diritti reali Flashcards
Che differenza c’è tra beni materiali e immateriali?
I beni materiali possono essere oggetto di diritti reali, e si distinguono non solo per il loro valore economico ma anche per la loro corporeità o concretezza.
I beni immateriali invece sono ad esempio i diritti stessi, le opere intellettuali, i dati personali, le informazioni di una base dati, le proprietà industriali ecc.
che cosa si intende per Bene e che differenza c’è con la ‘cosa’?
un bene è una cosa che può essere oggetto di diritti. È importante distinguere tra bene e cosa visto che vengono usati come sinonimi.
cosa: una parte della materia
bene: è tale solo nel momento in cui è fonte di utilità e oggetto di appropriazione.
dunque non sono considerabili come beni quelle cose che sono fruibili a tutti (aria, luce) o tutto ciò di cui non si può trarre vantaggio (giacere sulle stelle).
che differenza c’è tra beni mobili ed immobili?
I beni immobili sono il suolo o tutto ciò che, naturalmente o artificialmente, è ancorato saldamente al suolo (edifici, sorgenti d’acqua, alberi ecc)
che differenza c’è tra beni fungibili e non fungibili?
i beni fungibili sono beni che possono tranquillamente essere sostituiti con un altro bene dello stesso genere, e quindi non si concentrano sulla specificità del bene bene’ sulla quantità (es. denaro).
I beni non fungibili invece sono quei beni che si identificano con la loro specificità (es. le opere d’arte), non sono scambiabili e di solito sono beni immobili.
che differenza c’è tra beni divisibili e beni indivisibili?
i beni divisibili sono quei beni suscettibili di essere divisi in parti omogenee senza però alterare la destinazione economica.
I beni indivisibili sono quei beni che non rispondono di questa caratteristica di divisibilità (es. un animale vivo).
che differenza c’è tra beni presenti e beni futuri?
I beni presenti sono beni già presenti in natura e soltanto questi possono essere oggetto di proprietà e di diritti reali. I beni futuri sono beni non ancora presenti in natura ma che lo saranno (es. frutti prodotti da un albero) e possono essere oggetto soltanto di rapporti obbligatori.
che differenza c’è tra frutti naturali e frutti civili?
i frutti naturali sono quelli che vengono prodotti o estratti da un altro bene, come ad esempio i prodotti agricoli o i prodotti da miniere. Perché si possa parlare di frutti la produzione non deve incidere sulla sostanza né sulla destinazione economica della cosa madre. finché non avviene la separazione dal bene che li produce i frutti naturali si dicono pendenti, in quanto non ancora dotati di un’esistenza autonoma. Sono quindi beni futuri.
i frutti civili sono invece i redditi che si conseguono da un bene quando si concede di usufruirlo ad altri, come ad esempio nel caso della locazione. questi devono avere il carattere della periodicità, in quanto si acquistano giorno per giorno in virtù della durata.
che differenza c’è tra beni semplici e beni composti?
i beni semplici sono quei beni i cui elementi sono talmente compenetranti che non se ne può staccare uno senza alterare l’equilibrio complessivo. (es un animale) I beni complessi derivano dalla connessione, materiale o fisica, di più cose che nel momento in cui se ne stacca una questa assume autonoma rilevanza guridica (es. autovettura)
che cosa si intende per pertinenza?
la pertinenza si ha quando una cosa è al servizio o ad ornamento di un’altra, senza che questa costituisca una parte integrante o un elemento fondamentale per l’esistenza di questa, ma si limiti ad accrescerne l’utilità o il pregio.
Per la pertinenza sono necessari un elemento oggettivo e uno soggettivo, e se viene a mancare il vincolo accessorio non vi è pertinenza. Vincolo che deve essere posto dal proprietario della cosa principale, ovvero da chi ne esercita un diritto reale su di essa.
che cosa sono le universalità?
le universalità sono una pluralità di cose che appartengono ad una stessa persona e hanno una destinazione unitaria (es. libri di una biblioteca).
Esse si distinguono dalla cosa composta in quanto non vi è coesione tra le cose e dal complesso pertinenziale (in quanto non vi è rapporto di subordinazione tra le cose). Le universalità possono essere considerate come un tutt’uno oppure prese singolarmente. infatti posso scegliere di vendere l’intera biblioteca oppure un singolo libro, decisione che spetta come sempre alle parti. La dottrina distingue tra
-univerasalità di fatto, formate da più beni mobili considerati unitariamente (es. biblioteca)
-universalità di diritto, anch’esse formate da più beni ma per i quali ci penserà la legge a dividerli in unità (es l’eredità, il fondo patrimoniale ecc)
che cos’è l’azienda e per cosa differisce dall’impresa?
L’azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa, ossia per la produzione o lo scambio di beni e servizi.
Un elemento fondamentale per l’azienda è quello dell’avviamento, ovvero della capacità di profitto. Secondo la Cassazione questo elemento nelle aziende può anche mancare (come nel caso di aziende appena avviate o aziende che hanno cessato temporaneamente la loro attività).
Il codice civile non fornisce la definizione di impresa ma solo quella di imprenditore, cioè chi esercita professionalmente e quindi non occasionalmente l’attività economica di impresa, ossia di produzione o scambio di beni e servizi.
È importante anche distinguere tra impresa e azienda, infatti l’impresa è l’attività economica esercitata dall’imprenditore mentre l’azienda è il complesso di beni di cui l’imprenditore si serve per esercitare l’impresa.
qual è la definizione di patrimonio?
Il patrimonio è il complesso dei rapporti attivi e passivi, suscettibili di valutazione economica, che fanno capo ad un soggetto. Il patrimonio non è considerabile come un bene unico e quindi non è un’universalità. Ciascun soggetto possiede uno ed un solo patrimonio con il quale dovrà rispondere dei propri debiti.
che cosa si intende per fatti giuridici?
i fatti giuridici sono degli eventi che producono effetti rilevanti per il diritto, quegli avvenimenti che l’ordinamento considera rilevanti e ai quali ricollega delle conseguenze giuridiche.
i fatti giuridici si possono distinguere in:
-fatti materiali, quei fatti che producono un cambiamento nella situazione preesistente nel mondo esterno (es. abbattimento di un albero)
-fatti in senso ampio, come ad esempio il mancato esercizio di un diritto entro il tempo indicato dalla legge che finisce in prescrizione. Un’ulteriore distinzione è quella tra
-fatti giuridici in senso stretto o naturali, ovvero quegli avvenimenti le cui conseguenze giuridiche non sono riconducibili all’intervento dell’uomo (es. morte per causa naturale, inondazione ecc)
-atti giuridici, eventi per cui è richiesto l’intervento dell’uomo (es.contratti, reati)
che cosa sono gli atti giuridici?
gli atti giuridici sono atti consapevoli e volontari rilevanti per il diritto.
Si possono distinguere in
-atti leciti, ovvero gli atti conformi alle prescrizioni dell’ordinamento, che a loro volta possono essere Operazioni e quindi delle modificazioni nel mondo esterno (ad esempio ottenere il diritto di proprietà sulla cosa) o delle Dichiarazioni, atti tramite i quali un soggetto esprime agli altri il proprio pensiero o la propria opinione. Un tipo di dichiarazione più importante nel diritto privato è il negozio giuridico, tramite il quale i privati possono gestire i propri interessi in un determinato modo.
-atti illeciti, violazioni di doveri giuridici che vanno a lesionare il diritto soggettivo di un altro soggetto.
quali tipologie di negozio giuridico esistono in relazione alla struttura soggettiva?
Il negozio giuridico può essere:
-unilaterale, se per avere effetto necessita della dichiarazione di una sola parte. Questo a sua volta può. essere recettizio o non recettizio, il primo è valido solo se la dichiarazione giunge alla consapevolezza del destinatario mentre il non recettizio produce i suoi effetti indipendentemente da un eventuale destinatario.
-bilaterale o plurilaterale, bilaterale se vi sono solo due parti, pluri se sono più di due
-atto collegiale, quando più volontà si uniscono per formare una volontà collettiva organizzata. Per questo atto vale il principio di maggioranza, ovvero che affinché valga la delibera è necessaria la maggioranza a favore
-atto complesso, che differisce da quello collegiale in quanto in quest’ultimo anche se è presente un vizio la delibera continua lo stesso, nell’atto complesso invece un unico vizio di un soggetto blocca la dichiarazione complessiva.
che ruolo ha il tempo sulle vicende giuridiche?
il tempo vien preso in considerazione in vari aspetti dall’ordinamento giuridico. Sicuramente si utilizza il calendario gregoriano e certe attività giuridiche devono essere svolte entro certi limiti di tempo. Da qui la necessità di calcolare i termini delle prescrizioni e con l’art. 2693 c.c. il computo dei termini della prescrizione i cui punti fondamentali sono:
-non si calcola il giorno iniziale
-si computa il giorno finale
-la scadenza in un giorno festivo è prorogata al giorno seguente non festivo
-se un termine inizia il 2 di ottobre allora finirà il 2 novembre, giorno corrispettivo del mese d’inizio ma nel mese successivo
-se nel mese della scadenza non è presente la data corrispettiva nel mese iniziale, la scadenza sarà l’ultimo giorno di quel mese (se 31 gennaio allora 28 febbraio)
quando la prescrizione inizia?
la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui si presume che il diritto potesse essere esercitato. quindi se il diritto deriva da un negozio sottoposto a condizione o termine iniziale, la prescrizione decorre dal giorno in cui si è verificata o il termine è scaduto.
come funziona la prescrizione estintiva?
La prescrizione estintiva è un istituto di ordine pubblico che comporta l’estinzione di un diritto soggettivo per via dell’inerzia del titolare.
Le parti non possono rinunciare preventivamente alla prescrizione in quanto essa è un istituto di ordine pubblico e le sue norme sono inderogabili, tanto meno possono allungare o accorciare i termini previsti dalla legge.
dunque si può rinunciare alla prescrizione dal momento in cui è decorso il termine di quest’ultima.
il debitore che paga spontaneamente il suo debito non può richiedere il rimborso di quanto pagato.
Si verifica dunque un’ipotesi di obbligazione naturale.
che differenza c’è tra sospensione e interruzione della prescrizione?
La prescrizione necesita dell’inerzia del soggetto titolare del diritto e questa pone in essere due nuovi istituti: la sospensione della prescrizione che si determina o per un rapporto particolare che intercorre tra le parti (es coniugi) o per una condizione del titolare (es interdetto, minore non emancipato); l’interruzione della prescrizione che si determina o per un atto compiuto da titolare del diritto che porta all’esercizio di questo, o perché il soggetto passivo riconosce il diritto altrui.
Il fondamento dei due istituti è però differente, infatti la sostituzione continua a far durare l’inerzia del titolare e non fa perdere valore a un eventuale periodo precedente, mentre nell’interruzione è proprio l’inerzia che viene a mancare o perché il diritto è stato esercitato o perché è stato riconosciuto dall’altra parte, e quindi il valore del periodo precedente viene meno.
che differenza c’è tra la prescrizione presuntiva e la prescrizione estintiva?
La prescrizione presuntiva si fonda sulla presunzione che un determinato credito sia stato pagato. A differenza della prescrizione estintiva che è essa stessa una causa estintiva di diritto, con la prescrizione presuntiva la legge presume una causa estintiva diversa. Inoltre con la prescrizione presuntiva si presume soltanto che un debito sia stato pagato e trova il suo fondamento nella considerazione che nella vita quotidiana vi siano rapporti in cui si può verificare contestualmente sia il pagamento del debito he l’esecuzione della prestazione (es. somministrazione cibo ristorante o acquisto farmaci in farmacia).
che cosa si intende per decadenza?
La decadenza è la preclusione dell’esercizio del diritto da parte del titolare. Si fonda sulla fissazione, da parte di un legislatore o di una clausola contrattuale, di un termine perentorio entro il quale il titolare deve compiere una determinata attività, in difetto della quale viene precluso l’esercizio del diritto.
Per impedire la decadenza si deve
-compiere l’atto prefissato dalla legge o dal negozio giuridico
-il soggetto contro il quale si potrebbe far valere il diritto deve riconoscere quest’ultimo.
La decadenza può essere: legale, convenzionale o giudiziale.
Legale quando è prevista dalla legge e riguarda sia diritti disponibili che indisponibili; giudiziale quando i termini di essa sono previsti da un giudice su istanza della parte interessata; convenzionale quando sono le parti a stabilirne i termini, a patto che questi non rendano troppo difficile l’esercizio del diritto a una delle due parti.
cosa si intende per autotutela?
Se il diritto soggettivo non viene spontaneamente rispettato dai consociati, soltanto in alcuni casi l’ordinamento può prevedere che il titolare di questo diritto provveda direttamente alla sua tutela. Il soggetto che vuole far valere un proprio diritto da altri contestatogli deve rivolgersi a un giudice.
che cos’è il diritto d’azione?
Il diritto d’azione è il diritto che i cittadino ha di rivolgersi agli organi istituiti per poter ottenere la giustizia che non può assicurarsi da sé. chi esercita l’azione proponendo la domanda giudiziale è chiamato attore in quanto agisce, colui contro il quale agisce l’azione è chiamato convenuto (perché invitato nel suo interesse a presentarsi e se lo crede nel giudizio a esporre le sue ragioni)
che cos’è il processo di cognizione?
se tra me ed un’altra persona nasce una controversia per un diritto soggettivo in mio favore, si verifica un processo di cognizione, volto a trovare la regola della norma di diritto sostanziale applicabile al caso concreto.
il processo di cognizione può avere le seguenti finalità:
-accertamento dell’esistenza o inesistenza di un rapporto giuridico controverso
-emanazione di un comando da parte del giudice verso la parte soccombente
-costituzione, modificazione o estinzione di un rapporto giuridico.
Se grazie ad una sentenza Tizio è tenuto a darmi un risarcimento ma ciononostante non adempie all’obbligo, io posso avviare un processo di cognizione finalizzato a realizzare il comando presente nella sentenza.
che cos’è il processo esecutivo?
se non viene adempiuto il comando di una sentenza, l’avente diritto può avviare il processo esecutivo. questo può
-avere come oggetto la consegna di un bene mobile o immobile, consegna che avviene con l’intervento dell’ufficiale giudiziario
-se si tratta di un tacere infungibile, l’avente diritto può ottenere solo il risarcimento del danno
-se riguarda un bene infungibile che ha a che fare con la conclusione del contratto, il processo esecutivo si chiude con la conclusione del contratto
-se invece riguarda un obbligo di non tacere, l’avente diritto può richiedere la distruzione della cosa realizzata violando l’obbligo a spese dell’obbligato.
La. forma più importante del processo esecutivo riguarda l’espropriazione dei beni del debitore, nel momento in cui non ha adempiuto l’obbligo di pagamento di una somma di denaro. (espropriazione forzata)
che cosa si intende per diritti reali?
i diritti reali sono quella categoria di diritti sulle cose materiali determinate. Le loro caratteristiche sono:
-immediatezza, ovvero che il titolare ha il diritto di esercitare direttamente il potere sulla cosa, senza necessità della collaborazione di terzi
-assolutezza, dovere di tutti i consociati di astenersi dal rapporto tra il titolare del diritto reale e il bene che ne è oggetto e contestualmente anche la possibilità da parte del titolare di agire contro chiunque contesti il suo diritto
-inerenza, opponibilità del diritto a chiunque possieda o vanti diritti sulla cosa (proprietario può agire nei confronti di chiunque possegga il bene per ottenerne la restituzione)
cosa si intende per numero chiuso e tipicità dei diritti reali?
I diritti reali costituiscono un numerus clausus, cioè che non possono essere costituiti diritti reali dai privati diversi da quelli disciplinati dalla legge. Inoltre, contestualmente, sono caratterizzati da tipicità cioè che i privati non possono modificare la disciplina legale dei singoli diritti reali.
Si vuole quindi evitare che i privati moltiplichino i limiti e i vincoli che comprimono i diritti del proprietario, e dall’altro lato tutelare i terzi che volendo acquisire diritti sulla cosa devono essere a conoscenza dei vincoli che gravano su di essa.
che differenza c’è tra iura in re propria e dura in re aliena?
la iura in re propria è la proprietà stessa, mentre la iura in re aliena riguarda i diritti reali che gravano sui beni di proprietà altrui destinati a coesistere con il diritto del proprietario
come si distinguono i diritti reali in re aliena?
Questi possono essere
-diritti reali di godimento (superficie, enfiteusi, usufrutto, uso, abitazione, servitù prediali) e consentono al proprietario di un bene di sfruttare l’utilità che esso consente ed è in grado di fornire
-diritti reali di garanzia (pegno ed ipoteca) che attribuiscono al loro titolare di fari assegnare, con prelazione rispetto agli altri creditori, il ricavato dell’eventuale alienazione del bene in caso di mancato adempimento dell’obbligo garantito.
che cosa sono le obbligazioni reali?
le obbligazioni reali non sono da confondere con i diritti reali, si caratterizzano per il fatto che la persona dell’obbligato viene individuata in base alla titolarità di un dato diritto reale su un determinato bene (ad es. l’obbligo di sostenere le spese necessarie per il mantenimento della cosa comune grava su tutti i comproprietari).
Da non confondere con l’obbligazione reale è l’Onere reale, in forza del quale il creditore, per il pagamento di somme di denaro o in relazione ad un bene immobile, può soddisfarsi sul bene stesso chiunque diventi proprietario o acquisti diritti reali di godimento o garanzia su di esso.
che cosa si intende per Proprietà?
Secondo l’art. 832 c.c. il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico.
dunque la proprietà attribuisce al titolare
-il potere di godimento del bene, la possibilità di trarre l’utilità che esso è in grado di fornire decidendo se e come utilizzarla, direttamente (es abitando la casa di proprietà) o indirettamente (concedendo appartamento in locazione)
-il potere di disposizione del bene, cioè il potere di cedere ad altri, in tutto o in parte, i diritti sulla cosa (es il proprietario dell’immobile può locarlo, venderlo, donarlo…) ed entrambi i poteri sono pieni ed esclusivi.
quali sono le caratteristiche della proprietà?
-pienezza: attribuzione al proprietario la possibilità di fare della cosa tutto ciò che vuole, anche distruggerla
-esclusività, attribuzione al proprietario del diritto di vietare ai terzi di intervenire abusivamente riguardo alle scelte che in tema di godimento e disposizione del bene il proprietario si riserva di fare.
Inoltre presenta anche le seguenti caratteristiche:
-imprescrittibilità, la proprietà non si può perdere per il non uso, ma solo per l’usucapione perfezionato da altri
-perpetuità, la proprietà non può avere un termine finale di durata
-elasticità, i poterei che normalmente competono al proprietario possono essere compressi in virtù della coesistenza sul bene di altrui diritti reali. Tali poteri sono però destinati a riespnadersi automaticamente non appena dovesse venire meno il diritto reale o il vincolo pubblicistico
in quali casi si verifica l’espropriazione di proprietà privata?
art.42 comma 3 cost. afferma che si può verificare l’espropriazione di proprietà privata nei casi preveduti dalla legge e salvo indennizzo, per motivi di interesse generale (es. per costruire un’opera pubblica, che sia ospedale ponte ecc) e l’indennizzo deve coprire il sacrificio che il privato sta subendo nell’interesse della collettività.
che differenza c’è tra espropriazione traslativa ed espropriazione larvata?
Per espropriazione traslativa, con una concezione passata, il trasferimento di proprietà di un bene dal precedente proprietario ad un altro soggetto pubblico o privato.
L’espropriazione larvata invece, per la corte costituzionale, è una limitazione che comporta lo svuotamento di contenuto del diritto di proprietà, incidendo sul godimento del bene tanto profondamente da renderlo inutilizzabile o portando al venir meno del suo valore di scambio.
che criteri deve rispettare il legislatore per la determinazione dell’indennizzo?
la corte costituzionale esclude che l’indennizzo debba essere pari all’integrale valore venale (o di mercato) del bene, ma deve comunque rappresentare pieno ristoro del pregiudizio conseguente all’espropriazione.
dunque sono stati stabiliti diversi indennizzi, a seconda che l’espropriazione riguardi un:
-area non edificabile, se è coltivata indennizzo = valore agricolo. Se l’area non è coltivata, indennizzo = valore agricolo medio (corrispondente alla coltura agricola mediamente presente nella zona e al valore dei manufatti edilizi realizzati)
-area edificabile, indennizzo = valore venale
-costruzione legittimamente edificata, indennizzo = valore venale
-vincolo sostanzialmente espropriativo, indennizzo = misura del danno effettivamente prodotto.