appunti e slides settimana 1 Flashcards

1
Q

cos’è il capire

A

azione che diamo per scontata, spesso non capiamo tutto quello che elaboriamo e non ne siamo consapevoli

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2
Q

comunicazione nello schema di Jakobson

A

la comunicazione in questo schema viene vista come un’azione del produttore che il ricevente subisce in maniera passiva, non è ciò che accade nelle lingue naturali

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3
Q

specificità del verbo “leggere”

A

unico verbo che in italiano lessicalizza l’azione del ricevere in riferimento alla lingua, mentre ce ne sono più di 300 che lessicalizzano la produzione dell’azione comunicativa

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4
Q

il punto di vista della comprensione

A

l’esistenza di pochi verba recipienti porta ad un alto grado di genericità semantica e ad una minore capacità di categorizzare e sfaccettare il campo semantico

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5
Q

casi di possibile incomprensione linguistica

A

idiomaticità, contesto d’uso della parola, deistici e senso figurato

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6
Q

cos’è l’andirivieni cognitivo

A

network di conoscenze linguistiche ed extralinguistiche per cui ogni atto di ricezione linguistica implica una continua connessione con l’insieme di tutte le nostre conoscenze

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7
Q

cos’è il modello postale

A

modello che analizza la lingua come un insieme di segni che hanno come obbiettivo spedire il messaggio del mittente. il significato preesiste alla sua codifica e decodifica ed il senso globale del messaggio è ricavabile dall’unione dei suoi significati parziali.

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8
Q

cos’è il principio di composizionalità

A

alla base del modello strutturalista, prima si individua un referente correlato per ogni nome, una qualità per gli aggettivi, una relazione per i verbi, così che il significato complessivo di una frase sia dato dalla sua capacità di descrivere uno stato di cose nella realtà. di nuovo il ricevente ha un ruolo passivo.

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9
Q

ruolo della pragmatica nel modello postale della comunicazione

A

la comprensione dell’enunciato avviene a step: l’output di ciascun livello costituisce l’input per il livello successivo e la pragmatica arriva solo in fase finale preceduta da semantica e sintassi.

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10
Q

modello lineare

A

sarebbe il modello postale, ovvero il modello che considera la lingua come un insieme di segni la cui funzione primaria è esprimere un pensiero il cui senso globale è ricavabile dall’unione dei significati parziali (principio di composizionalità).

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11
Q

modelli non lineari

A

introdotti dalle scienze cognitive spostano il focus sul parlante e su come funziona la lingua dando valore al contesto

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12
Q

ruolo del contesto

A

l’attenzione si sposta dal messaggio (modello postale) alle cose concrete che agiscono nello scambio comunicativo (attori, situazioni) =contesto
ricevere una comunicazione implica un processo più complesso della semplice codifica della frase

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13
Q

modello a Y

A

La componente situazionale e l’attenzione al ruolo degli attori della comunicazione diventano centrali. La parte linguistica e la parte extralinguistica della comunicazione si uniscono nel momento in cui dalla frase si passa all’enunciato.
Il dominio linguistico e quello pragmatico convergono come in una Y, dove sono trattati da una componente pragmatica che stabilisce le connessioni.

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14
Q

teorie della comunicazione: De Mauro

A

si pone lo scopo di descrivere la comprensione e giunge alla conclusione che non si tratta di un atto passivo o esecutivo ma un atto non lineare che obbliga il ricettore volto anche alla segmentazione delle stringhe fonematiche

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15
Q

principio della comprensione per riconoscimento

A

la vera incomprensione avviene solo nel momento in cui non si riconosce ciò che si sta ricevendo e per colmarla il ricevente deve svolgere un’attività attiva. lo sforzo di comprensione è il primo motore di innovazione linguistica a livello cognitivo

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16
Q

paradosso di Wiffgenstein

A

mette in evidenza il principio della comprensione per riconoscimento: noi comprendiamo solo ciò che in una minima misura possiamo ricondurre a qualcosa che già conosciamo.

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17
Q

langue e parole

A

per molto tempo in forte opposizione, nel 1970 Benveniste afferma che la realizzazione degli atti di parole non è separabile dai livelli formali della langue e senza la parole la langue è spesso incomprensibile

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18
Q

pronomi nel contesto di langue e parole

A

le lingue hanno un soggetto, i pronomi sono parole vuote che esprimono soggettività e cambiano valore a seconda della situazione del discorso, secondo quindi il contesto (parole)

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19
Q

pronomi dimostrativi

A

anche questi dipendono dal contesto, come i pronomi personali sono indilessicali: hanno un’incognita di cui c’è da ricercare il valore el contesto (sempre Benveniste, 1970)

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20
Q

elementi deittici

A

o shifters (cambiano dal piano linguistico enunciato a qualcosa che è extra-linguistico cioè il contesto) sono parole che mettono in relazione gli enunciati con le coordinate spazio-temporali dell’atto di enunciazione

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21
Q

tipi di deissi

A

spaziale, temporale, personale, lessicale, sociale ed empatica

22
Q

deissi di persona

A

ruolo dei partecipanti nell’evento comunicativo (es. pronomi di persona)

23
Q

deissi spaziale

A

collocazione spaziale dei parlanti nell’evento comunicativo (es. dimostrativi)

24
Q

deissi temporale

A

collocazione temporale relativa al momento in cui viene prodotto un enunciato (es. avverbi di tempo)

25
Q

deissi del discorso o testuale

A

modo in cui l’enunciato si relaziona a porzioni precedenti o successive del discorso (es. dimostrativi riferiti al testo, etc.)

26
Q

deissi sociale

A

differenze sociali tra i partecipanti all’evento comunicativo (es. onorifici)

27
Q

deissi empatica

A

distanza emotiva e il grado di empatia rispetto a ciò che si dice

28
Q

cos’è un atto comunicativo

A

atto di interazione umana, ogni enunciazione è anche un modo di agire

29
Q

studi semantici vs. studi pragmatici

A

la semantica si concentra sull’interpretazione della frase mentre la pragmatica studia l’intero processo comunicativo con i suoi riferimenti alle variabili extra-linguistiche

30
Q

cos’è un atto linguistico

A

unità minima della pragmatica che ci permette di compiere con mezzi linguistici un’azione sociale. è un concetto introdotto da Austin nel 1962

31
Q

cosa dice Austin di importante + la sua divisione

A

il parlare è un modo di agire sociale tramite cui influenziamo gli atteggiamenti e i comportamenti degli altri.
divide in enunciati constativi e performativi

32
Q

enunciati constativi

A

stati di cose veri o falsi perché constatano na data situazione della realtà

33
Q

enunciati performativi

A

né veri né falsi, non descrivono uno stato di cose ma sono azioni che compio mentre li faccio (es. promettere, camminare, …)

34
Q

enunciati performativi e filosofia del linguaggio

A

non si parla di verità o falsità ma di felicità o infelicità dell’atto. un atto performativo felice deve rispondere a delle condizioni che fanno sì che abbia delle conseguenze sulla realtà

35
Q

cosa avviene quando pronunciamo un enunciato?

A

Austin tripartisce l’atto linguistico in tre livelli poi riadattati a 4
- atto locutorio
- atto locutivo
-atto illocutivo
-atto perlocutivo

36
Q

a livello locutorio

A

produco una sequenza di foni, è la dimensione sonora del mio enunciato

37
Q

a livello locutivo

A

esprimo significati con un certo contenuto referenziale. ai foni vengono associati dei significati: riconosco le parole e dai foni passo ai fonemi

38
Q

a livello perlocutivo

A

parlando provoco delle conseguenze sul mio ascoltatore (es. convinco). è la dimensione performativa dell’atto

39
Q

a livello illocutivo

A

manifesto un’intenzione o perseguo uno scopo. individuo l’intenzione dietro all’atto linguistico. è il livello più importante per la pragmatica. posso dire di aver capito davvero un enunciato linguistico solo quando capisco cosa ci sta dietro

40
Q

cosa fa Austin con gli atti illocutivi?

A

cerca di descrivere gli atti linguistici in base al loro tipo di forza illocutoria e li divide in verdettivi, esercitivi, commissivi, comportativi ed espositivi ma non ne è soddisfatto

41
Q

contributo di Searle

A

riprende la tassonomia di Austin e la migliora. la sua divisione è ancora oggi utilizzata e si basa sul principio di esprimibilità

42
Q

principio di esprimibilità

A

qualunque cosa significata può essere detta. Data una qualsiasi forza illocutoria deve esistere un verbo performativo tale da esprimerla esplicitamente.

43
Q

classificazione di Searle

A

si basa su 12 dimensioni di variazione, le cinque più significative sono scopo, direzione del vento re d’adattamento tra parole e mondo, stato psicologico espresso, energia o intensità, necessità di istituzioni extra-linguistiche

44
Q

atti rappresentativi

A

corrispondono agli atti constativi di Austin: il parlante si impegna in ciò che dice e ci crede. stato psicologico di credenza e direzione da parole a mondo

45
Q

atti direttivi

A

hanno come scopo l’indurre l’interlocutore a fare qualcosa, il vettore va dal mondo alla parola e lo stato psicologico è quello del volere.

46
Q

atti commissivi

A

il parlante si impegna ad assumere una certa condotta futura, la direzione è dal mondo alle parole e lo stato psicologico è quello dell’intenzione

47
Q

atti espressivi

A

sono espressioni di uno stato psicologico da parte del parlante e non hanno direzione di adattamento. l’atto è felice solo se le condizioni psicologiche espresse sono reali.

48
Q

atti dichiarativi

A

corrispondono agli atti performativi di Austin. c’è una corrispondenza assoluta tra il dire e il fare. la direzione d’adattamento è duplice. è fondamentale rispettare le condizioni di felicità

49
Q

alcuni indicatori di forza illocutiva

A

prosodia (in italiano basta per esprimere una domanda), marche interrogative, modi verbali (cong. che esprime desiderio)

50
Q

particelle che indicano forza illocutiva

A

alcuni esempi sono “magari”, “pure”, “mica”, … possono esprimere diversi tipi di forza: pure per esempio esprime concessione e il mica risponde all’aspettativa dell’interlocutore e può essere usato in due direzioni poiché agisce sul piano dell’implicito

51
Q

verbi e atti illocutivi

A

le categorie del verbo sono molto sensibili all’atto illocutivo, per esempio atti performativi o dichiarativi funzionano solo al presente e alla prima persona

52
Q

ipotesi performativa

A

parte dal presupposto che ogni enunciato possiede una forza illocutiva e quindi ogni enunciato ha al nodo più alto della sua struttura profonda la forza illocutiva