Relevance Theory Flashcards

1
Q

cos’è la comprensione

A

è un processo di riconoscimento delle intenzioni comunicative del parlante, per via inferenziale. il destinatario viene guidato nel processo di comprensione da certe aspettative sull’enunciato proferito dal parlante

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2
Q

cosa introducono i post-griceani rispetto a Grice e i neo Griciani

A

Rispetto a Grice e ai Neo-Griceani, viene introdotta una nuova direzione di ricerca, relativa alla natura dei processi inferenziali: automatici, non riflessivi, non consapevoli.
Visione generale della cognizione umana e delle motivazioni alla base della comprensione: ricerca della pertinenza

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3
Q

cos’è la ricerca della pertinenza

A

ricerca di quegli stimoli che permettono agli esseri umani di apportare modifiche significative alla loro rappresentazione del mondo.

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4
Q

cos’è il principio cognitivo di pertinenza

A

i processi cognitivi umani tendono a massimizzare la pertinenza. La pertinenza cresce più crescono gli effetti cognitivi, le informazioni utili che vanno a legarsi con la nostra rappresentazione del mondo.

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5
Q

cosa sono gli input

A

stimoli esterni o soggetti a rappresentazioni interne, un input è pertinente per un soggetto S quando si lega all’informazione di sfondo di S per generare conclusioni atte a migliorare la conoscenza in possesso di S.
la pertinenza è una proprietà scalare, ci sono input più o meno pertinenti

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6
Q

cos’è l’efficenza cognitiva

A

è il conseguimento del miglior equilibrio tra costi e benefici:
- costi cognitivi, comportati da ogni elaborazione di uno stimolo (memoria, tempo, inferenze, etc.)
- effetti cognitivi, che giustificano il costo (modifiche nella rappresentazione del mondo di S)
maggiori sono gli effetti cognitivi maggiore sarà la pertinenza.

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7
Q

perché si parla di principio cognitivo di pertinenza

A

i nostri organi percettivi tendono automaticamente a cogliere gli stimoli potenzialmente pertinenti e immagazzinarli nella memoria.

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8
Q

come si produce un certo stimolo?

A

I) l’intenzione informativa: informare i destinatari di qualcosa
II) l’intenzione comunicativa: informare i destinatari della propria intenzione informativa.

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9
Q

cosa vuol dire comunicare in modo estensivo-referenziale?

A

chi produce ostenta la propria intenzione informativa, chi riceve deve attuare delle interferenze per comprendere l’informazione.
Si può pertanto descrivere la comunicazione ostensivo- inferenziale come un processo che comporta un’intenzione informativa e un’intenzione comunicativa.

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10
Q

cosa fa un atto ostensivo

A
  1. rende manifesta un’informazione
  2. rende manifesta l’intenzione di rendere manifesta quell’informazione
  3. crea delle aspettative
    !! non ogni volta che c’è un passaggio di informazioni c’è un’intenzione comunicativa.
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11
Q

principio comunicativo di pertinenza

A

ogni proferimento e ogni atto di comunicazione ostensivo- inferenziale comunica l’assunzione (presumption) della propria pertinenza ottimale.
Un comportamento comunicativo si può descrivere come una garanzia tacita di pertinenza e suscita pertanto delle aspettative.
anche in questa teoria come in Grice ci aspettiamo che il nostro interlocutore sia il più cooperativo possibile

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12
Q

comprensione secondo la relevance Theory

A

è un processo in cui si ripercorrono le aspettative reciproche: il parlante vuole che il destinatario trovi l’enunciato da lui prodotto sufficientemente pertinente da essere elaborato mentre il destinatario è guidato da un’assunzione di pertinenza ottimale: l’enunciato è il più pertinente tra quelli che P avrebbe potuto formulare

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13
Q

principio di pertinenza ottimale

A
  1. Un’interpretazione è ottimamente pertinente se e solo se è in grado di produrre un numero sufficiente di effetti contestuali tale da meritare di essere trattato dall’interprete, e se e solo se non richiede all’ascoltatore uno sforzo ingiustificato nel raggiungere gli effetti voluti.
  2. La prima interpretazione coerente con questo principio è quella da mantenere; se nessuna interpretazione è coerente con questo principio, non se ne deve mantenere nessuna.
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14
Q

la comprensione dei post-griceani attraverso due principi

A
  1. parto dall’interpretazione accessibile più vicina e mi fermo quando sono soddisfatto
  2. quando comunico ho un’interpretazione in mente e non voglio essere ambiguo, quando comprendo posso avere delle ambiguità
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15
Q

ruolo del contesto nella RT

A

Per ogni nuova informazione possono essere selezionati come contesto diversi insiemi di ipotesi, con diverse origini. con gli enunciati posti nel loro contesto raramente una comunicazione è ambigua anche da parte di chi deve interpretare.

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16
Q

definizione di contesto

A

il contesto è l’insieme di elementi cognitivi con cui il mio input può legarsi per modificarlo. l’ambiente cognitivo quando viene processata una nuova informazione diventa il contesto di quella nuova informazione.

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17
Q

cos’è un effetto cognitivo?

A

modificazione dell’ambiente cognitivo secondo la mia elaborazione, un effetto cognitivo di una nuova informazione è sempre un effetto contestuale

18
Q

cosa sono gli effetti contestuali

A

implicazioni contestuali, rinforzi contestuali, eliminazione

19
Q

cosa si intende per implicazione contestuale

A

implicazione condizionale che deriva direttamente dall’inserimento della nuova informazione nel mio contesto.

20
Q

cosa si intende per rinforzo contestuale

A

il rinforzo va a confermare la mia ipotesi su un determinato fatto. molto spesso vado a interpretare un input per confermare la mia teoria sul mondo.

21
Q

cosa si intende per eliminazione

A

l’eliminazione va a smentire la mia ipotesi. Il mio cervello riconosce l’input ed elabora l’informazione andando a cambiare la mia concezione del mondo

22
Q

sforzo di trattamento

A

Data una certa informazione, è sempre possibile trovare un contesto in cui questa risulterà in qualche modo pertinente. La questione è: quanta fatica costa all’interprete ricostruire quel determinato contesto?
è un fattore negativo: maggiore è lo sforzo di trattamento minore è la pertinenza.

23
Q

fattori oggettivi del calcolo dello sforzo

A

1) Complessità logica del proferimento
2) Complessità sintattica del proferimento
3) Frequenza d’uso delle parole utilizzate
4) Accessibilità e dimensioni del contesto

24
Q

sforzo, effetto e pertinenza

A

gli sforzi devono essere bilanciati dagli effetti ottenuti e l’interpretazione si arresta quando si sono ottenuti abbastanza effetti in funzione dello sforzo prodotto.

25
Q

come si misura la pertinenza degli stimoli?

A

nella relevance Theory la pertinenza si misura in modo comparativo, non assoluto. In base ai parlanti l’input può essere più o meno pertinente.

26
Q

cos’è l’economia nella RT

A

il parlante cerca di stabilire ciò che il destinatario può recuperare senza sforzo dal contesto.

27
Q

riassunto della teoria della pertinenza in 4 punti:

A

I. Ogni dato (ogni proferimento) ha un molteplice numero di interpretazioni possibili compatibili con le regole di codifica e decodifica a esso abbinate (problema dei limiti del codice)
II. Le diverse interpretazioni non appaiono contemporaneamente, o in maniera caotica e casuale, ma sono ordinate rispetto all’accessibilità in quella circostanza.
III. Esiste un criterio per la ricerca dell’interpretazione intesa (calcolo della pertinenza)
IV. Questo criterio permette di escludere tutte le possibili interpretazioni tranne una: quella intesa dall’esecutore

28
Q

cos’è e come si divide l’ottimismo

A

Ottimismo ingenuo: D assume che P sia benevolo e competente. minimo sforzo (tipica dei bambini sotto i 4 anni di età)
Ottimismo prudente: D assume che P sia benevolo ma non necessariamente competente (può sbagliarsi su quanto è pertinente per D) D cercherà l’interpretazione che P può pensare sia la più pertinente

29
Q

comprensione sofistica

A

D assume che P non sia benevolo né competente, ma solo che voglia sembrare tale, D cercherà l’interpretazione che P vuole fargli credere più pertinente. è un punto d’incontro delle aspettative reciproche tra gli interlocutori coinvolti

30
Q

cosa sono i concetti ad hoc

A

categorie volatili costruite per scopi interpretativi specifici che poi vengono cancellate dalla mente dei parlanti. non abbiamo elementi per definire queste categorie, vengono costruite dai parlanti su misura per quel contesto.
parlante e ascoltatore non devono arrivare allo stesso concetto ad hoc ma tra i due ci deve essere somiglianza interpretativa.

31
Q

cosa sono narrowing e broadening

A

processi attraverso i quali viene la costruzione di concetti ad hoc. I concetti ad hoc contribuiscono al contenuto vero- condizionale dell’enunciato. Va abbandonata la distinzione tra significato letterale e figurato: ogni costruzione di concetti ad hoc avviene a livello delle esplicature (esplicito)

32
Q

cos’è un esplicatura?

A

processo inter-referenziale che ci permette di costruire concetti ad hoc nel momento in cui interpretiamo la parte esplicita del messaggio. sono le derivazioni dei concetti ad hoc si dividono in:
1. Premesse implicitate = assunzioni contestuali intese
2. Conclusioni implicitate = implicazioni contestuali intese

33
Q

ruolo dell’ironia

A

L’ironia deriva dall’esplicitazione della violazione del principio di pertinenza
Implica un’eco a pensieri o enunciati che il parlante attribuisce ad altri per dissociarsene o prendersene gioco (punto di incontro tra Grice e i teorici della relevance theory).

34
Q

“piuttosto che”

A

ha recentemente sviluppato un valore disgiuntivo specifico, e può essere usato solo in liste aperte, non esaustive, in cui vengono evocati altri elementi non specifici che sono accomunati a quelli nominati da un rapporto di somiglianza

35
Q

perché le categorie ad hoc sono importanti?

A

L’atto di costruire categorie condivise nel discorso è cruciale in ogni interazione linguistica.

36
Q

cosa sono le categorie exemplar-driven

A

costruzione che permette ai parlanti di fare riferimento ad insiemi di entità o situazioni rilevanti nel discorso senza nominarle tutte ma evocando tali insiemi attraverso indicazioni esplicite più esemplari

37
Q

cosa voglio produrre comunicando con una categoria exemplar-driven?

A

invito l’interlocutore a prendere uno o più elementi/situazioni menzionati (exemplars) come il punto di partenza per costruire una categoria di ordine superiore, che è in quanto tale più rilevante per il discorso rispetto ai singoli esemplari menzionati attraverso un ragionamento basato sul contesto

38
Q

alcune costruzioni per codificare una categoria exemplar-driven

A

costruzioni al livello del discorso = inglese ‘and stuff like that’
mezzi grammaticalizzati

39
Q

cos’è il plurale associativo o similativo

A

In alcune lingue, la funzione di costruire una categoria ad hoc è svolta da una costruzione che viene considerata un tipo di pluraleàplurale associativo o similativo

40
Q

differenze tra plurali additivi e associativi

A

PLURALI ADDITIVI: es. ragazzi – si riferisce a un insieme in cui ogni membro è un ragazzo e quindi dotato di omogeneità referenziale: ogni referente del plurale è anche un referente della radice.
PLURALI ASSOCIATIVI: designano un insieme eterogeneo. Es. in giapponese Tanaka-tachi ‘Tanaka e gli altri’ non si riferisce a più di una persona che si chiama Tanaka, ma a un gruppo di persone di cui una sola ha quel nome: ogni referente del plurale non è un referente della radice.

41
Q

cos’è la reduplicazione

A

altra strategia per costruire una categoria ad hoc. tipo speciale di raddoppiamento (reduplication) in cui il segmento
raddoppiato non coincide totalmente con il segmento di base