Capitolo 8 Flashcards

1
Q

Cosa è l’altruismo?

A

motivazione che porta a incrementare il benessere altrui senza alcuna aspettativa conscia di un vantaggio personale

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2
Q

Perché aiutiamo gli altri?

A

Numerose teorie concordano che, un comportamento teso ad aiutare gli altri sia vantaggioso, a lungo termine, sia per chi lo offre sia per chi ne beneficia. Le interazioni umane sono guidate da un’economia sociale: gli individui scambiano non solo beni materiali e denaro, ma anche beni relazionali, come amore, assistenza, informazioni, status

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3
Q

Cosa spiega la teoria dello scambio sociale?

A

costi e vantaggi non sono monitorati dagli individui in modo consapevole ma lasciano un certo margine di prevedibilità al nostro comportamento

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4
Q

Quali sono le ricompense che motivano all’aiuto?

A

RICOMPENSE ESTERNE: si dà per ricevere qualcosa (apprezzamento, amicizia, ricompense)
RICOMPENSE INTERNE: si dà per sentirsi bene con sé stessi, per aumentare la propria autostima

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5
Q

Cosa ipotizzarono Piliavin e Andersen?

A

Piliavin e Andersen riportano numerosi studi che dimostrano che i giovani impegnati nel sociale sono meno coinvolti in comportamenti a rischio e sono maggiormente predisposti a diventare cittadini responsabili

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6
Q

Cosa si intende per service learning?

A

attività curricolari di volontariato proposte ai giovani nelle scuole superiori e nelle università, accompagnate da riflessioni sistematiche sui temi della prosocialità e dell’altruismo, della cittadinanza e dell’identità civica, della partecipazione sociale e politica

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7
Q

Cosa sosteneva Skinner?

A

sosteneva che attribuiamo un valore positivo a coloro che compiono buone azioni solo quando non riusciamo a spiegarcele, in altre parole attribuiamo il loro comportamento alla predisposizione interna solo quando ci vengono a mancare spiegazioni esterne. Quando le cause esterne sono ovvie, diamo credito a queste ultime, non alla persona

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8
Q

Cosa hanno dimostrato le ricerche sull’altruismo di Krebs?

A

In una serie di ricerche sull’altruismo Krebs ha scoperto che gli uomini con livelli di attivazione psicofisica maggiori in risposta alla sofferenza di altri, erano anche quelli he prestavano maggior aiuto

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9
Q

Cosa è il senso di colpa?

A

Il senso di colpa è stato sempre un’emozione dolorosa, tale da portare le persone ad agire in modi diversi per evitare di esserne sopraffatti. Alcuni studi hanno rivelato che le persone farebbero qualsiasi cosa per cancellare il senso di colpa, trovare sollievo alle sensazioni negative e ripristinare un’immagine di sé positiva. La nostra sollecitudine nel voler compiere buone azioni dopo averne fatte di riprovevoli - soprattutto quando anche altri sono a conoscenza della nostra cattiva condotta - è guidata dal senso di colpa. Il senso di colpa conduce al bene: motiva l’individuo a confessare, scusarsi, fare del bene aiutando il prossimo

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10
Q

Quali sono le eccezioni nello scenario sentirsi male-fare del bene?

A

Non sempre sentirsi in colpa porta a compiere una buona azione. Le eccezioni sono la rabbia,sentimento dal quale nasce raramente la compassione e un dolore profondo come un lutto o una separazione. L’effetto sentirsi male – fare del bene si verifica nei soggetti per i quali l’altruismo è gratificante. Le persone tristi possono essere sensibili ai bisogni del prossimo se non sono concentrati su di sé a causa di una depressione o un’intensa sofferenza

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11
Q

Cosa scoprirono Dolinski e Newrat?

A

scoprirono che una sensazione positiva di sollievo è in grado di incrementare notevolmente la tendenza ad aiutare (es: pensare di trovare una multa e scoprire che si tratta di un volantino).

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12
Q

Perché sia le persone tristi che quelle felici possono essere eugualmente predisposte all’aiuto?

A

• Aiutare addolcisce le sensazioni negative e rinforza il buon umore
• Un umore positivo a sua volta conduce i pensieri positivi e aumenta l’autostima, elementi che ci predispongono un comportamento altrettanto positivo
• Quando ci sentiamo bene siamo più predisposti a nutrire pensieri e associazioni positive in merito al fornire aiuto

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13
Q

Cosa ci impongono le norme sociali?

A

Spesso si aiutano gli altri perché qualcosa dice che si dovrebbe farlo; i “si dovrebbe” prescrivono i comportamenti sociali considerati appropriati (norme = aspettative sociali)

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14
Q

Cosa spiega la norma di reciprocità?

A

secondo Gouldner è una norma ancestrale al pari dell’incesto ed è l’aspettativa in base alla quale gli individui daranno aiuto e soccorso e non danneggeranno coloro da cui hanno ricevuto aiuto e soccorso. La reciprocità all’interno delle reti sociali aiuta definire il capitale sociale, mutuo supporto e cooperazione resi possibili mediante una rete sociale. In altri termini il capitale sociale è un bene relazionale basato su legami sociali e sulla fiducia (es: i vicini che tengono d’occhio la nostra abitazione quando siamo fuori casa). La norma è maggiormente efficace quando le persone si trovano a restituire pubblicamente ma anche quando lo fanno in forma anonima talvolta ripagano per quanto hanno ricevuto. Quando le persone non sono in grado di contraccambiare si sentono sminuite dall’accettare aiuto e allo stesso modo le persone orgogliose con un’elevata autostima sono riluttanti ad accettarlo. Anche chi riceve aiuto senza che questo sia richiesto sente una diminuzione dell’autostima, se l’aiuto ricevuto non permette di affermare la propria competenza.

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15
Q

Cosa spiega la norma della responsabilità sociale?

A

dovere morale che prescrive di aiutare le persone che non hanno modo di contraccambiare (che dipendono dal nostro intervento) senza aspettarsi di essere contraccambiati in futuro. Le culture collettiviste sostengono la responsabilità sociale in misura maggiore rispetto a quelle individualiste. Nei Paesi occidentali si tende ad applicare la norma in modo selettivo solo a vantaggio di chi versa in uno stato necessità che non sia dovuto (almeno in apparenza) alla propria negligenza

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16
Q

Quanto conta il genere nel dare è ricevere aiuto?

A

Numerosi studi dimostrano che gli uomini tendono ad offrire maggior aiuto quando le persone bisognose sono di sesso femminile. Le donne offrono aiuto in eguale misura sia al genere femminile sia al genere maschile e sono doppiamente inclini rispetto agli uomini a cercare aiuto medico psichiatrico. Rappresentano la maggioranza di coloro che telefonano alla radio per intervenire durante i programmi di sostegno psicologico e dei clienti di centri di counseling scolastici. Nadler, studioso delle richieste di aiuto, attribuisce questi risultati alle differenze di genere in termini di indipendenza e interdipendenza

17
Q

L’egoismo genetico ci predispone verso quali tipi di altruismo?

A

• Selezione della parentela: se sei portatore dei miei geni ti favorisco.
Selezione in consanguineità: concetto evoluzionistico in base al quale l’altruismo verso i propri consanguinei viene privilegiato allo scopo di incrementare la sopravvivenza di un patrimonio genetico reciprocamente condiviso
• Reciprocità: ci guardiamo le spalle a vicenda.
• Selezione del gruppo: i gruppi che si guardano le spalle a vicenda sopravvivono

18
Q

Cosa ha teorizzato lo psicologo Daniel Batson?

A

Lo psicologo Daniel Batson ha teorizzato che il desiderio di prestare aiuto è influenzato sia da considerazioni interessate che disinteressate

19
Q

Come si può spiegare il fenomeno del collasso della compassione?

A

all’aumentare del numero di persone che soffrono, decresce la compassione
Quando si sperimenta empatia ci si concentra sulla persona sofferente. La vera compassione la vera simpatia motivano ad aiutare gli altri solo per il loro benessere. Secondo gli studiosi gli esseri umani (e anche i primati) sono istintivamente empatici fin dalla nascita

20
Q

Cosa è l’empatia?

A

la percezione del bisogno dell’altro

21
Q

Quali sono le componenti di base dell’empatia?

A

• Capacità di discriminare e di conoscere correttamente le emozioni espresse dall’altro
• Capacità di assumere la prospettiva dell’altro (il mettersi nei suoi panni) rappresentando il suo vissuto soggettivo in relazione a un evento o condizione
• Capacità di rispondere all’emozione altrui con un’emozione non identica, ma congrua, vale a dire saper condividere le emozioni altrui

22
Q

In cosa consiste il modello del sollievo dallo stato d’animo negativo (Schaller e Cialdini)?

A

Le persone aiutano gli altri allo scopo di alleviare i sentimenti di angoscia prodotti in loro dalla sofferenza altrui. Essi sostengono che la maggior parte delle persone non sopporta di veder soffrire gli altri, quindi viene fornito aiuto non tanto per soccorrere la vittima, ma per alleviare la propria angoscia

23
Q

Cosa sostiene l’ipotesi dell’empatia-altruismo di Coke e Batson?

A

Sostiene che l’empatia induce una motivazione altruistica che ci muove a compiere un comportamento prosociale. Se l’empatia viene sollecitata, gli individui prestano aiuto anche quando sanno che nessuno sarà testimone delle loro azioni meritevoli e protraggono la loro preoccupazione fino al che tali persone non vengono soccorse e aiutate. Il comportamento pro sociale può essere spiegato in maniera complessa e pluralistica sulla base di motivazioni altruistiche, egoistiche o entrambe

24
Q

Quali sono I tipi di altruismo seconso Moscovici?

A

• Partecipativo –> fondato sul senso di appartenenza alla propria comunità (il sé e l’altro non sono distinti)
• Fiduciario –> basato sul legame di fiducia che le persone vogliono stabilire tra loro come nelle associazioni umanitarie (altruismo determinato da empatia e da innalzamento dell’autostima)
• Normativo –> altruismo impersonale dettato dalle norme sociali (reciprocità, solidarietà, responsabilità)

25
Secondo Moscovici quali sono le forme miste di altruismol?
• altruismo-egoistico --> inducono gli altri a dedicare il proprio tempo per rispettare le norme sociali • egoismo-altruistico --> queste persone sono mosse dal timore di riversare su altri un proprio desiderio
26
Cosa hanno osservato gli psicologi sociali Bibb Latané e John Darley?
inscenarono casi di emergenza e scoprirono che un singolo fattore situazionale, la presenza di altri spettatori occasionali, riduceva in modo consistente l’intervento in situazioni di aiuto
27
Cosa sostengono Bibb Latané e John Darley?
Essi sostengono che al crescere del numero di spettatori, ogni singolo e specifico osservatore risulti: • meno incline a notare l’incidente • meno incline a interpretarlo come un problema o come un’emergenza • meno incline ad assumersi la responsabilità di intervenire direttamente • meno incline a riconoscere la modalità più appropriata di assistenza
28
Cosa è l'effetto passante?
effetto secondo il quale una persona è meno incline a prestare aiuto e soccorso quando sono presenti altri spettatori occasionali
29
Quali sono I processi alla base dell'effetto passante?
• Influenza informativa: l’individuo, trovandosi in situazioni ambigue o incerte, assume il comportamento degli altri come fonte di informazioni e si adegua a tale comportamento. Questo può ritardare la risposta ad una vera emergenza in ambienti occupati da più persone • Ignoranza pluralistica: il fatto di ignorare che gli altri pensino e sentano ciò che pensiamo sentiamo noi • Diffusione di responsabilità: in un contesto di folla la responsabilità ad agire tende a diffondersi tra più persone diminuendo l’impatto personale inteso. • Inibizione da pubblico: chi decide di intervenire può essere messo in imbarazzo per il suo comportamento se l’emergenza non è reale o se non ha le capacità per far fronte alla situazione
30
Cosa è l'illusione di trasparenza?
tendenza a sopravvalutare la capacità altrui a leggere i nostri stati d’animo interiori (es: essere allarmati o in ansia)
31
Quando avviene la diffusione di responsabilità?
in un contesto di folla la responsabilità ad agire tende a diffondersi tra più persone diminuendo l’impatto personale inteso. I ricercatori rilevarono che più la città è grande e popolata, minore è la probabilità che le persone forniscano aiuto
32
Latané e Darley quali fasi aggiunsero all’aiuto in caso di emergenza?
• Conoscere la forma appropriata di aiuto: per prestare aiuto occorre che la persona comprende decida quale sia la forma più appropriata di assistenza. Se le persone non sanno che tipo di aiuto fornire non intervengono. Inoltre, in queste situazioni si verifica il processo di inibizione da pubblico. • Implementare la decisione: anche se si decide di intervenire, possono presentarsi dei motivi per i quali si decide di non agire (violenza da parte di chi assiste, dei parenti ecc)
33
In cosa consiste il processo di inibizione da pubblico?
chi decide di intervenire può essere messo in imbarazzo per il suo comportamento se l’emergenza non è reale o se non ha le capacità per far fronte alla situazione
34
Cosa dedussero Darley e Batson?
Darley e Batson dedussero dai risultati di uno studio che una persona non in ritardo ha più probabilità di fermarsi e prestare aiuto, mentre una che ha fretta è più probabile che tiri dritto. Il comportamento è più influenzato dal contesto che dalle convinzioni personali.
35
A cosa porta la somiglianza?
Dal momento che la somiglianza porta la simpatia e la simpatia conduce all’aiuto, siamo più empatici e disposti ad aiutare coloro che sono simili a noi. Il bias della somiglianza si applica sia all’abbigliamento sia alle credenze. Anche il fatto di condividere la data di nascita, il nome o qualche analogia nelle impronte digitali porta le persone a rispondere con maggiore sollecitudine a una richiesta di aiuto
36
Quali sono I tratti di personalità che predispongono una persona all'aiuto?
• Le persone con un alto livello di emotività positiva, empatia e autoefficacia hanno maggiori probabilità di mostrarsi preoccupate e utili agli altri. • Gradevolezza: persona che attribuisce molta importanza all’andare d’accordo con gli altri. • Generatività: tendenza a prendersi cura delle generazioni successive alla propria (caratteristica stabile di chi fornisce aiuto). • La personalità influenza in modo in cui le persone reagiscono a situazioni specifiche. • Le persone con un alto livello di automonitoraggio sono inclini ad assecondare le aspettative altrui e si rivelano predisposti all’aiuto se pensano che il loro gesto d’aiuto potrà essere ricompensato dal punto di vista sociale. • Le donne sembrano essere più generose degli uomini. • Le donne single donano maggiormente rispetto agli uomini single, gli uomini donano di più se sono sposati indipendentemente dal livello di reddito. • Le donne capo-famiglia donano maggiormente rispetto agli uomini capo-famiglia.
37
Quali sono le modalità per diffondere l'altruismo a livello sociale?
1. Insegnare l’inclusione morale: prevede di considerare gli altri come facenti parte della cerchia delle proprie preoccupazioni morali. L’esclusione morale: percezione di alcune persone o gruppi come esterne al proprio gruppo di appartenenza ha l’effetto opposto. 2. Creare i modelli positivi di altruismo (programmi, videogiochi a carattere prosociale ecc) 3. Conoscere i meccanismi che regolano l’altruismo. 4. Imparare facendo (learn by doing), l’altruismo incrementa i futuri gesti di aiuto, di solidarietà e di generosità. Bambini e adulti imparano compiendo azioni e gesti concreti. Il fornire aiuto soddisfa il bisogno di una considerazione di sé positiva. 5. Attribuire il comportamento altruistico a motivazioni altruistiche, deriva dall’effetto di sovragiustificazione, risultato dell’azione di condurre qualcuno a fare qualcosa che già desidera fare, in seguito, tale individuo potrà considerare le proprie azioni come controllate dall’esterno piuttosto che intrinsecamente allettanti. Oppure: fornendo alle persone una giustificazione sufficiente per sollecitarli a compiere una buona azione, è possibile incrementare il piacere di compiere tale azione spontaneamente