Politiche e Governance UE Flashcards

1
Q

UE come sistema di governance:

Che tipo di attività mette in campo l’UE?

A

L’UE può essere intesa come sistema di governance in quanto le sue attività sono quelle di guida, indirizzo, controllo e gestione della società. Manca, quindi, un elemento di coercizione, il monopolio dell’uso della forza, che non ne permette l’assimilazione al concetto di Stato.

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2
Q

UE come sistema di governance:

Che tipo di rapporto si presuppone tra attori pubblici, privati ed UE?
Qual è la principale funzione di quest’ultima e perché?

A

Si presuppone un rapporto policentrico, più che gerarchico, tra attori pubblici, privati ed istituzioni europee.
In questo senso quindi, la funzione principale dell’UE è quella di regolazione, più che redistribuzione, anche in virtù delle risorse finanziare limitate di cui dispone (1% del PIL) e del sistema di allocamento delle stesse, che risente molto dell’“egoismo” degli SM.

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3
Q

UE come sistena di governance:

Come è caratterizzato lo stile decisionale dell’UE? Perché?

A

Lo stile decisionale dell’UE è orientato al problem solving più che alla competizione politica, ed è fondato sul commitment delle istituzioni.
Rispetto ai processi decisionali nazionali, la cui competitività esita in una carenza di dibattito tecnico, l’orientamento al problem solving europeo ha comportato la creazione di numerosi organismi di ricerca a supporto del processo decisionale.
Muoversi in termini “tecnici” implica dare centralità alle fasi di ascolto e raccolta di informazioni, l’identificazione di temi ritenuti problematici rispetto ai quali si cercano e si perseguono soluzioni credibili.

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4
Q

UE come sistema di governance:

Secondo Hix (1998), su cosa si fonda la leggittimità dell’UE?

A

Piuttosto che sulla rappresentanza, sulla maggioranza e sulla selezione elettorale, la legittimità dell’UE si fonda su efficienza, consenso e trasparenza.
Rispetto agli stati nazionali, che hanno una forte legittimità di input (chi si inserisce all’interno delle istituzioni), l’organo decisionale UE è di “secondo grado” (il consiglio è un organo decisionale non eletto; il parlamento è eletto ma non ha potere decisionale), che in termini di teoria democratica è un punto sfavorevole. La trasparenza delle istituzioni UE per ciò che concerne quanto arriva sul tavolo decisionale è però più rispetto agli stati nazionali. Sul lato di output è quindi più credibile.

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5
Q

Quali sono le fasi del processo di policy-making dell’UE?

A
  • Agenda setting
  • Formulazione
  • Decisione
  • Implementazione
  • Valutazione
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6
Q

Policy-making UE:

Da chi e come è stabilita l’agenda setting dell’UE?

A

L’agenda setting è stabilita dalla Commissione Europea, nell’interazione fra governi statali e substatali, fra elementi della società civile, gruppi di interesse e comunità epistemiche, non a partire da posizioni politiche, ma tramite consultazioni pubbliche, studi, discussioni con esperti, ecc…

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7
Q

Policy-making UE:

Come si caratterizza la fase di formulazione e come si sviluppa generalmente?

A

La formulazione delle proposte in seguito all’agenda setting segue due livelli di ragionamento:
* Posto un problema, quali target possiamo realisticamente raggiungere?
* Che tipo di strumento vogliamo utilizzare?

Generalmente, il processo di formulazione si sviluppa a partire da una prima proposta della Commissione, molto tecnica, che viene poi modificata nell’interazione fra consiglio europeo, consiglio dei ministri, parlamento, comitati consultivi (CdR e CeS) e COREPER (rappresentanze permanenti presso UE).

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8
Q

Policy-making UE:

Quali tipi di strumenti di policy sono a disposizione dell’UE per raggiungere gli obiettivi posti?
Quali sono scelti maggiormente nel processo di formulazione e perché?

A

Gli strumenti di policy a disposizione sono:
* strumenti regolativi: insieme di regole da rispettare e di sanzioni previste in caso di infrazione. Nessun costo per l’UE. Il costo di implementazione ricade su SM e cittadini e imprese.
* strumenti finanziari/economici: insieme di incentivi o disincentivi rispetto a un dato comportamento. Ad es. tasse o sgravi fiscali. Costo diretto per UE.
* Strumenti soft e di self regulation: strumenti come certificazioni (eco label) o informativi, atti a promuovere l’auto regolazione del target.

I più utilizzati sono quelli regolativi, che garantiscono un buon compresso tra costo (considerate le poche risorse dirette dell’UE) ed efficiacia nella promozione di cambiamento. Spesso però gli SM si oppongono per via dei costi di implementazione.

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9
Q

Policy-making UE:

Quali organi hanno in carico la fase di Decisione?

A

Il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE (consiglio dei ministri settoriali di SM).

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10
Q

Policy-making UE:

Quali istituzioni si fanno carico della fase di implementazione?

A

Il grado di coinvolgimento dipende dal tipo di strumento. In ogni caso, per la fase di implementazione sono coinvolti la Commissione, i governi nazionali e sub-nazionali e le agenzie regolative.

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11
Q

Policy-making UE:

Quali istituzioni si occupano della fase di valutazione?

A

Se ne occupano la Commissione e la Corte di Giustizia.

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12
Q

Strumenti di regolazione comunitaria:

Quali sono i principali trattati, ovvero le fonti legislative primarie, che regolano l’UE?

I

A
  • 1957 - Trattato di Roma: prime misure per la costruzione dell’area di libero scambio
  • 1986 - Atto Unico Europeo: nuove competenze per le istituzioni UE (protezione ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori, ricerca e sviluppo, coesione economica e sociale
  • 1992 - Trattato di Maastricht: avvio dell’integrazione positiva; unificazione di istituti preesistenti, ampliamento di competenze UE in ambito di salute pubblica, protezione dei consumatori e formazione, introduzione della maggioranza qualificata (QMV).
  • 1997 - Amsterdam + 2001 - Nizza: ulteriore aumento di competenze
  • 2007 - Lisbona: chiara delimitazione delle competenze, divise in: *comunitarie (esclusive), concorrenti (UE+SM), nazionali *
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13
Q

Che differenza c’è fra integrazione positiva e negativa?

A

L’integrazione negativa si basa sull’eliminazione delle barriere in favore della costruzione di un mercato comune.
L’integrazione positiva si fonda sull’esplicitazione di principi e obiettivi comuni nella creazione di norme comuni.

Il Green Deal, che è un chiaro esempio di integrazione positiva, sarebbe stato impensabile negli anni ‘90.

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14
Q

Che differenza c’è tra politica distributiva e redistributiva? Fai qualche esempio.

A

La politica distributiva è quella in cui tutti i membri contribuiscono in egual misura e tutti ricevono lo stesso se rispettano i requisiti dell’UE. Alcuni esempi sono tutti i finanziamenti diretti (Horizon, Erasmus, …), che funzionano tramite bandi gestiti direttamente da UE.

La politica redistributiva indica il caso in cui tutti contribuiscono in egual misura ma chi è più bisognoso riceve di più. Il bilancio UE ne è un esempio.

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15
Q

Quali sono altre fonti di regolazione comunitaria oltre i trattati?

A
  • I programmi: quadri normativi non ancora realizzati (es. programma del mercato interno); generalmente decisi dalla Commissione Europea; insieme di proposte legislative, deadlines e criteri per un periodo di tempo preciso.
  • le sentenze della Corte di Giustizia Europea
  • Attività delle agenzie regolative (europee e nazionali)
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16
Q

La pressione regolativa:

Quali tipi di politiche rispondono al nome di hard law? Quali a soft law?
Descrivine gli strumenti e le differenze.

A

Hard law:
* Imposizione (regolamenti): impongono obiettivi e strumenti in maniera dettagliata;
* Direzione (direttive): impone obiettivi comuni, ma gli strumenti necessari per raggiungerli sono a discrezione statale (es. “create un sistema di governance partecipato”).

Soft law:
* Coordinamento (raccomandazioni, risoluzioni, dichiarazioni): è necessario adeguarsi ai criteri offerti per ottenere le risorse.
* Pressione non formalizzata (benchmarking, buone pratiche, reti di cooperazione): ad esempio, la pratica del ranking o il blaming and shaming sono strategie soft di benchmarking.

17
Q

Quali sono gli elementi costrituenti di una policy?
Elencali e descrivili brevemente.

A
  • Obiettivi: sono lo scopo della politica pubblica (ad esempio: convergenza, competitività, economia verde
  • Principi: sono gli assunti valoriali che dovrebbero essere preservati in tutte le azioni (ad es: coesione, integrazione, sostenibilità, parità di genere.
  • Procedure: sono le modalità operative con cui si perseguono gli obiettivi. Ad es: partenariato, partecipazione pubblica, networking.
  • Strumenti: sono i mezzi finanziari e/o regolativi con cui si esplica la politica. Ad es., fondi strutturali, programmi tematici
18
Q

Cos’è un policy-mix? Fai un esempio.

A

Il policy-mix è un insieme di obiettivi e strumenti diversi che vengono attuati insieme per raggiungere un obiettivo comune più ampio (obiettivo macro, sotto-obiettivi specifici in settori differenti ma complementari e con strumenti differenti ma complementari).
Ad esempio: Policy-mix del pacchetto “Clima ed energia” (hard per le grandi industrie + soft “Effort sharing decisions”) + “patto dei sindaci” (struttura e finanziamenti per valutazione e riduzione dell’inquinamento a livello locale)

19
Q

Dove si riscontrano le origini della strategia Europa 2020?
Come si sono sviluppate?

A
  • strategia di Lisbona (2000-2005): era incentrata principalmente sull’economia (“economia della conoscenza”)
  • strategia di Goteborg (2001-2006): si parla di “sviluppo sostenibile”, in linea con l’ONU, per la prima volta. Si declinava in:
    1. Riduzione emissioni
    2. Trasporti green e investimenti
    3. Migliorare sicurezza e qualità dell’ambiente

    Goteborg è rimasta separata da Lisbona, e un po’ in secondo piano, fino al GDE (in cui si è posta come strategia, e quindi con piani e programmi specifici). Pur avendo la cornice generale di commitment, di fatto le politiche europee non sono andate in quella direzione (mainstreaming: inclusione degli obiettivi sullo sviluppo sostenibile, annacquati e diffusi)
20
Q

Quando è nata la strategia Europa 2020 e quali erano le sue priorità?

A

La strategia nasce nel 2010, ed era valida per tutta la decade. Aveva tre priorità:
* Crescita intelligente: economia basata su conoscenza e innovazione (ricalca Lisbona)
* Crescita sostenibile: economia efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitiva
* Crescita inclusiva: economia ad alto tasso di occupazione che favorisca coesione economica e sociale

21
Q

Com’era impostata, da un punto di vista procedurale e valutativo, la strategia Europa 2020?

A

La strategia comprendeva al sua interno una serie di obiettivi specifici per singola priorità, così come 7 iniziative faro che si inserivano nelle aree tematiche dei macroobiettivi.
Da un punto di vista procedurale:
- Assistenza della commissione agli stati per l’elaborazione delle proprie strategie
- Il consiglio europeo si assume la piena titolarità della strategia
- Commissione valuta i progressi sugli obiettivi
- Garanzia di partenariato europeo
- Gli strumenti regolativi e finanziari interni ed esterni saranno mobilitati integralmente per conseguire gli obiettivi

Per la prima volta vengono fissati degli obiettivi (quantificativi) a livello comunitario.

22
Q

Cos’è il QSC e cosa stabilisce?

A

Il Quadro Strategico Comune è il documento con cui l’UE ha stabilito il modo in cui erogare i fondi SIE (fondi strutturali e di investimento europei) e il modo in cui questi contribuiscono alla strategia comune per la programmazione 2014-20.
In questo caso, per ottenere i fondi strutturali (addizionali a quelli statali) gli SM devono rispettare il patto di stabilità e dichiarare gli obiettivi dei propri programmi nazionali e regionali (POR e PON) in linea con il quadro strategico comune.

23
Q

In che modo si è modificato il QSC con l’elezione della nuova Commissione, presieduta dalla Von der Leyen, nel 2019? Quali aree tematiche sono state definite?

A

Con la nuova Commissione, la strategia Europa 2020 è stata rinnovata nei termini di un maggiore dettaglio e una maggiore enfasi sul principio di equità nella crescita e nella transizione.
Le aree tematiche sono:
1. Green Deal Europeo, per finanziare una transizione equa e sancire gli obiettivi e le strategie di neutralità climatica per il 2050
2. Economia al servizio delle persone: integrazione di transizione digitale e climatica nell’economia sociale di mercato europea; salario minimo comune in UE
3. Transizione digitale: politica industriale comune e miglioramento del quadro legislativo
4. Protezione dello stile di vita europeo: Rule of Law, patto su migrazione e asilo, promozione di competenze nella cittadinanza
5. Europa più forte del mondo: rafforzamento delle strategie per i paesi vicini e più centralità nei lavori della Commissione per la dimensione esterna.
6. Nuovo slancio per la democrazia europea: coinvolgimento dei cittadini nelle azioni dell’Unione, rafforzamento della cultura dello Stato di diritto dell’UE