PERCHÈ LEGGERE I CLASSICI Flashcards
I classici sono quei libri di cui si sente dire “Sto rileggendo” e non “sto leggendo”, perchè?
Ipocrisia da parte di chi si vergogna di ammettere di non aver mai letto un libro famoso. Ma il leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere diverso rispetto a leggerlo da giovane, perchè si apprezzano molti dettagli e livelli di significati in più.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma una ricchezza non minore per chi si riserba di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Le letture in gioventù infatti possono essere poco proficue per impazienza, distrazione, inesperienza e ci si ricorderebbe poco o nulla.
I classici sono libri che esercitano un’influenza particolare sia quando s’impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
Per questo ci dovrebbe essere un tempo della vita dedicato a rivisitare le letture della gioventù. se i libri sono rimasti gli stessi (ma anche loro cambiano in una prospettiva storica mutata) noi siamo certamente cambiati e l’incontro con essi sarà un avvenimento del tutto nuovo. quindi che si usi leggere o rileggere poco importa.
D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima. questa definizione è corollaria a?
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura. a quale formula esplicativa rimanda?
I classici sono quei libri che ci arrivano portando con sè la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sè la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (linguaggio o costume).
La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro in questione. invece c’è un capovolgimento di valori molto diffuso per cui l’introduzione, l’apparato critico, la bibliografia vengono usati come una cortina per nascondere quel che il testo ha da dire e che può dire solo se o si lascia parlare senza intermediari che pretendano di saperne di più di lui.
quindi un classico è un’opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sè, ma continuamente se li scrolla di dosso.
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
Non necessariamente un classico ci insegna qualcosa di nuovo che non sapevamo, a volte scopriamo qualcosa che avevamo sempre saputo ma non sapevamo che l’aveva detto lui per primo.
i classici non si leggono per dovere o per rispetto, ma solo per amore, solo se nasce la scintilla. tranne a scuola, che è tenuta a dare gli strumenti per esercitare una scelta futura.
Chiamasi classico un libro che si configura come equivalente dell’universo, al pari degli antichi talismani
ci si avvicina all’idea di libro totale, come sognava Mallarmè.
Il tuo classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
un classico può stabilire un rapporto di forte opposizione, qualcosa che ispiri desiderio di contraddirlo, di criticarlo, di litigare con lui.
un classico è un libro che viene prima degli altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia
questo vale sia per un classico antico che per uno moderno, che abbiano il proprio posto in una continuità culturale.
Perchè leggere i classici invece che concentrarci su letture che ci facciano capire più a fondo il nostro tempo? Dove trovare il tempo e l’agio della mente per leggere i classici?
Si può ipotizzare che una persona legga esclusivamente classici, senza aver altro da fare e senza contaminazioni di giornali, ultimi romanzi, inchieste… ma questo non sarebbe proficuo. L’attualità può essere banale e mortificante, ma è pur sempre il punto in cui situarci per guardare in avanti o in dietro. Si deve stabilire da dove li si sta leggendo.
è un classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno.
è un classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona.
L’ideale sarebbe leggere i classici sentendo l’attualità come il brusio fuori dalla finestra, che ci avverte degli ingorghi del traffico e degli sbalzi meteorologici. Resta il fatto che leggere i classici sembra in contraddizione con il nostro rimo di vita, che non conosce tempi lunghi.
Sarebbe possibile un’educazione come quella di Leopardi oggi?
No, è impensabile, soprattutto la biblioteca del conte Monaldo è esplosa. I vecchi titoli sono stati decimati, mentre i nuovi si sono moltiplicati. Ognuno dovrebbe inventarsi la sua biblioteca ideale dei classici, per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, per metà libri che ci proponiamo di leggere e presupponiamo possano contare. Poi lasciare una sezione vuota per le sorprese, le scoperte occasionali.
Cosa diceva Cioran?
Cioran è un pensatore contemporaneo che riportava che a Socrate, mentre stava imparato un’aria sul flauto, venne chiesto a cosa gli sarebbe servito e lui rispose “a sapere quest’aria prima di morire”.
possiamo trarne che leggere i classici è meglio che non leggere i classici.