Tessuti biologici Flashcards
TESSUTI BIOLOGICI
i principali tessuti biologici sono:
- epiteliale;
- connettivo;
- muscolare;
- nervoso.
PROPRIETA’ MECCANICHE
è difficile definirle, in quanto presentano:
- alta inter-variabilità (dovuta a età, sesso, condizione di salute, genotipo, etc.);
- variabilità topica (disomogeneità);
- variabilità direzionale (anisotropia);
- rimodellamento del tessuto vivente durante gli anni;
- comportamento non-lineare e tempo dipendente.
COMPONENTI STRUTTURALI
tutti i tessuti biologici sono composti da queste tre molecole organiche:
- collagene;
- elastina;
- gel idrofilico.
Altri componenti sono:
- cheratina (tipica dei tessuti epiteliali);
- idrossiapatite (tipica dei connettivi, conferisce rigidità).
A partire dalle stesse tre molecole, si riesce a modellare tutta la variabilità dei tessuti biologici, in quanto le proprietà di ogni
tessuto variano a seconda di:
- Composizione;
- Percentuale degli altri componenti;
- Arrangiamento delle molecole.
COLLAGENE
è una proteina presente in ogni tessuto vivente ed è la principale componente degli elementi strutturali.
Ha una struttura gerarchica e ci sono più di 20 tipi di collagene:
- tipo I: pelle, ossa, legamenti, tendini;
- tipo II: cartilagine e dischi intervertebrali;
- tipo III: spesso associata al tipo I ma meno abbondante;
- tipo IV: membrane basali;
- tipo V: vasi sanguigni.
I componenti del collagene sono prodotti all’interno dei fibroblasti e sono assemblati nella matrice extracellulare.
STRUTTURA GERARCHICA DEL COLLAGENE
i livelli gerarchici dal microscopico al macroscopico sono:
1. catene di aminoacidi –> polipeptidi. Ha una forma elicoidale sinistra a causa dell’orientamento del gruppo R. La forma finale del polipeptide dipende dalla sequenza di aminoacidi;
2. catene di 3 polipeptidi –> tropocollagene. 2 sono uguali, la terza è diversa. Sono disposte in modo da formare una forma elicoidale destra;
3. fibrille composte da tropocollagene. Sono catene parzialmente sovrapposte.
4. fibre composte da fibrille. Possono essere perfettamente allineate o curve;
5. tessuto composto da fibre orientate in un certo modo (le fibre hanno un’organizzazione diversa per ogni tessuto: il livello di torsione e compattezza definisce le proprietà meccaniche).
PROPRIETA’ MECCANICHE DEL COLLAGENE
la struttura completa del collagene definisce il suo comportamento meccanico.
A causa della struttura complessa e della sua variabilità, è difficile individuarle.
Prendiamo le proprietà meccaniche di fibre di collagene allineate:
- E=100-500MPa (alta percentuale di collagene);
- E=1-100GPa (puro collagene con fibre allineate). Tensione di rottura: 50-100MPa.
La curva tensione-deformazione è fortemente non lineare.
ELASTINA
È una proteina prodotta dai fibroblasti ed è indirizzata dalla matrice extracellulare.
Essa presenta una struttura reticolata composta da fibre lineari, ed è raro riuscire a identificarla da sola, perciò è difficile da
caratterizzare meccanicamente.
L’elastina lavora spesso in parallelo al collagene e il suo ruolo principale è nei tessuti in cui le proprietà elastiche sono fondamentali:
- vasi;
- polmoni.
PROPRIETA’ MECCANICHE ELASTINA
L’elastina ha un comportamento elastico lineare quasi perfetto, che presenta:
- isteresi minima;
- deformazione reversibile.
E’ è facilmente deformabile, si presta a un’alta deformazione, e presenta una bassa tensione di frattura (<1MPa).
GEL IDROFILICO
È un gel prodotto dai proteoglicani ed è immerso nella matrice extracellulare.
Si tratta di un polimero composto di anelli di zucchero e forma catene ramificate in due livelli.
In condizioni fisiologiche (cioè in presenza di Na+ e Ca2+) il gel attrae le molecole di acqua: agisce come una spugna, cioè è
capace di incamerare un grande volume di acqua.
Ha il ruolo di matrice in un materiale composito, mentre le fibre di rinforzo sono rappresentate dal collagene e dalle fibre di
elastina.
PROPRIETA’ MECCANICHE GEL IDROFILICO
Ci sono questioni intrinseche legate alla caratterizzazione meccanica:
- è difficile isolarlo dalle fibre che sono immerse al suo interno;
- se sottoposto a carico, cambia comportamento meccanico rilasciando acqua.
In generale presenta:
- basso modulo elastico;
- bassa tensione di rottura.
Il suo comportamento di intrappolamento (in condizioni normali) e rilasciamento (sotto carico) di acqua lo rende un materiale auto-lubrificante: ciò significa che ha un ruolo fondamentale tra i tessuti in movimento relativo tra loro, ad esempio nel tessuto cartilagineo.
TESSUTO CONNETTIVO CALCIFICATO
Il tessuto connettivo calcificato è una forma specializzata del tessuto connettivo ed è il componente principale delle ossa.
Il suo elemento distintivo è la mineralizzazione della matrice extracellulare che comporta rigidità e resistenza meccanica.
Il loro ruolo è permettere il movimento e proteggere gli organi vitali.
COMPONENTI DEL TESSUTO OSSEO
Il tessuto osseo è composto da:
- componenti organici (1/3): collagene, lipidi, ect. –> è la parte dura;
- componenti inorganici (2/3): idrossiapatite –> è la parte rigida e fragile.
Cristallo di idrossiapatite
- lunghezza: 20-40nm
- spessore: 1.5-5nm
I cristalli di idrossiapatite si dispongono nella stessa direzione delle fibre di collagene, in particolare:
- dentro le fibrille di collagene;
- tra le fibrille di collagene.
ELEMENTI BASE DEL TESSUTO OSSEO
All’interno del tessuto osseo:
- Le fibrille di collagene sono allineate (parallelismo);
- Le lamelle sovrapposte formano una struttura lamellare;
- Le fibrille sono immerse in gel idrofilo ricco di sale di calcio.
Il tessuto osseo è resistente ma anche leggero: questo compromesso ottimale è dovuto alla sua organizzazione interna.
Le fibre del tessuto osseo formano lamelle (l’elemento base del tessuto osseo) che si avvolgono a elica: in base a come sono disposti i cristalli di idrossiapatite, variano le proprietà del tessuto stesso.
La disposizione delle fibre all’interno delle lamelle determina le caratteristiche dell’osso e la sua risposta alle sollecitazioni meccaniche: le fibre del tessuto si dispongono all’interno dell’osso per rispondere in modo migliore possibile (cambia al variare delle ossa e della loro funzione).
La disposizione delle lamelle determina la distinzione di un osso in due parti:
- osso corticale: parte esterna che conferisce rigidità e durezza e protegge la struttura;
- osso trabecolare: parte che conferisce leggerezza e assorbe energia durante un impatto, diminuendo dispendio metabolico. La parte fondamentale sono le trabecole.
RIMODELLAMENTO OSSEO
La forma dell’osso (sia corticale che trabecolare) è definita da:
- modellamento: bone-modelling, avviene dall’età infantile ed è legato alla genetica (formazione ossea è scritta nel DNA);
- rimodellamento: bone-remodelling, che avviene in età adulta in base alle condizioni fisiche (ad esempio, in base all’attività fisica).
Queste attività avvengono a opera degli osteoblasti: ciò rende possibile l’omeostasi, ovvero l’equilibrio nella percentuale di
tessuto “distrutto” e “riformato”.
La legge di Wolff descrive il rimodellamento (flashcard).
Il rimodellamento osseo (sia la creazione che la distruzione di tessuto) è legato alle sollecitazioni a cui il corpo è sottoposto: nel momento in cui si aumenta l’attività fisica, aumenta la produzione, nel momento in cui diminuisce invece aumenta la distruzione.
Una volta che si mantiene un certo tipo di sollecitazione, si raggiunge l’omeostasi, ossia la creazione e la distruzione ossea in
ugual quantità.
STRUTTURA MACROSCOPICA DELLE OSSA
Le ossa del corpo umano sono ottimizzate in termini di:
- Massima forza;
- Minimo peso possibile;
- Minimo costo (minor dispendio energetico);
- Minor spreco di materiale.
Quindi, al variare della posizione e funzione, le ossa si specializzano in:
- ossa lunghe: consentono ampi movimenti. Sia osso corticale che trabecolare;
- ossa piatte: proteggere gli organi, resistono ad alti impatti. Prevale osso corticale;
- ossa irregolari: trasmettono il carico agli altri tessuti ossei. Prevale osso trabecolare.