Modulo IX - Educazione e scuola nel secondo dopoguerra Flashcards

1
Q

Il contesto politico italiano del dopoguerra

A
  • 25 aprile 1945: fine II Guerra Mondiale, fine del regime fascista.
  • L’anno seguente si vota (primo suffragio universale) per eleggere l’Assemblea costituente, che si dedicherà alla stesura della costituzione, e per scegliere la forma di stato, monarchia o repubblica. Fase costituente: 1946-1947. Il 2 giugno 1946, l’Italia diventa Repubblica.
  • 1° gennaio 1948: entra in vigore la Costituzione della Repubblica
  • Scoppia la ‘Guerra fredda’, divisione del mondo in due blocchi (l’Italia sceglierà il blocco atlantico, gli USA, nel 1947. I partiti legati a socialismo e comunismo vengono estromessi dal governo, rimanendo all’opposizione.)
  • I legislatura Italia (1948-1953): Democrazia Cristiana (DC), leader De Gasperi, guida il paese negli anni della ricostruzione, della rieducazione del popolo alla democrazia
  • II legislatura (1953-1958): entra in crisi il centrismo. Maturano le prime ipotesi di incontro tra la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista Italiano (PSI), per favorire l’avanzamento della democrazia e l’ingresso delle masse nella vita politica dello stato. Questa ipotesi incontrerà molte resistenze (sx psi; dx dc; gerarchie ecclesiastiche; usa; imprenditori).
  • III legislatura (1958-1963): matura l’apertura a sinistra, i socialisti entrano nel governo. Evento favorito dalla caduta divieti a livello ecclesiastico (1958: da Pio XII a Giovanni XXIII) e dalla caduta divieto usa (1961: J.F. Kennedy). Permangono le ostilità delle ‘gerarchie ecclesiastiche’.
  • II governo del democratico cristiano Fanfani (luglio 1958-febbraio 1959): alla guida della PI c’è Aldo Moro:
  • Decreto del presidente della repubblica 13 giugno 1958, n. 585. programmi per l’insegnamento dell’educazione civica negli istituti e scuole di istruzione secondaria e artistica
  • Piano decennale di interventi a sostegno della scuola italiana: autunno 1958

Il contesto socio-economico
* Dalla ricostruzione allo sviluppo (Piano Marshall). L’Italia diventa un paese industriale (Boom economico, società dei consumi)
* Migrazioni interne, da sud a nord, dalle campagne alle città.
* Secolarizzazione: passaggio di istituzioni dalla dipendenza del potere ecclesiastico a quello civile
* Ingresso della donna nelle attività produttive

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2
Q

Processo di presa di coscienza della diseducazione civile fascista: visione laica e cattolica

A
  • Visione laica (del segretario del partito socialista, Nenni): per rimediare a vent’anni di diseducazione del popolo, le avanguardie (coloro che guidano) sono i primi che devono auto-educarsi
  • Visione cattolica (di Papa Pio XII): afferma, già durante la guerra, attraverso la radio, che il sistema migliore che garantisce la libertà del popolo è la democrazia. Si esprime sulla necessità di passare dalla massa inerte, a popolo critico; proponendo due canali educativi diversi: secondo Pio XII, c’è un canale educativo per le élite in grado di guidare, e uno rivolto alle classi popolari, che riguarda l’educazione alla democrazia, libertà e uguaglianza.
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3
Q

1945: Emanati nuovi programmi per la scuola elementare

A
  • Combattere l’analfabetismo strumentale (non saper leggere e scrivere)
  • Combattere l’analfabetismo etico-civile (immaturità civile, impreparazione alla vita politica, insensibilità verso i problemi sociali e la solidarietà)

Percorsi formativi necessari:
* Carlo Cremaschi (insegnante, esponente del movimento di liberazione Bergamasco, membro dell’assemblea costituente) sosteneva che fosse necessario che la massa diventasse popolo, per mezzo della penetrazione della cultura in ogni strato sociale. La nuova scuola deve rivolgersi al popolo.
* Giovanni Modugno (pedagogista cattolico) insiste sulla necessità di una educazione politica, intesa come insegnare a partecipare alla vita politica, a sentirsi partecipi, a non delegare ad altri la responsabilità politica

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4
Q

Dibattito sulla scuola all’Assemblea costituente:

A
  • Figure alla costituente impegnate nel dibattito: Aldo Moro (DC), Concetto Marchesi (PCI), due docenti universitari.
  • Aldo Moro (DC) ottiene:
  • Che la scuola diventi materia di legislazione costituzionale
  • La difesa dell’iniziativa della scuola non statale (privata)
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5
Q

La Costituzione della Repubblica

A
  • Costituisce l’orizzonte pedagogico per la vita democratica (è una promessa di rivoluzione futura) e l’orizzonte democratico per la vita pedagogica (è la costituzione che deve guidare l’istruzione).
  • Contesto di ‘pubblica educazione’
  • Discorso di Moro alla Costituente (13 marzo 1947)
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6
Q

Articoli della Costituzione che si occupano di scuola:

A

Articolo 3
* Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di…
* È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 33
* L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
* La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
* Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
* La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
* È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
* Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Articolo 34
* La scuola è aperta a tutti.
* L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
* I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
* La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

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7
Q

La scuola popolare e la posizione di Gonella sulla scuola

A
  • La scuola popolare è legata alla figura di Guido Gonella Ministro democristiano della Pubblica Istruzione (1946-1951)
  • Gonella fu fedele al magistero pacelliano (indicazioni di carattere educativo espresse dal papa Pio XII), secondo cui era necessario ricostruire la democrazia su fondamenta cristiane

La posizione di Gonella sulla scuola:
* Non c’è vera democrazia senza scuola
* C’è un intento etico-politico post-fascista nella sua idea di scuola
* Manifesta fiducia verso il personale burocratico e il personale insegnante (anche verso gli insegnanti che erano stati fedeli al fascismo, che avrebbero continuato a lavorare, costituendo una zavorra al processo di defascistizzazione). Questa fiducia era necessaria, perché condannando tutte le persone coinvolte con il fascismo in ambito scolastico, non si sarebbe potuta rimettere in moto il sistema scolastico.

La scuola popolare
* Iniziativa dedicata alle persone analfabeti, al popolo che aveva abbandonato la scuola, o chi non l’aveva mai frequentata (sia per ragazzi che per adulti). Avviata da Gonella, prima in fase sperimentale (solo alle scuole romane). Serviva per far fronte alla disoccupazione magistrale (era affidata a maestri elementari) e all’analfabetismo post-guerra. Successivamente, l’iniziativa si estende a livello nazionale (DL 17 dic 1947).
* Organizzazione:
- Corsi di tipo A: per gli analfabeti sopra i 12 anni
- Corsi di tipo B: per i semi-analfabeti (per chi ha già compiuto gli studi inferiori, ma volesse riaggiornarsi)
- Corsi di tipo C: per chi vuole approfondire gli studi dopo aver completato quelli superiori (approfondimento e orientamento per studi ulteriori)
* Maggio 1948: si tenne il I Congresso sull’educazione popolare: dove Gonella afferma che il presupposto della democrazia è la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica, per la quale è necessario un livello minimo di istruzione ed educazione.
* Oltre all’obbiettivo formativo, c’era l’obbiettivo di offrire a tutti i cittadini gli strumenti minimi per imparare ad esercitare la propria sovranità politica.
* Nel primo decennio della scuola popolare si tracciarono i primi bilanci (1947-1957): 4 milioni studenti, riduzione analfabetismo, effetti complessivamente positivi

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8
Q

La politica scolastica del centro-sinistra (1962-1968)

A
  • Tra il 62 il 63 matura l’apertura a sinistra, i socialisti appoggiano il governo con il loro ‘progetto per democratizzare la scuola’, inaugurato con l’entrata in vigore della Costituzione.
  • a luglio del ‘62 viene approvato il Piano triennale per gli investimenti della scuola
  • Si attiva una Commissione d’Indagine per indagare lo stato della scuola , i cui esiti portano all’istituzione della scuola media unica, il 31 dicembre 1962
  • 1963 dicembre: Aldo Moro (segretario dei DC) viene nominato presidente del Consiglio (che conferma Gui alla P.I.)
  • 1964 luglio: I^ crisi di governo: (causata da un voto contrario da parte della sinistra socialista riguardo all’aumento della spesa pubblica per scuola media non statale)
  • 1964-1965: presentati due decreti: ddl materna statale; modifiche ordinamento universitario
  • 1966 gennaio: II^ crisi di governo: (causata dal voto segreto sul ddl per la scuola materna statale, con opposizione della destra democristiana che non voleva la nascita della scuola materna statale)
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9
Q

Scuola media unica (dall’a.s 1963-1964):

A
  • La sua esistenza risponde a un dettato costituzionale: l’istruzione è obbligatoria e gratuita per 8 anni.
  • C’è quindi la necessità di far partire questa scuola al più presto
  • Dibattiti:
    -Se mantenere il latino (inadeguato ad una scuola che deve accogliere tutti?)
    -Critiche all’imposizione di una scuola post-elementare
    -Inserire maestri o professori?
  • Si intende evitare la canalizzazione precoce (la divisione tra scuola media che porta al liceo classico, e scuola che porta al tecnico)
  • Si rivolge alla formazione dell’uomo e cittadino
  • è scuola della formazione, dell’istruzione di base e dell’orientamento
  • Costituisce una «pacifica rivoluzione civile»
  • ‘Occasioni mancate’ della scuola media unica: doposcuola (previsti dalla legge) e aggiornamento insegnanti che non furono implementati.
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10
Q

Progetto di riordino sistema universitario (la legge non fu approvata totalmente: resistenze docenti parlamentari)

A
  • Prevedeva l’istruzione di Dipartimenti e istituti
  • Creazione del professore aggregato
  • Articolazione delle lauree: Laurea triennale di primo livello (professionalizzante), Laurea di secondo livello (porta alla ricerca)
  • Democratizzazione organismi universitari (introdurre rappresentanze studentesche; consigli di facoltà)
  • Scelta full time/part time
  • Incompatibilità cattedra/mandato parlamentare
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11
Q

Principi-guida della politica scolastica del centro-sinistra:

A
  • Attuare la costituzione (specialmente art. 3; 33; 34)
  • Dare priorità alla scuola (stanziato 1/5 del bilancio dello stato): la scuola era vista come il fulcro dei programmi di sviluppo
  • Porre la scuola e l’istruzione come problema politico:
    -motore dello sviluppo democratico; etico-civile, economico e sociale
    -antidoto all’involuzione totalitaria
    -formazione di una cittadinanza attiva, critica, responsabile
    -riforme di struttura (istituite la scuola media unica; materna statale) e politiche di settore (edilizia)
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12
Q

La scuola materna statale

A
  • 1964-1965: discusso in parlamento il ddl per la materna statale, ma ci sono opposizioni (i radicali temono un monopolio educativo da parte della scuola statale), che porta alla II^ crisi di governo nella IV legislatura: gennaio 1966 causata dal voto segreto sulla scuola materna statale.
  • La scuola materna statale fu istituita dalla Legge n. 444, 18 marzo 1968, da governo di centro-sinistra (socialisti e democristiani)
  • Decisione dovuta all’evoluzione della società, al ruolo della donna madre lavoratrice
  • Prospettive della scuola materna statale: educare, assistere, ricreare, custodire. Si supera l’approccio all’assistenzialismo e lo scolasticismo (tipico delle scuole aportiane)
  • Ha funzione integrativa e complementare (famiglia, chiesa, enti locali)
  • Educare nel bambino il futuro cittadino (prospettiva democratica)
  • Prima esperienza di vita associata, il bambino impara a convivere con gli altri. È a fianco della famiglia, in aggiunta all’intervento non statale.
  • Ci sono timori che l’intervento dello stato vada in direzione di: scolasticismo; scristianizzazione infanzia
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13
Q

Gli orientamenti del 1958 per la scuola materna

A
  • Non sono chiamati più «programmi» per la scuola materna, ma orientamenti, perché non hanno carattere prescrittivo, sono solo orientativi.
  • La famiglia mantiene il ‘primato educativo’: la scuola materna educa il bambino in intima collaborazione – continuando e integrando – l’opera e le iniziative della famiglia
  • Sulla base degli studi psicologici del tempo, si riconosce che l’età 3-6 è fondamentale per tutta la vita
  • Valorizzano la spontaneità infantile
  • Richiamano la pedagogia agazziana: impegno del bambino nell’organizzazione della giornata, esercizi di vita pratica
  • Si criticano questi orientamenti perché sarebbero troppo ‘confessionali’: educazione religiosa cattolica ‘fondamento e coronamento’
  • Valorizzano il disegno e l’educazione linguistica, partendo dalla lingua parlata dal bambino (il dialetto viene considerato un punto di partenza, non demonizzato)
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14
Q

Gli orientamenti dell’attività educativa del 1969

A
  • Gli storici hanno espresso un giudizio più positivo, perché questi orientamenti accolgono i risultati della ricerca psicopedagogica più avanzata.
  • Si riconoscono i bisogni peculiari dell’infanzia, che, una volta individuati, devono essere soddisfatti dalla scuola.
  • Si sottolinea il bisogno di movimento, di fare da sé, di fantasia e avventurosità, esplorazione e conoscenza, affermazione di sé, comunicazione e socializzazione, di spazi funzionali all’attività educativa
  • Si riconosce la funzione di ‘decondizionamento sociale’ per compensare le carenze dell’ambiente familiare
  • Viene proposta un’educazione religiosa aconfessionale (non cattolica), in cui si educa al rispetto e all’amore per il prossimo, alla pace, promuovendo una religione dell’amore e della giustizia
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15
Q

I ‘nuovi’ Orientamenti del 1991

A
  • Documento innovativo che richiama i diritti del bambino riconosciuti nella Costituzione: il bambino è definito come «soggetto di diritti».
  • C’è attenzione ad un bambino ‘storico’, reale, attivo e competente, inserito nella società multiculturale e dei mass-media
  • Riconosce le esigenze interiori del bambino: sicurezza, identità, affermazione dell’Io, appartenenza, autonomia
  • Viene definitivamente superata la prospettiva assistenziale
  • Ci si riferisce a questa scuola come: Scuola materna, scuola dell’infanzia, scuola del bambino
  • è presente il binomio istruire/educare. Si vuole formare soggetti liberi e responsabili, aiutandoli ad acquisire capacità e competenze comunicative, logiche e far maturare componenti cognitive, affettive, sociali (ricorrono molti elementi riconducibili al cognitivismo di Piaget)
  • Vengono potenziate le esperienze motorie e corporee
  • Maestre hanno il compito di osservare e comprendere i bisogni del bambino.
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