Slide Flashcards

1
Q

dibattito sulla didattica della storia

A

tema delle competenze

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2
Q

definizione di competenze

A

capacità di usare le conoscenze e le abilità al di fuori dell’ambito scolastico

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3
Q

fondamenti del pensare storicamente

A

tempo, fonti e analogie

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4
Q

competenze generali del pensare storicamente

A
  • avere un approccio critico rispetto alla conoscenza storica e non
  • mettere in relazione passato e presente e muoversi tra questi due poli
  • collocare fatti e processi nel loro contesto storico (senza guardarli con il punto di vista del nostro tempo)
  • evitare forme di presentismo
  • assumere punti di vista molteplici in relazione ai contesti
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5
Q

il tempo nel pensare storicamente

A
  • datare, mettere in ordine i fatti e comprenderne i concetti
  • cogliere il cambiamento dei processi storici
  • organizzare il tempo sulla base di periodizzazioni
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6
Q

le fonti nel pensare storicamente

A
  • la storia si fa con le fonti

- approccio critico alle fonti

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7
Q

le analogie nel pensare storicamente

A

ragionare per comparazione tra passato e presente, porsi domande in chiave storica

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8
Q

vantaggio del manuale

A

offre un ordine alle conoscenze del passato, orienta lo studente

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9
Q

due tipi di manuali secondo Klerides

A

tradizionali: trasmissivi, storia come ricerca della verità
innovativi: la storia come costruzione di un processo il cui lo studente è parte attiva

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10
Q

problema del manuale

A
  • qualità in termini di proposte e contenuti
  • scelte narrative e obiettivi comunicativi
  • mancano studi sull’utilizzo che se ne fa in classe e sul gradimento degli studenti
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11
Q

public history

A

si occupa della narrazione della storia, al di fuori dell’ambito didattico e accademico

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12
Q

in che modo la public history incontra la didattica

A
  • la ph costruisce e propone narrazioni storiche valide ed efficaci per pubblici vasti
  • la didattica deve permettere di accogliere le narrazioni storiche con approccio critico
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13
Q

cose in comune tra didattica e public history

A
  • rivolgersi a tanti con efficacia

- riconoscere e smontare gli usi strumentali e mistificatori della storia

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14
Q

nascita della didattica della storia

A

Germania XIX sec

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15
Q

nuovo ruolo della didattica della storia

A

anni ‘80 Rusen: coscienza storica che si occupa del passato, del presente e del futuro

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16
Q

come intendere la didattica della storia

A

riflessione sull’attività dello storico che fa i conti con i bisogni pratici della vita

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17
Q

come intendere la storia

A

elemento connesso alla dimensione personale di ciascuno, alla sua identità personale e sociale

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18
Q

ruolo della didattica della storia

A

si interroga sul ruolo della storia nella vita dell’umanità

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19
Q

didattica della storia nel mondo

A
  • nascita della società internazionale della didattica della storia
  • 2004: associazione internazionale di ricerca per la storia e le scienze sociali dell’educazione
  • ricerca sui manuali (istituto per la ricerca internazionale dei libri di testo)
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20
Q

didattica della storia in Italia

A
  • anni ‘70: rinnovamento della storiografia con l’apertura alla storia sociale
  • nasce clio 92: Associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia
  • dibattiti su didattica ed educazione alla cittadinanza, analisi dei programmi e dei manuali, didattica laboratoriale
  • debolezze: scarso riconoscimento accademico della did della storia, precarietà della ricerca
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21
Q

curricolo verticale e didattica della storia

A
  • importanza della didattica laboratoriale
  • dibattito sul numero di ore di storia ma non sulla formazione dei docenti
  • problema: centralità del manuale, ossessione del “completare il programma”, scarsa innovazione
  • ind nazionali: riferimento teorico
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22
Q

proposta di Brusa sul laboratorio

A
  • pochi focus ma da svolgere con laboratorio
  • grandi quadri storici per orientarsi
  • apprendimento di fatti attraverso il gioco
  • capacità autonoma di lettura dei manuali
  • schema a ritroso: trattare la storia antica e la preistoria negli ultimi due anni della primaria
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23
Q

considerazione del manuale negli anni ‘80

A

contro il manuale e fatto alla ricerca della fonte

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24
Q

laboratorio come innovazione didattica

A

NO democratizzazione della ricerca storica

SI trasferimento agli studenti del pensare storicamente, del lavoro dello storico

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25
Q

laboratorio e manuale

A

armamentario del docente e non contrapposti

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26
Q

principi generali del laboratorio anni ‘90 (Guarracino e De Bernardi

A

pensati per la scuola superiore

  1. NO un solo documento SI ricollegarsi ad una trama storica di fondo
  2. dossier di documenti per permettere allo studente un ruolo attivo
  3. dossier corredati da percorsi didattici. per simulare operazioni storiche

fu un fallimento editoriale, per varie resistenze

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27
Q

cosa NON è il laboratorio

A
  • una prova di verifica del manuale

- catalogare una fonte

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28
Q

archivi simulati proposti da Brusa

A

dossier di fonti omogenee he permettano di lavorare sulle fonti in maniera autonoma o in gruppi

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29
Q

problema degli archivi simulati

A

preparazione metodologica dei docenti

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30
Q

come lavorare su un dossier di documenti

A
  • selezionare le fonti, confrontando i risultati
  • interrogare e interpretare: far parlare i documenti contestualizzando e facendo inferenze
  • mettere insieme le informazioni
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31
Q

perché attuare un laboratorio su dossier di documenti

A
  • reperibilità delle fonti
  • grammatica semplificata, chiara e diretta
  • integrabile con altre attività
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32
Q

come attivare il laboratorio sui più piccoli

A
  • abbattere il bias dello spazio e del tempo ovvero che il bambino concepisca solo il tempo a lui prossimo
  • superare l’idea di spendere 2 anni in pre-requisiti della storia
  • cominciare appena possibile con laboratori su immagini della storia e quadri sociali
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33
Q

storia e risorse digitiali (Marcellini)

A
  • usare uno strumento digitale non è in sé innovazione

- la tecnologia non sostituisce il docente, anzi impone una preparazione metodologica

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34
Q

due modalità di utilizzo delle tecnologie

A
  • facilitare l’insegnamento con utilizzo di materiali dal web e dalle versioni digitali dei manuali
  • utilizzo più creativo con la preparazione autonoma di materiali didattici
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35
Q

facilitare l’insegnamento con le tecnologie

A
  • assenza di riflessione metadidattica
  • lo studente rimane all’interno di uno schema di dattica frontale
  • si rimane ancorati all’impostazione manualistica
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36
Q

utilizzo creativo delle tecnologie

A
  • non è scontato che gli studenti siano davvero digitalizzati
  • fare ricerca su internet non è semplice
  • spaesamento di fronte alla mole di fonti e informazioni
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37
Q

internet come risorsa

A
  • dossier digitali più efficaci e accattivanti del semplice testo scritto
  • disponibilità di software che arricchiscono la didattica laboratoriale
  • possibilità di condivisione
  • assenza di un pensiero didattico strutturato
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38
Q

film risorsa per la didattica (La Manna)

A
  • cinema = espressione di cultura popolare quindi è una fonte
  • immagini = accesso alla realtà, utilizzate per facilitare il processo di apprendimento
  • mezzo per conoscere aspetti materiali del passato (costumi, modi di fare, ecc)
  • il film è opera che sta nel proprio contesto
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39
Q

didattica e public history (Villani)

A
  • scuola = uno dei mezzi della divulgazione storica e del suo uso pubblico
  • ph e didattica partono da domande comuni e affrontano questioni simili
  • domanda comune: come si costruiscono le narrazioni storiche
  • entrano in relazione con le identità collettive
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40
Q

il senso dell’insegnamento della storia

A

la costituzione impegna tutti e la scuola nel tutelare il patrimonio storico di cui il nostro paese è pieno. Lo studio della storia contribuisce a formare la coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità

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41
Q

senso della storia

A

memoria delle generazioni viventi, percezione del presente e visione del futuro

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42
Q

metodi didattici della storia

A
  • attività laboratoriali
  • media oggi disponibili
  • territorio circostante
  • narrazioni delle attività laboratoriali e ludiche
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43
Q

capacità di ricostruire i fatti

A

relazione ai problemi con i quali l’uomo si è dovuto confrontare, fino alle grandi questioni del presente

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44
Q

storia come campo disciplinare

A

le conoscenze del passato offrono metodi e saperi utili per comprendere e interpretare il presente

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45
Q

importanza delle fonti nell’insegnamento della storia

A

progettare percorsi didattici che approfondiscono la conoscenza della storia e l’attenzione alle diverse fonti

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46
Q

identità, memoria e cultura storica

A

il curricolo sarà articolato intorno ad alcuni snodi periodizzanti della vicenda umana:

  • il processo di ominazione
  • la rivoluzione neolitica
  • la rivoluzione industriale
  • processi di mondializzazione e globalizzazione
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47
Q

la ripartizione delle conoscenze storiche per livelli scolastici: scuola primaria

A

conoscenze storiche che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità

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48
Q

la ripartizione delle conoscenze storiche per livelli scolastici: scuola secondaria

A

conoscenze che riguarda il periodo compreso dalla tarda antichità agli inizi del XXI sec.

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49
Q

la ripartizione delle conoscenze storiche per livelli scolastici: ultimo anno della scuola secondaria di primo grado

A

dedicato allo studio della storia del ‘900

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50
Q

importanza dello studio della storia oltre la ripartizione delle conoscenze

A

apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi della vita umana sul pianeta: uso delle diverse fonti di energia, difesa dagli elementi naturali avversi e trasformazione progressiva dell’ambiente, la differenziazione sociale.

Approccio tra passato e presente

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51
Q

l’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva

A

i docenti si impegnano a far scoprire agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, a far usare con metodo le fonti.
In questo modo l’educazione al patrimonio culturale fornisce un contributo fondamentale alla cittadinanza attiva

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52
Q

traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria

A
  • riconoscere elementi del passato
  • esplorare in modo più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio
  • usare la linea del tempo per organizzare informazioni
  • individuare le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali
  • comprendere i testi proposti
  • usa carte geo-storiche
  • racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici
  • comprende aspetti fondamentali del passato
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53
Q

legge Casati

A

1859
stabilisce l’obbligo scolastico fino agli 8 anni.
Prima solo in Piemonte, dopo l’unità la legge verrà estesa a tutto il paese.
Le spese di istruzione sono a carico dei comuni

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54
Q

legge Coppino

A

1877
obbligo fino ai 9 anni.
prevede sanzioni in caso di adempienza

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55
Q

legge elettorale 1882

A

garantiva il diritto di voto a chi avesse ottenuto la licenza del primo biennio elementare

56
Q

legge Orlando

A

1904
obbligo a 12 anni.
Istituzione della scuola popolare (comuni sopra i 4 mila abitanti).
Istituzione della V e della VI per chi non prosegue gli studi

57
Q

legge Daneo-Credaro

A

1911

lo Stato garantisce il finanziamento del sistema scolastico

58
Q

suffragio universale maschile in Italia

A

1912

59
Q

insegnamento della storia prima del ventennio fascista

A
  • funzioni ideologico-nazionalista per far capire agli alunni il contributo dell’Italia alla civiltà, amplificandolo
  • narrazione fiabesca centrata su personaggi-esempi
  • scuola di Cuore di De Amicis
60
Q

pensiero di Croce sull’insegnamento della storia all’inizio del ‘900

A

la storia deve formare lo studente che deve conoscere i fatti ed essere capace di collegarli a interpretazioni.
Tentativo di sottrarre la storia all’oggettivazione ideologica dello Stato

61
Q

idealismo gentiliano

A

primato della cultura umanistica e della filosofia in particolare, a cui la storia era subordinata

62
Q

i programmi per le scuole elementari di Radice (ventennio fascista)

A

una narrazione meno favolistica ma sempre ancorata ai grandi personaggi e ad una cultura nazionalista

63
Q

riforma dei programmi del 1934

A

la storia forma il nuovo italiano fascista. La rivoluzione fascista culmine di una storia millenaria iniziata con l’impero romano

64
Q

defascistizzazione

A

avviene una defascistizzazione nei programmi di storia solo teoricamente perché nella pratica c’è un mantenimento dell’impostazione precedente

65
Q

riforma dei programmi del 1955

A
  • valore moralizzante della disciplina
  • scarso valore cognitivo. Gesta di eroi e grandi eventi
  • privilegiata la dimensione narrativa e mnemonica
66
Q

considerazione della disciplina dopo il fascismo

A

la storia è ancora una materia ancillare, nei licei la cattedra viene ancora abbinata a quella di filosofia

67
Q

programmi del 1985

A
  • rinnovamento didattico: tentativo di avvicinare ricerca e scuola
  • storia accorpata con geografia e scienze sociali
  • storia = ricostruzione dell’immagine del passato partendo dal presente
  • trasmissione di contenuti utili alla crescita umana e intellettuale dell’allievo
  • mettere i bambini in condizione di una costruzione attiva di conoscenze
  • principio di fissare cronologicamente gli avvenimenti più rilevanti
68
Q

problema dei programmi del 1985

A

scarsa preparazione degli insegnanti rispetto alla nuova impostazione = esito deludente

69
Q

riforma Moratti del 2004

A
  • OSA: obiettivi specifici di apprendimento
  • ritorno alle narrazioni degli eventi e degli esempi della storia
  • storia = costruzione identitaria
70
Q

contenuti disciplinari della riforma Moratti del 2004 nella scuola primaria

A

dalla preistoria alla caduta dell’impero romano

71
Q

problema della riforma Moratti

A

involuzione pedagogica e metodologica

72
Q

indicazioni nazionali 2007

A
  • torna l’attenzione alle scienze sociali (storia+geo+sc.sociali)
  • didattica che punta alla risoluzione dei problemi
  • didattica attiva
  • riferimento al web
  • temi della cittadinanza consapevole e comprensione del patrimonio storico-culturale
  • comprensione tra passato e presente, utilizzando le tracce del proprio territorio
73
Q

contenuti storici delle ind. nazionali 2007

A
  • si mantiene la divisione: storia del mondo antico alla primaria, dal medioevo fino alla contemporaneità alla secondaria di primo grado
  • quadri sintetici delle antiche civiltà
74
Q

programmazione per competenze

A
  • combinazione di capacità cognitive e metacognitive

- risultato di apprendimento misurabile su come una competenza è stata potenziata

75
Q

raccomandazioni europee del 2006

A
  • comunicazione nella madrelingua
  • comunicazione nelle lingue straniere
  • competenza matematica e di base in scienza e tecnologia
  • competenza digitale
  • imparare a imparare
  • spirito di iniziativa
  • competenze sociali e civiche
  • consapevolezza ed espressione culturale
76
Q

indicazione nazionali 2012

A
  • la scuola consolida la conoscenza e il senso della storia
  • pluralità di metodi
  • educazione al patrimonio culturale: lavoro a scuola e nel territorio
  • conoscenze del passato = strumenti per la comprensione del presente
  • padronanza degli strumenti critici
  • scuola primaria = quadri di civiltà
  • forte rapporto con la geografia
77
Q

primi saperi della storia nelle ind naz 2012

A
  • cronologia
  • tempo
  • periodizzazioni
78
Q

critiche alle ind naz 2012

A

i bambini hanno bisogno di narrazioni

79
Q

contenuti e metodi delle indicazioni

A
  • centralità delle fonti storiche
  • attenzione agli intrecci disciplinari
  • relazione tra: educazione al patrimonio culturale e cittadinanza attiva
80
Q

uso delle fonti

A
  • individuare le tracce e usarle come fonti

- ricavare informazioni da fonti di tipo diverso

81
Q

organizzazione delle informazioni

A
  • rappresentazione grafica e verbale

- riconoscere relazioni di successione e contemporaneità

82
Q

strumenti concettuali

A
  • seguire e comprendere vicende storiche lette e/o narrate

- individuare analogie e differenze

83
Q

generi storiografici

A
  • storia generale
  • world history
  • storie settoriali
  • storia locale
84
Q

storia generale

A

manuale: canone legato alla dimensione nazionale, europea, occidentale e globale

85
Q

world history

A

superamento dell’eurocentrismo. La globalizzazione diventa un fenomeno di lungo periodo

86
Q

storie settoriali

A

si sceglie di studiare un fenomeno, facendo riferimento all’interdisciplinarietà.
es. storia economica, della medicina, ecc

87
Q

storia locale

A

sul piano formativo, è un contributo importante alla formazione delle identità e della cittadinanza

88
Q

apprendimento

A

NO assorbimento di informazioni

SI costruzione della conoscenza

89
Q

come avviene la costruzione della conoscenza

A

smontaggio delle informazioni e successivo rimontaggio di queste

90
Q

a cosa serve il laboratorio

A

a formare storicamente il cittadino, attivare una costruzione della conoscenza

91
Q

formazione storica del cittadino

A
  • uso delle fonti

- produzione, trattamento e organizzazione delle informazioni

92
Q

cambiamento recente nella didattica laboratoriale

A
  • centralità del docente e della sua mediazione
  • interdisciplinarietà
  • apertura alla global history
  • attività laboratoriali = strumento di educazione alla cittadinanza
93
Q

come intendere l’educazione alla cittadinanza

A

capacità di comprensione dei meccanismi di costruzione della narrazione storica e del suo uso pubblico

94
Q

didattica operativa

A

quando supera una modalità trasmissiva sequenziale, integrandola con altre attività

95
Q

integrazione attività, per la didattica operativa

A
  • mediazione docente-studente
  • utilizzo di fonti, materiali e strumenti
  • apprendimento attivo dello studente o da una sua manipolazione dei materiali proposti
96
Q

didattica operativa = didattica leggera

A

compatibile con le ordinarie attività didattiche

97
Q

dove svolgere la didattica operativa

A
  • aula
  • attività esterna
  • a casa, modificando obiettivi e impostazione
98
Q

didattica operativa e mediazione didattica

A

la mediazione si realizza solo in una fase, lasciando agli studenti consegne e autonomia di realizzazione

99
Q

cosa è didattica operativa

A
  • cartellone di approfondimento
  • rielaborazione di spiegazione di un esperto
  • visita al museo e sua descrizione
  • attività manuali che approfondiscono i contenuti del sussidiario
  • ricerca sul web con obiettivi chiari
100
Q

cosa non è didattica operativa

A
  • cartellone che riproduce informazioni del sussidiario
  • attività manuale che riproduce informazioni del sussidiario
  • ricerca sul web copia-incolla
  • esperto che “spiega”
  • visita al museo e nulla più
101
Q

da cosa deve partire un laboratorio

A
  • ambito scolastico in cui si colloca
  • contesto educativo
  • motivazione
  • organizzazione
  • strumenti e fonti
102
Q

cosa deve stimolare l’attività laboratoriale

A

esplorazione e interpretazione autonoma

103
Q

campi della ricerca laboratoriale

A
  • memoria
  • soggettività
  • ambiente
104
Q

ricerca laboratoriale utile alla memoria

A

stabilire una comunicazione tra passato e presente attraverso le generazioni

105
Q

ricerca laboratoriale utile alla soggettività storica

A

la complessità del passato attraverso la molteplicità dei punti di vista, dei racconti personali o dei gruppi

106
Q

ricerca laboratoriale utile all’ambiente

A

lo spazio locale, le tracce del passato attorno a noi, le storie raccontate dai manufatti

107
Q

attività laboratoriale è strutturata

A

pianificata, organizzata in più fasi e/o luoghi

108
Q

come organizzare un laboratorio

A
  1. preparazione
  2. incontro con la fonte
  3. rielaborazione e discussione
  4. verifica
109
Q

il laboratorio non è prerogativa dell’insegnante

A

si registra, si discute con gli studenti, si modifica, si fa archivio di attività didattiche

110
Q

centralità del sussidiario nella didattica

A
  • difficile recepimento delle ind naz nella pratica didattica
  • difficoltà a introdurre pratiche laboratoriali
111
Q

perché c’è difficoltà a introdurre pratiche laboratoriali

A

non c’è una chiara idea di cosa sia un laboratorio e come si faccia, quindi viene sempre confuso con attività routinarie

112
Q

ricerca sul sussidiario: presi in considerazione

A
  • 18 manuali di quarta/quinta pubblicati dopo il 2012
  • 1 del 2009
  • 1 del 1993
113
Q

obiettivo della ricerca sui sussidiari

A

capire come i sussidiari contribuiscano ai traguardi e agli obiettivi indicati nelle ind naz

114
Q

ancoraggio ai sussidiari

A
  • rassicurante e riconoscibile per insegnanti, alunni e famiglie
  • NO correlazione fra data di pubblicazione e caratteristiche dei volumi
115
Q

veste grafica dei sussidiari

A
  • capitolo introdotto da una pagina illustrata +:

mappa, linea del tempo, caratteristiche specifiche di una data civiltà

116
Q

a cosa richiama la veste grafica che sussidiari

A

ad un videogame di argomento storico

117
Q

immagini nel sussidiario in passato

A

aveva funzione sostanzialmente accessoria

118
Q

esercizi più frequenti nei sussidiari

A

“completamento” di frasi o domande aperte.

Forte collegamento ai testi proposti

119
Q

esercizi meno frequenti nei sussidiari

A

quelli che chiedono agli studenti di cercare informazioni all’esterno delle mura scolastiche (web, letteratura, giochi, ecc)

120
Q

problema degli esercizi nei sussidiari

A

difficoltà a poter arrivare a delle inferenze

121
Q

pagine del riepilogo nel sussidiario

A
  • comprensione dei testi
  • selezione delle informazioni
  • mappe concettuali
  • esercizi a completamento
122
Q

presenza di fonti nei sussidiari

A
  • immagini-fonti con funzione didascalica
  • esercizi di analisi
  • pochi sussidiari: fonti = sollecitare gli allievi a ricavare informazioni autonomamente secondo una logica inferenziale
123
Q

pagine passato-presente nel sussidiario

A

focus su innovazioni presentate come caratterizzanti delle civiltà studiate.
Riferimenti al patrimonio culturale e pochi agli stati nel presente (es. la Grecia oggi)

124
Q

pagine cittadinanza nel sussidiario

A

correlazioni, spesso forzate, tra civiltà e aspetti del presente
(cod di Hammurabi e costituzione).
Ripetitività degli argomenti, difficoltà a introdurre temi quali l’ambiente, le migrazioni, le epidemie

125
Q

cosa manca sulla cittadinanza nel sussidiario

A

manca un’interpretazione che privilegi l’azione socialmente responsabile e l’agire democratico

126
Q

laboratori e sussidiari

A

non sono presenti in nessun volume. Solo in un caso la proposta consiste nella realizzazione di una maschera greca (didattica operativa)

127
Q

compiti di realtà e sussidiari

A

si sollecitano gli allievi a reperire informazioni e a realizzare lavori di gruppo, facendo riferimento alle loro realtà territoriali.
Rischio=può essere fuorviante

128
Q

sussidiario 3

A

ricercare nel proprio territorio, tracce di una delle civiltà studiate, ricercando informazioni e selezionando elementi utili ad un reportage

129
Q

sussidiario 14

A

chiede ai bambini di organizzare un evento per raccontare un luogo della propria città.
Si tratta di un vero e proprio laboratorio

130
Q

apertura alla world history nei sussidiari

A

alcune pagine presenti nei volumi della quarta classe dedicate alla civiltà cinese e indo, mappe del tempo che le includono

131
Q

dimensione narrativa nei sussidiari

A

poche pagine e solo per alcune vicende

132
Q

esempio di civiltà: i cretesi

A
  • felice e pacifica, entrata in crisi dopo: vulcano, maremoto o in seguito all’invasione di popolazioni
  • descrizione del palazzo di Cnosso
  • racconto del mito del minotauro
    QUINDI una visione molto stereotipata
133
Q

Brusa sui cretesi

A
  • l’eruzione è avvenuta due secoli prima della decadenza cretese
  • il mito di Minosse fu creato secoli dopo, dagli ateniesi
  • supposta felicità: semplificazione eccessiva
134
Q

riferimenti alla contemporaneità nei sussidiari

A
  • scarsamente presenti
  • compiti di realtà: richiami all’ambiente o alla storia del territorio
  • scarsa apertura ai luoghi della memoria, ad internet
  • pochi sussidiari suggeriscono titoli di libri per ragazzi
135
Q

punto di forza della veste grafica dei sussidiari

A
  • richiami al mondo dei videogames e dei fumetti