Modulo VI - Scuola e pedagogia in Italia dall’età crispina all’avvento del fascismo Flashcards

1
Q

Età crispina

A

(1887-1896, fine dell’epoca della sinistra storica)
* Età che prende il nome da Francesco Crispi. Crispi fu una figura di spicco del Risorgimento, uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò. Inizialmente mazziniano (quindi democratico), si convertì agli ideali monarchici nel 1864 (svolta autoritaria, fino ad arrivare all’imperialismo, politica in linea con altri paesi europei).
* Crisi di fine secolo: disordini sociali e crisi delle istituzioni. Grandi questioni irrisolte: povertà, disoccupazione, scarse garanzie per i lavoratori, lavoro minorile, inflazione, industrializzazione limitata. La crisi di fine secolo culmina nel 1900, con il regicidio di Umberto I, per mano di Gaetano Brescia che si propose di vendicare i cittadini uccisi durante la rivolta di Milano (i protestanti che lamentavano le condizioni di povertà furono presi a cannonate dall’esercito).
* Sul trono succede il figlio di Umberto I, Vittorio Emanuele III (re che condurrà l’Italia nella I guerra mondiale, lascerà avvenire la Marcia su Roma, porrà la propria firma alle Leggi razziali, appoggerà l’Italia all’ingresso nella II guerra)

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2
Q

Età giolittiana

A

(1903-1914)
* Prende il nome dal primo ministro, Giovanni Giolitti. Quindicennio caratterizzato da apertura liberale e cauto riformismo sociale. Si prende atto del fatto che il problema sociale c’è, e che non si può cercare di contenerlo con la forza (come aveva cercato di fare Crispi).
* Nel 1892 era nato il Partito socialista, che convoglierà il malcontento delle masse
* Nel passaggio tra 800 e 900 avviene un declino del positivismo, la pedagogia di riferimento diventa il neo-idealismo.
* 1911-12: guerra italo-turca (conquista della Libia, conseguenza dei sentimenti imperialisti sorti nell’età crispina, e che furono sostenuti dai maestri di scuola)
* 1913: prime elezioni a suffragio universale maschile (con + di 30 anni, e con servizio militare svolto), grazie alla concessione di Giolitti.

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3
Q

1888: vengono emanati i Programmi Gabelli (sotto il ministro Boselli). 1894: vengono emanati i programmi Baccelli

A

PROGRAMMI GABELLI
* * Obbiettivi che si pongono: arrivare a una scuola capace di formare nuovi italiani ‘dalla testa chiara’ (che raggiungessero la consapevolezza critica). Si valorizza il metodo intuitivo, secondo il quale l’alunno dovrebbe imparare attraverso l’esperienza, diventando ‘maestro di sé stesso’.
* Materie previste: lingua italiana, scrittura e calligrafia, geografia, storia, scienze fisiche e naturali, aritmetica e geometria, nozioni sui doveri dell’uomo e del cittadino (non religione cattolica, si solidifica il processo di laicizzazione).

PROGRAMMI BACCELLI
* Integrano i programmi Gabelli.
* Viene introdotto il lavoro tra le materie (avvicinare la scuola alla vita)
* Si mantiene un’ottica di società gerarchica rigida (non si pensa all’emancipazione delle masse, troppa istruzione potrebbe creare un ‘popolo di spostati’). Ideologia quindi ostile alla mobilità sociale. Nota affermazione del ministro Baccelli: «Istruire il popolo quanto basta, educarlo più che si può» (quindi, non instillare nella mente dei bambini e dei maestri di poter cambiare la propria posizione sociale)

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4
Q

1904: vengono emanati i programmi Orestano (sotto il ministro Orlando)

A
  • Emerge un duplice obbiettivo per la scuola elementare:
    -costituire un corso compiuto di studi (per chi non intende o non può proseguire gli studi oltre)
    -preparare agli studi successivi
  • Finalità: «vincere l’ignoranza sotto ogni fronte», insegnamento morale e civile (dignità e onore, rispetto di sé e degli altri, amore per la verità e per il dovere), conciliabile con tutte le fedi religiose (ma cmq scuola di stampo laico)
  • Accentuazione eccessiva dei manuali enciclopedici.
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5
Q

Cos’è l’associazionismo magistrale?

A

L’Associazionismo magistrale riguarda le associazioni che incanalarono le istanze dei maestri e delle maestre, creando una coscienza di classe, causando un impatto significativo sulle politiche scolastiche. L’associazionismo magistrale portò alla graduale emancipazione dell’insegnante elementare dalla sudditanza imposta dai comuni.

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6
Q

L’Unione Magistrale Nazionale (UMN):

A
  • 1901 nasce l’Unione Magistrale Nazionale (UMN), prima associazione (di natura laica) di categoria che unisce maestre e maestri di tutta Italia (migliaia di docenti vi aderirono già alla sua nascita, più di metà dei docenti). Era apartitica, sosteneva che ogni partito doveva preoccuparsi della scuola.
  • Il primo presidente dell’Unione è Luigi Credaro, non era un maestro, ma un deputato radicale (parlamentare), a impronta laica, e professore di Storia della filosofia all’Università di Pavia.
  • La nascita dell’associazionismo magistrale fu molto favorita da riviste (“Il risveglio educativo”, “Il Corriere delle Maestre”, “I Diritti della scuola”).
  • Obbiettivi dell’associazione:
    -Miglioramento condizioni di lavoro (livello retributivo, quiescenza, stato giuridico)
    -Riconoscimento sociale (importanza sociale dell’insegnamento)
    -Atteggiamento collaborativo con Ministero.
  • Una delle prime istanze raggiunte dall’associazionismo magistrale fu l’elezione di rappresentanti nella Giunta del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (1911).
  • L’UMN appoggia l’interventismo in guerra (1914).
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7
Q

Fratture all’interno dell’associazionismo:

A
  • L’associazione subisce uno spostamento a sinistra (e incremento componente anticlericale) dopo delusioni Legge Orlando (che non aveva portato i miglioramenti sperati)
  • 1906: nascita dell’associazione magistrale “Nicolò Tommaseo” (esplicitamente di impronta cattolica), porterà avanti nuove istanze: re-introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole elementare; scuola cattolica; difesa degli ideali di patria e famiglia. Queste istanze permetteranno a questa associazione di sopravvivere durante il fascismo. Elezioni 1913-14: diminuisce UMN, avanza la Tommaseo.
  • Contrapposizione interna a UMN: rapporto fra maestre e maestri, a causa dei diversi compensi previsti. Nel 1903, a Milano, nell’ambito della sezione insegnanti della Camera del Lavoro e della stessa UMN si costituisce il Comitato per il Risveglio dell’attività femminile nelle organizzazioni magistrali (per unificazione carriere e stipendi)
  • Dopo 1911: Rottura con il primo presidente UMN, Credaro. Eletto presidente un socialista. Sbilanciamento UMN verso Partito Socialista. Nell’UMN emerge una corrente sindacalista. Si abbandona la linea collaborativa con il governo.
  • Aprile 1919: a Milano, maestri socialisti staccatisi dall’UMN fondano il Sindacato Magistrale Italiano.
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8
Q

Primo sciopero dei maestri:

A
  • Governo riordina le posizioni stipendiali dei dipendenti dello stato, ma esclude maestri e maestre dal riordino. Per protesta, 11 giugno 1919: primo sciopero dei maestri, durò più di una settimana. Una svolta nella visione della figura del maestro (erano visti come apostoli laici, e come gli apostoli era visto come sacrilego che scioperassero).
  • Lo sciopero portò al riconoscimento della figura del maestro, miglioramenti per le carriere e la formazione professionale, e una pima equiparazione degli stipendi con le altre figure pubbliche.
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9
Q

Leggi ministro Nasi

A

(1903):
* Concerne la revisione dello stato giuridico del maestro/a elementare: si sancisce il reclutamento dei maestri solo tramite concorso (togliendo il potere di assunzione all’arbitrarietà di sindaci e consigli comunali)
* Si danno regole più precise per i comuni e i Consigli Scolastici Provinciali (che fin dalla legge Casati avrebbero dovuto agire da controllori dell’attività dei comuni, ma la cui efficacia era stata quasi nulla).
* Introduzione della nomina a vita al ruolo di maestro dopo un triennio di prova (non più dopo un sessennio)
* Parità stipendi per maestre che insegnavano in classi maschili o miste (aspetto della legge disatteso da molti comuni)
* Introduzione dell’obbligo della Direzione didattica: deve esserci un direttore didattico con funzione di controllore dell’andamento scolastico e della didattica.
* Vengono introdotti “corsi di perfezionamento”, che diventeranno poi “Scuole pedagogiche” presso Università del Regno (per carriere direttive e ispettive)

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10
Q

Legge Orlando

A

(1904):
* Provvedimenti per la scuola e per i maestri elementari (innalza l’obbligo a 12 anni; incremento scuole serali e festive per sopperire all’analfabetismo degli adulti; vengono create le classi quinte e seste, per coloro che vogliono completare la loro formazione di base, sapendo che non accederanno all’istruzione superiore).
* Nasce il PATRONATO SCOLASTICO (Ente per diritto allo studio, che riguarda principalmente l’acquisto dei materiali scolastici)
* Questa legge delude le aspettative dei maestri per via del mancato aumento salariale (da 24 della Casati a 14 diversi stipendi), che colloca la professione all’ultimo livello dei dipendenti statali.

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11
Q

Inchiesta Camillo Corradini (Dirett. Gen. Istr. Prim.)

A

(1907-08):
* Da questa inchiesta emerge una “crisi magistrale”: mancano maestri, scadente preparazione insegnanti in servizio (ancora molti ‘senza patente’; molti anziani che rifiutano gli innovamenti didattici), incertezza dei concorsi magistrali.
* 60.323 insegnanti (69,8% maestre)
* Si invoca l’AVOCAZIONE delle scuole elementari allo stato. Lo Stato deve occuparsi direttamente delle scuole elementari.

Con avocazione, in diritto, si indica l’atto giuridico con il quale un organo assume su di sé il potere di compiere determinati atti che, in mancanza, rientrerebbero nella competenza di un altro organo, di regola subordinato.

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12
Q

Legge Daneo-Credaro

A

(1911):
* Sancisce l’avocazione (cioè la statalizzazione) delle scuole elementari dai Comuni allo Stato, ad eccezione di quelli dei comuni capoluogo di provincia e di circondario; misure per edifici scolastici e per retribuzione insegnanti. L’avocazione si completa nel 1933 in tutti i comuni.
* Inizio di una politica scolastica accentrata, pianificata e rispondente all’evoluzione sociale
* La legge rende obbligatorio l’istituzione di un patronato scolastico in ogni comune.
* Istituzione di sezioni di ginnasi superiori e di licei moderni

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13
Q

“Istruzioni programmi e orari degli asili infantili e giardini d’infanzia” (1914):

A
  • Asili infantili: scuole per l’infanzia prevendono il metodo aportiano. (Non c’è ancora una vera e propria scuola dell’infanzia, dovremo aspettare il 1968)
  • Giardini d’infanzia: a indirizzo frobeliano.
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14
Q

Giovanni Gentile: cenni biografici e opere

A

(1875-1944)
* Nasce a Castelvetrano (Trapani), si laurea a Pisa alla Scuola normale superiore. Svolge insegnamento secondario (professore di filosofia a Campobasso e Napoli) e poi universitario (Palermo, Pisa e Roma)
* Era amico di Benedetto Croce (amicizia interrotta negli anni ’20, quando Gentile si avvicina al nazionalismo prima e al fascismo poi, divenendo uno dei ministri nominati da Mussolini) e di Lombardo Radice
* Opere:
- Il concetto scientifico della pedagogia (1900)
- Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1912-1914)
- La riforma dell’educazione (1920)
- Redige il «Manifesto degli intellettuali fascisti» (1925)
- Dirige l’Enciclopedia italiana
* Viene nominato Ministro dell’Istruzione (da ottobre 1922 a luglio 1924) da Mussolini
* Nel periodo dei pieni poteri entra in vigore la «Riforma Gentile» (1923)
* Con l’ingresso nel governo, G. diventa membro del Gran consiglio del fascismo
* Rappresenta un pensiero egemone nella cultura italiana durante il fascismo
* Muore ucciso da una formazione partigiana antifascista nel 1944 (Firenze)

  • Gentile fu fatto ministro della pubblica istruzione da Mussolini dal 1922 al 1924
  • G. crede nello stato etico, cioè nello stato educatore, depositario della verità. Quindi vede il popolo come sottomesso allo stato. Concezione gerarchica della società.
  • Fu ideologo e sostenitore del fascismo, arriverà a rappresentare l’incarnazione intellettuale, culturale e ideologico del fascismo (questo fu causa della rottura con Benedetto Croce e con l’allievo Giuseppe Lombardo-Radice, esperto di pedagogia e didattica, direttore dell’istruzione elementare)
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15
Q

Il pensiero pedagogico di Gentile

A
  • Pedagogia restauratrice di un ordine educativo e scolastico che privilegia autorità, tradizione, selezione
  • Il suo pensiero filosofico, poi declinato in termini pedagogici, prende il nome di «attualismo» (ripresa dell’idealismo): vede l’atto del pensiero come principio unico e fondante di tutta la realtà. Il pensiero è quindi l’unico mezzo per conoscere la realtà. Il reale viene ridotto a «atto» del pensiero, ad «autocoscienza» dello Spirito. Quindi la vera pedagogia scientifica è quella che pensa l’educazione (e l’uomo che ne è protagonista) in termini di spirito. La vera scienza è solo la filosofia
  • Secondo la sua filosofia, Gentile si pone contro le concezioni pedagogiche a base naturalistica:
    -perché separano la teoria dalla pratica, il conoscere e il fare
    -perché non considerano la spiritualità, la libertà, la spontaneità della vita psichica
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16
Q

Sommario di pedagogia come scienza filosofica (opera di Gentile 1912-1913)

A
  • Opera all’interno della quale troviamo i temi dominanti della sua filosofia antropologico-spiritualistica
  • Viene definita una precisa concezione della vita della scuola (luogo dove si compiono processi di formazione spirituale)
  • Si delinea una precisa concezione della didattica (alternativa a quella naturalistica)
  • Obiettivo: rimuovere tutti i dualismi, tutte le opposizioni del pensiero pedagogico (religione e scienza, istruzione ed educazione), che si risolvono nell’unità dello spirito e nella filosofia
  • Per Gentile, il rapporto maestro-scolaro trova sintesi della vita scolastica; nel processo formativo della lezione maestro e scolaro si unificano
  • Riporta i saperi dell’educazione nell’alveo filosofico
  • Una teoria della scuola e dell’educazione come formazione spirituale
  • La cultura deve essere presentata al discente secondo le tappe di sviluppo della sua vita spirituale
  • Limiti:
    -affermazione della centralità dell’insegnante, della sua cultura e della sua autorità (dovuta a un maggior grado di sviluppo spirituale)
    -Questa non è la scuola del fanciullo e dei suoi bisogni, ma è la scuola del maestro e della cultura
    -Viene privilegiata la lezione tradizionale, ‘dalla cattedra’

VOLUME I:
* Si sofferma su una teoria dell’uomo che mette al centro l’autocoscienza
* Si definisce l’educazione come formazione spirituale, con protagonista il maestro
* L’educazione può farsi istruzione, sviluppando la conoscenza e il carattere

VOLUME II:
* Viene elaborata una teoria della didattica attraverso tre tappe:
-Arte: elementare
-Scienza: media
-Filosofia: superiore (rappresenta il traguardo più elevato della formazione dello studente)

17
Q

La riforma dell’educazione (opera di Gentile 1920)

A
  • Contesto del primo dopoguerra
  • Gentile si sofferma sull’ideale nazionale della scuola
  • Bisogna ridare centralità al sapere e alla scuola per ‘costruire la coscienza della nuova Italia’
  • I maestri devo contribuire a fondare la ‘scuola nazionale’, sempre inseguendo questo ideale formativo definito come formazione spirituale.
  • Influsso pedagogia gentiliana verso tutta scuola italiana, orientandola verso la difesa della superiorità della cultura umanistica
18
Q

La Riforma Gentile:

A
  • Decreti della ‘Riforma Gentile’ furono considerate:
    1. Ultima riforma dell’età liberale
    2 “La più fascista delle riforme” [Mussolini]
  • La riforma reintroduce l’insegnamento della religione cattolica nella scuola elementare. Questa decisione ha un significato politico (intercettare il consenso dei cattolici per le politiche fasciste) e uno pedagogico (Gentile crede che la filosofia sia il grado più alto di formazione, ma questa non si può impartire nell’età della scuola elementare. La religione, dunque, preparerebbe la capacità di astrazione necessaria per studiare la filosofia negli anni successivi. Da Gentile, la religione era vista come una philosophia inferior).
  • Sviluppare la disposizione alla fede portava con sé:
    -Spirito di sacrificio; entusiasmo per un ideale; riconoscimento di un’autorità assoluta; obbedienza e disciplina (funzionale all’ideologia fascista)
    -Rinnovando la scuola su questi principi, arrivare a rinnovare spiritualmente e moralmente il paese
  • Dalla riforma si evince che la vera democrazia è l’aristocrazia. Perciò troviamo un’esaltazione dell’istruzione superiore classica (formazione classi dirigenti attraverso accesso a tutte le facoltà)
  • Attraverso una severa selettività (esame di Stato al termine di ogni ciclo di istruzione secondaria), la riforma intendeva ridurre la popolazione scolastica, ed evitare che le masse arrivino all’università.
  • Si prevedono dei “canali di scarico”: scuole senza sbocco universitario (commerciali, industriali, agrarie, scuole femminili)
  • Concetti sottesi alla Riforma: Rispetto della legge, ordine, disciplina, obbedienza all’autorità dello Stato
19
Q

Giuseppe Lombardo Radice: cenni biografici e opere

A

(1879-1938)
* Fu allievo di Gentile, condivideva la sua impostazione filosofica e pedagogica neo-idealista (la realtà è un atto del pensiero). Divenne docente di pedagogia a Catania e a Roma.
* Nel 1923 viene chiamato a Roma dal ministro Gentile, dove viene fatto Direttore Generale dell’Istruzione Elementare e gli viene chiesto di stendere la Premessa ai programmi per le elementari (ispirati a una sintesi tra attivismo e neo-idealismo)
* 1924: Radice interrompe i rapporti con il fascismo a seguito dell’omicidio di Matteotti, prendendo posizioni antifasciste. Non avrà più ruoli istituzionali, si dedicherà agli studi di pedagogia, didattica e alla docenza universitaria.
* Opere:
- Lezioni di didattica (1913), in cui emerge la centralità del bambino rispetto ai rapporti con il maestro
- Athena fanciulla (1925), riguarda il concetto di ‘scuola serena’, una scuola attiva in cui il b. è impegnato nella pratica, ma in cui viene mantenuto il rapporto maestro-allievo, e con la natura. Insiste meno sullo stato etico, nazionalismo più attenuato

20
Q

Il rinnovamento della didattica di Radice:

A
  • Didattica come ricerca continua e problematica:
    1) il maestro deve attuare una collaborazione spirituale con il fanciullo
    2) lezione è un atto creativo e comunicativo
    3) specifica concezione dell’infanzia come età creativa, attiva, affettiva: il fanciullo è «poeta» e si manifesta pienamente nell’espressione artistica
  • Grande attenzione per l’educazione artistica e linguistica
  • Importanza valori religiosi (in Italia: cristiano-cattolici)
  • Grande attenzione alla formazione dei maestri (fondamentale per realizzare la «scuola serena»): reintroduce (rispetto a Gentile) la psicologia e la didattica
  • Il prodotto più maturo della concezione pedagogica legata all’attualismo