Capitolo 5 Flashcards

1
Q

tasso di inflazione

A

la variazione percentuale del livello generale dei prezzi nell’unità di tempo

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2
Q

prezzi vischiosi

A

nel breve periodo i prezzi sono ritenuti vischiosi=fissi

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3
Q

inflazione

A

è l’aumento generale dei prezzi

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4
Q

Definizione di prezzo

A

è il saggio al quale una data quantità di moneta viene scambiata con un bene o un servizio

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5
Q

saldi monetari reali

A

M/P

misurano il potere d’acquisto dello stock della moneta

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6
Q

Teoria quantitativa della moneta

A

È una teoria elaborata da Fischer, economista e statistico statunitense, per spiegare le variazioni che il potere di acquisto della moneta ha nel corso del tempo. (in che modo la moneta influenza il sistema economico nel lungo periodo)

Secondo tale teoria, il potere di acquisto della moneta dipende dalla quantità di moneta in circolazione in un dato momento. Se la quantità di moneta in circolazione aumenta si ha un aumento proporzionale del livello generale dei prezzi, con una conseguente diminuzione del potere di acquisto della moneta. Viceversa, se la quantità di moneta in circolazione diminuisce si ha una diminuzione proporzionale del livello generale dei prezzi, con un conseguente aumento del potere di acquisto della moneta.
Parte dall’equazione di scambio (MV=PQ) però ipotizzando che la velocità di circolazione della moneta (V) sia costante.
È una semplificazione della realtà, ma rappresenta una buona approssimazione di molte situazioni.

M=quantitá di moneta
V= velocitá di circolazione della moneta
P= livello generale dei prezzi
Q= quantità di beni e servizi nel mercato

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7
Q

il governo come può finanziare la spesa pubblica?

A
  1. incrementando le entrate
  2. tramite un aumento delle imposte
  3. indebitandosi con il pubblico attraverso l’emissione di titoli di stato
  4. battendo moneta
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8
Q

Definizione signoraggio

A

il ricavo che si ottiene dal battere moneta, se un governo batte moneta per finanziare la spesa pubblica l’offerta di moneta aumenta e questa genera inflazione, battere moneta per incrementare le entrate pubbliche equivale a imporre una imposta di inflazione
Ma chi la paga? chiunque detenga moneta
Nei paesi che attraversano una fase di iperinflazione spesso il signoraggio è la principale fonte di entrate per lo stato

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9
Q

tasso di interesse nominale vs tasso di interesse reale

A

tasso di interesse nominale (i)è il tasso di interesse corrisposto dalla banca
tasso di interesse reale(r) è l’incremento del potere d’acquisto
π= tasso di inflazione
r=i-π

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10
Q

l’effetto di Fisher

A

l’equazione di Fisher i= r + π mostra che il tasso di interesse nominale può variare per due cause : una variazione del tasso di interesse reale e per una variazione del tasso di inflazione
L’effetto di Fisher è rappresentato dalla relazione 1:1 tra tasso di inflazione e tasso di interesse nominale(= un aumento dell’1% del tasso di inflazione provoca a sua volta un aumento dell’1% del tasso di interesse nominale
o meglio il tasso di interesse nominale i varia in una relazione uno a uno con le variazioni dell’inflazione attesa π^e

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11
Q

i due tipi di tasso di interesse reale

A
ex ante(i - π^e)= il tasso di interesse che il creditore e il debitore si aspettano al momento della stipula dell'accordo 
ex post(i - π)= il tasso di interesse reale che effettivamente si realizza
se l'inflazione effettiva π di discosta dall'inflazione attesa i due tassi sono diversi
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12
Q

il costo-opportunità di detenere moneta

A

Il costo di detenere moneta è: r - (-π^e) che corrisponde a ciò che l’equazione di Fisher individua come il tasso di interesse nominale i
la quantità domandata di moneta dipenda dal prezzo di essa

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13
Q

La conclusione del modello di Cangan(da cosa dipende il livello generale di prezzi)

A

il livello generale di prezzi dipende da una media ponderata dell’offerta corrente di moneta e dell’offerta di moneta che ci si aspetta prevarrà in futuro

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14
Q

Il benessere economico dipende dal livello generale dei prezzi o dai prezzi relativi

A

dipende dai prezzi relativi

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15
Q

quali sono i costi dell’inflazione attesa?

A
  1. la distorsione che l’imposta di inflazione provoca sulla quantità di moneta detenuta dagli individui: il tasso di inflazione elevato comporta tassi di interesse più elevati che provocano un abbassamento dei saldi monetari reali; se gli individui detengono meno moneta vorranno recarsi più spesso in banca -> costo delle suole
  2. costi di listino= derivati dalla necessita del commerciante di produrre nuovi listini ogni volta che viene cambiato il prezzo
  3. se l’inflazione è elevata e le aziende stampano i cataloghi a inizio anno provoca una variabilità dei prezzi relativi, le persone acquisteranno meno a gennaio percentuale i prezzi appaiono più elevati e di più a dicembre quando i prezzi appaiono più convenienti-> può quindi portare a un’allocazione inefficiente delle risorse a livello macroeconomico
  4. un quarto costo dipende dalla normativa tributaria, perché molte disposizioni del sistema tributario non tengono conto degli effetti dell’inflazione -> l’inflazione distorce l’imposizione fiscale es. imposta sulle plusvalenza
  5. è rappresentato dalla scomodità di vivere in un mondo in cui i prezzi cambiano di continuo, il cambiamento di valore della moneta impone di effettuare una correzione per gli effetti dell’inflazione quando si confrontano i valori monetari rilevati in periodi diversi
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16
Q

i costi dell’inflazione inattesa

A
  1. costo delle suole
  2. costi di listino
  3. variabilità dei prezzi relativi-> può quindi portare a un’allocazione inefficiente delle risorse a livello macroeconomico
  4. l’inflazione distorce l’imposizione fiscale
  5. è rappresentato dalla scomodità di vivere in un mondo in cui i prezzi cambiano di continuo

L’inflazione inattesa ha inoltre un effetto più deleterio di quello provocato dall’inflazione attesa, ridistribuisce arbitrariamente la ricchezza tra gli individui.
esempio: prestiti a lungo termine. i contratti di prestito a lungo termine nel momento in cui viene stipulato il contratto definiscono un tasso di interesse nominale che si basa sul tasso di inflazione atteso, ma se il tasso di inflazione effettivo si discosta da quello atteso il tasso di interesse ex post è diverso da quello previsto
se l’inflazione effettiva è più alta ci guadagna il debitore perché ripaga il prestito con una moneta che ha un valore più basso di quello atteso; se l’inflazione effettiva è più bassa ci guadagna il creditore perche le rate di rimborso hanno un valore reale più elevato

L’inflazione inattesa danneggia anche chi vive di un reddito fisso come la maggior parte dei pensionati

dato che la popolazione è per la maggior parte avversa al rischio l’imprevedibilità generata da un inflazione troppo variabile danneggia tutti

Nelle economie con inflazione elevata i contratti sono denominati con valute straniere, più stabili

17
Q

l’inflazione elevata è sempre variabile, vero o falso?

A

Vero

18
Q

Perché i responsabili fissano un tasso d’inflazione del 2/3% e non nullo?

A

Perché alcuni economisti ritengono che un tasso di inflazione moderato del 2/3% sia una buona cosa.
Il loro argomento a favore è che i tagli ai salari nominali sono molto rari: le aziende sono poco propense a proporli e i lavoratori ad accettarli. Un taglio del 2% con inflazione nulla è equivalente in termini reali a un aumento del 3% con l’inflazione al 5%, ma i lavoratori hanno una percezione molto diversa delle due situazioni. Questo suggerisce che un modesto livello di inflazione potrebbe favorire il buon funzionamento dei mercati del lavoro, l’unico modo per ridurre il salario reale per portare il mercato in equilibrio è lasciare che lo faccia l’inflazione, senza inflazione il salario rimarrebbe bloccato sopra il prezzo di equilibrio e aumenterebbe la disoccupazione.

19
Q

Iperinflazione definizione

A

Si definisce abitualmente iperinflazione un tasso di inflazione che superi il 50% al mese, ovvero poco più di 1% al giorno; questo fa si che il livello dei prezzi si centuplichi in un anno e aumenti di due milioni di volte in tre anni

20
Q

I costi dell’iperinflazione

A

gli economisti concordano unanimemente sul fatto che l’iperinflazione comporta per la società un costo drammaticamente elevato, i costi sono gli stessi dell’inflazione ma molto più evidenti perché più onerosi. esempio durante l’iperinflazione tedesca degli anni ‘20 i camerieri facevano il giro dei tavoli ogni mezz’ora per elencare i nuovi prezzi.

Anche i sistemi tributari sono distorti dall’iperinflazione: anche una brevissima dilazione di pagamento riduce drasticamente il valore reale del gettito fiscale

con il passare del tempo i costi dell’iperinflazione diventano intollerabili: la moneta perde la propria funzione di riserva di valore, unità di conto e mezzo di scambio, al suo posto di diffondono il baratto e monete non ufficiali, che sostituiscono progressivamente la moneta ufficiale

21
Q

Quali sono le cause dell’iperinflazione?

A

I fenomeni di l’iperinflazione sono dovuti a una crescita eccessiva dell’offerta di moneta: quando la banca centrale stampa troppa moneta i prezzi lievitano, se l’aumento della quantità di moneta sale troppo si genera iperinflazione
Per fermare l’iperinflazione è sufficiente che la banca centrale riduca il tasso di crescita della moneta, però è più facile a dirsi che a farsi perché la ragione per la quale si innescano i fenomeni di iperinflazione è che lo Stato non dispone di entrate sufficienti per coprire la spesa pubblica. Inoltre una volta che si avvia il fenomeno di iperinflazione il problema fiscale si aggrava ulteriormente: a causa del ritardo nella corresponsione delle imposte , le entrate reali diminuiscono con l’aumentare dell’inflazione mettendo il governo nelle condizioni di potersi finanziare unicamente con il signoraggio. La fine dell’iperinflazione coincide con una riforma fiscale che riduce la necessità di ricorrere al signoraggio per finanziare la spesa pubblica, sebbene l’inflazione sia sempre un fenomeno monetario la fine dell’inflazione è anche un fenomeno fiscale

22
Q

Definizione dicotomia classica

A

è la separazione teorica tra variabili reali e variabili nominali ed è il tratto distintivo della macroeconomia classica. è un principio di estrema importanza perché permette di esaminare le variabili reali ignorando completamente le variabili nominali. Nasce perché le variazioni dell’offerta di moneta non influenzano le variabili reali. L’irrilevanza della moneta per le variabili reali è detta neutralità della moneta, rappresenta una ragionevole approssimazione della realtà ma anche un vincolo eccessivo