LETTERATURA OGGI - BERTONI Flashcards

1
Q

Qual è la situazione attuale della letteratura?

A

Da un lato ci dicono che è un fenomeno sempre più marginale e irrilevante, minoritario (pochi ma buoni). Una letteratura che ha perso il suo prestigio, persiste solo nei programmi ministeriali e nelle materie scolastiche. Come ci riportano le statistiche ISTAT gli italiani leggono poco: i non lettori sono circa il 60% degli intervistati (nessun libro nei 12 mesi precedenti). La letteratura perde terreno anche nell’economia istituzionale e nei rapporti con l’università. il termine stesso scompare dai titoli di insegnamenti, dipartimenti e corsi di laurea, rimpiazzato da “cultura” contro l’avanzata di materie più tecniche e spendibili.

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2
Q

Partendo da Lavagetto, come invece possiamo dire che la letteratura è un trend ancora oggi?

A

Lavagetto in “Eutanasia della Critica” rifletteva sul fenomeno di quegli anni che vedeva i classici allegati ai quotidiani. Non si sa che cosa sia avvenuto con quei libri, se sono stati effettivamente letti o sfogliati, o solamente esibiti in salotto, ma intanto il dato sociologico è acquisito.
Ci sono anche altri fenomeni che lo dimostrano: le scuole di scrittura creativa, i romanzi sfornati da famosi, cantanti, attori, giornalisti, star del web. ma anche gli eventi pubblici come i saloni del libro, i festival della letteratura, le presentazioni, i premi letterari, i monologhi televisivi (come quelli di Saviano o quelli di Benigni con le sue letture dantesche da ascolti alle stelle). Ce lo dimostrano anche il gran numero di editori ( più di 1600), libri pubblicati (circa 60mila all’anno) e di copie stampate (250 milioni), dimostrando che ancora oggi il libro cartaceo batte l’e-book. Esiste insomma anche un’Italia che legge.
in generale, grazie alle nuove tecnologie della comunicazione e all’alfabetizzazione di massa, siamo di fronte a una diffusione senza precedenti della letteratura.

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3
Q

Quali sono i due fili di pensiero riguardo alla letteratura dal punto di vista emotivo?

A

Da un lato un sentimento malinconico di chi assiste al tramonto della letteratura, rimpiazzata da saperi pratici e tecnici, misurabili, produttori di reddito, più adatti a stare sul mercato. Dall’altro un senso di superiorità e di alterigia intellettuale, i custodi dei massimi monumenti della civiltà umana, la letteratura come specchio dell’identità nazionale.

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4
Q

Perchè non bisogna dare la colpa agli studenti?

A

Perchè significherebbe solo spostare il problema, crearsi degli alibi, fraintendere il senso di enormi trasformazioni strutturali e culturali che hanno cambiato lo statuto, il ruolo e la funzione sociale dell’educazione letteraria. Se sono cambiati gli studenti è perchè sono cambiate anche le tecnologie, le enciclopedie, gli orizzonti condivisi, le modalità di relazione, i ritmi di vita, le forme di percezione e attenzione, i modelli di sapere e tanto altro.

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5
Q

MIMESIS DI AUERBACH e il patto di lettura

A

è uno dei capolavori della critica novecentesca, percorre tre millenni di storia culturale europea con la fiducia che i grandi testi della tradizione letteraria ci offrano la chiave migliore per decifrare il senso della condizione umana, il destino dell’uomo nel mondo e nell’accadere storico. Fin dalle prime parole si fonda su un patto di lettura con tutti i lettori che hanno custodito con amore la nostra storia occidentale. Nell’incipit inizia già dicendo “I lettori dell’Odissea ricordano la scena…”, ma ad oggi, per quanti lettori questa presupposizione può essere considerata ovvia?

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6
Q

Cosa intende Calvino dicendo che “la biblioteca del conte Monaldo è esplosa”? Cosa si intende con Biblioteca di Babele?

A

Italo Calvino in “Perchè leggere i classici” si limita a constatare un dato di fatto, cioè la scomparsa di un certo modello di sapere, educazione, articolazione della cultura e relazione con i testi come quello simboleggiato dalla biblioteca del padre di Leopardi, la cui educazione è ad oggi impensabile.
Quando la biblioteca esplode, anche le gerarchie tradizionali saltano, i principi di classificazione cambiano. Più che la biblioteca di Monaldo subentra l’idea di Biblioteca di Babele, titolo di un racconto di Borges. Ci troviamo davanti a un labirinto in continua e indefinita espansione. La letteratura diventa quindi una delle tante componenti del “discorso sulla cultura” dilatandosi su un orizzonte mondiale, non più nazionale, interagendo anche con altri codici, arto, saperi…

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7
Q

che cosa ha reso possibile l’estensione della letteratura su un orizzonte mondiale?

A

tutto questo è stato reso possibile da grandi fenomeni socioeconomici: alfabetizzazione di massa, scomparsa delle elite, aumento della produzione, sviluppo tecnologico, crescita illimitata dei consumi di merci e di esperienze culturali.

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8
Q

Cosa si intende per Enciclopedia aperta secondo Calvino?

A

Calvino in “Lezioni americane” dice che ciò che prende forma è l’enciclopedia aperta, ma questo contraddice il termine di enciclopedia. esso infatti nasce etimologicamente dalla pretesa di esaudire la conoscenza del mondo racchiudendola in un circolo.
I libri moderni nascono dal confluire e scontrarsi con molti metodi interpretativi, modi di pensare, stili di espressione.
Se questo era già vero nel 1985, immaginiamo oggi dopo un’ulteriore disseminazione dei saperi e uno sviluppo dei sistemi educativi.

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9
Q

Quali sono le nuove parole-chiave codificate dal discorso culturale contemporaneo?

A

Contaminazione, ibridazione, meticciato, nomadismo. Nulla quindi è semplice, unico, ordinato, originario. Ogni esperienza sociale o culturale si svolge attraverso una pluralità di canali comunicativi, supporti materiali, codici, generi, forme espressive.
La Comparatistica rivolge grande attenzione ai rapporti inter artes tra la letteratura e le varie arti, sia quelle più tradizionali (teatro, musica, pittura) che quelle più innovative (fotografia, cinema, tv, fumetto, videoarte, computer graphic).

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10
Q

esempio: Don DeLillo

A

scrittore cresciuto alla scuola di James Joyce, che crede nel potere specifico della parola e investe nella potenzialità del linguaggio verbale, ma convinto che la scrittura letteraria debba farsi strada in un magma intersemiotico, intreccio di codici e linguaggi in cui la componente visuale ha assunto un ruolo preponderante.
In fin dei conti la nostra è una cultura dominata dalle immagini.
Un personaggio di un suo romanzo, I nomi, ammette che il ventesimo secolo è su pellicola, è il secolo filmato. siamo costantemente filmati, ci osserviamo.

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11
Q

Quale sconvolgimento segna l’Occidente negli anni 80, dando inizio a un nuovo tipo di società?

A

Il riassetto delle economie occidentali che entrano in una nuova fase, postfordista o tardo capitalista, che trasforma le logiche produttive ma anche il ruolo della cultura in rapporto alla società. Abbiamo ad oggi una società dell’informazione, i mezzi di comunicazione di massa e le nuove tecnologie digitali che iniziano a colonizzare le abitudini quotidiane, con una escalation infinita di cui misuriamo gli effetti intorno a noi oggi.
Quindi lo sviluppo delle moderne società di massa, l’estensione dell’accesso al sapere e l’affacciarsi di una quantità di persone prima impensabile sulla scena del consumo culturale hanno portato più persone a godere di quei prodotti che in epoca passata erano riservati a gruppi ristretti.
Fino al primo novecento avevamo una frattura netta tra cultura alta e bassa, letteratura elitaria, d’avanguardia e letteratura popolare, commerciale (la paraletteratura), che ad oggi tendono a cadere lasciando lo scenario a una letteratura di massa, che si rivolge a un pubblico interclassista

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12
Q

Come chiamavano il pubblico prima e come lo chiamiamo ora?

A

con l’immagine caricaturale dell’intellettuale dalla fronte alta (highbrow) e il popolano dalla fronte bassa (lowbrow). Il nuovo protagonista è il middlebrow, mediamente colto e informato, destinatario di una produzione editoriale di livello intermedio MIDCULT.

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13
Q

Cosa c’entra la Biblioteca di Babele con la globalizzazione?

A

la Biblioteca di Babele oltre ad abbattere le frontiere gerarchiche e sociali, è esplosa anche sull’asse orizzontale e geografico, in coincidenza con quel fenomeno economico e politico chiamato globalizzazione. Tutto questo sta rendendo obsoleta la letteratura nazionale. L’editoria, le politiche della traduzione, le istituzioni culturali e una parte della critica letteraria stanno ormai ragionando in termini di letteratura mondiale, categoria introdotta da Goethe con “Weltliteratur”.
molti editori ragionano ormai su doppio canale, progettando libri destinati contemporaneamente al mercato locale e a quello internazionale. Le politiche e le pratiche della traduzione sono diventate un settore strategico nel dialogo tra culture.

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14
Q

Quali sono le nuove metafore entrate in uso per la letteratura 2.0?

A

nativi digitali e immigrati digitali, quasi come stranieri sbarcati da un altrove non geografico ma antropologico e culturale. questa innovazione nella diffusione e trasmissione del sapere si può dire superiore alle due precedenti (invenzione della scrittura e della stampa) per l’impatto sociale.
l’universo digitale costituisce una vera epistemologia, nuova configurazione della conoscenza che ridefinisce il nostro rapporto con il mondo.
alcuni annunciano addirittura l’avvento di una nuova specie: l’homo technologicus.
è importante perchè i vecchi media non vengolo semplicemente sostituiti, ma vengono integrati, combinati, modellati da quelli nuovi, secondo un processo definito Rimediazione.

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15
Q

Qual è il pensiero di Walter Benjamin in “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”?

A

Le tecnologie trasformative cambiano il modo stesso in cui guardiamo, rappresentiamo, facciamo esperienza del mondo. Ci mostrano porzioni del reale che prima erano invisibili. La riproducibilità tecnica dissolve quell’aura, ovvero quell’alone quasi sacrale di prestigio, distanza e stupore, che avvolgeva l’opera tradizionale, unica, originale, autenticità irripetibile.
qualunque contenuto verbale, visivo o sonoro può istantaneamente essere copiato, postato, condiviso, serializzato e remixato.

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16
Q

Qual è la metafora delle due galassie?

A

Una è quella di Gutenberg e l’altra è quella digitale. da un lato le tradizionali opere a stampa, dall’altro i contenuti volatili e immateriali che viaggiano sui nuovi dispositivi.

17
Q

Quali sono i nessi tra rivoluzione digitale e letteratura?

A

bisogna analizzare questa relazione attraverso quattro prospettive: l’autore e la produzione di testi; il lettore e le modalità di ricezione; gli studi letterari accademici; la critica di stampo occasionale e valutativa (militante).

18
Q

Cosa possiamo dire sull’autore 2.0?

A

Chiunque tramite blog, siti personali, social network può pubblicare testi e contenuti letterari sul web. Questo ha promosso la nascita di nuovi generi come la poesia e la narrativa ipertestuale o come il romanzo collettivo, scritto da più autori che lavorano insieme a contatto di rete (come il progetto Scrittura Industriale Collettiva con lo slogan “Tutti scrivono tutto”).

19
Q

Cosa bisogna dire sul lettore 2.0?

A

Ha un ruolo più attivo, o interattivo, come clickare un link o fare scelte narrative. Può modificare il percorso, saltare da una porzione testuale all’altra, scomporre, frammentare, riconnettere. Tutto questo va a dissolvere la tradizionale esperienza del leggere, fondata sulla sequenzialità.

20
Q

Cosa si può dire sugli studi letterari accademici?

A

La nascita di una nuova disciplina chiamata informatica umanistica (o digital humanities). Gli strumenti informatici stanno cambiando la natura del lavoro di ricerca, grazie ad archivi sterminati e a strumenti di interrogazione dei testi che riducono il lavoro manuale dispendioso che prima si faceva su carta. Vi sono banche dati bibliografiche, enciclopedie online, reperti di opere digitali o edizioni critiche ipertestuali alla portata di qualunque studioso.

21
Q

Cosa si può dire sulla critica in rete?

A

Ci sono siti, webzine, newsletter, social network e blog letterari. Tra i colossi cita aNobii, che è un grande social network letterario in cui una comunità virtuale immensa di lettori si trova per commentare, recensire, valutare libri.
I critici di professione non servono più, ognuno può dire la sua.

22
Q

Cosa vuol dire l’esempio dell’Orlando Furioso riguardo all’attrito?

A

Ludovico Ariosto ha scritto 46 canti di circa 1300 pagine nell’edizione tascabile. Ma com’è possibile ad oggi regalare tante ore di vita a questo libro, mentre siamo inghiottiti da squilli, notifiche, messaggi?
è una sfida: quella di straniare la nostra attuale percezione del mondo con un’esperienza che ci costringe ad altri ritmi di pensiero e di vita.

23
Q

La letteratura è davvero morta?

A

Non è la letteratura ad essere morta, ma la modalità di esistenza della letteratura.

24
Q

Qual è il pensiero di Jameson?

A

Jameson riprende la periodizzazione dell’economista Mandel per descrivere l’ultima modifica sistemica del capitalismo, una terza fase dopo quella mercantile e imperialista, ovvero la forma più pura del capitale emersa fino ad ora. A definirla sono alcuni fenomeni tipici del mondo in cui viviamo: nuove forme di organizzazione d’impresa, multinazionali e transnazionali; l’aumento delle attività bancarie e finanziarie; la smaterializzazione del capitale; nuove forme di comunicazione a livello globale; lo spostamento della produzione di beni materiali verso le aree più sviluppate del Terzo mondo.

25
Q

Cosa diceva lo slogan della Tatcher?

A

Nel suo slogan con cui sono state imposte le politiche neoliberiste di Margaret Tatcher nell’Inghilterra degli anni 80: There is no alternative. Ovvero, il mercato è nella natura dell’uomo.

26
Q

Che cos’è la letteratura in questo capitalismo cognitivo (che preesiste nell’uomo)?

A

La letteratura è una delle tante sue componenti. La smaterializzazione e delocalizzazione dei processi produttivi ha portato infatti le economie dei paesi ricchi a investire sulla produzione e gestione delle conoscenze. Ma è un quadro in cui parlare di grandi libri, monumenti perenni rischia di essere ridicolo.

27
Q

Qual è il legame di merce e cultura?

A

Non esiste più un altrove della merce, quindi non è la cultura ad essere mercificata, ma è la merce stessa a diventare cultura.

28
Q

Cosa possiamo trarre da Il conte di Montecristo di Calvino?

A

Il conte di Montecristo è uno dei racconti più belli di Calvino, che riscrive il romanzo di Dumas, ma condensato in poche pagine, lo riduce alla sua parte più suggestiva compiendo un’opera di sottrazione.
La riscrittura di Calvino ruota intorno al Capire che forma ha il mondo. Dantès è prigioniero e l’unico modo per uscire è capire come è fatta la prigione. Ma forse la sua fuga è impossibile perchè in realtà non esiste un fuori, ma la fortezza si espande all’infinito. Per fuggire bisogna mettere a confronto la fortezza vera con una congetturale. se saranno uguali sarà impossibile fuggire, ma basterà individuare un solo punto in cui non coincidono per trovare la via di fuga.

29
Q

Umberto Eco, Apocalittici e integrati?

A

In questo libro vengono esposte due categorie: da un lato chi difende nostalgicamente la tradizione umanistica, dall’altro chi aderisce euforicamente alle logiche dell’industria culturale.

30
Q

Cosa intendiamo per Crisi della Critica?

A

è un’interrogazione sul ruolo, lo statuto e la perdita di funzione della critica letteraria che da più di 20 anni segna in particolare il dibattito italiano, a partire da un libro di Cesare Segre, Notizie della Crisi.
Mentre da un lato alcuni studiosi cercano ansiosamente di ritrovare le ragioni dell’impegno e della critica militante in un quadro che è socio-culturalmente cambiato, la maggior parte dei critici accademici si chiude in sè e continua a scrivere libri e saggi che hanno come pubblico altri critici (che raramente li leggono) o studenti che li studiano per poi dimenticarsene.

31
Q

Cosa hanno in comune Critica e Crisi?

A

Hanno la stessa radice etimologica, derivando da un verbo greco che significa sia separare, che scegliere, decidere, giudicare.
Le due nozioni sono strettamente legate, tanto che si potrebbe dire che ogni vera critica si manifesta nel modo della crisi. Parlare di crisi della critica è quindi ridondante. In periodi di crisi ci può essere ogni sorta di approccio alla letteratura, ma non ci può essere una critica.
Non esiste critica autentica che non viva in una situazioni di instabilità categoriale, che non metta in dubbio i presupposti, i metodi e gli obiettivi del suo operato.
Per questo possiamo dire che la crisi della critica con cui si scontrano da decenni gli intellettuali non sia una crisi ma una paralisi.

32
Q

è giusto quindi celebrare solo il presente?

A

No, perchè per sviluppare davvero l’intelligenza serve un atteggiamento inclusivo, critico e strategico. Celebrare solo il presente seppellendo il passato è altrettanto sterile come rinchiudersi nel culto di Shakespeare o Dante.
Il rischio è la perdita del senso storico e la rinuncia a un immenso patrimonio di opportunità culturali, non importa se migliori o peggiori, ma sicuramente altre e diverse rispetto a quelle accessibili e diffuse ad oggi.
Se è sbagliato demonizzare l’industria culturale, è altrettanto sbagliato cavalcarla a scapito di una tradizione che può fornire paradigmi alternativi a quelli dominanti oggi. Questo non vale solo per la letteratura, ma anche per un film muto, una foto in bianco e nero, un fumetto degli anni 50.

33
Q

Che cos’è che si sta atrofizzando?

A

Lo spirito critico, più che la critica come disciplina.
Si può rinunciare alla critica come istituzione, ma non alla capacità di fare domande, di mettere in discussione, di smontare le narrazioni dominanti…
Ormai siamo tanto ossessionati dalle valutazioni, a scuola, a lavoro, su e-Bay, TripAdvisor, ma allo stesso tempo siamo lontani dalla coscienza critica del giudizio, che è tutt’altra cosa. Sta a noi cambiare lo stato delle cose, ricordandoci che intorno a noi si continua a produrre buona e spesso ottima letteratura, ci sono in giro ancora tanti grandi scrittori e altri verranno in futuro, dovremmo solo iniziare ad ascoltarli.