONI PARTICELLE, FILTRO,

A
  • particelle di 100 micron andranno a chiudere a livello quasi dei capillari,
  • particelle di 500 micron andranno a chiudere arteriole di mezzo millimetro.
60
Q

DIFFERENZA TRA MISCELE E SPIRALI

A
  • spirali, riescono a chiudere vasi di circa 3-5 mm di calibro, distanti dalla periferia
  • in questo caso il territorio a valle non diventa completamente ischemico grazie alla presenza di flussi collaterali.
  • Le particelle più piccole, che chiudono a livello dei capillari dove non c’è possibilità di circoli collaterali, portano a necrosi il tessuto a valle: per questo vengono spesso usate per mandare in necrosi un tumore presente a valle.
  • le particelle sono di materiale sintetico, non riassorbibile, determinano un’occlusione permanente periferica;
61
Q

USO MATERIALE SOLIDO RIASSORBIBILE IN EMBOLIZZAZIONE

A

determina un’occlusione non permanente perché la fibrinolisi sanguigna può lisarlo a distanza di qualche giorno.

62
Q

DIFFICOLTàNELL’EMBOLIZZAZIONE DEL TERRITORIO MESENTERICO

A
  • Il territorio mesenterico richiedere attenzione nell’embolizzazione,
  • l’intestino è molto sensibile all’ischemia,
  • risultando in necrosi di parete che può esitare in rottura, e, dunque, in peritonite.
63
Q

COSA AVVIENE SE LA NECROSI INTERESSA TUTTO L’INTESTINO

A
  • non ci sono possibilità di salvezza;
  • se la necrosi interessa una piccola porzione determina sempre un danno infettivo, intervenire e rimuovere porzione di intestino danneggiata.
64
Q
  • VANTAGGIO DELLA VASCOLARIZZAZIONE INTESTINALE
A

cospicua collateralizzazione intestinale

65
Q

DEFINIZIONE CHEMIOEMBOLIZZAZIONE

A

La chemioembolizzazione dell’epatocarcinoma, chiamata anche TACE (chemioembolizzazione transarteriosa), è un tipo di trattamento di tumore che si attua in particolare nel fegato, che si presta molto godendo di una doppia circolazione

66
Q

A CHE COSA PUO’ ESSERE ASSOCIATA INSORGENZA EPATOCARCINOMA

A
  • pazienti con epatopatia cronica, soprattutto di origine virale,
  • spesso a distanza di 10-15 anni dall’insorgenza dell’epatopatia si sovrappone un adenocarcinoma o, in generale, un tumore primitivo epatico
67
Q

UTILITA’ DEL FOLLOW UP IN PZ CON EPATOPATIA CRONICA,

A

i tumori vengono diagnosticati abbastanza precocemente, perché i pazienti con epatopatie vengono sottoposti a controllo ogni 6-12 mesi.

68
Q

TRATTAMENTO EPATOCARCINOMA

A

EPATOCARCINOMA Resecazione della parte di fegato con tumore, dal momento che quest’ultimo
dà raramente metastasi.

69
Q

COSA AVVIENE NEL CASO IN CUI PZ CON CIRROSI AVANZATI TUMORE NON SIA RIMUOVIBILE , SPESSO IN CIRROSI AVANZATA,

A

TERMOABLAZIONE

70
Q

TERAPIA MIGLIORE EPATOCARCINOMA

A

La terapia attualmente migliore è la termoablazione

71
Q

COME SI SVOLGE TERMOABLAZIONE

A
  • Si inserisce a livello epatico per via percutanea ecoguidata un ago,
  • Ago capace, tramite un sistema a radiofrequenza o microonde, di bruciare il tumore e la zona
    circostante.
72
Q

TRATTAMENTO CON TERMOABLAZIONE SULLA BASE DIMENSIONE

A

Il trattamento è curativo per masse fino a circa 2-3 cm.

73
Q

COSA SI FA NEL CASO IN CUI LA MASSA SIA PIU’ ESTESA DEL PREVISTO,

A
  • Quando la massa è multipla, molto grande, o localizzata in posizioni sfavorevoli (nella cupola epatica quasi a contatto con la pleura; vicino alla superficie del fegato dove sia giustapposta un’ansa intestinale),
  • come alternativa può essere utilizzata la chemioembolizzazione epatica
74
Q

Procedura TERMOABLAZIONE

A

nserzione di un catetere direttamente nell’arteriola che porta sangue al tumore,

75
Q

VASCOLARIZZAZIONE EPATOCARCINOMA

A

attinge solo dal circolo dell’arteria epatica e mai dal circolo portale. Chiudendo il vaso che apporta sangue al tumore è possibile ischemizzarlo senza che il tessuto circostante, che attinge anche dal sistema portale, ne soffra.

76
Q

CHE COSA PREVEDE LA CHEMOEMBOLIZZAZIONE OLTRE ALL’INIEZIONE DI PARTICELLE EMBOLIZZANTI

A

prevede non solo l’iniezione di particelle embolizzanti, ma anche di farmaco chemioterapico, del quale le particelle sono imbevute in maniera tale da liberarlo progressivamente

77
Q

VANTAGGI CHEMOEMBOLIZZAZIONE

A
  • consente, di non trovare quantità elevate di chemioterapico nel circolo sistemico,
  • con la possibilità di iniettare molto chemioterapico in maniera localizzata dove serve,
  • senza eccessivi effetti collaterali sistemici.
78
Q

RISULTATO CHEMIOEMBOLIZZAZIONE

A

ottenimento di ischemia del tumore sottoposto contemporaneamente all’effetto necrotizzante del chemioterapico ad alte ddosi

79
Q

CHEMIOEMBOLIZZAZIONE, IN CHE ALTRA MANIERA SI PUO’ ESEGUIRE

A

anche tramite iniezione di un’emulsione formata da un m.d.c. oleoso, il lipiodol, e il chemioterapico, che risulta racchiuso all’interno delle micelle in sospensione nella miscela.

80
Q

FUNZIONE LIPIODOL

A

Le micelle idrofobe insolubili, oltre a chiudere per molto tempo i vasi che vanno al tumore, consentono un rilascio continuo di chemioterapico

81
Q

TACE, EFFETTI

A
  • non è una terapia curativa, ma citoriduttiva
82
Q

SVANTAGGI TACE

A
  • la massa viene macroscopicamente ridotta (tanto da sparire alla TC),
  • la massa è destinata a ricomparire
83
Q

TACE, E’ UN TRATTAMENTO

A

Non è palliativo, perché non interviene solo sui sintomi, ma sulla lesione

84
Q

IN QUALI PZ VIENE UTILIZZATA LA TACE

A

In pz di grado superiore al primo,

85
Q

PROGNOSI PZ CHE UTILIZZANO TACE,

A

allungare fino a 10 anni la vita del paziente

86
Q

TIPOLOGIA DI NEOPLASIA IN PZ CON EPATOPATIA CRONICA IN FASE TERMINALE

A
  • Nel pz con epatopatia cronica la neoplasia raramente è unicentrica,
  • essendo multicentrica in gran parte approccio chirurgico è inutile,
87
Q

UNICA TERAPIA RADICALE E CURATIVA IN EPATOPATIA CRONICA

A

il trapianto, perché consente la rimozione di un intero fegato malato a favore di uno sano.

88
Q

CHE COSA SI VALUTA NEL FOLLOW UP

A

,localizzazione del lipiodol alla TC a distanza di 1-2 mesi, sotto forma di puntini “radiopachi” (o, meglio, iperdensi), accompagnato ad una diminuzione della impregnazione vascolare del tumore ormai ischemico.

89
Q

EFFETTO CHEMIOTERAPICO SOMMINISTRATO PER VIA SISTEMICA NELLA NEOPLASIA AL POLMONE

A
  • non ha quasi nessun effetto,

- esistono dei chemioterapici citoriduttivi specifici utilizzati nelle fasi più avanzate, con aumento di sopravvivenza