Appunti Flashcards

1
Q

a chi si rivolgeva la didattica della storia

A

ai gradi superiori della scuola

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2
Q

storia = scienza del contesto

A

non esiste interpretazione della realtà che non sia contestualizzata

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3
Q

con cosa si fa la storia

A

con le fonti

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4
Q

cosa si deve fare per usare le fonti

A

lavorare con metodo critico

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5
Q

innovazione programmi 1985

A

nascita della didattica della storia.

Alcuni ritengono che non sia ricerca ma solo pratica

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6
Q

didattica della storia

A

riflessione su come bisogna insegnare la storia, come si colma la grande distanza che esiste fra il mondo della scuola e il mondo dei ricercatori

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7
Q

ricercatori e didattica della storia

A

i ricercatori si pongono il problema di come gli insegnanti insegneranno

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8
Q

ricercatori e insegnanti

A

gli insegnanti restituiranno ai ricercatori dubbi e domande

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9
Q

perché la didattica della storia è una disciplina debole

A

perché non ha un forte riconoscimento

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10
Q

tema centrale di didattica della storia secondo Adorno

A

competenze

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11
Q

utilità del laboratorio a scuola

A

per costruire competenze

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12
Q

storia secondo Bloch

A

mettere in relazione passato e presente

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13
Q

evitare forme di presentismo

A

non possiamo ragionare sul passato con le idee attuali ma per comprendere storicamente bisogna rapportarsi al contesto

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14
Q

la bruttezza deve essere approfondita

A

spiegare che la bruttezza non è un fatto inevitabile e nessuno lo è destinato. Esiste perché frutto di scelte fatte nel passato e nel presente, quindi fare ragionare i bambini su ciò che non funziona per farli ragionare sulle scelte

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15
Q

manuale

A

è il centro dell’insegnamento ma è sbagliato perché viene basato il programma sul manuale

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16
Q

come dovrebbe essere considerato il manuale

A

il libro è solo uno strumento da integrare ma non deve basarsi tutto su questo solo strumento

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17
Q

ragionamento storico

A

non ragionare per cronologia ma per grandi civiltà.

Lavorare scegliendo quello che si ritiene giusto studiare ma studiandolo qualitativamente e non nozionisticamente

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18
Q

opera collettanea

A

più saggi di diversi autori

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19
Q

nascita della public history

A

nei paesi anglosassoni

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20
Q

didattica e public history si pongono lo stesso problema

A

come raccontare la vicenda storica a un pubblico diverso da quello accademico

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21
Q

la didattica ha altri obiettivi rispetto la public history

A

costruire competenze che riguardano la capacità critica di fronte a qualunque ricostruzione della realtà attorno a noi

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22
Q

ricostruzione storica

A

processo complesso e sempre sottomesso al vaglio critico

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23
Q

percorso didattica e public history

A

si incontrano nella stessa domanda ma hanno percorsi diversi

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24
Q

didattica supera la public history

A

non solo efficacia della narrazione ma anche capacità di comprendere che ciascuna narrazione è sottomessa ad un percorso critico

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25
Q

ricostruzione nella didattica

A

non dà mai una sola ricostruzione ma specifica che è una ricostruzione personale

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26
Q

cosa permette la public history alla didattica

A

di trovare strumenti utili ed interessanti per poter uscire dal manuale di storia

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27
Q

problema del manuale

A

narrazione fine a se stessa

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28
Q

nascita della didattica della storia e problema del manuale

A

narrazione della storia per quel che è, riflessione sull’attività dello storico che fa i conti con i bisogni pratici della vita

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29
Q

rivoluzione storiografica

A

raccontare il passato per quel che è, non solo grandi imprese ma anche la dimensione familiare: si pone il problema dell’istruzione dei figli, struttura economica, ruolo sociale

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30
Q

di cosa si occupa la storia

A

di tutto e non solo alcuni aspetti legati alla dimensione politica

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31
Q

prima della rivoluzione storiografica

A

storia mitologica ed epica riguardante grandi imprese.
Costruzione artificiale su grandi virtù di un popolo e trasmettere dei valori anch’essi artificiali.
La didattica della storia rompe questa tradizione

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32
Q

insegnare storia adesso

A

ricostruzione delle società del passato e non è funzionale ai valori ma alla lettura critica della realtà

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33
Q

problema dell’insegnare a scuola

A

mettere insieme contenuti e competenze. Non c’è conoscenza senza competenza, non esiste divaricazione fra le due cose

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34
Q

vero problema della storia a scuola

A

NO ore di storia
SI formazione degli insegnanti
bisogna sapere cosa fare nelle ore senza avere l’ossessione del programma

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35
Q

ossessione del programma

A

se l’insegnante non sa interpretare le indicazioni, non ha la giusta formazione per comprendere le indicazioni, non potrà metterle in atto

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36
Q

schiavitù del manuale

A

il programma è una scelta dell’insegnante, bisogna liberarsi del manuale, bisogna usarlo per quello che ci serve

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37
Q

proposta di Brusa per il laboratorio

A

lavorare su pochi focus esemplari, corredati da attività laboratoriali

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38
Q

laboratorio

A

attività ludica fondamentale anche per l’apprendimento delle vicende

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39
Q

sussidiari narrativi

A

i bambini hanno bisogno di narrazioni, proporle ai bambini anche attraverso le attività ma è importante seguire sempre una scansione cronologica

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40
Q

logica sbagliata dell’insegnamento della storia

A

logica trasmissivo-sequenziale: cioè una didattica che rimane ancorata alla logica che il bambino non riflette

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41
Q

quando uno strumento è innovativo

A

se è innovativo il metodo

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42
Q

l’innovazione è nell’obiettivo

A

metodo critico, consapevolezza che la conoscenza proviene da fonti.
Il bambino deve costruire quella conoscenza

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43
Q

quando internet è innovativo

A

se i bambini vanno a trovare ciò che permette la costruzione della conoscenza

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44
Q

bambini digitalizzati

A

se usano i social e internet, non significa che sappiano dominarli quindi non è detto che siano digitalizzati

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45
Q

insegnante costruisce un ambiente di apprendimento digitalizzato

A

organizza i siti in cui i bambini devono cercare.

Il lavoro si struttura, si pongono delle domande ai bambini e poi loro lavorano costruendo la loro conoscenza

46
Q

livello differente di analisi

A

analisi

inferenza

47
Q

analizzare

A

solo descrizione

48
Q

inferenza

A

descrizione + ipotesi = trarre informazioni da quelle ipotesi

49
Q

perché nasce la storia come materia nel Novecento

A

per veicolare e diffondere sentimenti di appartenenza e identità

50
Q

a cosa serve lo studio della storia

A

NO dire ciò che è giusto o sbagliato

SI farci conoscere le vicende del nostro passato per renderci consapevoli del tempo in cui viviamo

51
Q

elemento valoriale dello studio della storia

A

esiste sempre ma non è l’obiettivo primario

52
Q

scuola e inclusione democratica

A

le masse prima erano estranee ai processi di decisione politica, lentamente sono state incluse nell’arena politica.
La scuola è fondamentale per creare le condizioni per la nascita graduale della democrazia

53
Q

scuola e democratizzazione

A

non c’è scuola senza democratizzazione e non c’è democratizzazione senza scuola

54
Q

cos’è l’inclusione democratica

A

non solo votare ma avere la possibilità di partecipare ai processi democratici

55
Q

movimenti di fine ‘800

A

nascono i movimenti operai che confermano i conflitti di classe.
De Amicis e la scuola fanno della storia il veicolo di fare una nazione che mette tutti in armonia

56
Q

Gentile e storia

A

metteva il pensiero filosofico al di sopra di qualsiasi altro pensiero, tutto era subordinato alla filosofia ed è rimasto questo retaggio

57
Q

approccio favolistico della storia

A

finalizzato a fare delle storie in cui si raccontano solo eroismi.
Approccio acritico e piatto perché mette in luce solo la parte positiva dei personaggi della propria nazione

58
Q

programmi 1955

A

rinnovare la scuola e defascistizzare, fare una scuola nuova in base ai programmi del dopoguerra

59
Q

differenza nascita programmi 1955 e 1985

A

quelli del’85 non sono frutto di un contesto, come quelli del’55, dove è cambiato un regime politico.
Ma è l’esigenza di un cambiamento delle strutture portanti della scuola

60
Q

da dove nascono i programmi del’85

A

‘68, ‘70, rinnovamento e innovazione ad esempio Don Milani e Rodari

61
Q

innovazione anni ‘70

A
  • ssn
  • legge sull’aborto
  • sul divorzio
  • nascita delle regioni
  • legge Basaglia
62
Q

rivoluzione dei programmi del ‘55

A

intreccio fra storia e geografia, ma facendo più leva sulla geografia

63
Q

sfruttare la geografia

A

per comprendere anche i rapporti geografici e umani

64
Q

visione degli eroi che hanno fatto l’Italia nei programmi del ‘55

A

sbagliata e falsa ma dava l’idea di un popolo che costruisce la sua nazione

65
Q

storia nei programmi del ‘55

A

fatta di narrazione e da imparare a memoria

66
Q

cambiamento storia nel ‘85

A

non più visione eroica e mitica di figure.

La ricostruzione del fatto storico deve portare alla comprensione sempre più profonda del fatto storico

67
Q

programmi ‘85: funzionalità della storia

A

NO ragionamento sul racconto funzionale a degli obiettivi

SI come collegamento del presente e del passato

68
Q

‘85: attenzione ad un nuovo modello didattico ed educativo

A

il laboratorio

69
Q

palingenesi

A

rinnovo di tutto

70
Q

aspettative del laboratorio nel ‘85

A

aspettative palingenetiche e alcuni pensano che si possa sostituire del tutto l’insegnamento tradizionale della storia

71
Q

cosa è cambiato nell’idea di laboratorio dal ‘85

A

nella pratica non è cambiato nulla perché gli insegnanti non sono stati preparati a questo tipo di didattica

72
Q

cosa succede quando l’insegnante non è adeguatamente formato

A

l’insegnante si consegna acriticamente al sussidiario, quindi il mediatore non è più l’insegnante ma la casa editrice

73
Q

cambiamento delle case editrici

A

cominciano a cambiare i libri ma il cambiamento degli insegnanti è più lento e avviene grazie alla spinta del cambiamento nelle case editrici

74
Q

storia nelle indicazione del 2007

A

storia = problema
storia = strumento utile all’uso critico della rete
si parla per la prima volta del web

75
Q

modello narrativo

A

viene raccontata una situazione

76
Q

modello descrittivo

A

c’è una descrizione delle società del passato, per mettere in luce il cambiamento paragonando le diverse società e la nostra

77
Q

storia e modelli di insegnamento

A

via di mezzo fra un modello narrativo ed uno descrittivo

78
Q

insegnanti e indicazioni nazionali

A

molti insegnanti non le conoscono o conoscono solo quella parta che trova riscontro con i manuali, e nessuno riesce a dare un’interpretazione nella lettura delle indicazioni

79
Q

storia nelle indicazioni

A

si apre al territorio e non resta nel libro aprendosi ad un semplice racconto

80
Q

obiettivo scuola primaria e storia

A

far scoprire agli alunni un mondo storico attraverso un sistema di conoscenze riguardanti i quadri di civiltà o quadri storico-sociali senza tralasciare i fatti storici principali
(approccio descrittivo e narrativo)

81
Q

ambiguità delle indicazioni nazionali

A

individuano una serie di temi sulla storia dell’umanità molti vasti ma non si danno indicazioni chiare all’insegnante.
Le questioni sono molte ma si lasciano gli insegnanti da soli di fronte ad una materia complessa

82
Q

analogia nelle indicazioni nazionali

A

si può portare il presente nel passato ma le analogie devono tenere conto delle differenze

83
Q

fallimento delle indicazioni

A

falliscono perché non avviene un aggiornamento da parte degli insegnanti e dei manuali.
I sussidiari rimangono ancorati al vecchio modello di insegnare scuola

84
Q

somiglianza tra pensare storicamente e mente laboratoriale

A

si parte dalla mente laboratoriali per arrivare al laboratorio ed alla mente operativa.
Costruire attività con i bambini attraverso la fonte

85
Q

didattica operativa e laboratoriale

A

non sono la stessa cosa ma molti insegnanti le confondono

86
Q

didattica operativa

A

quotidiana, che può essere svolta sempre. Deve andare oltre il manuale

87
Q

didattica laboratoriale

A

eccezionale, per il grado di preparazione che esige si realizza poche volte

88
Q

fonte storica

A

si traggono informazioni sul tempo in cui è stata prodotta. Ci dà informazioni sul passato ma per poterlo fare, deve essere interrogata

89
Q

fonte strumento

A

non è un documento del periodo che spiega

90
Q

da cosa dipende il laboratorio

A

dall’ambito scolastico in cui si colloca

91
Q

cosa deve fare l’attività laboratoriale

A

aggiungere al sussidiario, altrimenti non serve a nulla

92
Q

come si costruisce la storia a scuola

A

attraverso un percorso, le fonti e un approccio critico

93
Q

ambito più tradizionale del laboratorio

A

storia del territorio.
Primo ambito: patrimonio culturale
secondo ambito: cambiamenti degli ambiti in cui viviamo

94
Q

perché attuare un laboratorio sulla storia del territorio

A

perché nel territorio vive la comunità nella sua interezza

95
Q

doppia funzione del laboratorio sul museo

A
  • rafforzare il senso stesso della visita al museo

- occasione unica per confrontarsi con la storia

96
Q

didattica e museo

A

il museo è un’opportunità didattica e dall’altra parte coinvolgere il museo per far sì che venga attuata una didattica museale a cura del museo stesso

97
Q

didattica dei musei rivolta ai bambini

A

più frequente nei grandi musei del nord per avvicinare i bambini al museo e non solo per farglielo visitare

98
Q

cittadinanza

A

prendersi cura della collettività e tenere conto dei bisogni, delle sensibilità, delle discussioni

99
Q

da cosa partire per strutturare un laboratorio

A

da ciò che è vicino a noi e ai bambini

100
Q

laboratorio e storia antica

A

costruire percorsi, partendo da temi specifici su cui fare approfondimento.
Presenza della dimensione narrativa

101
Q

perché è importante la dimensione narrativa nel laboratorio sulla storia antica

A

perché sono presenti concetti difficili

102
Q

processo inferenziale

A

considerare gli elementi per arrivare a delle deduzioni problematizzando.
Trarre informazioni che spiegano in maniera indiretta la fonti

103
Q

piccolo archeologo

A

attività artificiale che non porta il bambino a riflettere, non si attua inferenza sulla fonte.
Non è il lavoro dello storico, ma dell’archeologo e ci si limita a fare un gioco

104
Q

come scegliere il manuale

A
  1. processo lessicale: com’è scritto
  2. fonti
  3. approfondimenti
  4. didattica operativa e laboratoriale
  5. collegamento con la contemporaneità
105
Q

veste grafica nel manuale

A

avere uno strumento simile a ciò che già conoscono

106
Q

esercizi nel manuale

A

si deve aprire a compiti di realtà collegati al pensare storicamente.
Apparato di esercizi deve contenere la lezione ma anche aprirsi all’esterno = ricerca mediata dall’intervento dell’insegnante

107
Q

internet come problema

A

porre l’accento sulle potenzialità dello strumento e sulla ricchezza delle implicazioni.
Considerare l’attendibilità

108
Q

web come risorsa per l’insegnamento

A
  • analisi dell’attendibilità della pagina

- vagliare la notizia

109
Q

analisi dell’attendibilità della pagina

A

si può insegnare agli alunni

110
Q

vagliare la notizia

A

più difficile da insegnare.

Notizia spara-clik, titoli strampalati, leggere bene tutto l’articolo