Manuale di psicologia dello sviluppo Flashcards
cosa studia la psicologia dello sviluppo
i cambiamenti che caratterizzano l’evoluzione psicologica di ciascun individuo nel corso dell’intera esistenza
di cosa si occupa la psicologia dello sviluppo
SÌ processi dello sviluppo
NO prodotti dello sviluppo
visione dello sviluppo
dinamico e situato, tiene conto del tempo in cui il fenomeno si manifesta
processo evolutivo
sequenza di trasformazioni
interesse per le fasi iniziali della vita
dagli anni ‘70 si scoprirono meccanismi primitivi coinvolti nelle abilità dei neonati
ruolo cruciale nello studio dell’infanzia
utilizzazione e combinazione di tecnologie osservative di nuova generazione
tecnologie osservative di nuova generazione
telecamere, videoregistratori
sviluppo socio-cognitivo
insieme di abilità che ci permettono di riconoscere le altre persone come esseri dotati di speciali qualità rispetto agli oggetti del mondo fisico
abilità di base della comprensione sociale
questo studio ci permettere di descrivere ciò che viene osservato ma anche di valutare quanto segnali la presenza di capacità avanzate
obiettivo delle ricerche socio-cognitive
vedere a quanto si può retrodatare l’origine di capacità avanzate
intersoggettività
riferito a una funzione ritenuta distintiva della specie umana: condivisione interpersonale di un’esperienza interna
interazione madre-bambino nei primi mesi di vita
intersoggettività: gioco reciproco di espressioni facciali, atti motori e sguardi mutui
= forma iniziale di intersoggettività “primaria”
come considerare lo sviluppo
fenomeno inevitabile, costituito dalla presenza di natura e cultura e diversificato in base all’età, ai compiti
visione interattiva dello sviluppo
natura-cultura: interesse nella prime fasi della vita
nascita biologica e dopo quella psicologica?
NO, l’individuo è un organismo psicobiologico fin dall’inizio
studio dell’intersoggettività
trattare aspetto naturale e culturale in modointegrato
repertorio biologico di cui è dotato l’organismo umano
produce in modo automatico un’esperienza razionale che alimenta la crescita psicologica verso lo sviluppo dell’intersoggettività
passaggio dall’intersoggettività primaria a quella secondaria
primaria (diadica)
secondaria (triadica)
esito dell’intervento combinato di componenti biologiche e psicologiche
sistema dei neuroni specchio e intersoggettività
si attiva quando l’individuo esegue un’azione e quando la vede eseguire sull’altro, quindi l’intersoggettività avviene prima a livello motorio e implicito
Kagan sul funzionamento naturale
i talenti non devono oscurare il fatto che essi non restano tali ma si modificano con l’avanzare dell’età sulla base dell’esperienza
interesse delle neuroscienze evolutive
per le basi neurali del comportamento e della mente
psicologia comparata
interesse per il comportamento e la mente delle altre specie, soprattutto i primati non umani
neuroscienze evolutive
associare ai tradizionali dati comportamentali o fisiologici, quelli provenienti da misure più dirette dell’attività cerebrale
perché sono nate le tecniche di neuroimaging
scoperta di un set di competenze del neonato nell’ambito della percezione sociale, a fronte della sua evidente immaturità motoria e mentale
competenze di percezione sociale nel neonato
NO sistema cognitivo avanzato
SÌ basi neurobiologiche
riconoscimento delle facce, nel neonato
criterio per l’attribuzione delle competenze neonatali e considerato di grande valore evolutivo per la formazione del legame sociale e delle abilità socio-cognitive
interesse della scoperta di neuroimaging
aver individuato un processo di progressiva organizzazione dell’attività neurale verso la forma matura e quindi di avere offerto un contributo sul funzionamento cerebrale e quanto esso rispecchi la forma finale
visione maturazionista dello sviluppo cerebrale
idea di una predeterminazione delle abilità da parte di specifiche aree.
Idea sbagliata, scoperto grazie agli studi delle neuroscienze evolutive
neuroscienze evolutive != maturazionismo
la formazione del cervello è un processo soggetto all’influenza dell’esperienza e dell’apprendimento
approccio neurocostruttivista
ipotizza una stretta relazione tra i processi cognitivi e i corrispondenti cambiamenti strutturali e funzionale del cervello
psicologia comparata
una discipline più coinvolte nello studio della connessione tra biologia e psicologia enfatizzata dagli studi sulla prima infanzia
domanda della psicologia comparata
cosa c’è di unico nell’uomo rispetto alle altre specie
sfida empirica della psicologia comparata
- cosa è stato ereditato senza cambiamenti dai nostri antenati
- cosa è il prodotto di modificazioni minori
- cosa c’è di qualitativamente di nuovo
capacità cooperative (psicologia comparata)
- primati: comprensione sociale ma non sempre queste abilità vengono usate anche per condividere le intenzioni, per collaborare con gli altri individui
- bambini: mostrano capacità cooperative già nel secondo anno di vita
studi sul linguaggio (psicologia comparata)
anche se alcuni prodotti possono essere simili in altre specie e nell’uomo, i processi che li hanno sviluppati possono essere diversi e quindi la somiglianza rilevata non è sempre indice di omologie
sviluppo = processo complesso
costituito da diverse componenti che funzionano in connessione tra loro.
Bisogna studiare i cambiamenti nel tempo e trovarne la qualità
studio temporale dello sviluppo
in un’ottica dell’interattività, della reciprocità e della dinamicità
approccio di Brofenbrenner allo sviluppo
persona-nel-contesto
persona-nel-contesto
il contributo di ogni elemento dello sviluppo è valido in quanto reciproco al contributo dell’altro
enfasi sull’ecologia del comportamento nella visione di Brofenbrenner
una condizione necessaria dell’esperienza quotidiana che sottolinea la necessità di un’analisi unitaria di ogni esperienza: il bambino fa qualcosa in qualche contesto per qualche scopo
visione più studiata riguardo allo sviluppo
quella contestualista (Brofenrbrenner) sviluppo = processo complesso
visione dei sistemi dinamici
si rifà alla visione contestualista dello sviluppo.
Il sistema è vincolato dalla rete di relazioni in cui si trova.
In base all’esito delle relazioni il sistema si assesta in un dato stato ed è il cambiamento in uno o più componenti del sistema che, modificando la relazione, porterà al cambiamento
cosa esclude la visione dei sistemi dinamici
che lo sviluppo venga guidato da qualche regia “esterna” (ambientale o genetica)
da cosa dipende lo sviluppo, secondo la visione dei sistemi dinamici
da come si organizzano le forze che lo costituiscono.
È questo che dà al sistema la capacità di autoregolarsi. aggiustandosi al cambiamento
epigenetica
tutte quelle modificazioni ereditabili che variano l’espressione genica pur non alterando la sequenza del DNA
ontogenetica
insieme dei processi mediante i quali si compie lo sviluppo biologico di un organismo vivente
novità apportata dalla visione sistemica
l’epigenesi è influenzata dal percorso ontogentico
epigenesi ed ontogenesi nella visione sistemica
le nuove competenze strutturali e funzionali avvengono come conseguenza di azioni sia orizzontali (cellula-cellula, tessuto-tessuto) che verticali (cellula-tessuto)
reciprocità nella visione sistemica
è il frutto dell’auto-organizzazione del sistema e non di un piano pre-esistente ad esso
conclusione sui sistemi dinamici
il percorso evolutivo non è fissato in anticipo da una qualche componente e non segue una traiettoria predeterminata ma dipende dall’azione reciproca di molte componenti a molti livelli
differenze individuali, sistemi dinamici
dato che lo sviluppo è un fatto complesso, l’esistenza delle differenze individuali è un dato evidente
sviluppo atipico secondo Belsky
considerando la visione dei sistemi dinamici, il disagio evolutivo è effetto di una relazione disarmonica tra diverse componenti
Belsky: visione transazionale
i fattori di stress, di supporto interno ed esterno, concorrono a delineare lo sviluppo del bambino
danno evolutivo (Belsky)
le difficoltà sono frutto di uno sbilanciamento tra fattori di rischio e fattori di protezione
esito evolutivo infausto (Belsky)
è considerato in termini dinamici e non come evento assoluto. Può modificarsi se le condizioni cambiano e se il sistema delle influenze trova un equilibrio più armonico
visione “neuro-costruttivista” sullo sviluppo atipico
considera l’organizzazione anormale del cervello infantile in alcune malattie a base genetica come un evento dinamico
visione dinamica dello sviluppo neuropsicologico atipico
se il cervello lavora in modo non specializzato all’inizio dello sviluppo, allora è possibile che il danno genetico comprometta aspetti del funzionamento psicologico diversi rispetto a quello bersaglio, forse in modo meno grave e non immediatamente riconoscibile ma presente
perché visione dinamica sullo sviluppo atipico?
perché se il cervello non è formato da scatole indipendenti ma è interconnesso allora bisogna aspettarsi una differenza nel livello funzionale di diverse aree, anziché una divisione assoluta tra aree danneggiate e aree intatte
visione dinamica dello sviluppo atipico e caso della sindrome di Williams
- ottimo riconoscimento delle facce: quindi il “modulo” deputato a ciò è rimasto intatto accanto ad altri danneggiati.
MA il riconoscimento delle facce avviene utilizzando altri processi cognitivi rispetto ai soggetti normodotati
cosa propongono di fare le ricerche sullo sviluppo
identificare, descrivere e spiegare il cambiamento nelle funzioni psicologiche e nel comportamento dell’individuo
uno stesso studio può identificare, descrivere e spiegare il cambiamento?
NO
quindi vanno considerate 3 tappe indistinte ma di uguale importanza
obiettivo di identificazione delle ricerche
studi che si proporranno di identificare aspetti del comportamento o dell’attività mentale che presentano cambiamenti regolari e universali al procedere dell’età
obiettivo di descrizione delle ricerche
descrizione delle manifestazioni del fenomeno legate alla crescita dell’individuo
obiettivo di spiegazione delle ricerche
individuazione dei processi sottostanti ai cambiamenti osservati
- patrimonio genetico/esperienza-cultura-contesto
primo step nella progettazione di una ricerca
conduzione di un’approfondita ricerca bibliografica, per conoscere i risultati ottenuti dagli studiosi che hanno già indagato su quella tematica
secondo step nella progettazione di una ricerca
collocazione della ricerca all’interno di un quadro teorico ben definito: per interpretare e collegare tra loro i risultati ottenuti
cosa deve fare una buona ricerca
puntare a generare domande “rilevanti” che portino a verificare una teoria o a fornire informazioni utili a sostenere o promuovere lo sviluppo dell’individuo
principale argomento di ricerca della psicologia dello sviluppo
studio delle trasformazioni a cui vanno incontro le capacità e i comportamenti degli individui
cambiamento quantitativo
quando si realizza secondo una funzione continua legata all’età: aumento del numero di parole conosciute dal bambino
cambiamento qualitativo
passaggio attraverso una serie di tappe o stadi discontinui: passaggio dal pensiero preoperatorio a quello operatorio concreto
per studiare il cambiamento dei comportamenti nel corso del tempo
tenere conto dell’età cronologica intesa come indice del trascorrere del tempo
disegni di ricerca per esaminarli nel corso del tempo
- disegno di ricerca trasversale
- disegno di ricerca longitudinale
disegno di ricerca trasversale
confrontando le prestazioni di gruppi di soggetti di età media diversa
disegno di ricerca longitudinale
lo stesso gruppo di soggetti viene esaminato più volte, a età diverse
ricerca trasversale
ricorre al confronto fra le diverse prestazioni o i diversi comportamenti di soggetti con differente età cronologica: stesse prove e stesse tecniche di valutazione
vantaggio della ricerca trasversale
fornisce informazioni sul cambiamento in maniera “economica” e “celere”.
Nello stesso periodo = osservazione su gruppi di soggetti di età diversa per seguire l’andamento evolutivo di un fenomeno
limiti della ricerca trasversale
- necessario che i gruppi siano il più possibile simili fra loro
- impossibilità di ottenere informazioni sui percorsi individuali di sviluppo: appiattimento delle differenze individuali, a favore della media del gruppo
ricerche longitudinali
osservazione ripetuta delle modalità con cui un dato fenomeno si manifesta, negli stessi individui, con il passare del tempo per rilevarne gli aspetti costanti e i cambiamenti
come avvengono le ricerche longitudinali
uno stesso gruppo di soggetti viene osservato a età diverse
ricerche longitudinali: effetto di un intervento su un comportamento
possono essere sufficienti due valutazioni: prima e dopo l’intervento
ricerche longitudinali: cogliere il cambiamento negli atteggiamenti
predisporre più rilevazioni
intervallo di tempo nelle ricerche longitudinali, durante l’infanzia
osservazioni molto ravvicinate perché è un periodo in cui lo sviluppo dell’individuo è molto rapido
quando si parla di ricerca longitudinale
almeno due rilevazioni distanziate nel tempo
perché scegliere la ricerca longitudinale
permette di studiare il cambiamento intraindividuale che si verifica con l’età
cambiamento intraindividuale
informazioni sui cambiamenti individuali nella frequenza e nell’intensità di comportamenti, informazioni sui comportamenti o tratti che si mantengono nel tempo
opportunità offerta dalle ricerche longitudinali
fornire dati su percorsi individuali e considerare i dati generali riferiti alle medie ottenute per ciascuna delle fasce di età considerate
limiti della ricerca longitudinale
- alti “costi”: tempo, energie e risorse
- “perdita di soggetti” nel corso della ricerca
- effetto di apprendimento
- invecchiamento dell’apparato teorico e metodologico della ricerca
effetto di apprendimento
i soggetti si creino delle aspettative sulle risposte più gradite allo sperimentatore tentando di aiutarlo a raggiungere gli obiettivi della ricerca.
O il soggetto sottoposto più volte alla stessa prova apprenda le risposte più adeguate al compito proposto
due tipi di ricerche longitudinali
prospettiche e retrospettive
ricerche longitudinali prospettiche
vengono misurate, a un’età precoce, le variabili che si presume giochino un ruolo importante per la comparsa di determinati comportamenti nelle età successive
ricerche longitudinali retrospettive
prevedono la possibilità di risalire a ritroso nel tempo per raccogliere informazioni sulle condizioni che hanno preceduto una situazione presente
quando si sceglie un disegno di ricerca retrospettivo
utilizzato in campo clinico, nello studio di specifiche psicopatologie con un basso indice di presenza nella popolazione
come trattare le variabili di una ricerca
- mantenendole costanti per tutte le osservazioni
- controllandole: far assumere loro un valore in un gruppo di osservazioni e un valore diverso in un gruppo differente
- lasciandole libere di assumere un qualsiasi valore e registrando tali valori
quando si ricorre al controllo delle variabili
quando il ricercatore suppone che influenzino direttamente il fenomeno osservato
quando si progetta un esperimento
quando si intende verificare la presenza di una relazione causale tra due o più variabili
esperimento
evento controllato progettato in modo da evidenziare se, dato un certo evento che si suppone ne provochi un altro, quest’ultimo si verifica effettivamente
processo dell’esperimento
si modificano i valori della varabile indipendente e si rileva in quali casi la modificazione produce un cambiamento nella variabile osservata o dipendente
come essere certi che la variazione della variabile indipendente abbia prodotto effetti nella ricerca sperimentale
disporre un gruppo di controllo
quando l’ipotesi di ricerca è confermata
quando c’è una differenza tra i due gruppi
criteri per progettare un esperimento vero
- variabile indipendente deve essere manipolabile
- l’assegnazione dei soggetti ai gruppi deve avvenire in maniera casuale
- deve essere previsto un gruppo di controllo
disegno presperimentale
quando la variabile non è manipolabile e i soggetti del gruppo di controllo non sono casuali ma il più simile possibile al gruppo sperimentale
limite del disegno presperimentale
non consente di ricavare conclusioni certe sui rapporti di causa-effetto
quando si è costretti ad optare per una ricerca quasi sperimentale
quando la variabile indipendente è manipolabile ma non è possibile assegnare casualmente i soggetti alla situazione sperimentale e a quella di controllo
quando sono utilizzati gli esperimenti su singoli soggetti
in caso clinico, soprattutto dai ricercatori con orientamento cognitivo-comportamentale
disegno sperimentale a soggetto singolo
metodo che consente di valutare, in soggetti singoli, l’effetto del trattamento confrontando il comportamento l’introduzione della manipolazione sperimentale con quello successivo
come confrontare bene il comportamento in un disegno sperimentale a soggetto singolo
prevedere un periodo lungo di misurazione del comportamento precedente alla manipolazione
fasi del disegno sperimentale a soggetto singolo
- linea di base (a)
- fase di intervento (b)
- seconda rilevazione della linea di base (a1)
- altra fase di trattamento(b,c)
- ulteriore rilevazione della linea di base (a2)
linea di base (a)
si registrano, a intervalli regolari, i dati relativi al comportamento da modificare prima che venga introdotto l’intervento
fase di intervento (b)
la registrazione dei dati continua mentre si propone il trattamento
seconda rilevazione della linea di base (a1)
dopo l’interruzione dell’intervento, per verificare se la variabile osservata torna al livello di base iniziale
ulteriore fase di trattamento (b,c)
se si vogliono confrontare tra loro tipi diversi di trattamento o più fasi di trattamento
ulteriore rilevazione di base (a2)
al fine di verificare l’efficacia del trattamento e/o la presenza delle modifcazioni prodotte
disegni aba
se si prevede un’interruzione del trattamento per verificare che quest’ultimo sia l’effettiva causa della modificazione prodotta e per dimostrare che, interrotto il trattamento per un certo periodo, il comportamento ritorna verso la linea di base
disegni abab
se il trattamento viene ripetuto dopo la fase di interruzione, per consentire al soggetto di continuare a godere dell’effetto benedico prodotto, il disegno sarà quindi a trattamenti ripetuti
cambiamenti che si intendono produrre nell’esperimento su soggetto singolo
- aumento: incremento di abilità
- diminuzione di uno specifico comportamento: sintomo
vantaggi del disegno su soggetto singolo
- evidenziare la prestazione individuale dei soggetti
- ricerca le variabili potenti che esercitano importanti effetti
- flessibilità: consente al ricercatore di adattare le caratteristiche del disegno a quelle dei soggetti
quando si ricorre al disegno correlazionale
quando si vuole dimostrare l’esistenza di un’associazione fra due o più variabili anziché la direzione della relazione che le unisce
correlazione positiva (+1)
se le due variabili considerate cambiano nella stessa direzione, all’aumentare dei valori di una aumentano anche i valori dell’altra
correlazione negativa (-1)
se all’aumento dei valori di una variabile corrisponde un decremento nei valori dell’altra
correlazione nulla (vicino allo 0)
quando tra le due variabili non esiste alcuna relazione lineare
scopo della progettazione e della realizzazione di una ricerca
permettere di trarre conclusioni sulle relazioni esistenti tra le variabili indagate. Grazie ai risultati, il ricercatore proverà ad elaborare una teoria o delle spiegazioni relativamente al fenomeno studiato
controllo della validità di una ricerca
verificare la verità o l’esattezza delle conclusioni a cui il ricercatore giunge, ovvero la corrispondenza con al realtà
cosa deve verificare un ricercatore
se i risultati ottenuti rispecchiano veramente il fenomeno studiato o se sono il frutto di variabili non controllate che hanno mascherato o alterato la realtà dei fatti
cosa sarebbe opportuno chiedersi con i risultati ottenuti da una ricerca
se i risultati sono stabili , se le deduzioni sono generalizzabili ad altri contesti
validità interna di una ricerca
se fra la variabile indipendente e quella dipendente esiste una relazione di tipo casuale
minacce della validità interna di una ricerca
- effetti legati alla maturazione dei soggetti (ricerche longitudinali)
- risposte poco veritiere per gratificare il ricercatore
- errori attribuibili alle caratteristiche dello strumento usato per la rilevazione dei dati
- cause esterne non previste
validità di costrutto di una ricerca
conformità tra i risultati ottenuti e la teoria che sta alla base della ricerca.
Il ricercatore dovrebbe chiedersi se esiste un’altra teoria che avrebbe predetto gli stessi risultati
controllo della validità di costrutto
si procede verificando il collegamento esistente tra teoria, modello e ipotesi specifica sottoposta a verifica
tipi di validità interna
validità di costrutto e validità ecologica
validità ecologica
corrispondenza tra le condizioni della verifica empirica e la realtà cui si fa riferimento e alla quale dovrebbero essere generalizzati i risultati ottenuti
Brofenbrenner sulla validità ecologica
la validità ecologica di qualsiasi lavoro scientifico è messa in discussione ogni volta si rilevi una discrepanza tra la percezione della situazione sperimentale da parte del soggetto e le condizioni ambientali che il ricercatore si prefiggeva di ottenere
cosa va controllato per la validità ecologica
il modo in cui la situazione sperimentale viene percepita e interpretata dai partecipanti alla ricerca
di cosa di preoccupare la validità ecologica
della possibilità di generalizzare i risultati della ricerca a contesti diversi da quello in cui sono stati ottenuti
validità esterna
generalizzabilità dei risultati dal campione ad un’altra situazione caratterizzata da soggetti diversi, luoghi diversi e tempi diversi
come si può avere validità esterna in una ricerca
- i campioni devono essere rappresentativi della popolazione alla quale si intendono estendere i risultati
- i risultati devono essere generalizzabili
- analisi dei dati con più metodi
3 modalità di raccolta dei dati nello studio del comportamento
- domande da rivolgere ai soggetti
- sottoporre i partecipanti a particolari prove
- osservare come si comportano in determinate situazioni
quando rivolgere domande ai soggetti
quando si è interessati a conoscere gli aspetti soggettivi dell’esperienza, il loro punto di vista rispetto ad uno o più aspetti della realtà studiata
quando vengono impiegati i test
quando è necessario disporre di una valutazione obiettiva del soggetto
uso dell’osservazione
La rilevazione dei dati è affidata alle abilità cognitive e percettive di chi li sta rilevando
in cosa consistono le interviste
in uno scambio verbale tra il soggetto intervistato e l’intervistatore, attorno a un particolare tema
intervista: colloquio
viene impiegata in campo clinico ed è centrata sulla conoscenza delle dinamiche psicologiche del soggetto.
Intervistato libero di esprimere il proprio punto di vista sugli argomenti affrontati
quando il colloquio diventa più chiuso o strutturato
quando il clinico guida maggiormente la sequenza di domande e risposte
interviste e linguaggio
bisogna tenere conto delle capacità linguistiche dei bambini sia di comprendere le domande poste dall’intervistatore, sia di rispondere con il vocabolario di cui dispongono
interviste e motivazione
è probabile che dipenda dal clima che l’intervistatore avrà saputo creare e dall’attrazione che comporta per i piccoli di essere interpellati da un adulto
interviste prima dei 4 anni
preferibile l’uso di figure, di bambole o di oggetti inanimati che il bambino può scegliere o su cui può agire in risposta alle domande a lui rivolte dall’adulto
cosa può influire sulla reattività alle risposte
l’età dei soggetti
risposte “fabulate” dei soggetti
che non corrispondono a ciò che pensano effettivamente ma che sono state inventate per l’occasione o per liberarsi dell’insistenza dell’adulto a rispondere
quando i bambini danno risposte “fabulate”
- difficoltà del compito
- stanchezza
- scarsa motivazione
risposte fabulate ed età scolare
tendono a scomparire ma un aumento a rispondere in modo desiderabile per l’altro, soprattutto rispetto a come è posta una domanda
adolescenti e motivazione nelle interviste
riaffiora il problema della motivazione perché tendono ad escludere gli adulti dal loro mondo, tenendo per sé pensieri e sentimenti
strutturazione dell’intervista
- domande più o meno aperte e indefinite/ prestabilite e proposte secondo una sequenza precisa
- intervistato lasciato libero di rispondere/invitato a scegliere tra un insieme limitato di risposte predefinite
quando vengono impiegate di solito le interviste aperte
per un prima esplorazione di un argomento che si intende approfondire e circoscrivere
domande dirette nelle interviste
per avere informazioni oggettive
domande indirette nelle interviste
per avere informazioni su sentimenti e pensieri che, per motivi culturali o personali, riesce difficile esprimere
domande proiettive nelle interviste
chiedendo a un soggetto di rispondere su sentimenti e pensieri di un altro ipotetico soggetto
cosa offre l’intervista
la possibilità di approfondire argomenti che sfuggirebbero a un questionario a risposte chiuse
per chi è particolarmente indicata l’intervista
per soggetti con basso grado di istruzione, che si troverebbero a disagio a scegliere fra risposte che non comprendono chiaramente
questionari
lista di domande in cui il soggetto risponde scegliendo fra una serie di alternative prefissate
vantaggio domande chiuse nei questionari
evitare il rischio che venga dimenticato qualche comportamento degno di nota che si attua
nel questionario a domande chiuse, può esistere qualche domanda a risposta aperta?
sì, così l’intervistato è libero di esprimere ciò che pensa rispetto all’argomento affrontato
svantaggi delle domande aperte nei questionari
- si raccolgono anche informazioni irrilevanti e inutili
- per rispondere, è necessario un livello di istruzione più alto rispetto a quello necessario per le risposte chiuse
- più difficili da codificare
forma della domande = indirizza la risposta
dal momento che i formati (chiuso/aperto) attivano processi mentali diversi in termini di comprensibilità e di processi di memoria
processo mentale delle domande aperte
processo di rievocazione
processo mentale delle domande chiuse
riconoscimento: processo di memoria
quando vengono usati i questionari
ricerche che prevedono campioni molto ampi da esaminare in tempi brevi
limiti dei questionari
- occorre che i bambini abbiano buone capacità di comprensione e di produzione del linguaggio
- motivare i bambini facendo leva sulla curiosità
test standardizzati: a chi sono somministrabili
sia a singoli individui che a gruppi di soggetti
da cosa sono costituiti i test standardizzati
item = stimoli (domande, richieste di prestazioni) standardizzati
modalità rigorose dei test standardizzati
- NO modificazione delle istruzioni e dell’ordine di presentazione degli item
- risposte: codificate in modo obiettive
- NO valutazione soggettiva dell’esaminatore
punteggi ottenuti con i test standardizzati
consentono di valutare gli individui collocandoli nella posizione in cui si trovano rispetto alla norma della popolazione
quando i testi standardizzati sono obiettivi
quando forniscono misure affidabili e attendibili
affidabilità di un test standardizzato
ripetendo più volte la misurazione della caratteristica considerata in date condizioni di misurazioni, il valore numerico ottenuto deve mantenersi stabile nelle diverse occasioni di rilevazione
come è garantita l’attendibilità dei test standardizzati
grazie alla standardizzazione degli item e delle modalità di somministrazione del test: assicurano la ripetibilità in tempi e luoghi diversi
validità dei test standardizzati
Un test è valido se misura ciò che si propone di misurare
perché si usa l’osservazione
- per studiare i comportamenti dei bambini della prima infanzia
buona osservazione
- selettiva: finalizzata a rilevare le caratteristiche specifiche di un particolare fenomeno
- pianificata: chi, quando, come e dove osservare
- controllabile: valutabile rispetto alla sua attendibilità
progettare un’osservazione
- scelta del contesto in cui si svolgerà: qual è il più probabile in cui si possano manifestare i comportamenti che si intendono studiare
- individuare le possibili situazioni che sembrano favorire la comparsa dei comportamenti di interesse
quando attuare un’osservazione in laboratorio
in tutti quei casi in cui è necessario rilevare il comportamento in condizioni standardizzate
quando si preferisce un’osservazione in ambiente naturale
quando la rilevazione è finalizzata a raccogliere le informazioni sulle manifestazioni comportamentali del bambino nei contesti di vita quotidiana
l’osservazione nell’ambiente naturale è senza strutturazione?
NO.
il ricercatore può imporre qualche strutturazione senza alterarne la percezione di naturalezza da parte del piccolo
definire i tempi dell’osservazione
- durata della sessione osservativa
- i momenti o giorni in cui effettuarla
decidere su quali individui soffermare la propria attenzione
ad esempio
- solo sui comportamenti di un soggetto
- rilevare i comportamenti di tutti gli individui presenti nella situazione osservata
vantaggi delle osservazioni videoregistrate
- consentono di codificare i comportamenti osservati in un momento successivo a quello della loro registrazione
- possibilità di vedere più volte il comportamento da codificare
- permettono a osservatori diversi di accedere allo stesso materiale per confrontarsi sulle valutazioni
limiti delle osservazioni videoregistrate
- l’occhio umano è più veloce ed efficace nel cogliere la comparsa di alcuni comportamenti
- la presenza della videocamera può condizionare la spontaneità dei soggetti osservati
come evitare di influenzare i soggetti osservati, durante un’osservazione
- rendere visibile il meno possibile l’attrezzatura (osservazione videoregistrata)
- tenersi un poco in disparte (osservazione dal vivo)
osservazione e specchio unidirezionale
i partecipanti devono essere informati dell’attività di osservazione in corso
codificare i dati raccolti durante l’osservazione
griglie di osservazione
utilità della griglia di osservazione
aiuta l’osservatore a concentrarsi sui comportamenti ritenuti rilevanti rispetto alle finalità dell’osservazione
3 tipi di griglie di osservazione
- schemi di codifica
- checklist
- scale di valutazione
schema di codifica
costituito da una lista predeterminata di comportamenti che si desiderano rilevare.
La lista obbliga l’osservatore a rilevare solo quei comportamenti
scopo dello schema di codifica
restringere il campo di osservazione a quei pochi aspetti ritenuti importanti per lo scopo dell’osservazione
analisi degli schemi di codifica
tramite operazioni matematiche: è possibile calcolare la frequenza con cui una singola categoria di verifica, è possibile anche ricavare informazioni sulla durata dei comportamenti
checklist
griglie osservative composte da comportamenti osservabili riferiti alla stessa dimensione e organizzati in maniera gerarchica, secondo un livello di complessità crescente
compito dell’osservatore che usa le checklist
indicare la presenza o l’assenza di ciascuno dei comportamenti previsti dalla checklist
scale di valutazione
griglie che consentono di ottenere la valutazione di una specifica competenza sulla base di un giudizio quantitativo globale dei comportamenti osservati
cosa fa il ricercatore con le scale di valutazione
dopo un periodo di osservazione, esprime un giudizio globale sulla frequenza di comparsa di ciascuna delle categorie previste, anziché rilevarne ogni singola comparsa
fonti di errore nell’osservazione
- effetto Hawthorne
- effetto Rosenthal
- stanchezza dell’osservatore
effetto Hawthorne (reattività dei soggetti)
quando le persone sanno di essere osservate sono solite accentuare i comportamenti positivi e ridurre quelli negativi
come ridurre l’impatto della reattività durante l’osservazione
- familiarizzazione all’osservazione
- mascheramento della videocamera o dell’osservatore
effetto Rosenthal
l’osservatore si crea delle aspettative su quanto osservato, che generano una distorsione nella capacità di osservazione del ricercatore, portandolo a rilevare comportamenti o atteggiamenti che in realtà non esistono
come evitare l’effetto Rosenthal
- strumenti di rilevazione rigorosi (schemi di codifica)
- utilizzo di categorie comportamentali predefinite
per evitare rischi di stanchezza o eccessiva fiducia nelle proprie capacità da parte dell’osservatore
effettuare dei controlli dell’affidabilità delle rilevazioni mano a mano che l’osservazione procede e a sorpresa
valutare il grado di accordo sulla validità di un’osservazione, tra osservatori
calcolando il grado di accordo con cui due osservatori, in modo indipendente l’uno dall’altro, rilevano e giudicano i medesimi eventi e/o comportament
aspetti etici nella ricerca
- partecipanti informati sulla natura della ricerca e sull’impegno che essa comporta
- libertà di prendere o meno parte alla ricerca
- garanzia della privacy e anonimato nella raccolta dei dati
- la ricerca non deve recare danni permanenti o momentanei
cervello nel feto
rispetto agli altri tessuti, quello nervoso ha la crescita più rapida durante la maturazione del feto e le singole aree si sviluppano con velocità differenti
sviluppo del cervello dopo la nascita
continua ad accrescere e a subir modificazioni, fino ai 6 anni in cui raggiunge il peso dell’organo adulto
cervello nell’embrione
la parte più spessa dell’embrione, la placca neurale, formerà il tubo neurale che darà vita all’intero sistema nervoso
suddivisione interna del tubo neurale
daranno luogo alle diverse parti del snc: emisferi, tronco cerebrale, cervelletto, diencefalo, gangli della base, midollo spinale
corredo genetico di ogni individuo
contenuto nei cromosomi: cariotipo.
23 coppie di cromosomi (diploide: risultato dell’unione di due cellule aventi ciascuna 23 cromosomi singoli)
in cosa consistono le 23 coppie di cromosomi
22 coppie: autosomi, addette alla trasmissione dei tratti somatici
23esima coppia: costituita dai cromosomi sessuali, determina il sesso
cosa contengono i geni
le istruzioni riguardanti le caratteristiche fisiche della persona che nascerà
periodo embrionale
va dalla terza settimana alle fine dell’ottava.
L’embrione diventa via via un feto e assume chiare caratteristiche umane
quarta settimana di gestazione
sviluppo dei globuli rossi e delle cellule del cuore, che inizia la sua attività
quinta settimana di gestazione
embrione lungo 2,5 cm.
Si formano occhi, naso, orecchie, midollo spinale, reni e polmoni
inizio della nona settimana di gestazione
l’embrione passa allo stato fetale che perdurerà fino alla nascita
feto durante lo stato fetale
tronco si raddrizza e la testa, fino ad ora quanto il resto del corpo, inizia ad assumere la giusta dimensione
feto al quinto mese
lungo 15 cm, pesa ca 250 g e può muoversi all’interno del sacco amniotico, dove è circondato da un liquido che si rinnova giornalmente.
Polmoni sviluppati ma non funzionano perché sono piedi di liquido
fattori genetici come fattori di sviluppo
condizionano la reattività dei diversi tessuti agli stimoli che inducono alla crescita
ormoni che regolano la crescita
gh e ormoni steroidei sessuali
sviluppo della statura
il neonato raddoppia il proprio peso verso i 5 mesi e lo triplica intorno al primo anno
fatto più importante nella statura
regolarità della crescita.
Crescita eccessiva: segnale di sovralimentazione
crescita lenta: può essere sintomo di una malattia
accrescimento troppo rapido del cranio
sintomo di idrocefalia o macrocefalia
rallentamento della crescita cranica
può essere causato dalla saldatura prematura delle ossa del cranio o da un ritardo nello sviluppo cerebrale
primi movimenti nel feto
lente estensioni del capo e si possono osservare intorno alle 7 settimana e le flessioni degli arti
schemi motori nel feto
dalla settima settimana in poi diventano più complessi e si vedono movimenti isolati degli arti, delle dita, sbadigli e anche movimenti di suzione e deglutizione
perché il feto si muove di più di notte
regolato dalla secrezione del cortisolo, prodotto dal surrene e che viene erogato attraverso la placenta.
Quando di notte il livello di cortisolo è più basso, il feto si muove di più
postura tipica del neonato
con il capo ruotato, di solito verso destra, con gli arti in flessione a causa dello spazio ristretto in cui è vissuto fino alla nascita
neonato e necessità vitali dopo il parto
respirazione, succhiare il latte con coordinazione nel momento in cui si avvicina al seno materno
attenzione del neonato e stimolo uditivo
maggiore attenzione se la voce è di tipo femminile
neonato e stimolo visivo
può seguire con gli occhi un oggetto che si muove lentamente davanti a lui
maturazione neurofisiologica degli apparati
nelle fasi più precoci dello sviluppo le vie neuronali sono sensibili alle influenze ambientali
periodo critico dello sviluppo
intervallo di tempo durante il quale la comunicazione intercellulare può alterare il destino di una cellula.
Comunicazione che modifica il fenotipo
fenotipo
caratteristiche fisiche delle cellule
sistema olfattivo nel feto
tra la 7 e l’8 settimana: nervo olfattivo e bulbi olfattivi: reagire agli stimoli odorosi dispersi in ambiente liquido.
sistemi olfattivo e gustativo nel feto
sono integrati e concorrono a formare la memoria olfattiva, che condizionerà i futuri comportamenti del bambino e lo aiuterà nel riconoscimento e orientamento extrauterino
sviluppo olfattivo e gustativo nel neonato
può distinguere odori sgradevoli, a cui risponde con espressione di disgusto.
Riconosce l’odore della madre.
Nascono con differenze gustative ben definite
senso più sviluppato alla nascita
udito.
Volgono il capo verso un rumore, soprattutto se è una voce femminile e riconoscono la voce della mamma
vista nel feto
l’ultima a svilupparsi
evoluzione del sistema visivo nel feto
molte connessioni tra la corteccia e le strutture sottocorticali non sono efficienti già alla nascita.
Difficoltà nella messa a fuoco, risoluzione di 0,5 decimi
memoria dichiarativa
lobo temporale
memoria non dichiarativa
è fondamentale il coinvolgimento dell’apprendimento di abitudini e della memoria procedurale
memoria di lavoro
corteccia prefrontale
plasticità cerebrale
potenziale dinamico cerebrale di riorganizzazione durante lo sviluppo individuale, i processi di apprendimento o in seguito a una lesione
potenziale della plasticità cerebrale
utile in alcuni disturbi neurologici tramite la riabilitazione, i farmaci e le tecniche di stimolazione magnetica transcranica, neurochirurgia, per migliorare la qualità di vita di soggetti con un danno al sistema nervoso centrale
com’è intesa la plasticità cerebrale
processo continuo che determina un rimodellamento delle mappe neuronali e sinaptiche a breve, medio e lungo termine durante l’intero ciclo di vita
cosa consente la plasticità cerebrale
ottimizzazione del funzionamento dei sistemi neuronali attraverso l’elaborazione di nuovi circuiti grazie all’apprendimento e al mantenimento dei sistemi neurali già esistenti, oltre a supportare un recupero funzionale parziale o completo in caso di danno al sistema nervoso
sinapsi = NO strutture statiche
proprietà plastiche che supportano un rimodellamento
quando un neonato è prematuro
se nasce prima di aver compiuto le 37 settimane di gestazione
cosa compromettere la prematurità neonatale
lo sviluppo anatomo-funzionale di tutti gli organi in modo inversamente proporzionale all’età gestazionale
organi più vulnerabili nella prematurità neonatale
- polmoni
- cervello
- intestino
- retina
sviluppo neurocomportamentale per i neonati pretermine, piccoli per l’età gestazionale
maggiore incidenza di deficit e disturbi dell’apprendimento, lieve aumento dell’incidenza di infezioni nei primi due anni di vita
fattori di rischio per lo sviluppo della meningite batterica
- età
- vita di comunità
- fumo e fumo passivo
complicazioni gravi della meningite
- danni neurologici permanenti
- perdita dell’udito
- perdita della vista
- problemi comportamentali
- danni cerebrali che possono arrivare alla paralisi
encefalite
processo infiammatorio del sistema nervoso centrale conseguente ad un’infezione virale o batterica
sonno nel bambino
lattante: 16-17 ore al giorno, in frazioni di 3 ore
3 mesi: 15 ore al giorno con fasi più lunghe durante la notte
cause della fragilità del sonno del bambino
sono REM dopo 30/45 mint
perché insonnia nel primo anno di vita
problema frequente e riflette un disagio relazionale tra il bambino e il suo ambiente.
- orari dei pasti troppo rigidi
- pasti troppo abbondanti
- condizioni non adeguate del luogo in cui il bambino dorme
due tipi di insonnia precoce severa
agitata: il bambino urla e si agita fisicamente, riuscendo a placarsi per sfinimento solo per qualche istante
calma: il bambino rimane immobile nel suo letto, tenendo gli occhi spalancati, senza agitazione manifesta
con cosa sono state messe in correlazione le insonnie precoci severe
sviluppo di autismo o psicosi precoce.
I bambini che ne sono affetti non riescono ad avere un rassicurante immagine della fusione madre-bambino cui abbandonarsi per riuscire a prendere sonno
condotte patologiche del sonno
- terrore notturno
- sogno d’angoscia
- sonnambulismo
- automatismi motori
quando sopraggiunge il terrore notturno
intorno ai 3 anni
cos’è il terrore notturno
una condotta allucinatoria notturna in cui il bambino si sveglia all’improvviso terrorizzato, urlando e incapace di qualsiasi ragionamento
analisi eeg del terrore notturno
risveglio dissociato: la corteccia rimane immersa in un sonno profondo
terrore notturno dal punto di vista psicopatologico
traduzione di uno stato di angoscia estrema
cosa succede nel sonno d’angoscia
i bambini piangono, invocano aiuto e gridano con forza, ma non sempre di svegliano
connotazione psicologica del sonno d’angoscia
connotazione positiva nel momento in cui segue un evento traumatico, perché sarà prova del fatto l’apparato psichico del bambino è in via di strutturazione e stanno iniziando a mettersi in atto i primi meccanismi difensivi
se il sogno d’angoscia si ripete con regolarità
potrebbe essere indice di un’organizzazione nevrotica o psicotica
sonnambulismo
- più frequente nei maschi
- dai 7 ai 12 anni
automatismi motori
insorgono intorno ai 3-4 anni e spariscono in maniera spontanea, non hanno alcuna relazione con l’epilessia notturna o con altre anomali del sonno
le informazioni percettive guidano l’azione
i bambini coordinano i loro movimenti con le informazioni percettive per imparare come stare in equilibrio, come raggiungere gli obiettivi nello spazio, come muoversi
l’azione guida la percezione
l’ampliarsi delle possibilità di azione sull’ambiente fornisce nuove opportunità di contatto con le diverse informazioni percettive
neuroni a specchio e legame azione-percezione
si attivano sia nel caso in cui l’ individuo compia un’ azione, sia se osserva un altro individuo svolgere la medesima azione
neuroni a specchio e bambini con sviluppo atipico
sistema che risulta deficitario
sviluppo percettivo motorio e sviluppo cognitivo
normale sviluppo della coordinazione visuo-motoria richiede:
- sistema neurofisiologico integro
- capacità di elaborare correttamente le informazioni sensoriali
sistema percettivo
processi attivi e dinamici di elaborazione degli stimoli sensoriali il cui fine è un’organizzazione coerente e significativa dei dati della realtà
come va intesa la percezione della realtà
come il risultato di mediazioni e di attività svolte dall’individuo
sensazione != percezione
quali informazioni i nostri sensi sono in grado di rilevare
percezione != sensazione
come elaboriamo e interpretiamo le informazioni selezionate
Fantz e Berline (anni ‘60)
il bambino non si comporta come se fosse prigioniero dei suoi sensi ma interpreta la realtà attribuendo un senso alle proprie sensazioni
quali informazioni vengono selezionate dall’occhio del neonate e come
anche se le informazioni selezionate attraverso la vista siano impoverite, il neonato possiede discrete capacità funzionali che gli consentono di esplorare l’ambiente visivo
perché il neonato ha una buona percezione visiva nonostante il sistema visivo non sia ancora ben sviluppato
proprio i limiti dell’immaturità del sistema visivo favoriscono la selezione degli stimoli che sono biologicamente e psicologicamente importanti per la sopravvivenza del piccolo
pattern discrimination/pattern preferece
il neonato mette in atto dei comportamenti che testimoniano la sua capacità di prestare attenzione alla stimolazione, di discriminare gli stimoli e di preferirne alcuni ad altri
riflesso di suzione e soluzioni salate o dolci
dolci: attivano il riflesso
salate: inibiscono il riflesso
tecnica della preferenza da chi e quando
Fantz e Berlyne nel 1958
in cosa consiste la tecnica della preferenza visiva
presentare due stimoli e registrare: quante volte il bambino si orienta verso l’uno o l’altro e la durata della fissazione visiva per ciascuno dei due.
Se si orienta più verso uno stimolo: ha discriminato i due stimoli e preferito quello fisato per più tempo
cosa si è capito grazie alla tecnica delle preferenza visiva
sono stati individuati numerosi stimoli che risultano preferiti nei primi mesi di vita
quali stimoli vengono preferiti nei primi mesi di vita
quelli strutturati e qualsiasi figura risulta preferita anziché uno sfondo omogeneo, alto contrasto, figure curvilinee, presentati di fronte
prospettiva teorica delle neuroscienze cognitive dello sviluppo
secondo cui alcune abilità specifiche presenti nell’adulto emergono gradualmente attraverso l’interazione tra sottili vincoli innati e la stimolazione che proviene dall’ambiente
teoria delle neuroscienze cognitive dello sviluppo confermata
bambini di 9 mesi, al pari degli adulti, discriminano volti umani ma non sono in grado di discriminare volti di primati non umani.
bambini di 6 mesi discriminano con la stessa facilità volti umani e di primati
studi visual-scanning
studi sull’esplorazione visuo-oculare.
evidenziano le rilevanti trasformazioni che avvengono nelle modalità attraverso cui i bambini selezionano l’informazione ambientale al variare dell’età e dell’esperienza
studio di Pascalis 2002
dimostra che bambini di 6 mesi sono in grado di discriminare un volto nuovo da un volto familiare
tecnica dell’abituazione
1 fase: decremento della durata della fissazione visiva come conseguenza della ripetuta presentazione di uno stesso stimolo (fase di abituazione)
2 fase: improvviso aumento dei tempi di fissazione per lo stimolo nuovo, ma non per quello familiare (fase test)
short lookers
soggetti che mostrano bassi tempi di fissazione, risultano più sensibili ad alcune caratteristiche generali degli stimoli e utilizzano una modalità globale di esplorazione degli stimoli
long lookers
i soggetti che hanno tempi di fissazione più elevati prestano attenzione a caratteristiche specifiche e locali della figura e adottano una strategia analitica, seriale e altamente dispendiosa in termini di tempo perché prevede l’esame elemento per elemento
tecnica della familiarizzazione
fase di familiarizzazione: presentare una serie di esemplari-stimoli appartenenti alla medesima categoria percettiva
2 fase: vengono contemporaneamente presentati un nuovo esemplare della categoria familiare e un esemplare di una nuova categoria
categorizzazione percettiva
processo attraverso il quale stimoli, oggetti ed eventi diversi dal punto di vista percettivo vengono raggruppati sulla base di una o più caratteristiche comuni
costanza percettiva
già a partire dalla nascita, il bambino si dimostra capace di categorizzare un singolo stimolo che varia in alcune sue manifestazioni percettive quali l’orientamento, la prospettiva o la grandezza
come viene considerata la costanza percettiva
come una precoce forma di categorizzazione che consente al neonato di percepire uno stimolo come unitario
preferenza dei bambini per i volti femminili
quelli familiarizzati al genere maschile: interesse per un nuovo volto femminile
quelli familiarizzati al genere femminile: indifferenza per un nuovo volto maschile
come avviene lo sviluppo percettivo
in relazione con lo sviluppo di altre funzioni cognitive e con lo sviluppo delle capacità attentive
attenzione sostenuta
focalizzare l’attenzione su un compito per periodi di tempo più prolungati
attenzione selettiva
selezionare gli stimoli ambientali in modo più sistematico e selettivo ignorando gli stimoli potenzialmente distraenti
strategie di esplorazione visiva
pianificare la ricerca delle informazioni al fine di identificare gli aspetti distintivi che differenziano gli oggetti e gli eventi
da cosa si nota la relazione tra abilità attentive e percettive
dal fenomeno del sincretismo infantile
sincretismo infantile
si manifesta come una carenza di organizzazione flessibile e articolata del campo percettivo
abilità percettiva che aumenta con l’aumentare dell’età
capacità di riconoscere forme visive comuni, dal contorno frammentato o discontinuo
caratteristiche dello sviluppo percettivo
NO salti qualitativi
SÌ passaggio graduale e continuo
importanza dei primi passi
- esplorazione autonoma dell’ambiente percettivo
- gratificazione e autostima
sviluppo motorio secondo il maturazionismo
considerato come una diretta conseguenza dell’esplicitarsi del patrimonio genetico della specie umana
sviluppo motorio secondo il cognitivismo
risultato delle attività di pianificazione cognitiva che, programmando le azioni future e generando comandi motori su sollecitazione di input ambientali, avrebbero messo in atto i piani elaborati
cosa non è lo sviluppo motorio, secondo le teorie più recenti
NO conseguenza del manifestarsi di processi di natura maturativa
NO esecuzione di un piano cognitivo
importanza della valutazione dei riflessi motori
strumento utile per l’esame neuropsicologico del neonato
riflessi che spariranno nel corso dei primi mesi
riflesso di Moro, riflesso dei punti cardinali, riflesso palmare, riflesso di Babinsky, riflesso della marcia automatica
riflessi neonatali
si pensava che fossero dei riflessi governati filogeneticamente e che andavano verso la graduale inibizione grazie alla maturazione delle strutture cerebrali
interpretazioni alternative dei comportamenti riflessi alla nascita
considerati come forme di adattamento del feto all’ambiente uterino, che si estinguono nei primi mesi di vita man mano che il bambino si adatta al nuovo ambiente extrauterino
riflesso di marcia automatica (stepping) e rotazione fetale
rotazione fetale: capovolgimento del feto all’interno dell’utero che avviene grazie al movimento alternato degli arti inferiori del nascituro
cosa consente l’attività di prensione
di afferrare un oggetto
come viene suddivisa l’attività motoria di prensione
reaching: sequenza di movimenti di raggiungimento, che consentono l’approccio e avvicinamento del braccio e della mano all’oggetto
grasping: abilità di coordinare e modulare i movimenti della mano e delle dita in relazione alle specifiche caratteristiche dell’oggetto
atto di afferramento != prensione
comportamento volontario che il bambino mette in atto nel momento in cui incontra uno stimolo visivo che sollecita il suo interesse
quando compare l’atto di afferramento
al quarto mese
legge prossimo-distale
prima il bambino diviene in grado di governare i muscoli più vicini alla parte mediana del corpo e solo in seguito sarà capace di controllare i muscoli più periferici
quando si affina la coordinazione visuo-spaziale
intorno ai 9 mesi
comportamenti visuo-manipolatori
- esplorare la superficie di un oggetto con i polpastrelli
- esercitare con il dito o il palmo una pressione sull’oggetto
- ruotare l’oggetto
- trasferire l’oggetto da una mano all’altra
abilità di prensione nella prospettiva piagetiana
prodotto del progressivo coordinamento tra gli schemi sensoriali relativi alla visione e gli schemi motori che si riferiscono all’azione del braccio e della mano
studi recenti VS idea piagetiana sull’abilità di prensione
è stato dimostrato che bambini di 7 mesi sono in grado di raggiungere un oggetto anche quando non hanno la possibilità di vedere la propria mano
ruolo del sistema nervoso nella teoria dei sistemi dinamici
NO guidare visivamente o programmare un comportamento in funzione dei suoi obiettivi
SÌ identificare dinamiche di movimento appropriate al controllo dello stesso e che consentono il raggiungimento del bersaglio
importanza della postura nell’afferramento
il bambino che non è in grado di padroneggiare con sicurezza la posizione seduta avrà maggiori difficoltà a manipolare gli oggetti che gli stanno attorno, perché ogni atto di afferramento lo porterà alla perdita dell’equilibrio e della postura
tappe della postura seduta
- tronco supportato da un adulto
- tronco inclinato in avanti e sostenuto dalle braccia e mani del bambino
- sostenere il tronco senza il supporto delle mani
- riuscire a muovere gli arti superiori senza perdere equilibrio
postura eretta
implica anche il controllo degli arti inferiori, oltre il controllo del capo e del tronco
gradualità della postura eretta, secondo la teoria dei sistemi dinamici
l’andatura eretta è impedita nei primi mesi di vita da vincoli fisici, da fattori non neurologici e periferici, quali il peso della testa e degli arti o la posizione del baricentro del corpo
sviluppo motorio a 3 anni
le diverse attività motorie diventano più stabili, coordinate, accurate e automatizzate, consentendo al bambino di avere padronanza nelle attività quotidiane e di prescrittura
deficit percettivi e abilità motorie
può influenzare il decorso dello sviluppo motorio.
es, difficoltà di integrare informazioni visive, cinestetiche e uditive fa sì che i bambini abbiano difficoltà nella coordinazione dei movimenti e nella sincronizzazione degli atti motori con gli eventi percettivi
da cosa può dipendere lo sviluppo atipico
- danni a carico del sistema nervoso
- deprivazione di alcune esperienze
Lissauer (1988)
primo modello cognitivo sul riconoscimento degli oggetti.
Il riconoscimento di un oggetto avviene a due livelli consequenziali di analisi: percettiva e associativa, a ognuno dei quali è associato un tipo di agnosia
agnosia percettiva
disturbo nell’elaborazione delle caratteristiche sensoriali di uno stimolo e nella loro integrazione in un’unità percettiva.
I pazienti non vedono gli oggetti normalmente e quindi non riescono a riconoscerli
agnosia associativa
la percezione sembra intatta, anche se il riconoscimento sembra compromesso,
Il deficit è relativo a ciò che riguarda la categorizzazione semantica di un oggeto
diverse agnosie associative
prosopagnosia: deficit congenito e selettivo nella percezione dei volti
periodo critico != periodo sensibile
finestra temporale durante la quale una specifica esperienza può esercitare il suo effetto sullo sviluppo dell’organismo
periodo sensibile != periodo critico
momenti nel corso dello sviluppo durante i quali l organismo è particolarmente sensibile a specifiche esperienze senza di necessità escludere che queste possano continuare ad esercitare la loro influenza anche in momenti successivi dell’arco di vita
autismo e deficit percettivi
alcuni affetti da autismo manifestano scarse prestazioni in compiti che richiedono di riconoscere volti, di elaborare espressioni facciali o di individuare quali componenti del volto veicolano importanti informazioni comunicative
disturbi di apprendimento e percezione
dislessia evolutiva: sia disturbo linguistico fonologico, sia percettivo visivo e uditivo
discalculia evolutiva:
scala di Bayley
test specifico per la valutazione delle capacità percettive nei primi anni di vita, una scala di valutazione complessiva dello sviluppo senso-motorio e cognitivo infantile
da cosa derivano i disordini motori più importanti
lesioni a carico del sistema nervoso.
es. paralisi cerebrali congenite o acquisite
paralisi cerebrali infantili
dipende dalla sede della lesione e dal momento.
La lesione interferisce con lo sviluppo di tutte le abilità motorie che emergono successivamente e con lo sviluppo del bambino nel suo complesso
4 criteri diagnostici per il disturbo della coordinazione motoria
- le prestazione nelle attività quotidiane che richiedono coordinazione motoria sono inferiori rispetto a quanto previsto dall’età cronologica e intellettiva
- il disturbo interferisce con l’apprendimento scolastico e con le attività della vita di tutti i giorni
- il disturbo non è dovuto ad una condizione medica né ad un disturbo generalizzato dello sviluppo
- se il ritardo mentale è presente, le difficoltà motorie sono superiori a quelle associate ad esso
ritardo mentale e deficit motori
sindrome di Down: sono più lenti nei movimenti di presa, dinamica diversa del movimento
ambiente e deficit motori
presente anche in bambini in ambienti deprivati, i cui problemi dello sviluppo motorio sono associati alla mancanza di occasioni utili a sperimentare e mettere in atto i diversi comportamenti motori
deficit motori nei non vedenti
deprivazione visiva: limitazione delle possibilità di esplorazione dell’ambiente circostante
diagnosi dei disturbi dello sviluppo motorio
- anamnesi familiare
- osservazione del comportamento spontaneo
- esame clinico
- esami strumentali
osservazione dell’attività motoria spontanea
analisi dei general movements: si è notato che nei neonati che presentano lesioni cerebrali il repertorio dei general movements appare povero. sequenza monotona e stereotipata, movimenti rigidi
primo anno di vita dei bambini con disturbo motorio
tono muscolare anomalo: ipotonico o ipertonico.
attività motoria povera
postura stereotipata
tappe dello sviluppo motorio: raggiunte con ritardo
esame clinico del disturbo motorio
- valutazione dei segni indicativi dello stato di integrità dei diversi parametri neurologici
- valutazione del livello di sviluppo funzionale in rapporto all’età cronologica del bambino
scale motorie dello svillupo
- Gesell (‘46)
- Griffiths (‘54)
- Bayley (‘69)
Mabc
test che fornisce una griglia di osservazione strutturata dello sviluppo delle abilità di coordinazione motoria dai 4 ai 12 anni.
abilità che indaga il mabc
- destrezza manuale
- abilità nell’uso della palla
- equilibrio statico e dinamico
cosa viene compreso nello sviluppo cognitivo
sviluppo della percezione, del linguaggio, della memoria, dell’apprendimento e dell’azione
teorie filosofiche dietro l’approccio empirista
Bacon, Locke
conoscenza secondo l’approccio empirista
è induttiva e derivata dall’esperienza attraverso associazioni o catene associative
approcci psicologici più vicini ai principi dell’empirismo filosofico
psicologia comportamentista e neocomportamentista
presupposti empiristi del comportamentismo
- i concetti si formano mediante l’apprendimento
- differenze fra gli individui: dovute a differenze ambientali e di esperienza
com’è considerato, oggi, l’approccio empirista
troppo semplicistico
altri approcci che risentono dell’empirismo, oltre il comportamentismo
il cognitivismo, perché viene data importanza anche all’esperienza
approccio razionalista sullo studio dello sviluppo
pensiero deduttivo ed è ripresa la nozione di idee innate
più importante ricercatore dello sviluppo cognitivo
Piaget
approcci psicologici che si fanno alla filosofia razionalista
Gestalt, Piaget, teorie innatiste
filosofia razionalista
Descartes, Spinoza, Leibniz e Kant
attività mentale secondo Piaget
assimilazione delle informazioni nelle strutture di cui la mente è costituita
le strutture della mente, sono innate, secondo Piaget?
NO
si sviluppano attraverso 4 stadi
stadi dello sviluppo (Piaget)
- sensomotorio
- preoperatorio
- operazioni concrete
- operazioni formali
stadio sensomotorio
durata: 1 anno e mezzo
strutture mentali: schemi percettivi e motori
Il bambino può esplorare l’ambiente, apprendere abitudini
cosa segna il passaggio dallo stadio sensomotorio a quello preoperatorio
capacità di usare simboli, di cui il linguaggio è l’esempio più importante
stadio preoperatorio
capacità di usare simboli e possedere semplici regole e concetti, ma il bambino non riesce a coordinare concetti e giudizi in vere e proprie operazioni logiche
stadio delle operazioni concrete
inizia intorno ai 7 anni
il bambino può interpretare la realtà secondo schemi logici di classificazione
stadio delle operazioni formali
inizia nella preadolescenza
sono possibili anche forme complesse di ragionamento ipotetico che utilizzano schemi logici
teorie innatiste
cercano di individuare già nella mente del neonato i capisaldi di tutto il successivo sviluppo mentale
idee di base delle teorie innatiste
la mente umana è divisa in modulo che presiedono ad ambiti diversi di conoscenza e tale suddivisione è già presente alla nascita
filosofia dietro l’approccio costruttivista
Hegel, Marx
teoria dietro l’approccio costruttivista
la realtà si forma attraverso contraddizioni, processi fra loro contrastanti (tesi e antitesi) che danno luogo, attraverso il loro conflitto, a una sintesi che non è una via di mezzo ma un salto di qualità
conoscenza secondo il costruttivismo
non è oggettiva né soggettiva ma viene costruita dal soggetto attraverso le proprie attività sull’oggetto
nome di riferimento del costruttivismo
Piaget
perché Piaget si rifà al costruttivismo
per passare da uno stadio all’altro, avviene un conflitto cognitivo quando le azioni del soggetto forniscono un feedback negativo o delle informazioni contraddittorie
teorie neopiagetiane
cosa mantengono: concezione costruttivista e dialettica dello sviluppo cognitivo
cosa superano: concezione secondo cui ci sono stadi di sviluppo caratterizzati da differenti strutture logiche
idea di base delle teorie neopiagetiane
lo sviluppo del pensiero non consiste nell’acquisire strutture logiche, ma nella capacità di elaborare una quantità crescente d’informazione
teoria della memoria di lavoro nelle teorie neopiagetiane
capacità limitate di memoria di lavoro e la crescita permette al bambino di elaborare i dati dell’esperienza in modo da costruire strutture cognitive sempre più complesse
piaget e neo piagetiani
grande importanza all’azione pratica, alla soluzione di problemi da parte del bambino e alla sua esperienza di situazioni di conflitto cognitivo
neurocostruttivismo
moduli come il costruttivismo ma questa organizzazione è già presente alla nascita
approccio storico-culturale
Vygotskij, enfasi posta su ciò che è culturale, storico e sociale nello sviluppo psichico del bambino
tesi centrale di Vygotskij
la coscienza e le funzioni psichiche superiori sono un risultato dell’interazione sociale
sviluppo cognitivo secondo Vygotskij
prima frutto di tendenze naturali ma poi si avvale dell’utilizzo di strumenti (mediatori culturali) che fungono da supporto esterno nella soluzione dei problemi
sviluppo psichico per Vygotskij
interiorizzazione di strumenti culturali e sociali
mediatori culturali di cui Vygotskij si è più occupato
linguaggio e scrittura
ruolo del linguaggio (Vygotskij)
- comportamento sociale
- interiorizzazione: dà un contributo allo sviluppo del pensiero e alla formazione dei concetti
acquisizione della scrittura (Vygotskij)
contesto fondamentale per interiorizzare gli strumenti culturali
3 forme di rappresentazione, secondo Bruner
- esecutive
- iconiche
- simboliche
rappresentazioni esecutive
si basano su procedure d’azione motoria: rappresentazione di uno scopo e degli arti per raggiungerlo
rappresentazioni iconiche
basate su immagini mentali che mantengono una somiglianza con la realtà ma senza riprodurla esattamente.
compaiono verso i 12 mesi e si affermano intorno ai 5-7 anni
rappresentazioni simboliche
utilizzano segni convenzionali, connessi con ciò che rappresentano e consentono di andare oltre il dato percettivo immediato.
spuntano verso i 18 mesi e si sviluppano fino all’adolescenza
Bruner = Vygotskij
linguaggio = centralità per le rappresentazioni simboliche
forme di pensiero nelle rappresentazioni simboliche (Bruner)
- logico scientifico: orientato a coerenza, sistematicità e verità
- narrativo: orientato a significato dell’esperienza, intenzioni e vicissitudini
primo mese di vita (Piaget)
i comportamenti del bambino si basano sui riflessi: suzione, prensione della mano, ecc
reazione circolare primaria (Piaget)
tra 1 e 4 mesi.
Consiste in una serie di ripetizioni di movimenti: la reazione sensomotoria si manifesta non solo come riflesso ma perdura con un ciclo ritmico che prolunga e ripete l’esperienza
cosa costituiscono le assimilazioni reciproche
le prime forme di coordinazione di schemi