I principi costituzionali Flashcards
Quali sono le conseguenze giuridiche della “relatività” della riserva di legge prevista dall’art. 23 Cost. in materia tributaria?
La legge (e gli atti equivalenti) deve necessariamente determinare il presupposto e i soggetti passivi del tributo. Le aliquote, gli elementi della base imponibile e, sopratutto, la disciplina attuativa procedimentale del tributo possono essere regolati sia dalle fonti normative primarie sia da fonti normative secondarie e provvedimenti dell'amministrazione finanziaria o degli enti locali. Le fonti normative primarie devono comunque sempre fondare il potere regolamentare/provvedimentale amministrativo, delimitandolo con principi e criteri direttivi.
Le “circolari” dell’amministrazione finanziaria possono essere considerate “fonti” del diritto tributario?
No. Si tratta di atti amministrativi di interpretazione del diritto tributario che vincolano soltanto gli uffici dell’amministrazione medesima. Mai il giudice.
Lo “statuto del contribuente” (l. 212/2000) può considerarsi fonte normativa primaria (legge) “rinforzata”?
No. Si tratta di una legge ordinaria, ancorché, espressamente attuativa di principi costituzionali (artt. 23, 53, 97 Cost.).
Tuttavia, poiché fissa i “principi generali dell’ordinamento tributario”, è fonte qualificata di interpretazione del diritto tributario ed in particolare strumento per l’analogia juris.
Qual è l’elemento distintivo che contraddistingue il concetto costituzionale di “prestazione patrimoniale imposta”?
La “coattività” della prestazione. Essa può derivare dalla legge oppure da un atto amministrativo. Secondo la Corte costituzionale può esservi “coattività” anche all’interno di un rapporto di tipo consensuale-negoziale, qualora il contenuto (in particolare il quantum) della prestazione del debitore sia unilateralmente determinato dal creditore.
Quali limiti pone lo “statuto del contribuente” (l. 212/2000) alle leggi tributarie retroattive?
Le vieta. Le consente in via di “interpretazione autentica”, ma solo in casi eccezionali, con legge ordinaria e con qualificazione espressa della natura interpretativa della disposizione legislativa.
Cosa si intende per “capacitá contributiva”?
Si intende una situazione di fatto assunta dal legislatore quale “presupposto” di un tributo.
Quali situazioni di fatto possono essere individuate dal legislatore quali presupposto di un tributo?
La dottrina, sul punto, è divisa. Vi è chi sostiene che debba trattarsi di situazioni di fatto valorizzabili in termini di scambio sul mercato (es: reddito, patrimonio).
Altri ritengono che possano essere assunti quali indici di capacità contributiva anche situazioni di mera “potenzialità” economica. Tutti gli autori concordano però che debba trattarsi di situzaioni di fatto misurabili in termini monetari.
Quali esempi si possono fare di imposte basate su “indici diretti” di capacità contributiva e quali di imposte basate su “indici indiretti” di capacità contributiva?
Esempi delle imposte basate su indici diretti sono le imposte sui redditi, essendo il reddito un “indice diretto” di capacità contributiva.
Esempio delle imposte basate su indici indiretti è l’IVA, in quanto imposta sul consumo, e l’imposta di registro, in quanto imposta sui trasferimenti, essendo questi “indici indiretti” di capacità contributiva.
La capacità contributiva deve essere “effettiva”?
Sì. Ma, in base alla giurisprudenza costituzionale, possono considerarsi consentite le presunzioni legali relative ossia quelle che consentono al contribuente la prova contraria in ordine all’assenza/minore entità del presupposto del tributo.
Il principio di capacità contributiva vale anche per le tasse?
Secondo parte della dottrina, sì, trattandosi di un tributo e perciò, di per sè, prestazione pecuniaria idonea e finalizzata al concorso alle spese pubbliche.
Secondo la giurisprudenza consolidata dalle Corte costituzione, no, in quanto si tratta di tributi “commutativi” ossia retti dal principio dello scambio tra prestazione pecuniaria del contribuente (tassato) ed il servizio pubblico, “divisible”, reso dal’Ente impositore (tassante).
il principio di “progressività” è utilizzabile quale parametro nel giudizio di costituzionalità?
Secondo la giurisprudenza costituzionale, no, poiché si riferisce non alle singole leggi d’imposta, bensì al “sistema tributario” nel suo complesso.
L’art. 23 Cost.
Art. 23 Cost. “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.”
L’art. 53 Cost.
Art. 53 Cost. “ Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capcità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
L’art. 97 Cost.
Art. 97 Cost. “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Nell’ordinamento degli uffici, sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.”