Cap. 11 - La società come problema politico Flashcards

1
Q

Questione sociale

A

Tra il 1830 e il 1848 emerge un tipo nuovo di questione sociale, quando la condizione di miseria e bisogno accomuna la maggior parte dei lavoratori.
Il problema è che a lungo gli stati europei vivono la massa proletaria come una massa di poveri che gestiscono con carità privata, repressione e assistenza, non si realizza che il è strutturale.
Si riteneva che il povero fosse povero perché fannullone. La presenza di poveri era fonte di disordine, quindi andavano rimossi. L’inghilterra cerca di risolvere il problema creando le work houses - che sono in pratica dei centri di reclusione. La legge diceva che se ti iscrivevi nei registri di povertà venivi inserito in questi posti, ti davano da mangiare per sopravvivere e ti toglievano dalla città.

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2
Q

Destra e sinistra hegeliana

A

Nello stesso periodo si sviluppano a partire dal pensiero di Hegel 2 correnti contrapposte: la destra e sinistra hegeliana.
I temi di divisione sono la critica alla religione e la diversa interpretazione dell’affermazione “il reale è razionale”.
Per la dx: sancisce la legittimità dei rapporti politici esitenti.
Per la sx: è inteseo che il reale deve diventare razionale, e cioè in senso critico e progressivo.

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3
Q

Il liberalismo

A

Il pensiero liberalista, che si sviluppa in questo periodo, sostiene che il compito dello stato sia garantire la più ampia manifestazione possibile della libertà individuale. Per garantire la libertà è opportuno limitare i poteri dello stato, e quindi la dottrina dello stato diventa dottrina dei limiti dello stato.
Il liberalismo teorizza quindi:
- limitazione e giuridificazione dei poteri dello stato tramite la separazione dei poteri.
- Riconoscimento, ampliamento e protezione dei diritti degli individui.

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4
Q

Libertà privata e politica nel liberalismo

A

Nel liberalismo, la libertà viene intesa sotto forma dei diritti di cui l’individuo gode.
- libertà privata: i diritti della sfera privata sono quelli civili, tra cui quello della proprietà privata
- libertà politica: si esercita tramite diritto di voto e di parola

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5
Q

Benjamin Constant; la libertà degli antichi e dei moderni

A

Constant mette a confronto la libertà degli antichi e quella dei moderni. Per la prima volta si afferma la superiorità della modernità rispetto alla classicità.
Il cittadino ateniese è libero di partecipare direttamente alla vita politica, ma nella vita privata è sottomesso alle leggi dell’oikos, della casa. Non può fuggire dalla sua natura, è determinato nel suo ruolo e sottomesso alle leggi naturali, immutabili.
I moderni sono più liberi perché sono liberi nel privato, e questa libertà individuale si riverbera sulla sfera politica. Il cittadino moderno, a differenza di quello ateniese, può addirittura decidere se partecipare o meno alla politica (decidere se candidarsi o mandare un rappresentante al posto suo).

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6
Q

Limitazione e separazione dei poteri in Constant

A

Per limitare il potere è opportuno dotarsi di una costituzione e, per prevenire la tirannia, è necessaria la separazione. Constant individua 5 suddivisioni:
- legislativo, diviso in due camere: la doppia approvazione rende più difficile approvare nuove leggi
- esecutivo
- giudiziario
- neutro: potere passivo nelle mani del sovrano, di controllo dell’operato degli altri poteri

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7
Q

Democrazia in America

A

Nel 1831, Alexis de Tocqueville intraprese un viaggio di studio negli Stati Uniti con l’obiettivo di studiare il sistema carcerario americano. In questa occasione entrò in contatto con la democrazia americana, producendo uno studio che ne evidenziava le caratteristiche e i rischi.
Il suo scritto ha sfatato il preconcetto che la democrazia fosse solo applicaibile alle piccole repubbliche, e ha impostato una riflessione sulla democrazia come insieme di dinamiche politiche fondate sullo stato sociale.

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8
Q

2º volume della Democrazia in America

A

Il secondo volume pubblicato nel 1840 avrà molto meno successo; qui eleva lo sguardo e fa una discussione più di tipo filosofico-politico. L’oggetto è la comparazione fra gli Stati Uniti e l’Europa, sullo sfondo anche la Russia (in questo periodo è ancora un impero zarista, molto lontano dalle dinamiche della rivoluzione russa).

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9
Q

Proposte di riforma sulla povertà, Tocqueville

A

Le proposte di riforma di Tocqueville si distanziavano dal modello inglese: suggeriva di non rinchiuderli (perché era un costo per lo stato) ma di educarli affinché si inserissero bene nel mondo del lavoro. La vicenda Tocquevilliana in parlamento non ha grande successo, le sue proposte non vengono particolarmente accolte.

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10
Q

L’antico regime e la rivoluzione

A

L’antico regime e la rivoluzione è un’opera storiografica sulla Francia, che rimane largamente incompiuta. Qui innova fortemente la lettura storiografica: la rivoluzione francese non è una rottura radicale con il passato, ma un’evoluzione che parte dalle forme istituzionali messe in campo da Luigi XIV. Robespierre e i Giacobini non fanno altro che portarne a termine l’opera, realizzando la centralizzazione assoluta dei sistemi amministrativi. I giacobini di fatto eliminano tutti i corpi intermedi, ma anche ogni tipo di associazione.
Rivede la lettura che i giacobini fanno di se stessi: il concetto di antico regime è prodotto dai giacobini per indicare una radicale rottura, ma Tocqueville indica che in realtà l’evoluzione al nuovo regime è del tutto contenuta nel vecchio e molti elementi del vecchio si trovano anche nel nuovo.
Per Tocqueville non è tanto la centralizzazione del potere legislativo del parlamento, ma il problema è che a questa si assomma una centralizzazione amministrativa: controllo da parte del centro di ogni parte del territorio e su ogni aspetto della vita, e la conseguente perdita dell’autonomia locale.

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11
Q

La democrazia come processo necessario e inevitabile

A

Tocqueville osserva che la democrazia è l’esito di un processo inevitabile e necessario. Siamo naturalmente portati a pensarci come uguali, e questo sentimento ha cominciato a produrre un’evoluzione in direzione di i processi di vita egualitari.
Per la prima volta si è creato un modo di stare al mondo che pensa gli individui come uguali in ogni ambito della vita, e visto che l’aspirazione all’uguaglianza è innata nell’animo umano, la democrazia prima o poi si realizzerà ovunque. Per questa ragione, Tocqueville ritiene già che si realizzeranno delle democrazie anche in Europa.
Secondo lui la marcia per l’uguaglianza inizia nell’11º secolo con l’ammissibilità della critica all’utorità (Aristotele, Chiesa).
Comincia il processo di secolarizzazione e fine dei dogmi teologici riconducibile al processo di uguaglianza, perché diventiamo progressivamente tutti ugualmente capaci di interpretare le sacre scritture; poi col giusnaturalismo si è tutti uguali perché tutti razionali.

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12
Q

Accezione della democrazia in Tocqueville

A

Tocqueville concepisce la democrazia come regime degli uguali. Il processo di raggiungimento della democrazia culmina in una situazione di alta mobilità sociale all’interno di una società fondata sull’individualismo. Diventa possibile mutare la propria condizione.

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13
Q

Un nuovo tipo umano

A

Il risultato del processo è un nuovo tipo umano che ha caratteristiche incompatibili con il mondo aristocratico: prevale il senso di indipendenza, il rifiuto del privilegio come principio dell’organizzazione sociale, l’insofferenza delle distinzioni permanenti. Questa nuova natura umana rende impensabile un ritorno alla condizione precedente.

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14
Q

Mediocrità e tirannia della maggioranza

A

Il livellamento delle differenze posto in essere dal mutamento sociale, riorganizza il corpo sociale in maniera tale che, come osserva Tocqueville, in America servi e padroni sono uguali: hanno gli stessi desideri, gli stessi obiettivi e nel tempo libero fanno le stesse cose. Il problema è che la degenerazione di questo sistema produce la mediocrità, il conformismo, il livellamento. Rischia di emergere una nuova tirannia enormemente più pericolosa: la tirannia della maggioranza. Le persone sono portate ad adottare e ad adattarsi al pensiero della maggioranza: la tirannia della maggioranza non ti fa del male fisicamente, ma intacca la tua libertà di pensiero e di coscienza, ti toglie la fatica di pensare. “Se l’ha detto la maggioranza, allora andrà bene”. Questa è una dinamica di progressiva spoliticizzazione della società, il completo assorbimento dell’individuo nel suo utile privato, l’unico interesse politico diventa la tranquillità pubblica, per non doversene fare carico.

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15
Q

Libertà come gusto in Tocqueville

A

La libertà è come un gusto, per sentire i sapori raffinati devi educare il tuo palato. Allo stesso modo per evitare che la democrazia degeneri bisogna educare l’uomo alla libertà.
La libertà è quella di autogovernarci, manifestare le nostre opinioni, e in generale manifestare nella società. Solo mantenendo aperti spazi di partecipazione nel regime democratico possiamo sperare di controbilanciare i rischi di tirannia.

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16
Q

Cosa previene la degenerazione nella democrazia americana secondo Tocqueville

A
  • Il sistema americano riconosce molteplici sovranità: sia la sovranità degli stati che quella della federazione; questo meccanismo è conflittuale, ma è proprio la tensione che rende necessario un coinvolgimento attivo, esercizio di libertà.
  • L’altro elemento è l’organizzazione in contee, le autonomie locali, che permettono ai cittadini di partecipare direttamente alla vita della comunità locale. Questo costringe i cittadini a pensare con la propria tesa e maturare un’opinione, gli permette di partecipare alla politica.
  • La totale autonomia del sistema giudiziario: la valutazione di costituzionalità è lasciata ai singoli giudici, che possono deliberare anche sulle leggi del congresso.
  • Esiste la giuria popolare, che costringe a pensare e valutare. La giuria popolare non delibera per maggioranza ma per unanimità, quindi il peso dell’opinione del signolo è importante.
  • Lo stato non si deve occupare delle chiese, e le chiese non possono chiedere nulla allo stato. Chiunque può costruire la sua chiesa se vuole, e ogni cittadino è libero di decidere la propria strada per la salvezza (la propria chiesa).
17
Q

La democrazia in Europa e il dispotismo paterno

A

In Europa sarà molto difficile mettere in piedi i principi che sorreggono la democrazia in America, e il rischio concreto sul continente europeo è l’istituzione di un dispotismo paterno. Un buon padre è quello che ti insegna a camminare e che ti tiene la mano finché non sai camminare da solo. In Europa il rischio è che lo stato si ponga sempre in maniera tutelare, che non lasci mai la mano, e il cittadino si accontenta di farsi guidare per non fare fatica a vivere. Il risultato è uno stato che guida i cittadini in tutti gli aspetti, che si fa carico di tutte le loro decisioni, e di fatto li priva della libertà. Questo risvolto per Tocqueville è legato al fatto che tutti gli stati europei si stanno orientando al centralismo.

18
Q

“Ortopedia della democrazia”

A

Quella di Tocqueville è una grande pedagogia/ortopedia della democrazia: la democrazia non va lasciata a se stessa, altrimenti cresce come i bambini di strada, “sporca e lacera”. L’idea è che se questa società sarà inevitabilmente democratica, serve assicurarsi che la democrazia si sviluppi bene. Bisogna educare, raddrizzare la democrazia.

19
Q

Sulla Libertà

A

Saggio di Mill dedicato al ripensamento della libertà civile e sociale. Mill osserva che i mutamenti del mondo tendono a rafforzare la società e diminuire il potere individuale.
Per criterio di autoprotezione si intende il fatto che l’umanità è legittimata a intervenire sulla libertà d’azione altrui solo se questi nuoce agli altri.
Questo criterio si applica in generale alla sfera del controllo, qiindi fa riferimento anche all’opinione pubblica, la tirannia della maggioranza, che fa pressioni sull’individuo. Risulta opportuno tutelare l’autonomia individuale (individua 3 tipi di libertà: di associazione, di gusti/inclinazioni, di coscienza) che viene oppressa dalla stigmatizzazione delle opinioni eccentriche.

20
Q

Produzione e distribuzione - Mill

A

Mill distingue la sfera della produzione da quella della distribuzione. Se la prima è soggetta a esigenze fisiche e leggi ferree, lo stesso non si può dire della distribuzione, le cui regole sono invece sociali e quindi modificabili dalle circostanti. Alla luce di questo, per Mill c’è la possibilità retorica di un intervento redistributivo dello stato

21
Q

Questione sociale in Mill

A

Mill mostra un interesse per la questione sociale. Teorizza un nucleo minimo di quello che diventerà il welfare state: lo stato democratico deve farsi carico di chi non è in grado di auto-sostenersi: pensioni, istruzione, etc.

22
Q

Sistema elettorale proporzionale e voto plurimo in Mill

A
  • Il suffragio non deve essere limitato, ma non mette in discussione il principio per cui non sono dotati di diritti politici coloro che ricevono assistenza dallo stato
  • Propone per l’Inghilterra il sistema elettorale proporzionale, perché annovera la partecipazione politica tra i diritti individuali; questo è l’unico modo perché tutte le parti della società, vengano rappresentate nell’assemblea.
  • Per contrastare il pericolo di una legislazione di classe, Mill riconosce la necessità di pesare il voto dei singoli elettori, attribuendo più valore ai voti dei membri con maggiore competenza (gli intellettuali). Questo è il segno di una nuova aristocrazia intellettuale che soppianta la vecchia basata sul ceto e la ricchezza.
  • Il rappresentante deve essere investito di un mandato libero.
23
Q

Il suffragio femminile in Mill

A

Mill sulla base dei principi liberali, sostiene che il diritto di voto debba appartenere anche alle donne. Questa sua posizione è fortemente influenzata dalla moglie Harriet Taylor, suffragista.
Sostiene inoltre una posizione precedentemente assunta da Mary Wollstoncraft sulla subordinazione femminile all’uomo, che ricalca alcuni tratti della schiavitù.

24
Q

Herbert Spencer

A

Spencer fu un intellettuale che meglio di altri riuscì ad esprimere alcuni caratteri dell’ideologia dominante del periodo vittoriano, e in particolare dell’idea di progresso.
Nella sua opera i contemporanei trovarono la dimostrazione che vi era un unico principio evolutivo che dominava sia gli sviluppi naturali che quelli sociali e politica. In particolare, Spencer precedette Darwin nel teorizzare la formula della sopravvivenza del più adatto.

25
Q

Il principio fondante di Spencer

A

Il principio di fondo che regola ogni evoluzione è la progressiva organizzazione della materia in aggregati via via più complessi. Questo schema descrive il processo di differenziazione dell’evoluzione naturale, così come la progressiva divisione del lavoro e evoluzione delle società.

26
Q

Sviluppo storico in Spencer

A

Lo sviluppo storico viene descritto da Spencer come una traiettoria lineare che conduce dalle società militari (in cui prevalgono l’organizzazione per difesa e offesa, cooperazione forzata e status statici) alla società industriale (in cui vigono i principi di specializzazione e differenziazione del lavoro).