Infiammazione Flashcards
Le definizioni di infiammazione negli anni
Nel corso degli anni si è cercato di trovare una definizione al processo infiammatorio:
1) 1794: l’infiammazione in sé non deve essere considerata come una malattia, ma come un’operazione salutare conseguente a qualche violenza o malattia (dal chirurgo scozzese J. Hunter, importante perché prima l’infiammazione veniva considerata una malattia conseguente ad uno stato disturbato degli umori, mentre nel 1794 venne intesa come una risposta a qualche violenza o malattia) L’infiammazione ha come obbiettivo la rimozione dell’agente eziologico del danno ai tessuti e di impostare la guarigione; tuttavia, è un processo, sia acuto che cronico, che può portare a ulteriori danni.
2) 1871: successione di modificazioni che avvengono in un tessuto vivente in risposta alla lesione, purché questa non sia di grado tale da distruggere la vitalità del tessuto (definizione di Burdon e Sanderson, che riguarda sia l’infiammazione acuta che quella cronica); da notare che l’infiammazione viene vista non più come uno stato, ma come una successione di fenomeni che avviene solo in tutti i tessuti viventi.
3) Metà del ‘900: reazione del microcircolo vivente e dei tessuti correlati ad una lesione (definizione di Spector e Willoughby, con difetto perché esclude i tessuti non vascolarizzati, che vanno comunque incontro al processo infiammatorio). Da qui vengono distinti il danno indotto dall’agente eziologico e il danno conseguente all’infiammazione.
4) attuale: l’infiammazione è la risposta stereotipata e aspecifica a uno stimolo/danno, qualunque questo sia (infettivo, traumatico, chimico,…).
Caratteristiche dell’infiammazione che influenzano l’evoluzione del processo infiammatorio
- intensità e durata dello stimolo lesivo (acuta o cronica)
- qualità dello stimolo (meccanico, chimico, batterico, fisico, immunologico)
- entità dei fenomeni regressivi
- tipo di cellule e tessuto colpiti
Differenze tra infiammazione acuta e cronica
ACUTA
- risposta immediata e e precoce a uno stimolo lesivo
- ha breve durata
- comprende sempre la formazione di essudato (edema infiammatorio)
- infiltrati di granulociti neutrofili polimorfonucleati (sostituiti dopo 72h da macrofagi)
- guarigione successiva all’infiammazione (eliminando lo stimolo il tessuto guarisce)
- detta “angioflogosi”, intesa come infiammazione dei vasi.
CRONICA
- durata molto più lunga
- la fase produttiva non comprende essudato, ma consiste nella proliferazione di molti citotipi diversi (infiammatori, mesenchimali, connettivali) con produzione di nuovi tessuti
- infiltrati di linfociti e macrofagi (importanti, perché utili per danno tissutale tipico dei quadri cronici)
- infiammazione e guarigione simultanei
- formazione di tessuto fibroso (perché non riesce a guarire)
- detta “istoflogosi”, perché si formano nuovi tessuti (è un quadro produttivo)
Mediatori chimici della lesione
Distinti in:
- mediatori iniziali: secreti immediatamente (istamina)
- mediatori di mantenimento: alimentano l’infiammazione per mantenerla finchè c’è il patogeno (citochine)
- mediatori di transizione: consentono il passaggio da infiammazione acuta a cronica
- mediatori di soppressione: bloccano l’infiammazione, inibendo l’attività macrofagica e ponendo le basi per il processo di guarigione