Che cos'è la Sociologia Flashcards

1
Q

Cosa studia la sociologia?

A

La sociologia come scienza sociale formula interrogativi sulla base di una riflessione teorica sedimentata e cerca risposte a questi interrogativi sulla base di informazioni raccolte sistematicamente. Può aiutarci quindi a capire meglio il mondo in cui viviamo, ma non può darci certezze assolute, ma solo «ragionevoli certezze», certamente più affidabili di quelle del senso comune, ma sempre provvisorie ed esposte a critica e revisione

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2
Q

Qual è la differenza tra scienze sociali e scienze naturali?

A

Nelle scienze naturali, come la biologia o la fisica, i cambiamenti quantitativi possono richiedere molto tempo per influenzare qualitativamente un argomento, mentre nelle scienze sociali, come la sociologia o la psicologia, un cambiamento numerico può avere un impatto immediato sulla qualità dell’argomento.
A differenza delle scienze naturali, dove gli argomenti di studio sono uniformi, nelle scienze sociali ogni argomento è unico e influenzato da differenze e conflitti sociali, rendendo difficile la creazione di campioni rappresentativi.
Nelle scienze sociali, l’interazione tra il ricercatore e l’argomento di studio può influenzare i risultati. Per esempio, lo stimolo del ricercatore, come una domanda, può lasciare un’impronta sull’argomento, influenzando le sue risposte future.
Infine, le scienze sociali affrontano la sfida dell’evoluzione costante della società, limitando l’accumulo di conoscenze poiché le scoperte possono rapidamente perdere la loro rilevanza.

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3
Q

Qual è la differenza tra la sociologia e le altre scienze che studiano i fenomeni? (storia, diritto, economia, psicologia)

A

Storia e sociologia differiscono nel loro approccio: la storia ricostruisce eventi specifici, la sociologia cerca regolarità tra eventi per identificare “universali sociologici”.
Diritto e sociologia guardano al comportamento in modi diversi: il diritto prescrive comportamenti, la sociologia descrive come le persone si comportano realmente.
Economia e sociologia vedono l’individuo in modi diversi: l’economia vede l’individuo come un decision-maker razionale (“homo economicus”), la sociologia riconosce anche decisioni non razionali (“homo sociologicus”).
Psicologia e sociologia si concentrano su aspetti diversi dell’individuo: la psicologia esamina i processi interni, la sociologia esamina l’interazione dell’individuo con gli altri.

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4
Q

Quali sono gli elementi distintivi della sociologia?

A

La sociologia non si caratterizza per la specificità del suo oggetto ma per:
 Il tipo di astrazione inizialmente compiuta nei confronti del proprio oggetto
 Il tipo di trasfigurazione che essa compie dei comportamenti di tale oggetto
 L’atteggiamento metodologico nei confronti di tale oggetto (ivi compresi i metodi di raccolta ed elaborazione dei dati adottati)

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5
Q

Da cosa nasce la sociologia?

A

Auguste Comte (1830) conia il termine sociologia combinando il latino socius, societas col greco logos.
Tre fenomeni fanno emergere la necessità di una disciplina scientifica che studi in modo sistematico i fatti sociali:
 rivoluzione scientifica
 rivoluzione industriale
 rivoluzione francese
La società diventa oggetto di studio quando la sua struttura diventa instabile, i rapporti sociali cambiano e i riferimenti comportamentali diventano flessibili.

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6
Q

Quali sono le domande fondamentali della sociologia?

A

 Com’è possibile la società?
 In che modo un’entità così complessa resiste e si afferma
contro le infinite tendenze disgregative provenienti da
singoli e gruppi?
 Che rapporto c’è tra ordine e mutamento?
 Che relazione c’è tra conflitto e integrazione?

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7
Q

Spiega il paradigma dell’ordine

A

Il paradigma dell’ordine nella sociologia considera la società come un organismo complesso, dove la divisione del lavoro porta a una differenziazione sociale. Ogni individuo e gruppo svolge un ruolo specifico e specializzato all’interno della società, come gli organi in un corpo. Questo processo è noto come individualizzazione.
Secondo questo paradigma, l’ordine sociale non è imposto dall’esterno, ma emerge spontaneamente dall’interno della società. Gli individui sono interdipendenti e legati da una rete di relazioni, e la società esiste perché gli individui non possono fare a meno di queste interdipendenze.
Questo concetto è ben esemplificato dalle teorie di Durkheim e Tönnies. Durkheim parlava di due tipi di solidarietà: la solidarietà meccanica, che prevale nelle società più semplici dove la somiglianza tra le persone le tiene unite, e la solidarietà organica, tipica delle società moderne, dove la diversità e l’interdipendenza tra le persone creano coesione sociale.
Tönnies, invece, distingueva tra “comunità”, dove i legami sono personali e diretti, e “società”, dove i legami sono impersonali e basati sulle funzioni sociali.

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8
Q

Spiega il paradigma del conflitto

A

Il paradigma del conflitto nella sociologia pone l’accento sulle tensioni e le lotte che sorgono dalle disuguaglianze sociali. Queste lotte sono viste non come anomalie, ma come aspetti fondamentali e costanti della società.
KARL MARX è un noto esponente di questo paradigma. Secondo Marx, il conflitto tra classi sociali, in particolare tra la classe dei lavoratori salariati e la classe dei capitalisti, è il motore principale del cambiamento sociale. Marx credeva che la lotta di classe avrebbe portato al superamento del sistema di classi e alla creazione di una società senza classi.
MAX WEBER, un altro sociologo influente, sosteneva che il conflitto non è una condizione patologica, ma la condizione normale della società. Secondo Weber, il conflitto non porta alla disgregazione della società, ma alla creazione di strutture istituzionali che riflettono i rapporti di forza esistenti. Queste strutture regolano temporaneamente il conflitto, ma sono soggette a cambiamenti. Pertanto, per Weber, il conflitto genera sia l’ordine (attraverso la creazione e la regolazione delle istituzioni sociali) che il mutamento (attraverso la trasformazione o la creazione di nuove istituzioni).

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9
Q

Spiega il paradigma della struttura

A

Il paradigma della struttura nella sociologia sostiene che i comportamenti umani sono in gran parte determinati dalla società e dalla sua struttura. In altre parole, l’individuo e il suo comportamento sono influenzati da forze sociali che agiscono su di lui. Questo non significa che gli individui non siano liberi di fare scelte, ma che la loro libertà è circoscritta entro i limiti imposti dalla struttura sociale.
Emile Durkheim, uno dei fondatori della sociologia, enfatizzava l’importanza dei fatti sociali, che sono fenomeni esterni agli individui ma che esercitano un potere coercitivo su di essi. Durkheim sosteneva che la società precede gli individui e che i comportamenti sociali possono essere spiegati solo da altri fatti sociali, non dalle motivazioni o personalità individuali.
Le teorie funzionalistiche, parte di questo paradigma, vedono la società come un insieme di parti interconnesse, ciascuna delle quali svolge una funzione specifica per il benessere del tutto. In altre parole, le parti sono spiegate in relazione alle funzioni che svolgono per l’intero sistema sociale.
La teoria dei ruoli, infine, spiega il comportamento degli individui in base alla posizione o allo status che occupano in un determinato sottosistema della società. Gli individui sono spinti a comportarsi in modi specifici a seconda dei ruoli sociali che ricoprono.

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10
Q

Spiega il paradigma dell’azione

A

Il paradigma dell’azione nella sociologia si concentra sugli atteggiamenti, le credenze e i comportamenti individuali per spiegare i fenomeni sociali. Questa prospettiva, fortemente influenzata dal lavoro di Max Weber, sostiene che per capire il significato di un’azione sociale dobbiamo considerare il punto di vista dell’attore, cioè l’individuo che compie l’azione. Questo è noto come “individualismo metodologico”.
Secondo Weber, gli individui agiscono sempre in un contesto di vincoli e condizionamenti, ma entro questi limiti cercano di raggiungere i loro obiettivi e sviluppare strategie che danno un senso alle loro azioni. Questo è chiamato “agire sociale”, che è l’azione guidata dalla reazione o dall’atteggiamento di altri individui.
Weber ha identificato quattro modi in cui l’azione sociale può essere determinata: razionalmente rispetto allo scopo, razionalmente rispetto al valore, affettivamente, e tradizionalmente. L’azione razionale rispetto allo scopo, in cui l’individuo agisce in modo strategico per raggiungere un obiettivo specifico, è considerato il livello più alto di comportamento razionale nella società moderna.

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11
Q

Spiega la compatibilità tra i paradigmi

A

I quattro paradigmi sociologici che abbiamo esaminato - ordine, conflitto, struttura e azione - non sono isolati l’uno dall’altro, ma interagiscono e si influenzano a vicenda. Sono come diversi obiettivi attraverso i quali possiamo esaminare e comprendere la società e il comportamento umano.
Per esempio, il paradigma dell’azione si concentra sulle azioni, motivazioni e intenzioni degli individui. Tuttavia, come Weber sottolinea, queste azioni individuali possono avere effetti non intenzionali che portano alla creazione di strutture sociali. Questo collega il paradigma dell’azione a quello della struttura.
Allo stesso modo, queste strutture sociali possono influenzare e controllare le azioni degli individui, stabilendo norme e aspettative per il comportamento. Questo potrebbe portare a situazioni di ordine (quando gli individui seguono le norme e le aspettative) o di conflitto (quando gli individui resistono o si ribellano contro queste norme).
In altre parole, i paradigmi non sono mutuamente esclusivi, ma rappresentano piuttosto diversi modi di analizzare e interpretare i fenomeni sociali. L’approccio di Weber suggerisce che per una comprensione completa della società, dobbiamo esaminare come questi paradigmi interagiscono e si influenzano a vicenda.

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