Cap. 9 - La dialettica Flashcards
La dialettica moderna
Il pensiero dialettico si posiziona come esperienza complessiva della contraddizione, nella quale individua la struttura della realtà storica.
Si sviluppa a partire da alcune contraddizioni specifiche: libertà individuale vs. necessità dell’ordine politico, soggetto vs. stato, particolare vs. universale.
Il pensiero di Kant mostra che il razionalismo non è in grado di conciliare pienamente questi poli. La dialettica critica il razionalismo e l’illuminismo per la loro astrattezza, e sostiene che le le contraddizioni si superano aprendo la filosofia alla concretezza dell’analisi storica.
In altri termini l’obiettivo di questo pensiero è dire che la realtà all’apparenza è tutta una contraddizione, e per comprenderla serve esperirla, non basta dimostrare razionalmente la contraddizione. Questo vale per il pensiero storico così come quello politico.
Fichte
- Il tema della libertà è il principio e la finalità dell’attività filosofica
- Il dovere morale (Kant) è il principio dell’azione politica e il motore della storia
- La rivoluzione francese non è più solo valutata in quanto evento storico ma si cercano le sue condizioni di legittimità
Concezione dello stato in Fichte
- Concezione contrattualistica e antidispotica dello stato.
- Si oppone alla monarchia ereditaria di diritto divino, critica l’assolutismo e l’edonismo paternalistico.
- la libertà di pensiero viene elaborata facendo una distinzione tra diritti alienabili e inalienabili al momento del patto sociale, dei secondi fa parte la libertà di critica nello spazio pubblico.
La rivoluzione francese in Fichte
Nel “Contributo per rettificare i giudizi del pubblico sulla rivoluzione francese” Fichte mostra la legittimità della rivoluzione dal punto di vista teorico.
Gli uomini hanno il diritto inalienabile di modificare la propria volontà, e lo stato è solo uno strumento per la realizzazione di questa. Il futuro, che è la dimensione del perfezionamento all’infinito, obbiga gli uomini a non considerare immutabili le costituzioni. Quindi la rivoluzione è legittima perché il diritto a modificare lo stato deriva da un diritto inalienabile dell’individuo. La legge (e quindi la costituzione dello Stato) é un sistema coercitivo solo esteriormente, perché sono stati gli uomini stessi a imporseli, quindi può essere modificata.
Lo stato in Fichte
Per Fichte lo stato è uno strumento che serve all’uomo per realizzare il suo fine ultimo: il perfezionamento morale e la libertà assoluta, il raggiungimento della società perfetta. Lo stato non è il punto di arrivo definitivo, solo uno stadio intermedio, quindi nasce per essere distrutto.
Per raggiungere lo scopo ultimo dell’umanità è necessario che si mobilitino i dotti, che hanno la responsabilità sociale di educare il genere umano.
La teoria delle sfere concentriche
Nell’opera di Fichte emerge la tensione tra l’esigenza di ordine e di libertà. Per cercare di conciliarla elabora una distinzione tra quattro sfere concentriche di valore decrescente dalla più esterna alla più interna:
- la più ampia è la coscienza, ovvero la legge morale
- la più interna è il contratto statale, tramite il quale l’uomo diventa cittadino
Le due intermedie fanno riferimento agli ambiti in cui l’individuo è sottoposto al diritto naturale e nei quali, essendo dotato di libero arbitrio, può concludere contratti come il contratto sociale.
L’ingresso nello stato in “Fondamento del diritto naturale secondo i principi della scienza”
Tesi: libertà morale e razionale, che precede lo stato
Antitesi: coesistenza di più libertà
Sintesi: entrata nello stato
Un diritto naturale, inteso come pregiuridico, non esiste realmente prima di essere garantito dallo stato, che dà forma alla libertà naturale di tutti attraverso riconoscimento e protezione reciproca. L’esigenza di dedurre il diritto dalla morale si scontra con il fatto che si può parlare di diritti solo dentro lo stato. Quindi l’unico modo perché si affermino libertà e morale è la politica, tramite l’entrata nello stato. Lo stato, in quanto tutto, viene logicamente prima delle parti (i singoli individui).
Il riconoscimento come propria della volontà dello stato può verificarsi solo se lo stato è rappresentativo.
Critica alla democrazia diretta in Fichte
Secondo F. la democrazia diretta è l’ordinamento più insicuro, in quanto tutti i singoli pretendono di esercitare direttamente il potere che dovrebbe in teoria appartenere all’intera comunità.
Il risultato è che una democrazia di questo tipo esercita il suo potere e contemporaneamente è giudice del suo esercizio.
Per impedire il dispotismo democratico è necessario che la comunità non sia titolare del potere di governo né giudice di se stessa, e questo è possibile solo in un ordinamento rappresentativo in cui il potere è trasferito a un organo.
In Fichte i 3 poteri non sono separati, ma si concentrano nel goveno in linea con la logica che impone l’unità del potere.
Stato conforme al diritto, efori e rivoluzione
Gli stati possono essere conformi o non conformi al diritto. Per essere conforme ci deve essere una separazione tra l’organo che ha il potere e un organo di controllo.
La funzione di controllo non può essere alienata ma deve essere esercitata dalla comunità. Si crea una magistratura elettiva composta da efori, la cui funzione è giudicare i titolari del potere di governo.
La funzione degli efori è l’interdetto, cioè la sospensione della validità di tutte le norme. Viene convocato il popolo, che decide chi tra gli efori e i governanti ha torto, e il perdente viene esiliato. Se non in questi termini, il popolo non si può riunire legamente: non esiste il corpo sociale.
Solo se tutto il popolo insorge e viene organizzato dai dotti, che sono gli “efori naturali” viene garantito il diritto di resistenza. La rivoluzione è una sospensione del diritto giustificabile solo dalla necessità di perfezionamento del genere umano.
Organizzazione dello stato in Fichte
Delinea una società complessa tramite il recupero dei ceti o delle corporazioni, a cui attribuisce valore morale. L’autoderminazione del singolo si inserisce in un’attività socialmente utile e riconosciuta.
L’evoluzione del ruolo dello stato in Fichte
Il ruolo dello stato, pur rimanendo sempre strumentale, si evolve nella letteratura di Fichte.
Da mero garante dei contratti di proprietà a promotore di moralità ed educatore alla libertà.
Lo stato acquisisce il potere di costituire la società giuridica, portando i cittadini a realizzare il regno del diritto.
Il ruolo dello stato si manifesta nell’organizzazione del corpo sociale in ceti e nello sforzo di raggiungere l’autosufficienza economica. Lo stato interviene in economia per garantire il diritto di prorietà inteso in termini di diritto al lavoro.
Discorsi alla nazione tedesca
Discorso scritto in occasione della sconfitta di Jena e concquista della Prussia da parte di Napoleone. Il fine della libertà viene connotato nazionalmente e inteso come obiettivo politico di tutto il popolo tedesco, che nell’autorealizzazione ha come fine tutta l’umanità. Quello che conta sono una cultura e un’educazione orientate al popolo tedesco, così da promuovere una rinascita morale tramite la presa di coscienza di una specifica identità nazionale.
Il principio di nazionalità in Fichte
Il principio di nazionalità in Fichte fa si che la perfezione del genere umano diventi compito di una singola nazione. In particolare la nazione tedesca assume questo compito proprio per via delle sue caratteristiche: da una parte è tagliata dalla storia per via della sua lingua incontaminata, dall’altra deve farsi erede della moderna ragione europea.
Lo stato nazionale tedesco
Lo stato tedesco è quello con il popolo più vicino alla natura e più lontano dalla storia. Siccome è così integro può realizzare la sua natura umana più alta: la libertà.
Anche qui lo stato ha valore strumentale, il suo compito è l’educazione e se si sottrae al suo posto devono agire i privati.
L’ordine delle nazioni in Fichte
Fichte non elabora una politica di conquista, una volta che la Germania ha raggiunto la libertà e riunito tutto il popolo tedeschi, farà da garante dell’ordine europeo. Si sostituisce il concetto ottocentesco di ordine delle nazioni a quello precedente di equilibrio degli Stati. La spada tedesca dissuaderà quella delle altre nazioni .
Con la missione tedesca si raggiunge la libertà e si risolve l’impulso morale. La moralizzazione della politica è inteso il fatto che lo Stati non è più solo uno strumento coercitivo esteriore, ma anche un momento necessario di avvicinamento alla libertà.
Sintesi della dialettica moderna in Hegel
Hegel parte dal dualismo kantiano e ficthiano: contraddizione tra libertà del singolo e libertà universale, fra morale e mondo storico. Per lui questa tensione diventa contraddizione tra idea e realtà, che viene superata nel momento di comprensione dello spirito.
Lo spirito in Hegel
Lo spirito per Hegel è la Ragione, motore della dialettica e principio su cui si focalizza la sua filosofia. Non è un pricipio razionalistico a priori, ma è l’insieme di tutte le contraddizioni con cui l’uomo si confronta e anche il loro superamento.
La Ragione è intesa come origine del pensiero e dell’azione, che si perde calandosi nel reale, e poi si ritrova passando attraverso la storia.
Da qui risulta che la storia e la politica sono razionali non perché costruite razionali, ma perché sono elaborate dall’uomo attraverso la storia per ritrovare la Ragione.
Critica al Giusnaturalismo in Hegel
Hegel nota innanzitutto che il che il contratto non si è mai verificato storicamente, e non funziona né dal punto di vista logico che da quello del diritto. Questo perché tutte le teorie giusnaturalistiche presuppongono l’esistenza a priori (indimostrata) del diritto naturale e presuppongono un individuo allo stato di natura che nasce e esiste “da solo”, già adulto e spuntato da niente. In più pretendono di avere diritto all’universale, incondizionato, che deve essere rispettato, e quindi pretendono che ci sia qualcosa (un ordine) che garantisca il loro diritto personale, quindi siamo nell’ambito del diritto privato.
Lo stato è un ente di diritto pubblico, quindi non si può legittimare il diritto pubblico con quello privato, e lo stato non si può legittimare tramite contratto. In più le persone allo stato di natura erano una moltitudine dispersa, pluralità, che poi diventano un’unità. Non è verosimile che il punto di partenza sia la moltitudine che poi diventa unità, si può arrivare all’unità solo se questa era il presupposto originario.
Quindi all’inizio c’è il tutto che viene negato nelle sue parti e poi riassemblato nel tutto completo. Lo stato è il primum logico, la negazione dell’idea produce le singole parti, gli individui, e poi si ha lo stato storico, esito del processo della storia
Lavoro della storia per la realizzazione concreta dello stato inteso come massimo della libertà.
Hegel afferma il primato logico e storico del Tutto sulle parti.
La contraddizione in Hegel
esempi storici di contraddizioni non elevate a sintesi
Il diritto naturale e il periodo del terrore sono entrambe derive determinate dalla troppa astrattezza: sono incapaci di passare dall’allienzazione e superarla. Non compiono cioè il processo di Aufhebung, “superare conservando”, e cioè elevare a sintesi per superare la contraddizione, rendersi conto che le due parti non sono incompatibili ma piuttosto formano l’intero.
La contraddizione viene concepita non come distruttiva per il reale, ma è ciò che lo rende conoscibile a partire dal contesto in cui si manifesta, è la negazione determinata.
Gli scritti teologici giovanili
Negli scritti teologici giovanili inizia ad utilizzare il pensiero dialettico. La contraddizione/scandalo del cristianesimo che lo rende una religione diversa dalle altre è che abbiamo un Dio che si fa uomo, perché nega la sua natura e come gli uomini muore. Analizzando questo fenomeno si supera la contraddizione: è proprio nella morte, e solo nella morte, che c’è la vita eterna. Non basta teorizzare la vita eterna, bisogna attraversare la contraddizione, passare dalla morte per superarla.
Tesi: morte
Antitesi: vita
Sintesi: risurrezione
Costituzione della germania
In questo saggio Hegel afferma la necessità di individuare una via tedesca la rivoluzione e alla costituzione. Si deve risvegliare il sentimento nazionale tedesco e la Germania deve rivendicare la sua originalità nazionale. Per non soccombere all’avanzata napoleonica bisogna “abbandonare le rovine dell’impero” (importante: in quel momento la Germania è tenuta insieme dal sacro romano impero) e darsi una costituzione sulla base degli assetti costituzionali della Germania.
Bisogna dare concretezza nazionale al messaggio universale di libertà che deriva dalla rivoluzione.
In questo saggio Hegel riconosce lo stato come universalità fornita di potenza.
Fenomenologia dello spirito
Testo che ha la struttura di un romanzo di formazione, si nota l’influenza del romanticismo.
Racconta la formazione della coscienza del soggetto, divisa in sezioni che sono:
- coscienza: scopre che c’è esistenza
- autocoscienza: scopre che ciò che eiste è lei
- ragione: scopre che il sé è razionale
- spirito: scopre che non è sola ma è parte di un tutto
- sapere assoluto: scopre che il sé è pienamente sé solo quando è immerso nel tutto; capisce di essere l’esito della sua storia
Sono momenti logici e storici che mostrano il processo di riconoscimento compiuto dalla coscienza, che capisce di vivere attorno ad altre coscienze, scopre la dimensione sociale del vivere umano. Le tappe della manifestazione dello Spirito iniziano a coincidere con quelle storiche, e si riconosce la sotria dello Spirito come storia dell’umanità.
L’Autocoscienza nella Fenomenologia dello Spirito
Nella sezione Autocoscienza si manifesta la dialettica del riconoscimento, che era iniziata nella sezione Coscienza.
Nella Coscienza c’è qualcosa che si aggira, e nel suo aggirarsi, nel suo lavorio, sente battere.
Poi nell’Autocoscienza realizza che quel qualcosa batte è lui stesso. La coscienza, contenta di essersi riconosciuta, vuole essere riconosciuta anche dall’esterno. Quando si imbatte in un’altra coscienza, entrambe vogliono essere riconosciute come “la coscienza”. quindi lottano.
Quando una delle due coscienze riconosce che se continua morirà, si inginocchia e riconosce l’altra coscienza come vincitrice. Questo è il momento della doppia nascita del signore, colui che ha guardato in faccia la morte e ha proseguito, e del servo, che ha avuto paura.
Il servo e il signore nell’Autocoscienza
Il signore è colui che non ha paura della morte, e quindi fa la guerra. Il servo è colui che ha paura della morte, in cambio della vita si è sottomesso e ora lavora asservito al signore.
Anche se apparentemente il vincitore è il signore, che è libero e indipendente, Hegel però mostra che storicamente è il servo ad essere libero mentre il signore è dipendente: questo perché senza il lavoro del servo il non può mangiare e quindi non sopravvive.
Il signore non lavroando esce dalla storia, mentre il servo con il suo lavoro “forma” e trasforma la terra. Entra in relazione con se stesso e con il mondo, si aliena e poi ritrova se stesso, si riconosce come libero perché la realtà esterna è formata da lui.