Metedologia e Ricerca Sociale Flashcards
SCIENZE SOCIALI E SENSO COMUNE?
L’attività scientifica ha molte cose in comune con la nostra attività quotidiana:
* farci un’idea della realtà che ci circonda e definirla;
* costruirsi delle “teorie” su come il mondo funziona, a partire da una serie più o meno ampia di prove, evidenze, ottenute in vari modi (raccogliere informazioni);
* formulare ipotesi;
stabilire se le teorie sono appropriate ai casi specifici, verificarle;
DOMANDA INIZIALE E INDIZI:
- bisogna rispondere alla domanda con delle prove.
- la nostra conoscenza è una conoscenza che cresce nella misura in cui ci facciamo delle domande;
- non è difficile sbagliare le domande;
Si può voler conoscere un fenomeno per aumentare la sua conoscenza o per intervenire su di esso, per poter fare qualche cosa.
Il ricercatore deve motivare le risposte (conclusioni) cui giunge la sua ricerca a partire da “prove”: - le prove della ricerca sociale sono i dati, ossia evidenze empiriche raccolte nel corso della ricerca, che possono avere la forma di numeri o testi, ossia parole raccolte dalla viva voce dei protagonisti;
La maggior parte delle “prove” della ricerca sociale vanno cercate, scegliendole e definendo le regole con cui cercarle (regole della ricerca). - alcune regole sono di tipo tecnico-operativo (es. quali tecniche usare sul campo, come analizzare i dati,…);
altre riguardano la correttezza del comportamento del ricercatore (es. garantire l’anonimato agli intervistati);
COME FARE RICERCA?
- analizzando i dati disponibili (di tipo quantitativo, statistico e già pronti); dati già pronti = così come sono:
* indagine Istat: campionaria, “grandi” numeri;
* informazioni aggregate;
* confronti longitudinali, analisi statistiche;
→ dimensione del conteggio: non danno il punto di vista delle persone intervistate. - conducendo un’indagine campionaria (campione = segmento, parte di popolazione che mi riproduce determinate caratteristiche della popolazione originaria):
* costruendo un campione che scenda a un livello di disaggregazione maggiore rispetto a quello dei dati disponibili;
* somministrando un questionario a soggetti campionati;
* analisi statistiche; - facendo un’indagine sperimentale:
* confrontare un gruppo “trattato” e un gruppo non trattato; - interpellando testimoni privilegiati (persone che su quella mia domanda di ricerca hanno la possibilità di darmi una risposta):
* fare interviste a un numero limitato di persone che si trovano in questa condizione;
* approfondire oltre alle dimensioni oggettive anche quelle soggettive; - osservando soggetti/situazioni da studiare:
* immergendosi in una situazione, osservando chi la vive (es. i senza dimora nella stazione, rom,…);
* entrando in contatto con lui, vivendo come vive lui;
L PROCESSO DI RICERCA?
“La ricerca scientifica è un processo creativo di scoperta che si sviluppa secondo un itinerario prefissato e secondo procedure prestabilite che si sono consolidate all’interno della comunità scientifica” (Corbetta).
* dimensione della creatività: importanza delle domande, della curiosità del ricercatore;
* scoperta: rare le situazioni in cui si scopre veramente qualcosa di nuovo; la maggior parte della ricerca va a cumulare piccole conoscenze;
* i criteri devono essere condivisi dalla comunità scientifica;
Requisiti di scientificità di un’attività di ricerca (Bruschi, 1990):
* empirica: ha per oggetto il mondo “sensibile”, ciò di cui possiamo fare esperienza e può essere rilevato;
* decidibile: i suoi enunciati (conclusioni) sono falsificabili, si può andare a cercare il contrario;
* pubblica: rende conto delle ragioni e delle procedure che l’hanno portata a formulare certi enunciati;
* ripetibile: i suoi risultati possono essere ripetuti;
1. definire il problema: dalla definizione del problema derivano le strategie con cui affrontarlo e la probabilità di avere successo o meno nel superarlo;
2. esplicitare le teorie: regole e principi che ci dicono come funzionano le cose in un certo settore; hanno una certa coerenza e si fondano su un insieme di evidenze;
3. formulare ipotesi: scaturiscono dall’applicare le teorie ai casi concreti;
4. verificare le ipotesi: mettendole in atto;
QUAL’È LA DIFFERENZA TRA SENSO COMUNE E ATTIVITA SCIENTIFICA?
L’attività scientifica fa dialogare problemi, teorie e informazioni secondo un preciso metodo attraverso il quale arriva a definire il problema e ad affrontarlo.
ERRORI CHE L’ATTIVITÀ SCIENTIFICA CERCA DI EVITARE?:
- sovra-generalizzare: passare troppo presto a concludere che quanto vale per i casi che conosciamo o abbiamo osservato vale per tutti i casi possibili;
- fare osservazioni sbagliate, poco precise;
- fare ragionamenti viziati, rimanendo fedeli alle proprie ipotesi anche quando sono inefficaci;
METODO SCIENTIFICO?
- Metodo = strada attraverso cui giungere a delle conclusioni.
verificata di interpretazioni della realtà fenomenica: Sperimenta verifica quanto acquisito - procedure generali di approccio (paradigma);
- regole di condotta (definizione di ipotesi e chiarificazione di concetti);
- tecniche per osservare, rilevare, misurare;
IL PROBLEMA DEL METODO?
- osservare il fenomeno;
- formulare domande;
- formulare ipotesi;
- fare gli esperimenti;
- registrare e analizzare dati;
- trarre una conclusione;
LA NASCITA DEL METODO SCIENTIFICO?
Nasce l’idea della scienza come disciplina nomotetica (gr. nomos = legge) che mira alla ricerca e formulazione di leggi e procede in modo prevalentemente induttivo, fondato sull’esperienza, partendo da affermazioni particolari per arrivare ad affermazioni universali. (galileo)
Popper e il criterio di FALSIFICABILITÀ
per quanti fatti esistano in favore di una teoria, non possiamo mai raggiungere la certezza della sua validità: basta un solo fatto in contrasto con la teoria per dimostrarne la falsità.
* bisogna cercare il dato che contrasta la nostra teoria;
La scienza procede per congetture e confutazioni, ipotizzando teorie e poi controllandole mediante i fatti.
non cercare conferme ma le smentite alle nostre teorie;
deriva dalla teoria del tacchino metaforia di Russell emperismo
DUE GRANDI APPROCCI ALLA RICERCA?
- “quantitativo”/standard: modalità di indagine quantitativa;
* preferisce raccogliere i dati su un numero elevato di casi;
* i dati non saranno tanto approfonditi e vengono raccolti con prove empiriche uguali per tutti, in vista di una comparazione e generalizzazione;
* raccoglie e produce dati; - “qualitativo”/non standard: modalità di indagine qualitativa;
* preferisce restringere il numero di casi per raccogliere informazioni più approfondite e individualizzate, rinunciando a generalizzazioni e comparazioni;
* raccoglie e produce testi (verbali o immagini ricavati con l’osservazione); approfondisce;
→ non alternativi, ma complementari e integrabili.
→ quantità vs. qualità.
LA TRADUZIONE EMPIRICA DELLA TEORIA?:
ricerca sociale si basa sull’esperienza
* dalla teoria alle ipotesi, ossia proposizioni che implicano una relazione tra due o più concetti;
* dalle ipotesi ai concetti, ossia le unità elementari del pensiero;
* dai concetti alle proprietà, ossia caratteristiche degli specifici oggetti studiati ossia le unità di analisi;
queste proprietà assumono, sugli oggetti ai quali afferiscono, stati diversi, cioè variano tra le unità di analisi;
LA TRADUZIONE EMPIRICA DEI CONCETTI?:
- applicare concetti a oggetti concreti, farli diventare cioè proprietà di oggetti, degli specifici oggetti di studio, chiamati unità di analisi. Tali proprietà assumono stati diversi sugli oggetti, ossia variano tra le unità di analisi;
- dare una definizione operativa del concetto, ossia stabilire le regole per la sua traduzione in operazioni empiriche;
applicare le regole della definizione operativa ai concreti casi studiati: fase dell’operativizzazione in senso stretto;
OPERAZIONALIZZAZIONE
processo attraverso il quale colleghiamo un concetto alla realtà empirica che esso descrive. Si ottiene scendendo lungo la scala di astrazione, utilizzando concetti più vicini alla realtà empirica, che rappresentano in modo più realistico il concetto generale originario.
Amplissima varietà di concetti:
* semplici: genere, occupazione, titolo di studio, razza, nazionalità;
complessi: individualismo, alienazione, integrazione, religiosità, potere, conflitto, solidarietà, altruismo;
Ogni indicatore rappresenta solo in parte il concetto più generale che interessa rilevare, e quindi in modo imperfetto.
Da qui la necessità di individuare gli indicatori che condividono la più ampia porzione di realtà con il concetto più generale («parte indicante» più estesa della «parte estranea») e di scegliere una pluralità di indicatori per i concetti complessi.
Più ampia è la parte indicante, più valido è l’indicatore.