Materiali ceramici Flashcards

1
Q

CARATTERISTICHE

A

sfrutta un legame ionico e un legame covalente.
Sono composti dall’unione di materiali metallici e non metallici

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2
Q

PROPRIETA’

A

elevata variabilità: la composizione chimica delle polveri, le fasi al confine dei grani, la microstruttura, la forma, la dimensione e la distribuzione dei grani influiscono sulle proprietà dei materiali.
E’ un materiale fragile.
Elevata temperatura di fusione.
Bassa conducibilità termica ed elettrica.

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3
Q

PRO

A

biocompatibilità, chimicamente inerti (non modificano chimicamente l’ambiente circostante), elevata resistenza alla compressione e alla corrosione, bassa frizione (attrito)

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4
Q

CONTRO

A

elevate temperature di sinterizzazione (per formare i materiali a partire dalle polveri).
Elevato costo, vi è una difficoltà di produzione in serie.
Fragilità: impossibilità di utilizzarlo come componente meccanica, ma solo come additivo o rivestimento.

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5
Q

TIPI DI CERAMICI

A
  • ceramici tradizionali: sono formati da minerale argilloso, cemento e vetro;
  • ceramici avanzati: sono prodotti sinteticamente da materie prime (materiali inorganici non metallici).
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6
Q

STRUTTURA FISICA

A
  • stato solido: gli atomi spesso sono disposti in gruppi che si possono ripetere periodicamente formando aggregati policristallini mentre, in alcuni casi, possono presentarsi amorfi o monocristallini.
  • legami: La struttura della cella elementare, a causa della presenza di due o più elementi legati da legami ionici o covalenti, dipende dal rapporto tra i raggi ionici degli elementi costituenti. La percentuale di legame ionico influenza prevalentemente la struttura cristallina del materiale.
    Il prodotto ceramico può essere espresso come AmXn, dove:
  • A=elemento metallico;
  • X=elemento non metallico.
    Il rapporto Ra/Rx = Rmetallo/Rnon metallo, definisce la struttura cristallina.
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7
Q

STRUTTURA CRISTALLINA

A
  • cubica;
  • cubica a facce centrate CFC (posizione interstiziale ottaedrica o tetraedrica);
  • esagonale compatta EC.
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8
Q

COMPORTAMENTO MECCANICO

A

in generale, i materiali ceramici presentano difficoltà nella lavorazione plastica dovuta alla loro fragilità.
Il processo tecnologico per la produzione di manufatti in materiali ceramici è la sinterizzazione, che consiste nel conglobare insieme polveri che, sottoposte ad alte temperature, si legano grazie a fenomeni di diffusione atomica allo stato solido.
In base alla composizione del materiale si ha un comportamento diverso nel piano deformazione-tensione: i materiali ceramici lavorano molto bene in compressione e meno in trazione.
- stress&raquo_space; strain: forti ma non duri;
- stress circa strain: forti e duri;
- strain &laquo_space;strain: né forti né duri.

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9
Q

SCALA DI MOHS

A

la scala di Mohs della durezza di un materiale è una scala qualitativa, che caratterizza la resistenza alla scalfitura di vari minerali attraverso l’abilità di un materiale più duro di scalfire un materiale più morbido. Ossia è un test della scalfitura fatto con un materiale di riferimento: in base a quale dei due viene scalfito si capisce qual è il materiale più duro.
in particolare, si ha che il primo materiale della scala (talco) viene scalfito da tutti gli altri, l’ultimo (diamante) da nessuno.

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10
Q

TEST DI VICKERS

A

è un test quantitativo. Il principio alla base è quello di osservare l’abilità di un materiale di resistere alle deformazioni plastiche.
Si utilizza un tastatore, nella cui punta è inserito un materiale duro (es. diamante) e la cui punta è eseguita in modo tale da formare un certo angolo theta.
Applicando una certa forza, il materiale risponde con una deformazione plastica.

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11
Q

BIOMATERIALI CERAMICI

A

uno dei maggiori utilizzi in campo biomedicale è la sostituzione di un tessuto rigido.
I bioceramici più utilizzati sono ossido di alluminio, idrossiapatite, beta-tricalcio fosfto, vetro bioattivo e carbone pirolitico.
Applicazioni principali:
- campo ortopedico: protesi articolari;
- campo ortodentistico: denti artificiali;
- campo maxillofacciale: impalcatura ossea;
- campo otolaringoiatrico: segmenti dell’orecchio;
- campo cardiovascolare: valvole cardiache.

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12
Q

CLASSIFICAZIONE BIOCERAMICI

A
  • ceramici bioinerti: non inducono né subiscono alterazioni chimiche o biologiche;
  • ceramici bioattivi: stimolano una reazione inducendo processi chimici e biologici all’interfaccia;
  • ceramici bioassorbibili: materiali in grado di riassorbire (metabolizzare) ciò che hanno intorno.
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13
Q

MATERIALI CERAMICI BIOINERTI

A

sono materiali che non inducono né subiscono alterazioni chimiche o biologiche dovute al contatto con l’ambiente biologico.
Un esempio è l’allumina: è il ceramico bioinerte per eccellenza a causa della sua composizione (bassa concentrazione di ossidi di metalli alcalini e silice).
- applicazioni: è utilizzato per la sostituzione di tessuti duri in campo ortopedico, maxillofacciale e odontoiatrico (l’alluminia ha stabilità dimensionale e alte proprietà tribologiche che inducono il rimodellamento dell’osso per stabilizzare l’impianto).
PRO:
- inerzia chimica nei confronti dei fluidi biologici;
- alta resistenza alla compressione, forza e durezza;
- basso coefficiente di attrito;
- biocompatibilità;
- bioattività: stimola l’impianto a condurre un rimodellamento osseo che favorisca la stabilità meccanica dell’impianto stesso nel tempo;
- favorisce una buona osteointegrazione.
CONTRO:
- ha comportamento fragile: può essere usato solo come additivo o come rivestimento;
- può essere soggetto a usura: se il rivestimento viene lesionato si liberano dei grani.

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14
Q

MATERIALI CERAMICI BIOATTIVI

A

la loro particolare struttura stimola:
- reazioni positive per l’ambiente biologico dell’ambiente in cui è impiantato;
- reazioni chimiche che cambiano il materiale.
Possiamo distinguere ceramici:
- intrinsecamente bioattivi = bioceramiche: le reazioni chimiche o biologiche sono dovute alla loro composizione chimica;
- bioattivi indotti = biovetri: le reazioni chimiche e biologiche sono dovute all’aggiunta di farmaci o altri elementi.

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15
Q

CERAMICI INTRINSECAMENTE BIOATTIVI - BIOCERAMICHE

A

le reazioni chimiche e biologiche sono dovute alla loro composizione chimica.
Il fosfato di calcio (idrossiapatite) è il principale ceramico bioattivo.
In base al rapporto Ca/P, H2O, impurità e temperatura varia il grado di cristallizzazione, ad esempio:
- idrossiapatite: ambiente umido e temperatura sotto i 900°C;
- tricalcio fosfato: ambiente secco e temperatura sopra i 900°C.
Entrambi i biomateriali sono altamente compatibili e possono interagire con i tessuti rigidi.

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16
Q

IDROSSIAPATITE

A

l’idrossiapatite è la bioceramica più utilizzata avendo caratteristiche chimico-strutturali molto simili a quelle della componente minerale dell’osso (osso artificiale) e del dente.
Ha una struttura policristallina esagonale e si trova già in forma naturale presente nelle ossa.
Possiede un’eccellente biocompatibilità in quanto è capace di formare legami con tessuti duri: quando viene usato come additivo a una protesi, l’osso riconosce tale materiale e avvia un processo di penetrazione di sostanze organiche (OSTEOINTEGRAZIONE). Questo processo avviene solo per uno spessore modesto, in quanto l’idrossiapatite artificiale ha grani tondeggianti ed è quindi più compatta di quella naturale (HA artificiale = grani rotondeggianti; HA naturale = grani schiacciati).
Questa differenza tra naturale e artificiale è utile nell’ingegneria tissutale per capire come lavora la porzione artificiale nel lungo periodo.
Esempio di applicazione: ossa timpaniche.

17
Q

CERAMICI BIOATTIVI INDOTTI - BIOVETRI

A

sono materiali di per sé chimicamente inerti; le reazioni chimiche o biologiche sono dovute all’aggiunta di farmaci o altri elementi.
Il biovetro è un vetro che ha una struttura policristallina.
Esempio: vetro fotosensibile con oro, argento o bronzo che sono soggetti a precipitazione chimica per azione della luce ultravioletta.
Spesso vengono utilizzati come addizionanti di materiali polimerici: i biovetri aumentano la resa della protesi perché aumenta l’adesione e stimola la formazione di nuovo tessuto osseo.
PRO:
- bassa dilatazione termica, bassa usura;
- permettono un’alta adesione con i tessuti duri;
- stimolano la formazione di nuovo tessuto osseo.
CONTRO:
- comportamento fragile, quindi non adatto a carichi elevati (può essere usato solo come additivo).

18
Q

CERAMICI BIOASSORBIBILI

A

sono materiali capaci di riassorbire (metabolizzare) ciò che hanno intorno.

19
Q

ALTRI MATERIALI

A
  • ossido di titanio: usato per cemento osseo e come interfaccia col sangue;
  • diossido di bario: implementa la fissazione dell’impianto osseo;
  • combinazione di alluminio di calcio e tricalcio fosfato: migliora la naturale formazione ossea ed è biodegradabile.
20
Q

PROBLEMI CON BIOMATERIALI CERAMICI

A
  • punto di vista meccanico: lo spessore degli strati può provocare crepe e fori di spillo;
  • punto di vista chimico: l’elevata cristallinità è più stabile ma meno attiva;
  • punto di vista della lavorazione: la temperatura di riscaldamento può modificare la composizione del materiale.