Modulo IV: La nascita e lo sviluppo del sistema scolastico italiano Flashcards
Contesto politico e scolastico dell’Italia di metà 800 (situazione dei vari regni, ruolo del maestro)
- 1861: Proclamazione Regno d’Italia
- Piemonte: Regno di Sardegna (dinastia Savoia): assume un ruolo-guida nel processo di unificazione
- 1848: Prima guerra d’indipendenza dall’Austria. Viene concessa dal re Carlo Alberto, del Regno di Sardegna, una costituzione: lo “Statuto Albertino”. Pertanto, il Regno di Sardegna diventa l’unico Regno liberale e parlamentare nella penisola italiana. Viene istituito il Ministero della Pubblica Istruzione.
NELLA PENISOLA: SITUAZIONE SCOLASTICA FRAMMENTATA
* Granducato di Toscana: insegnamento regolato da consuetudini, non da regole.
* Stato Pontificio: istruzione ruotava intorno ai testi sacri e la matematica
* Regno delle Due Sicilie: i progressi fatti con i moti rivoluzionari vengono cancellati dal ritorno dei Borboni
* Regno Lombardo-Veneto (annesso all’Impero austriaco): con la Restaurazione, l’Austria regola una rete capillare di scuole in cui ogni fanciullo può ricevere un’educazione di base. Quindi Il Lombardo-Veneto arriva all’unità d’Italia con livelli di analfabetismo minori, ma la distribuzione non era comunque omogenea.
* Piemonte: scuole secondarie erano state sottratte al monopolio dei gesuiti, si espandono le scuole nel settore elementare, tecnico e professionale
Scelte politiche della classe dirigente liberale
* A partire dal 1840, la classe dirigente liberale prende coscienza del nesso povertà-ignoranza, quindi dell’importanza de ruolo dell’alfabetizzazione nel processo di crescita economica e civile dello Stato, così come del ruolo della scuola nel processo di formazione della coscienza nazionale.
* Al maestro viene assegnata una missione civile e patriottica, una sorta di ‘sacerdote laico’ che deve educare al culto della patria. Un ‘educatore nazionale’ chiamato a promuovere nelle masse popolari il sentimento nazionale. (In realtà i maestri erano impreparati, sottopagati e sotto il controllo dei comuni).
LEGGE BONCOMPAGNI
(“Ordinamento dell’amministrazione dell’istruzione pubblica” - 4 ottobre 1848)
* Prima legge istituita per il riordino della scuola nel Regno di Sardegna, che sancisce il passaggio delle scuole di ogni ordine e grado dal controllo dell’autorità ecclesiastica al ministero della Pubblica Istruzione (istituito nel 1847).
* Si istituiscono tre livelli dell’istruzione (elementare, secondario, universitario)
* Viene sancita una impostazione verticistica della Governance (vertice: Ministro Pubblica Istruzione, Consiglio Superiore Pubblica Istruzione, Ispettori, Consigli, Provveditori su base territoriale. Tutte queste cariche vengono nominate dal re.)
* Valorizzazione della lingua italiana, come mezzo fondamentale per raggiungere l’Unità.
* Inizia un processo di laicizzazione della scuola. L’insegnamento della religione viene mantenuto, ma si cerca di separare le due sfere di potere. (25 agosto 1848: espulsione dei gesuiti dal Regno di Sardegna). Critiche dei cattolici conservatori
LEGGE LANZA
(22 giugno 1857)
* Ulteriore spinta alla statalizzazione della scuola (marginalizzando gli istituti privati).
* Potenziamento nelle Scuole normali (scuole magistrali, per diventare maestro/a) delle materie che rimandano al concetto di Patria (italiano, storia nazionale e geografia).
* Tentativo di ‘secondizzare’ le scuole normali, ovvero farle diventare simili alle scuole secondarie. (Perché fino a quel momento, la scuola normale era vista come una sorta di proseguimento della scuola elementare)
La legge Casati: in cosa consiste, i 5 titoli, caratteristiche principali
(13 novembre 1859, n. 3725)
* Emanata dal Ministro della P.I., Casati, nel 1859 (era ancora in corso la seconda guerra di indipendenza)
* modello pensato per essere esportato su tutta Italia (ma non terrà conto delle specificità regionali).
* Stabilisce una scuola elementare obbligatoria e gratuita di 4 anni (con accesso dai 6 anni e strutturata su due bienni: inferiore e superiore), a carico dei Comuni (limite che graverà molto sull’attuazione della legge, perché comuni poveri avevano difficoltà a pagare le scuole e i maestri).
I 5 titoli della Legge Casati (380 articoli):
1. Amministrazione della P.I. è divisa in 3 rami: istruzione superiore, istruzione secondaria classica, istruzione classica e primaria
2. Istruzione superiore (Università) è a carico dello Stato. Ci sono 5 facoltà: teologia, giurisprudenza, medicina, scienze fisiche matematiche naturali, filosofia e lettere.
3. Istruzione secondaria classica è a carico dello Stato: solo chi la intraprende può avere accesso a tutte le facoltà. Durava 5 anni + 3.
4. Istruzione secondaria tecnica è a carico delle Province: chi intraprende una formazione tecnica deve rimanere in quell’ambito. Dedicate alle professioni dell’industria, commerci, agraria. Si dovranno tenere separati dai ginnasi e dai licei.
5. Istruzione elementare e normale è a carico di Comuni e Province: Obbligatorio in ogni comune una scuola elementare (di grado inferiore), con una classe maschile e una femminile con insegnamenti diversificati per maschi e femmine. Alla fine di ogni semestre è previsto un esame pubblico. La formazione dei maestri e delle maestre non è vista come una formazione secondaria, viene trattata insieme alla scuola elementare.
Caratteristiche principali della Legge Casati:
a) Questa legge rifletteva la realtà piemontese e lombarda per cui era stata concepita;
b) sceglieva la strada della gestione accentrata del sistema;
c) separava nettamente l’istruzione classica da quella tecnica;
d) affidava l’istruzione professionale al Ministero dell’agricoltura e del commercio;
e) prevedeva un obbligo scolastico limitato e affidato ai Comuni (tuttavia, non esistono precise ammende da pagare se un genitore non manda i bambini a scuola. Nel contesto del tempo, mandare i bambini a scuola non veniva considerato utile, perché i fanciulli dovevano aiutare in casa, con i fratelli più piccoli, o con il lavoro);
f) affrontava in modo poco equilibrato il problema del personale (problema normativo e retributivo, in evidenza soprattutto alla primaria).
g) Non affrontava il problema della scuola dell’infanzia (venivano ancora considerati istituzioni custodialistiche).
Le commissioni d’inchiesta e la piaga dell’analfabetismo
- Art. 15 Legge Casati prevede ogni 5 anni un resoconto sulla situazione dell’istruzione pubblica
- Commissione Broglio (1867-1869): La commissione invia una circolare ai prefetti per un’indagine sulle scuole elementari, da cui risulta la mancanza ovunque di scuole (nel sud fino al 50%). Viene distribuito un questionario in 17 quesiti, che chiedono di elencare le cause che si frappongono all’attuazione della legge Casati (tra cui domande sull’efficacia dell’educazione femminile, se le famiglie sono restie a mandare i figli a scuola vista l’ostilità della chiesa verso l’attività dello Stato, si indagano le condizioni dei maestri), e nell’ultimo quesito si chiede di fare proposte per migliorare. Le proposte che vengono avanzate sono: istituire un tirocinio e di istituire un esame più selettivo nelle scuole normali, migliorare la didattica della scuola elementare, le condizioni e gli stupendi degli insegnanti (agguagliando lo stipendio di maestri maschi e femmine), togliendo ai comuni la facoltà di assumere i maestri. Inoltre, si propone di instituire dei corsi di aggiornamento annuali per i maestri, e di far intervenire il governo nell’aiutare i comuni a sostenere i costi delle scuole. Si propone che ogni provincia istituisca una scuola normale.
- Commissione Correnti (1869-1870): Dopo un decennio di sforzi significativi (aumento scuole, maestri), persiste il problema analfabetismo. Al termine dei lavori (ottobre 1870) la commissione formulò un progetto di legge (poi non approvato) che prevedeva l’affissione all’albo comunale dei genitori inadempienti e relativa ammenda, l’obbligo dell’istruzione nelle fabbriche con più di 40 fanciulli e nelle carceri, e si dichiarava che il cittadino analfabeta non poteva avere rapporto di lavoro retribuito con lo Stato. (si arriverà alla legge vera e propria solo con la Legge Coppino)
La scuola Normale e la formazione magistrale
Formazione magistrale e «scuola normale»
* Con la legge Casati (1859): vengono istituite solo 18 scuole normali, per le maestre (9) e per i maestri (9).
* «Scuola Normale triennale» (e regolamenti successivi): con il biennio si poteva già andare ad insegnare nel grado inferiore della scuola elementare. Concludendo i tre anni, si poteva insegnare anche nel ciclo superiore. Per insegnare, il maestro doveva anche ottenere un attestato di moralità, che veniva rilasciato dal sindaco del Comune in cui il maestro aveva avuto la sua ultima dimora.
* Accesso con esame (disparità su territorio nazionale, alcuni lo considerano solo una formalità)
* Per accedere alle scuole normali, i maschi dovevano avere almeno 16 anni, e le femmine 15. Nel tempo si registrò una progressiva femminilizzazione della classe magistrale, perché le maestre potevano essere retribuite un terzo in meno dei maestri.
* 1864: 41 Scuole Normali in tutto il Regno (inchiesta Matteucci)
* 1883: introdotto corso di due anni per raccordare le elementari alle Normali, ma solo nel 1886, con la legge Gianturco, verrà istituita la Scuola Complementare triennale post- elementare che dà accesso alla Scuola Normale, con nuovi programmi nella scuola Normale influenzati dal Positivismo (pedagogia della sperimentazione; procedimento induttivo; maggior importanza al tirocinio)
POSSIBILITÀ DI FORMAZIONE
* Scuole normali triennali
* Scuole normali pareggiate (private)
* Scuole magistrali annuali (corso ridotto rispetto alle scuole normali)
* Conferenze magistrali (corso incredibilmente ridotto)
MAESTRO/EDUCATORE NAZIONALE
* Doveva trasmettere gli ideali nazionali ai figli del popolo (formare l’identità nazionale). Diffusione di un messaggio uniforme (Dio, Re, Esercito, Famiglia, Patria e Nazione).
* L’istruzione magistrale era limitata perché c’era un timore delle classi dirigenti liberali che l’eccessiva istruzione dei maestri potesse portare ad un’eccessiva istruzione del popolo, che a sua volta avrebbe portato a sovversione sociale. Quindi si vuole alfabetizzare ma solo per controllare le masse popolari. Proprio per questo, la formazione della Scuola normale propone una cultura generale elementare e una crescita professionale limitata
La figura del maestro negli anni della Destra storica
(1861-1876)
* Il Ministro Natoli considerava i maestri come “modesti soldati della sapienza e della libertà”. Il loro scopo doveva essere di radicare i valori morali e civili nazionali e unificare linguisticamente il paese.
* Nell’età della destra storica, i maestri erano insufficienti rispetto al fabbisogno e molti non avevano acquisito il livello minimo previsto dalle scuole normali (60% non patentati). Presenza di molti religiosi (venivano impiegati molto, perché potevano essere pagati meno, visto che avevano già un sussidio proveniente dalla loro congregazione).
* C’era eterogeneità dei percorsi formativi (dalle 18 scuole normali previste dalla Casati a 41). La scuola elementare era in balìa dei Comuni (fino al 1911).
* Discrezionalità retributiva, che costringeva i maestri ad altri mestieri per arrotondare. (La questione dell’equiparazione degli stipendi alle altre professioni della pubblica amministrazione, sarà la causa che porterà allo sciopero del 1919, grazie al quale si otterranno migliorie in campo retributivo.)
* Età della destra storica si caratterizza per una legislazione carente sotto il profilo delle tutele giuridiche ed economiche. Tuttavia, in quel quindicennio vennero poste le premesse per la costituzione di una classe magistrale sufficientemente qualificata, con una certa rilevanza sociale.
La figura del maestro negli anni della Sinistra storica
(1877-1900)
* Progetto politico-scolastico della Sinistra: scuola laica nazionale. Istruzione come emancipazione (cultura positivista).
* 1882: allargamento suffragio: i maestri votano (sono cittadini italiani a pieno titolo).
* I parlamentari della sinistra storica vedono i maestri come “apostoli laici”. La loro opera per la “nazionalizzazione delle masse” (c’era bisogno di tenere assieme masse popolari molto diverse tra loro). Non solo nazionalismo, ma patriottismo (esaltazione della propria patria rispetto alle altre), fino all’imperialismo.
* Provvedimenti migliorativi della sinistra storica:
- Legge 1876, incremento del 10% del minimo degli stipendi;
- Legge 1878, istituzione del Monte pensioni;
- RD 1885, Testo unico su salari, nomine e licenziamenti, per dare un po’ più di stabilità al posto di lavoro, sottraendolo alla discrezionalità dei Comuni;
- Legge 1886, introduzione degli scatti salariali dopo sei anni di effettivo servizio.
- Impegno per eliminare l’“intervallo” fra conclusione delle elementari e accesso alla Scuola normale
La Legge Coppino
(15 luglio 1877)
Legge Coppino 1877, n. 3961, Sull’obbligo dell’istruzione elementare
* 1876, la Sinistra storica sale al governo. Con Michele Coppino come Ministro della Pubblica Istruzione.
* Con questa legge si vuole dare il via ad un modello scolastico emergente: scuola elementare del ciclo inferiore resta obbligatoria (ma il ciclo inferiore viene ampliato. Obbligo dai 6 ai 9 anni), gratuita, laica.
* Il corso elementare viene portato a 5 anni (3 anni di corso inferiore + 2 anni di corso superiore)
* Introduce AMMENDE per genitori inadempienti. (Costituisce l’attuazione effettiva della Legge Casati.)
* La Legge Coppino vuole portare alla laicizzazione della politica scolastica. Nelle materie citate nel provvedimento non rientra la religione ma compare un insegnamento morale e civile nominato “prime nozioni dei doveri dell’uomo e del cittadino”. Aspetto criticato da molti parlamentari.
* L’insegnamento della religione cattolica non scompare del tutto, ma questo insegnamento deve essere richiesto dalle famiglie perché NON incluso nell’offerta informativa.