Competenze nel progettare Flashcards

1
Q

Competenze secondo i Descrittori di Dublino

A
  1. Conoscenze dichiarative e abilità pratiche
  2. Comunicazione-relazione
  3. Autonomia professionale
  4. Apprendimento e crescita
    professionale
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2
Q

Conoscenze dichiarative

A

-teorico-disciplinari
-civiche di norme e leggi
-dei dispositivi di classificazione internazionale
-informatiche e digitali economiche e di bilancio
-lingua inglese e altre lingue

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3
Q

Abilità pratiche

A

-abilità di scrittura di un progetto (lingua italiana e inglese, sintassi, grammatica, terminologia tecnico specifica; grafico-pittorica);
-abilità di costruzione e/o utilizzo di strumenti di valutazione (di competenze, risultati del progetto)
-abilità di costruzione/utilizzo di strumenti e strategie di intervento
-abilità di gestione economica delle risorse abilità di utilizzo di dispositivi digitali e software
-spirito di iniziativa e imprenditorialità

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4
Q

Discorso

A

Forma di uso del linguaggio e modalità di interazione sociale. È concepibile come evento comunicativo completo in una situazione sociale data (Van Djik, 1990)

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5
Q

Approccio comunicativo socioculturale

A

l’azione umana è per lo più azione sociale e i significati che definiscono e strutturano il vivere quotidiano, le convenzioni e i fondamenti delle comunità e delle società stesse, vengono costruiti in modo interattivo attraverso le pratiche discorsive, condivise in un ambiente intersoggettivo

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6
Q

Dialogo argomentativo

A

Se le pratiche discorsive hanno come fine quello di consentire agli interlocutori di giungere a una definizione condivisa dell’oggetto della conversazione stessa.

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7
Q

Argomentare

A

L’argomentare si compone di atti orientati a proporre alcune affermazioni (argomenti) a sostegno del personale punto di vista. Si tratta di atti cognitivi, metacognitivi ed elocutori.

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8
Q

Argomento

A

L’argomento non è altro che una combinazione coesa e logica di idee capaci di sostenere una determinata conoscenza su di un determinato sistema di fatti, azioni o valori.

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9
Q

Massime della conversazione

A

-Quantità (ciò che serve e non di più)
-Qualità (verità)
-Relazione (rilevanza e coerenza)
-Modo (chiarezza, sintesi, ordine)

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10
Q

Principi dell’argomentazione

A

-Giustizia: diritto a tutti di parlare
-Reciproco appoggio agli interlocutori
-Solidarietà illimitata a tutti
-Corresponsabilità tra gli interlocutori

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11
Q

Massime di rispetto dell’interlocutore

A

-non importi sull’avversario
-offrirgli delle alternative
-sii amichevole

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12
Q

Connected knowing

A

nel quale il soggetto è portato istintivamente a mettersi nei panni dell’altro per capire il suo punto di vista nella discussione; è aperta a un dialogo costruttivo e cooperativo

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13
Q

Separated knowing

A

la persona assume il ruolo dell’avvocato del diavolo, essendo portata più che a comprendere l’altro a mettere in dubbio tutto ciò che afferma; tende a trasformare una discussione in una competizione serrata.

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14
Q

Ostacoli al dialogo argomentativo

A

-tentativi di manipolazione di un collega nei confronti di altri
-esclusione di uno dei colleghi dalla conversazione attraverso l’utilizzo di un linguaggio specialistico che risulta incomprensibile agli altri
-esercizio, da parte di uno o di pochi, di un potere che non è condiviso con gli altri

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15
Q

Leadership efficace: un buon leader è capace di

A

-sostenere gli altri rafforzando le loro abilità e comprendendo i loro bisogni;
-ispirare e guidare i suoi colleghi anche da un punto di vista emotivo;
-influenzare e persuadere i colleghi nelle scelte e decisioni, mediante
strategie discorsive efficaci ma non manipolatorie;
-porsi come catalizzatore di cambiamento, sollecitando negli altri emozioni capaci di stimolare il desiderio di migliorarsi.

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16
Q

Decisione condivisa: 2 dinamiche classiche del lavoro di gruppo

A

-Posizione gerarchica: ufficiale e riconosciuta, ufficiale non riconosciuta; ufficiosa riconosciuta, millantata e non riconosciuta
-Tendenze personali: conformismo, bisogno di controllo, timore delle conseguenze, comportamenti di autoisolamento, disponibilità a responsabilità solo condivise etc.

17
Q

Basi del lavoro di gruppo costruttivo

A
  1. Propositi e obiettivi condivisi
  2. Buoni rapporti tra colleghi
  3. Abilità di lavoro collaborativo
  4. Governance e leadership efficace
  5. Fiducia e lealtà
18
Q

Le difficoltà nel lavoro in équipe

A

1.il peso diverso che ciascun membro può esercitare nelle decisioni in base al prestigio socialmente riconosciuto al suo profilo professionale;
2.la diversità dei linguaggi,dei valori e dei punti di vista appartenenti alle singole professioni e la loro difficoltà a integrarsi e comprendersi.

19
Q

Conflitto

A

condizione di invasione da parte di un individuo dello spazio (fisico o psicologico) di un altro, o dalla previsione di tale invasione. Tale evento, o percezione dello stesso, emerge per lo più dalla frustrazione di un bisogno vitale o di un obiettivo a esso collegato (Mitchell, Mitchell, 1984).

20
Q

Atteggiamenti possibili nei confronti del conflitto

A

-coinvolgimento: disposti ad esporsi pur di confrontarsi
-evitamento: tendenza a cambiare discorso o posticipare
-decostruttivo: disponibilità a ledere il legame con l’interlocutore
-costruttivo:evitare di far degenerare il conflitto con comportamenti prosociali

21
Q

Cosa fa un buon leader per gestire un conflitto?

A

-conoscere tutti i dettagli che attengono a quello specifico scontro e saper prevedere quali aspetti di esso possono influire sulla tenuta del gruppo;
-conoscere e far rispettare alcune regole di comportamento basate sul reciproco rispetto.
-consentire che lo scontro continui fino a che si rispettano le regole di base del rispetto tra le persone;
-adoperarsi per facilitare la comunicazione tra i membri del gruppo, sollecitando i membri ad assumersi la responsabilità di quanto dicono o di quanto pensano;
-focalizzarsi sulla persona più difficile e successivamente sui suoi bersagli;
-intervenire per aiutare a raggiungere una concettualizzazione condivisa del
problema;
-far comprendere a tutti che se c’è un capo o un leader effettivo

22
Q

Fasi del processo di presa di decisione

A
  1. raccolta di informazioni
  2. analisi delle informazioni
    raccolte, anche attraverso mappe cognitive.
  3. formulazione di alcune ipotesi di soluzione
  4. scelta dell’ipotesi applicabile
    secondo criteri di massimizzazione dell’utilità e minimizzazione dei costi
  5. applicazione e valutazione
    degli effetti al fine di migliorare la pratica futura.
23
Q

Fattori influenti nella decisione condivisa

A
  • numero dei soggetti coinvolti nel processo decisionale
  • emozioni provate dai soggetti
    -bias cognitivi: ancoraggio; disponibilità; overconfidence; falso consenso; del controllo.
24
Q

Teoria della quasi-razionalità

A

un approccio ai problemi nel quale la razionalità viene contaminata dall’intuizione e l’intuizione viene a sua volta contagiata dalla razionalità.

25
Q

Phronesis secondo Aristotele

A

Aristotele, nel libro IV dell’Etica Nicomachea definisce tra le virtù dianoetiche la phronesis come l’abilità di decidere – mediante l’espressione di giudizi etici e quindi orientati al bene – come agire nell’ambito di situazioni particolari e come poi trasformare tale decisione in un’azione concreta produttrice di bene.

26
Q

Saggezza pratica secondo la progettazione pedagogica

A

conoscenza in azione che nasce e matura dall’accumulo di esperienze pratiche (e professionali) e dall’acquisizione di una capacità di buon ragionamento, in grado di mettere insieme i principi di base (la teoria) con le caratteristiche della situazione problematica o sfidante che si osserva.

27
Q

Abilità dell’educatore per agire con saggezza pratica

A
  1. memoria,che guarda al passato
  2. docilitas, che fa silenzio e resta in ascolto del presente
  3. solertia, che resta aperta alla possibilità del futuro e che in quanto tale non è mai prevedibile con totale sicurezza
28
Q

Riflessività pratica

A

necessità per ogni educatore di imparare a riflettere sulla propria esperienza

29
Q

Oggetti della pratica riflessiva

A
  1. content: situazione in quanto tale;
  2. process: strategie utilizzate in quella specifica esperienza;
  3. premise: assunzioni e i riferimenti o i valori che sono stati dati per scontati e ritenuti non negoziabili o discutibili, tentando di non incorrere nell’errore di usare i propri filtri interpretativi per leggere i propri filtri interpretativi