Patologia genetica Flashcards

1
Q

Malattia ereditaria

A

Malattia genetica che può essere trasmessa ai propri figli, in modo dominante o recessivo, attraverso i propri gameti (spermatozoo ed ovocellula).
Una malattia ereditaria è sempre genetica, mentre una malattia genetica non è necessariamente ereditaria, inoltre le malattie ereditarie sono sempre genetiche, invece le malattie congenite non sono tutte necessariamente genetiche. Infine, sia le malattie genetiche che ereditarie possono essere congenite o no, in base alla presenza o assenza alla nascita

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1
Q

Malattia genetica vs malattia congenita

A
  • Congenita: patologia qualsiasi presente dalla nascita => può essere genetica o meno e quindi trasmessa o no dai genitori alla prole (es malformazione gravidanza non è genetica)
  • Genetica: un’alterazione a livello genico che può essere o meno congenita / ereditaria (è ereditaria se coinvolge la linea germinale)
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2
Q

Classificazione Malattie Genetiche

A
  • Monogeniche
  • Citogenetiche
  • Poligeniche multifattoriali
  • Genetiche mitocondriali
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3
Q

Malattie genetiche Monogeniche
- classificazione

A

Malattie monogenetiche a trasmissione mendeliana classica:
Figura 24
Patologia Generale
- Autosomiche dominanti
- Autosomiche recessive
- Dominanti legate all’X
- Recessive legate all’X
- Legate all’Y: in realtà queste sono tutte legate a fenomeni di sterilità, quindi non passano mai alla prole.

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4
Q

Patologie autosomiche dominanti
- Fenotipo patologico
- Soggetti colpiti
- Molecole coinvolte + spesso
- Tipologie effetti mutazioni

A

Il fenotipo patologico è Aa; aa.
Si manifesta se almeno uno dei due genitori è malato ed è indipendente dal sesso.
Il più delle volte coinvolge proteine che appartengono a vie metaboliche complesse.
Possono essere mutazioni:
* Loss of function: la proteina non funziona. L’ipercolesterolemia familiare è un caso di loss of function;
* Gain of function: la proteina funziona di più.

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5
Q

Definizione penetranza

A

Per un carattere dominante è definita come la proporzione di portatori obbligati dalla mutazione (eterozigoti) che esprimono il fenotipo. Se una malattia ha una penetranza del 90% significa che il portatore (carrier) dell’allele mutato ha il 90% di probabilità di esprimere la malattia a livelli clinici osservabili.

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6
Q

Espressività variabile

A

Manifestazione più o meno marcata di un fenotipo dovuto ad un allele mutato.
Geni mutati con effetti pleiotropici, che coinvolgono diversi organi e apparati, mostrano un’espressività variabile dovuta a fattori ambientali che condizionano attraverso l’epigenetica l’espressione di quel gene.
Ad esempio, se è presente un gene mutato ma l’espressione di questo gene viene repressa attraverso l’epigenetica => effetto mutazione non visibile

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7
Q

Patologie autosomiche recessive

A

Fenotipo aa
es. Fibrosi cistica
es. anemia falciforme

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8
Q

Patologie legate al cromosoma X

A
  • Maschio: se presente il cromosoma X malato, il maschio è sempre malato
  • Femmina: avendo due cromosomi X e considerando che uno dei due è inattivato, dipende se l’allele malato è nel cromosoma attivo o inattivo.
    Un esempio è la distrofia di Duchenne e la distrofia di Becker
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9
Q

Mutazioni monogeniche
- causa
- tipologie
- Sede

A

Causa: mutazioni submicroscopiche (visibili solo sequenziando il genoma al contrario delle mutazioni submicroscopiche)
Tipologie:
- puntiformi
- di frameshift
- delezioni parziali o complete del gene
Sede:
- regioni codificanti (esoni)
- regioni non codificanti (promotori / enhancers / introni / 5’UTR / 3’ UTR)
- geni per proteine splicing alternativo

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10
Q

Mutazioni da triplette ripetute
- meccanismo di ereditarietà
- Quadri clinici associati
- sede
- Fenotipi
- Formazione triplette
- Quali triplette

A

SMutazioni dinamiche
Non seguono ereditarietà mendeliana
Ampia classe
Associate a quadri neurodegenerativi
Sede:
- regioni codificanti
- regioni non codificanti
Fenotipo:
- fenotipo patologico non sempre presente, a meno che non sia sopra un certo valore soglia
– nella fase di pre-mutazione = quadro non sempre patologico
– se superamento si avranno fenotipi patologici
Formazione triplette ripetute:
- x errore durante sintesi DNA: su template si forma ansa su filamento nuovo => ripetuta trascrizione di un segmento
- > durante gametogenesi => fenotipo patologico può manifestarsi/aggravarsi con progredire delle generazioni (Anticipazione)
Quali triplette sono ripetute?
- quasi sempre con C e G es. codone CAG x glutammina (tipico di malattia da poli-glutammine)

MAGGIORE È IL NUMERO DI TRIPLETTE E MAGGIORE È P DI ULTERIORE ESPANSIONE

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11
Q

Sindrome X fragile
- Classificazione
- incidenza
- Anticipazione?
- Mutazione
- Fenotipo
- Meccanismo
- Sintomatologia

A

Sindrome non rara da espansione di triplette,
Incidenza di 1/3000 soggetti di sesso maschile e 1/4000-6000 soggetti di sesso femminile,
- Seconda causa di ritardo mentale ereditario più frequente, dopo la sindrome di Down
- Anticipazione: Sì
- Cromosoma X ha zona non colorabile in bandeggio cromosomi per una fragilità della struttura stessa che altera capacità tintoriali (patognomonica)
- Mutazione
– FMR1 codificante per FMRP (RNA-Binding-Protein) (soprattutto in SN e testicoli)
– Tripletta: CGG in 5’UTR (99%)
- Fenotipo
– sano se n° ripetizioni < 50
– pre-mutato se 50< n° ripetizioni >200
– malato se n° ripetizioni >200
- Meccanismo
– metilazione promotore => soppressione espressione prot. (LOF)
– proteina non fa + da shuttle xRNA tra nucleo e citosol
– produzione di molte proteine anomale responsabili di un’alterazione della funzionalità sinaptica e di una perdita di plasticità neuronale, quindi dell’incapacità delle cellule neuronali
di mediare e trasdurre segnali
Sintomatologia sviluppato a partire da pubertà:
- macrocefalia,
- faccia allungata,
- orecchie sporgenti,
- lassità articolare,
- macro-orchidismo;
- i bambini, soprattutto di sesso maschile, soffrono di ritardo mentale

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12
Q

Distrofia miotonica
- Incidenza
- Anticipazione
- Ereditarietà
- Mutazione
- Meccanismo
- Fenotipo

A
  • Incidenza: comune inn adulto (2° distrofia + comune dopo Douchenne)
  • Anticipazione: sì
  • Ereditarietà: autosomica dominante
  • Mutazione
    – Tripletta: CTG amplificata in 3’UTR durante oogenesi
  • Sintomatologia
    – Progressiva perdita di massa muscolare e miotonia (difficoltà nel rilassamento dopo contrazione)
  • Meccanismo
    – mancata sintesi della proteina miotonina fosfochinasi con l’accumulo nucleare di mRNA tossici espansi,
    – interferiscono con la sintesi di altre proteine => effetto “in trans” dal momento che il meccanismo patogenetico interessa anche altre proteine che vengono sequestrate da parte degli aggregati ribonucleoproteici (detti, “foci”) di proteine importanti per lo spliceosoma
  • Fenotipo
    – normale se ripetizioni < 36
    – pre-mutato se 36<ripetizioni<49
    – patologico lieve se 50<n°<150 (sì sintomi ma non gravi)
    – intermedio 150<n°<1000
    – congenito n°>1000 (si esprime alla nascita)
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13
Q

Corea di Huntington

A
  • Incidenza: 3-7/100000 ma minore negli asiatici
  • Trasmissione: autosomica dominante (97%) o de novo (3%)
  • Diagnosticabile per diagnosi genetica
  • Mutazione:
    – Tripletta: CAG per prot. huntingtina
    – Amplificazione durante spermogenesi (ereditata da padre)
  • Meccanismo:
    – prot anomala ha un tratto poliglutammico che conferisce fenotipo tossico
    – huntingtina regola la trascrizione e la traduzione di fattori neurotrofici, tra cui NGF e BDNF => prot anomala inibisce sopravvivenza neuronale & dà accumulo & stimola acetilazione istoni alterando meccanismo epigenetico di regolazione dell’espressione genica
    – degenerazione e perdita neuroni gangli della base => perdita funzione cognitivo-motoria
  • Quadro clinico
    – esordio a 35-50 anni o meno (forma giovanile)
    – disturbi psichiatrici sono campanello d’allarme prima di quelli fisici
    – movimenti incontrollati deambulazione e mani
    – rigidità
    – lenteza movimenti
    – difficoltà nella parola
    – alterazioni cognitivo- psichiatriche,
    – disturbi maniaco-depressivi e aggressività che impattano sulla vita sociale.
    – Deperimento è progressivo e le complicazioni più gravi, soprattutto a livello cardiaco, si presentano dopo 10-15 anni dalla diagnosi, con prognosi di morte.
  • Fenotipo:
    – sano <11
    – pre-mutazione 11<n°<40
    – patologico >40 (nelle forme giovanili espansione è + alta)
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14
Q

Classificazione mutazioni

A
  • Mutazione missenso (cambio aa)
  • Mutazione nonsenso (cambio codone per uno di STOP): trascritti riconosciuti solitamente da Non-sense-mediated-decay
  • Mutazione frameshift per inserzione
  • Mutazione frameshift per delezione
  • Mutazioni degli splice Acceptor Sites: alla fine e inizio di esoni, se mutati si ha esclusione esone
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15
Q

Malattie ereditarie metaboliche

A

Mutazioni patogenetiche che causano perdita parziale o totale di un enzima o una proteina chiave in una determinata via metabolica all’interno della cellula
- Incidenza: 1/1000 rare
- Tipologie: +500 con caratteristiche molto comuni / evoluzione rapida / prognosi negativa
- Conseguenze:
– accumulo di metaboliti a monte del punto in cui l’enzima è stato inattivato;
– riduzione dei metaboliti a valle del blocco enzimatico, talvolta con l’attivazione di vie metaboliche
collaterali che portano alla produzione di metaboliti tossici.
Malattie ereditarie monogeniche sono un esempio di come dei composti endogeni possano diventare tossici accumulandosi in ambiente intracellulare

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16
Q

Classificazione malattie metaboliche

A
  • sulla base biochimica: classe di metaboliti nelle quali l’alterazione genetica causa una disfunzione (carboidrati, amminoacidi, lipidi, basi azotate e glicosilazione)
  • sulla base di quali organelli coinvolge (nei quali si manifesta alterazione). (lisosomiali, perossisomiali, mitocondriali)
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17
Q

Sintomatologia malattie ereditarie metaboliche

A
  • Multisistemiche
  • esordio neonatale (prognosi grave)
    – Difficoltà nell’allattamento e nella nutrizione
    – Vomito ricorrente
    – Acidosi metabolica
    – Disturbi del tono muscolare
    – Ritardo mentale
    – Convulsioni
  • esordio nei primi anni di vita
    – Ritardo della crescita
    – Epatomegalia
    – Cardiomegalia
    – Anomalie nello sviluppo scheletrico (in alcuni casi)
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18
Q

Terapia malattie ereditarie metaboliche

A

Possibile solo se diagnosi precoce
- Prevenzione: screening metabolici neonatali obbligatori mediante prelievo goccia di sangue da tallone e uso spettrometria di massa per misurare diversi metaboliti nel sangue
- Test secondo livello:
– Biochimico;
– enzimatico, in cui si misura l’attività dell’enzima che si pensa essere compromesso nell’individuo; di solito viene misurata nei leucociti se si effettua un prelievo di sangue, o mediante una biopsia cutanea, in cui si fa una coltura di fibroblasti (essendo più invasiva si predilige il prelievo di sangue);
- Terzo livello: Genetico, la “prova definitiva”.

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19
Q

Aminoacidi

A
  • Essenziali (9): assunti con dieta grazie a proteine animali e prot. vegetali
    – costituiscono e riparano tessuto muscolare
    – sono precursori molecolari per formazione neurotrasmettitori
  • Non essenziali (11): prodotti in maniera endogena da carboidrati e altri aa
    – formano altre componenti nell’organismo
    – possono essere sfruttati come fonte di energia.
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20
Q

Malattie ereditarie metabolismo aminoacidi
- Trasmissione

A

Ereditarietà autosomica recessiva (AR)
- Principale: fenilchetonuria (elevata frequenza)
– alterazione gene PAH (puntiformi o delezioni dell’intero gene)

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21
Q

Meccanismo Patologico Fenilchetonuria
- Soggetto sano
- soggetto affetto
- sintomi
- terapia

A
  • Soggetto sano: Fenilalanina viene in parte utilizzata per produrre proteine dell’organismo che incorporano questo amminoacido e in parte viene metabolizzata dall’enzima fenilalanina idrossilasi e convertita in tirosina
  • Malato: accumulo a monte di fenilalanina nel sangue e nei tessuti, a causa di un difetto del gene che codifica per l’enzima PAH, da cui consegue una carenza di tirosina, poiché l’enzima non è in grado di produrla.
  • Sintomi:
    – i bambini nascono apparentemente normali, ma dopo qualche settimana presentano livelli aumentati di fenilalanina, che porta ad un’alterazione dello sviluppo normale del cervello. I sintomi con cui si presenta la malattia nei bambini piccoli sono: intelligenza minore, disturbi del comportamento, scarsa memoria;
    – in età scolastica i sintomi sono: problemi nel mantenere l’attenzione e nell’apprendimento, irritabilità, cattivo umore;
    – in età adulta: i sintomi si trascinano fino all’età adulta, come: difficoltà nell’attenzione, scarsa memoria, difficoltà nel parlare, problemi nel comportamento, difficoltà nel mantenere un lavoro
    DEFICIT > A LIVELLO DEL SN (SVILUPPO CEREBRALE)
  • Terapia: dieta per riduzione drastica o eliminazione fenilalanina + integrazione tirosina mantenuta per tutta la vita
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22
Q

Principale malattia ereditarie del metabolismo dei lipidi

A

Ipercolesterolemia familliare

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23
Q

Ipercolesterolemia familiare
- ereditarietà
- incidenza
- caratteristiche
- conseguenze patologiche
- Meccanismo
- Segni

A
  • ereditarietà: autosomica dominante
  • incidenza: 1/500
  • caratteristiche: livelli elevati di colesterolo ematico “cattivo”(>800mg/ml), ovvero quello associato a LDL (colesterolo buono è quello delle HDL)
  • conseguenze patologiche: è fattore di rischio per arteriosclerosi
  • Meccanismo: mancanza o riduzione presenza recettore LDL, ovvero recettore per ApoB100
  • Segni: xantoma: deposizioni giallastre di materiale ricco in colesterolo che si manifestano a livello cutaneo, soprattutto a livello delle estremità. Tali depositi contengono macrofagi, dall’apparenza schiumosa al microscopio, che hanno precedentemente inglobato dei lipidi.
    – xantelasmi: placche giallastre che compaiono a livello delle palpebre, anch’esse dovute ad un accumulo di colesterolo. Possono essere presenti anche in assenza di ipercolesterolemia, in soggetti anziani per accumulo progressivo di lipidi dovuto all’età.
    – Arco Corneale: placche giallastre che compaiono a livello delle palpebre, anch’esse dovute ad un accumulo di colesterolo. Possono essere presenti anche in assenza di ipercolesterolemia, in soggetti anziani per accumulo progressivo di lipidi dovuto all’età.
    – Sviluppo malattie cardiovascolari (infarto e ictus)
24
Q

Azione Recettore per ApoB100

A
  1. La proteina apoB-100 (espressa sulla superficie delle LDL) lega il recettore, iniziando l’endocitosi.
  2. Endocitosi delle LDL da parte delle cellule che esprimono il recettore per le LDL (receptor-mediated endocytosis of LDLs).
  3. Una volta endocitata l’LDL viene internalizzata in endosomi ricoperti di clatrina.
  4. Endosomi si fondono con i lisosomi e in questo modo vengono rilasciati nella cellula amminoacidi, acidi grassi e colesterolo.
  5. Colesterolo è usato per sintesi membrane e sopprime la produzione endogena di colesterolo inibendo il HMG-CoA Reduttasi
    > PT.E CELLULE CHE ESPRIMONO LDLR SONO EPATICHE
    Il recettore delle LDL solitamente viene riutilizzato e torna a essere espresso sula superficie della membrana plasmatica della cellula.
    LDL sono messaggeri d lipidi
25
Q

Patogenesi Ipercolesterolemia familiare

A

In mancanza del recettore per le proteine ApoB100 e E non si ha l’internalizzazione delle LDL e del colesterolo ematico =>
- LDL fagocitate da monociti che poi si depositano su pareti vasi a formare ateromi
- LDL fagocitate da Macrofagi tissutali che diventeranno cellule schiumose e si accumuleranno a formare xantomi (formazione parafisiologica sottocutanea, normalmente macrofagi non fagocitano lipidi)
- non si avrà una inibizione della produzione di colesterolo endogeno
5 tipi di mutazioni di LDLR:
1. CLASSE 1: varianti che presentano delezioni complete di questo gene, per cui non viene prodotto l’LDL receptor. Si tratta di alleli null;
2. CLASSE 2: mutazioni che fanno in modo che ci sia un difetto nel trasferimento della proteina LDL receptor dal Reticolo Endoplasmatico al Golgi. Il trasporto ostacolato nella cellula impedisce alle molecole del recettore di raggiungere la superficie della cellula stessa. Si tratta di alleli transport- defective;
3. CLASSE 3: mutazioni puntiformi che compromettono il binding con un ligando (cioè con la apolipoproteina apoB-100). Si tratta di alleli binding-defective;
4. CLASSE 4: le mutazioni colpiscono il recettore delle LDL senza compromettere il legame delle particelle al loro recettore, ma impedendo il clustering delle LDL in microdomini, che costituiscono la base per la loro endocitosi (vedi immagine precedente: una volta che le LDL legano il recettore vengono poi endocitate). Dunque, questo tipo di mutazioni subdole ostacolano l’endocitosi delle LDL. Si tratta di alleli internalisation-defective;
5. CLASSE 5: mutazioni che fanno in modo che il complesso LDL-LDLR rimanga negli endosomi, impedendo ai recettori di ricircolare alla membrana plasmatica (il recycling del recettore è importante poiché permette alla cellula di legare nuove LDL e compiere un nuovo processo di endocitosi). Si tratta di alleli recycling-defective.

26
Q

Malattie ereditarie metaboliche: galattosemia
- trasmissione
- meccanismo
- origine del galattosio
- funzione e metabolismo galattosio
- malattia + comune

A
  • autosomica recessiva
  • Origine galattosio: introduzione con dieta di lattosio che viene scisso da lattasi in galattosio e glucosio
  • Galattosio è scisso a livello intestinale in lattosio e glucosio
  • Meccanismo: mutazioni che inattivano enzimi chiave del metabolismo del galattosio (che convertono galattosio in UDP-glucosio):
    – GALK1 (galattochinasi): effettua prima fosforilazione galattosio
    – GALT (galattosio-1-fosfato uridiltransferasi): effettua seconda fosforilazione
    – GLAE UDP-galattosio-4-epimerasi: converte galattosio in glucosio
  • Galattosemia + comune coinvolge GALE (Galattosemia di tipo 1)
27
Q

Malattie metaboliche ereditarie: glicogenosi (Glycogen storage deseases)

A
  • Trasmissione: autosomica dominante
  • Incidenza: da 1/40000 a 1/800000 nati
  • Caratteristiche generale: accumulo di glicogeno
  • Forme:
    – Malattia di Pompe (+ comune): assenza disturbi metabolici
    – malattia di Von Gierke
    – malattia di Cori
  • Sintomi diversi a seconda del gene colpito
28
Q

Metabolismo del glicogeno

A

-Enzimi:
– Glicogeno sintasi, per la sintesi del glicogeno;
– Branching enzyme responsabile della formazione dei polimeri ramificati;
– Glicogeno fosforilasi, per la destrutturazione del glicogeno, accompagnata dal debranching enzyme
– glucosio-6-fosfatasi: fondamentale per garantire export glucosio in vasi
- Ormoni regolatori:
– gllicogeno sintase indotta da Insulina (scopo: aumento uptake glucosio da vasi a spazio intracellulare)
– Glucagone agisce su fegato
– epinefrina agisce su muscolo per regolare glicogeno-fosforilasi e livelli di AMP
- Glucosio-6-fosfato liberato diventa:
– glucosio
– piruvato tramite glicolisi e diventare lattato o entrare in Krebs e respirazione mitocondriale

29
Q

GSDII o Malattia di Pompe

A
  • È una lysosomal storage desease (glicogeno si accumula in lissomi)
  • Gene GAA
  • Cromosoma: 17q
  • Proteina: maltasi acida dei lisosomi che metabolizza glicogeno
  • Sintomatologia:
    – accrescimento rallentato
    – sintomi neurologici
    – Miopatia
    – ipotonia
    – epatomegalia
    – insufficienza cardiaca
    – (organi + danneggiati sono quelli con rate metabolico maggiore dato che hanno + substrato che si accumula)
  • Terapia: uso forma ricombinante (sintetica) della maltasi acida: miozima accoppiato a mannosio (necessario per far legare l’enzima a recettori transmembrana). Recettore + mannposio endocitato e fuso con lisosoma, dove miozima espleta la funzione
30
Q

Malattia di Cori

A
  • Gene: AGL
  • Cromosoma: 1p
  • Proteina: 4-alpha-Glucanotransferasi
  • Sintomatologia:
    – Epatica e muscolare
    – ipoglicemia
    – iperlipidemia
    – elevati lipidi ematici
    – epatomegalia
31
Q

Malattia di Von Gierke (GSDI)

A
  • Gene: G6Pc
  • Cromosoma 17q
  • Proteina: Glucosio 6-fosfatasi x liberare glucosio in ambiente extracellulare
  • sintomatologia:
    – epatomegalia
    – molteplici alterazioni metaboliche: enzima che non funziona porta ad accumulo glucosio6P
    – potenziamento glicolisi e via pentosi fosfati
    – ipoglicemia
    – > presenza piruvato = > presenza lattato che può venire messo in circolo dando acidemia lattica & > conversione piruvato ad alanina (iperalaninemia)
    – via dei pentosi fosfati produce acido urico => iperuricemia
    – piruvato in eccesso converito in AcCoA in eccesso che viene usato per costruzione lipidi (iperlipidemia)
32
Q

Lysosomal Storage Desease

A

Malattie in cui si accumulano substrati diversi come:
- mucopolisaccaridi (mucopolisaccaridosi),
- sfingolipidi (sfingolipidosi),
- i gangliosidi (gangliosidosi).
Classificate su base biochimica in riferimento a cosa si accumula ma fanno parte tutte della famiglia delle lysosomal storage diseases.
- Terapia:
sintetizzare, ove possibile, l’enzima difettoso e coniugarlo con il mannosio e sfruttare questa possibilità di targeting dei lisosomi.

33
Q

Mucopolisaccaridosi

A

Rare
- Trasmissione autosomica recessiva
Deficit degli enzimi adibiti a degradazione glicosamminoglicani (eparansolfato; dermatansolfato)
- Sindrome di Hurler
– difetto alfa1ialuronidasi (per metabolismo eparansolfato e dermatansolfato) che si accumula in lisosomi
– quadro clinico: organomegalia, in particolare epatosplenomegalia, macrocefalia, e manifestazioni correlate al difetto nello sviluppo del SNC.
– Forme possono essere attenuate o meno

34
Q

Sfingolipidosi

A

Rare e gravi
Sfingolipidi processati nel processo di rinnovamento delle membrane
- Patologia impedisce processo di turnover con accumulo di Membrane plasmatiche invecchiate a livello dei lisosomi
- Nome patologia a seconda della molecola attaccataalla sfingosina
- Malattia di Tay-Sachs (GM2-gangliosidosi)
– deficit endosaminidasi A
– colpisce tutti gli organi ma maggiormente i neuroni
– accumulo di GM2-ganglioside è evidente a livello ottico con macchia rosso ciliegia su fondo ottico (patognomonica sfingolipidosi)
– Terapia: non ne esiste una efficace
- Malattia di Gaucher (tipo 1, 2, 3)
– deficit beta-glucocerebrosidasi
– cellule identificative tipiche in vari organi, ad esempio milza, midollo, fegato, linfonodi.
– Esse sono derivate da macrofagi residenti riempiti di lipidi. Queste cellule nella malattia di Gaucher acquistano un’importante porzione citoplasmatica, avente forma di carta stropicciata.
– esiste terapia sostitutiva di enzima ricombinante coniugato con il mannosio

35
Q

Malattie ereditarie da deficit prot. strutturali: Sindrome di Marfan

A
  • incidenza: 1/5000
  • ereditarietà autosomica dominante (3/4)
  • mutazioni de novo (1/4)
  • deficit FBN1 codificante per fibrillina 1 (componente delle miofibrille)
  • Caratterizzata da habitus marfanoide:
    – Pazienti alti e snelli;
    – Aracnodattilia;
    – Anomalie del cristallino (ectopia);
    – Rischio clinico di rottura dell’aorta (spesso causa di morte se non si interviene).
  • Coinvolgimento anatomico
    – scheletro
    – occhio
    – sistema cardiovascolare
  • Quadro clinico: rischio morte improvvisa per aneurisma aortico ma per il resto variabile
  • Patogenesi
    – fibrillina forma microfibrille che formano filamenti
    – filamenti sono base per deposizione elastina durante sviluppo neurale e per formazione tessuti elastici
    – abbondanti in aorta e cristallino
    – fibrillina lega TGF-β fungendo da deposito di GF inattivato
    – filamenti regolano GF (TGF-β) per signaling fisiologico nella formazione della MEC e per riparazione tissutale
    – soggetti affetti. hano elevata qtà di TGF-β libero
  • Terapia
    – terapia antipertensiva e sostituzione chirurgica di valvole cardiache con protesi
36
Q

Fibrosi Cistica

A
  • Deficit CFTR
  • Incidenza: 1/2500
  • Trasmissione Autosomica recessiva
  • Quadro clinico: patologia con conseguenze sistemiche data diffusa alterazione nei processi secretori delle ghiandole esocrine secernenti muco e sudoripare => aumentata densità secrezioni mucose
    – ostruzioni muco nelle vie aeree
    – infezioni polmonari ricorrenti (che evolvono in bronchiti croniche o ascessi polmonari)
    – alterazioni crdiache
    – cirrosi biliare secondaria data eccessiva denità succo biliare
    – pancreatite cronica
    – sterilità maschile
    – malassorbimento intestinale
  • Proteina codificata da CFTR
    – famiglia delle ABC
    – 2 domini nucleotide binding intracellulari che legano ATP
    – dominio regolatorio intracellulare
    – tomini transmembrana a formare poro che veicola Cl-
37
Q

Classificazioni mutazione CFTR

A
  • Mutazioni classe I: assenza della sintesi della proteina CFTR dovute a
    – delezione del gene
    – mutazioni puntiformi nel promotore del gene stesso
    – mutazioni di tipo non-sense.
  • Mutazioni classe II: maturazione di proteina difettiva che avviene con il passaggio da RE all’apparato di Golgi. Si assiste ad una delezione di 3 paia di basi (Una delle delezioni più comuni è la delezione Phe508: si osserverà un difetto del ripiegamento (dovuta ad una alterata glicosilazione), che si accompagna ad una accentuata degradazione e la perdita del CFTR di membrana.)
  • Mutazione di classe III: regolazione disregolata
    – Comprende le mutazioni sui siti di legame dell’ATP: Se la mutazione compromette questi siti vi è una normale quantità di proteina CFTR, ma è una proteina che è o poco funzionale o non funzionale
  • Mutazioni di classe IV: difettiva conduzione del cloro dovuta a mutazioni puntiformi del dominio transmembrana (TM-D), quindi la struttura principale del poro.
    – impatto sulla efficienza di trasporto degli ioni cloro da dentro a fuori. La gravità delle mutazioni di questa classe è variabile: può non esserci una totale perdita di funzione ma c’è una attenuazione
  • Mutazioni di classe V: ridotta sintesi di CFTR da difetti a livello del promotore o di splicing del trascritto, oppure prevedono una maturazione alterata.
    – Il risultato netto è una riduzione dell’espressione di proteina attiva funzionante.
  • Mutazioni di classe VI: ridotta stabilità che causano un accelerato turnover della proteina. Sono mutazioni stop-codon che possono determinare una delezione a livello di:
    – C-terminale della proteina: aumentata degradazione da parte del proteasoma
    – N-terminale della proteina: aumentata endocitosi. La proteina è quindi potenzialmente funzionale ma è instabile dal punto di vista della quantità.
38
Q

Meccanismo patogenetico fibrosi cistica

A
  • Nella ghiandola sudoripara i difetti si traducono in un
    – ridotto riassorbimento di NaCl
    – con un conseguente sudore con concentrazione salina particolarmente aumentata.
    Il test diagnostico prevede il dosaggio degli elettroliti nel sudore. Se il range normale è tra i 40 e i 50 mEq, nei pazienti con fibrosi cistica è fra i 70 e 80 mEq.
  • Nell’epitelio delle vie aeree la mutazione si traduce in una
    – eccessiva densità degli escreti delle ghiandole annesse alla mucosa respiratoria,
    – con un muco più denso, che fatica ad essere rimosso dalle cellule ciliate.
    – diventa un terreno fertile per la proliferazione dei batteri.
39
Q

Diagnosi Fibrosi cistica

A
  1. Dosaggio IRP: immunoreactive trypsinogen. È enzima pancreatico che nella FC è aumentato. P.te dello screening neonatale
  2. test del sudore mediante uso farmaco che stimola sudorazione o ad un elettrodoappicato sulla pelle (iontoforesi) perchè si possa analizzare q.tà di Na e Cl
  3. test genetico tramite ricerca mutazioni CFTR a partire da DNA in sangue
40
Q

Terapia

A

Varia a seconda della classe di mutazione
- Farmacologica
– Ivacaftor: attiva la funzione del trasportatore difettoso sulla superficie cellulare. È particolarmente utile nelle mutazioni di classe III, ad esempio G551D. Riesce a far funzionare meglio il poro per il passaggio degli ioni cloro.
– Lumacaftor: corregge i difetti di classe II, perché migliora il trasporto in membrana e blocca la sua degradazione intracellulare. Accompagna la proteina CFTR (anche se con una mutazione che la renderebbe instabile) aumentandone la sua espressione in membrana.
- Terapia genica: utile in tipo I. Basata su vettori:
– Virali: Adenovirus (a DNA); AAV; Lentivirus (a RNA): sono vettori integrativi e quindi possono rimanere permanentemente e esprimere il loro genoma molto a lungo (a differenza degli altri due). Si utilizzano nel caso di terapie geniche delle cellule staminali o per produrre le car-T cells, perché anche se la cellula si riproduce viene accompagnata.
– Non virali: Lipidi cationici (micelle)
– Problematica del delivery e dell’efficienzadi gene transfer (in vivo è + bassa che in vitro)

41
Q

Caratteristiche generali Distrofie muscolari

A

Malattie eterogenee ereditarie caratterizzate da degenerazione progressiva del muscolo accompagnate da debolezza, atrofia muscolare e dolore
Tutte le distrofie muscolari l’analisi istologica presentano:
* Variazione della misura delle fibre muscolari
* Aree necrotiche nei muscoli
* Sostituzione tissutale (con tessuto fibroso e adiposo)
Principali (X-linked recessive):
- Distrofia di Douchenne (deficit DMD x distrofina)
- Distrofia di Becker (deficit DMD x distrofina)
- Distrofia Limb-Girdle o LGMD (coinvolgono cingolo pelvico ed arti con aspetto clinico variabile)

42
Q

Distrofia di Douchenne
- Patogenesi

A
  • Patogenesi: delezioni che causano instabilità della proteina o una assenza quasi totale della proteina (il 65% dei pazienti con distrofie hanno una delezione che copre 1 o più esoni→frameshift con fenotipo severo).
43
Q

Distrofia di Becker
- Patogenesi
- Segni

A
  • Patogenesi: Delezioni in frame che portano alla sintesi di una proteina parzialmente funzionante o che è espressa a livelli bassi (produzione di un fenotipo moderato).
    Il 5 % dei casi è dovuto alla duplicazione esonica
    I rimanenti casi sono dovuti a mutazioni puntiformi (es: C3304Y)
  • Segni
    – Ipertrofia del polpaccio
    – Aritmia cardiaca dovuta a coinvolgimento del miocardio
    – Aumentati livelli nel siero di Creatin-chinasi (CK)
44
Q

Ruolo distrofina

A

Proteina che all’interno delle fibre muscolari connette il citoscheletro della fibra muscolare con la membrana basale all’esterno. NON connette l’apparato contrattile della fibra muscolare e l’esterno
Questo ponte molecolare previene la rottura del sarcolemma causato da attività meccanica. Il ponte è importante per prevenire danni al sarcolemma durante l’attività meccanica.
- Deficit: se manca o non funziona ci sono gravi problemi di trasmissione di energia cinetica dalla fibra muscolare all’esterno con
– formazioni di lacerazioni a livello del sarcolemma
– aumento Ca2+ intracellulare (ovvero modifiche al flusso nell’area del sarcolemma)
– necrosi scatenata da segnali attivati da Ca2+
– macrofagi richiamati dalla morte delle cellule muscolari per eliminare le rimanenze della fibra muscolare attraverso miofagocitosi.
– cellule muscolari che cercano di rigenerare. Ci sono cellule overcontratte (in preparato istologico + scure e larghe)
- DEFICIT PROTEINE CHE CONNETTONO APPARATO CONTRATTILE ED ESTERNO: In alcuni casi ci sono sindromi molto simili alla distrofia muscolare. Mutazioni in geni che codificano per molte di queste proteine linking sono associate a miopatie

45
Q

Cambiamenti istologici patologici muscolo scheletrico pz con douchenne

A
  • Variazione della dimensione delle fibre muscolari
  • Successiva sostituzione (nel corso di anni) delle fibre muscolari con tessuto fibroso e adiposo
  • fibre sono più larghe e più scure del normale.
    – Queste rappresentano segmenti overcontratti del sarcoplasma situati tra i segmenti degenerati.
  • fibre sono riempite di macrofagi (miofagociti), che si trovano in questo luogo per rimuovere il sarcoplasma degenerato.
  • fibre sono più piccole del normale e hanno sarcoplasma granulare.
    – Queste fibre hanno nuclei allargati, vescicolari con nucleoli prominenti e rappresentano le fibre in rigenerazione. Lo sviluppo di fibrosi endomisiale è rappresentato dalla deposizione del collagene attorno alle fibre muscolari individuali. I cambiamenti di quest’ultimo sono una miopatia cronica attiva non infiammatoria.
46
Q

Segni clinici Douchenne

A
  • Nei bambini
  • sviluppo naturale di una particolare tecnica per rialzarsi che va sotto il nome di manovra di Gower.
  • ipertrofia del polpaccio.
  • Progressiva perdita di forza muscolare
  • Ritardo mentale
  • Sostituzione del muscolo con tessuto connettivo
47
Q

Terapia Distrofia di Douchenne

A
  • Terapia genica non possibile data
    – dimensione del gene da correggere (trascritto supera in lunghezza > p.te vettori virali)
    – non attiva replicazione cellule muscolari (non si possono usare vettori retrovirali)
  • Terapia con corticosteroidi ha dimostrato ridurre proteolisi muscolare MA non restaura espressione distrofina
48
Q

Definizione Malattie Poligeniche Multifattoriali
- Fattori determinanti
- Ereditarietà
- Come si studia la malattia
- Esempi

A

Non definite da mutazione di un singolo gene, ma dipendono dall’azione combinata di due o più mutazioni (su geni diversi) con effetto additivo in presenza di fattori ambientali.
In queste patologie vi è un’interazione significativa tra fattori ambientali e fattori genetici.
- L’ereditarietà non segue le leggi della genetica mendeliana, questo implica l’impossibilità di condurre studi su ristretti alberi genealogici.
- Studi vengono condotti con metodi di genetica di popolazione, valutando l’incidenza della malattia su grandi numeri, per descrivere la trasmissione del carattere.
- Manifestazioni fenotipiche dipendono da
– esistenza di polimorfismi nella popolazione
– n° di geni mutati (è proporzionale)
- Esempi
– Ipertensione
– Arteriosclerosi
– Diabete
– Psoriasi
– Schizofrenia
– Gotta
– Palatoschisi e schisi labiale
– Stenosi del piloro

49
Q

Rapporto tra eredità ed ambiente

A
  • Patologie 100% dipendenti da ereditarietà sono Single-gene desease
  • In tumori:
    – Genetica è alla base di una predisposizione allo sviluppo della malattia,
    – la mutazione determinante l’inizio dell’evento patologico, dipende dalle condizioni ambientali.
  • Patologia in cui l’ereditarietà sembra non influire per nulla è data delle infezioni. Sembrerebbe però esserci una correlazione tra i geni di un soggetto e la sua maggiore o minore probabilità di sviluppare la forma severa e più grave dell’infezione
50
Q

Malattie mitocondriali

A
  • Rare
  • Ereditarietà: varia ma sempre per via materna
  • Cause: alterazioni genoma mitocondriale
  • Meccanismi patologici coinvolgono
    – catena respiratoria
    – formazione radicali liberi
  • Insorgenza variabile: tipiche dell’età pediatrica o della pubertà (maggior parte) o dell’adulto
51
Q

Neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON)

A
  • Incidenza 1/27000 - 54000
  • Causa: Mutazioni a complesso I catena mitocondriale
  • Meccanismo Patologico: disfunzione Mitocondriale cellule della retina con riduzione produz ATP e aumentati ROS (redox imbalance che porta ad apoptosi)
  • Quadro Clinico
    – degenerazione del nervo ottico a causa della morte di componenti della retina
    – progressiva perdita visiva
52
Q

Malattie da difetti in recettori

A
  • ipercolesterolemia familiare (mutazioni di LDL receptors)
    – Classe I (deficit in sintesi): gene per il recettore non è espresso, causando la completa assenza di funzione.
    – Classe II (deficit trasporto): il gene è espresso ma il recettore non viene prodotto correttamente, si ha un accumulo di recettori mutati nel reticolo endoplasmatico per impossibilità di trasporto all’apparato di Golgi, che causa la mancanza di recettori in membrana.
    – Classe III (deficit binding): il recettore è presente in membrana ma c’è un’alterazione del dominio recettoriale preposto all’interazione con le LDL, quindi il recettore è incapace di legare la lipoproteina.
    – Classe IV (deficit clustering): il recettore è presente in membrana ma con alterata localizzazione.
    – Classe V (deficit recycling): il recettore non è in grado di dissociarsi dal complesso dopo l’endocitosi, quindi non può essere riciclato a seguito di un utilizzo.
53
Q

Manifestazioni Cliniche
- Eterozigosi vs omozigosi

A
  • Eterozigosi: colesterolo totale è aumentato rispetto alla media (<210 mg/dL) ed è generalmente compreso tra 270-500 mg/dL, con una media attorno ai 350 mg/dL nei soggetti adulti. L’alterazione talvolta può essere lieve, con colesterolemia poco sopra la norma
  • Omozigosi: il colesterolo totale è assai elevato, usualmente tra 600 e 1200 mg/dL con una media di circa 750 mg/dL.
    – Comparsa xantemi e xantelasmi dall’infanzia
    – Possibili tendiniti e artriti acute
    – malattie cardiovascolari frequenti dalla giovane età
54
Q

Malattie associate a difetti enzimatici
- Trasmissione
- Meccanismo patologico
- Esempi di patologia

A
  • Trasmissione autosomica recessiva
  • Associate a deficit catabolismo alcune sostanze dovuto a mutazioni LOF a carico enzima data tappa processo metabolico
  • Meccanismo patologico:
    – accumulo prodotti intermedi
    – accumulo sostanza non metabolizzata a monte
    – produzione di prodotti intermedi che vanno in altre vie metaboliche
    – => perdita prodotto finale & perdita di regolazione a feedback
  • Classificazione
    – Malattie legate al metabolismo degli amminoacidi (es: fenilchetonuria, omocistinuria, ecc…);
    – Malattie legate al metabolismo dei carboidrati (es: glicogenosi, galattosemia, ecc…);
    – Malattie legate al metabolismo dei lipidi (es: dislipidemie)
  • Esempi:
    – Fenilchetonuria: difetto della via metabolica della fenilalanina (LOF primo enzima via metabolica) che porta ad accumulo aa
    – Malattia di Von Gierke: accumulo di prodotti intermedi, ovvero glicogeno (LOF glucosio-6-fosfatasi)
    – Albinismo: deficit enzima finale che porta a conversione tirosina in melanina
55
Q

Tirosinemia di tipo 1 (+ severa)
- Gene
- Trasmissione
- Causa
- Manifestazioni Cliniche
- Terapia

A
  • Gene: FAH x fumarato idrossilasi
  • Trasmissione: autosomica recessiva
  • Causa: LOF parziale
  • Diagnosi: screening genetico su campione di amniocentesi/villocentesi
  • Manifestazioni cliniche:
    – acuta: totale mancanza dell’enzima ed è la forma più severa. Sviluppo nelle prime settimane o mesi di vita, con quadro clinico che tende a peggiorare progressivamente. La malattia è caratterizzata da una crisi epatica acuta per accumulo di sostanze, epatomegalia e edema. La morte sopraggiunge di solito entro il primo anno di vita, quasi sempre per insufficienza epatica, comunque entro i primi 10 anni di vita.
    – cronica: un’attività enzimatica non assente, ma ridotta. più frequente. Il quadro clinico è caratterizzato da cirrosi epatica (quindi nel fegato si ha forte infiammazione, forte necrosi e sostituzione del parenchima epatico con tessuto cicatriziale), disfunzione dei tubuli renali, anomalie neurologiche e, nel 30% dei casi, carcinomi epatocellulari legati al peggioramento del quadro cirrotico del fegato (c’è correlazione tra i quadri di infiammazione cronica e lo sviluppo di tumori).
  • Terapia: restrizione dietetica di fenilalanina e tirosina (rallenta ma non ferma progressione malattia)
56
Q

Alcaptonuria

A
  • Trasmissione AR
  • deficit enzimatico via della tirosina => accumulo acido omogentisico ed escrezione nelle urine
  • Manifestazioni cliniche compaiono durante 30s:
    – ocronosi da ossidazione acido
  • pigmentazione scura su cute con macchie
57
Q

Albinismo
- Trasmissione
- Causa
- Fenotipo
- Via metabolica melanina
- Forme principali di Albinismo

A
  • Famiglia di 10 patologie ereditarie
  • Trasmissione AR
  • Causa: deficit geni di enzimi via di biosintesi di melanina
  • Fenotipo: ipopigmentazione pelle / capelli / occhi
  • Via metabolica della melanina:
    1. Il precursore è la L-Tirosina (prodotta a partire dalla fenilalania) che, attraverso l’azione dell’enzima tirosinasi (TYR), porta alla formazione dell’intermedio L-DOPA che viene poi convertito l’L-Dopachinone;
    SWITCH DA AMBIENTE ACIDO AD AMBIENTE NEUTRO
    2. In presenza di L-Cisteina l’L-Dopachinone viene convertito in feomelanina;
    3. In assenza o ridotta L-Cisteina gli enzimi TRYP1 e TRYP2 portano alla produzione di eumelanina.
    4. accumulo eumelanina e feomelanina in melanosomi dei melanociti
    5. Melanosomi maturano, vengono estrusi e catturati da cheratinociti
  • Forme:
    – oculocutaneo tirosinasi negativo
    – oculocutaneo tirosinasi positivo
    – oculare
58
Q

Malattie da accumulo Lisosomiale

A

Deficit ereditari
- Trasmissione: AR
- Enzima: idrossilasi lisosomiale
- Meccanismo Patologico: accumulo substrato enzima in deficit
- Manifestazione clinica:
– fatali in periodo post-natale
– lisosomi rigonfiati
- Classificazione in base al substrato:
– glicogeno
– glicoprot.
– mucopolisaccaridi
– Sfingolipidi
– Lipidi