Virus erpetici Flashcards

1
Q

Caratteristiche Herpresvirus

A

Virus a DNA. Tale famiglia include il VZV, CMV, EBV, Herpes SImplex, HHV 6-7-8

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2
Q

Tipi di Herpes simplex

A

Il tipo 1 coinvolge l’area del volto, il tipo 2 l’area dei genitali. Entrambi entrano in un periodo di latenza a livello neuronale con possibile riattivazione in un secondo momento e lesioni limitate in genere all’area di competenza della ramificazione nervosa coinvolta

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3
Q

Contaggiosita dell’herpes simplex

A

Può essere trasmesso da soggetti sintomatici o meno con infezione primaria o ricorrente

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4
Q

Modalità di trasmissione dell’herpes simplex al neonato

A

Il rischio arriva al 60% per l’infezione primaria, è del 2% per l’infezione secondaria. La trasmissione può avvenire al canale del parto ma anche per via ascendente con membrane apparentemente integre. Nel 75% dei casi manca l’anamnesi positiva per infezione da HSV nella madre!

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5
Q

Clinica della infezione erpetica nel neonato

A

Molto raramente asintomatica! nell’arco dei primi 28 giorni di vita possiamo avere:

  • Infezione sistemica con interessamento polmonare, epatico e spesso SNC
  • Infezione localizzata al SNC
  • Infezione localizzata a occhi, bocca e cute
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6
Q

Tempo di insorgenza dell’infezione neonatale da HSV

A

Subito alla nascita o più tardi (questa ultima evenienza è più frequente nel caso di malattia localizzata al SNC)

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7
Q

DIagnosi di infezione neonatale da HSV

A

In caso di anamnesi negativa e lesioni cutanee assenti la diagnosi può essere difficile. Va sospettata in tutti i casi nei quali il neonato appare settico con esami colturali negativi per batteri e soprattutto segni di compromissione epatica.
Va inoltre sospettato nei neonati con vomito, distress respiratorio, ipo-ipertermia con parametri liquorali anomali.

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8
Q

Prognosi infezione neonatale da HSV

A

SPesso infausta

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9
Q

Gengivostomatite erpetica

A

COmpare tra 1 e 2 anni in genere. Esordisce con febbre alta e quindi a livello del cavo orale a livello di mucosa delle guance, gengive, palato e talora pilastri tonsillari lesioni vescicolari su base eritematosa che tendono rompersi causando dolore. Possibile linfoadenopatia satellite.

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10
Q

Hepres generalizzato

A

Si manifesta in immunodepressi, ustionati e malnutriti. In questi casi è possibile una disseminazione ematogena con quadro clinico molto grave

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11
Q

Eczema herpeticum

A

Si ha nella Wiskott-ALdrich e nell’eczema atopico. Si caratterizza per lesioni vescicolari che compaiono in gittate successive soprattutto a livello dell’area cutanea eczematosa

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12
Q

Da cosa dipende l’encefalite erpatica

A

Da infezione primaria o riattivazione dell’HSV1

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13
Q

Modalità di presentazione della encefalite erpetica

A

Febbre associata ad alterazione dello stato di coscienza, segni neurologici focali, manifestazioni psichiatriche dato il comune coinvolgimento del lobo temporale.

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14
Q

Liquor nella encefalite erpetica

A

Modica iperprotidorrachia, ipoglicorrachia, spesso emazie.

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15
Q

COsa è la meningite di Mollaret

A

Meningite asettica ricorrente da HSV

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16
Q

Più comuni sedi di localizzazione dell’HSV in fase di latenza

A

Trigemino e gangli sacrali

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17
Q

Principali manifestazioni della riattivazione di HSV

A
  • Herpes labiale che si manifesta con lesioni vescicolari con evoluzione in croste in sede peri-labiale
  • Hepres genitale con lesioni vescicolari a livello di piccole e grandi labbra nella donne, glande e asta del pene nell’uomo
  • Oculare: a differenza della infezione primaria che si presenta con congiuntivite in tal caso abbiamo cheratite che può determinare lesioni ulcerative anche gravi
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18
Q

DIagnosi di infezione erpetica

A

Basata sull’isolamento del virus da materiale organico mediante coltura oppure con PCR. COlture negative dopo 15 giorni verosimilmente resteranno tali

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19
Q

Ruolo della sierologia nell’infezione erpetica

A

Utile al massimo la dimostrazione della sieroconversione nell’infezione primaria; per le recidive assolutamente inutile

20
Q

DIagnosi di infezione erpetica nel neonato

A

si ricorre alla coltura su vescicole, bocca, occhi, urine, sangue, feci, liquor. Una coltura positiva in 12-24 ore è indicativa di infezione attiva e replicante.

21
Q

DIagnosi di encefalite

A

Analisi del liquor e coltura; si può ricorrere alla PCR

22
Q

Diagnosi differenziale gengivostomatite erpetica e Herpangina

A

Nella Herpangina da coxsachie le vescicole coinvolgono pilastri tonsillare e palato molle ma non gengiva e mucosa del cavo orale

23
Q

Terapia encefalite erpetica

A

Aciclovir 60 mg/Kg/die in tre somministrazioni endovena per 14 giorni

24
Q

Terapia della infezione neonatale da HSV

A

Aciclovir 60 mg/Kg/die in tre somministrazioni die per 14 giorni in caso di SEM, 21 in caso di coinvolgimento del SNC

25
Q

Meccanismi patogenetici peculiari dell’infezione da EBV

A

EBV colonizza in fase iniziale i linfociti B dell’orofaringe e le cellule epiteliali; in seguito si distribuisce ai linfonodi collettori e quindi passa in circolo. A livello delle cellule epiteliali determina apoptosi delle stesse mentre a livello dei linfociti B determina immortalizzazione degli stessi e attivazione con produzione di Ig di varia natura: Ig che agglutinano i GR di montone, Ig-anti-piastrine, anti linfociti, Fattore reumatoide

26
Q

Risposta dei linfociti T all’infezione da EBV

A

Quanti vanno incontro ad attivazione asseumendo l’aspetto di mononucleati atipici /cellule di DOwney). CIò determina un quadro al SVP piuttosto variopinto, cosa che aiuta mkolto nella diagnostica differenziale

27
Q

Epidemiologia e contagio da EBV

A

Praticamente il 95% degli adulti ha anticorpi diretti contro EBV. Il contaggio in genere richiede contatti stretti ma è possibile anche il contaggio indiretto e per via ematica. Il tempo di latenza arriva a 50 giorni negli adulti ma nei bambini è più breve ed è mediamente di 15 giorni. L’escrezione salivare può durare un anno! esistono soggetti che eliminano il virus con la saliva in maniera intermittente per tutta la vita

28
Q

Clinica mononucleosi nel bambino

A

Sotto i 4 anni comunemente asintomatica. Dopo si ha in genere febbre e malessere quindi faringite che può essere una semplice faringite eritematosa fino a una forma pseudomembranosa; possono comparire petecchie al punto di giunzione tra palato duro e molle. Questa si associa a linfoadenopatia latero-cervicale anche se la linfoadenopatia può essere sistemica e anche profonda. Comune epato-splenomegalia. I linfonodi sono dolenti, duri, mobili sui piani profondi con cute sovrastante integra.

29
Q

Tempi di risoluzione della clinica della mononucleosi

A

Febbre e coinvolgimento del cavo orale persistono per una decina di giorni, i linfonodi possono persistere ingrossati per 3 settimane, in certi casi la milza resta palpabile per qualche settimana dopo la risoluzione del quadro.

30
Q

Complicanze mononucleosi

A
  • SNC: mielite trasversa, guillian-Barrè, paralisi dei nervi cranici etc.
  • Ematologiche: rottura di milza, trombocitopenia, anemia emolitica, linfocitosi emofagocitica
  • In immunodeficienti si può avere disseminazione fatale
31
Q

SIndrome linfoproliferativa X-linked

A

Colpisce i soggetti che hanno ereditato dalla madre un gene recessivo di una proteina coinvolta nel signaling linfocitario (SAP): ipogammaglobulinemia, mononucleosi infettiva, linfoma nodulare a cellule B

32
Q

Esami di laboratorio mononucleosi

A

all’emocromo leuocitosi con prevalenza di linfo-monociti con linfociti T atipici. COmuni lievi piastrinopenia e neutropenia.
Comune rialzo delle transaminasi e della bilirubina mentre un franco ittero si ha in meno del 5% dei casi.

Dalla prima settimana dimostrabili in circolo anticorpi aggreganti le emazie di montone svelabili attraverso il test di Paul-Bunnel; il test è positivo per un tiolo pari o superiore a 1:40 ma spesso è negativo sotto i 4 anni.

33
Q

Sierologia mononucleosi

A

Gli anticorpi anti-VCA (capside) sono presenti all’esordio in tutti i pazienti; le IgM scompaiono in 4 mesi circa, le IgG tendono a persistere.
Anticorpi contro antigeni precoci (EA) sono presenti all’esordio nel 70% dei pazienti.
Anticorpi diretti contro EBNA ossia l’antigene nucleare sono indosabili in acuto mentre compaiono solo in convalescenza visto che compaiono dopo 2-3 mesi

L’uso della PCR su campioni biologici può essere utile per la diagnosi in immunodepressiu

34
Q

Terapia mononucleosi

A

Asensione dalla attività fisica fino alla riduzione della splenomegalia.
Prednidone 1 mg/Kg/die per 7 giorni poi a scalare per le complicanze (convulsioni, meningite, miocrdite, pericardite, anemia inclusa splenomegalia grave). Forse utile aciclovir.
I pazienti con storia recente devono astenersi da donazione di organi solidi e donazioni di sangue.

35
Q

Modalità di trasmissione del Cytomegalovirus

A

Orizzontale ma anche verticale. Si può trasmettere per via sessuale tramite sperma e secrezioni cervicali, ma anche tramite urine e secrezioni salivari. Può essere trasmesso tramite trasfusioni di sangue e anche trapianto di organo

36
Q

Tempo di latenza dell’infezione da CMV

A

Variabile e non chiaramente noto. Per le trasfusioni di sangue si arriva a 12 settimane, fino a 4 mesi per i trapianti di organo

37
Q

Modalità di trasmissione del CMV al neonato/feto

A

Per via transplacentare, al canale del parto ma anche tramite il latte materno infetto

38
Q

Clinica della infezione primaria sintomatica e diagnosi differenziale dalla infezione da mononucleosi

A

SI ha febbre e malessere generale con astenia. Possibile splenomegalia e anche rash dopo somministrazione di ampicillina ma a differenza della mononucleosi non si ha faringite e linfoadenopatia latero-cervicale

39
Q

Esami di laboratorio infezione primaria da CMV

A

RIalzo transaminasi e fosfatasi alcalina. All’emocromo linfocitosi relativa.

40
Q

Tempo di guarigione e tempo di eliminazione del CMV con le secrezioni

A

In genere l’infezione primaria si risolve in 2-4 settimane. L’eliminazione del virus con le secrezioni può durare mesi

41
Q

Possibili complicanze infezione acuta CMV

A

Miocardite, artrite, pleurite, polmonite interstiziale, AEA, trombocitopenia

42
Q

Manifestazioni del CMV nell’immunodepresso

A

Polmonite, colite e retinite soprattutto nei pazienti in terapia anti-blastica, immunodepressi e HIV positivi (in questa categoria con la terapia anti-retrovirale l’incidenza di tale infezione si è ridotta e la manifestazione principale resta la retinite.

43
Q

COme si manifesta nella gran parte dei casi l’infezione congenita da CMV

A

90% asintomatica

44
Q

Principali modalità di manifestazione dell’infezione da CMV congenita

A

IUGR, ittero, porpora, epato-splenomegalia, microcefalia, calcificazioni cerebrali, retinite. nel lungo termine possibile ritardo di sviluppo. L’ipoacusia è la sequela più comune

45
Q

DIagnosi di laboratorio di infezione da CMV

A

AUmento di almeno 4 volte del titolo anticorpale in dosaggi seriati oppure isolamento in liquidi biologici. Per la diagnosi di infezione congenita solo PCR su urine, liquor o feci.

46
Q

Farmaci più attivi contro CMV

A

Ganciclovir; si usa per la retinite, polmonite e colite. SI usa anche come terapia preventiva per il paziente immunodepresso con viremia da CMV. Possibile alternativa il foscarnet.

47
Q

Terapia dell’infezione da CMV nel neonato infetto

A

In genere si usa Ganciclovir ev /6 mg/Kg/die ogni 12 ore per 6 settimane) che pare ridurre l’incidenza di sequele uditive e neurologiche. Tuttavia data l’alta incidenza di neutropenia si usa solo nel neonato sintomatico.