È tutta un'altra storia - Landi Flashcards

1
Q

consumismo

A

XX secolo USA: consumatore perennemente insoddisfatto

- protestanti parsimoniosi da dover cambiare

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2
Q

consumismo oggi

A

non si produce per consumare ma siamo costretti a consumare per produrre

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3
Q

mito del benessere occidentale

A

stimola gli stati emergenti ad allinearsi rapidamente al nostro modello economico e incrementa flussi migratori

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4
Q

importanza della storia per il futuro

A

nel momento in cui l’umanità comincia a preoccuparsi del proprio futuro, l’insegnamento della storia appare attuale

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5
Q

perché la storia è importante per il futuro

A

perché svela i legami fra passato, presente e futuro e ci fa capire che i problemi di oggi provengono dal passato e che le scelte che faremo, determineranno il futuro

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6
Q

storia e presente

A

deve spiegarlo e non legittimarlo o determinarlo

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7
Q

nuova storia

A

NO re e generali

SI fattori che costituiscono il quotidiano degli uomini che ci hanno preceduto

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8
Q

nascita della nuova storia

A

1929: Febvre e Bloch fondano la rivista Annales

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9
Q

idea di nuova storia di Febvre e Bloch

A

i singoli avvenimenti possono essere realmente compresi soltanto se viene preso in considerazione il quadro generale entro cui acquistano significato

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10
Q

strutture per capire i fenomeni

A

categorie che permettono di classificare fenomeni geografici, ecologici, tecnici, ecc che restano costanti per tempi lunghissimi e caratterizzano ogni singola società distinguendola dalle altre

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11
Q

come guardare la vita di una società

A

come un insieme di strutture interconnesse da reciproci condizionamenti

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12
Q

tempo delle strutture

A

lentissimo, quasi immobile

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13
Q

cambiamento di strutture

A

rivoluzione: non è più concepita come una rottura traumatica, è una mutazione silenziosa e impercettibile per coloro stessi che ne sono gli autori.
Non è nemmeno un fenomeno rapido e in certi casi si prolunga per diversi secoli

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14
Q

storia studiata attraverso le strutture

A

la ricerca storica deve stabilire collegamenti sempre più stretti con le altre scienze dell’uomo

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15
Q

focalizzazione della nuova storia

A

sulle caratteristiche strutturali delle civiltà del passato

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16
Q

chi può risolvere i problemi del mondo

A
NO multinazionali
NO governo di un singolo stato
NO rivoluzione: ce ne sono state troppe e non sono servite
NO attuale opinione pubblica
SI rivoluzione culturale
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17
Q

rivoluzione culturale

A

su scala mondiale che trasformi il comportamento degli individui. Senza rinunciare ai benefici delle conquiste della scienza.
Ma è importante per sapersi muovere in questo mondo in trasformazione con maggiore consapevolezza

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18
Q

scuola utile per la rivoluzione culturale

A

non limitarsi a istruire ma puntare ad educare

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19
Q

obiettivo della scuola per educare

A

l’uomo sappia fare scelte consapevoli e responsabili nell’utilizzare i poteri che la tecnologia mette a nostra disposizione

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20
Q

cosa deve fare la scuola per educare

A
  • fornire informazioni corrette e chiare sugli squilibri del pianeta
  • guidare ad analizzare i problemi per capire che il futuro dipende dalle scelte del presente
  • abituare a pensare e decidere, trasformando il travaso di nozioni in momenti di discussione e in attività di ricerca
  • consapevolezza che per risolvere i problemi attuali è necessario ridimensionare il nostro stile di vita
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21
Q

insegnante che deve educare

A
  • adeguatamente preparato sul piano disciplinare
  • curioso e riflessivo
  • dare informazioni per avviare la problematizzazione
  • guidare la discussione favorendo l’interazione fra pari
  • stimolare la riflessione critica sul percorso di apprendimento per favorire processi metacognitivi
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22
Q

nascita dell’idea del laboratorio didattico con finalità formative

A

scuola attiva di Dewey

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23
Q

ruolo della scuola secondo Dewey

A

deve educare i ragazzi a pensare, devono essere in grado di inserirsi attivamente nei cambiamenti che potranno verificarsi nel futuro

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24
Q

nascita del pensiero, secondo Dewey

A

ha origine da situazioni problematiche, quindi per educare i ragazzi a pensare, la scuola deve diventare “scuola-laboratorio”

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25
Q

laboratorio secondo Dewey

A

un luogo dove gli alunni svolgono esperienze reali che li impegnano nella soluzione di problemi.
NO preparazione professionale
SI sviluppo della capacità cognitiva e dell’intelligenza sociale
laboratorio = comunità

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26
Q

esperienze reali in un laboratorio

A

non semplice “fare manuale” ma l’esperienza è formativa quando coinvolge il soggetto, quindi può essere anche un coinvolgimento intellettuale

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27
Q

educazione formale prima di Dewey

A

si faceva leva sullo sforzo

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28
Q

educazione formale di Dewey

A

si fa leva sull’interesse e non sullo sforzo.

L’interesse motiva il soggetto e lo sforzo nasce dall’interesse

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29
Q

formazione morale nell’orizzonte deweyano

A

NO imposizione esterna di valori

SI graduale conquista di autogoverno e continuo sviluppo della capacità di collaborazione

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30
Q

“attivismo”

A

movimenti, teorie, metodi ed esperienze di rinnovamento educativo sviluppatisi, all’interno e all’esterno della scuola, tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900

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31
Q

intento dell’attivismo

A

promuovere la partecipazione attiva dei giovani al processo educativo, valorizzando e sviluppando anche gli aspetti non strettamente intellettuali della personalità

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32
Q

ruolo dell’educatore nell’attivismo

A

suscitare l’interesse ed aiutare gli allievi a scoprire e sviluppare le loro capacità personali nello svolgimento del lavoro

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33
Q

centro del processo educativo nell’attivismo

A

l’allievo che apprende facendo

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34
Q

crisi dell’attivismo

A

intorno agli anni ‘50 dal comportamentismo skinneriano e dagli studi sullo sviluppo cognitivo

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35
Q

fattore scatenante della crisi dell’attivismo

A

lancio dello Sputnik dell’urss. Gli usa ritennero giusto rinnovare il sistema educativo

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36
Q

Bruner sull’attivismo

A

accusava Dewey di peccare di un eccesso di ottimismo

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37
Q

Bruner

A

qualunque materia può essere oggetto d’insegnamento efficace e concreto in qualsiasi momento dell’età scolare

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38
Q

come insegnare in base all’età dei bambini

A

ogni fase dello sviluppo ha un modo particolare di entrare in contatto con il mondo, quindi l’insegnamento consiste nei termini del modo infantile di vedere la realtà

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39
Q

criteri dell’approccio curricolare cognitivo

A
  • definire operativamente l’obiettivo da raggiungere
  • valutare le conoscenze in ingresso
  • scomporre l’obiettivo in sotto-obiettivi elementari
  • fornire feedback durante il processo
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40
Q

fallimento riforma di Bruner

A

non aver dato sufficiente importanza al disagio culturale causato dall’influenza della povertà, del razzismo

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41
Q

cultura secondo Bruner

A

plasma la mente e ci fornisce l’insieme degli strumenti mediante i quali costruiamo non solo il nostro mondo, ma la nostra concezione di noi stessi e delle nostre capacità

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42
Q

post fallimento riforma cognitivista

A

Bruner dà origine alla psicologia culturale e ai metodi costruttivistici di apprendimento che a essa si ispirano

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43
Q

psicologia culturale

A

la scuola deve creare le occasioni per sviluppare il ragionamento e la riflessione valorizzando anche attività pratiche e non solo teoriche

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44
Q

pluralità delle intelligenze di Gardner

A

l’intelligenza non si manifesta solo nelle operazioni logiche e matematiche, privilegiate dalla cultura occidentale, ma con un’ampia varietà di comportamenti caratterizzati da strategie, competenze e prestazioni diverse

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45
Q

7 forme di intelligenza di Gardner

A

linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestetica, personale e interpersonale
Ma avanza l’ipotesi che potrebbero essere molto di più

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46
Q

profilo intellettuale (Gardner)

A

la diversa combinazione delle intelligenze determinare il profilo intellettuale che rende ognuno di noi diverso dagli altri

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47
Q

obiettivo dell’educazione per Gardner

A

crescita armonica della persona = promuovere lo sviluppo di questa pluralità di intelligenze, senza stabilire tra queste una gerarchia di valore

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48
Q

sviluppo mentale secondo il costruttivismo

A

NO fatto individuale condizionato dall’età

SI fenomeno che si realizza in uno specifico contesto culturale

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49
Q

conoscenza secondo il costruttivismo

A
  • prodotto di una costruzione attiva del soggetto
  • collegata ad una motivazione e a un contesto concreto
  • si costruisce attraverso forme di collaborazione e negoziazione tra pari
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50
Q

impostazione didattica nel costruttivismo

A
  • discente in primo piano
  • risalto alla molteplicità delle piste percorribili
  • importanza all’ambiente di apprendimento in cui gli alunni possano lavorare in attività di problem solving
  • tecnologie = amplificatori della comunicazione
  • metacognizione = responsabile alla conquista dell’autonomia conoscitiva ed alla capacità critica
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51
Q

costruttivismo = spontaneismo ?

A

NO, le attività costruttivistiche sono altamente strutturate nelle regole di cooperazione che nell’impiego di supporti di tipo tecnologico

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52
Q

configurazione del laboratorio scolastico

A
  • i ragazzi possono lavorare su argomenti che li interessano
  • sviluppa l’attitudine alla ricerca
  • si riflette sulle connessioni interdisciplinari
  • favorisce la riorganizzazione delle conoscenze
  • momento di educazione etica
  • coniugando il sapere con il fare si sviluppano competenze autentiche
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53
Q

scopo dell’insegnamento della storia secondo Dewey

A

mettere in grado il ragazzo di apprezzare i valori della vita sociale, di favorire una possibile cooperazione fra gli uomini

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54
Q

interdisciplinarietà del laboratorio

A
  • racconti e poesie possono far rivivere avvenimenti lontani nel tempo
  • le scienze naturali fanno conoscere le risorse di un ambiente o per comprendere il funzionamento di uno strumento
  • geografia per i confini di uno stato o l’estensione di un impero
  • matematica e geometria per la costruzione di un plastico o di uno strumento
55
Q

sistema di laboratori (stile scuola-città di Pestalozzi)

A
  • presenza della biblioteca
  • laboratorio delle nuove tecnologie
  • laboratorio di falegnameria
  • laboratorio teatrale
  • laboratorio di attività artistiche
56
Q

ottica laboratoriale nel sistema dei laboratori

A

i laboratori di ogni singola materia perdono la loro ragion d’essere come spazio fisico perché le attività concernenti queste discipline verrebbero svolte nei diversi laboratori

57
Q

sistema dei laboratori, che pratica richiedere

A

lavori di gruppo e ogni gruppo avesse un suo piano di lavoro ben chiaro

58
Q

strumenti di laboratorio, dove tenerli

A

in un’aula a disposizione degli insegnanti ed usati solo il tempo necessario per permettere a tutte le classi di potervi accedere al bisogno

59
Q

indispensabilità delle attività laboratoriali

A
  • alimentare la vivacità intellettuale dei ragazzi

- vera e duratura conoscenza

60
Q

laboratorio = spazio fisico?

A

non necessariamente. È più uno stile educativo

61
Q

laboratorio come stile educativo

A

insieme di procedimenti, riferimenti e comportamenti che possiedono delle caratteristiche peculiari

62
Q

punto di partenza di ogni percorso didattico

A

esplorare le esperienze e le conoscenze che il bambino porta con sé affinché possa metterle in discussione e ristrutturarle

63
Q

cosa c’era prima..

A
  • accompagnato dalla richiesta di disegnare un uomo preistorico
64
Q

punto di riferimento dei bambini nell’immaginare la storia

A

la propria famiglia. Si intrecciano a conoscenze sui dinosauri, episodi del vangelo

65
Q

far affiorare le conoscenze spontanee dei bambini

A

renderli consapevoli dei loro schemi mentali

66
Q

gioco dell’archeologo

A
  • classe divisa in gruppi, caccia al tesoro o racconto di un avventuroso archeologo
  • i bambini, dopo aver classificato i cocci per forma e colore, inizieranno il lavoro di ricostruzione
  • ipotizzano l’uso e la funzione degli oggetti ricostruiti
  • inferenze su alcune caratteristiche della società che li ha prodotti
  • discussione sui processi mentali: “come hai fatto a capirlo?”
67
Q

peculiarità della nuova storia

A
  • nuovi cantieri di ricerca: avvenimenti politici e militari. dando voce alla collettività
  • interdisciplinare: si avvale di metodi e contenuti di discipline diverse
68
Q

da dove nasce l’indagine

A

da un interrogativo che il presente pone a un passato già studiato da altre prospettive storiografiche

69
Q

cos’è un documento

A

quella traccia del passato che permette di ricostruire la vita quotidiana degli uomini vissuti prima di noi

70
Q

storiografia positivista e fonti

A

si limitava ad accertare che i documenti non fossero falsi e accettava l’immagine del passato che l’autore del documento voleva trasmettere al futuro

71
Q

documento secondo Le Goff

A

costruzione della società che lo ha prodotto e di quelle che poi lo hanno tramandato o lo hanno sottaciuto facendolo cadere nel silenzio.
Il risultato dello sforzo compiuto dalle società per imporre al futuro quella determinata immagine di sé

72
Q

studio delle fonti adesso

A

va oltre il contenuto apparente del documento, scopre l’intenzionalità che c’è dietro

73
Q

uso didattico dei documenti

A
  • intenzionalità delle fonti
  • ogni fonte è muta, parla solo se lo storico è in grado di interrogarla
  • necessità di usare una pluralità di fonti
74
Q

il ciclo dei mesi (Trento)

A

documenta il mondo feudale al tramonto

  • i bambini devono già conoscere il medioevo
  • riferimento al contesto della fonte, per capirla meglio
75
Q

opera d’arte = società?

A

no ma può aiutarci a sintonizzarci con la sensibilità collettiva di un’epoca passata

76
Q

struttura del ciclo dei mesi

A
  • nobili dimensioni maggiori rispetto ai contadini

- artisticamente, non c’è rispetto delle proporzioni

77
Q

imparare a leggere le immagini

A

favorisce lo sviluppo dello spirito critico

78
Q

scopo storico di un’opera d’arte

A

non nasce per essere esposta in un museo ma ha un contesto e una storia dietro

79
Q

opera d’arte per i bambini

A

emoziona nel presente, coinvolge ed è sempre mutevole perché sempre da scoprire

80
Q

ogni fonte storica non dà certezze

A

permette di formulare ipotesi e risposte relative e parziali: dona un contributo per una mente flessibile e aperta

81
Q

strade infinite di un’opera d’arte

A
linguaggi diversi (colori, simboli, sensazioni che dà).
Ha canali comunicativi non legati al linguaggio convenzionale per questo attira il bambino che non ha ancora il dominio della parola
82
Q

competenze dell’insegnante sulle opere d’arte

A

è necessario l’aiuto di un esperto che però non sostituisca l’insegnante o proporgli pacchetti preconfezionati.

83
Q

insegnante ed espero di opere d’arte

A

l’insegnante deve decidere quale sia l’argomento da trattare, l’esperto può suggerire i materiali specifici su cui lavorare.
Ogni scelta deve essere condivisa e discussa per dare vita ad un progetto unitario

84
Q

viaggio nell’opera d’arte

A
  • presentazione dell’argomento storico tramite una narrazione
  • preparazione all’incontro con l’opera d’arte
  • osservazione dell’opera d’arte
  • lettura dell’opera d’arte e discussione collettiva
  • ricostruzione storica
85
Q

presentazione dell’argomento storico (viaggio nell’opera d’arte)

A

presentare l’argomento con una narrazione che si esprima per immagini sfruttando le facoltà immaginative del bambino per coinvolgerlo. Possono servire allo scopo anche un film o un documentario, purché faccia riflettere i bambini.

86
Q

perché la presentazione dell’argomento storico è una fase importante

A

perché dà agli alunni i prerequisiti per l’esperienza di ricerca e permette all’insegnante di individuare le preconoscenze dei suoi alunni

87
Q

criteri nella scelta dell’opera d’arte

A
  • argomento storico trattato
  • interesse dei bambini che emerge durante la narrazione
  • appartenenza dell’opera al territorio scolastico e al contesto originario
88
Q

preparazione dell’incontro con l’opera d’arte

A

non significa anticipare ai bambini ciò che vedranno e perché.
Creare un clima d’attesa che renda i bambini consapevoli dell’esperienza attraverso la narrazione di un mito o una leggenda legata all’opera, all’autore o al luogo

89
Q

incontro con l’opera

A

lasciare i bambini con l’opera senza intervenire

90
Q

lettura dell’opera d’arte

A

non fornire chiavi di lettura o anticipare conclusioni, ma accompagnare i bambini nella scoperta dell’opera d’arte

91
Q

cosa significa leggere l’opera d’arte

A

porsi delle domande su di essa: questionario intuitivo e variabile per le circostanze

92
Q

questionario per l’opera d’arte

A
  • funzione dell’opera
  • i materiali e le tecniche di lavorazione
  • iconografia: cosa rappresenta e cosa racconta
  • simboli: mentalità di un’epoca
  • stato di conservazione
  • dimensioni e punto di vista
  • autore
  • stile
  • datazione
  • committenti e destinatari
93
Q

documentazione e ricostruzione di un’opera d’arte

A

registrare con foto, diari per riflettere su tutta l’attività e giungere alla ricostruzione storica

94
Q

intelligenza spaziale

A

capacità di percepire mentalmente una figura sia in posizione statica che dinamica. Si rivela fondamentale nella risoluzione di molti problemi anche di natura teorica

95
Q

importanza delle immagini mentali

A

fissano nella memoria tutte quelle caratteristiche che permettono di discriminare una figura da un’altra

96
Q

immagini mentali = modelli interni

A

nascono dall’osservazione e dall’esperienza concreta, generando la capacità di tradurre gli elementi dell’immagine in uno schema motorio adatto a riprodurre quella figura

97
Q

capacità di trasformare l’immagine mentale in forme concrete

A

non solo intelligenza spaziale ma anche quella corporeo-cinestetica

98
Q

learning by doing

A

è indispensabile che l’attività sia motivata da un interesse e sono necessarie delle conoscenze iniziali che faranno sorgere domande e dubbi

99
Q

zona di sviluppo prossimale di Vygotskij

A

fase in cui il bambino tenta di effettuare delle operazioni materiali o intellettuali che ancora non padroneggia completamente

100
Q

un forno per la ceramica neolitica

A

riproporre le problematiche dell’archeologia sperimentale: come usavano il forno

  • preconoscenze e misconoscenze dei bambini
  • interessarli all’attività
  • più giorni per far diventare l’argilla malleabile
  • spiegazione delle tecniche più antiche di modellazione
101
Q

difficoltà in “un forno per la ceramica neolitica”

A

bambini volevano riprodurre vasi troppo difficili, poteva essere frustrante e gli insegnanti avevano il ruolo di sostegno

102
Q

apprendistato cognitivo (un forno per la ceramica neolitica)

A

osservando e confrontando il proprio vaso con quello altrui, inserivano delle utili modifiche

103
Q

fase di essicazione dei vasi

A

i bambini controllavano giorno dopo giorno il cambiamento dei colori e la perdita di plasticità dei manufatti

104
Q

forno neolitico

A

a buca. I bambini hanno scavato e collocato il carbone sul fondo.
Si avvertono i bambini che alcuni vasi possono essersi rotti durante la cottura della notte

105
Q

un villaggio neolitico in classe

A
  • costruzione del plastico di un villaggio
  • supporto in polistirolo per inserire i vari elementi e non farli cadere
  • palafitte e capanne, solco per fare il fiume, territorio intorno al fiume
  • acqua vera, terra raccolta dal giardino, grano = segatura colorata, muschio per la prateria, personaggi
106
Q

recitazione

A

importante per dare libero sfogo alla fantasia dei bambini

107
Q

animazione teatrale anni ‘60

A

Destefanis e Passatore
si rifiutava il tradizionale copione e la distinzione tra attore e pubblico, prevedeva la centralità del percorso e non del prodotto finito

108
Q

quando l’esperienza teatrale è formativa

A

l’opportunità di far emergere le potenzialità espressive e creative individuali

109
Q

teatro nelle scuole

A

purtroppo visto in funzione delle feste di natale e fine anno

110
Q

esperti di teatro a scuola

A

attività diventa formativa sia per alunni che per docenti

111
Q

storia a teatro

A

NO accumulo di nozioni

SI realtà in azione, che per essere compresa ha bisogno di essere vissuta come esperienza personale (D’Alessandro)

112
Q

obiettivi della recitazione nella disciplina storia

A
  • lavoro di gruppo
  • scambio di ruoli
  • discussione
    = pensiero autonomo utile per operare scelte consapevoli e responsabili in un mondo che cambia
113
Q

modi di fare teatro a scuola

A
  • gioco drammatico
  • teatro dei burattini
  • linea del tempo vivente
  • role playing
114
Q

gioco drammatico

A

indicato per i più piccoli
NO personaggi predefiniti da interpretare
NO pubblico
Il bambino recita per il proprio piacere

115
Q

perché il gioco drammatico è propedeutico allo studio della storia

A
  • intervenire nel gioco rispettando il proprio turno: riflessione su nozioni temporali
  • ruolo scelto: riflessione sulle attività umane
116
Q

teatro dei burattini

A

il bambino protetto dallo schermo del baracchino e mediato dal burattino, si libera dalle inibizioni e diviene più spontaneo e autentico

117
Q

costruzione del teatro dei burattini

A

materiali poveri e facilmente reperibili per stimolare la creatività dei bambini

118
Q

linea del tempo vivente

A

un narratore esterno descrive momenti di vita quotidiana o evoca alcuni miti ed eventi salienti di una determinata epoca, mentre i bambini in piccoli gruppi rappresentano ciò che viene evocato

119
Q

role playing

A

ad esempio nella rievocazione del viaggio di Ulisse, che può svolgersi all’aperto, lungo un percorso preparato dall’insegnante.
Far sperimentare al soggetto ruoli diversi

120
Q

obiettivo della drammatizzazione

A

favorire la crescita umana e sociale della persona. Quindi è un momento rilevante del processo di apprendimento nella sua globalità e non solo da un punto di vista creativo-espressivo

121
Q

momenti della drammatizzazione

A
  • motivazione
  • realizzazione
  • riflessione critica
122
Q

motivazione (drammatizzazione)

A
  • richiesta dai bambini

- l’insegnante ha capito che si è creato un sufficiente livello d’interesse

123
Q

realizzazione (drammatizzazione)

A

integrare le proposte facendo da mediatore per permettere agli alunni l’interazione linguistico-cognitiva attraverso la negoziazione di idee e del ragionamento collettivo

124
Q

riflessione critica (drammatizzazione)

A

scrivere una presentazione che spieghi al pubblico le varie fasi del lavoro, realizzare un giornalino a fumetti con le foto

125
Q

Recitando Breus

A

Pascoli, i bambini vogliono recitare la storia.

  • troppi bambini = due rappresentazioni
  • recitare davanti ad altri = unica rappresentazione, con l’aggiunta di altri personaggi
  • finali alternativi
126
Q

tecnologie della comunicazione

A

non sono semplici strumenti perché possono modificare le strutture di pensiero

127
Q

immersione con i nuovi media

A

il bambino vive una cultura dell’immersione che sollecita più canali sensoriali rispetto a quelli coinvolti nella lettura, che richiede un processo di astrazione

128
Q

canali sensoriali sollecitati dalle tecnologie

A

emozioni, alto numero di stimoli

129
Q

cosa favoriscono le tecnologie multimediali

A

lo stile cognitivo dell’immersione e incidono più in profondità sulla costruzione dell’identità: punti di riferimento che vedono spesso

130
Q

risposta all’eccesso mediatico

A

stile laboratoriale: ambiente di apprendimento cooperativo, integra il fare con il pensare, la dimensione affettiva con quella cognitiva e fa leva su molti linguaggi
= condizioni per uno sviluppo armonico e ricco della persona

131
Q

costruzione di una mente autonoma

A

mettere alla prova il proprio pensiero attraverso il fare e il dialogo con i compagni

132
Q

tempo storico dei media

A

presente. Ma la conquista della conoscenza ha bisogno di ritornare sulle esperienze per rielaborare le informazioni

133
Q

tecnologia della scrittura

A

attiva processi metacognitivi, favorisce la riflessione sulle forme di rappresentazione della realtà (linguaggi) e sui metodi di conoscenza