Infiammazione Cronica Flashcards

1
Q

Forme di infiammazioni croniche

A

Si distinguono in base alle caratteristiche dell’infiltrato.
- granulomatose: in cui si notano lesioni organizzate (le cellule infiammatorie si dispongono in modo tale da formare i caratteristici granulomi)
- diffusa o interstiziale: presenta aspetti generici e simili da un caso all’altro. “Diffusa” se l’organo colpito non è parenchimatoso, “interstiziale” se vi è presenza di fibrosi nell’interstizio e nel parenchima dell’organo

È anche importante distinguere l’angioflogosi (infiammazione con fenomeni soprattutto vasculo-essudativi) dall’ISTOFLOGOSI, che ha fenomeni di tipo produttivo (grande proliferazione di agenti immuni come macrofagi, lingociti e konociti).

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2
Q

Definizione di infiammazione cronica

A

È la risposta di lunga durata alla lesione in cui sono prevalenti macrofagi e linfociti e in cui i fenomeni infiammatori e demolitivi procedono contemporaneamente a processi riparativi.
NB: è possibile guarire solo se, con intervento terapeutico, si sradica completamente lo stimolo lesivo!

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3
Q

Cause di infiammazione cronica

A

L’eziologia di questo quadro patologico si può generalizzare con il fatto che l’infezione cronica è frutto del cronicizzarsi dello stimolo flogistico di un’infiammazione acuta non risolta. Più precisamente, si parla di
1. Cause infettive: riguardano microrganismi patogeni a bassa virulenza che non riescono a scatenare una risposta immunitaria tale da debellare il patogeno. Se batteri si parla di tubercolosi, lebbra e sifilide, se virus si parla di epatiti virali.
2. Esposizione prolungata a sostanze tossiche (polveri inerti come la silice o l’amianto -pneumoconiosi) o a corpi estranei (tipo una scheggia): questo causa uno stimolo lungo a bassa attività e intensità.
3. Patologie croniche a mediazione immunitaria: disfunzione del sistema immunitario che portano al riconoscimento dell’antigene self come estraneo, stimolando quindi una risposta cronica cellulomediata che permane nel tempo (aterosclerosi, artrite, lupus).
4. Perdita di protezione anatomica: le ulcere sono soluzioni di continuità non guaribili, che prima si sviluppano come acute e poi cronicizzano.
5. Patologie con patogenesi diversa o degenerative, anche dette “con basso grado di infiammazione”: si presentano come patologie con stato infiammatorio continuo e blando, prolungato nel tempo (Alzheimer, diabete, obesità)

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4
Q

Caratteristiche morfologiche dell’infiammazione cronica (= differenze da quella acuta)

A
  • non abbiamo fenomeni vascolo-essudativi, solo in fase iniziale ancora prima della cronicizzazione dell’infezione
  • infiltrato sempre macrofagico (questi si occupano di fagocitosi + produzione citochine) detto “a cellule rotonde”!
  • danno ANCHE a carico dei macrofagi M1!
  • proliferazione di fibroblasti (che portano a fibrosi e cicatrici) e di cellule endoteliali da parte del mesenchia, per cercare di ridurre il tessuto infiammato.
  • fibrosi, tipica dei tessuti cronici e causa della continua produzione di fibroblasti
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5
Q

Sistema dei fagociti mononucleati

A

Definizione = è un sistema unitario di cellule che sono diffuse in tutto l’organismo in uno stato poco differenziato: il vero differenziamento viene raggiunto quando vengono attivati.
Tutti i fagociti mononucleati derivano dal mesenchima primitivo (midollo): vengono prodotti come monoblasti e poi convertiti in monociti circolanti (emivita 1-2 gg, nucleo a fagiolo, pochissimi granuli nel citoplasma, poco differenziati, scarsissima attività fagocitaria). Una volta giunti al sito flogistico (migrazione come quella leucocitaria generica), vengono attivati in macrofagi (hanno attività GRANULOPESSICA).
NB: appartengono alla categoria dei fagociti mononucleati anche cell. endoteliali, fibroblasti, cellule bipolari del linfonodo (perché sono anch’essi granulopessici e hanno stessa origine mesenchimale!)

)

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6
Q

Attivazione dei macrofagi

A

= polarizzazione dei macrofagi: in base ai mediatori a cui vengono esposti sul sito flogistico, diventeranno macrofagi classici o alternativi:
- macrofagi della via classica: M1 pro-infiammatori
Sono implicati nella sintesi di mediatori dell’infiammazione (citochine come IL-1/12/23/8, ROS, NO) + di enzimi lisosomiali (classici dei macrofagi, servono per funzione antimicrobica).
- macrofagi della via alternativa: M2 anti-infiammatori
Polarizzazione data dalla presenza di citochine antinfiammatorie (IL-4, IL-13, IL-10) che a sua volta si occupa di produrre altre citochine antinfiammatorie (TGF-beta, attivatore dei fibroblasti, il PDGF, fattore di crescita dalle piastrine, FGF/EGF per la stimolazione degli epiteli alla rigenerazione) per la guarigione.

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7
Q

Definizione di granuloma

A

Per granuloma si intende una lesione cronica formata da una collezione compatta e organizzata di fagociti mono/plurinucleati, non necessariamente accompagnati da caratteristiche accessorie come la necrosi (granuloma detto complesso se ha necrosi al centro, puro se senza necrosi)

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8
Q

Composizione granuloma complesso

A

Dal centro verso l’esterno:
1. Necrosi centrale
2a. Cellule epitelioidi (sono macrofagi attivati compatti e disposti tipo epitelio)
2b. Cellule giganti plurinucleate (frammiste tra le cellule epitelioidi, derivano dalla fusione di più macrofagi)
3. Linfociti (intorno ai macrofagi)
4. Fibroblasti (che proliferano e formano la capsula fibrosa che circonda il granuloma)

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9
Q

Caratteristihe granuloma

A
  • fugacità dei fenomeni vasculo-essudativi
  • prevalenza dei fenomeni produttivi
  • presenza di cellule epitelioidi e di cellule giganti plurinucleate
  • partecipazione dei processi immunitari (x linfociti)
  • evoluzione frequente
  • se guarigione= sclerosi
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10
Q

Storia naturale del granuloma

A

Ossia: insorgenza ed evoluzione naturale (senza intervento terapeutico) del granuloma
1. Infiltrato focale dei monociti
2. Granuloma maturo
3. Granuloma epitelioide
4. Calcificazione o fibrosi

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11
Q

Classificazione biologica dei granulomi

A
  • granuloma di tipo non immune o da corpo estraneo: solo immunità innata e non quella adattiva (quindi no coinvolgimento linfocitario)
  • granuloma di tipo immune: coinvolta solo l’immunità adattiva (perchè linfociti T producono citochine pro-infiammatorie per richiamare macrofagi)
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12
Q

Classificazione morfologica dei granulomi

A
  • granulomi tubercolari o da corpo estraneo: forma regolare, necrosi caseosa. Qui le cellule giganti prendono il nome di cellule di Langhans
  • granulomi di tipo immune o da sarcoidosi: come la sarcoidosi polmonare, i granulomi si formano nei setti interalveolari, senza necrosi, ma schiacciando gli alveoli
  • granuloma reumatico o di Aschoff: piccolo, senza necrosi e senza cellule giganti, con fibrosi. Interessa particolarmente il muscolo cardiaco
  • lebbra: patologia caratterizzata da granulomi epitelioidi in assenza di necrosi. Esiste sia la tubercoide che quella lepromatosa.
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13
Q

Evoluzione dei granulomi

A

L’evoluzione del granuloma può essere differente in base alla natura della necrosi (se presente) o alla diffusione dell’infezione.
- Fluidificazione: esito più comune, presente se necrosi coagulativa, colliquativa o eliminazione. Da qui abbiamo tre strade:
> se la necrosi, una volta fluidificata, viene espulsa si va incontro a guarigione
> se si riversa in cavità preformate l’infezione si propaga
> se si raccoglie in cavità neoformate si formerà l’ascesso freddo (diverso dal caldo perché non sono presenti essudati o cellule infiammatorie!)
- fibrosi: se granulomi piccoli, si forma tessuto fibroso e cicatrici sottocutanee o a livello dell’organo
- calcificazioni: visibili da radiografie
- quiescenza: circoscrizione del granuloma (grazie allo strato di fibroso che lo ricopre) e che rende quiescente il granuloma finchè il sistema immunitario è attivo e efficiente

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