Dolore Flashcards

1
Q

Ruolo della serotonina nel dolore

A

in discussione: sembra che nel dolore acuto, la serotonina prodotta dal Nucleo del Rafe Magno del midollo, inibisca il dolore, mentre nel dolore cronico sembra aumentare la sensibilitá dolorifica, in quanto inibisce gli interneuroni inibitori, facilitando la trasmissione nel dolore cronico a livello centrale.
Tramadolo, blocca la ricaptazione della Na e della 5-HT, aumentando l’analgesia nel dolore acuto
Mentre nel dolore cronico ha nun effetto negativo.
per il trattamento del dolore cronico si può usare il tapentadolo che aumenta solo i livelli di NA, che agisce principalmente sul dolore

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2
Q

Fisiopatologia del dolore cronico (scritto)

A

Il dolore cronico è caratterizzato dalla persistenza del dolore per oltre 3-6 mesi e si
differenzia dal dolore acuto per la sua indipendenza dalla lesione iniziale.La fisiopatologia del dolore cronico è complessa e coinvolge meccanismi periferici, spinali e
cerebrali che possono mantenere e amplificare il dolore in assenza di un danno tissutale in
corso. Sensibilizzazione periferica: danno tissutale- liberazione di modulatori pro infiammatori - agiscuno sul recettroe TRPV1 del primo neurone_ questo determina aumento num recettori (sensibilizz.) + rilascio da parte del primo neurone di SP e CGRP. Abbassa la soglia, aumenta risp agli stimoli ecc. - SP e GCRP penetrano nello spazio perinervoso e qui: aumento permeabilità vascolare e liberazione di istamina da mastcell.
Sensibilizzazione centrale: le fibre Ad e C trasmettono alle lamine I e II delle corna post del midollo spinale liberando GLU e SP. il GLU nel dolre acuto agisce sui AMPA, mentre nel dolore cronico si lega ai recettori NMDA del secondo nuorone che determina il rilascio di CA e NA. il calcio attiva il rilascio NO e che esce dal secondo neurone per determinare sul primo neurone: 1) attiva la guanidil- sintasi _ blocco i canali Na/k e liberazione del GLU. 2) liberazione di SP che agisce sul secondo neurone aumentando il num si recettori.
La neuroinfiammazione (che consiste nell’attivazione della glia) contribuisce alla perpetuazione del dolore cronico attraverso la
produzione di sostanze neuroattive che amplificano e sostengono la sensibilizzazione
centrale.

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3
Q

definizione farmaci adiuvanti nella terapia del dolore (scritto)

A

farmaci privi di azione analgesi diretta ma che possono essere associati agli analgesicinel trattamento del dolore cronico
anticonvulsivanti, TCA, corticosteroidi, neurolettici, bifosfonati , capsaicina

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4
Q

Ruolo del nucleo del rafe magno nel dolore (scritto)

A

l nucleo del rafe magno (NRM) è una struttura cerebrale situata nel tronco encefalico, che
gioca un ruolo fondamentale nella modulazione del dolore. Fa parte del sistema di
modulazione discendente del dolore, il quale regola la trasmissione del dolore nel sistema
nervoso centrale. Viene attivato dalle endorfine, encefaline e endocannabinoidi prodotti dal PAG, affinchè le sue proiezioni rilascino monoamine a livello delle lamine I e II del corno dorsale (NA e 5-HT). Ruolo di NA e 5-HT . Il NRM rilascia anche GABA e endorfine, anche questi implicati nell’inibizione della trasmissione del dolore discendente.. Attivazione del NRM in risposta a stimoli dolorosi
Il NRM viene attivato non solo da stimoli dolorosi, ma anche da fattori psicologici ed emotivi.
Per esempio, esperienze di stress, ansia, o depressione possono influenzare l’attività del
NRM, alterando la sua capacità di modulare il dolore. Il dolore emotivo, o il dolore associato aesperienze psicologiche, può attivare aree cerebrali che interagiscono con il NRM, portando a
una percezione del dolore amplificata.

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5
Q

Neuroinfiammazione centrale nel dolore (scritto)

A

La naeroinfiammazione consiste nell’attivazione delle cellule gliali (microglia e astrociti) nel midollo spinale nelle aree cerebrali legate al dolore. A livello cerebrale sembrerebbe amplificare le aree sede del dolore e la sua cronicizzazione. la neuroinfiammazione induce delle modificazioni plastiche nei circuiti neuronali, si instaurano dei network che nel soggetto senza neuroinfiammazione non si avrebbero. in particolar modo nella via ascendente del dolore (via spinotalamica) con una alterazione della trasmissione del dolore. si crea uno squilibrio fra i sistemi eccitatori e inibitori verso quelli eccitatori intensificando la risposta dolorosa

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6
Q

Neuroinfiammazione periferica nella genesi del dolore cronico (scritto) /Ruolo della microglia nel dolore

A

La neuroinfiammazione consiste nell’attivazione delle cellule gliali (microglia e astrociti)
nel midollo spinale e nelle aree cerebrali legate al dolore. L’attivazione avviane grazie eccessiva produzione di GLu nel bottone sinaptico presente nelle corna posteriori, tipico nel processo di sensibilizzazione centrale del dolore cronico. Le cell gliali rilasciano
citochine pro-infiammatorie e altri mediatori che determinano apoptosi neurale e perdita di interneuroni inibitori (blocco della trasmissione dolorosa verso l’alto). si ha lo stimolo al rilascio del BDNF che determina una iperpolarizzazione CL- mediata delle cell della lamina I inibitrici con maggiore trasmissione del dolore verso i centri superiori. I mediat infiamm. attivano glia strociti, formazione del LPA e riorganizzazione della sostanza grigia spinale con sviluppo di allodinia.
* La neuroinfiammazione contribuisce alla perpetuazione del dolore cronico attraverso la
produzione di sostanze neuroattive che amplificano e sostengono la sensibilizzazione
centrale. ecco perchè può essere efficace l’utilizzo di FANS che passano la BEE per il trattamento del dolore cronico (indomentacina, ketorolac,..)

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7
Q

Ruolo della CGRP nel dolore (scritto)

A

Il GCRP, assieme alla sostanza P, è un peptide implicato nel processo di sensibilizzazione periferica e conseguente cronicizzazione del dolore. in seguito al legame di fattori proinfiammatori rilasciati a livello periferico ai recettori TRPV1 presenti nelle fibre nocicettive, si induce il rilascio di SP e CGPR a livello del midollo spinale (lamine I e II) che agiscono nello spazio perinervoso aumentando la permeabilità dei vasi e attivando la liberazione di istamina dalle mast cell. (neuroinfiammazione periferica). Quindi è un neuropeptide convoilto in modo significativo nelle modulazioni del dolore , soprattutto infiammatorio e nell’emicrania. Gli ultimi farmaci per il trattamento dell’emicrania sono AB monoclonari che inibiscono i recettori del CGRP.

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8
Q

Ruolo dell’acido glutammico nel dolore (scritto), sia acuto che cronico

A

La trasmissione del dolore acuto avviene tramite le fibre Adelta che vengono attivate in seguito a stimoli dolorosi meccanici e termici freddi (sensibilità dolorifica epicritica (discriminativa). esse terminano nelle lamine I dove rilasciano GLU. il quale a sua volta si lega ai recettori inotropi AMPA, affinchè lo stimolo sia trasferito ai livelli superiori
Quando il firing di impulsi persiste , si induce il rilascio continuo di GLU e SP. GLU che si lega in questo ai recettori NMDA determinando tutta una serie di meccanismi che determinano sensibilizzazione centrale. inoltre un’eccessiva produzione di GLU determina l’attivazione della GLIA e neuroinfiammazione centrale.

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9
Q

Ruolo della sostanza P nel dolore

A

Neuropeptide che ha un ruolo cruciale nella trasmissione e
modulazione del dolore. Viene rilasciata dai neuroni sensoriali (nocicettori) in risposta a stimoli
dolorosi e contribuisce alla trasmissione del segnale del dolore verso il sistema nervoso centrale.

  • Trasmissione del segnale doloroso: La sostanza P è liberata principalmente nelle sinapsi
    tra le terminazioni dei neuroni sensoriali periferici e i neuroni nel corno dorsale del midollo
    spinale. Legandosi al recettore NK1 (neurokinina 1) sui neuroni postsinaptici, amplifica la
    trasmissione del segnale doloroso verso il cervello. Le fibre C dolorifiche non mielinizzate
    che sono responsabili del dolore secondario, profondo fastidioso, terminano
    prevalentemnte nella lamina 2 dove rilasciano sostanza P
  • Infiammazione neurogena: La sostanza P ha effetti pro-infiammatori, provocando la
    dilatazione dei vasi sanguigni e aumentando la permeabilità vascolare. Questo porta al
    rilascio di altri mediatori infiammatori, come istamina e bradichinina, che sensibilizzano
    ulteriormente i recettori del dolore e contribuiscono all’iperalgesia (aumento della
    sensibilità al dolore).
  • Sensibilizzazione centrale: L’attivazione continua del recettore NK1 può portare a una
    sensibilizzazione dei neuroni del corno dorsale del midollo spinale, fenomeno noto come sensibilizzazione centrale. Questo processo contribuisce a condizioni di dolore cronico e
    allodinia (percezione dolorosa di stimoli normalmente innocui).
  • Modulazione del dolore neuropatico: Nelle condizioni di dolore neuropatico, come
    lesioni ai nervi, la sostanza P gioca un ruolo importante nel mantenimento della
    sensazione dolorosa alterata e nell’ipersensibilità. Il suo rilascio costante e l’attivazione
    del recettore NK1 favoriscono il dolore cronico anche in assenza di un danno tissutale
    evidente.
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10
Q

Azione oppioidi sul neurone

A

Il legame degli agonisti oppioidi con i recettori porta all’attivazione della proteina G, producendo effetti che sono principalmente inibitori; questi effetti alla fine culminano nell’iperpolarizzazione della cellula e nella riduzione dell’eccitabilità neuronale. A livello spinale agiscono sia svolgendo un’inibizione PRE-sinaptica , impedendo l’apertura dei canali ala Ca (blocca il rilascio di sost. P). Sia un’inibizione POST- Sinaptica in cui attiva i vcanali al Kcon iperpolarizzazione del neurone

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11
Q

Mediatori del dolore: quali sono, dove agiscono, effetto sulla trasmissione del dolore

A

> mediatori periferici responsabili dell’attivazione del nocicettore
1. Sostanze algogene
1. H+
2. K+
3. Bradichinina
4. Istamina
5. Serotonina
6. Sostanza P
7. CGRP
8. VIP
9. PG
2. Sostanze analgesiche (peptidi oppioidi endogeni)

> Mediatori centrali coinvolti nella trasmissione del dolore
ECCITATORI
* Glutammato ⇒ Determinata il dolore acuto; mano che il dolore permane si formano i
neuropepetidi = agisce sul secondo neurone della via
Alcuni di questi sono responsabili della cronicizzazione del dolore
* Neuropepetidi (sostanza P, CGPR)
* CCk (inibitore del sistema oppioide endogeno)
INIBITORI
1. Noradrenalina = La NA avrebbe un effetto pari alla morfina nel dolore cronico [1 mg
morfina = 11 mg di tramadolo] = principalamente rilascaito da interneuroni
2. GABA
3. Glicina
4. Serotonina ➔ ruolo ancora in fase di discussione
1. Nel dolore acuto riduce il dolore
2. Nel dolore cronico sembra aumentare la sensazione dolorifica
o Farmaci come il tramadolo hanno una potente azione analgesica avendo sia
un’azione noradrenergica che serotoninergica (blocca ricaptazione di NA e 5HT a
livello dell’interneurone ➔ rimangono più a lungo nelle sinapsi tra le vie
discendenti e l’interneurone ➔ aumento l’azione analgesica)
5. Peptidi oppioidi endogeni (endorfina, encefalina, dinorfina) ⇒ Azione selettiva sulla
neurotrasmissione centrale a livello pre-sinaptico e post-sinaptico
1. L’inibizione pre-sinaptica blocca il rilascio di sostanza P nelle lamine delle corna
posteriori del midollo spinale = BLOCCA IL CANALE PER IL CALCIO
2. L’azione post-sinaptica in altre strutture del SNC innalza la soglia di stimolazione
➔ iperpolarizzazione ➔ minore risposta = BLOCCA CANALE PER IL POTASSIO

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12
Q

Nocicettori

A

I nocicettori sono terminazioni libere non capsulate dei neuroni sensitivi primari, i cui corpi sono localizzati nei gangli delle radici dorsali e nei gangli trigeminali. Ogni nocicettore ha il suo campo ricettivo, l’area da cui raccoglie la stimolo doloroso ogni nocicettore. Più sono piccoli i campi, più sono densi le terminazioni nervose , maggiore è l’acuità dello stimolo. I mediatori capaci di stimolare le terminazione nervose sono: PG, K, 5-HT, istamina, bradichinina, ATP.

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13
Q

Ruolo della noradrenalina nel dolore

A

La noradrenalina è un mediatore inibitorio coinvolto nella tarsmissione del dolore . La regolazione della trasmissione del dolore avviane tramite vie discendenti che da PAG si portano a livello delle corna dorsali, in cui avviene la sinapsi fra 1 e 2 neurone. Il blocca del rilascio di GABA attiva i neuroni del PAG ad attivare il rilascio di NA e 5-HT da parte del bulbo spinale che agiranno nelle lamine I e II. Il PAG arriva , rilasciando endorfine anche il nucleo del rafe magno e , il quale a sua volta rilascia NA e 5_HT nel midollo spinale. La NA agisce prevalentemente sul dolore cronico. per il trattamento del dolore cronico si può usare il tapentadolo, un NAri, che aumenta la concentrazione della NA a livello sinaptico.

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14
Q

Ruolo del gaba nel dolore

A

Il GABA è un mediatore inibitore centrale nella trasmissione del dolore. Il nucleo del rafe magno oltre a rilasciare serotonina e NA, rilascia anche endorfine e GABA a livello delle lamine I e II delle corna dorsali. questo determina una modulazione negativa dello stimolo doloro verso i centri superiori.

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15
Q

Funzione degli antiepilettici nel dolore

A

Efficaci nella componente neuropatica del dolore da cancro e alcune sindromi neuropatiche di dolore non da cancro.

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16
Q

Ruolo del dolore nel post operatorio

A

Il dolore post operatorio è un dolore acuto direttamente correlato all’evento traumatico e agisce come segnale utile che allerta di un
pericolo imminente. È un grosso problema , perchè provoca il rilascio di cortisolo (anche piú pericoloso delle catecolamine) determinando aumento della PA e aumento della FC. Nel dolore acuto è fondamentale valutre il dolore con diverse scale, come VAS o NRS e in base a queste somministrare una terapia. NDS 1-3= adulto: paracetamolo os 1g / Fans (ketorolac, indometacina e ibuprofene). Pediatrico : paracet. sciroppo o supposte 10-15mg/kg /ibuprofene 4-10mg/kg (ogni 6-8h)
NRS4-6: paracet ev 1gr/ paracet 550g+codeina 30g /paracetamolo 325g+ tramadolo(agisce su serotonina e NA)/FANS. Pediatrico: paracetamolo ev 15mg/kg / parcet + codeina sciroppo/ tramadolo in gocce. NRS 7-10: adulto: morfina ev 3mg, e ohni 10 minuti altri 3 (si sale per non dare depressione respiratoria) /Fentanyl ev 50-100 microgrammi . Nel dolore acuto non dare oppioidi a rapida azione; danno tolleranza

17
Q

Sensibilizzazione periferica

A

Sensibilizzazione periferica = si verifica quando i nocicettori (recettori del dolore)
diventano più reattivi in risposta a stimoli di intensità anche lieve. Questa avviene in seguito ad un danno tissutale- liberazione di modulatori pro infiammatori - agiscuno sul recettroe TRPV1 del primo neurone_ questo determina aumento num recettori (sensibilizz.) + rilascio da parte del primo neurone di SP e CGRP. Abbassa la soglia, aumenta risp agli stimoli ecc. - SP e GCRP penetrano nello spazio perinervoso e qui: aumento permeabilità vascolare e liberazione di istamina da mastcell. La sensibilizzazione periferica `alla base per la cronicizzazione del dolore.

18
Q

Mediatori periferici del dolore

A

mediatori periferici responsabili dell’attivazione del nocicettore
1. Sostanze algogene
1. H+
2. K+
3. Bradichinina
4. Istamina
5. Serotonina
6. Sostanza P
7. CGRP
8. VIP
9. PG
2. Sostanze analgesiche (peptidi oppioidi endogeni)

19
Q

Paracetamolo, dosi e farmacacinetica

A

Il Paracetamolo è un farmaco che é comunemente usato come antipiretico ma che trova largo impiego anche nel trattamento del dolore cronico. il metabolismo del paracetamolo ver´de nell’80% eliminato come coniugati inattivi di glucuronide e solfato. il 5-10% viene ossidato in NAPQI , un intermedio reattivo che viene neutralizzato col glutatione. il paracetamolo a dosi terapeutiche genera quantità di NAPQI insufficienti per esaurire il gluatatione. Solo in certe condizioni, come l’iperglicemia o la fame e la malnutrizione, si può avere una riduzione di gluatatione euna minore neutralizzazione del NAPQI e maggior rischio di epatite necrotica acuta. molti casi di epatotossicità acuta da sono stati attribuiti a asovradosaggi non riconosciuti involantari o associati ad alcolismo.
Eliminazione renale . in caso di insuff renale l’eliminaz è ritardata
incaso di sovradosaggi si somministra N- acetil cisteina
Dose è max 4g/die ma non si dovrebbe mai raggiungere. Nel bambina 15mg/kg ev in infusione lenta, se no il bambino collassa. nell’adulto 1g in 100ml (fino a 4 volte die.

20
Q

Meccanismo d’azione Paracetamolo (farmacodinamica)

A

1) azione centrale - blocco della guanidil-sinatsi del primo neuroni- inibendo il rilascio di GLU e SP- blocco del processo di neuroinfiammazione spinale e sensibilizzazione centrale (azione periferica nell’uomo non È visibile)
2) azione antipiretica con blocco dei neuroni termosensibili
3)azione anagesica:
> il 6% del del paracetamolo si trasforma in AM404, il quale a sua volta si lega con l’acido arachidonico. Questo complesso agisce come cofattore di cannabinoidi - blocco dell’enzima FAAH che degrada i cannabinoid, mantenendo al loro concentrazione alta. L’AM404 agisce sui recettori TRPV1 presenti nel PAG, attivandolo e determinando blocco discendente del dolore.
> Il NAPQI agisce sui recettori TPRA1 con inibizione dei canali NaV (recettori chiave nel dolore neuropatico)
> potenzia la via serotoninergica con down-regolation dei 5-HT2.

Usato nel tratt. sintomatico delle affezioni dolorose di ogni genere. trattamento del dolore lieve e moderato e trattam febbre.
Resta l’analgesico non oppioide preferito per un uso routinario e nel lungo periodo.

21
Q

Quali molecole sono in grado di determinare inibizione del dolore a livello centrale?

A

Il paracetamolo e il protossido d’azoto. Sono in grado di bloccare la guanidil-sintasi del primo neurone. questo non rilascia più GLU e SP. Quest’azione però è preventiva, deve essere usato duranteb l’intervento e non dopo.