Insegnare nella scuola primaria e dell'infanzia - Panciera Flashcards

1
Q

nascita della storia

A

V secolo a.c. in Grecia.

Ma molti gruppi umani avevano già forme di rappresentazione degli eventi del passato

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2
Q

forme di rappresentazione del passato prima della nascita della storia

A

annalistica e mitologia

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3
Q

annalistica

A

registrazione degli eventi considerati degni di ricordo

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4
Q

mitologia

A

proiezione in un indeterminato tempo lontano di memorabili epopee, incluse quelle delle origini

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5
Q

perché esistenza di annalistica e mitologia

A

bisogno di identità e coesione

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6
Q

fondatori della disciplina storica

A

Erodoto e Tucidide

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7
Q

particolarità della nascita della storia

A

trovare una spiegazione agli eventi del passato e indagare collocando gli eventi in un tempo e in uno spazio precisi

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8
Q

Tucidide

A

accertare la credibilità delle testimonianze

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9
Q

storia durante l’alto medioevo europeo

A

rischiò quasi di confondersi nuovamente con il mito

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10
Q

processo di conoscenza storica

A

in continuo divenire

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11
Q

con cosa viene confuso il manuale scolastico

A

con l’intera storia, attraverso un’idea rigida e distorta di essa

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12
Q

Annales

A

rivista fondata a Strasburgo nel 1929

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13
Q

storia come disciplina

A

somma delle risposte che gli studiosi hanno via via fornito in merito ai problemi riguardanti il divenire delle società

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14
Q

affermazione della nuova storia

A

cambiamento definitivo dell’oggetto e delle finalità dell’indagine

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15
Q

concezione della storia

A

pura comprensione dei fatti umani. Capacità di capire dall’interno le motivazioni delle scelte e dei percorsi intrapresi

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16
Q

cosa conta per la storia

A

ricostruzione e spiegazione razionale del fenomeno che porteranno il lettore e l’opinione pubblica a formare da sé stessi i loro giudizi e le loro convinzioni

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17
Q

chi fruisce dell’analisi storica

A

non solo gli storici ma chiunque voglia

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18
Q

a cosa abitua la conoscenza storica

A

all’onestà intellettuale e al discorso fondato sull’onere della prova, mentre fornisce profondità al presente.
È un esercizio di tolleranza

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19
Q

storia generale

A

genere più praticato a cui appartengono i manuali.
Rappresentazione sistematica dei percorsi e dei cambiamenti che hanno riguardato l’umanità dalla preistoria a oggi, organizzata secondo un principio sequenziale

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20
Q

libri storici più venduti

A

manuali. Quindi la nostra idea di storia è collegata a come ci è stata presentata nei manuali

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21
Q

indicazioni nazionali e storia generale

A

informazioni troppo vaste e pretenziose sul piano dei contenuti e quindi portano ad usare il manuale non come uno strumento tra i tanti, ma come l’unico

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22
Q

legittima accusa alla storia generale

A

incentrata solo sulla civiltà europea e prende in considerazione le altre solo come incontro/scontro con quella europea

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23
Q

a che domanda risponde la world history

A

al multiculturalismo e ai fenomeni di globalizzazione che hanno investito la società contemporanea

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24
Q

manuali didattici basati sulla world history

A
  • eccesso di semplificazione

- adottano teorie da geografia economica, sociologia, antropologia

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25
Q

storia nazionale

A

proiettare nel passato i necessari schemi identitari.

Ruolo assunto dalla storiografia dell’800

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26
Q

manuali e storia nazionale

A

viene dedicato un vasto spazio alla storia nazionale

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27
Q

storia nazionale in Italia

A

scontro ideologico-politico riguardo alcuni temi fondamentali: risorgimento, fascismo, resistenza

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28
Q

storie settoriali

A

si distinguono per l’oggetto di indagine: ricorso ad un tipo di fonti.

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29
Q

storie settoriali = incontro itnerdisciplinare

A

Strumenti, concetti e linguaggi presi da altre discipline di studio

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30
Q

storia economica

A

nata dall’incontro con l’economia politica e si occupa del divenire dei fatti economici

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31
Q

storia d’impresa

A

staccatasi dalla storia economica, studia la nascita e l’evoluzione di singole grandi aziende o di sistemi di aziende

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32
Q

storia della famiglia

A

ricorre a concetti e a modellizzazioni tratte dall’antropologia

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33
Q

gender history

A

apparsa in concomitanza con la diffusione del movimento femminista nel 1960 in usa

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34
Q

tematiche della gender history

A
  • corpo e sessualità
  • prostituzione
  • contraccezione e maternità
  • stregoneria
  • repressione
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35
Q

espansione della gender history nel ‘77

A

tema della subalternità femminile: in realtà nascondeva la centralità della donna

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36
Q

storia locale

A

dal punto di vista scientifico non esiste storia locale perché ogni interpretazione storica è localizzata

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37
Q

storia locale intesa in Europa

A

a una dimensione che va da quella municipale a quella regionale, dunque di scala inferiore a quella nazionale.
Incontra una o più storie settoriali

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38
Q

storia locale sul piano dei contenuti

A

favorisce una più precisa conoscenza delle relazioni esistenti tra uomo e territorio e una più sicura acquisizione degli strumenti cartografici

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39
Q

storia locale sul piano formativo

A

può contribuire all’educazione civica, al rispetto per l’ambiente e alla formazione dell’identità

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40
Q

domande che riguardano il passato

A

nascono sempre dal presente, da qualche esigenza pratica che si manifesta nell’attualità

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41
Q

perché lo storico si occupa di una tematica

A
  • problema mai trattato

- ripercorrere il problema perché le interpretazioni non lo soddisfano o sono parziali

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42
Q

spunto di partenza delle domande dello storico

A
  • osservazione diretta della realtà presente
  • concetti più astratti o problematiche più complesse
  • mera curiosità culturale
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43
Q

la storia corre lo stesso rischio delle scienze esatte

A

la tentazione di far corrispondere il dato empirico alle ipotesi di lavoro

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44
Q

quando i resti diventano fonte

A

quando vengono interrogati dagli storici

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45
Q

fonti indirette

A

tutta la storiografia già esistente su un argomento

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46
Q

fonti dirette

A

testimonianze di qualsiasi genere che provengono direttamente dal passato

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47
Q

da cosa dipende la credibilità della disciplina

A

dall’analisi critica delle fonti

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48
Q

analisi critica delle fonti primarie

A

si articola in 4 fasi fondamentali

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49
Q

fasi dell’analisi delle fonti primarie

A
  • decifrazione
  • esame del contenuto
  • prova dell’autenticità
  • definizione del grado di attendibilità
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50
Q

decifrazione di una fonte

A

può richiedere l’utilizzo di strumenti tecnici anche molto raffinati, non è solo un problema di linguaggio o segni

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51
Q

esame del contenuto di una fonte

A

è possibile solo assieme o dopo la decifrazione

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52
Q

prova dell’autenticità di una fonte

A

molti falsi e per svariati motivi, dal guadagno alla semplice beffa

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53
Q

autenticità di una fonte adesso

A

è più facile rispetto al passato, grazie alle tecnologie

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54
Q

attendibilità di una fonte

A

l’unico modo è la comparazione e confronto con altre fonti

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55
Q

distanza temporale e geografica di un avvenimento

A

positivo perché garantisce un distacco emotivo e consente di sfuggire alla soggettività della percezione

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56
Q

problema dei contemporanei davanti ad un evento rilevante

A
  • rischio di soggettività della percezione

- non poter accedere ad una mole di documentazione

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57
Q

storico != giornalista

A

lo storico sa sempre l’esito finale del processo che sta analizzando.
Non rischia di leggere un singolo avvenimento esagerandolo o sottovalutandolo

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58
Q

tempo storico

A

lineare senza possibilità di ritorno o inversione

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59
Q

concetti temporali per affrontare un argomento storico

A

successione, simultaneità, durata, ordine temporale

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60
Q

operazione di base sul tempo storico

A

datazione

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61
Q

cronologia di storia

A

è una scelta e non un dato di fatto: il suo livello di dettaglio dipende dallo scelta effettuata

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62
Q

selezione degli eventi che vengono considerati importanti

A

dipende dallo storico

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63
Q

cronologia nel discorso didattico

A

dovrebbe seguire e non anticipare ogni trattazione problematica

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64
Q

livelli di scansione temporale

A
  • datazione
  • cronologia
  • periodizzazione
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65
Q

livello della periodizzazione nella scansione temporale

A

operazione di carattere interpretativo: all’interno di un periodo ci si aspetta che ci sia continuità che prevalga sulla discontinuità

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66
Q

quale periodizzazione è vera?

A

nessuna perché ogni periodizzazione si rifà ad una storia collegata al contesto

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67
Q

vari fenomeni e periodizzazione

A

si è capito che si ha bisogno anche di scale diversificate

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68
Q

ripartizione in anni

A

retaggio dell’antica annalistica, non basta più all’analisi storica

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69
Q

tempo storico oggi

A

qualcosa di multilineare: sinfonia formata da tanti movimenti e partiture che formano un insieme omogeneo

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70
Q

scardinamento della visione monolitica e regolare della storia

A

grazie a Braudel, “lunga durata storica”

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71
Q

lunga durata storica

A

tempo lentamente ritmato delle trasformazioni strutturali della società, che riguardano campi come l’economia. la demografia, la cultura, la tecnologia

72
Q

scale temporali scandite da Braudel

A
  • tempo dell’individuo
  • lunga durata storica
  • storia quasi immobile
73
Q

storia quasi immobile (scala temporale)

A

il tempo della geografia umana, rapporto uomo-ambiente che viene scandito anche oltre millenni

74
Q

affrontare un testo storico

A

non è facile per il fatto di essere un ibrido sul piano linguistico-retorico, da affrontare con la giusta mediazione

75
Q

mediazione di un testo storico

A

lavoro guidato di decodificazione e comprensione attraverso esercitazioni

76
Q

esercitazioni di decodificazione e comprensione di un testo

A
  • lettura
  • costruzione di un glossario
  • ricerca di parole chiave
  • costruzione di mappe concettuali
  • sintesi
77
Q

specificità del testo storico

A

NO puro racconto di eventi
NO trasmissione di una serie di nozioni
SI interpretazione dei fenomeni strettamente ancorata alle fonti

78
Q

primo livello del testo storico

A

informativo o grammaticale

79
Q

secondo livello del testo storico

A

persuasivo o retorico: selezione, gerarchizzazione delle informazioni

80
Q

terzo livello del testo storico

A

ideologico: motivazione per cui è scritto un libro o un articolo

81
Q

lettura completa del testo storico

A

capacità di decodificare tutti e 3 i livelli.

Nella scuola dell’obbligo sono solo i primi due livelli ad entrare in gioco

82
Q

programmi Washburne

A

ispirati e Dewey e Kilpatrick, caratteri innovativi per la realtà italiana

83
Q

impostazione generale dei programmi Washburne

A

sviluppo di abilità e conoscenze essenziali affiancate da un programma di sviluppo libero, con attività creative incentrate sugli interessi e sui livelli cognitivi dei bambini

84
Q

storia nei programmi Washburne

A

vi era spazio ma senza alcuna specificità

85
Q

perché non vennero mai adottati i programmi Washburne

A

perché la scuola era troppo legata all’idea scolastica fascista, legata ancora al libro di testo.
Molti insegnanti erano anche stati formati durante il ventennio

86
Q

programmi 1955 e storia

A

accostata alle scienze e alla geografia.
Venne data importanza all’educazione morale e civile per inculcare una dose di patriottismo.
Slegata da realtà e attualità

87
Q

programmi 85

A

nati in un clima di rinnovamento didattico e di fervore culturale. Vennero recepiti gli stimoli della ricerca e della pratica didattica

88
Q

obiettivo dei programmi dell’85

A

acquisizione di strumenti concettuali indispensabili per la crescita complessiva del cittadino, con forte attenzione agli strumenti e ai metodi

89
Q

triplice definizione della storia nei programmi dell’85

A
  • interpretazione del passato
  • costruzione della memoria collettiva
  • ricerca
90
Q

genericità dei programmi dell’85

A

erano volutamente così per lasciare enorme iniziativa ai docenti che però non erano adeguatamente preparati

91
Q

De Mauro 2001: frattura

A
  1. didattica come acquisizione di contenuti legati ad un canone accademico
  2. carattere formativo della disciplina e sulle competenze che essa può aiutare a costruire
92
Q

indicazioni 2004

A

riportavano indietro la storia verso un paradigma ottocentesco:
storia = scoperta dei caratteri originali di un popolo e delle differenze fra gli stati e le civiltà

93
Q

funzione della storia nelle indicazioni 2004

A

costruzione identitaria

94
Q

indicazioni 2007

A

mantenuta l’impostazione dei contenuti “a scavalco” grazie all’escamotage degli istituti comprensivi

95
Q

aspetto positivo delle indicazioni del 2007

A

ricomposizione di una specifica area storico-geografica riconosciuta come asse portante della formazione di base

96
Q

indicazioni 2007 sul piano metodologico

A

didattica incentrata sulla soluzione di problemi e alla formazione delle capacità critiche

97
Q

raggiungere le finalità secondo un quadro europeo

A

è necessario programmare per competenze: lifelong learning education

98
Q

competenza

A

qualità, abilità o capacità dello studente di utilizzare le conoscenze sviluppate e che gli appartengono

99
Q

risultato di apprendimento

A

risultato misurabile di un’esperienza di apprendimento che consente a un valutatore di verificare a quale livello una competenza è stata formata o potenziata

100
Q

competenze chiave riconosciute in sede UE

A
  1. comunicazione nella madrelingua
  2. comunicazione nelle lingue straniere
  3. competenza matematica e di base in scienza e tecnologia
  4. competenza digitale
  5. imparare a imparare
  6. competenze sociali e civiche
  7. spirito di iniziativa e imprenditorialità
  8. consapevolezza ed espressione culturale
101
Q

competenze chiave e formazione del carattere storico

A
  1. competenza digitale
  2. imparare a imparare
  3. competenze sociali e civiche
  4. consapevolezza ed espressione culturale
102
Q

descrittori di Dublino

A
  • conoscenza e capacità di comprensione
  • conoscenza e capacità di comprensione applicata
  • autonomia di giudizio
  • abilità comunicative
  • capacità di apprendere
103
Q
  1. competenza digitale
A

l’acquisizione dei fondamenti del metodo storico, che si basa sul reperimento delle fonti e sul loro confronto, è una palestra di esercitazione per lo spirito critico per utilizzare le tecnologie

104
Q
  1. imparare a imparare
A

mettere in pratica le abilità di base come lettura, comprensione, scrittura per incrementare il proprio sapere, in vista di particolare obiettivi

105
Q
  1. competenze sociali e civiche
A

vecchio legame fra storia ed educazione civica, per permettere la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini europei alla vita sociale e politica

106
Q
  1. consapevolezza ed espressione culturale
A

la conoscenza relativa al retaggio culturale, declinato nelle sue componenti locale, nazionale ed europea

107
Q

indicazioni 2012

A

mantenuto lo “scavalco” dei contenuti.
Storia = manca la soluzione per quella ambiguità tra una forte apertura alla didattica attiva e i contenuti obbligatori riferiti alla sola preistoria e storia antica

108
Q

campi dell’esperienza della scuola dell’infanzia

A
  1. il sé e l’altro
  2. discorsi e parole
  3. conoscenza del mondo
109
Q

il sé e l’altro

A

sviluppo dell’identità personale, della memoria personale familiare, della riflessione e del confronto e prime generalizzazioni riguardanti il rapporto tra passato, presente e futuro

110
Q

discorsi e parole

A

capacità di narrazione e di ascolto

111
Q

conoscenza del mondo

A

educazione alla temporalità e all’acquisizione di quelli che costituiscono i parametri e le convenzioni del tempo sociale

112
Q

problema indicazioni (anche precedenti)

A

legami scarsi e a volte assenti tra obiettivi dichiarati, strumenti didattici in uso e livello concreto di preparazione disciplinare e metodologica dei docenti

113
Q

chi ha cercato di superare la mancata proposta verticale delle indicazioni

A

le società scientifiche e la sisem

114
Q

sisem

A

società italiana per la storia dell’età moderna

115
Q

sisem 2015 convegno

A

“l’insegnamento della storia e la scuola di domani”

tiene conto della situazione esistente e indica una riorganizzazione del percorso di insegnamento/apprendimento della storia nell’intero sistema scolastico

116
Q

cosa è importante per l’esercizio della cittadinanza attiva

A

una cultura storica solida e condivisa

117
Q

convegno sisem: superare gli elementi di disfunzione

A
  • prevalere dell’utilizzo di manuali
  • ripetizione due volte identica dei contenuti
  • scollamento tra indicazioni e accertamento delle competenze al termine dell’obbligo scolastico
  • assenza di percorsi che conducano dalla storia generale verso approfondimenti tematici e pluridisciplinari
118
Q

traguardi ultimo anno della scuola dell’infanzia e primi due anni della primaria (sisem)

A

prerequisiti spazio temporali e competenze relative alla condivisione sociale dello spazio e del tempo

119
Q

traguardi ultime tre classi della scuola primaria (sisem)

A

acquisizione dei prerequisiti logici, metodologici e linguistici della disciplina e di alcuni fondamentali snodi storici della cittadinanza

120
Q

modello d’insegnamento più praticato

A

trasmissivo-sequenziale: lezione ex cathedra e ripetizione dei contenuti da parte degli allievi

121
Q

ruolo del docente nel modello trasmissivo-sequenziale

A

ridotto a semplice facilitatore dell’apprendimento manualistico e di giudice sulla corretta memorizzazione dei contenuti
= deresponsabilizzazione

122
Q

contenuti nel modello trasmissivo-sequenziale

A

sempre rigidamente ordinati secondo un criterio sequenziale

123
Q

due fasi della didattica trasmissiva

A

lezione frontale e studio manualistico. Fasi complementari

124
Q

valutazione della didattica trasmissiva

A

oggettiva perché gli elementi di valutazione sono tutti riferiti alla memorizzazione/acquisizione dei contenuti

125
Q

fondamentale nella didattica trasmissiva

A

semplificazione dell’insegnante e scelta del sussidiario

126
Q

umda

A

unità modulare di apprendimento.
didattica in grado di sviluppare negli allievi le competenze specifiche della disciplina storica, insieme ad altre di tipo trasversale

127
Q

dibattito sul concetto di modulo didattico

A

avvenuto da singoli studiosi e associazioni di insegnanti per circa 3 decenni

128
Q

modulo didattico

A

parte disciplinare o interdisciplinare del programma annuale di studio, che presenta omogeneità tematica e che ha come scopo quello dell’acquisizione di precise competenze

129
Q

caratteristiche fondanti del modulo didattico

A

autonomia, completezza interna ed elasticità.

Il docente è libero di strutturare le diverse attività secondo le esigenze della classe

130
Q

modulo per lo studente

A

percorso attrezzato di apprendimento in grado di modificar la mappa cognitiva e la rete delle conoscenze possedute

131
Q

cosa prevede il modulo didattico

A

attività ed esercitazioni mirate allo sviluppo complessivo di competenze e segue una concezione legata alla didattica attiva

132
Q

umda e periodizzazione

A

non cronologica ma si identifica nel rapporto tra fenomeno analizzato e tempo presente, che non cancella i riferimenti cronologici

133
Q

umda in concreto

A

dossier preparato dal docente sull’argomento prescelto, che contiene una serie di testi, fonti primarie e secondarie e altri elementi organizzativi

134
Q

tipologie di moduli dell’umda

A
  • narrativo
  • descrittivo
  • argomentativo
    possono essere tutti presenti nell’umda
135
Q

oggetto del modulo umda

A

processo di trasformazione: la dimensione storica può essere concepita come il passaggio tra uno stato iniziale di cose verso uno successivo, che ha come termine finale proprio l’attualità

136
Q

prima fase dell’umda

A

riflessione sul presente: avviene attraverso un’esperienza di osservazione e di riflessione su di un fenomeno che presenta caratteri di attualità

137
Q

esempi prima fase dell’umda

A

visite ai musei, sostrato latino/greco nella lingua italiana, danni al patrimonio culturale da parte dell’isis

138
Q

riflessione sul presente (umda)

A

si parte da una conversazione che permette al docente di valutare il livello delle preconoscenze (validate attraverso mappe) e delle misconoscenze.
Fase utile per stimolare l’interesse

139
Q

seconda fase dell’umda

A

dal presente al passato: l’allievo deve essere condotto a cercare nella dimensione storica le possibilità di risposta alle domande sorte in sede di osservazione diretta e di conversazione

140
Q

dal presente al passato (umda)

A

attraverso testi anche reperiti dal web, il docente conduce lo studente a considerare i legami esistenti tra il presente e il passato

141
Q

terza fase dell’umda

A

ricostruzione del passato: momento centrale dell’umda nel corso del quale si dispiegano le competenze specifiche legate alla disciplina

142
Q

ricostruzione del passato (umda)

A

analizzare i testi e i materiali messi a disposizione dal docente per ricavarne le informazioni che vanno poi organizzate e schematizzate

143
Q

quarta fase dell’umda

A

ritorno al presente: momento in cui l’allievo mette a frutto le competenze acquisite nel corso dell’umda

144
Q

ritorno al presente (umda)

A

l’allievo ritorna a considerare gli aspetti di attualità per prendere esatta coscienza del suo spessore storico

145
Q

elementi costitutivi dell’umda

A
  • titolo
  • descrizione generale
  • competenze attese
  • risultati di apprendimento attesi
  • fonti e materiali
  • fasi, metodi e tempi di realizzazione
  • modalità di valutazione
146
Q

vantaggi della programmazione per moduli

A
  • incide sullo sviluppo delle competenze
  • possono essere messi in atto opportuni rinforzi
  • versante pratico-operativo: fruttuoso per i bambini
  • didattica assistita: docente = facilitatore
  • modalità attiva
147
Q

costruzione del sapere storico grazie alla programmazione per moduli

A

partire da una base culturale per la formulazione di ipotesi e di domande, approccio alle fonti, utilizzo di strumenti e materiali specifici ed il carattere di interpretazione

148
Q

limiti della programmazione per moduli

A
  • grande impegno da parte del docente: competenze sul piano didattico e della gestione della classe
  • mancano strumenti nuovi e aggiornati
149
Q

umda è didattica operativa o laboratorio?

A

didattica operativa

150
Q

didattica laboratoriale

A

quella che si svolge in un ambiente condiviso e in cui docente e allievi e allievi tra loro interagiscono in una fase del processo di costruzione della conoscenza e delle competenze

151
Q

didattica laboratoriale per Mattozzi

A

attività pratico-operativa che si svolge contemporaneamente alla mediazione didattica del docente, il quale mette a disposizione i materiale necessari e coordina il lavoro comune

152
Q

temporalità (infanzia)

A

il tempo è molto soggettivo per il bambino

153
Q

laboratorio della temporalità (infanzia)

A

aiutare il bambino ad entrare nella fase della variabile tempo, comprendere l’ordine di successione, per comprendere il tempo astratto

154
Q

concetto di tempo

A

frutto di una rielaborazione intellettuale che nasce dall’esperienza e che il bambino costruisce progressivamente

155
Q

compito della scuola sul processo di temporalità

A
  • formalizzazione attraverso un linguaggio specifico (ore, giorni, ecc)
  • misurazione del tempo con gli strumenti adeguati (orologio, calendario)
156
Q

obiettivo della trasformazione di temporalità nell’infanzia

A

passaggio da una stima soggettiva ad una oggettiva socialmente condivisa dell’idea di tempo

157
Q

simulazione della ricerca (scuola primaria)

A

unico metodo per avviare un laboratorio storico. Gli allievi scoprono da sé, attraverso un percorso attrezzato, un fenomeno storico già conosciuto o scelto dal docente

158
Q

fasi del laboratorio di simulazione della ricerca

A

fase preliminare, esecutiva e valutazione

159
Q

fase preliminare del laboratorio di simulazione della ricerca

A

dall’esperienza culturale all’individuazione del fenomeno

  • esperienza di partenza: uscita, letture, film, ecc
  • conversazione clinica: far emergere i concetti dei bambini
  • protocollo di partenza: stesura da parte dell’insegnante dell’ipotesi di percorso e delle sue finalità
160
Q

fase esecutiva del laboratorio di simulazione di ricerca

A

dalla formulazione delle domande al testo

  • esperienze mirate: uso di materiali e domande specifiche
  • problem solving: analisi e interpretazione
  • produzione: costruzione del testo ed esposizione dei risultati
161
Q

valutazione del laboratorio di simulazione di ricerca

A
  • in itinere: osservazione
  • finale: verifica sull’acquisizione dei contenuti
  • autovalutazione della classe: breve questionario di autovalutazione
162
Q

umda più completa

A

laboratorio di simulazione di ricerca, perché attiva il maggior numero di competenze

163
Q

ostacoli delle nuove tecnologie

A
  • corpo docente in imbarazzo nel non saperle usare adeguatamente e studenti assai abili
  • carenza dei mezzi necessari
164
Q

problema delle tecnologie per il laboratorio

A

NO reperibilità delle risorse

SI qualità delle risorse

165
Q

indicatori della qualità di un sito

A
  • autorevolezza
  • chiarezza di intenti
  • utilizzabilità
  • obiettività
  • accuratezza
  • aggiornamento
  • trasparenza
166
Q

autorevolezza di un sito

A

esistono per la loro identificazione e la loro credibilità scientifica?

167
Q

chiarezza di intenti di un sito

A

vengono esposti gli ambiti che si intendono coprire? a quale pubblico è destinato? che linguaggio viene usato?

168
Q

utilizzabilità di un sito

A

la risorsa è facilmente rintracciabile e accessibile?

169
Q

obiettività di un sito

A

la finalità è di tipo scientifico, amatoriale oppure propagandistica?

170
Q

accuratezza di un sito

A

è realizzato con una certa cura formale ed editoriale?

171
Q

aggiornamento di un sito

A

sono comunicate le date di composizione e revisione?

172
Q

trasparenza di un sito

A

dà quello che promette?

173
Q

web 2.0

A

i fruitori diventano anche autori

174
Q

cautela con wikipedia

A
  • può presentare informazioni erronee o volutamente fuorvianti
175
Q

affidabilità e inaffidabilità di wikipedia

A

affidabilità nozionistica ma inaffidabilità sull’interpretazione dei fatti