Il bilancio pubblico e l'economia Flashcards
Uscite pubbliche
Costituiscono la spesa pubblica, che comprende:
- le spese per l’acquisto di beni e servizi;
- il pagamento dei redditi dei dipendenti attivi dello Stato;
- le spese per gli investimenti pubblici.
Le spese di tipo redistributivo, chiamate anche trasferimenti, vengono incluse come voci negative delle entrate pubbliche nette.
Entrate pubbliche nette
Sono formate:
- dalle voci positive delle imposte dirette e indirette e dei contributi sociali;
- dalle voci negative dei trasferimenti alle famiglie.
Le imposte dirette sui redditi e i contributi sociali sono commisurati ai redditi distribuiti, quindi una buona parte delle entrate pubbliche dipende dal reddito. Le entrate pubbliche nette, chiamate anche tassazione, hanno una componente autonoma rispetto al reddito (T0) e una dipendente dal reddito (tY), quindi T=T0+tY.
Aliquota della tassazione o aliquota marginale
Il parametro t è l’aliquota della tassazione, ed è chiamato anche aliquota marginale perché il suo valore rappresenta l’incremento della tassazione dovuto a un aumento del reddito pari a un euro.
L’effettiva aliquota si compone:
- della tassazione centrale;
- delle addizionali delle imposte locali.
Tassazione progressiva
In Italia lo schema di tassazione prevede aliquote marginali crescenti per scaglioni di reddito: una tassazione di questo tipo si dice progressiva.
Equilibrio macroeconomico
La condizione di equilibrio macroeconomico è offerta=domanda.
L’offerta è misurata dal PIL, che è identicamente uguale al valore aggiunto dell’economia e quindi ai redditi distribuiti, e per questo viene indicato con il simbolo Y.
La domanda è costituita:
- dai consumi finali privati C;
- dagli investimenti privati I;
- dai servizi pubblici e dagli investimenti pubblici G.
Quindi, la condizione di equilibrio macroeconomico si scrive Y=C+I+G.
Consumi delle famiglie
La decisione di consumo privato da parte delle famiglie dipende dal reddito effettivamente a disposizione dopo la tassazione, cioè dal reddito netto, che può essere espresso come Yn=Y-T0-tY.
Una parte dei consumi delle famiglie è indipendente dal reddito, mentre un’altra parte dipende dal reddito. I consumi delle famiglie si possono quindi indicare in questo modo: C=C0+cYn.
Quindi, l’espressione di equilibrio macroeconomico può anche essere scritta come:
Y=C0+c(1-t)Y-cT0+I+G
Spesa pubblica e deficit pubblico
La spesa pubblica influisce positivamente sulla produzione e sul reddito dell’economia:
- un aumento della spesa pubblica si traduce in domanda rivolta direttamente alle imprese, che si traduce a sua volta in un aumento del reddito; le famiglie aumentano quindi i loro consumi determinando un aumento della domanda;
- viceversa, un aumento della tassazione ha un effetto depressivo sul reddito.
Debito pubblico e deficit pubblico
Il debito pubblico costituisce lo stock complessivo dell’indebitamento del settore pubblico (cioè la somma degli indebitamenti degli anni passati).
Il deficit è il saldo annuo tra entrate e uscite pubbliche ed è un flusso.
Per ogni nuovo indebitamento dovuto a deficit annuo, il debito aumenta.
Spesa pubblica e deficit
La spesa pubblica è uguale alla somma della spesa pubblica primaria e degli interessi:
- anche gli interessi costituiscono spesa pubblica e contribuiscono a generare deficit;
- la spesa pubblica primaria è la spesa pubblica al netto di quella per interessi, cioè la spesa che un governo sostiene per i suoi compiti istituzionali.
Quindi, il deficit pubblico può essere scomposto in due parti: deficit primario e interessi. Il deficit primario è la differenza tra la spesa primaria e il totale delle entrate.
Rapporto Debito/PIL
La crescita del debito pubblico non costituisce un problema se anche il reddito cresce a sufficienza. Quindi, il debito pubblico va valutato non di per sé, ma in relazione al reddito. Un buon indicatore della gravità del problema del debito pubblico è il rapporto tra debito pubblico e reddito.
Questo rapporto cresce nel tempo se il tasso di interesse è maggiore del tasso di crescita del reddito.
Rischio del debito pubblico
In presenza di continui indebitamenti del governo, i detentori dei titoli del debito pubblico potrebbero dubitare che il governo sia in grado di restituire il dovuto alla scadenza. Questo provoca una corsa alla vendita dei titoli, con crollo dei loro prezzi. Il governo, quindi, non avrà risorse e si rischia il fallimento dello Stato.
Nei momenti di sfiducia, per compensare il rischio percepito dai sottoscrittori dei titoli, si paga un maggiore tasso di interesse sui titoli. Si chiama “spread” la differenza tra il tasso di interesse pagato da un governo e il tasso di interesse pagato da un governo molto credibile.